Camera dei deputati - XVI Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: Servizio Biblioteca - Ufficio Legislazione straniera
Titolo: L'accesso al credito a favore delle PMI: le misure adottate dal 2008 ad oggi nei principali paesi europei
Serie: Appunti    Numero: 33
Data: 25/01/2012
Descrittori:
CREDITO   IMPRESE MEDIE E PICCOLE

Camera dei deputati

XVI Legislatura

 

BIBLIOTECA – LEGISLAZIONE STRANIERA

 

A P P U N T I

 

Appunto 2/2012                                                                           25 gennaio 2012

L’accesso al credito a favore delle PMI: le misure adottate dal 2008 ad oggi

nei principali paesi europei

FRANCIA

Per fronteggiare la grave crisi economico-finanziaria internazionale il Governo francese ha promosso, a partire dal 2008, diverse misure a favore delle imprese – in special modo delle PMI - per garantire e favorire il relativo accesso al credito.

Tra le più significative misure adottate hanno particolare rilievo: il rafforzamento della banca pubblica dedicata al finanziamento delle imprese (OSEO); l’azionamento di un meccanismo di reciprocità tra sostegno finanziario dello Stato da un lato e convenzioni con le banche dall’altro, per assicurare una più elevata apertura di credito alle imprese; l’introduzione della mediazione dello Stato presso le banche nei procedimenti per la concessione di credito a favore delle imprese; la concessione di un grande prestito nazionale per gli Investissements d’avenir concentrati in alcuni settori economici strategici; infine, la riforma della regolamentazione dei settori bancario e finanziario con misure volte a migliorare il finanziamento delle PMI per stimolare la ripresa economica.

1.      L’OSEO

Un importante intervento a sostegno delle imprese e della loro crescita è stato quello di un progressivo potenziamento dell’OSEO, l’istituto finanziario pubblico specializzato nel finanziamento delle PMI [1].

L’OSEO, posto sotto la tutela dei Ministeri dell’Economia e dell’Insegnamento superiore e della Ricerca francesi, supporta il finanziamento delle PMI durante tutte le tappe della loro crescita attraverso l’aiuto all’innovazione, la garanzia della partecipazione creditizia delle banche e degli investitori con capitali propri o attraverso un finanziamento in partenariato.

L’OSEO interviene attraverso prestiti diretti alle imprese - di norma per progetti cofinanziati dai capitali propri delle stesse imprese e dalle banche private o comunque in partenariato con altri investitori - oppure attraverso garanzie accordate sui prestiti fatti dalle banche alle imprese[2]. L’OSEO, infatti, interviene sempre come partenaire di altri istituti finanziari senza sostituirsi al mercato, ma completandone l’azione laddove il peso del rischio necessiti dell’intervento pubblico.

L’OSEO collabora altresì con tutti gli attori pubblici e privati che accompagnano lo sviluppo delle imprese: regioni, poli di competitività, “incubatori” di nuove imprese, istituti bancari, investitori di capital-risk.

Nel 2010 il legislatore francese[3], nell’intento di migliorare il finanziamento dell’economia reale per accelerare la ripresa economica,ha previsto la creazione di un nuovo OSEO con la fusione delle preesistenti tre società OSEO (OSEO-financement, OSEO-garantie e OSEO-innovation) e la ricapitalizzazione del nuovo istituto.Dopo la sua creazione, l’istituto ha finanziato circa 80.000 imprese per un totale di circa 29 miliardi di euro di finanziamenti.

2.     Le convenzioni Stato-banche e la “Médiation du crédit”

Già nel 2008, per fronteggiare la crisi che inizialmente aveva colpito soprattutto il settore bancario, il Governo aveva varato un Piano di sostegno di 360 miliardi di euro in favore delle banche francesi[4], pretendendo in cambio, attraverso specifiche convenzioni, l’assunzione di impegni da parte delle stesse banche ad aumentare la loro disponibilità al credito nei confronti delle imprese (in particolare delle PMI), con la minaccia di ritirare il proprio sostegno in caso di mancato rispetto di tali impegni[5].

Lo strumento convenzionale viene tuttora usato dallo Stato francese e altre convenzioni sono in corso - o in cantiere - tra gli istituti pubblici e le reti bancarie per il sostegno creditizio alle imprese[6].

Sempre nel 2008 lo Stato francese si è dotato di un altro strumento di particolare rilievo per favorire le imprese nell’accesso al credito durante la crisi economica: la médiation du crédit.

E’ stato infatti creato il Médiateur national du crédit, con il compito di assicurare che le banche finanziassero le imprese sulla base degli impegni assunti, ed è stata prevista una particolare procedura di mediazione per l’accesso al credito[7], finalizzata ad offrire l’appoggio dello Stato nelle trattative con le banche per facilitare la ripresa delle PMI sane, ma in difficoltà finanziaria per problemi di liquidità o di finanziamento. La missione della médiation du crédit, che inizialmente doveva avere una durata temporanea e, come altre misure anti-crisi, terminare alla fine del 2009, è stata prolungata una prima volta fino alla fine del 2010 e, successivamente, fino alla fine del 2012 con la firma, il 4 aprile 2011, della Charte de la Médiation du crédit[8].

L’aiuto dello Stato nella mediazione per l’accesso al credito riguarda principalmente le piccole e medie imprese (PMI) e ancor di più le imprese di taglia più piccola, data la loro limitata disponibilità di risorse. Tuttavia ogni imprenditore, artigiano, commerciante o professionista ha la possibilità di presentare un dossier presso il Médiateur du crédit dopo aver ricevuto un rifiuto delle banche alla richiesta di credito.

A partire dalla fine del 2008 il Mediatore nazionale, attualmente Gérard Raméix, ha un proprio sito web, che consente anche la presentazione di un dossier di mediazione on line.

La particolare procedura di mediazione per l’accesso al credito prevede fino a tre passaggi da seguire per una PMI in difficoltà di finanziamento:

·        la PMI può rivolgersi all’OSEO. Sono state create su tutto il territorio francese circa 50 cellule di sostegno TPE - PME (très petites entreprises[9] e petites e moyennes entreprises). L’impresa può anche rivolgersi direttamente alla Banque de France o ai servizi di Trésorerie generale;

·        se questi interventi non risolvono ancora il problema, la PMI può rivolgersi, a livello locale, ad un Comité de suivi régional (composto da: Trésorier-payeur général, rappresentanti delle banche, della Banque de France e di OSEO);

·        in caso di mancata soluzione anche a livello regionale, la PMI può indirizzarsi alle Cellules de suivi départementale. Per i dossier non conclusi neanche a livello dipartimentale, una riunione a livello di Cellule de suivi départementale, sotto la supervisione del prefetto, potrà decidere di presentare ricorso al Médiateur national du crédit, che lavora attraverso circa 100 mediatori dipartimentali, i direttori dipartimentali della Banca di Francia.

