Camera dei deputati - XVI Legislatura - Dossier di documentazione
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Autore: | Servizio Biblioteca - Ufficio Legislazione straniera | ||||
Titolo: | Obblighi europei e internazionali e recenti manovre di controllo delle finanze pubbliche in Francia, Germania, Regno Unito e Spagna | ||||
Serie: | Appunti Numero: 11 | ||||
Data: | 09/06/2010 | ||||
Descrittori: |
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Camera dei deputati
XVI Legislatura
BIBLIOTECA – LEGISLAZIONE STRANIERA
A P P U N T I |
Appunto 19/2010 9 giugno 2010
Obblighi europei e internazionali e recenti manovre
di controllo delle finanze pubbliche in
Francia, Germania, Regno Unito e Spagna
Unione europea e Fondo monetario internazionale
Le difficoltà economiche della Grecia hanno spinto l’Unione europea a mettere a punto un dispositivo europeo di aiuto a ciascuno degli Stati membri della zona Euro in eventuale difficoltà.
A seguito del Vertice dei Capi di Stato e di governo dei Paesi della zona Euro del 7 maggio 2010[1], i Ministri delle finanze dell’Unione europea, nella riunione straordinaria del 9 maggio 2010[2], hanno creato un Meccanismo europeo di stabilizzazione finanziaria (MESF)[3]. Il dispositivo finanziario, di 500 miliardi di euro, sarà completato da finanziamenti aggiuntivi del Fondo monetario internazionale a concorrere fino al 50 per cento dei finanziamenti europei, per uno stanziamento complessivo di 750 miliardi di euro. Il Meccanismo si basa su un’assistenza finanziaria UE[4] che permetterà all’Unione di mobilitare fino a 60 milioni di euro[5] tramite un fondo di stabilizzazione finanziaria[6].
I Ministri, rappresentanti dei governi dei 16 Stati membri della zona Euro, hanno infatti raggiunto anche un accordo che li impegna a integrare le risorse dell’UE attraverso un Fondo europeo di stabilizzazione finanziaria (FESF)[7], strumento intergovernativo con il compito di rifinanziare gli Stati membri della zona euro in difficoltà, fino ad un ammontare massimo di 440 miliardi di euro di finanziamenti sotto forma di prestiti o linee di credito.
Il Fondo potrà accordare finanziamenti garantiti per un periodo di tre anni, fino al 30 giugno 2013. Il FESF beneficerà delle garanzie apportate dagli Stati membri della zona Euro al Fondo stesso e a ciascuna emissione di titoli sui mercati internazionali. Le garanzie prestate dagli Stati membri non sono congiunte e solidali: ogni Stato membro concede una garanzia proporzionale alla sua quota-parte nel capitale versato della Banca centrale europea (BCE), aumentata del 20 per cento a titolo convenzionale. L’aumento del 20 per cento serve a considerare l’eventualità che uno Stato in difficoltà possa non partecipare alla garanzia per la concessione di un finanziamento a suo favore o a causa dell’ulteriore esposizione del Fondo a beneficio di un altro Stato membro.
Il FESF è un dispositivo di precauzione che non avrebbe impatto nei bilanci nazionali se non nel caso, al momento ipotetico, di una richiesta effettiva della garanzia.
Contemporaneamente, a livello internazionale,i Capi di Stato e di Governo del G20 hanno deciso un aumento delle risorse del Fondo monetario internazionale (FMI) per 500 miliardi di dollari, sotto forma di un contributo aggiuntivo ai nuovi accordi di prestito che legano dal 1997 il FMI e alcuni suoi Stati membri (gli Stati membri più “solvibili”). Tali risorse costituiranno una componente essenziale degli impegni finanziari assunti dal FMI, che “accompagnerà” i finanziamenti europei per un ammontare che rappresenti fino al 50 per cento di questi ultimi.
In via complementare alla creazione delMeccanismo europeo di stabilizzazione finanziaria, gli Stati membri si sono impegnati ad attuare politiche economiche sostenibili[8] e ad assicurare una regolamentazione efficace dei mercati finanziari[9]. In particolare gli Stati si sono impegnati ad accelerare il consolidamento e risanamento delle finanze pubbliche e a dare rapida attuazione alle riforme strutturali necessarie per il raggiungimento di tale obiettivo.
Francia
Il 19 maggio 2010, al fine di assicurare il contributo della Francia
ai meccanismi europeo e internazionale a garanzia della stabilità finanziaria
della zona Euro, il Governo francese ha presentato un progetto di Loi de finance rectificative per il 2010, divenuto legge il 7 giugno 2010 (Loi n. 2010-606)[10]. La nuova legge fissa per
Anche per quanto riguarda il
contributo aggiuntivo alle risorse del Fondo monetario internazionale
Il 20 maggio 2010 il Presidente Sarkozy ha inoltre annunciato il Plan d’action della Francia per ristabilire l’equilibrio delle finanze pubbliche nazionalied assicurare il rispetto degli impegni assunti a livello europeo[11].
