Camera dei deputati - XVI Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: Servizio Studi - Dipartimento agricoltura
Titolo: Incontro della Commissione Agricoltura con una delegazione della Commissione per l'agricoltura, silvicoltura, industria alimentare e servizi specifici della Camera dei deputati della Romania - Commissione Agricoltura - 28 aprile 2010
Serie: Documentazione e ricerche    Numero: 135
Data: 27/04/2010
Descrittori:
AGRICOLTURA   COMMISSIONI E GIUNTE PARLAMENTARI
RELAZIONI INTERNAZIONALI   ROMANIA
Organi della Camera: XIII-Agricoltura
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Camera dei deputati

XVI LEGISLATURA

 

 

 

Documentazione e ricerche

Incontro della Commissione Agricoltura con una delegazione della Commissione per l’agricoltura, silvicoltura, industria alimentare e servizi specifici della Camera dei deputati della Romania

 

Commissione Agricoltura
28 aprile 2010

 

 

 

 

 

 

n. 135

 

 

 

27 aprile 2010

 


Servizio responsabile:

Servizio Studi – Dipartimento Agricoltura

( 066760-3610- – * st_agricoltura@camera.it

Ha partecipato alla redazione del dossier il seguente Servizio:

Servizio Rapporti Internazionali

( 066760-3948 – * cdrin1@camera.it

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

I dossier dei servizi e degli uffici della Camera sono destinati alle esigenze di documentazione interna per l'attività degli organi parlamentari e dei parlamentari. La Camera dei deputati declina ogni responsabilità per la loro eventuale utilizzazione o riproduzione per fini non consentiti dalla legge.

File: Ag0135.doc

 


INDICE

Composizione della delegazione (a cura del Servizio Rapporti internazionali)1

Scheda paese (a cura del Servizio Rapporti internazionali)9

Relazioni parlamentari italo-rumene (a cura del Servizio Rapporti internazionali)36

Rapporti bilaterali (a cura del Servizio Rapporti internazionali)49

Agricoltura in Romania (a cura del Servizio Rapporti internazionali)69

La XIII Commissione Agricoltura della Camera dei deputati (a cura del Servizio Commissioni)71

Ambito di competenza  71

L’attività parlamentare in materia di agricoltura  75

Il rilancio competitivo del sistema agroalimentare  78

Qualità italiana  80

Le biotecnologie transgeniche applicate in agricoltura: il dibattito sugli OGM   83

Il consolidato della spesa pubblica per l’agricoltura (INEA - Annuario dell’agricoltura italiana, Vol. LXII, 2008)89

 

 

 

 


Composizione della delegazione
(a cura del Servizio Rapporti internazionali)

 

 

 

Victor Raul SURDU-SOREANU

 

 

Eletto nel collegio elettorale n. 29 NEAMT, collegio uninominale n. 6 per l’Alleanza di liste Partito Social Democratico e Partito conservatore.

 

Partito politico: PSD - Partito Socialdemocratico.

 

Gruppo parlamentare: Gruppo politico Alleanza parlamentare del Partito socialdemocratico e Partito conservatore.

 

Commissioni permanenti: Commissione per l'agricoltura e delle foreste, industria alimentare e servizi specifici - Vice Presidente (da marzo. 2010)

 

Commissioni d'inchiesta: Commissione parlamentare d'inchiesta sull’irrigazione di Stato e altri settori di bonifica - Vice Presidente

 

Membro dei gruppi di amicizia parlamentare con: Ucraina, Sud Africa e Federazione russa


 

 

 

 

Filip GEORGESCU

 

 

Eletto nel collegio elettorale n. 3 ARGES, collegio uninominale n.5, per l’Alleanza di liste Partito Social Democratico + Partito Conservatore.

 

Partito politico: PSD - Partito Socialdemocratico.

 

Membro del Gruppo parlamentare Alleanza parlamentare del Partito socialdemocratico con il Partito Conservatore.

 

Membro della Commissione per l'agricoltura e le foreste, industria alimentare e servizi specifici.

 

Membro dei Gruppi di amicizia parlamentare con Malta (Presidente), Norvegia e Repubblica araba siriana.

 


 

 

Stefan Vasile BERES

 

Eletto deputato nella Circoscrizione n. 26, MARAMURES, collegio uninominale n. 6.

 

Partito politico: DAHR - Unione Democratica Ungherese di Romania.

 

Membro del Gruppo parlamentare dell'Unione Democratica Ungherese di Romania.

 

Membro della Commissione per l'agricoltura e le foreste, industria alimentare e servizi specifici

 

Membro della Commissione parlamentare d'inchiesta sulla irrigazione di Stato e gli altri settori di bonifica.

 

Altre Commissioni: Membro del Comitato di validazione.

 

Membro della Delegazione del Parlamento rumeno alla Assemblea parlamentare della NATO.

 

Membro dei Gruppi di amicizia parlamentare con la Lettonia (Presidente), il Canada e la Bielorussia.


 

 

Gabriel PLĂIAŞU

 

 

Eletto nel collegio elettorale n. 16 Dâmboviţa, collegio uninominale n 1.

 

Partito politico: PNL - Partito Nazionale Liberale.

 

Gruppo parlamentare: Partito Nazionale Liberale.

 

Membro della Commissione per l'agricoltura e le foreste, industria alimentare e servizi specifici.

 

Membro dei Gruppi di amicizia parlamentare con l'Estonia, la Repubblica di Cipro e la Danimarca.

 

 


Scheda paese
(a cura del Servizio Rapporti internazionali)

Romania[1]

Romania - Bandiera

aprile 2010

DATI GENERALI

Superficie

237.500 kmq

Capitale

Bucarest (2.340.000 ab.)

Abitanti

22.215.421

Tasso crescita pop.

- 0,15%

Aspettative di vita

72 anni

Confessioni religiose

Cristiano ortodossi (87%)[2], protestanti (6,8%), cattolici (5,6%), altro (0,6%).

Gruppi etnici

rumeni (89,5%), ungheresi (6,6%), rom (2,5%), ucraini (0,3%), tedeschi (0,3%), russi (0,2%), turchi (0,2%), altri (0,4%)

Lingue

romeno (ufficiale), minoranze di madrelingua ungherese, tedesca, dialetti rom

Tasso alfabetizzazione

97,3%


 

Ingresso nell’Unione Europea

dal 1° gennaio 2007

Ingresso nella NATO

dal 29 marzo 2004

 

 

Cenni storici

 

Il nazionalismo romeno nasce nel XVIII secolo, dopo la conquista del Principato di Transilvania da parte dell’Impero Asburgico (1687), allorché le élites romene di quella regione (Schola Ardeleana), entrate in contatto con la Chiesa di Roma, riscoprirono l’origine latina del loro idioma, che risaliva all’antica commistione tra le truppe romane e le popolazioni locali, appartenenti alla famiglia indo-europea dei Traci, dopo la conquista della Dacia da parte dell’Imperatore Traiano, nel 107 d.c. Nel corso del Medioevo la dipendenza da Costantinopoli e l’appartenenza all’ortodossia avevano allontanato i latini d’oriente dall’Europa cattolica e legato le loro vicende a quelle dei greci, degli slavi, dei magiari ed infine dei turchi, che pur senza occupare i Principati danubiani, li ridussero a Stati vassalli cui, dal XVII secolo, furono preposti Principi greci (detti Fanarioti, dal quartiere greco di Istanbul) per stroncare le ambizioni di indipendenza manifestate, tra gli altri, dai Principi Vlad l’Impalatore (1456-1467, meglio noto in Occidente come Dracula) e da Michele il Coraggioso, che intorno al 1600 riunificò per brevissimo tempo i tre Principati di Moldavia, Valacchia e Transilvania.

Il declino dell’Impero Ottomano e la Guerra di Crimea (1853-1856) offrirono la storica occasione di unificare i Principati di Moldavia e Valacchia (Congresso di Parigi, 1856), divenuti indipendenti sotto Alexandru Ioan Cuza (1859), il quale fu costretto nel 1866 ad abdicare a causa delle ostilità alle riforme agrarie della nobiltà (i boiari), che preferì Carlo di Hohenzollern-Sigmaringen quale Principe di Romania. Dopo aver partecipato alla vittoriosa guerra contro l’Impero ottomano nel 1877-78 a fianco della Russia, la Romania conquistò lo sbocco sul Mar Nero (Dobrugia) e ottenne il riconoscimento internazionale al Congresso di Berlino (1878), dovendo tuttavia cedere alla Russia la Bessarabia (oggi parte della Moldova). Carlo fu incoronato Re nel 1881.

Allo scoppio della I^ guerra mondiale Bucarest, che era associata alla Triplice Alleanza, rimase neutrale, per poi passare nel campo nell’Intesa (luglio 1916), dichiarando guerra all’Austria-Ungheria. Dopo le alterne vicende del conflitto, il Trattato di pace firmato a Parigi nell’ottobre 1920 sancì la nascita della Grande Romania (“Romania Mare”), che inglobò la Transilvania, la Bessarabia e la Bucovina settentrionale, con una popolazione più che raddoppiata e la presenza di forti minoranze etniche (magiare, tedesche ed ucraine in particolare). Nel 1918 venne introdotto il suffragio universale maschile e nel 1921 la riforma agraria. Ma nonostante nel marzo 1923 venisse promulgata una nuova Costituzione, i Governi liberali ed il Partito contadino non riuscirono a conquistare la fiducia dell’opinione pubblica, mentre emergevano movimenti di estrema destra come i legionari di Codreanu. Dopo una lunga e turbolenta crisi interna, nel 1938 Carlo II impose un regime dittatoriale, promulgando una nuova costituzione di ispirazione totalitaria.

Scoppiata la II^ guerra mondiale la Romania si proclamò neutrale (6 settembre 1939), ma il 26 giugno 1940 un ultimatum sovietico costrinse il governo romeno a cedere la Bessarabia e la Bucovina settentrionale. Con l’arbitrato di Vienna (30 agosto 1940) la Germania nazista e l’Italia fascista imposero il passaggio all’Ungheria della Transilvania settentrionale, mentre il 7 settembre con l’accordo di Craiova la Romania dovette cedere la Dobrugia meridionale alla Bulgaria. L’esercito tedesco occupò la Romania i cui oleodotti e raffinerie erano cruciali per l’invasione della Russia.

La grande crisi determinata dallo smembramento del Paese pose fine al Regno di Carlo II, che fu costretto ad abdicare a favore del figlio Michele. Il 14 settembre 1940 la Romania divenne “Stato nazional-legionario” con a capo il Maresciallo Antonescu e, dopo aver aderito al Patto Tripartito (novembre 1940), partecipò all’aggressione tedesca contro l’Unione Sovietica riconquistando i territori persi nel giugno 1940 ed annettendo anche parte della Crimea e la città di Odessa. Mentre le truppe sovietiche già marciavano sul territorio romeno, il 23 agosto 1944 il Re Michele rovesciò il governo del maresciallo Antonescu, ed il 12 settembre firmò l’armistizio. La Romania, ormai gravitante nell’orbita sovietica, subì la graduale instaurazione di un regime comunista. Il 30 dicembre 1947 il Re fu costretto ad abdicare e il giorno stesso fu proclamata la Repubblica Popolare. Con il trattato di pace (10.2.1947) il Paese riottenne definitivamente la Transilvania settentrionale, ma fu costretto a riconoscere la cessione della Bessarabia e della Bucovina settentrionale all’Unione Sovietica e della Dobrugia meridionale alla Bulgaria.

Alla leadership di Gheorghiu-Dej – segnata da persecuzioni di stampo staliniano e dall’intervento militare in Ungheria a fianco dell’URSS nel 1956, ma anche dal definitivo abbandono del territorio romeno da parte delle truppe sovietiche nel 1958, successe, nel 1967, Nicolae Ceausescu. Pur restando nell’orbita sovietica, la Romania rafforzò i suoi rapporti con l’Occidente, uscendo dal Patto di Varsavia nel 1968, entrando nel Fondo Monetario Internazionale e nella Banca Mondiale nel 1972 e firmando nel 1976 un accordo con la Comunità Economica Europea. Ma dopo il grave terremoto del 1977 e l’involuzione del regime verso modelli ispirati alla Rivoluzione culturale cinese ed alla Corea del Nord, iniziò un lungo periodo di repressione nei confronti di una popolazione sempre più insofferente all’autarchia imposta da un Governo tirannico, sul quale l’Unione Sovietica faceva pesare la dipendenza energetica e di cui l’Occidente temeva il riavvicinamento a Mosca.

Con l’avvento di Gorbaciov, Ceausescu perse definitivamente l’appoggio sovietico, e la popolazione - che versava ormai da un decennio in condizioni di povertà impensabili per il resto del continente - si sollevò spontaneamente il 22 dicembre 1989, dopo i moti di Timisoara. Ceausescu venne sbrigativamente condannato a morte da un improvvisato Tribunale rivoluzionario il 25 dicembre dello stesso anno. Dopo la caduta del regime comunista, i nuovi leader politici romeni, raggruppati nel Fronte di Salvezza nazionale (FSN), invertirono rapidamente alcune tra le più impopolari politiche del dittatore. Tuttavia, quando nel 1991 il primo ministro Roman tentò di introdurre riforme di mercato di più ampia portata, dovette rinunciare a tale progetto in seguito alla protesta dei minatori, che devastarono i principali edifici pubblici di Bucarest e malmenarono gli studenti universitari anti-comunisti.