Le imprese che si sono rivolte sino ad ora alla mediazione sono PMI e appartengono principalmente ai settori dei servizi, del commercio, delle costruzioni e dei lavori pubblici e dell’industria (Fonte: Sito internet del Médiateur du crédit). L’azione del Mediatore a favore delle imprese è riuscita, dal 2008 al 2011, a mobilitare 3,4 miliardi di euro di credito da parte delle banche permettendo la sopravvivenza di 13.500 imprese e la salvaguardia di 235.000 posti di lavoro nell’attuale contesto di crisi economica. Nel 2010 due imprese su tre sono riuscite ad ottenere un finanziamento grazie all’intervento del Mediatore.

L’accesso al credito, secondo il Ministero dell’economia francese, rimane tuttavia ancora problematico per le imprese più piccole (très pétites entreprises - TPE): per quelle imprese che beneficiano di crediti inferiori a 25.000 euro, il periodo di tempo necessario per la concessione di un finanziamento è ancora molto più lungo che per gli altri tipi d’impresa.

Al fine di migliorare il trattamento dei dossier delle imprese in mediazione e sostenere l’attività economica in periodo di crisi, lo stesso Médiateur ha anche stretto diversi accordi di partenariato[10] con i grandi protagonisti del finanziamento alle imprese, come le reti bancarie e gli assicuratori del credito.

3.     Gli “Investissements d’avenir”

Mentre l’attuazione di un primo Plan de relance de l’économie[11] della durata di due anni (2009-2010) volgeva al termine, è stato lanciato a marzo 2010[12], ed è tuttora in corso di attuazione, il programma di Investissements d’avenirper il quale è prevista una dotazione complessiva di 34,64 miliardi di euro[13], finalizzato a rafforzare la competitività della Francia con investimenti pubblici concentrati in cinque settori-cardine: istruzione superiore, ricerca, industrie e PMI, sviluppo sostenibile ed economia digitale.

Le cinque priorità strategiche sono state declinate in 35 “azioni”, per ciascuna delle quali lo Stato ha concluso una convenzione specifica con uno degli operatori pubblici ai quali è stata affidata la gestione dei fondi[14]. Ogni convenzione è stata trasmessa, prima della firma, all’Assemblea nazionale e al Senato per un parere. Nel 2010 le 35 convenzioni sono state firmate[15] e ciò ha permesso di trasferire l’intero pacchetto di 34,64 miliardi di euro sui conti degli operatori aperti presso l’Erario al 31 dicembre 2010[16].

A coordinare e controllare l’attuazione del programma degli Investissements d’avenir è stata creata una struttura, il Commissariat général à l’investissement, con a capo un Commissaire, attualmente René Ricol[17], che risponde direttamente al Primo Ministro.

Per quanto riguarda il settore “industrie e PMI”, l’attuazione del programma[18] prevede un ruolo fondamentale dell’OSEO e della CDC Entreprises,maggiore operatore pubblico francese nel settore del capitale d’investimento[19].

All’OSEO sono stati affidati 2,44 miliardi di euro per il finanziamento delle imprese (PMI e imprese di taglia media). I finanziamenti sono ripartiti secondo sei assi strategici:

·        1 miliardo di euro per prestiti alle PMI (piccole e medie imprese) e alle ETI (imprese di taglia intermedia) per rafforzare le loro strutture finanziarie (contrats de développement participatif);

·        500 milioni di euro per finanziamenti alle imprese “innovanti” (prêts verts bonifiés);

·        200 milioni di euro per aiuti alla re-industrializzazione;

·        300 milioni di euro per la partecipazione a progetti di Ricerca e Sviluppo dei c.d. poli di competitività;

·        300 milioni di euro per il rafforzamento della competitività delle PMI e delle industrie strategiche e la partecipazione a bandi per progetti;

·        140 milioni di euro per l’aumento dei capitali propri dell’OSEO finalizzato a rafforzare ulteriormente la capacità d’intervento dell’istituto finanziario a vantaggio delle imprese (cfr. nota 3).

Alla CDC Entreprises, che opera nel settore del capitale d’investimento con il compito di favorire il finanziamento con capitali propri delle PMI “in crescita”, tecnologiche e operanti nei settori dell’industria tradizionale[20], lo Stato francese ha affidato la gestione di:

·        400 milioni di euro per il “Fondo nazionale per l’avviamento” (Fonds national d’amorçage)[21];

·        400 milioni di euro per il “Fondo per la società digitale PMI” (Fonds pour la société numérique PME)[22].

4.     Ulteriori recenti misure

Nell’ambito dello sforzo del Governo francese di favorire un miglioramento delle relazioni tra le PMI e le banche occorre segnalare anche la Loi n. 2009-1255 du 19 octobre 2009 tendente a favorire l’accesso al credito delle PMI e migliorare il funzionamento dei mercati finanziari. La legge del 2009 ha previsto, in particolare, che le banche e gli istituti di credito diano motivazione per ogni riduzione o interruzione di credito alle imprese e che il termine per la ritrattazione del credito non possa essere inferiore a 60 giorni. Il provvedimento legislativo tende anche, tra l’altro, ad obbligare gli istituti di credito a fornire alle imprese, su loro richiesta, delucidazioni in merito agli elementi che hanno condotto alle decisioni interne che le riguardano.

Va inoltre menzionata l’approvazione del 2010 della già citata Loi n. 2010-1249 du 22 octobre 2010,che, nell’ambito della riforma della regolamentazione del settore bancario e finanziario, ha previsto misure per migliorare il finanziamento dell’economia e accelerare la ripresa economica. Al fine di modernizzare il regime dell’offerta pubblica, la legge del 2010 prevede un rafforzamento dei meccanismi di finanziamento delle PMI. In particolare la nuova legge ha disciplinato la fusione dell’OSEO ed ha previsto misure per il rilancio della quotazione in borsa delle PMI e per un finanziamento “garantito” da parte delle banche attraverso lo sviluppo dell’assicurazione del credito (assurance-crédit).

 

GERMANIA

Negli ultimi anni il Governo federale ha adottato numerose misure a sostegno delle piccole e medie imprese (kleine und mittlere Unternehmen – KMU) a fronte della crisi economico-finanziaria in atto.

