Camera dei deputati - XVI Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: Servizio Biblioteca - Ufficio Legislazione straniera
Titolo: Il fenomeno della dipendenza dal gioco d'azzardo in Francia, Germania, Regno Unito e Spagna: profili normativi e politiche adottate
Serie: Appunti    Numero: 36
Data: 09/03/2012
Descrittori:
FRANCIA   GERMANIA
GIOCHI D' AZZARDO   GRAN BRETAGNA
SPAGNA     

Camera dei deputati

XVI Legislatura

 

BIBLIOTECA – LEGISLAZIONE STRANIERA

 

A P P U N T I

Appunto 6/2012                                                                                 9 marzo 2012

Il fenomeno della dipendenza dal gioco d’azzardo in Francia, Germania, Regno Unito e Spagna: profili normativi e politiche adottate

Francia

Negli ultimi anni sono state assunte diverse iniziative pubbliche in Francia per combattere il fenomeno del “gioco patologico”, inteso come forma di dipendenza comportamentale di un individuo che abitualmente pratica giochi d’azzardo e altri giochi con utilizzo di denaro (jeux d’argent).

Nel 2006 è stato in particolare avviato dal Ministero della salute il Plan de prise en charge et de prévention des addictions 2007-2011 . Nel Piano sono state prese in considerazione diverse forme di dipendenza: accanto alle dipendenze da droga, alcool e tabacco, sono state considerate le forme di dipendenza comportamentali, come ad esempio il gioco patologico, i disturbi nelle condotte alimentari, le cyberdipendenze. Nel Piano, è stata prevista una dotazione annuale di 77 milioni di euro per cinque anni.

Il progetto individua alcune priorità di azione che hanno previsto il coinvolgimento di strutture medico-sociali, centri di medicina di base (médicine de ville), strutture sanitarie ospedaliere, nonché una serie di organismi che si occupano di prevenzione, formazione e ricerca nel campo delle dipendenze (cfr. inoltre la Circulaire n. DGS/6B/DHOS/02/2007/203 du 17 mai 2007 relative à l’organisation du dispositif de prise en charge et de soins en addictologie ).

 

Con particolare riferimento alle strutture medico-sociali, il Plan 2007-2011 ha previsto il rafforzamento dei “Centri di cure, di assistenza e di prevenzione delle dipendenze” (Centres des soins, d’accompagnement et de prévention en addictologie CSAPA). Tali centri, istituiti nel 2002, hanno assunto, in applicazione delle proposte contenute nel Plan, maggiori competenze, svolgendo la funzione di centri di accoglienza per le persone che soffrono di dipendenza sia da droghe ed altre sostanze psicotrope, sia da dipendenze comportamentali. Le nuove funzioni dei CSAPA sono state definite con il Décret n. 2007-877 du 14 mai 2007relatif aux missions des centres de soins, d'accompagnement et de prévention en addictologie, che ha recato modifiche a diversi codici (cfr. in particolare i nuovi artt. da D3411-1 a D3411-10 del Code de la santé publique). In tali strutture ambulatoriali, che possono offrire anche possibilità di degenza, sono offerti al paziente servizi di accoglienza, informazione, valutazione medica, psicologica e sociale e di orientamento per le cure. I CSAPA sono pensati come lo strumento chiave del dispositivo medico-sociale nel contrasto al fenomeno delle dipendenze (cfr. inoltre la Circulaire n. DGS/MC2/2008/79 du 28 février 2008 relative à la mise en place de centres de soins, d’accompagnement et de prévention en addictologie).

Con particolare riferimento alle strutture sanitarie ospedaliere, è stata promossa una migliore offerta di cure per i pazienti che presentano forme di dipendenza, strutturata su tre livelli.

Ad un primo livello, è prevista l’offerta di un servizio di accoglienza, assistenza e valutazione da parte di personale competente nel campo della dipendenza, posto all’interno del servizio di pronto soccorso. In questa fase sono offerte al paziente le prime risposte relative al fenomeno della dipendenza e sono proposte forme semplici di “disintossicazione”.

Ad un secondo livello, sono offerte cure specialistiche, per pazienti che presentano particolari problemi di dipendenza, da parte di strutture specializzate nel settore (services d’addictologie de recours). Il Plan ha previsto l’ istituzione di almeno un service d’addictologie de recours ogni 500.000 abitanti. Le cure in tali strutture possono comportare anche il ricovero dei pazienti.