Nel 1992 si tennero nuove elezioni politiche vinte dal Fronte democratico di salvezza nazionale (FDSN) - successivamente ridenominato Partito della Democrazia Sociale di Romania (PSDR) - e nelle elezioni presidenziali del 1992 Ion Iliescu fu rieletto Presidente. Solo dopo lo smembramento dell’Unione Sovietica (con cui la Romania fino a quel momento confinava) la Romania poté iniziare a recuperare il ritardo accumulato rispetto ai Paesi dell’Europa Centrale. Le elezioni del 1996 sancirono la vittoria della Convenzione Democratica (CDR) e del Presidente Constantinescu, che si dimostrò incapace di completare le riforme economiche avviate. Le successive elezioni del 26 novembre 2000 vennero vinte da quello che sarebbe divenuto il Partito Social Democratico (PSD) e da Ion Iliescu, al suo ultimo mandato. Al suo posto, nel novembre 2004, verrà eletto l’attuale Presidente Traian Basescu.

Il quinquennio 2004-2009 è stato caratterizzato da due importanti tappe nella storia di questo Paese: l’adesione alla NATO nel 2004 e l’ingresso nell’Unione Europea dal 1º gennaio 2007.


 

 



Principali cariche dello Stato

Presidente della Repubblica

Traian BASESCU (PDL)
dal 6 dicembre 2009, al secondo mandato

Presidente della Camera dei deputati

Roberta ANASTASE (PDL)
dal dicembre 2008

Presidente del Senato

Mircea GEOANA (PSD)
dal dicembre 2008

Primo Ministro

Emil BOC (PDL)
dal dicembre 2009 (il precedente Governo era guidato dal medesimo Boc)

Vice Premier

Marko BELA (UDMR),
dal dicembre 2009

Ministro degli Esteri

Teodor Baconschi

 

 

 

 

 

SCADENZE ELETTORALI

 

Presidente della Repubblica

2014

Parlamento

2012

 


 

QUADRO POLITICO

 

 

Politica interna

 

Dal 22 dicembre 2009 la Romania ha un nuovo Governo guidato ancora una volta dal Presidente del Partito Democratico Liberale (PD-L), Emil BOC.

Il Governo ha ottenuto la fiducia del Parlamento con 276 voti a favore, grazie al sostegno del PD-L, del Partito della minoranza ungherese (UDMR), dei 18 parlamentari delle minoranze, ai quali é costituzionalmente garantito un seggio alla Camera dei Deputati, e di tutti i deputati e senatori iscritti al gruppo parlamentare misto.

La nomina del nuovo esecutivo mette fine alla più lunga crisi politica della Romania democratica ed é anche risultato della conclusione di un anno segnato da importanti appuntamenti elettorali. In particolare, il 6 dicembre é stato eletto il Presidente della Romania con l’affermazione del Presidente uscente Traian Basescu, confermato per un altro mandato quinquennale.

Archiviate le competizioni elettorali del 2009 per le europee e la Presidenza di Romania, le principali forze politiche si concentrano sulle conseguenze del consolidamento del Partito Liberale Democratico presieduto dal Primo Ministro Boc. E’ iniziato all’interno dei due principali partiti di opposizione, il Partito Social Democratico (PSD) ed il Partito Nazional Liberale (PNL), il confronto sulle leadership rispettivamente di Mircea Geoana (PSD) e di Crin Antonescu (PNL), che dovrà essere risolto nel corso del 2010.

Le priorità di politica interna del Governo Boc sono principalmente legate alla risposta alla grave situazione economica attraverso l’attuazione di importanti riforme strutturali e la creazione di condizioni di sviluppo utili agli investimenti ed alla crescita economica.

Il 2 febbraio 2010 il Premier Boc ha illustrato alla Camera le priorità del suo Governo: tutela dei posti di lavoro e avvio delle riforme istituzionali per passare ad un Parlamento monocamerale e ridurre inoltre il numero dei parlamentari[3].

Per il Premier occorre altresì riformare le pensioni, riformare i Codici civile e penale e riformare il sistema degli studi e della formazione professionale.

Il Premier ha confermato inoltre la applicazione della cassa integrazione per circa 200.000 dipendenti nel corso del 2010.

 

 

Composizione del Parlamento[4]

 

 

Le ultime elezioni politiche si sono tenute il 30 novembre 2008.

L'attuale composizione della Camera dei deputati (334 membri) risulta la seguente:

 

Gruppi politici

Seggi

PDL Partito Democratico Liberale

125

PSD Partito Social Democratico + Partito Conservatore

96

PNL Partito Nazionale Liberale

54

UDMR Unione Democratica degli Ungheresi di Romania

22

Partito delle Minoranze Nazionali

18

Indipendenti

18

 

La composizione delSenato (137 membri) invece:

 

Gruppi politici

Membri

PDL

53

PSD +PC

43

PNL

22

UDMR Unione Democratica degli Ungheresi di Romania

9

Indipendenti

10

 


 

 

QUADRO ISTITUZIONALE

 

 

 

Sistema politico

 

La Romania è una repubblica parlamentare con caratteristiche semi-presidenziali. La Costituzione è entrata in vigore l'8 dicembre 1991 ed è stata modificata nel novembre 2003 per adeguare l’ordinamento romeno all’adesione all’Unione Europea e per distanziare le elezioni presidenziali da quelle legislative, portando la durata del mandato del Presidente della Romania da quattro a cinque anni.

 

Presidente della Repubblica

 

Il Presidente della Repubblica è eletto a suffragio universale diretto per 5 anni.

Per essere eletto un candidato deve ottenere la maggioranza assoluta dei voti. Nel caso che nessuno riesca a raggiungere il quorum, si tiene un ballottaggio tra i primi due candidati. La Costituzione consente solo due mandati.

Il Presidente può presiedere le riunioni di Governo su questioni di interesse nazionale riguardanti politica estera, difesa, ordine pubblico e, su richiesta del Primo Ministro, altri temi. Tra i poteri del Presidentevi è inoltre quello di designare il candidato alla carica di Primo Ministro, rivolgere messaggi al Parlamento, consultare il Governo, indire referendum (dopo aver consultato il Parlamento), firmare trattati internazionali (poi sottoposti al Parlamento per la ratifica). E’ comandante delle Forze Armate e presiede il Consiglio Supremo di Difesa.

Può sciogliere il Parlamento, sentito il parere dei Presidenti delle Camere e dei Capi Gruppo, se questo non ha accordato la fiducia al Governo nell’arco di sessanta giorni a partire dalla prima proposta di investitura e dopo la reiezione di almeno due proposte. Il Parlamento può essere sciolto, nel corso di un anno, una sola volta. Non può essere sciolto nell’ultimo semestre di mandato presidenziale o in una situazione di stato d’emergenza o d’assedio.

Ha il potere di veto sulle leggi votate dal Parlamento, ma, se il Parlamento riconferma il testo già approvato, è tenuto alla promulgazione.

Il Presidente può essere messo in stato di accusa per alto tradimento con il voto dei 2/3 dei parlamentari riuniti in seduta comune.

 

Parlamento

(bicamerale)

 

Il Parlamento è composto dalla Camera dei Deputati (Camera Deputilator) e dal Senato, i cui componenti sono eletti dai cittadini (l’elettorato attivo è 18 anni) per 4 anni, con sistema proporzionale e soglia di sbarramento. Le organizzazioni di cittadini appartenenti a minoranze etniche che non riescono a superare lo sbarramento elettorale (5% per i partiti, dall’8% al 10% per le coalizioni di partiti) hanno diritto comunque ad un seggio ciascuna. Ogni minoranza etnica non può essere rappresentata da più di un’organizzazione politica.

L’iniziativa legislativa spetta al Governo, ai parlamentari e ad almeno 100.000 cittadini aventi diritto di voto (in quest’ultimo caso, però, la proposta di legge non può riguardare materie fiscali, amnistia e grazia, trattati internazionali). Le deliberazioni in entrambe le Camere sono adottate a maggioranza dei presenti; il numero legale è dato dalla maggioranza dei componenti.

Una proposta di legge, votata da una Camera, viene inviata all’altra per il voto finale. Nel caso non venga approvata, è rinviata per un nuovo dibattito alla Camera che l’ha approvata per prima. Se il testo viene bocciato due volte, s’intende definitivamente respinto. Se invece una delle Camere approva un progetto di legge in un testo diverso da quello approvato dall’altra Camera, i Presidenti delle Camere attivano un’apposita “procedura di mediazione”, che si svolge con l’intervento di una Commissione paritetica. Nel caso in cui la Commissione non pervenga ad un accordo o una delle Camere non approvi la relazione della Commissione, i testi in discussione sono sottoposti al Parlamento in seduta comune, che adotta il testo definitivo a maggioranza dei membri presenti.

La Costituzione prevede inoltre la presenza del Consiglio legislativo, organo consultivo del Parlamento che esprime pareri sui progetti di legge a fini di riordinamento e coordinamento della legislazione.

Le modifiche costituzionali possono essere apportate con apposita legge costituzionale. L’iniziativa spetta al Presidente della Repubblica, su proposta del Governo, al Parlamento, con proposte legislative sottoscritte da almeno un quarto del numero complessivo di parlamentari, e al Corpo elettorale, con leggi di iniziativa popolare sottoscritte da almeno 500.000 elettori.

Le leggi costituzionali sono approvate singolarmente dalla Camera e dal Senato con il voto di almeno 2/3 dei membri. Se le due Camere non raggiungono un accordo sull’adozione dello stesso testo, viene riunito il Parlamento in seduta comune, che approva la legge con il voto di almeno 3/4 dei componenti. Dopo l’approvazione da parte del Parlamento, la legge di modifica costituzionale è sottoposta a referendum popolare entro 30 giorni dall’approvazione.

 

Governo

 

Il Governo è presieduto dal Primo Ministro. Spetta al Presidente della Repubblica designare il Primo Ministro (sulla base delle indicazioni del partito che ha la maggioranza assoluta in Parlamento) e, su sua proposta, i ministri. Il Governo è politicamente responsabile di fronte alle Camere. Il candidato Primo Ministro entro 10 giorni dall’incarico si presenta al Parlamento per chiedere la fiducia sul programma e sulla lista dei Ministri. Il dibattito sulla fiducia parlamentare si svolge davanti al Parlamento riunito in seduta comune, che vota a maggioranza dei componenti delle due Camere. Il Presidente della Repubblica non può dimissionare il Primo Ministro. Il Governo può essere sfiduciato dal Parlamento con una mozione di censura adottata a maggioranza dei componenti.

Si segnala che il 3 marzo 2009 la Camera dei deputati romena ha adottato con 177 voti favorevoli e 6 contrari la modifica al regolamento interno per il voto sull'autorizzazione a procedere contro gli ex ministri che hanno incarico da deputati. La nuova regola prevede il voto a maggioranza semplice invece dei precedenti due terzi dell'aula[5].

 

 

La Corte Costituzionale

 

La Corte Costituzionale è composta da nove giudici nominati per nove anni dalla Camera dei deputati dal Senato e dal Presidente della Repubblica. Il mandato non è rinnovabile. La Corte Costituzionale pronuncia sentenze sulla costituzionalità delle leggi, prima della loro promulgazione, su richiesta del Presidente della Repubblica, dei Presidenti delle Camere, del Governo, della Corte Suprema di Giustizia, di 50 deputati o 25 senatori, e di ufficio sulle iniziative di revisione della Costituzione. Si pronuncia sulla costituzionalità dei Regolamenti delle Camere, su richiesta dei rispettivi Presidenti, di un gruppo parlamentare, di 50 deputati o 25 senatori. Decide sulle contestazioni aventi per oggetto la costituzionalità di un partito politico. Si pronuncia inoltre sulla regolarità delle elezioni presidenziali e sulla possibilità di una Presidenza ad interim, sulla regolarità dello svolgimento dei referendum e dei loro risultati, sulla regolarità della iniziative di legge popolare. Le decisioni e le sentenze della Corte Costituzionale non sono appellabili.

 


 

La Magistratura

 

Nonostante i progressi fatti negli ultimi anni, molto rimane da fare per migliorare l’indipendenza del sistema giudiziario. Più volte la Commissione europea ha sollevato seri dubbi sulla neutralità politica della magistratura, lamentando inoltre il basso livello di preparazione e qualificazione del personale e la mancanza di familiarità con la normativa europea.

La Corte Suprema di Giustizia è composta da 11 giudici, nominati per un mandato di 3 anni dal Presidente della Repubblica e dal Consiglio Superiore della Magistratura.

 


 

POLITICA ESTERA

 

 

 

I pilastri della politica estera romena sono due: l’appartenenza all’Alleanza Atlantica, che data dal 2004, e l’adesione all’Unione Europea, avvenuta il 1° gennaio 2007.