Il Ministero federale dell’Economia e Tecnologia (Bundesministerium für Wirtschaft und Technologie - BMWi), insieme con i rappresentanti delle associazioni degli imprenditori, degli artigiani e dei liberi professionisti, ha lanciato, nel gennaio 2010, l’iniziativa Germania paese di imprenditori (Gründerland Deutschland), al fine di stimolare e assistere gli imprenditori nascenti.L’iniziativa si concretizza in una serie di misure integrate per favorire il diffondersi della cultura imprenditoriale: oltre ad un portale (Existenzgründung) che raccoglie risorse e servizi per chi vuole fondare una nuova azienda, sono state previste iniziative che coinvolgono il mondo della scuola (concorsi per progetti imprenditoriali, materiali didattici ad hoc, sperimentazioni e corsi speciali), la promozione di start-up nei settori ad alto contenuto tecnologico, iniziative specifiche di sostegno nell’intero ciclo di vita delle aziende, nonché misure ad hoc in materia di successione imprenditoriale per le imprese familiari.

Il Ministero federale dell’economia e della tecnologia ha avviato, altresì, l’iniziativa “Puntare sulle piccole e medie imprese: rafforzare la responsabilità – ampliare gli spazi” (Auf den Mittelstand setzen: Verantwortung stärken - Freiräume erweitern). Nell’ambito di questa iniziativa, il Ministero ha identificato sette ambiti tematici rilevanti per le piccole e medie imprese e per il loro sviluppo economico:

·         innovazione;

·         professionisti;

·         costituzione e successioni aziendali;

·         opportunità di mercato all’estero;

·         finanziamento;

·         efficienza energetica e delle materie prime;

Nell’ambito di queste aree, il Governo federale - in stretto dialogo con il settore delle PMI – si pone l’obiettivo di migliorare le condizioni per lo svolgimento delle attività imprenditoriali, di creare nuovi spazi per le piccole e medie imprese e di fornire un ulteriore impulso per la crescita e l'occupazione in Germania.

Nell’attuale fase di crisi economica, la fornitura del credito alle piccole e medie imprese viene garantita e sostenuta attarverso l’ampliamento del Programma delle società di garanzia (Programm der Bürgschaftsbanken)[23], avviato nel marzo 2009. Tale iniziativa è parte integrante del Programma di garanzia e di credito del Fondo per l’economia della Germania (Kredit- und Bürgschaftsprogramm des Wirtschaftsfonds Deutschland - "Wirtschaftsfonds Deutschland")[24]. Le banche di garanzia svolgono una funzione importante di sostegno finanziario statale alle piccole e medie imprese. Le Bürgschaftsbanken[25] operano come enti bancari veri e propri, soggetti alla vigilanza da parte della Banca centrale e i cui fondatori-azionisti sono camere di commercio, banche e compagnie di assicurazione. Le Bürgschaftsbanken sono regolate dall’art. 1 della Legge sul credito (Kreditwesengesetz - KWG) che le include nei Kreditinstitute.Attualmente, in Germania sono attive 17 Bürgschaftsbanken che operano territorialmente: ogni Land ha la propria società di garanzia (solo la Baviera ne ha due) che sostiene direttamente.Le garanzie emesse a favore delle imprese variano tra il 50 e l’80% dei crediti concessi, mentre la durata media dei prestiti garantiti è intorno ai 10 anni. Le Bürgschaftsbanken sono integrate con il sistema finanziario privato, con il quale vi è una forte collaborazione secondo una prassi che, qualora un’impresa non assicuri coperture ritenute sufficienti, prevede che la banca stessa indirizzi la richiesta alle società di garanzia. Per quanto riguarda le start up, l’imprenditore si rivolge direttamente alla Bürgschaftsbank, che valuta il suo progetto e, se lo ritiene valido, emette una sorta di “certificato di conformità” della durata di tre mesi, con il quale l’imprenditore può rivolgersi a una banca di suo gradimento (che in tal modo evita i costi di monitoraggio) per richiedere il prestito, solitamente di modesta entità. La valutazione dei progetti presentati dalle imprese richiedenti viene effettuata dalle Bürgschaftsbanken sulla base di una serie di informazioni in merito a elementi quali i bilanci d’impresa e le previsioni sui ricavi futuri, ma anche sulla base di informazioni fornite dalle camere di commercio locali e dalle associazioni di categoria, nonché di studi specifici sul settore di appartenenza. Per ogni impresa richiedente è redatto un rapporto e definito un rating, discusso in comitati cui partecipano rappresentanti delle associazioni del commercio e industria, rappresentanti delle banche e del Ministero dell’economia e delle finanze.

Tra gli obiettivi del Governo c’è anche la valorizzazione dell’Istituto di credito per la ricostruzione (Kreditanstalt für Wiederaufbau - KfW), un ente di diritto pubblico istituito con la legge del 5 novembre 1948 (Gesetz über die Kreditanstalt für Wiederaufbau). Tra i compiti dell’Istituto vi è la promozione e il sostegno delle piccole e medie imprese attraverso la KfW-Mittelstandsbank nata nel luglio 2003 dalla fusione della Deutsche Ausgleichsbank (DtA) con la KfW[26].

La KfW-Mittelstandsbank è una sezione specializzata dell’Istituto di credito per la ricostruzione, nata con l’obiettivo di deliberare ed eseguire misure finanziarie di sostegno della nuova imprenditorialità piccola e media, nonché di stanziare capitale di rischio e favorire il progresso scientifico e tecnologico. La KfW-Mittelstandsbank non opera in concorrenza con il sistema creditizio privato, cooperativo o con le casse di risparmio, ma offre programmi continuamente monitorati dal punto di vista qualitativo, assicurando tempi di risposta estremamente rapidi. L’azione del KfW è stata negli anni potenziata, da ultimo con un accordo del gennaio 2010, per aumentare la flessibilità e la differenziazione degli strumenti, diminuire il tasso di interesse e rafforzare il finanziamento a favore delle PMI. La KfW- Mittelstandsbank offre delle specifiche procedure di consulenza per le aziende che si trovano in difficoltà finanziarie. In particolare, la cosiddetta “Tavola rotonda” (runder Tisch) e il Turn around sono due schemi di consulenza i cui costi sono parzialmente sostenuti dal KfW, con l’obiettivo di aiutare le aziende che si trovano in difficoltà mediante l’elaborazione di strategie concrete per uscire dalla situazione di dissesto.

Il Zentrales Innovationsprogramm Mittelstand (ZIM)[27] è un programma del Ministero dell’economia e della tecnologia nato nel 2008 e finalizzato a sostenere l’innovazione tecnologica sostenibile nelle piccole e medie imprese. Nel 2009 il programma è stato finanziariamente potenziato per effetto del II Pacchetto congiunturale (Konjunkturpaket II) e ha raggiunto un budget di 900 milioni di euro[28].

Obiettivi dello ZIM sono:

·        aiutare le PMI ad investire in ricerca e sviluppo e a stimolare l’innovazione in una direzione orientata al mercato;

·        ridurre i rischi tecnici ed economici connessi alla ricerca e allo sviluppo;

·        tradurre rapidamente i risultati della R&S in innovazioni efficienti sul mercato;

Lo ZIM ha tre diverse linee di intervento:

 

REGNO UNITO

L’accesso al credito da parte delle piccole e medie imprese è stato oggetto, negli ultimi anni, di una serie di programmi di incentivazione finalizzate a compensare le restrizioni creditizie intervenute a seguito della crisi finanziaria; ad essi si sono aggiunte le più recenti misure adottate dal Governo liberal-conservatore insediatosi nel 2010.