Ad un terzo livello, sono offerte cure specialistiche, per pazienti che presentano le stesse problematiche di quelli accolti nelle strutture del secondo livello, ma da parte di istituti specifici: i “Centri universitari regionali sullo studio della dipendenza” (Centres d’addictologie Universitaire Régionales). Tali centri costituiscono inoltre le strutture di coordinamento per la formazione e la ricerca nel campo delle dipendenze .

Il Plan ha previsto che, a livello di pianificazione sanitaria regionale, vengano predisposti specifici “schemi regionali sulle dipendenze” e che siano stimolate le forme di collaborazione tra strutture ospedaliere e medici di base, nonché associazioni impegnate nella lotta contro le dipendenze. Ai fini di un miglioramento dell’organizzazione territoriale delle cure, sono previste in Francia le “reti di sanità”, all’interno delle quali diverse strutture, in un’ottica pluridisciplinare, promuovono forme per facilitare l’accesso alle cure, il coordinamento delle cure e la prevenzione. Il Plan ha promosso lo sviluppo delle “reti di sanità specializzate nelle dipendenze”.

Nel 2008 il Governo ha poi lanciato il Plan gouvernemental de lutte contre les drogues et les toxicomanies 2008-2011, nell’ambito della Missione interministeriale di lotta contro la droga e la tossicodipendenza. Il piano ha previsto un’integrazione del Plan de prise en charge et de prévention des addictions 2007-2011 (cfr. in particolare Plan gouvernamental, pp.59-60).

 

Oltre alla promozione di questi piani di azione per combattere le diverse forme di dipendenze, il Governo ha dato mandato nel 2008 all’ Observatoire français des drogues et des toxicomanies (OFDT) di realizzare la prima inchiesta nazionale sulla pratica dei giochi d’azzardo e con denaro in Francia. Per avviare tale ricerca l’OFDT si è avvalso di diversi studi sul fenomeno del gioco patologico, tra cui quello realizzato dall’Institut National de santé et de la recherche médicale (INSERM): Jeux de hasard et d’argent. Contextes et addictions (2008). L’inchiesta dell’OFDT, svolta nel quadro dell’inchiesta sanitaria del 2010 del Baromètre santé dell’ Institut national de prévention et d’éducation pour la santé (INPES), ha avuto come obiettivo l’individuazione del numero dei giocatori occasionali ed abitudinari, oltre che la quantificazione dei “giocatori eccessivi” e patologici. L’inchiesta è stata rivolta alla fascia di popolazione compresa tra i 18 e i 75 anni. I risultati dell’inchiesta, presentati nel 2011, rivelano che nel 2010 si sono avuti: un 47,8% di “giocatori occasionali” (coloro che hanno giocato almeno una volta, ma meno di 52 volte nei dodici mesi precedenti); un 12,2% di “giocatori attivi” (coloro che hanno giocato almeno 52 volte e/o speso almeno 500 euro nel corso dei dodici mesi precedenti). I “giocatori attivi” sono stati suddivisi a loro volta in “giocatori regolari” (coloro che hanno giocato almeno 52 volte nell’ultimo anno), pari al 10,9% della popolazione considerata, e “giocatori che spendono molto” (coloro che hanno speso almeno 500 euro nel corso dell’ultimo anno), pari al 4,7% della popolazione considerata.

Il comportamento dei giocatori che praticano un gioco eccessivo o patologico è stato classificato sulla base dell’“Indice canadese del gioco eccessivo” (Index canadien du jeu excessif - ICJE -). Tale strumento, ideato nel 2000, permette di classificare il comportamento dei giocatori in base a determinati criteri. Dall’inchiesta è emerso che i “giocatori eccessivi” risultano lo 0,4% (circa 200.000 persone) e i “giocatori a rischio moderato” lo 0,9% (circa 400.000 persone) della popolazione considerata (cfr. Les niveaux et pratiques des jeux de hasard et d’argent en 2010, in OFDT, Tendences n. 77/settembre 2011).

 

Nel 2010 il Legislatore ha poi approvato una legge che regolamenta il gioco d’azzardo e con denaro on line (Loi n. 2010-476 du 12 mai 2010 relative à l'ouverture à la concurrence et à la régulation du secteur des jeux d'argent et de hasard en ligne). 