 

In costante sviluppo i rapporti con Washington, soprattutto in materia di difesa. Sin dal maggio 2003 il Consiglio Supremo di Difesa romeno ha approvato lo stabilimento di basi americane nell’area tra il delta del Danubio e la regione di Costanza. Piena collaborazione è stata offerta anche in Iraq. Il contingente di circa 500 unità che ha operato prima in stretta cooperazione con il comando italiano e poi, dopo il nostro ritiro, con quello britannico è stato peraltro ritirato a fine luglio 2009. Maggiori unità saranno schierate progressivamente in Afghanistan: il contingente romeno conta attualmente 1020 unità e dovrebbe aumentare fino a raggiungere circa 1800 soldati.

Il CSAT (Consiglio Supremo per la Difesa del Paese) ha di recente deciso di partecipare allo sviluppo del sistema americano di difesa antimissilistica proposto dall’Amministrazione Obama. Il progetto prevede la costruzione di un complesso sistema di radar e sensori capace di difendere l’Europa meridionale da eventuali minacce missilistiche, oltre a garantire una più efficace ed ampia copertura del territorio romeno. L’installazione del sistema di difesa potrebbe promuovere investimenti in Romania per 3-4 miliardi di dollari.

 

Dopo il vertice NATO di Bucarest dell’aprile 2008, la Romania aspira a svolgere un ruolo sempre più attivo in seno all’Alleanza Atlantica, in particolar modo nell'area del Mar Nero, dove ha promosso la creazione di un Forum di dialogo per il Mar Nero, e nei Balcani. Il Vertice NATO di Bucarest aveva inoltre offerto la cornice per la visita del Presidente Putin, la prima di un Presidente russo dal 1990.

 

Sugli altri Paesi vicini, centrali nella definizione della politica estera romena, eccellenti restano, dopo la storica riconciliazione del 1996, i rapporti con l'Ungheria.

I rapporti con la vicina Moldova, caratterizzati spesso da periodiche incomprensioni, avevano recentemente registrato un sostanziale miglioramento. Le forti tensioni seguite alle elezioni moldave dell’aprile 2009 non hanno modificato l’impegno di Bucarest a sostegno del processo di avvicinamento della Moldova all’Unione Europea. L’esito delle nuove elezioni moldave del 29 luglio 2009 (convocate a seguito della situazione di stallo successiva ai risultati elettorali di aprile) ha attribuito la maggioranza ad una coalizione eterogenea di partiti finora all’opposizione (coalizione per l’integrazione europea) maggiormente in sintonia con Bucarest che nondimeno dovrà negoziare con il partito comunista l’elezione di una serie di importanti cariche istituzionali (in primis il Capo dello Stato).

Si ricorda che la Russia aveva precedentemente espresso il suo appoggio all’allora Presidente Voronin per il modo in cui affrontava la crisi politica della Moldova, offrendo altresì la concessione di un prestito alla Moldova per 500 milioni di dollari.

 

La Romania è membro dei principali fori sub-regionali, quali l’Iniziativa Centro Europea (InCE), di cui ha avuto la presidenza per il 2009, la South-East European Cooperation Process (SEECP), la Black Sea Economic Cooperation (BSEC), il South East European Cooperative Initiative (SECI).

 

Sulla base di una risoluzione parlamentare approvata a larghissima maggioranza, le Autorità romene hanno espresso la propria contrarietà alla dichiarazione unilaterale di indipendenza del Kosovo, ribadendo al contempo l’importanza di garantire un maggiore e più stretto raccordo con la Serbia, Paese con cui Bucarest intrattiene rapporti molto forti. Bucarest ha comunque annunciato l’invio di 150 gendarmi nell’ambito della missione PESD EULEX Kosovo, che si andranno ad affiancare alle 148 unità impegnate con la KFOR.

 

Sin dai primi giorni della crisi georgiana del 2008, la Romania ha assicurato un forte sostegno a Tbilisi, fornendo anche assistenza sul piano umanitario. La Romania partecipa alla missione di monitoraggio promossa dall’Unione Europea (European Union Monitoring Mission), con l’invio di 20 osservatori dislocati nell’area di Tblisi/Basaleti.

 

Quanto ai rapporti tra Romania e Ucraina, tra i due Paesi era pendente, fino alla recente pronuncia della Corte Internazionale di Giustizia, una controversia relativa alla delimitazione delle aree della piattaforma continentale del Mar Nero di competenza di ciascun Paese. L’oggetto del contendere era rappresentato dallo status dell’Isola dei Serpenti, un’isola dalle modeste dimensioni (1,5 km quadrati, sulla quale sono presenti circa 80 persone tra scienziati e addetti al faro) sotto la sovranità Ucraina, nella cui piattaforma continentale si suppone siano presenti giacimenti di idrocarburi, petrolio e gas naturale.

La Corte dell’Aja ha rigettato le argomentazioni romene, confermando lo status di “isola” all’oggetto del contendere, così come la piena sovranità ucraina sulla stessa. Tuttavia, per quanto riguarda l’individuazione dei confini marittimi tra i due Paesi, la Corte di Giustizia ha assegnato alla Romania il pieno controllo del 79,34% del triangolo sottomarino che circonda l’isola, attribuendo il restante 20,66% all’Ucraina[6]. Entrambi i Governi hanno espresso soddisfazione per i contenuti della sentenza del tribunale internazionale.

 

 

 

Recenti sviluppi circa l’approvvigionamento di gas e la costruzione di gasdotti[7]

 

 

Si ricorda che il 19 marzo 2010 il Presidente Basescu ha promulgato la legge sull’Accordo intergovernativo per la costruzione del gasdotto Nabucco firmato da Austria, Bulgaria, Ungheria, Romania e Turchia lo scorso 13 luglio ad Ankara. .

Nabucco, a partire dal 2014, dovrebbe trasportare gas dal Caspio verso l'Europa, attraverso la Turchia, per ridurre la dipendenza energetica europea dalla Russia. Il gasdotto Nabucco, sostenuto dalla Commissione europea, dovrebbe essere costruito lungo 3.300 km e trasportare all'inizio 4,5 miliardi di metri cubi di gas liquido l'anno, per arrivare gradualmente ai 31 miliardi entro il 2020.

Nel consorzio Nabucco Gas Pipeline International GmbH sono riunite, con quote uguali del 16,7%, le compagnie Omv (Austria), Rwe (Germania), Mol (Ungheria), Transgaz (Romania), Bulgargaz (Bulgaria) e Botgas (Turchia).

 

Il 24 febbraio 2010 si è svolto a Budapest un Vertice dei paesi centro europei per elaborare una politica energetica comune.

I paesi del gruppo di Visegrad (V4: Ungheria, Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia), con presidenza di turno dell'Ungheria, hanno invitato Austria, Slovenia, Croazia, Serbia, Bosnia, Romania e Bulgaria con lo scopo di discutere su come aumentare la sicurezza energetica della regione, costruendo vie alternative per l'approvvigionamento del gas metano.

I paesi invitati erano rappresentati dai rispettivi premier. Erano presenti anche rappresentanti della Commissione europea e dell'Agenzia internazionale dell'energia.

In una dichiarazione comune, i partecipanti hanno sottolineato la volontà di collaborare nella costruzione di vie alternativa di forniture gas.

Attualmente, i paesi V4 sono riforniti di gas russo attraverso l'Ucraina. Secondo i piani, un triangolo nuovo potrà aumentare la sicurezza energetica nella regione: il gasdotto Nabucco dall'est, un terminale di trasformazione di gas liquido al nord, in Polonia, e un terminale uguale in Croazia, al sud.

Gasdotti di congiunzione saranno costruiti fra i paesi della regione, anche con fondi europei, per aumentare la capacità di forniture in caso di emergenza, come due anni fa in Ucraina.

 

Il 18 febbraio 2010 la società russa Gazprom ha invitato ufficialmente la compagnia romena Transgaz a far parte del gasdotto South Stream, progettato da ENI e dagli stessi russi.

Lo ha annunciato il Ministro dell’economia rumeno, Adrian Videanu, all’indomani della visita in Romania del Vicepresidente di Gazprom, Alexander Medvedev.

 

 

Relazioni con l’Unione europea

 

La Romania (assieme alla Bulgaria) è divenuta membro dell’Unione Europea il 1° gennaio 2007.

Nell’agosto 2007, la Commissione Europea ha approvato il Quadro Strategico Nazionale 2007-2013 presentato dalla Romania. Complessivamente, saranno stanziati fondi per un totale di 19,2 miliardi di euro, che verranno erogati tramite il Fondo di Sviluppo Regionale (9 miliardi), il Fondo di Coesione (6,5 miliardi) ed il Fondo Sociale Europeo (3,7 miliardi). Il piano romeno prevede che il 60% di questi fondi venga investito nelle infrastrutture, il 20% nello sviluppo delle risorse umane, il 15% nel miglioramento della competitività economica ed il 5% nella Pubblica Amministrazione.

Il Paese resta soggetto al Meccanismo di Cooperazione e Verifica (MCV), in particolare nel delicato settore del processo di adeguamento agli standard europei in materia di giustizia ed affari interni che, come si evince anche dall’ultimo rapporto presentato dalla Commissione nel luglio 2009, non può considerarsi ancora interamente compiuto. L’Unione Europea chiede in particolare di portare a termine la revisione dei codici di diritto sostanziale e procedurale, la riforma del Consiglio Superiore della Magistratura e dimostrare concreti progressi nella lotta alla corruzione. Cruciale appare inoltre l’adeguamento delle strutture amministrative necessarie per poter beneficiare degli ingenti finanziamenti comunitari stanziati a favore della Romania.

Nel nuovo Esecutivo europeo guidato ancora una volta da Barroso, la Romania ha ottenuto il portafoglio “Agricoltura” e “Sviluppo Rurale”, con il Commissario Dacian Ciolos, ex Ministro dell’Agricoltura.

 

I temi europei prioritari per il Governo romeno:

  1. fine del Meccanismo di Cooperazione e Verifica;
  2. ingresso nell’area Schengen e adozione dell’euro;
  3. stabilimento a Bucarest di un’Agenzia Comunitaria;
  4. realizzazione delle grandi infrastrutture energetiche e del gasdotto Nabucco;
  5. cooperazione tra l’UE ed i Paesi che si affacciano sul Mar Nero;
  6. cooperazione tra gli Stati attraversati dal Danubio.

 

 

 

QUADRO ECONOMICO

 

 

 

SITUAZIONE ECONOMICA

 

 

1.      Lineamenti strutturali

La transizione avviata in Romania dopo la caduta del comunismo ha portato in pochi anni ad una drastica contrazione del settore primario, una più contenuta riduzione del settore secondario (dal 57% nel 1989 al 33% circa nel 2008) ed all’aumento esponenziale del settore terziario (fino al 50% circa nel 2008).

Le disomogeneità nello sviluppo del territorio e le accentuate disparità regionali non hanno mancato di influire sui processi di internazionalizzazione, dal momento che interazioni commerciali e IDE si sono per lungo tempo concentrati solamente nelle regioni più prospere. In tempi più recenti, tuttavia, si è iniziato ad assistere ad un’inversione di tendenza, con la rivitalizzazione e l’inserimento nei processi di sviluppo ed internazionalizzazione di regioni fino a poco tempo fa assai marginali.

 

 

2.      Andamento congiunturale e politica economica

L’economia romena ha fatto registrare per lunghi anni significativi tassi di crescita. Dopo gli eccellenti risultati del 2006 (+7,9%) e del 2007 (+6%), il tasso di crescita si è attestato nel 2008 al 7,1%, grazie anche alla ripresa del settore agricolo dopo la siccità dell’estate 2007. Nel primo semestre del 2009 il PIL ha registrato un calo, rispetto al primo semestre del 2008, del 7,6%. Solo nel secondo trimestre il PIL è diminuito dell’8,7% in particolare a causa della contrazione dell’attività nei settori dell’agricoltura, silvicoltura e piscicoltura (-9,1%), industria (-7,3%), costruzioni (-14,2%), commercio, trasporti e altro (-11,4%). Le imposte nette versate all’erario sono diminuite del 13,6%.

 

All’alba del 2010, comunque, al di là della ritrovata stabilita` politica e di una congiuntura economica internazionale caratterizzata da timidi segnali di ripresa, l’economia romena (che secondo i dati disponibili, nel terzo trimestre del 2009 mostrava una flessione del PIL dello 0,6%, quarta peggiore prestazione di tutta l’UE) continua a mostrare gli stessi punti di forza e le medesime debolezze di sempre. A differenza dell’anno scorso, però, quest’anno sembrano esservi le premesse politiche per dar corso alle riforme strutturali necessarie al Paese, con un Governo sintonizzato sulla stessa lunghezza d’onda di una presidenza della Repubblica forte dell’investitura ricevuta dal voto popolare di dicembre.