Tra le iniziative adottate, preordinate ad agevolare il ricorso al prestito da parte delle imprese di piccole e medie dimensioni (d’ora in avanti SME[29]), si annoverano, nel quadro degli interventi posti in essere a partire dal 2008 dal Governo britannico a sostegno dell’economia, le forme di aiuto pubblico consistenti nella garanzia dei prestiti erogati alle imprese[30]. Queste forme di aiuto (ricomprese nello schema unitariamente denominato Credit Guarantee Scheme) si articolano in diverse modalità.

La garanzia è prestata dallo Stato a fronte di una quota dei prestiti erogati dagli istituti aderenti allo schema a imprese che, a seconda dei casi, intendono approvvigionarsi di capitali in misura supplementare rispetto al credito già ottenuto e sono prive di requisiti ordinariamente richiesti dalle banche, pur non trovandosi in difficoltà o dissesto (è il caso della Enterprise Finance Guarantee - EFG) [31]. Le finalità principali dello schema sono le seguenti: fornire liquidità al mercato nel breve termine; capitalizzare le banche e alcune categorie di intermediari per rafforzarne la solidità e preservarne l’indispensabile ruolo assolto nei confronti della “economia reale”; assicurare che il sistema bancario disponga, nel medio termine, delle risorse necessarie per il prestito alle imprese[32].

In una diversa forma, l’intervento pubblico si è tradotto nella costituzione di un fondo di garanzia per i mutui (Loan Guarantees) accesi dalle imprese, le quali hanno potuto accedervi su base selettiva (ad esclusione delle imprese in difficoltà) per dotarsi di capitali di investimento; per l’operatività del fondo, ricondotta all’interno delle ordinarie competenze della pubblica amministrazione centrale e locale, il Governo ha disposto lo stanziamento di 8 miliardi di sterline per il biennio 2009-2010. Lo schema adoperato, specificamente riferito alle SME, è in questo caso il cosiddetto Small Firms Loan Guarantee, in virtù del quale lo Stato, attraverso un fondo pubblico a ciò destinato (Capital Enterprise) e in presenza di determinate condizioni, si è fatto garante di una quota del finanziamento erogato alle imprese in difficoltà.

Il programma di aiuti adottato dal Regno Unito per mitigare gli effetti dovuti alla crisi finanziaria globale e alla conseguente restrizione dell’accesso al credito ha riguardato altresì il concorso pubblico al pagamento degli interessi di prestiti e mutui bancari[33]. La sua operatività, affidata alle competenze esercitate nei rispettivi ambiti dalle autorità ministeriali e dagli organi di governo locale, grava sul fondo già menzionato (di 8 miliardi di sterline) con riferimento alle misure per agevolare l’accesso al credito da parte delle imprese, e ha avuto durata fino al 31 dicembre 2010.

Una diversa forma di aiuto pubblico in favore delle SME è riferita alle esportazioni e consiste nella garanzia prestata per una quota (fino al 60%) del prestito (Export Enterprise Finance Guarantee – ExEFG). Per contro, le imprese operanti in settori innovativi con buone prospettive di crescita, idonee principalmente ad investimenti di capitale di rischio (equity finance), possono avvalersi di uno degli appositi fondi settoriali a tal fine costituiti nel quadro dello schema noto come Enterprise Capital Funds (ECF), dal 2008 gestito da una società pubblica ma operante con modalità privatistiche, la Capital for Enterprise (CfEL)[34].

Più di recente, i programmi di incentivazione delle SME, in conformità agli indirizzi esposti nel programma di coalizione dell’attuale Governo liberal-conservatore, hanno posto in risalto il ruolo attribuito alla stessa iniziativa privata nel ristabilire condizioni di crescita dell’economia nazionale[35]. A questo riguardo, uno stanziamento pari a 50 milioni di sterline è stato disposto, nel novembre 2011, per incentivare il venture capital e gli investitori alla ricerca di opportunità di investimento nelle SME (specie quelle di recente costituzione e operanti in aree territoriali disagiate o colpite particolarmente dalle recenti misure di contenimento della spesa pubblica) e che possano, in tempi relativamente brevi, portare significativi profitti. Il fondo (Business Angel Co–Investment Fund), alimentato con le risorse pubbliche allocate per lo sviluppo regionale (Regional Growth Fund[36]), è gestito da un consorzio di imprese private e di enti pubblici.

Il superamento del cosiddetto credit crunch a livello regionale e l’accessibilità del credito da parte delle SME, peraltro, è tema di altre iniziative del Governo, finalizzate alla gestione dei fondi europei attraverso il Ministero competente (Department for Communities and Local Government - DCLG) e alla costituzione di strutture pubblico-private, formate con il concorso di enti locali e di imprese (Local Enterprise Partnerships - LEP)[37]. Ancora in relazione allo sviluppo economico regionale e di aree disagiate, ma anche agli interventi creditizi in favore di categorie o gruppi sociali disagiati, viene in rilievo la specifica modalità fondata sulla costituzione e sulla operatività di istituti finanziari indipendenti – le Community Development Finance Institutions, CDFI -, abilitate ad erogare prestiti (talora nella forma del “micro-credito”) ad imprese sorte negli ambiti territoriali di riferimento prive degli ordinari requisiti per accedere al credito bancario, così come alle “imprese sociali” e alle organizzazioni di volontariato o del “terzo settore”[38]. Le CDFI si avvalgono del sostegno pubblico attraverso misure di defiscalizzazione (Community Investment Tax Relief – CITR) o, se dotate dei requisiti prescritti, con il diretto finanziamento nel quadro di un Credit Guarantee Scheme.

Ulteriori modalità di intervento a sostegno delle SME sono state annunciate dal Governo ancora nel novembre 2011, ad esito della consultazione pubblica svoltasi sul tema l’anno precedente[39]: si tratta, in particolare, del National Loan Guarantee Scheme (NLGS), della Business Finance Partnership (BFP) e del Seed Enterprise Investment Scheme (SEIS).