L’inchiesta dell’OFDT ha riguardato il periodo precedente l’entrata in vigore della legge n. 2010-476 e, pertanto, non può essere utile ai fini di una valutazione dell’impatto del provvedimento sulla quantità e la tipologia dei giocatori.

Il testo legislativo stabilisce innanzitutto che “la politica dello Stato in materia di giochi con denaro e d’azzardo ha per obiettivo di limitare e inquadrare l’offerta e il consumo dei giochi e di controllarne la gestione, al fine di: 1) prevenire il gioco eccessivo o patologicoe proteggere i minori;2) assicurare l’integrità, l’affidabilità e la trasparenza degli operatori di gioco; 3) prevenire le attività fraudolente o criminose, così come il riciclaggio di capitali e il finanziamento del terrorismo; 4) vigilare sullo sviluppo equilibrato ed imparziale dei differenti tipi di gioco al fine di evitare la destabilizzazione economica delle relative filiere” (art. 3, comma 1). In particolare la legge stabilisce poi che l’esercizio di attività di gioco in internet sia sottoposto ad un regime di autorizzazioni. Le licenze sono rilasciate da un’autorità amministrativa creata ad hoc: l’Autorité de regulation des jeux en ligne (ARJEL), che svolge inoltre funzioni di controllo dei gestori di giochi on line e di prevenzione del gioco eccessivo o patologico (art. 34 e ss.).

Il Capitolo VII della legge è dedicato specificatamente alla lotta contro il gioco patologico (artt. 26-30).In particolare il testo legislativo stabilisce che l’operatore che gestisce giochi o sistemi di scommesse on line è tenuto a vietarne la fruibilità a coloro che sono interdetti a parteciparvi per specifiche norme regolamentari o a causa di una loro richiesta di autoesclusione. L’operatore si adopera anche per prevenire forme di gioco eccessivo o patologico, attraverso la creazione di meccanismi di auto-esclusione e di moderazione, di dispositivi di autocontrollo dei versamenti e delle puntate di gioco. L’operatore comunica inoltre costantemente ad ogni giocatore che frequenta il suo sito il saldo del suo conto e lo informa dei rischi del gioco patologico, attraverso un “messaggio di avvertimento” (art. 26). Il contenuto del messaggio è precisato con decreto del Ministero della sanità (Arrêté du 8 juin 2010 fixant le contenu et les modalités d'affichage des messages de mise en garde prévus par les articles 26, 28, 29 et 33 de la loi n° 2010-476 du 12 mai 2010 relative à l'ouverture à la concurrence et à la régulation du secteur des jeux d'argent et de hasard en ligne).L’operatore è tenuto a redigere una relazione annuale per l’ARJEL in cui documenta le attività svolte per la promozione di un gioco responsabile (art. 27). All’operatore spetta anche il compito di informare il giocatore dell’esistenza di un servizio di informazione ed assistenza per chi presenta forme di dipendenza dal gioco (art. 28). La legge dispone inoltre l’istituzione di un numero telefonico, gestito dall’Istituto nazionale di prevenzione e di educazione alla salute (Institut national de prévention et d’éducation pour la santé - INPES -), per l’assistenza ai giocatori eccessivi o patologici e alle loro famiglie (art. 29). Il provvedimento dispone infine il divieto del gioco a credito (art. 30).

 

Nel menzionato Arrêté dell’8 giugno 2010 è inoltre riportato il sito internet di informazione e di presentazione del servizio pubblico di aiuto ai giocatori: www.joueurs-info-service.fr .

 

Tra le associazioni che si occupano di sostegno alle persone che soffrono di dipendenza dal gioco, si segnalano, tra le altre, SOS jouers e l’Association Nationale de prévention en alcoologie et addictologie.

 

Germania

In Germania il mercato dei giochi d’azzardo pubblici (Glücksspiel) è sotto il monopolio degli stati federali (Länder). Il gioco d’azzardo,ad esclusione delle corse dei cavalli, dei distributori automatici e dei casinò, può essere gestito esclusivamente dalle concessionarie società di lotteria dei Länder (Lotteriegesellschaften).

La regolamentazione del gioco d’azzardo e delle scommesse è una materia di competenza esclusiva dei Länder. Il Trattato statale sul gioco d’azzardo in Germania (Staatsvertrag zum Glücksspielwesen in Deutschland -Glücksspielstaatsvertrag – GlüStV),entrato in vigore il 1° gennaio 2008, è un accordo tra i sedici stati federali e regola l’organizzazione, l’allestimento e l’esecuzione dei giochi d’azzardo pubblici. Obiettivo del Trattato è di prevenire e combattere la dipendenza dal gioco (§ 1). I singoli Länder hanno ratificato il trattato con proprie leggi di attuazione.