 

L’economia romena è fortemente dipendente dai flussi finanziari esteri e dalle esportazioni verso l’Europa: la contrazione di liquidità sui mercati finanziari internazionali e la recessione nell’eurozona hanno determinato dunque una forte stretta creditizia ed una marcata riduzione delle esportazioni romene. Se i primi sintomi della crisi sono stati avvertiti sin dalla fine di settembre 2008, quando la borsa ha fatto registrare innumerevoli sospensioni per eccesso di ribasso e un rilevante deprezzamento del Leu, la situazione complessiva si è poi deteriorata tra fine 2008 e inizio 2009, quando alcune importanti aziende - soprattutto del settore automobilistico - hanno dovuto sospendere la produzione[8]. A fronte dell’acuirsi della crisi, che ha visto nel periodo a cavallo fra gennaio e febbraio la sostanziale sospensione dei finanziamenti ai privati da parte delle istituzioni bancarie, la Banca di Romania ha deciso nella prima metà di febbraio di ridurre il tasso ufficiale di sconto di ¼ di punto percentuale, portandolo, nel settembre 2009, dal 10,25% all’8,53%. Tale tendenza e’ continuata, dal momento che all’inizio di quest’anno, la BNR ha cercato di facilitare ulteriormente l’accesso al credito, diminuendo il tasso di riferimento dall`8% al 7,5% (il sesto ritocco al ribasso dal 10,25% dell`agosto 2008). Nel mese di febbraio 2010 la Banca Centrale Romena ha ridotto di mezzo punto il tasso di interesse, portandolo ad un livello del 7%. Si tratta del secondo “ritocco” dall’inizio dell’anno. Grazie comunque ad un ritrovato clima di fiducia sui mercati finanziari, alla diminuita avversione al rischio degli operatori internazionali nonché ad una ritrovata stabilità politica, la valuta nazionale ha intrapreso, nel mese di gennaio 2010, un notevole rafforzamento, guadagnando il 5% dai minimi del dicembre 2009, e situandosi a quota 4,12 RON per Euro.

 

Il Governo si è visto costretto a ricorrere ad un prestito internazionale che ammonta a 19,95 miliardi di euro e comprende quattro fonti di finanziamento provenienti da altrettante istituzioni internazionali: il FMI concederà, nell’ambito di uno Stand-by Agreement, un prestito di 12,95 miliardi di euro, l’Unione Europea parteciperà con 5 miliardi di euro, la Banca Mondiale metterà a disposizione 1 miliardo di euro mentre la BERS, di concerto con altre istituzioni finanziarie multilaterali, presterà un altro miliardo di euro.

Detti accordi prevedono obblighi precisi per il Governo romeno, che dovrà riformare la politica fiscale, controllare il bilancio dello Stato e la spesa pubblica, rafforzare il settore finanziario e perseguire politiche monetarie più stabili. Il prestito è stato concesso ad un tasso di interesse medio annuo del 3,5%, e dovrà essere rimborsato entro il 2015. Secondo i piani del Governo, 5 mld. di euro del prestito, che si integreranno con i fondi strutturali comunitari, saranno destinati ai progetti infrastrutturali, che dovrebbero portare, entro il 2012, alla costruzione di 1.000 km di autostrade, alla modernizzazione di 5.000 km di strade e vie ferroviarie, ed all’ampliamento di diversi aeroporti. In tale contesto, nel corso del 2009 sono state operate due rettifiche di bilancio di cui l’ultima risale alla fine di agosto e che prevede un deficit del bilancio consolidato del 7,3%. Tale rettifica prospetta una crescita negativa del PIL dell’8,46% .

Il FMI ha inoltre chiesto alle banche internazionali presenti nel Paese di firmare una lettera di intenti, nella quale si impegnano a non ridurre la propria esposizione complessiva verso la Romania.

Nella riunione straordinaria del Consiglio dell’UE, tenuta il 1° marzo 2009, è stata tuttavia bocciata l’ipotesi di varare un piano speciale di aiuto per i Paesi dell’est Europa[9], stabilendo di verificare la praticabilità di singoli interventi straordinari caso per caso[10].

 

Il versamento della terza tranche del prestito, che sarebbe dovuto avvenire entro fine 2009 e che include 1,5 miliardi di euro dal FMI, 1 miliardo di euro dall’Unione Europea e 350 milioni di euro dalla Banca Mondiale, e` stato posticipato a causa della mancata approvazione, nei termini stabiliti, della Legge di bilancio per il 2010; un’apposita missione ispettiva del Fondo a fine gennaio 2010, ha poi dato luce verde al versamento della terza e quarta tranche del prestito, per un totale di circa 2,3 miliardi di euro, da allocarsi per metà in favore del bilancio dello Stato.

Si tratta di una boccata d’ossigeno vitale per l’economia romena, che stenta a riprendersi non soltanto a causa degli effetti della crisi economica ma anche delle crescenti tensioni sociali, che hanno reso non più posticipabile l’esigenza di sciogliere nodi importanti come quello della riforma della pubblica amministrazione e delle pensioni. Occorre comunque tener presente che, essendo gli aiuti del Fondo dei prestiti a tutti gli effetti, oltre a dover restituire il capitale Bucarest dovrà pagare gli interessi passivi.

Secondo le previsioni del Fondo l’economia romena nel 2009 registrerà una recessione del -7% e comincerà a crescere entro la fine del 2010, anche se solo dell’1,3%.

Un ulteriore elemento di preoccupazione è costituito dall’aumento del debito pubblico, che nel 2008, secondo i dati della Banca Nazionale romena si è attestato al 21,65% del PIL. Il deficit pubblico nel 2008 ha raggiunto il 5,4% del PIL (ben oltre il 2,75% stabilito nella legge di bilancio) anche a causa della politica economica espansiva attuata dal precedente Governo, incentrata sia sulla diminuzione della pressione fiscale che sull’incremento delle retribuzioni dei dipendenti del settore pubblico (in particolare, nell’istruzione), oltre che degli interventi resisi necessari a seguito dell’avvento della crisi economica. Al riguardo, il Fondo Monetario Internazionale ha sottolineato la necessità di adottare politiche fiscali volte al contenimento del deficit e misure per contrastare le perdite generate dalle aziende di stato non competitive, anche in ragione degli effetti pregiudizievoli del livello del debito pubblico rispetto al flusso di investimenti esteri. Non sorprende pertanto che il nuovo Governo, come peraltro già avvenuto nel 2009, abbia, fra i primi provvedimenti adottati nel 2010, varato una finanziaria “di emergenza”, contenente drastiche misure di riduzione della spesa pubblica, in larga parte indirizzate ad un generale contenimento delle retribuzioni nel settore pubblico. La finanziaria di quest’anno, come auspicato da più parti, è stata ispirata ad un certo rigore, escludendo interventi, pure chiesti dall’opposizione, che avrebbero portato ad una crescita della spesa pubblica, quali aumenti delle pensioni, finanziamenti statali al settore agricolo, taglio delle imposte per le aziende di piccole dimensioni. Nelle intenzioni dell’Esecutivo romeno, tale rigore dovrebbe ricevere presto una ricompensa tangibile, con lo sblocco dei fondi del prestito concesso dal FMI e con un aumento del capitale di fiducia da parte degli investitori nel Paese. L’accordo con il Fondo ha dunque, almeno nel breve periodo, avuto un importante “effetto-disciplina”, con l’imposizione di un programma di rigore nella finanza pubblica che sarà verificato passo dopo passo.

Ed e’ proprio il contenimento della spesa a costituire una delle sfide piu’ ambiziose per il 2010: i tagli per molto tempo procrastinati si scontreranno infatti con il progressivo impoverimento della popolazione e le tensioni sociali causate da inevitabili ridimensionamenti dell’apparato statale (con l’annunciato ridimensionamento, tra licenziamenti, blocco delle assunzioni e fuoriuscite programmate, di circa centomila pubblici dipendenti). Nel frattempo giudizi favorevoli giungono anche dall’agenzia internazionale di rating Fitch, che promuove le aspettative della Romania da “negative” a “stabili” pur non modificando, per il momento, le valutazioni sul debito pubblico.

 

Un’ulteriore circostanza con la quale la Romania dovrà fare i conti nel corso del 2010 e’ rappresentata dalla persistente debolezza di alcuni settori che hanno trainato il Paese negli anni del boom economico, in primis l`immobiliare, l`import-export e il settore finanziario, e la mancanza, sino a questo momento, di un forte slancio in quei settori, come l’agricoltura e l’energia, che potrebbero costituire i nuovi motori della crescita di lungo periodo. Se e’ vero che alcune prospettive appaiono incoraggianti (un fortissimo sostegno al settore agricolo potrà infatti giungere attraverso il romeno Dacian Ciolos, neo Commissario all’agricoltura) il settore agricolo, a causa dei forti problemi strutturali, difficilmente sarà in grado di contribuire in maniera rilevante alla crescita economica del 2010.

 

Nemmeno sul fronte dell’energia, nonostante le grandi potenzialità del Paese e le opportunità aperte dai progetti in corso (tra cui quello per l’ampliamento della centrale nucleare di Cernavoda) l’Esecutivo e’ riuscito a dare concreto avvio ai programmi di sviluppo: e’ del gennaio 2010, ad esempio, la decisione di riesaminare, ancora una volta, forme e modalità di partecipazione dello stato alla realizzazione dei nuovi reattori nucleari della centrale sul Danubio.

 

Passato il momento più duro della crisi nel settore industriale (gli ordini nell’ottobre 2009 hanno mostrato un aumento del 2,9% rispetto a settembre: si tratta del secondo mese di crescita degli ordinativi, mentre la produzione industriale ha registrato, nel mese di novembre 2009, una crescita del 4,4% rispetto allo stesso mese del 2008) e nonostante alcuni segnali positivi (la vendita di automobili Dacia, una delle principali aziende romene, nel 2009 e’ cresciuta del 20,5% rispetto al 2008) il Paese continua ad aver bisogno, per poter pensare alla crescita di lungo periodo, di realizzare le infrastrutture necessarie alla messa in funzione di nuovi insediamenti industriali in tutte le zone del Paese.

 

In tale scenario, luci ed ombre si concentrano anche sul settore dei prezzi e dell’inflazione[11]: l’incremento dei prezzi di alcuni beni e servizi (+ 4% l`elettricita` e + 5% il carburante) unito alla avvenuta svalutazione della moneta nazionale (che solo dall’inizio del 2010 ha, parzialmente, ripreso terreno), ed alla soppressione di alcune sovvenzioni statali nel campo dell’industria alimentare, potrebbe causare un incremento dei prezzi dei prodotti di largo consumo. Tenendo conto che l`inflazione da ottobre 2009, dopo otto mesi di contrazione, ha ricominciato a crescere raggiungendo il 4,7% annuo, tali aumenti potrebbero innescare un ulteriore aumento dell`indice dei prezzi. In tale situazione, risulterebbero fortemente limitati i margini di manovra in senso espansivo da parte della Banca Nazionale Romena (BNR) nonche` la stessa capacità di ripresa dell’economia (la fascia di oscillazione stabilita dalla BNR per il tasso d`inflazione nel 2009, che doveva variare dal 2,5% al 4,5%, non e` stata rispettata, sia pur di poco, essendo risultato il dato finale superiore alle stime e corrispondente al 4.74 %), anche se la Banca Centrale prevede comunque una ripresa della tendenza alla deflazione gia` a partire da febbraio, con una previsione al di sotto del 4% nel primo semestre di quest’anno.

 

Non sono positivi i dati relativi al debito pubblico, che nell`ottobre 2009 era cresciuto del 26% rispetto allo stesso periodo del 2008 e previsioni di metà dicembre che mostravano un indebitamento al 29,9% del PIL per l`anno 2009, rispetto al 27,6% di fine ottobre.

 

Una delle principali fonti di preoccupazione rimane il livello di disoccupazione e dei salari: dopo le tensioni registrate nel Paese nel 2009, con continui scioperi (compreso quello dei magistrati) e manifestazioni sindacali, nel solo comparto dell’istruzione si prevede un taglio di circa 15.000 unità a partire dall`agosto del 2010, mentre il Ministero dell`Amministrazione Pubblica e dell`Interno ha stimato in 17.000 unità il risultato della razionalizzazione dei dipendenti degli enti locali e quello dei Trasporti ha programmato il licenziamento di circa 10.000 dipendenti.

 

Il tasso di disoccupazione registrato al 30 giugno 2009 è stato del 6,0% rispetto alla popolazione attiva totale ed è del 2,3 % superiore rispetto al giugno 2008. I dati forniti dall’Agenzia Nazionale per l’Occupazione per il 2009 indicano un numero complessivo di 548.930 disoccupati registrati (di cui 240.224 donne), con un incremento di 211.846 unità rispetto al giugno 2008. In alcune provincie del nord-est e del centro-ovest del Paese si registrano ancora alti tassi di disoccupazione: Vaslui (12,1%), Mehedinţi (10,6%), Alba (9,9%), Teleorman (9,4%), Dolj (9,3%) e Galaţi (9,1%). I livelli più bassi si riscontrano invece nelle province di Ilfov (1,5%), Timiş (3,4%), Constanţa (3,8%) e nella capitale Bucarest (1,8%).