Volendone descrivere sinteticamente il contenuto, il primo schema (NLGS) si fonda sulla garanzia prestata dallo Stato alle banche aderenti affinché attraverso il canale bancario siano messi a disposizione complessivamente 20 miliardi di sterline per il credito alle piccole imprese, attraverso l’erogazione di linee di prestito a basso costo per i mutuatari. Il secondo schema (BFP), gestito dal Ministero del Tesoro, si avvale dello stanziamento pubblico di un miliardo di sterline per offrire, con il concorso di investitori privati, canali diversificati di credito (anche non bancari) riservati alle medie imprese[40]. Il terzo schema (SEIS), operante dall’aprile 2012, consiste nelle agevolazioni fiscali (pari al 50% delle somme investite fino a 100.000 euro, oltre ad esenzioni fiscali per i guadagni in conto capitale) previste per le persone fisiche che acquisiscano quote azionarie di società individuate dallo stesso schema. Il tema fiscale, peraltro, è venuto in specifico rilievo, nel 2011, anche nel più generale contesto della semplificazione della legislazione tributaria applicabile alle SME, ed è stato oggetto di documenti di consultazione sulla Small Business Tax Review predisposti dall’Office of Tax Simplification su incarico del Tesoro.

Le sollecitazioni del Governo verso il maggior coinvolgimento delle istituzioni creditizie al fine di assicurare un adeguato finanziamento delle SME hanno condotto, oltre all’allocazione di maggiori risorse rese a tal fine disponibili[41], alla revisione dei requisiti di accesso al prestito da parte delle micro-imprese[42], stabiliti in via regolamentare (nel Lending Code) dall’organismo di settore, il Lending Standards Board[43].

Da ultimo, l’azione governativa si è concentrata sulla individuazione e sulla valorizzazione di canali creditizi non bancari per le SME. L’esistenza di ostacoli strutturali, o anche semplicemente radicati nella prassi economica, suscettibili di impedire lo sviluppo nel Regno Unito di un mercato del credito alternativo a quello bancario, è stato il tema assegnato all’indagine – tuttora in corso di svolgimento - di una specifica commissione di studio, incaricata di formulare raccomandazioni che possano essere tradotte in misure da trasporre nel Budget 2012[44].

 

SPAGNA

La Spagna ha adottato negli ultimi anni numerose misure finalizzate alla ripresa della competitività e allo sviluppo delle piccole e medie imprese (pequeñas y medianas empresas – PYME)[45].

Presso il Ministero dell’Industria, Energia e Turismo, opera la Segreteria generale dell’industria e della piccola e media impresa, al cui interno si trova la Direzione generale dell’industria e della piccola e media impresa (DGIPYME)[46]. Essa ha per obiettivo la promozione di uno scenario economico favorevole che faciliti l’iniziativa imprenditoriale, la crescita, l’innovazione e la competitività delle imprese. Gli sforzi compiuti sono principalmente concentrati nei seguenti interventi: miglioramento dell’accesso ai finanziamenti per le PYME; sviluppo e impulso della competitività e della capacità di innovazione delle imprese; aiuti all’iniziativa imprenditoriale; riduzione delle barriere amministrative, in particolare mediante lo sviluppo di procedimenti telematici per la creazione d’impresa e le reti di PAIT (Punto de Asesoramiento e Inicio de Tramitación), strumento per facilitare l’imprenditore nella creazione di una PYME; esecuzione di programmi di rafforzamento dei distretti industriali e reti di cooperazioni tra PYME. Infine, per generare e diffondere informazioni di interesse per le PYME, la Direzione - in collaborazione con il Centro di consulenza agli imprenditori (Centro de Asesoramiento a Emprendedores) - ha varato il Portale PYME.

Nell’ambito delle politiche rivolte alle PYME opera anche l’Osservatorio della piccola e media impresa (Observatorio de la Pequeña y Mediana Empresa[47]), creato nel 1997 allo scopo di costituire uno strumento di analisi, dibattito e diffusione dei problemi di maggiore rilevanza per le PYME[48].

Nell’ambito del sostegno all’imprenditoria, dal 2006 è stata promossa l’iniziativa Emprendemos Juntos, volta a sostenere la creazione di imprese, soprattutto innovatrici, e a diffondere presso i giovani l’idea di intraprendere un’attività imprenditoriale; in tale ambito è stato realizzato - in collaborazione con le Comunità autonome e gli enti locali - il Sistema di trasmissione telematica di imprese CIRCE (Centro de Información y Red de Creación de Empresas), che permette la realizzazione rapida e integrata delle formalità di costituzione e inizio di un’impresa mediante un documento unico elettronico (Documento Único Electrónico-DUE).

Per quanto concerne i finanziamenti, la DGIPYME effettua in particolare finanziamenti diretti a imprenditori e PYME[49] mediante la Empresa Nacional de Innovación, SA (ENISA)[50]. Questa è una società di proprietà pubblica che ha sviluppato la sua attività nel campo degli investimenti finanziari, principalmente in progetti relativi alle fasi di nascita e di crescita delle imprese. L’attività dell’ENISA, all’interno degli obiettivi fissati dalla Direzione generale, è quella di fornire alle PYME gli strumenti e le formule di finanziamento a lungo termine per consentire loro di rafforzare le proprie strutture finanziarie. ENISA dispone in particolare di linee di finanziamento rispettivamente dedicate a imprenditori, imprese innovatrici e crescita imprenditoriale.

Inoltre, la DGIPYME dispone di diversi strumenti e programmi per facilitare l’accesso degli imprenditori e delle PYME ad altre fonti di finanziamento, tra cui:

·        il rifinanziamento delle società di garanzia reciproca (Sociedad de Guarantias Reciprocas-SGR), attraverso programmi di garanzie per PYME e imprenditori;

·        un programma di fondi di cartolarizzazione di attivi per PYME (Programa de Fondos de Titulización de Activos para PYME-FTPYME);

·        il sostegno finanziario alle reti di “Business Angels” che dimostrino la loro capacità nella raccolta e utilizzo di finanziamenti derivanti da investitori privati in progetti innovatori di imprenditori e PYME mediante il Programa de Impulso a las Redes de Business Angels. Il Real Decreto-Ley 8/2011, del 1° luglio 2011, contenente misure di sostegno all’imprenditoria, ha peraltro modificato l’imposta sul reddito delle persone fisiche al fine di esentare dall’imposta proprio i redditi derivanti da investimenti dei privati in progetti imprenditoriali.