In particolare il Piano di azione prevede:
· un’uscita progressiva dal Plan de relance de l’économie[12]. Il Plan, concepito per avere una durata temporanea, ha permesso alla Francia di registrare una diminuzione delle attività economiche inferiore alla media dei Paesi dell’OCSE. Le misure di sostegno previste dal Piano termineranno progressivamente entro il 2010;
· misure concentrate sulla riduzione della spesa pubblica. L’azione del Governo si baserà sul presupposto che ogni aumento generalizzato delle imposte, in un paese dove il livello del prelievo fiscale obbligatorio è già tra i più elevati del mondo, danneggerebbe la competitività dell’economia francese e rischierebbe di compromettere la ripresa;
· uno sforzo collettivo di tutti gli attori della spesa pubblica. In tale ambito sono state assunte le seguenti decisioni:
o le spese dello Stato saranno congelate per i prossimi tre anni, ad eccezione delle pensioni e dei carichi del debito. Il Governo ridurrà le spese di funzionamento e d’intervento del 10 per cento entro il 2013, il 5 per cento del quale entro il 2011;
o i valori dei trasferimenti dello Stato alle collettività territoriali saranno stabilizzati. Sarà rafforzata la perequazione all’interno degli stanziamenti cui concorre lo Stato e le dotazioni delle singole collettività territoriali potranno essere modulate secondo criteri di buona gestione;
o la progressione dell’Obiettivo nazionale delle spese di assurance-maladie (ONDAM) sarà ridotta del 3 per cento nel 2010, del 2,9 per cento nel 2011 e del 2,8 per cento nel 2012. Tutte o parte delle nuove misure non saranno attuate se l’obiettivo di spesa non sarà rispettato. Una frazione delle dotazioni sarà messa da parte ad ogni inizio d’anno e delegata a seconda della buona esecuzione dell’obiettivo;
· il controllo della spesa pubblica sarà destinato a durare grazie ad un rinnovo profondo della “governance” delle finanze pubbliche francesi, da realizzarsi attraverso una riforma della Costituzione. La revisione costituzionale, proposta del Presidente Sarkozy, affiderebbe alla Loi de finances la competenza esclusiva sulle disposizioni fiscali e permetterebbe al Parlamento di votare sugli impegni europei in materia di finanze pubbliche. Inoltre ogni nuovo Governo avrebbe l’obbligo di dare indicazioni e impegnarsi sul percorso che intende seguire per l’intera legislatura nel perseguimento della riduzione del deficit e sulla data entro la quale raggiungere l’equilibrio delle finanze pubbliche. Il Governo, sotto la guida del primo MinistroFrançois Fillon, avvierà nei prossimi giorni la necessaria concertazione con le parti politiche sulle proposte di revisione costituzionale avanzate dal Presidente della Repubblica.
L’attuazione del Piano d’azione dovrebbe permettere alla Francia di ridurre il deficit pubblico al 6% del Pil nel 2011, al 4,6% nel 2012 e al 3% nel 2013, nel rispetto degli impegni assunti a livello europeo.
Il prossimo bilancio sarà predisposto sulla base della strategia delineata dal Plan d’action e la prima occasione per fare un punto sullo stato di avanzamento della relativa attuazione si avrà all’inizio dell’estate con il dibattito di orientamento delle finanze pubbliche.
Germania
Il 19 Marzo 2010 il Bundestag ha approvato la legge
finanziaria 2010, il cui iter era iniziato a genna
La Finanziaria del 2010 è
l’ultima alla quale non si applica il Schuldenbremse,
meccanismo introdotto nel 2009 con una modifica alla Legge fondamentale,
secondo il quale dal 2011 al 2016 il Governo dovrà provvedere a ridurre di
almeno 60 miliardi di euro il deficit strutturale tedesco (un minimo di 10
miliardi per ciascuna finanziaria) e non potrà ricorrere all’emiss
La Finanziaria 2010 comporta un aumento del deficit tedesco, che segna il record nella storia della Repubblica federale. La manovra prevede, dopo i tagli introdotti durante l’iter parlamentare (per un totale di 5,6 miliardi di euro), un aumento delle uscite complessive a 319,5 miliardi di euro, corrispondente al 5,3% in più rispetto a quelle del 2009.
La voce magg
Per quanto riguarda le entrate
si segnala un consistente calo delle entrate fiscali (-5,4% rispetto al 2009)
soprattutto a causa della recess
Con questa Finanziaria, il rapporto tra disavanzo pubblico annuale e PIL passa dal 3,2% a quasi il 6%, il rapporto tra debito pubblico lordo e PIL passa dal 73% al 78%, mentre la quota di finanziamento con ricorso al credito passa dal 16,2% al 26,4% del PIL.
Il 7 giugno 2010, dopo due giorni di vertice di governo, la Cancelliera Merkel ha annunciato un imponente piano di risparmio che si sviluppa per i prossimi 4 anni (2011-2014), il più rilevante nella storia della Germania.
Il piano, che ha subito suscitato numerose reazioni negative nell’opposizione parlamentare, tra i sindacati e in altre associazioni di cittadini, prevede in linea generale un notevole inasprimento del piano di contenimento del debito pubblico (già imposto dallo Schuldembremse introdotto del 2009), che dovrebbe permettere di realizzare, al termine del quadriennio, un risparmio di circa 80 miliardi di euro.