 

Tali forti pressioni sul mercato del lavoro rischiano tra l`altro di pesare anche sul credito al consumo, già duramente colpito dagli effetti della crisi nell`ultimo anno, con un aumento del 46% delle persone in ritardo con i pagamenti dei prestiti nei primi 11 mesi del 2009.

 

Per la Romania il 2009 è stato, quindi, un anno particolarmente difficile. Ai consueti problemi, quelli che hanno portato diversi commentatori ad evocare il paragone tra l’economia del Paese ed un “castello di sabbia” si sono aggiunte, nel corso dell’anno appena trascorso, forti tensioni sociali generate dal decremento del tenore di vita determinato dagli effetti della crisi economica internazionale sull’economia romena, e tali tensioni sono apparse ancor più acute in un Paese ormai abituato a crescere a ritmi quasi asiatici.

 

La Romania ha sicuramente tardato nell’adozione di interventi strutturali necessari, imbrigliata nella improduttiva dialettica politica di un anno denso di competizioni elettorali a tutti i livelli; interventi necessari per ridare slancio alla crescita economica, far fronte ad un notevole impoverimento delle condizioni di vita dei cittadini (con uno stipendio medio a poco meno di 350 euro al mese), un calo drammatico degli investimenti diretti e dinamiche di consumo in crescita esponenziale che non poggiano su un tessuto industriale forte.

 

3. Rapporti economico-commerciali con i principali paesi partner

La Romania commercia principalmente con i Paesi membri dell’Unione Europea, verso i quali è diretto il 74% delle esportazioni (10,1 miliardi di euro nel primo semestre del 2009) e dai quali proviene il 73,7% delle importazioni (13,2 miliardi di euro nel I sem. 2009).

In generale, dai dati relativi al primo semestre del 2009 si evidenzia una diminuzione del volume degli scambi, sia per quanto riguarda le esportazioni (13,6 miliardi di euro, -20,3% rispetto al primo semestre del 2008), che le importazioni (17,9 mld di euro, diminuite del 36,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente), con un saldo commerciale in forte deficit, pari a 4,3 miliardi di euro, comunque meno drammatico rispetto a quello registrato nel primo semestre del 2008 quando ha superato gli 11 miliardi di euro.

 

Nel 2007, solo il 43% del deficit è stato riequilibrato dagli investimenti esteri diretti, che hanno raggiunto i 7,6 miliardi di euro, con un calo rispetto ai 9 miliardi registrati nel 2006 (oltre il 40% degli IDE 2006 era tuttavia costituito da investimenti di portafoglio nel settore bancario). Secondo i dati dell’ARIS (Agenzia Romena per gli Investimenti Stranieri), il flusso di IDE diretti in Romania nel 2008 è tuttavia risalito sino ad eguagliare i 9mld di euro del 2006 (+24,4% rispetto al 2007), contribuendo a finanziare il deficit delle partite correnti per il 53,5%. Degli investimenti esteri diretti registrati nel 2008, le partecipazioni al capitale ed il profitto reinvestito hanno rappresentato il 50,1%, mentre i crediti intra-gruppo il restante 49,9%, con un calo rispetto al 54,3% del 2007. Si tratta di un dato positivo, perché i crediti intra-gruppo (cioè i crediti delle filiali locali di società estere) determinano un aggravamento del deficit di conto corrente, perché vengono rimborsati a varie scadenze. In base ai dati forniti dall’ONRC (Ufficio Nazionale del Registro di Commercio), circa 120 filiali locali di imprese estere hanno registrato nel 2008 aumenti di capitale di oltre 5 milioni di euro, per un totale di 2,9 miliardi di euro di investimenti ed un valore pari al 75% del totale degli investimenti esteri.

Il 20% degli investimenti è stato effettuato nel settore finanziario (banche, assicurazioni e istituzioni finanziarie non bancarie).Da segnalare anche gli ingenti investimenti nel settore energetico (con oltre 429 milioni di euro), nelle telecomunicazioni (318 milioni di euro) e nel settore immobiliare (oltre 263 milioni di euro). ll numero totale di imprese estere registrate in Romania dal 1991 è di 159.927, di cui 12.264 nuove aziende nel 2008.

Peraltro, appaiono preoccupanti i dati relativi ai primi sei mesi del 2009, che rilevano una considerevole diminuzione degli investimenti esteri diretti in Romania, pari a 2,89 miliardi di euro (in discesa del 42,98% rispetto al primo semestre del 2009 quando avevano superato i 5 miliardi di euro), secondi i dati forniti dalla Banca Nazionale di Romania. Tuttavia gli IDE del primo semestre compensano integralmente il deficit delle partite correnti che ha superato, nei primi sei mesi dell’anno, la cifra di 2,3 miliardi di euro.

Degli investimenti esteri diretti registrati nel primo semestre del 2009, i crediti intra-gruppo hanno rappresentato quasi la metà: 49,7%, mentre le partecipazioni al capitale sono ammontate al 40,9% ed il profitto reinvestito ha rappresentato il restante 9,4%.

 

Rimangono da valutare pienamente gli effetti della contrazione di liquidità in atto sui mercati internazionali, che potrebbe determinare nel 2009 una fuga di capitali dai mercati dell’Europa dell’Est ed, in particolare, dalla Romania, ritenuta più vulnerabile a causa dell’ampio debito estero[12], determinando una riduzione della percentuale di crescita dell’investimento fisso lordo dal 28,9% del 2007 al 4% del 2009[13]

 

E' ormai in via di completamento il processo di privatizzazione delle aziende di Stato: conformemente al Rapporto di attività dell’AVAS, nel corso del 2008 sono stati conclusi 37 contratti di compravendita (di cui 5 per pacchetti di maggioranza e 32 per pacchetti minoritari); il capitale sociale venduto ammonta a 5,64 milioni lei (circa 1,6 milioni di euro). I redditi totali ottenuti nel periodo gennaio – dicembre 2008 in seguito all’attività di privatizzazione ammontano a 1,05 miliardi di lei (circa 300 milioni di euro), di cui il 12,86% proveniente dall’attività di valorizzazione degli assets statali e l’87,14% risultante dalla privatizzazione e gestione delle partecipazioni dello Stato[14].

La più importante operazione ha riguardato, nel settore energetico, l’acquisizione, nell’agosto 2007, del 75% del Gruppo Rompetrol (3 miliardi di dollari) da parte della società kazaka KazakMunaiGaz. Il Gruppo è specializzato nella raffinazione, distribuzione e vendita di prodotti petroliferi e si compone di circa 40 società operanti in 13 Paesi diversi. Per ciò che riguarda gli interessi italiani, l'ENEL ha concluso l’acquisto del 51% di Electrica Dobrogea e di Electrica Banat, due compagnie regionali di distribuzione dell’elettricità, nonché, nel maggio 2008, del pacchetto di maggioranza della società di distribuzione Electrica Muntenia Sud.

Ai primi di novembre 2008, il Governo romeno ha reso pubblica la decisione di rinunciare al pacchetto azionario di maggioranza di alcuni tra i maggiori aeroporti esistenti nel Paese (i due aeroporti di Bucarest, più Timişoara e Costanza). Tale misura comporterà la revisione della disciplina in materia di privatizzazioni relativa alle privatizzazioni aeroportuali, che prevedeva la titolarità in capo allo Stato del 51% del capitale sociale.

 

PRINCIPALI INDICATORI MACROECONOMICI

 

2005

2006

2007

2008

Entità nominale del PIL (in miliardi di USD)

97,1

121,9

166,0

196,3

Entità nominale del PIL

(in miliardi di Lei romeni)

288

345

405

503,96

Variazione reale del PIL

4,2%

7,9%

6,0%

7,1%

Composizione del PIL

Industria 3,8%

Industria 10%

Industria 10,6%

Industria 1,3%

Servizi 10,7%

Servizi 7,7%

Servizi 9,4%

Servizi 5,1%

Agricoltura -17,3%

Agricoltura 3,3%

Agricoltura -16,9%

Agricoltura 21,4%

Reddito pro capite

9.393

10.481

11.430

12.755

Disoccupazione

5,9%

5,2%

4,1%

4,4%

Inflazione

9,0%

6,6%

4,8%

7,85%

Riserve (escluso oro)

21.595

30.211

39.956

39.468

Valuta

Leu (trad. leone, plurale “lei”): ROL

Tasso di cambio medio

(per un dollaro USA)

3,32

2,81

2,44

2,52

Bilancia partite correnti

- 8.556

- 12.839

- 23.017

- 24.776

Bilancia commerciale

- 9.618

-14.837

-24.223

-26.621

Esportazioni di beni fob

27.730

32.336

40.318

49.533

Importazioni di beni fob

37.348

47.142

64.541

76.153

Principali esportazioni

1. Tessile

1. Meccanica

1. Meccanica

1. Meccanica

2. Meccanica

2. Tessile

2. Tessile

2. Tessile

3. Metalli

3. Metalli

3. Metalli

3. Metalli

Principali importazioni

1. Meccanica

1. Meccanica

1. Meccanica

1. Meccanica

2. Tessile

2. Minerali

2. Minerali

2. Minerali

3. Minerali

3. Tessile

3. Tessile

3. Tessile

Principali Paesi fornitori

1. Germania

1. Germania

1. Germania

1. Germania

2. Italia

2. Italia

2. Italia

2. Italia

3. Russia

3. Cina

3. Ungheria

3. Ungheria

Principali Paesi clienti

1. Italia

1. Italia

1. Italia

1. Italia

2. Germania

2. Germania

2. Germania

2. Germania

3. Francia

3. Turchia

3. Turchia

3. Turchia

Debito estero

(miliardi di dollari USA)

39,0

55,1

76,3

96,1

Programma/Accordo
col FMI

Stand By Agreement (25.3.2009, durata di 2 anni, valore 19,95 mld di euro) in atto.

Aiuto allo sviluppo

N.A.

Fonte: Country Report EIU April 2009. Dati in USD, tranne dove diversamente specificato.

 

 

Investimenti diretti esteri

 

Secondo i dati pubblicati dalla Banca Nazionale della Romania, gli investimenti diretti esteri nel primo semestre del 2009 hanno raggiunto un valore complessivo di 2,894 miliardi di euro rispetto ai 5,076 miliardi di euro dello stesso periodo del 2008, con un netto calo di circa il 43% causato dagli effetti negativi della crisi economica internazionale, che ha ridotto i flussi di capitali esteri e il sostegno delle banche ai nuovi progetti di investimento.

 

Degli investimenti esteri diretti registrati nel primo semestre del 2009, le partecipazioni al capitale rappresentano il 40,9%, i crediti intra-gruppo il 49,7% mentre i profitti reinvestiti il restante 9,4%.

 

I settori preferiti dagli investitori stranieri sono stati: attività industriali ( in particolare industria metallurgica, automobilistica e dei componenti auto, materiali da costruzione, industria alimentare e del tabacco) e servizi (in particolare servizi di intermediazione finanziaria, bancaria e assicurativa e servizi IT).

 

Il notevole calo degli investimenti legato agli effetti della crisi è reso ancor piu’ evidente dal confronto con il 2008, anno in cui è stato raggiunto il livello massimo di investimenti esteri in Romania, come illustrato nella tabella seguente, che riporta la serie storica degli IDE negli ultimi cinque anni e mezzo.

 

Investimenti diretti esteri in Romania

(valori in milioni euro)

 

2004

2005

2006

2007

2008

I sem. 2008

I sem. 2009

Flussi in entrata

5183

5212

9059

7250

9496

5076

2894

Var. Annue (sem) %

+166,3

+0,6

+73,8

-20,0

+31,0

+63,4%

-43%

Fonte: BNR ( Banca Nazionale della Romania)

 

 

 

ACCORDI DI RISTRUTTURAZIONE DEBITORIA

Ultima intesa Club di Parigi

5.3.1985

Fonte: MAE-DGCE

 

 


 

Relazioni parlamentari italo-rumene
(a cura del Servizio Rapporti internazionali)

 

 

Presidenza del Parlamento

Senato (Senatul)

Mircea Dan Geoană (dal dicembre 2008)

Camera
(Camera Deputatilor)

Roberta Alma ANASTASE (dal dicembre 2008)

Rappresentanze diplomatiche

Ambasciatore d’Italia
in Romania

Mario COSPITO

Ambasciatore di Romania
in Italia

Răzvan-Victor RUSU

 

 

 

 

Corrispondenza

 

Il 23 marzo 2010 è pervenuta al Presidente Fini una lettera del Presidente della Camera romena, Roberta Alma Anastase, con la quale, esprimendo nuovamente compiacimento per l’andamento delle relazioni bilaterali, la Presidente Anastase, a nome suo e di tutto il Parlamento rumeno, rinnova l’invito al Presidente Fini per una visita ufficiale i Romania, alla guida di una Delegazione parlamentare[15].