La prima società di garanzia spagnola risale al 1979, mentre l’assetto legislativo delle SGR è stato fissato dalla Ley 1/1994, de 11 de marzo, sobre Régimen Jurídico de las Sociedades de Garantía Recíproca, per cui tali società hanno assunto lo status di entità finanziarie e sono state poste sotto il controllo del Banco de España. La medesima legge ha conferito loro alcuni vantaggi fiscali, la possibilità di usufruire di sovvenzioni aggiuntive erogate dalle Comunità autonome in favore di alcuni programmi (tra cui l’imprenditoria femminile) e, soprattutto, la costituzione di una struttura di controgaranzia pubblica, rappresentata dalla Compañía Española de Reafianzamiento, S.A.(CERSA). La CERSA è una società i cui azionisti sono lo Stato (per il 72,7%), l’Instituto de Crédito Oficial (24,04%) e altri soggetti, tra cui le stesse SGR e alcune banche (per un totale del 3,26%). Essa permette la copertura parziale delle perdite su prestiti garantiti dalle SGR. Attualmente sono attive in Spagna 24 SGR[51], i cui azionisti sono le PYME, le amministrazioni delle Comunità autonome, gli enti creditizi e altri soggetti, tra cui le Camere di commercio. Le varie SGR presentano caratteristiche operative simili tra loro; di solito esse non operano con un’unica banca e la prassi operativa prevede che le imprese si rivolgano direttamente alla SGR presente nella Comunità. Le garanzie sono emesse generalmente per debiti a medio-lungo termine, ma spesso vengono concessi anche avalli tecnici e in generale servizi di consulenza. Le SGR sono associate nella Confederación Española de Sociedades de Garantía Recíproca(CESGAR), che ha funzioni di coordinamento, cooperazione, difesa e rappresentanza degli interessi degli associati, promuovendo nel contempo accordi con istituzioni pubbliche o private, nazionali o straniere, e fornendo consulenza e assistenza tecnica.

Il Ministero, attraverso la Direzione generale, gestisce inoltre un programma di microcrediti (microcréditos) per imprenditrici. L’obiettivo di questo programma è promuovere la creazione, la crescita e il consolidamento di aziende guidate da donne, offrendo finanziamenti personalizzati e assistenza tecnica. Programmi di microcrediti sono stati promossi anche dall’Instituto de la Mujer (Istituto della donna) e dalla Confederazione spagnola delle Casse di risparmio (Confederación Española de Cajas de Ahorros - CECA) mediante progetti imprenditoriali personalizzati, con particolare riferimento all’imprenditoria femminile.

Il prestito partecipativo (préstamo participativo) offerto da ENISA rappresenta, invece, uno strumento finanziario che consente di immettere fondi nell’impresa, senza interferire nella sua gestione.

Tra le altre iniziative intraprese, nel 2006 è stato lanciato il Plan de Fomento Empresarial, contenente numerose misure rivolte alla creazione di imprese e all’incentivazione dell’iniziativa imprenditoriale. Il Piano ha posto diversi obiettivi: potenziare l’iniziativa imprenditoriale; aumentare la creazione d’impresa innovatrice e tecnologica; semplificare il quadro giuridico ed amministrativo per l’impresa; potenziare la capacità innovatrice non tecnologica e l’adozione di tecnologie della comunicazione e dell’informazione in tutte le imprese; aumentare la presenza internazionale delle imprese spagnole; stimolare la crescita delle imprese e della loro competitività.

Nella crisi economico-finanziaria iniziata nel 2008, una parte degli interventi previsti dal “Piano Spagnolo di Stimolo all’Economia e all’Occupazione” (Plan E)è stata indirizzata al settore delle PYME. Già il Real Decreto-Ley 2/2008, del 21 aprile 2008, contenente misure di impulso all’attività economica, aveva previsto un sostegno al programma di finanziamento delle piccole e medie imprese basato sull’emissione, da parte degli istituti di credito, di titoli di credito negoziabili riferiti a disponibilità finanziarie delle PYME (titulización de créditos). In particolare, veniva ampliata da 1.000 a 3.000 milioni di euro la dotazione prevista nel Bilancio generale dello Stato per la concessione di garanzie da parte dello Stato a tali operazioni, a seguito delle quali gli istituti di credito si impegnavano, a loro volta, a reinvestire la liquidità ricavata nel finanziamento delle PYME. Successivamente veniva approvato il Real Decreto-Ley 10/2008, del 12 dicembre 2008, con misure finanziarie per il miglioramento della liquidità delle PYME. Uno degli effetti immediati e più evidenti della crisi dei mercati finanziari internazionali è consistito, infatti, nella difficoltà degli istituti finanziari a reperire risorse nel mercato dei capitali, elemento che, a sua volta, ha determinato la contrazione dei finanziamenti alle imprese, nonostante la posizione sostanzialmente solida degli istituti di credito nazionali. Il Governo ha deciso la concessione di un credito complessivo di 10 miliardi di euro in favore dell’Istituto di Credito Ufficiale spagnolo (Instituto de Crédito Oficial - ICO), finalizzato alle necessità di finanziamento delle PYME che, pur in condizioni di solvibilità e affidabilità, siano soggette ad una situazione temporanea di forte restrizione del credito. L’ICO ha quindi predisposto programmi di finanziamento destinati alle PYME, nonché ad altri soggetti. Tra i diversi interventi in favore delle imprese, vanno menzionati i programmi di finanziamento per le piccole imprese, i lavoratori autonomi e le grandi imprese, finanziati metà a carico dell’ICO e l’altra metà a carico degli enti finanziari. I programmi prevedono aiuti di carattere finanziario, informativo e formativo alle esportazioni. In particolare per le PYME esiste la possibilità di finanziare sostituzioni di macchinari e veicoli, l’estensione della propria attività all’estero e l’ottenimento di liquidità.

 

 

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[1] L’OSEO ha attualmente la forma giuridica di una società anonima (SA) (Décret n° 2010-1672 du 28 décembre 2010). Il capitale della banca pubblica è detenuto in gran parte dallo Stato (più del 50%) attraverso un Établissement public à caractère industriel et commercial (EPIC - OSEO), dalla Caisse des dépôts et consignations (CDC) (ca. 27%) e da banche e assicurazioni (ca. 9%).

[2] Nel 2008 la Loi n. 2008-1061 du 16 octobre 2008 de finances rectificative pour le financement de l’économie aumentò una prima volta di 5 miliardi di euro la capacità di intervenire con prestiti supplementari dell’OSEO (OSEO-financement) ed accrebbe del 50% la capacità dei prestiti dell’istituto finanziario, oltre ad innalzare di due miliardi di euro il volume delle garanzie accordate dall’OSEO (OSEO-garantie) sui prestiti bancari alle PMI. Ulteriori misure di rafforzamento dell’OSEO sono state adottate anche negli anni successivi fino alla fusione e alla ricapitalizzazione del 2010 (cfr. infra).

[3]Loi n. 2010-1249 du 22 octobre 2010 de régulation bancaire et financière. La legge del 2010 ha destinato alla ricapitalizzazione dell’OSEO 140 milioni di euro e il ricavato della tassa introdotta per far contribuire le banche ai fondi di garanzia dei depositi modificando le loro prassi in materia di bonus degli operatori bancari, per un complessivo aumento del capitale dell’istituto finanziario di 438 milioni di euro.

[4] Loi n. 2008-1061 du 16 octobre 2008 de finances rectificative pour le financement de l’économie.