Nel settembre 2011, la Corte di Cassazione tedesca (Bundesgerichtshof) ha stabilito che i fornitori delle scommesse sportive possano commercializzare proprie scommesse e altri giochi d’azzardo, purché non contravvengano al Trattato statale del gioco d’azzardo. A seguito di tale pronuncia, il 15 dicembre 2011, tutti gli stati federali tedeschi, ad eccezione dello Schleswig-Holstein, hanno sottoscritto la Modifica del Trattato statale sul gioco d’azzardo (Glückspieländerungsstaatsvertrag), che entrerà in vigore il 1 luglio 2012. Il nuovo Trattato liberalizza moderatamente il mercato dei giochi d’azzardo, prevedendo la concessione di venti licenze agli operatori privati delle scommesse sportive, mentre conferma il monopolio statale del gioco d’azzardo.

Nel Land Schleswig-Holstein il 1° gennaio 2012 è entrata in vigore la Legge di riforma del gioco d’azzardo (Gesetz zur Neuordnung des Glücksspiels - Glücksspielgesetz), del 20 ottobre 2011, che non pone limiti quantitativi alla concessione di licenze e abolisce parzialmente il divieto del gioco d’azzardo in Internet.

In generale, l’organizzazione dei giochi d’azzardo è consentita solo a chi possiede una licenza rilasciata dalle autorità competenti del Land di riferimento (§ 4, comma 1). Gli interessati possono giocare d’azzardo solo nei luoghi del Land debitamente autorizzati. L’organizzazione di un gioco d’azzardo pubblico priva di apposita licenza statale è vietata (§ 4, comma 1) ed è punita con la pena detentiva fino a due anni o con una pena pecuniaria (§ 284 Codice penale tedesco). Il Codice punisce con una pena detentiva fino a sei mesi o con una pena pecuniaria chiunque sia coinvolto in un gioco d’azzardo pubblico non consentito dalle competenti autorità (§ 285 Codice penale tedesco).

In base ad un’indagine effettuata nel 2011 dal Centro federale per l’educazione alla salute (Bundeszentrale für gesundheitliche Aufklärung - BZgA), in Germania una persona su due, di età compresa tra i 16 e i 65 anni (circa il 50,7% degli intervistati), ha partecipato ad un gioco d’azzardo nei dodici mesi precedenti il sondaggio (56,5% uomini, 44,8% donne)[1]. Mentre per una parte consistente della popolazione tedesca il gioco d’azzardo rappresenta un’occasione per socializzare e divertirsi, per una minoranza di cittadini il gioco eccessivo può condurre a gravi problemi psichici, sociali e finanziari, fino a una vera e propria dipendenza (Spielsucht). 

In Germania, il gioco d’azzardo patologico (pathologischen (krankhaften) Glücksspiel) è una malattia riconosciuta. Le casse mutue tedesche (Krankenkassen) e gli operatori della previdenza e dell’assistenza sociale (Rentenversicherungsträger, Sozialhilfeträger) sostengono i costi per le relative cure. Oltre ai trattamenti ambulatoriali e ospedalieri destinati al giocatore patologico, sono previsti servizi di supporto e di consulenza per i membri del suo nucleo familiare.

Una prima possibilità di sostegno è offerta dai gruppi di auto-aiuto (Selbsthilfegruppen), che raccolgono persone consapevoli della propria condizione e desiderose di superare insieme ad altri i problemi di dipendenza dal gioco d’azzardo. La partecipazione è gratuita e non vincolante.

Per molte persone affette da ludopatia i consultori ambulatoriali (Beratungsstellen) rappresentano il primo centro di accoglienza. L’obiettivo primario dei consultori, che si rivolgono anche ai membri della famiglia del giocatore patologico, è di promuovere la presa di coscienza della malattia e di incoraggiare il soggetto malato ad uscirne. I consultori offrono: informazioni sul gioco d’azzardo e sul suo potenziale di rischio; consulenza personalizzata sulle diverse possibilità di trattamento; consulenza sui centri di cura ospedalieri e intermediazione per l’eventuale ricovero; collaborazione con i gruppi di auto aiuto; consulenza ai parenti; servizi di riabilitazione ambulatoriale (Ambulante Rehabilitation Sucht – ARS). L’ARS è un trattamento vincolante, a lungo termine (un anno, ma il periodo è prolungabile), in forma di colloqui individuali o di gruppo, i cui costi, di regola, sono a carico della previdenza sociale. La terapia è organizzata in modo tale che la persona può continuare ad abitare nella propria casa e a svolgere la propria attività lavorativa.