Il piano prevede diverse aree di intervento, per le quali vengono previsti tagli a sovvenzioni e servizi, l’accantonamento di spese previste per i prossimi anni, l’istituzione di nuove tasse e l’abolizione di esenzioni fiscali finora esistenti.
Le misure contenute nel piano di risparmio non sono tutte di limitazione della spesa: nel settore della formazione e della ricerca vengono assicurati 12 miliardi di euro e si impone ai Länder una spesa di almeno il 10% del bilancio per questo settore di attività.
Nel settore ambientale sono assoggettate all’eco-tassa anche imprese che prima ne erano esentate, mentre le compagnie aeree vengono coinvolte nel meccanismo fiscale legato al bilancio di emissioni di anidride carbonica, anticipando così una misura che sarà prevista a livello europeo dal 2013. Complessivamente questo settore consentirà un risparmio di 2 miliardi nel 2011 e di 2,5 miliardi negli anni successivi.
La manovra coinvolge anche le imprese sia attraverso l’introduzione di una tassa sui carburanti come compensazione del perdurante ricorso all’energia atomica, sia attraverso la partecipazione del settore bancario ai costi della crisi finanziaria (dal 2012), con la reintroduzione del privilegio fiscale nella procedura fallimentare e con l’obbligo per la Deutsche Bahn (le ferrovie tedesche) di versare un consistente dividendo allo Stato. In questo modo i risparmi saranno di 3,3 miliardi nel primo anno e di 5,3 miliardi negli anni successivi.
Un altro settore di intervento è quello delle politiche sociali: vengono tagliati sussidi e servizi integrativi discrezionali per i disoccupati a basso reddito, eliminati i sussidi parentali per i destinatari di sussidi di disoccupazione ed abolite le sovvenzioni per i costi di riscaldamento delle abitazioni introdotte appena un anno fa. Complessivamente le misure nel settore degli aiuti sociali consentiranno un risparmio di 3 miliardi nel 2011, 7 nel 2012, 9,4 nel 2013 e 10,9 nel 2014.
Un ultimo settore di intervento è quello relativo al pubblico impiego. Le misure previste comprendono il calo di almeno 10.000 dipendenti pubblici nei prossimi 4 anni, la riduzione degli stipendi e delle indennità per il 2,5%, la limitazione delle spese e la riorganizzazione delle forze armate. In questo ultimo comparto si attende la presentazione di un piano dettagliato di ridimensionamento (fino a 40.000 dipendenti in meno sui 250.000 attuali) che sarà predisposto entro il prossimo settembre dal Ministro della Difesa zu Guttenberg. In totale i tagli nella Pubblica Amministrazione consentiranno un risparmio di 2,3 miliardi nel 2011, 3,3 nel 2012, 3,9 nel 2013 e 2014.
Regno Unito
Il Governo di coalizione formatosi ad esito delle elezioni del 6 maggio 2010 ha posto al primo punto del suo programma una serie di interventi diretti ad affrontare l’attuale crisi economica.
Tra le prime iniziative adottate in ordine di tempo si segnala, in aggiunta alla riduzione del 5% dell’indennità del Primo Ministro e dei membri del Governo[15], quella annunciata 1l 16 maggio relativamente al taglio dei fondi stanziati per gli emolumenti accessori dei dirigenti di più alto grado della pubblica amministrazione e del Servizio Sanitario Nazionale. La decurtazione è riferita al biennio 2010/2011 e riguarda, in particolare, il capitolo di bilancio destinato agli emolumenti corrisposti ai Senior Civil Servants e ai Senior NHS Managers a titolo di bonus per il raggiungimento di determinati obiettivi (performance related pay). Il fondo a ciò destinato è stato ridotto nella misura di due terzi, con un risparmio stimato di circa 15 miliardi di sterline; per effetto di tale riduzione, la parte residua del fondo sarà destinata, nel periodo indicato, alla remunerazione delle prestazioni professionali dai risultati particolarmente significativi[16].
Dagli interventi di impatto più circoscritto l’attenzione del Governo si è successivamente rivolta agli aspetti di carattere strutturale che presiedono alla formazione della spesa pubblica, i quali, nelle sue valutazioni, sono da ritenere all’origine del rilevante deficit di bilancio del Regno Unito. Nel quadro delle iniziative adottate a questo riguardo si segnala la creazione di un apposito organismo con competenze di analisi preventiva della spesa pubblica nella prospettiva della sua sostenibilità nel lungo periodo, l’Office for Budget Responsibility (OBR). Formato da un collegio di tre esperti (tra cui il presidente, già designato dal Governo nella persona dell’economista Alan Budd) e posto in condizione di autonomia rispetto al Ministero del Tesoro, l’OBR è investito del compito di formulare stime previsionali oggettive e trasparenti in base alle quali il Tesoro provvede a definire la politica fiscale e ad assumere le decisioni che impegnano il bilancio pubblico. Finalità perseguita dal Governo britannico (che ritiene con ciò di conformarsi a raccomandazioni di “buona pratica” espresse in sede internazionale[17]) è quella di introdurre, nella materia fiscale, una linea di demarcazione tra la funzione di previsione economica e il momento della decisione politica, nel presupposto che solo assicurando la neutralità della prima possano essere preservate l’attendibilità e l’efficacia della seconda[18].