 

Il 15 maggio 2009 è pervenuta al Presidente Fini una lettera del Presidente della Camera romena, Roberta Alma Anastase, con la quale, esprimendo il proprio compiacimento per l’andamento della visita effettuata a Roma il 23 aprile 2009, la Presidente Anastase ha a sua volta invitato il Presidente Fini, unitamente ad una delegazione parlamentare, ad una visita ufficiale in Romania, per una data da convenire attraverso i normali canali diplomatici.

 

in data 15 maggio 2009, il Presidente della Camera romena, Roberta Alma Anastase, ha fatto pervenire al Presidente Fini una lettera contenente in allegato la Dichiarazione Solenne del Parlamento della Romania[16], adottata il 31 marzo 2009, in occasione della celebrazione del 60mo anniversario della NATO e dei cinque anni dall’adesione della Romania alla NATO.

 

In data 15 aprile 2009 al Presidente Fini è pervenuta una lettera del Presidente della Camera romena, Roberta Alma Anastase, relativa ai disordini scoppiati nella Repubblica di Moldova dopo le elezioni del 5 aprile u.s., esprimendo preoccupazione per la reazione del Governo moldavo, ritenendo che tali fatti possono minare i valori fondanti di ogni democrazia e rendono problematici i rapporti della Moldavia con l’Unione europea. Per questa ragione chiede al Presidente Fini di continuare a monitorare attentamente la situazione in Moldavia affinché non si verifichino altre eventuali violazioni dei diritti umani, repressioni e censura dei mezzi d’informazione e lo esorta altresì a richiamare l’attenzione dei membri della Camera su questa situazione attraverso la divulgazione della sua stessa lettera.

Il Presidente Fini ha provveduto a trasmettere copia della lettera alla Commissione affari esteri, in quanto organo competente a seguire gli eventuali sviluppi della vicenda.

 

In data 8 ottobre 2009 è pervenuta al Presidente della XI Commissione (Lavoro) della Camera dei deputati, Silvano Moffa, una lettera del Presidente della Commissione Lavoro e Protezione sociale della camera dei deputati romena, Victor Paul Dobre, con la quale il Presidente Dobre, esprimendo i suoi ringraziamenti per l’ospitalità goduta nel corso della visita (svoltasi dal 30 settembre al 2 ottobre 2009), della Delegazione di Commissione da lui guidata presso la XI Commissione italiana, nonché la soddisfazione per l’andamento dei lavori svolti, invita a sua volta una Delegazione della Commissione Lavoro della Camera dei deputati italiana in Romania.

 


 

Incontri bilaterali

 

Il 20 aprile 2010 il Presidente della Camera, Gianfranco Fini, ha incontrato il Ministro degli esteri della Romania, Teodor Baconschi.

Il Ministro Baconschi ha espresso compiacimento per l’incontro e ha informato sulla attuale situazione economica e amministrativa del suo paese. Il Presidente Fin ha sottolineato la entità delle imprese italiane che lavorano in Romania e ha ricordato che il prossimo 9 novembre 2010 si recherà in visita alla Camera dei deputati romena su invito della Presidente Anastase.

Per quanto concerne i problemi con la comunità romena in Italia, ha proseguito Fini, essi appaiono superati.

Il Ministro Baconschi ha citato la opportunità di voler orientare gli investimenti italiani anche verso la Moldavia, paese strategico il cui governo va sostenuto. Ha poi ringraziato Fini per la diffusione di una immagine positiva della Romania e ha infine ricordato che il 2012 sarà l’anno della cultura romena in Italia.

 

Il 17 settembre 2009 il Presidente della Camera, Gianfranco Fini, ha incontrato il Primo ministro della Romania, Emil Boc. All’incontro hanno partecipato anche: il Ministro degli esteri romeno, Cristian Diaconescu; il Ministro romeno dell’economia, Adriean Videanu; il Ministro romeno della salute, Ion Bazac; infine, il Senatore romeno Viorel Badea.

Il Primo Ministro Boc ha fatto cenno al suo incontro con il Presidente del Consiglio Berlusconi (nel corso del quale è stato anche affrontato il tema del prossimo Vertice intergovernativo, previsto a Bucarest per il prossimo febbraio) e ha recato i saluti della Presidente della Camera romena, Anastase, rinnovando al Presidente Fini l’invito a recarsi in Romania. Ha quindi sottolineato il rapporto privilegiato esistente con l’Italia dal punto di vista politico, sociale e culturale e fatto cenno alle condizioni fiscalmente vantaggiose esistenti in Romania per gli investitori, nonché al vasto numero di cittadini romeni che hanno rapporti lavorativi, in Italia o in Romania, con imprese italiane. Ha dunque caldeggiato l’eliminazione delle restrizioni previste dal regime transitorio di adesione della Romania alla UE per i lavoratori romeni.

Entrambi hanno poi espresso preoccupazione per il prosieguo del processo di ratifica del Trattato di Lisbona. E’ stato altresì trattata la questione degli approvvigionamenti energetici, in ordine alla quale la Romania intende diversificare le fonti e sostiene il progetto Nabucco.

Il Presidente Fini ha infine ipotizzato un prossimo incontro tra i Parlamenti dei due paesi, soprattutto se nel corso del Vertice intergovernativo del 2010 dovessero emergere aspetti cha abbiano ripercussioni sull’attività parlamentare.

Il 23 aprile 2009 a Roma, il Presidente della Camera, Gianfranco Fini, ha incontrato la Presidente della Camera dei deputati della Romania, Roberta Alma Anastase, che ha tenuto una Conferenza sul tema "Il futuro europeo delle relazioni fra Romania e Italia: affinità e valori comuni". Nel corso dell'incontro è stata firmata una Dichiarazione congiunta[17], volta a rafforzare ulteriormente la collaborazione parlamentare fra i due Paesi.

Si segnala che nella stessa giornata la Presidente Anastase ha incontrato il Presidente del Senato, Renato Schifani, e il ministro degli esteri, Franco Frattini.

Il 27 febbraio 2009 a Parigi, il Presidente della Camera, Gianfranco Fini, ha incontrato la Presidente della Camera dei deputati della Romania, Roberta Alma Anastase, a margine della Conferenza dei Presidenti dei Parlamenti dell'Unione europea. In quella circostanza il Presidente Fini ha inviato la Presidente Anastase ad effettuare una visita in Italia.

 

L’8 luglio 2009 il Vice Presidente della Camera, Rocco Buttiglione[18], ha incontrato il Vice Presidente della Camera di Romania, Adrian Nastase. All’incontro ha partecipato anche l’allora Presidente della Delegazione italiana presso l’Assemblea parlamentare dell’Iniziativa Centro Europea (INCE), Laura Ravetto.

Nel corso del colloquio è stato affrontato tra gli altri, il tema degli immigrati romeni in Italia. Il Vice Presidente Nastase ha auspicato una loro maggiore integrazione nella società, rilevando come le preoccupazioni per le azioni criminali verificatesi recentemente in questa comunità siano inappropriate, così come i pregiudizi che ne sono conseguiti. Sarebbe necessario, secondo il Vice Presidente Nastase, costituire una rete europea per il monitoraggio di tutte le attività criminali nell’Unione europea.

Il Vice Presidente Buttiglione ha osservato che sembrano esserci stati commenti troppo enfatizzati circa i recenti fatti di cronaca nera. L’allora Presidente della Delegazione italiana presso l’Assemblea parlamentare dell’iniziativa Centro Europea (INCE), Laura Ravetto, ha auspicato una sempre maggiore intensificazione dei rapporti con la Romania e ha preannunciato che compirà una visita in quel paese nel prossimo mese di ottobre.

 

IL 27 maggio 2009, il Vice Presidente della Camera, Rocco Buttiglione, ha ricevuto una delegazione della Commissione Esteri della Camera dei deputati della Romania, guidata dal Presidente della medesima Commissione, Làszlo Borbely.

Sono stati affrontati i temi dei rapporti bilaterali e delle posizioni comuni in campo europeo e regionale, la crisi economica mondiale e le relazioni economiche bilaterali. L’attenzione si è soffermata sulla situazione in Moldova e sulle sue ricadute sull’Unione europea. E’ stato preso atto infine della migliorata percezione in Italia dei cittadini Romeni.

 

 

Commissioni

 

Dal 30 settembre al 1 ottobre 2009 si è svolto un incontro delle Commissioni Lavoro e Affari Sociali della Camera, nonché Infanzia del Parlamento italiano, con una Delegazione di parlamentari della Camera dei Deputati della Romania.

La Delegazione rumena era guidata dal Presidente della Commissione per il lavoro e la protezione sociale della Camera dei Deputati, Victor Paul Dobre, ed era composta dai deputati: Maria Eugenia Barna, Ioan Nelu Botis, Cristina Ancuta Pocora e Adrian Solomon.

Nel corso dell’incontro sono stati affrontati fra l’altro i seguenti temi: le ripercussioni sociali della crisi economica mondiale; il problema della immigrazione di lavoratori rumeni in Italia; la questione delle adozioni di bambini rumeni; la normativa in materia di handicap e, infine, il congelamento in Romania degli stipendi pubblici.

 

Il 16 e 17 luglio 2009 si è svolta una missione di una delegazione della Commissione Infanzia del Parlamento italiano in Romania.

La delegazione era guidata dal Presidente della Commissione, on. Alessandra Mussolini, e composta dalla on. Amalia Schirru (PD), dalla on. Luisa Capitanio Santolini (UDC), e dalla sen. Giuliana Carlino (IDV).

La delegazione si è incontrata con le seguenti Autorità romene:

-        Commissione Lavoro e protezione sociale della Camera dei deputati romena.

-        Rodina Costantinovici, Segretario di Stato al Ministero della Giustizia;

-        Bogdan Panait, Segretario di Stato titolare dell’Ufficio delle Adozioni;

-        Ileana Savu, Segretario di Stato capo della Autorità Nazionale romena per la Protezione dei diritti dei Minori;

Nel corso dei colloqui sono state tra l’altro discusse le difficoltà relative alle adozioni internazionali e la situazione della applicazione dell’Accordo italo-romeno sui minori romeni non accompagnati in Italia.

 

Il 27 maggio 2009, la Commissione Politiche dell'Unione Europea ha incontrato una delegazione della Commissione Affari Esteri della Camera dei deputati rumena, guidata dal Presidente della Commissione, Làszlo Borbely.

 

Il 26 maggio 2009, la Commissione Affari esteri ha incontrato una delegazione della Commissione Affari Esteri della Camera dei deputati rumena, guidata dal Presidente della Commissione, Làszlo Borbely.

 

Il 4 marzo 2009 gli Uffici di Presidenza della III^ e della XIV^ Commissione (Affari esteri e Politiche dell'Unione Europea) hanno incontrato una delegazione di europarlamentari romeni, con i quali si sono affrontati i temi del “decreto sicurezza”, della situazione dei campi nomadi e delle politiche di inclusione finalizzate ad una maggiore integrazione dei cittadini romeni nella società italiana.

 

Il 18 febbraio 2009 il Presidente della III Commissione (Affari esteri), on. Stefano Stefani, ha incontrato l’Ambasciatore della Romania, Razvan-Victor Rusu. Al centro del colloquio la difficile situazione della comunità rumena in Italia, dopo gli atti di violenza commessi da cittadini romeni, e l’accordo sul trasferimento dei detenuti firmato nel 2003 dai ministri della giustizia italiano e rumeno.

 

 

Cooperazione multilaterale

 

Il Parlamento della Romania invia delegazioni alle Assemblee parlamentari del Consiglio d'Europa, dell’UEO, della NATO (di cui è membro dal 29 marzo 2004), dell’OSCE e dell’INCE.

Si segnala, in particolare, che la Romania esercita per il 2009 la presidenza di turno dell’Iniziativa Centro Europea (INCE).

Nell’ambito dell’esercizio della presidenza annuale, il Parlamento romeno ha ospitato la Sessione annuale dell’Assemblea parlamentare dell’INCE, dal 27 al 28 ottobre 2009. La allora Presidente della Delegazione parlamentare italiana, onorevole Laura Ravetto, ha partecipato ai lavori, insieme all’onorevole Alessandro Maran e ai senatori Tamara Blazina e Oskar Peterlini.

Il Parlamento romeno ha ospitato a Bucarest dal 7 al 9 maggio 2009 la riunione della Commissione Parlamentare dell’INCE. Alla riunione ha partecipato la sen. Tamara Blazina, componente della Delegazione parlamentare italiana presso l’Assemblea parlamentare dell’INCE.

La allora Presidente della Delegazione parlamentare italiana presso l’INCE, onorevole Laura Ravetto, ha incontrato l’11 febbraio 2009 l’Ambasciatore Rusu. Oggetto dell’incontro le priorità della Presidenza rumena dell’INCE.

 

Assemblea Parlamentare Euromediterranea (APEM).

Il Parlamento romeno prende parte alla cooperazione parlamentare euromediterranea e quindi alle riunioni dell’Assemblea Parlamentare Euromediterranea (APEM) e delle sue Commissioni.

 

 

Protocollo di collaborazione

 

Il 3 novembre 1998 è stato siglato a Bucarest un Protocollo di cooperazione[19] tra la Camera dei deputati italiana e quella rumena. Il Protocollo prevede una volta all’anno l’organizzazione di una giornata parlamentare.