[5] Lo Stato si impegnò infatti nel 2008 a dare in prestito 10,5 miliardi di euro alle sei principali banche private francesi (Crédit agricole, BNP Paribas, Société générale, Credit mutuel, Caisse d’Epargne, Banque populaire) e a dare la sua garanzia alla Société de financement de l’économie française (SFEF) per consentire alle banche di ottenere prestiti più facilmente. Al fine di beneficiare del sostegno finanziario dello Stato attraverso i prestiti della SFEF, le banche partecipanti dovettero impegnarsi a rispettare un obiettivo di crescita annuale della loro disponibilità al credito, compresa tra il 3 e il 4% a seconda delle reti bancarie. Tali impegni hanno avuto carattere temporaneo ed hanno avuto termine alla fine del 2009, epoca in cui la stessa SFEF è stata messa “in sonno”.

[6] Si segnala, a titolo di esempio, la firma a fine dicembre 2011 di due convenzioni tra la Banque postale e l’OSEO per rafforzare la loro cooperazione, una nel finanziamento di nuove imprese e delle nuove acquisizioni di imprese esistenti, la seconda nella garanzia dei rischi: OSEO, La Banque Postale et OSEO signent deux conventions (comunicato-stampa del 26 dicembre 2011).

[7] Si segnala sul sito internet del Ministero dell’economia francese il capitolo 3 del dossier online sulla Mediazione, dedicato a La Médiation du crédit.

[8] Si segnala sul sito internet del Governo francese il comunicato del 7 aprile 2011 La Médiation du crédit poursuivra son action auprès des entreprises jusqu’à fin 2012. La Charte è stata firmata dal Ministro dell’economia e dal Mediatore nazionale al credito con una ventina di grandi committenti rappresentati dalla Compagnie des dirigeants et acheteurs de France (CDAF). Il documentodefinisce un quadro di buone pratiche tra le grandi imprese committenti e i loro fornitori.

[9] Le micro-imprese.

[10] Si segnala, tra le altre, la convenzione-quadro di aprile 2009 con la quale il Médiateur, sotto l’egida del Ministro dell’Economia, ha siglato un accordo di partenariato con l’insieme degli attori pubblici del capitale d’investimento in Francia per il finanziamento con capitali propri delle imprese che fanno appello ai servizi della médiation du crédit. Tali convenzioni hanno permesso di creare, intorno alla médiation du crédit, alla Caisse des dépots (CDC) e alla banca pubblica OSEO, una piattaforma informativa per orientare le imprese verso investitori interessati al loro finanziamento. Per informazioni sugli altri accordi di partenariato si segnala la pagina web del sito internet del Mediateur.

[11] Il Plan de relance è il programma lanciato dal governo francese nel 2008 per sostenere e rilanciare l’economia francese di fronte alla crisi del 2008-2010. Per l’attuazione del Plan di aiuti, autorizzati dalla Commissione europea, per la durata temporanea di due anni (2009-2010), sono stati stanziati 26 miliardi di euro che hanno comportato un aumento del deficit pubblico francese nel 2009 (a causa del ricorso all’indebitamento).[

[12] Loi n. 2010-237 du 9 mars 2010 de finances rectificative pour 2010.(prima manovra correttiva per il 2010).

[13] La dotazione del Programma è composta da 13 miliardi derivanti dal rimborso da parte delle banche, nel 2010, dei fondi prestati dallo Stato al momento della crisi finanziaria 2008 e da altri 22 miliardi presi in prestito sui mercati dall'Agence France Trésor, a più riprese durante il 2010. Si segnala la sezione del sito internet del Primo Ministro francese dedicata agli Investissements d’avenir.

[14] Gli istituti e società che gestiscono i fondi a titolo degli Investissements d’avenir sono: l'Agence de l'environnement et de la maîtrise de l'énergie (ADEME); l'Agence nationale pour la gestion des déchets radioactifs (ANDRA); l'Agence nationale de l'habitat (ANAH); l'Agence nationale pour la rénovation urbaine (ANRU); il Centre national d'études spatiales (CNES); il Commissariat à l'énergie atomique et aux énergies alternatives (CEA); l'Office national d'études et de recherches aérospatiales (ONERA); l’Agence nationale de la Recherche (ANR); il gruppo Caisse de Dépots et Consignations (CDC) e l’Oséo (OSEO).

[15] Il testo di ciascuna convenzione è stato pubblicato sul Journal Officiel.

[16] Sono state firmate anche altre due convenzioni per completare il dispositivo contrattuale: una convenzione tra lo Stato, l’ANR e la Caisse des dépots per la gestione delle partecipazioni dello Stato e dei fondi di maturazione nelle sociétés d'accélération de transfert de tecnologie(SATT); una convenzione di mezzi che copre l’insieme delle azioni gestite dall’ANR. Sulla ripartizione dei fondi e sul più recente stato di attuazione complessivo del programma “Investissements d’avenir” si segnala il Rapport relatif à la mise en oeuvre et au suivi des investissements d’avenir allegato al Projet de loi de finance pour 2012.

[17] René Ricol è stato Médiateur du crédit fino a settembre 2009.

[18] Per un approfondimento sul più recente stato di attuazione delle azioni per il settore “Industrie e PMI” si segnala il Rapport relatif à la mise en oeuvre et au suivi des investissements d’avenir allegato al Projet de loi de finance pour 2012, cit., pp. 183 e ss.

[19] La CDC Entreprises è una società di gestione controllata al 100% dalla Caisse des dépots (CDC) che si occupa dei compiti d’interesse pubblico del gruppo CDC nel campo del capitale d’investimento.

[20] La CDC Entreprises gestisce l’investimento di capitali della Caisse des Dépôts, ma anche di altre istituzioni pubbliche e private, di finanzieri e industriali privati che ad essa si sono affidati per i loro investimenti. La CDC Entreprises gestisce gli investimenti attraverso soprattutto il FSI-France Investissements. Il FSI, società anonima con capitale detenuto dalla CDC (51%) e dallo Stato francese (49%), è uno strumento pubblico-privato di finanziamento delle imprese che interviene con capitali propri per prendere partecipazioni minoritarie nelle imprese francesi portatrici di progetti industriali con forte potenziale di crescita e occupazione per l’economia del Paese.

[21] Per ulteriori informazioni sul Fondo si segnala la scheda informativa sul Fonds national d'amorçage sul sito internet della CDC Entreprises.

[22] Per ulteriori informazioni sul Fondo si segnala la scheda informativa sul Fonds pour la societé numérique - FSN PME sul sito internet della CDC Entreprises

[23] Maggiori informazioni sul programma sono reperibili all’interno del documento Schlaglichter der Wirtschaftspolitik (maggio 2010).

[24] Il Programma “Wirtschaftsfonds Deutschland (2009-2010) prevedeva lo stanziamento di 115 miliardi di euro per rafforzare e sostenere le imprese in piena crisi finanziaria (75 miliardi in forma di garanzie e 40  miliardi per il sostegno creditizio).