Le prime previsioni economiche dell’OBR sono attese per il 22 giugno 2010, in occasione dell’esame concernente la manovra finanziaria correttiva (emergency budget) annunciata dal Ministro del Tesoro - a tre mesi di distanza dal bilancio presentato dal precedente Governo - in vista di una riduzione della spesa pubblica nella misura di 6 miliardi di sterline nel biennio 2010/2011[19].
Il Governo si è inoltre riservato, al momento del suo insediamento, di porre mano ad un più ampio ed organico piano di interventi finalizzati ad una complessiva revisione della spesa pubblica, per la cui copertura il debito, secondo le stime per il biennio 2010/2011, è destinato ad essere risorsa finanziaria maggiore delle stesse entrate tributarie. La crescita della spesa pubblica, a partire dal 1997 con ritmi superiori a quelli dell’economia nazionale (e quantificata nella misura di 704 miliardi di sterline per l’anno in corso, pari al 48% del PIL[20]), rende infatti necessari e indifferibili, nelle valutazioni del Governo conservatore-liberaldemocratico, interventi di contenimento da adottare nei principali settori di spesa, costituiti dalla protezione sociale, dall’istruzione e dalla sanità.
L’adozione con carattere di urgenza di misure di contenimento della spesa pubblica è resa necessaria da un deficit nazionale che si prevede possa attestarsi all’11% del PIL nell’anno corrente, le cui cause sono da individuare, secondo il Governo, solo in parte negli effetti ciclici dell’attuale fase di recessione economica, e vanno in larga misura ricondotte ad aspetti di natura strutturale. Gli effetti congiunturali si correlano alle diminuite entrate fiscali e all’incremento dei sussidi di disoccupazione, e come tali possono essere superati in conseguenza di una ripresa generale dell’economia, da promuovere con interventi mirati; gli aspetti strutturali - che secondo le stime del Governo contribuiscono per due terzi a comporre il deficit nazionale - risentono anch’essi negativamente della crisi fiscale, ma richiedono, per il loro riequilibrio, più ampie ed incisive misure di revisione della spesa pubblica.
L’azione del Governo, peraltro, è necessaria per affrontare il problema della povertà, i cui diversi indicatori (riferiti alle disparità di reddito, alla disoccupazione ultradecennale, all’indebitamento delle persone, alla dipendenza dai sussidi pubblici, alla carenza di cure sanitarie, agli abbandoni scolastici ed ad altre forme di svantaggio sociale) hanno raggiunto nel Regno Unito, secondo stime recenti, i più alti livelli statistici dal 1961[21].
Le linee di fondo del piano di revisione della spesa pubblica (Spending Review), la cui pubblicazione, secondo la tabella di marcia del Governo, è prevista per il mese di novembre di quest’anno, sono state ora anticipate nel documento preliminare presentato al Parlamento dal Ministro del Tesoro l’8 giugno (dal titolo Spending Review Framework[22]). Nell’intento di tracciare le coordinate dei prossimi interventi, il documento individua il principale obiettivo dell’azione governativa nella riduzione del peso finanziario rappresentato dal debito pubblico e dal pagamento dei relativi interessi; tale finalità, tuttavia, è da perseguire in un quadro di compatibilità con i principi di equità e di responsabilità sociale, e tenendo fermo l’impegno a non aumentare, per quanto possibile, la pressione fiscale.
Date queste premesse, il Governo ha annunciato di voler intervenire sulla spesa sanitaria provvedendo alla sua razionalizzazione e al suo incremento annuo in termini reali, e di voler ridurre la spesa sociale limitando, nel contempo, gli effetti di tale riduzione sui gruppi più vulnerabili e sulle regioni che maggiormente dipendono dai conferimenti pubblici; analoghi interventi riguarderanno, inoltre, la spesa pensionistica e le retribuzioni del settore pubblico. Il previsto contenimento della spesa è orientato non soltanto a far sì che il Paese “viva nel limite dei propri mezzi” – come si legge nel documento -, ma anche a dotare i servizi essenziali delle risorse necessarie a preservarne i livelli qualitativi.
Per i singoli Dipartimenti governativi le linee preliminari esposte nel Framework prefigurano il compito di pianificare, al loro interno, le riforme strutturali idonee al contenimento della spesa di competenza e ad assicurare l’efficiente impiego delle risorse assegnate. Ciò è da perseguire in una visione integrata, e condivisa tra tutti i centri di spesa, delle politiche di riduzione del deficit, e in coerenza con l’obiettivo programmatico del Governo di riconsiderare in chiave innovativa il ruolo dello Stato e degli apparati pubblici rispetto al ruolo - da rafforzare - della società nel suo complesso nonché del settore privato. Il Governo si è quindi riservato di definire, nella annunciata Spending Review, determinati limiti di spesa ai quali dovrà attenersi ciascun Dipartimento (Department expenditure limits – DEL) negli anni finanziari 2011/12 – 2014/15; soglie di spesa, d’altra parte, verranno definite anche con riguardo ad alcune componenti dell’impegno finanziario per prestazioni la cui contabilità tipicamente non rispecchia il ciclo triennale della spesa dipartimentale: è il caso della spesa per la sicurezza sociale, per le pensioni pubbliche e per i crediti fiscali (ricompresa nella Annually Managed Expenditure attribuita alla responsabilità generale del Tesoro).