Il 12 giugno 2003 è stata adottata una Dichiarazione congiunta[20] che, al fine di intensificare le iniziative di collaborazione tra i due Parlamenti, prevede l’organizzazione di incontri regolari tra delegazioni (almeno una volta l’anno, alternativamente in Romania e Italia), scambi di visite tra Commissioni e Delegazioni presso le Assemblee parlamentari, stages per funzionari parlamentari.

Nel corso dell’incontro del Presidente della Camera, Gianfranco Fini, con la Presidente della Camera dei deputati della Romania, Roberta Alma Anastase, il 23 aprile 2009, è stata firmata una Dichiarazione congiunta[21], volta a rafforzare la collaborazione parlamentare avviata con i richiamati documenti.

Nell’ambito degli indicati documenti non è prevista la formazione di un gruppo di collaborazione parlamentare.

 

 

Attività legislativa

 

Allo stato attuale è all’esame del Parlamento il seguente disegno di legge di ratifica di trattati internazionali riguardanti la Romania.

 

Atto Camera n. 3259 - Governo Berlusconi IV.

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo multilaterale tra la Comunità europea e i suoi Stati membri, la Repubblica di Albania, la Bosnia-Erzegovina, la Repubblica di Bulgaria, la Repubblica di Croazia, l'ex Repubblica iugoslava di Macedonia, la Repubblica d'Islanda, la Missione delle Nazioni Unite per l'amministrazione ad interim nel Kosovo, la Repubblica di Montenegro, il Regno di Norvegia, la Romania e la Repubblica di Serbia, relativo all'istituzione di uno Spazio aereo comune europeo, con Allegati, fatto a Lussemburgo il 9 giugno 2006.

1 marzo 2010: Presentato alla Camera

14 aprile 2010: Approvato - trasmesso al Senato – Atto Senato n. 2110 – non ancora iniziato l’esame.

 

 

Atti di sindacato ispettivo

 

La mozione n. 1-00297, Laura Ravetto e altri, presentata il 11 dicembre 2009 (iter in corso), impegna il Governo ad assumere iniziative affinché si possa dare avvio ad un coordinamento strutturato fra l’Iniziativa Adriatico Ionica e l’INCE per far sì che la IAI possa essere inquadrata, al pari di una sorta di cooperazione rafforzata, all’interno dell’INCE.

Si ricorda che la Romania fa parte dell’INCE, ma non della IAI.

 

La interrogazione a risposta scritta n. 4-06094, Guido Melis, presentata il 10 gennaio 2010 (iter in corso), lamenta che in Italia non sono ancora riconosciuti, in base alla normativa europea i diplomi di laurea e di abilitazione (specie per le professioni di medico e odontoiatra) rilasciati in Romania e chiede quindi al Governo delucidazioni e azioni in merito.

 

La interrogazione a risposta scritta n. 4-05463, Marco Reguzzoni e altri, presentata il 16 dicembre 2009 (iter in corso), chiede al Governo se corrispondono alla realtà le notizie di stampa su presunti brogli alle elezioni presidenziali in Romania e, se del caso, quali iniziative intenda assumere il Governo e l’Unione europea nei confronti della crisi della democrazia rumena.

 

La interrogazione a risposta in Commissione n. 5-02258, Marco Reguzzoni (iter in corso), presentata il 16 dicembre 2009, afferma che gli standard economici e democratici rumeni paiono sempre più allontanarsi dalla media europea; per questa ragione chiede al Governo se conferma tale risultanza e se intende assumere conseguenti iniziative.

 

L’ordine del giorno n. 9/2714/104, Antonio Luongo, presentato il 2 ottobre 2009, impegna il Governo a presentare una relazione entro giugno 2010 sulle attività finanziarie rimpatriate e regolarizzate provenienti dalla Romania.

 

 

Si segnalano sul tema del rimpatrio di detenuti romeni ammessi a scontare la pena nel loro paese e tematiche analoghe, i seguenti atti di sindacato ispettivo.

L’on. Roberto Cota (LNP) ha presentato l’interrogazione a risposta immediata n. 3-00732, del 27 ottobre 2009, nella quale ha sollecitato il Governo ad una concreta applicazione delle varie convenzioni internazionali volte rimpatriare i detenuti stranieri nei rispettivi paesi affinché scontino integralmente la pena nel paese di origine. Il Governo ha risposto affermando il suo impegno sul tema, tema che deve inoltre essere affrontato anche in sede europea.

Sul tema della rinuncia all’appello dei detenuti romeni desiderosi di scontare la pena nel loro paese si è focalizzata l’interrogazione a risposta immediata in Commissione n. 5-01709, presentata dall’on. Guido Melis (PD), cui il Governo ha risposto ricordando il quadro normativo in vigore e la necessità di dar corso ai nuovi strumenti di cooperazione giudiziaria previsti dall’art. 52 della legge comunitaria per il 2008.

L’on. Giorgio Jannone (Pdl) ha presentato l’interrogazione a risposta scritta n. 4-02450 il 9 marzo 2009, il cui iter è ancora in corso, chiedendo al Ministro degli affari esteri e al Ministro della giustizia se intendano stipulare degli accordi con la Romania per garantire che il cittadino rumeno che commetta atti di grave violenza in Italia debba scontare la pena commisurata nelle carceri rumene sulla base di criteri di reciprocità e quali misure intendano intraprendere anche in vista di una migliore tutela dei cittadini rumeni che vivono onestamente e legalmente in Italia.

 

Si segnala l’interrogazione a risposta orale 3-00495 presentata dall’on. Riccardo Migliori il 27 aprile 2009, in merito alla decisione del Governo romeno, in seguito alle note vicende interne della Repubblica di Moldova, di attribuire la cittadinanza romena in pratica a tutti i cittadini moldavi che ne facciano richiesta. Si tratta, secondo l’interrogante, di circa 600.000 moldavi in procinto di acquisire il passaporto romeno, e di causare quindi massicce ripercussioni sui flussi migratori. L’interrogante chiede quali iniziative intenda assumere il Governo in merito.

 

Si segnala la interrogazione a risposta scritta n. 4/03391 del 30 giugno 2009 presentata dall’on. Giuseppe Angeli (PDL) riguardante il problema dei minori non accompagnati, provenienti da molti paesi, tra cui la Romania.

Sul medesimo tema si segnala la interrogazione a risposta scritta n. 4-03314 del 23 giugno 2009, presentata dall’on. Elisabetta Zamparutti (PD), nella quale si chiede di sapere quale sia la sorte attuale del bambino Gratian Gruia, rimpatriato in Romania, e, più in generale, quale sia la sorte di tutti i minori non accompagnati rimpatriati in Romania.

L’on. Zamparutti aveva già chiesto chiarimenti sul medesimo tema con ’interpellanza urgente 2-00283, presentata il 27 gennaio 2009, sulla vicenda del piccolo Gratian Gruia e le problematiche relative all’accordo tra Italia e Romania del 9 giugno 2008 sulla cooperazione per la protezione dei minori romeni non accompagnati; cui ha risposto il 5 febbraio 2009 il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, Rocco Crimi.

Nell’interpellanza si chiedeva, tra l’altro, quali iniziative il Ministro degli esteri intendesse intraprendere sul caso Gratian Gruia affinché il bambino non venisse riaffidato alla famiglia di origine. Si ricorda che Gratian Gruia è un bambino rumeno i cui genitori entrambi decaduti dalla patria potestà in Italia per maltrattamenti hanno chiesto e ottenuto in Romania il riaffidamento del bambino violando, secondo l’interpellante, l'articolo 3 dell'accordo tra il Governo italiano ed il Governo della Romania sulla cooperazione per la protezione dei minori romeni non accompagnati presenti sul territorio nazionale, che prevede un'accurata procedura di scambio di informazioni da parte dell'Organismo centrale di raccordo per la tutela dei minori comunitari non accompagnati, e l'articolo 3 della Convenzione Onu sui diritti del fanciullo che prevede che “in tutte le decisioni relative ai fanciulli, di competenza sia delle istituzioni pubbliche o private di assistenza sociale, dei tribunali, delle autorità amministrative o degli organi legislativi, l'interesse superiore del fanciullo deve essere una considerazione preminente”[22].

Gli stessi firmatari in data 12 marzo 2009 hanno presentato l’interrogazione a risposta scritta n. 4-02537, il cui iter è ancora in corso, chiedendo al Ministro della giustizia se ritenga che nella vicenda di Gratian Gruia siano stati rispettati i trattati internazionali sulla tutela dell'infanzia e che il bambino sia stato posto in una situazione di calma, armonia ed equilibrio adeguate allo sviluppo della sua personalità e se non ritenga di assumere iniziative ispettive presso il Tribunale dei minori di Roma.

Il bambino, secondo quanto riferiscono gli interroganti, rientrato in Romania, è stato affidato prima ad un'assistente maternale e poi, su richiesta della madre, affidato dai Tribunali rumeni al clan Gruia, a quegli stessi parenti cioè che avevano perso la patria potestà nonostante il provvedimento dovesse avere efficacia anche in Romania. Inoltre altri quattro fratellini dai 2 ai 7 anni sono stati rimpatriati i primi di agosto dal Tribunale per i minori di Roma in Romania e di essi non si sa più nulla.

 

Si segnala l’interrogazione a risposta scritta n.4-01236 (già interpellanza 2-00060 presentata il 3 febbraio 2009), presentata il 10 marzo 2009, prima firmataria la sen. Emma Bonino (Pd), riguardante l’esercizio del diritto di voto dei cittadini comunitari che risiedono in uno Stato membro dell’Unione europea, di cui non hanno la cittadinanza, i quali, secondo la direttiva 94/80/CE del Consiglio dell'Unione europea del 19 dicembre 1994, recepita dall’Italia con legge 6 febbraio 1996, n. 52, e con successivo decreto legislativo di attuazione n. 197 del 12 aprile 1996, possono iscriversi in apposite liste elettorali aggiunte, istituite presso il Comune di residenza stessa e, in virtù di tale iscrizione, esercitare il diritto di voto in occasione delle elezioni amministrative ed europee.

Nell’interpellanza si sottolinea in particolare che in occasione delle elezioni amministrative del 27 e del 28 maggio 2007, il Partito dei Rumeni in Italia denunciò che in tantissimi Comuni la regolarizzazione per via anagrafica dei cittadini rumeni che presentavano la domanda ai sindaci per poter votare era sospesa da settimane per l'incapacità dichiarata dei comuni stessi di applicare ed interpretare la relativa normativa e che tali inadempimenti impedirono a decine di migliaia di cittadini rumeni che risiedevano in Italia - i quali, secondo i dati Istat aggiornati al 31 dicembre 2007 e riferiti nell’interpellanza, sono 625.278 - di partecipare alle elezioni.

Gli interpellanti pertanto chiedevano al Ministro dell’interno di sapere quali urgenti e immediate iniziative il Presidente del Consiglio dei ministri intendesse adottare per rendere effettivamente applicabile sia la normativa europea che il successivo decreto legislativo di attuazione e, in particolare, quali strumenti intendesse adottare per permettere ai cittadini comunitari residenti in Italia una informazione adeguata volta a permettere loro di esercitare il diritto di voto.

L’iter è ancora in corso.

 

Si segnala inoltre l’ordine del giorno n. 9/1366/32 presentato dall’on. Guido Melis relativo al disegno di legge: “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 23 maggio 2008, n. 92, recante misure urgenti in materia di sicurezza pubblica (Approvato dal Senato) (A.C. 1366) accolto dal Governo il 16 luglio 2008 con il quale si impegna il Governo a perseguire coerentemente il processo di integrazione della comunità romena in tutte le sue componenti (ivi inclusa quella dei rom di nazionalità romena, che consta in Italia di 70 mila persone).

Si segnala infine l’interrogazione a risposta orale 3-00585, presentata dai senn. Pedica e Li Gotti (Idv) il 3 marzo 2009, il cui iter è ancora in corso, ai Ministri dell'interno, della giustizia, degli affari esteri e per le politiche europee sulla crescita esponenziale del numero di atti criminosi perpetrati sul territorio italiano da cittadini di nazionalità romena. Gli interpellanti riferiscono le stime del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria (DAP) presso il Ministero della Giustizia, secondo cui il 73% dei detenuti comunitari è di nazionalità romena e la Romania è la prima nazionalità per numero di denunciati ed arrestati per reati estremamente gravi, quali omicidi volontari, violenze sessuali, rapine in abitazione.

Essi chiedono pertanto di conoscere - anche alla luce dell'accelerazione quantitativa del fenomeno migratorio di origine romena data dall'accesso del Paese alla Comunità europea nel 1 gennaio 2007 - quali siano i dati ufficiali del Ministero della giustizia circa il numero di cittadini romeni condannati in via definitiva, il numero di cittadini romeni in attesa di rimpatrio ed il numero di cittadini romeni espulsi negli anni 2007 e 2008 e soprattutto quali iniziative intendano assumere i Ministri, nell'ambito delle rispettive competenze, per accertare l'efficienza dei controlli alle frontiere con la Romania, per implementare la cooperazione e lo scambio di informazioni fra polizia e autorità giudiziaria italiane e romene, nonché “per sanare la lentezza del nostro sistema giudiziario e la mancanza di certezza della pena che purtroppo caratterizzano il nostro sistema interno e che vengono indicate, dalla stessa Associazione dei romeni in Italia, come un'attrattiva all'immigrazione dei romeni con precedenti penali”.