[25] Ulteriori informazioni sono reperibili sul sito ufficiale dell’Associazione tedesca delle società di garanzia (Verband Deutscher Bürgschaftsbanken e.V. - VDB). Nel 2010 le società di garanzia tedesche hanno garantito crediti per circa 8.000 progetti finanziari, per un volume di garanzie di circa 1,3 miliardi di euro.

[26] La KfW-Mittelstandsbank è stata istituita con la Legge di riordino degli istituti federali di credito speciale(Förderbankenneustrukturierungsgesetz) del 15 agosto 2003.

[27] Sul sito dedicato al programma governativo “Hightech-Strategie” è disponibile una presentazione in inglese delle attività del programma ZIM.

[28] Il Konjunkturpaket II è stato attuato con la Legge sulla tutela dell’occupazione e della stabilità in Germania (Gesetz zur Sicherung von Beschäftigung und Stabilität in Deutschland) del 2 marzo 2009.

[29] Secondo la comune classificazione, si intendono per piccole e medie le imprese con fatturato annuale fino a 25 milioni di sterline; sono di media grandezza (mid-sized companies) le imprese con fatturato dai 25 ai 500 milioni di sterline di fatturato; sono infine dette large companies quelle che superano tale soglia.

[30] L’intervento pubblico, in questo caso, costituisce aiuto di Stato e soggiace all’obbligo di notifica all’Unione Europea e alla relativa autorizzazione (rilasciata, rispettivamente, nel 2008 per l’introduzione del Credit Guarantee Scheme – proseguito e rifinanziato l’anno successivo - e nel 2009 per l’aiuto temporaneo costituito dal Loan Guarantee). Si segnala a questo riguardo che, tra le misure temporanee per sostenere l’accesso al credito, il Regno Unito ha notificato, il 28 gennaio 2009, una serie di interventi settoriali gestiti a livello centrale o in ambito locale; tali misure, finanziate con un fondo di 1 miliardo di sterline per il biennio 2009-2010, contemplano erogazioni alle PMI per investimenti e il concorso pubblico al pagamento degli interessi di prestiti già contratti.

[31] Regolato da specifiche disposizioni ministeriali quanto alle modalità di erogazione dei fondi e ai soggetti abilitati ad accedervi, il programma è stato oggetto di successivi adattamenti. Nell’ottobre del 2008, la soglia massima di garanzia dei depositi bancari è stata elevata dalla FSA (Financial Services Authority) da 35.000 a 50.000 sterline. Nel novembre dello stesso anno, lo Scheme è stato modificato quanto alla sua durata di applicazione (estesa dal triennio precedentemente previsto a cinque anni), al fine di facilitare la transizione degli intermediari partecipanti allo schema ad una condizione in cui essi torneranno ad operare senza la relativa garanzia. Il 19 gennaio 2009, tra le misure aggiuntive adottate per incentivare il prestito da parte delle banche, il Ministro del Tesoro ha ulteriormente allargato i margini del loro indebitamento.

[32] Ai criteri selettivi di accesso alle erogazioni, all’elenco delle istituzioni creditizie partecipanti, nonché alla determinazione degli interessi e alle modalità operative dell’Enterprise Finance Guarantee è dedicata un’apposita sezione del sito del Department for Business Innovation & Skills (d’ora in avanti BIS).

[33] Notificato alle istituzioni europee il 29 aprile 2009, con successive modifiche notificate il 29 luglio dello stesso anno e concernenti l’erogazione degli aiuti da parte di un ente di nuova istituzione, la Homes and Communities Agency, in prospettiva dell’accesso al credito delle imprese del settore edilizio.

[34] Di proprietà del BIS, la società Capital for Enterprise è, nel Regno Unito, il maggior investitore nel settore del venture capital con riferimento alle piccole e medie imprese.

[35] Gli orientamenti del Governo sono stati esposti nel documento pubblicato nel novembre 2010 dal BIS, dal titolo Backing Small Business.

[36] La disponibilità finanziaria del Regional Growth Fund ammonta, per la regione inglese, a 1,4 miliardi di sterline per il triennio 2011-2014.

[37] Sulle Local Enterprise Partnerships e sul ruolo ad esso attribuito per il recupero della crescita in ambito locale, si veda la relativa sezione sul sito del competente Dicastero.

[38] Notizie sulle CDFI e, in particolare, sulla natura del credito da queste erogato sono riportate sul sito dell’associazione di categoria, Community Development Finance Association.

[39] Il riferimento è al “Libro Verde” presentato al Parlamento dallo HM Treasury e dal BIS nel luglio 2010, dal titolo Financing a private sector recovery.

[40] Sulla BFP è utile la nota descrittiva sul sito dello HM Treasury. Sull’iniziativa possono attingersi ulteriori informazioni dalle pagine dedicate del sito del BIS.

[41] Dati statistici aggiornati al 2011 relativi alla consistenza complessiva dei prestiti bancari erogati a piccole e medie imprese sono riportati nel rapporto pubblicato dalla British Bankers’ Association, dal titolo Small Business Support – January & February 2011.

[42] Rientrano in questa categoria, ai fini del Lending Code e in conformità ai parametri europei, le imprese con non più di 2 milioni di sterline di fatturato anno e non più di dieci dipendenti.

[43] È degna di nota anche la revisione dello Statement of Principles (2009), integrata dal successivo addendum del dicembre 2010, ad opera degli organi rappresentativi del settore bancario per quanto attiene all’accesso al credito da parte delle imprese.

[44] L’ambito dell’indagine della commissione – Taskforce to boost finance options for businesses – e i documenti ad essa relativi sono consultabili in un’apposita sezione del sito del BIS.

[45] Per un quadro d’insieme sulle piccole e medie imprese spagnole è possibile consultare il documento “Retrato de la PYME 2011”.

[46] Fino al dicembre 2011 la denominazione del Ministero competente era “Industria, turismo e commercio”, con la Segreteria generale dell’industria al cui interno operava la Dirección General de Política de la Pequeña y Mediana Empresa (DGPYME).

[47] L’Osservatorio è composto dalle Comunità autonome, le amministrazioni locali, i Dipartimenti ministeriali interessati, nonché dalle organizzazioni imprenditoriali e sindacali maggiormente rappresentative.

[48] L’Osservatorio è stato poi disciplinato dal Real Decreto 943/2005, de 29 de julio, por el que se regula el Observatorio de la Pequeña y Mediana Empresa.

[49] Sul finanziamento degli imprenditori e delle PYME si può consultare l’apposita pagina sul sito della DGIPYME.

[50] Una specifica sezione del sito dell’ENISA è dedicata alle linee di finanziamento.

[51] Sul sito della CERSA è presente l’elenco delle SGR.