Le persone affette da ludopatia possono ricorrere, infine, ai trattamenti ospedalieri (Stationäre Behandlungen). Sulla base del quadro clinico, il giocatore patologico può essere curato incliniche specializzate nella cura delle patologie delle dipendenze da sostanze (tossicodipendenze, farmacodipendenze e alcolismo) o nelle cliniche specializzate nelle malattie psicosomatiche. Normalmente, la terapia ospedaliera ha una durata che va da un minimo di 8 ad un massimo di 12 settimane. Anche in questo caso, i costi sono a carico della previdenza sociale. Durante il ricovero, i malati che esercitano una professione ricevono un’indennità transitoria (Übergangsgeld), che è paragonabile all’indennità di malattia (Krankengeld).

L’Istituto centrale per la salute mentale (Zentralinstitut für Seelische Gesundheit – ZI) di Mannheim ha attivato, nel gennaio 2009, un ambulatorio per persone affette da ludopatia. Il servizio è finanziato del Ministero del lavoro e degli affari sociali del LandBaden-Württemberg.

Dal 2007, il Centro federale per l’educazione alla salute conduce, in collaborazione con il Deutscher Lotto- und Totoblock (l’organizzazione di lotterie in Germania), la campagna di prevenzione “Spiel nicht bis zur Glueckspielsucht” (“Gioca ma non fino alla dipendenza”), attraverso il portale Spielen-mit-verantwortung (“Giocare con responsabilità”) messo a disposizione del Centro e il sito Check dein Spiel (“Controlla il tuo gioco”), che offrono indirizzi e proposte di aiuto nell’ambito del comune di residenza.

 

Regno Unito

La predisposizione di programmi pubblici per la prevenzione della dipendenza compulsiva dal gioco è prevista, nel Regno Unito, dalla legge che nel 2005 ha introdotto una disciplina organica del gambling. Il legislatore ha infatti stabilito nel Gambling Act 2005 la destinazione di una quota del prelievo fiscale sui giochi, sulle scommesse e sulle lotterie soggette a licenza (con qualsiasi mezzo effettuati ed unitariamente inclusi nella categoria del gambling) al finanziamento di programmi diretti ad affrontare la diffusione sociale di fenomeni di dipendenza o comunque lesivi per le persone dedite al gioco.

La legge del 2005, in particolare, ha modificato la normativa in materia di lotterie nazionali (costituita dal National Lottery Act 1993) al fine di includere, tra le finalità di interesse pubblico (finanziabili tramite le risorse ottenute dagli oneri di licenza (annual fees) versati dai soggetti licenziatari), i programmi diretti a prevenire e trattare le forme di dipendenza patologica dal gioco (gambling addiction) e le conseguenze pregiudizievoli che ne derivano per le persone (harm of exploitation associated with gambling: art. 123 e Schedule 3 (5) della legge del 2005). La legge abilita altresì il Ministro competente ad introdurre un prelievo a carico degli stessi operatori (levy), da destinare ai suddetti programmi; la contribuzione volontaria da parte dell’industria del gioco, tuttavia, è stata finora in grado di alimentare un consistente flusso di finanziamento, specialmente per effetto delle peculiari modalità di concertazione tra l’autorità pubblica e gli operatori privati.

Il finanziamento delle iniziative in materia di dipendenza dal gioco è assicurato, previa autorizzazione del Tesoro e del Department for Culture, Media and Sports (DCMS), dalla GamblingCommission, autorità di regolazione e di controllo sul settore che ha nella legge del 2005 la sua fonte istitutiva. Essa vi provvede attraverso diverse modalità: in esercizio delle sue competenze di vigilanza (correlate al rilascio delle licenze e al controllo sul rispetto degli obblighi conseguenti da parte dei licenziatari, tra cui quelli riferiti alla prevenzione della gambling addiction) e della propria autonomia finanziaria, fondata sugli oneri di licenza versati dai circa 3.300 operatori del settore (per un ammontare di circa 12 milioni di sterline nel periodo 2009/2010); oppure avvalendosi della stretta cooperazione di un apposito organismo, il Responsible Gambling Strategy Board (RSGB), istituito sul finire del 2008.