In questo compito, che comprende la riduzione e la riqualificazione della spesa secondo l’individuazione di obiettivi prioritari, i Dipartimenti (che al loro interno designeranno un Minister con specifiche responsabilità in materia) saranno coadiuvati da un ufficio governativo di coordinamento, l’Efficiency and Reform Group, che presterà la sua assistenza nella definizione di singole misure di contenimento (con particolare riguardo alla rinegoziazione di contratti o agli acquisti di beni o servizi); saranno inoltre individuati gli ambiti in cui potrà essere fatto ricorso a privatizzazioni od esternalizzazioni con positivi risultati sotto il profilo dell’efficienza di gestione e del contenimento della spesa. La trasparenza della spesa dei Dipartimenti e la qualità dei dati ad essa riferiti, d’altra parte, verranno costantemente assicurate mediante i canali di pubblicità già sperimentati[23].
Ad ulteriore garanzia della effettiva concertazione, all’interno del Governo, preordinata alla revisione strutturale dei criteri di spesa, è altresì previsto che le più importanti decisioni assunte in materia dai Dipartimenti – specie se coinvolgono competenze trasversali o rilevano per le strategie generali del Governo, com’è espressamente il caso della spesa pensionistica, per il Welfare e per le retribuzioni pubbliche - siano sottoposte al previo esame del Public Expenditure (PEX) Committee, presieduto dal Ministro del Tesoro e composto dai principali ministri del Cabinet, affinché ne siano adeguatamente valutati gli effetti e siano considerate tutte le possibili opzioni[24].
Il quadro di riferimento della Spending Review prefigura ulteriori progressi in materia di decentramento territoriale ed una più ampia autonomia finanziaria degli organi di governo locale, prevedendo consultazioni quadrilaterali con i governi regionali – della Scozia, del Galles e dell’Irlanda del Nord - in prospettiva della quantificazione dei conferimenti da parte del Governo centrale.
Spagna
La Spagna ha adottato negli ultimi due anni numerose misure all’interno del “Piano Spagnolo di Stimolo all’Economia e all’Occupazione” al fine di fronteggiare la crisi economico-finanziaria[25].
Tra le recenti misure approvate, anche per far fronte agli obblighi europei, agli inizi di maggio 2010 il Governo spagnolo ha adottato il Real Decreto-ley 7/2010, de 7 de mayo, por el que se crea el Fondo de Apoyo a la República Helénica y se autoriza un crédito extraordinario por importe de 9.794.387.450 euros para su dotación[26]. Con tale atto la Spagna ha creato un Fondo di sostegno alla Repubblica greca dotato di un importo di quasi 10 miliardi di euro.
Successivamente con il Real Decreto-ley 8/2010, de 20 de mayo, por el que se adoptan medidas extraordinarias para la reducción del déficit público[27] il Governo ha adottato una serie di misure eccezionali volte a ridurre il deficit pubblico spagnolo.
Il decreto-legge in questione mira a chiudere il 2011 con un deficit per le pubbliche amministrazioni del 6 per cento del prodotto interno lordo (invece che del 7,5 per cento previsto) e punta ad una riduzione della spesa di 5.250 milioni di euro per il 2010 e di 10.000 milioni di euro per il 2011.
Tra le principali misure contenute nel decreto-legge si segnalano:
· la riduzione media del 5% per le retribuzioni degli impiegati pubblici. La norma sarà applicata in termini di progressività: essa varierà in effetti tra lo 0,56% e il 7% a seconda del gruppo professionale interessato e si applicherà all’intera retribuzione, comprensiva cioè delle varie voci; il risparmio quantificato per l’Amministrazione generale dello Stato è di 535 milioni di euro per il 2010 e di 1.035 milioni di euro per il 2011;
· la sospensione della rivalutazione delle pensioni per il 2011. Da tale misura sono, tuttavia, escluse una serie di categorie, quali i percettori delle pensioni minime; il risparmio previsto per la Sicurezza sociale è di 1.400 milioni di euro;
· la sospensione, a partire dal 1° giugno 2010, del regime transitorio del “pensionamento anticipato” (jubilación parcial), con un risparmio previsto di 400 milioni di euro nei prossimi due anni;
· l’eliminazione, a partire dal 1° giugno 2010, della retroattività per le prestazioni destinate all’assistenza delle persone non autosufficienti (prestaciones por dependencia), da cui dovrebbe derivare un risparmio di 300 milioni di euro per il 2011; al contempo si dispone l’accelerazione dell’iter per l’approvazione dei solleciti entro sei mesi in modo da snellire le procedure;
· la soppressione dell’assegno bebé (cheque-bebé, assegno consistente nella deduzione di 2.500 euro ovvero in una prestazione economica), a partire dal 1° gennaio 2011, da cui dovrebbe derivare un risparmio di 1.250 milioni di euro;
· la riduzione della spesa farmaceutica, con un risparmio stimato totale di 1.300 milioni di euro, di cui 275 milioni circa nel 2010. Il numero di unità nella confezione dei medicinali sarà peraltro adattato alla durata del trattamento e sarà consentita la vendita di farmaci al di fuori della relativa confezione al fine di poterne acquistare anche singole dosi.