L’istituzione del RSGB ha fatto seguito ad un’indagine dell’ottobre 2008 (Review of Research, Education and Treatment. Final report and recommendations), svolta dalla stessa Gambling Commission, in cui veniva considerata l’esigenza di assicurare risorse finanziarie adeguate ai programmi di ricerca sociale, educazione e assistenza (condensati nella sigla RET: Research, Education, Treatment). L’obiettivo, che secondo la Commissione avrebbe potuto richiedere l’introduzione di un prelievo obbligatorio sugli operatori, è stato perseguito attraverso la razionalizzazione del sistema che affida il reperimento di tali risorse al concorso privato; in questo quadro, il ruolo attribuito al nuovo organismo, posto in condizione di indipendenza e munito di poteri consultivi nei confronti della Commissione e del DCMS, è quello di delineare le strategie, di individuare le priorità di intervento e di porsi quale interlocutore del settore privato per quanto concerne la raccolta dei fondi e la loro destinazione.

Appare dunque evidente che l’esperienza britannica è connotata da forme di concertazione che assegnano alla parte pubblica la definizione di indirizzi e obiettivi di rilevanza sociale, e riservano alla parte privata l’apporto finanziario. Quest’ultimo è assicurato da enti i quali, costituiti in forma di charity e sottoposti al corrispondente regime giuridico, assolvono un ruolo determinante sotto il profilo del reperimento delle risorse necessarie. La strategia integrata in tal modo perseguita (le cui premesse si rinvengono nella stessa legge del 2005, in cui si prevede che i progetti finanziati dalla Gambling Commission possano essere realizzati anche da soggetti diversi dalla stessa Commissione), si rispecchia nella struttura tripartita che attualmente annovera, accanto al RSGB (in ruolo di coordinamento per quel che concerne gli obiettivi a cui destinare le risorse), due fondazioni create dagli operatori del settore e da questi finanziate: si tratta di GREaT (acronimo di Gambling Research, Education and Treatment Foundation, istituita nel 2002) e del Responsible Game Fund (istituito nel 2009). Le due organizzazioni - di cui è stata annunciata la fusione nell’aprile 2012 per formare il Responsible Gambling Trust - svolgono la loro attività orientandola, rispettivamente, al fundraising presso gli operatori e alla distribuzione dei fondi, destinati al finanziamento di programmi educativi e di ricerca sociale in materia di gambling. GREaT, in particolare, ha raccolto nell’esercizio 2011/2012 fondi per complessivi 4,7 milioni di sterline risultanti dai contributi di circa 600 società operanti nel settore del gioco; parte di queste risorse è utilizzata per la gestione del portale gameaware.uk, con finalità di informazione e di educazione rispetto al tema del gambling.

In relazione al merito delle iniziative adottate, tra quelle promosse dalla Gambling Commission (di cui è stata annunciata la fusione nel 2012 con la National Lottery Commission) possono richiamarsi le campagne dirette a promuovere il “gioco responsabile” (socially responsible gambling) e le specifiche prescrizioni (enunciate nelle condizioni di licenza, par. 2.1) concernenti l’adozione da parte degli operatori di protocolli e di modalità operative idonee a tutelare i minori e le persone vulnerabili, nonché l’assunzione da parte loro dell’impegno a contribuire alla ricerca in tema di prevenzione e di trattamento della dipendenza dal gioco e ai correlati programmi educativi. Meritano, inoltre, una segnalazione gli studi della Commissione finalizzati a valutare l’incidenza della pubblicità commerciale relativa alle attività di gambling sulla diffusione delle forme di dipendenza, e, soprattutto, l’emanazione di norme deontologiche destinate agli operatori in relazione ad aspetti non coperti dalle generali regolamentazioni predisposte dagli organismi di autodisciplina pubblicitaria; a tale riguardo viene in rilievo il codice di condotta che, pubblicato nel 2007 e sottoposto a costante monitoraggio quanto alla sua applicazione, affronta e disciplina i temi della pubblicità e della responsabilità sociale nelle comunicazioni commerciali relative al gioco (Gambling industry code for socially responsible advertising).

E’ egualmente significativa l’operatività delle organizzazioni senza scopo di lucro che, avvalendosi dei finanziamenti erogati secondo le modalità già descritte e attraverso sedi ramificate sul territorio nazionale oppure mediante l’attivazione di canali telefonici o telematici, svolgono programmi di prevenzione, di assistenza e di riabilitazione a beneficio delle persone che hanno sviluppato una dipendenza dal gioco. Tra gli enti di maggiore rilievo possono segnalarsi, a titolo di esempio, Gamcare e il National Council on Gambling Problem (NCGP), che tra le diverse forme d’intervento forniscono servizi di assistenza telefonica; la fondazione Gordon Moody, che gestisce centri di assistenza e di trattamento; nell’area londinese, il CNWL - National Problem Gambling Clinic, centro specializzato di assistenza facente parte del Servizio Sanitario Nazionale, ma beneficiario anche dei suddetti finanziamenti; Action Addition, nata nel 2007 dalla fusione di preesistenti organizzazioni, che gestisce centri di trattamento e riabilitazione, prestando servizi di assistenza alle famiglie e svolgendo attività di ricerca sul campo.

A livello regionale, e nell’ambito delle competenze devolute all’autonomia degli rispettivi organi di governo, può segnalarsi infine l’indagine compiuta nel 2006 dall’Esecutivo Scozzese, dal titolo “Research on the Social Impacts of Gambling”.

 

Spagna

In Spagna il gioco d’azzardo è attualmente regolato dalla Ley 13/2011, de 27 de mayo, de regulación del juego[2], che contiene diverse disposizioni in materia di dipendenza dai giochi. Dopo la legalizzazione avvenuta con il regio decreto-legge 16/1977, il regime giuridico del settore ha subito pochi cambiamenti. La nuova legge rappresenta una risposta alla mutata situazione del mercato e alla dottrina della Corte di Giustizia dell’Unione europea in materia di offerta di gioco dimensionata. Essa vuole garantire certezza giuridica sia agli operatori sia agli utenti, senza dimenticare la tutela dei minori e delle persone che hanno volontariamente richiesto di essere escluse dal gioco[3], dell’ordine pubblico, nonché la prevenzione dei fenomeni del riciclaggio e del finanziamento del terrorismo.

Il titolo I (artt. 1-4) contiene l’oggetto e l’ambito di applicazione della legge. Essa regolamenta il gioco e tutte le attività connesse effettuate a livello statale al fine di garantire la tutela dell’ordine pubblico, la lotta alle frodi, la prevenzione di comportamenti di dipendenza, la protezione dei minori e i diritti dei partecipanti ai giochi, fatti salvi gli Statuti delle Comunità autonome. La legge regola in particolare l’attività di gioco effettuata mediante canali elettronici, informatici, telematici e interattivi (art. 1). Ai sensi dell’art. 4, il Ministero dell’Economia e delle Finanze autorizza la commercializzazione delle lotterie di ambito statale e tale autorizzazione deve indicare le condizioni di gestione, tra cui le misure di protezione dei minori e delle persone dipendenti.

Il titolo II (artt. 5-8) contiene disposizioni di carattere generale. In particolare, l’art. 6 individua i soggetti che non possono partecipare al gioco; tra questi vi sono i minori di età, gli individui dichiarati incapaci legalmente o da una sentenza e le persone che abbiano chiesto espressamente che sia loro vietato il gioco o coloro ai quali il gioco sia stato vietato da una sentenza definitiva.

Il titolo III (artt. 9-12) disciplina i titoli abilitanti. Sono previsti due tipi di licenze, generale e singola, oltre a permessi per attività occasionali. Le licenze generali costituiscono un requisito per entrare sul mercato, sono valide per dieci anni e rinnovabili per ulteriori dieci anni, attraverso un procedimento amministrativo. Le procedure sono soggette alle specifiche approvate dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, sulla base di determinati criteri. La Comisión Nacional del Juego-CNJ può non dare luogo al procedimento se ritiene che esistano ragioni di salvaguardia dell’interesse pubblico, di protezione di minori o di prevenzione di fenomeni di dipendenza dal gioco. Pur essendo inizialmente illimitato il numero delle licenze da, la CNJ può tuttavia limitare la concessione della licenza generale ad alcuni tipi di gioco, per motivi di interesse pubblico, protezione dell’infanzia e prevenzione della dipendenza. Le licenze singole sono necessarie per ogni tipo di gioco che si intende offrire ed hanno una durata variabile da uno a cinque anni.