Il 26 maggio 2010 il Presidente Zapatero ha inoltre annunciato un’imposta per i redditi più alti, senza tuttavia fornire dettagli precisi sulla questione[28].
Il 28 maggio 2010 il Governo spagnolo ha illustrato gli obiettivi di bilancio per il prossimo triennio[29], al fine di giungere ad un deficit del 4,4 per cento nel 2012 e del 3 per cento nel 2013.
Con il Real Decreto-ley 9/2010, de 28 de mayo, por el que se autoriza a la Administración General del Estado al otorgamiento de avales a determinadas operaciones de financiación en el marco del Mecanismo Europeo de Estabilización Financiera de los Estados miembros de la Zona del Euro[30] sono state stanziate quindi le risorse da parte della Spagna ai fini del funzionamento del Meccanismo europeo di stabilizzazione finanziaria deciso nel vertice dei Capi di Stato e di Governo della zona euro tenutosi il 7 maggio 2010.
Pertanto con il decreto-legge in questione si autorizza l’Amministrazione generale dello Stato, fino ad un importo massimo di 53.900 milioni di euro, a concedere avalli, in conformità alle caratteristiche stabilite dagli accordi regolatori della società “Fondo europeo di stabilizzazione finanziaria” (Facilidad Europea de Estabilización Financiera), a garanzia delle obbligazioni economiche facenti capo alla stessa società, derivanti dall’emissione di strumenti finanziari, dalla concertazione di operazioni di prestito e di credito così come da qualsiasi operazione di finanziamento realizzata dalla medesima società.
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tel. 06/6760. 2278 – 3242 ; mail: LS_segreteria@camera.it
[1] Il Vertice si è concluso con una Dichiarazione dei Capi di Stato e di Governo della zona Euro (Bruxelles, 7 maggio 2010), il cui testo è consultabile all’indirizzo http://www.governo.it/GovernoInforma/Dossier/grecia_decreto/dichiarazione_eurogruppo07052010.pdf.
Viene informalmente detta zona
Euro l’insieme degli Stati membri dell’Unione europea che ha adottato
l’euro come valuta ufficiale. Attualmente la zona Euro è composta da sedici
Stati (Austria, Belgio, Cipro, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda,
Italia, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Portogallo, Slovacchia, Slovenia e
Spagna). Gli altri undici Stati dell’UE utilizzano ancora una valuta nazionale
diversa dall'Euro, ma soltanto
[2] Consiglio dei Ministri ECOFIN dell’UE del 9-10 maggio 2010 (comunicato stampa: http://europa.eu/rapid/pressReleasesAction.do?reference=PRES/10/108&format=HTML&aged=0&language=EN&guiLanguage=en ).
[3] Istituito formalmente con il Regolamento del Consiglio (UE) n. 407/2010 (http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=OJ:L:2010:118:0001:0004:IT:PDF).
[4] Creata in base all’art. 122, paragrafo 2 del Trattato sul funzionamento dell’UE (ex articolo 100 del TCE) che recita:
“2. Qualora uno Stato membro si trovi in difficoltà o sia seriamente minacciato da gravi difficoltà a causa di calamità naturali o di circostanze eccezionali che sfuggono al suo controllo, il Consiglio, su proposta della Commissione, può concedere a determinate condizioni un'assistenza finanziaria dell'Unione allo Stato membro interessato. Il presidente del Consiglio informa il Parlamento europeo in merito alla decisione presa”.
[5] L’assistenza finanziaria UE sarà assicurata dalle risorse dell’Unione provenienti dai 27 Stati membri, mentre le garanzie per i finanziamenti del Fondo europeo di stabilizzazione finanziaria (FESF) saranno a carico dei soli Paesi della zona Euro.
[6] Creato da un accordo intergovernativo degli Stati membri della zona Euro.
[7] L’accordo intergovernativo
raggiunto il 9 maggio inizialmente prevedeva una “società veicolo”, garantita
su base pro-rata dagli Stati membri dell’Eurozona. In successive riunioni sono
stati messi a punto tutti gli elementi necessari al concreto funzionamento del
nuovo piano di stabilizzazione finanziaria. In particolare, nella riunione del 17 maggio 2010, la “società” è stata
denominata ufficialmente Fondo europeo
di stabilizzazione finanziaria. Il Fondo avrà la forma di persona giuridica
di diritto privato con sede a Lussemburgo, di cui gli Stati membri saranno gli
azionisti con un amministratore per ogni Stato membro, mentre
[8]L’Unione europea, dal
canto suo, si è impegnata a predisporre un quadro di misure, tra le quali una
revisione del Patto di stabilità, per migliorare e rafforzare i meccanismi di governance delle politiche economiche
dell’area dell’Euro. A tale proposito
[9] Per quanto riguarda i mercati
finanziari, gli Stati membri e l’UE si sono impegnati a regolamentare al più
presto i mercati dei derivati e il ruolo delle agenzie di rating e ad assicurare il contributo del settore finanziario
all’assunzione dei costi della crisi economica. In particolare il Consiglio dei
ministri economici e finanziari dell’UE (ECOFIN) del 18 maggio 2010 (comunicato stampa -http://www.consilium.europa.eu/uedocs/cms_data/docs/pressdata/it/ecofin/114803.pdf
) ha già espresso un orientamento generale su un progetto di direttiva tendente
ad introdurre nell’UE regole armonizzate sui gestori di fondi di investimento alternativi, quali, in particolare,
i fondi d’investimento speculativi e i fondi di capital-risk(http://register.consilium.europa.eu/pdf/fr/10/st06/st06795-re03.fr10.pdf7377/10). Il Consiglio
ECOFIN ha dato mandato alla Presidenza spagnola per l’avvio di negoziati con il
PE, ai fini di una rapida approvazione in prima lettura del progetto in linea
con l’orientamento generale approvato. Il progetto di direttiva ha l’obiettivo
di fissare un quadro giuridico europeo per controllare e sorvegliare i rischi
collegati ai fondi alternativi, pur permettendo ai gestori di tali fondi il
relativo commercio nel mercato unico dell’UE nel rispetto di requisiti rigorosi.
[10] Loi de finances rectificative pour 2010, disponibile all’indirizzo http://www.legifrance.gouv.fr/affichTexte.do?cidTexte=JORFTEXT000022318021&dateTexte.
[11] Il Presidente francese ha annunciato il nuovo Piano d’azione nel discorso a conclusione della II Conferenza sul deficit tenutasi all’Eliseo (Testo del discorso - http://www.elysee.fr/president/les-actualites/discours/2010/conclusion-de-la-2eme-session-de-la-conference-sur.8917.html). Il Plan d’action è stato successivamente illustrato dai Ministri del Bilancio, Conti pubblici e Riforma dello Stato, François Baroin, e dell’Economia, Industria e Occupazione, Christine Lagarde, in una comunicazione al Consiglio dei Ministri del 26 maggio 2010 (comunicato stampa http://www.gouvernement.fr/gouvernement/le-redressement-des-finances-publiques-un-imperatif-pour-l-ensemble-des-acteurs-de-la-dépense). Sullo stato delle finanze francesi si segnala anche il Rapport sur la situation des finances publiques (aprile 2010), redatto da Paul CHAMPSAUR, Presidente dell’Autorité de la statistique publiquee Jean-Philippe COTIS, Direttore generale dell’Institut de la statistique et des études économiques (Insee) su espressa richiesta delPresidenteSarkozy http://www.elysee.fr/president/root/bank_objects/Rapport_Finances_publiques.pdf.
[12] Il Plan de relance de l’économie, varato per fronteggiare
temporaneamente la crisi economico-finanziaria, è strettamente collegato al Quadro temporaneo di riferimento,
approvato a dicembre 2008 dall’UE per consentire le misure di aiuto degli Stati
membri destinate a finanziare la crisi. La realizzazione del Plan ha comportato per
[13] Una sintesi in inglese delle
decis
[14] Cfr. la scheda sul Bollettino di Legislazione Straniera 5/2006, consultabile all’indirizzo https://biblioteca.camera.it/application/xmanager/projects/biblioteca/attachments/documenti/files/000/000/059/LS2006_5.pdf (pp. 39-40).
[15] Si veda il comunicato stampa del
primo Ministro del 13 maggio
[16] Il sistema delle indennità accessorie corrisposte agli alti dirigenti pubblici prevede l’erogazione di bonus, non pensionabili e variamente modulati, per remunerare ogni anno le prestazioni di maggiore eccellenza. Tali emolumenti sono tratti da un fondo determinato in misura percentuale (di norma l’8,6%) rispetto all’intero stanziamento annuale per le retribuzioni di base; nell’anno precedente, il 65% degli aventi diritto ha avuto accesso al trattamento indennitario suddetto. La platea dei soggetti interessati è costituita da circa 4.400 dirigenti del Civil Service e da 1.100 dirigenti del NHS (Servizio Sanitario Nazionale), dei quali, per effetto dell’annunciata decisione, solo rispettivamente 1700 e 450 potranno essere destinatari di misure premiali per il raggiungimento di obiettivi (fonte: http://www.number10.gov.uk/news/latest-news/2010/05/cuts-to-senior-civil-service-and-nhs-manager-bonuses-50176).
[17] Il Governo ha fatto esplicito riferimento all’azione del Fondo Monetario Internazionale in materia di trasparenza fiscale, riassunta all’indirizzo internet http://www.imf.org/external/np/fad/trans/index.htm.
[18] La necessità di separare la politica dalle previsioni economiche (“removing politics from forecasting”) è stata esplicitamente affermata dal Ministro del Tesoro nel discorso del 17 maggio 2010 con cui è stata annunciata l’istituzione dello OBR: http://www.hm-treasury.gov.uk/d/press_01_10.pdf.
[19] Anticipazioni sulle linee fondamentali della manovra correttiva e sui settori interessati dalle riduzioni di spesa sono contenute nel comunicato del Ministro del Tesoro del 24 maggio 2010, all’indirizzo internet http://www.hm-treasury.gov.uk/d/press_04_10.pdf.