Il titolo V (artt. 19-35) disciplina l’amministrazione del gioco. Oltre al Ministero dell’Economia e delle Finanze (a cui compete, tra l’altro, l’emanazione delle regole di ciascun gioco), le altre autorità di regolamentazione sono la CNJ, che gestisce l’assegnazione delle licenze, regola il corretto funzionamento del mercato, risolve le controversie tra operatori e garantisce la tutela degli interessi generali, e il Consiglio delle politiche del gioco (Consejo de Políticas del Juego), che è un organo di partecipazione e coordinamento delle Comunità autonome e dello Stato. La CNJ deve, tra l’altro, stabilire un quadro appropriato a tutela dei minori, sviluppando o promuovendo programmi e attività specifiche per prevenire lo sviluppo di fenomeni di dipendenza (art. 20). L’art. 22 stabilisce che la CNJ tenga una serie di registri, tra cui il Registro General de Interdicciones de Acceso al Juego[4], in cui sono inserite le informazioni necessarie per rendere effettivo il diritto dei cittadini che non vogliono partecipare ai giochi, nonché dei soggetti che hanno dipendenza patologica al gioco (su richiesta propria o di terzi) e di quelle persone che per sentenza o per incapacità legale non possono parteciparvi. I dettagli di tale registrazione sono decisi dalla stessa CNJ, che al tempo stesso stabilisce il procedimento per coordinare le comunicazioni di dati tra il Registro generale e i registri delle singole Comunità autonome. Tra i compiti assegnati al Consiglio delle politiche del gioco vi è il coordinamento della normativa relativa alle misure di protezione dei minori e delle persone dipendenti (art. 35, lettera f).

 

Esistono numerose associazioni di ludopatici in Spagna[5]. L’associazione Jugadores Anónimos ha attivato un programma di recupero e ha sedi in molte città della Spagna[6]. In Catalogna opera la Federación de asociaciones catalanas de afectados por los juegos de apuestas (FACAJOC) e nella stessa regione è presente l’associazione Fora de Joc, composta da professionisti in ambito sanitario ed operante nel campo delle dipendenze.

Ulteriori informazioni su FACAJOC e Fora de Joc possono essere reperite sui siti internet http://www.ludopatia.org/web/index_es.htm e http://www.ludopatia.cat/web/presentacion.html.

 

La ludopatia è, infine, trattata in numerosi centri psicologici o psichiatrici. Ad esempio, il Centro Psicologia Retiro di Madrid propone un trattamento per la ludopatia, nonché per altre dipendenze e, analogamente, il Centre de Assistència Terapèutica (CAT) di Barcellona propone una terapia e trattamento del gioco patologico.

 

 

 

 

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[1] Per l’inchiesta denominata “Glücksspielverhalten und Glücksspielsucht in Deutschland 2007, 2009 und 2011”, pubblicata nel mese di gennaio 2012, il Centro federale per l’educazione alla salute ha intervistato 10.002 cittadini di età compresa tra i 16 e i 65 anni.

[2] La legge ha poi trovato attuazione regolamentare con il Real Decreto 1613/2011, de 14 de noviembre, por el que se desarrolla la Ley 13/2011, de 27 de mayo, regulación del juego, en lo relativo a los requisitos técnicos de las actividades de juego e con ilReal Decreto 1614/2011, de 14 de noviembre, por el que se desarrolla la Ley 13/2011, de 27 de mayo, de regulación del juego, en lo relativo a licencias, autorizaciones y registros del juego.

[3] A tale fine è possibile iscriversi a un registro nazionale, fino al 2011 gestito dal Ministero dell’Interno, oltre a registri analoghi istituiti da singole Comunità, con la possibilità di auto-proibirsi l’ingresso in sale da gioco e casinò di una Comunità o di tutta la Spagna. Nel registro sono inseriti anche i soggetti cui il gioco è interdetto per sentenza o incapacità legale. In alcune Comunità è richiesta la firma di un familiare, in maniera tale da rinforzare la possibilità di auto-proibizione, in quanto per ritirare la richiesta occorrono entrambe le firme.

[4] Il registro è ora disciplinato dal Real Decreto 1614/2011, artt. 55-62.

[5] Un elenco di tali associazioni è consultabile sul sito http://www.ludopatia.es/.

[6] Sul sito dell’associazione è presente l’elenco delle sedi, suddivise per Comunità Autonoma.