[20] Dati diffusi dal Ministero del Tesoro del Regno Unito nel documento segnalato alla nota seguente ( p. 4).
[21] Il Governo conservatore-liberaldemocratico ha diffuso i dati sulla povertà nel Regno Unito con la pubblicazione, nel maggio 2010, del documento: State of the nation report: poverty, worklessness and welfare dependency in the UK (http://www.cabinetoffice.gov.uk/media/410872/web-poverty-report.pdf).
[22] Il testo del Command Paper può leggersi all’indirizzo Internet http://www.hm-treasury.gov.uk/d/spending_review_framework_080610.pdf (il calendario degli interventi – riportato a pag. 15 del documento - prevede la pubblicazione entro l’estate 2010 di relazioni dei Dipartimenti governativi sui tagli di spesa di loro competenza; una consultazione pubblica con la partecipazione di esperti e di esponenti del settore privato, delle organizzazioni del volontariato e dei gruppi sociali; infine, la pubblicazione della Spending Review, programmata per l’autunno).
[23] Ci si riferisce in particolare: all’iniziativa adottata, a partire dal 2007, dal Ministero del Tesoro per agevolare la conoscibilità pubblica – e segnatamente l’esame parlamentare - delle decisioni di spesa mediante documenti di contabilità consolidata (Clear Line of Sight – Alignment Project, http://www.hm-treasury.gov.uk/psr_clear_line_of_sight_intro.htm); alla base di dati sulla spesa dei Dipartimenti governativi (Combined Online Information System – COINS: http://www.hm-treasury.gov.uk/coins); infine ai cosiddetti Whole of Government Accounts, pubblicati per la prima volta in relazione all’anno finanziario 2009/2010: http://www.hm-treasury.gov.uk/psr_government_accounts.htm).
[24] Nel compiere le proprie valutazioni il PEX (istituito sul modello della Star Chamber sperimentata in Canada come “cabina di regia” della politica economica e fiscale) utilizzerà anche una serie di studi settoriali concernenti la spesa pubblica in singoli comparti, i cui risultati dovrebbero integrare quelli più generali della Spending Review: l’elenco di tali indagini di settore, di norma affidate ad esperti indipendenti, è riportato alle pag. 16 ss. del Framework.
[25]Il Piano complessivo delle misure spagnole per fronteggiare la crisi economica è disponibile al seguente link: http://www.plane.gob.es.
[26] Il testo del decreto-legge 7/2010 è disponibile al seguente link: http://noticias.juridicas.com/base_datos/Admin/rdl7-2010.html. Il decreto-legge è stato convalidato dal Congresso dei Deputati il 20 maggio 2010: http://www.congreso.es/constitucion/ficheros/leyes_espa/rdl_007_2010_conv.pdf.
[27] Il testo del decreto-legge 8/2010 è consultabile al seguente link: http://noticias.juridicas.com/base_datos/Admin/rdl8-2010.html. Esso è stato convalidato dal Congresso dei Deputati il 27 maggio 2010: http://www.congreso.es/constitucion/ficheros/leyes_espa/rdl_008_2010_conv.pdf. Si vedano inoltre le notizie a cura della Presidenza del Governo: “El Gobierno aprueba medidas para reducir el déficit público” (20 maggio 2010): http://www.la-moncloa.es/ActualidadHome/2009-2/200510Consejo.htm, “El Pleno del Congreso convalida las medidas extraordinarias para la reducción del déficit público” (27 maggio 2010): http://www.la-moncloa.es/ActualidadHome/2009-2/270510Congreso.htm; l’approvazione è avvenuta con 169 voti a favore, 168 contrari e 13 astenuti. Ulteriori informazioni sono disponibili sul sito del Ministero dell’economia e delle finanze: http://www.meh.es/Documentacion/Publico/GabineteMinistro/Notas%20Prensa/2010/CONSEJO%20MINISTROS/20-05-10%20NP%20RD%20Reducción%20Déficit%20Público.pdf.
[28] Zapatero ha affermato che l’imposta non riguarderà il 99,9 per cento della popolazione: si veda il relativo comunicato della Presidenza del Governo (“El Presidente anuncia un impuesto para los ciudadanos con ‘alta capacidad económica’”, 26 maggio 2010: http://www.la-moncloa.es/ActualidadHome/2009-2/260510Control.htm). Si veda in italiano l’articolo del 26 maggio “Zapatero annuncia la tassa sui ricchi in Spagna” de Il Sole-24 ore: http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2010-05-26/zapatero-annuncia-tassa-ricchi-201500.shtml?uuid=AY7GTVtB&fromSearch.
[29] Si veda la notizia sul sito della Presidenza del Governo (“El Gobierno presenta los objetivos de estabilidad presupuestaria para los próximos tres años”, 28 maggio 2010: http://www.la-moncloa.es/ActualidadHome/2009-2/280510-consejo.htm).
[30] Il testo del decreto-legge 9/2010 è consultabile al seguente link: http://noticias.juridicas.com/base_datos/Admin/rdl9-2010.html.