Essi chiedono altresì: quali iniziative di competenza intendano assumere i Ministri per sollecitare la realizzazione di programmi di integrazione dei cittadini romeni immigrati in Italia, dato che tra le cause della marginalità e della devianza di parte degli stranieri romeni vi siano l'insufficienza di strutture di accoglienza e la mancanza di programmi volti all'integrazione scolastica e culturale; quali misure intendano prendere, anche a livello di comunicazione istituzionale, per evitare che gli episodi di violenza e la consistenza del fenomeno criminale generino in Italia pregiudizi, discriminazioni, nonché atti di violenza privata, nei confronti degli immigrati pacifici e produttivi che compongono la maggioranza del flusso migratorio proveniente dalla Romania.

 

 

Unione interparlamentare (UIP)

 

La sezione bilaterale di amicizia Italia–Romania, è in via di ricostituzione. L’on. Guido MELIS (PD) è stato designato a presiederla.

Si ricorda che l’on. Melis ha compiuto il 23 e 24 febbraio 2010 una visita in Romania dove ha incontrato il Gruppo omologo di amicizia rumeno, guidato dal suo Presidente, il Senatore Bota (PSD), oltre che diversi esponenti italiani, del mondo istituzionale, dell’imprenditoria e dell’associazionismo, residenti in Romania.


Rapporti bilaterali[23]
(a cura del Servizio Rapporti internazionali)

 

Le relazioni tra Italia e Romania sono caratterizzate da grande intensità, sia sul piano del dialogo politico che per quanto riguarda la collaborazione economico-commerciale e si sviluppano nel quadro della nuova Dichiarazione di Partenariato strategico[24]adottata a Bucarest il 9 gennaio 2008.

Il 9 ottobre 2008 si è svolto il primo Vertice inter-governativo che ha confermato l’interesse comune a sviluppare i rapporti in settori strategici quali l’energia, i trasporti e le tecnologie avanzate e ad instaurare un raccordo più stretto sui principali temi regionali di comune interesse, tra cui i Balcani Occidentali e l’area del Mar Nero. Confermato altresì il comune impegno ad affrontare i temi connessi alla cosiddetta “dimensione sociale” dei rapporti bilaterali, con particolare riferimento alla collaborazione in materia di sicurezza e giustizia, così come riguardo l’inclusione sociale delle fasce più svantaggiate della comunità romena e in particolare quella di origine rom.

Gli incontri ad alto livello sono tradizionalmente frequenti: soltanto nel mese di luglio 2009, si sono avute le visite a Bucarest del Ministro degli Esteri Frattini (tornato il 12 novembre 2009 in occasione del vertice INCE), che ha incontrato il Primo Ministro, Il Ministro degli Esteri ed i Presidenti dei due rami del Parlamento; di quello dell’Interno Maroni; e della Commissione Parlamentare per l’Infanzia presieduta dall’On. Alessandra Mussolini. Il 16 e 17 settembre si è svolto a Roma il primo incontro ufficiale fra il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi (assistito dal Ministro Scajola), e il Primo Ministro romeno, Emil Boc (accompagnato dai Ministri degli Esteri, Diaconescu, dell’Economia, Videanu e della Sanità, Bazac). Il Primo Ministro Boc e la sua delegazione hanno anche incontrato il Presidente della camera Fini, i vertici di Confindustria ed il sindaco di Roma Gianni Alemanno.


Cooperazione giudiziaria

In materia penale sono in vigore tra i due Paesi le seguenti Convenzioni multilaterali:

§      Convenzione Europea di Estradizione (Parigi, 1957) e II Protocollo addizionale alla Convenzione Europea di Estradizione (Strasburgo, 1978), in vigore per la Romania dal 9.12.1997;

§      Convenzione Europea di Assistenza Giudiziaria in materia penale (CEAG – Strasburgo, 1959) e Protocollo Addizionale CEAG (Strasburgo, 1978), in vigore per la Romania dal 15.6.1999;

§      Convenzione Europea sul riciclaggio, ricerca, sequestro e confisca dei proventi di reato (Strasburg, 1990), in vigore per la Romania dal 1° dicembre 2002;

§      Mandato di Arresto Europeo (MAE) – Legge 22.4.2005 n. 69, in vigore per la Romania dal 1° gennaio 2007.

Dal 26 maggio 2006 è in vigore l’Accordo tra la Repubblica Italiana e la Romania sul trasferimento delle persone condannate alle quali è stata inflitta la misura dell’espulsione o quella dell’accompagnamento al confine, firmato a Roma il 13 settembre 2003. Nel gennaio 2010 è stato finalizzato un accordo sulle buone prassi amministrative da seguire per l’applicazione del sopra citato accordo.

In materia civile è in vigore dal 1° gennaio 2007 il Regolamento (CE) n. 1348 del 29.5.2000 relativo alla notificazione e alla comunicazione negli Stati membri degli atti giudiziari ed extragiudiziari in materia civile e commerciale.

Con la Romania è altresì in vigore una Convenzione bilaterale firmata a Bucarest l’11 novembre 1972 concernente l’assistenza giudiziaria in materia civile e penale.

 

Cooperazione allo sviluppo

La Romania è inclusa a partire dal 2000, a seguito di specifica delibera CIPE, nel novero dei Paesi eleggibili per finanziamenti a valere sui fondi della Legge 49/87 per iniziative promosse da ONG e programmi di emergenza.

Nel 2009 sono stati realizzati con co-finanziamento della DGCS 4 programmi promossi in Romania da ONG quali AVSI, GVC, GRT e CESVI più uno sospeso su richiesta dell’ONG stessa (COMI).

Con finanziamenti privati e di altri donatori, in particolare Enti locali italiani, UNICEF e Unione Europea, altre ONG italiane sono impegnate in numerosi progetti di sviluppo nel Paese.

Le ONG italiane impegnate in tali progetti operano, con personale italiano espatriato, soprattutto nel campo della tutela dell’infanzia e della gioventù in difficoltà, a differenza delle ONG che non ricevono finanziamenti MAE, le quali spesso usufruiscono oramai solo di personale locale. Molto numerosi anche gli interventi promossi da religiosi italiani presenti nel Paese.

I progetti proposti in Romania dalle ONG italiane perseguono obiettivi in linea con tale strategia governativa, sulla base di metodologie con essa coerenti. Si discosta da tali linee il progetto della GRT sul randagismo canino, che segue un approccio animalista innovativo, su una tematica molto controversa in Romania, dando voce ai diritti degli animali nell’affrontare il problema del randagismo e della rabbia canina.

 

 

RELAZIONI CULTURALI, SCIENTIFICHE E TECNOLOGICHE

 

Forti di antiche e sempre vive tradizioni latine, le relazioni culturali vivono una nuova fase che si è aperta con la firma il 21 ottobre 2003, in occasione della Visita di Stato dell’allora Presidente Ciampi, del nuovo Accordo culturale e scientifico, entrato in vigore nel marzo del 2006, che sostituisce i precedenti accordi, culturale del 1967 e di cooperazione scientifica e tecnologica del 1964.

Richiamandosi spesso alle comuni origini latine, i romeni si sentono particolarmente vicini all’Italia e ciò è testimoniato dalla disponibilità con cui le istituzioni culturali collaborano con l’Ambasciata d’Italia, l’Istituto di Cultura e l’ICE. Fra le attività che sono state realizzate nel 2009 si registra in particolare il grande successo ottenuto dal Festival Italiano, organizzato in concomitanza con la Festa della Repubblica, che ha visto succedersi per un mese iniziative legate al mondo della moda, dell’eno-gastronomia, della cultura e al settore sociale. Un festival culminato con l’esposizione, in occasione del 2 giugno, della Coppa del Mondo vinta dalla squadra di calcio azzurra ai Mondiali del 2006 e che ha fatto registrare un pubblico di 2000 spettatori in tre giorni.

Si ricorda inoltre il successo ottenuto dalla mostra “Nodi Italiani”, ospitata nei prestigiosi locali del Museo Nazionale d’Arte di Romania e organizzata per festeggiare i 130 dallo stabilimento delle relazioni diplomatiche fra Italia e Romania.

Nel novembre del 2009 si sono inoltre celebrati i cento anni dalla fondazione della cattedra di italianistica presso l’Università di Bucarest. Una ricorrenza che e’ stata valorizzata con una conferenza internazionale sulla figura del fondatore della cattedra, il Prof. Ramiro Ortiz, a cui hanno preso parte illustri esponenti del mondo culturale italiano e romeno.

Un evento di livello internazionale e’ l’appuntamento annuale con Gaudeamus, il Salone del Libro piu’ grande di Romania ha visto lo scorso anno la partecipazione della Casa Editrice Einaudi con una mostra dedicata alle edizioni storiche di capolavori della letteratura italiana del dopoguerra. Nell’ambito della musica classica, e’ di rilevanza mondiale il Festival Enescu, che si e’ svolto a Bucarest nel settembre di quest’anno (il festival ha luogo ogni due anni) ed ha visto la partecipazione di celebri artisti ed orchestre italiane.

 

Nel settore della collaborazione interuniversitaria sono attivi numerosi accordi di collaborazione tra Atenei italiani e romeni, anche nell'ambito della partecipazione ai programmi comunitari Socrates-Erasmus e Tempus-Phare. E' stato inoltre costituito nel 1992 un Centro Culturale Italiano a Cluj con funzioni di punto di raccordo della collaborazione interuniversitaria romeno-italiana.

 

Per quanto attiene agli Istituti scolastici italiani in Romania, è attiva a Bucarest la Scuola italiana privata "Aldo Moro", fondata nel 1990 e legalmente riconosciuta a livello elementare e medio, ma operante anche per una scuola materna privata ed un liceo scientifico quadriennale. Il 17 aprile 2002 è stato firmato il Memorandum d’Intesa fra le Autorità italiane e romene con cui si definiscono le modalità di funzionamento delle sezioni bilingui presso i Licei romeni (quattro Istituti hanno già istituito sezioni bilingui di questo tipo), con l’invio dal nostro Paese di docenti di ruolo, la concessione di contributi finanziari e la fornitura di testi scolastici e di materiale didattico multimediale. Il numero complessivo degli alunni di queste istituzioni scolastiche è di 827 unità.

Dall’anno scolastico 2007-2008 sono in corso in alcune scuole italiane dei progetti pilota di lingua e civiltà romena. A favore di queste iniziative, che sono finanziate dalle Autorità romene, si sono espressi il Ministro della Pubblica Istruzione Adomnitei e l’allora Ministro Fioroni con una dichiarazione congiunta siglata durante un loro incontro a Rimini il 25 agosto 2007.

 

Recentemente si è sviluppata una collaborazione anche nel settore della protezione e tutela dell’ambiente. L’11 marzo 2009 sono stati inaugurati due nuovi progetti “twinning”: il primo relativo all’azione di sostegno della Guardia Nazionale Ambientale romena per il rafforzamento delle proprie capacità di ispezione e controllo ed il secondo concernente il rafforzamento dell’applicazione della legislazione comunitaria in materia nelle zone di confine dell’Unione Europea. Tali progetti verranno realizzati in collaborazione con l’Agenzia Nazionale per la Protezione dell’Ambiente della Basilicata e del Veneto, con l’Istituto Superiore di Sanità e con il Centro di Geomorfologia Integrata per l’Area del Mediterraneo.

Per l’A.A. 2009/2010 il Ministero degli Affari Esteri offrirà ai cittadini romeni 70 mensilità dell’importo di euro 619, 75 per corsi brevi di lingua italiana e per borse di studio di diversa tipologia della durata di 3, 6, 9 o 12 mesi[25].


 

RELAZIONI ECONOMICHE, FINANZIARIE E COMMERCIALI

I rapporti commerciali hanno registrato una lunga fase di espansione, con un interscambio che negli ultimi 5 anni è più che raddoppiato. L’Italia è attualmente il secondo fornitore ed il secondo cliente della Romania dopo la Germania. Secondo i dati dell’Istituto Nazionale di Statistica, l’interscambio commerciale tra Italia e Romania ha raggiunto nel primo semestre del 2009 un valore complessivo di 4,38 miliardi di Euro, inferiore ai livelli del primo semestre del 2008 (quando era stato pari a 5,96 miliardi di euro).

La Romania in particolare ha esportato verso l’Italia merci per un valore pari a 2,17 miliardi di euro (-19,3% rispetto al primo semestre del 2008), mentre le importazioni dall’Italia hanno raggiunto un valore di 2,20 miliardi di Euro (-35,2% rispetto al primo semestre del 2008). Pertanto, nel primo semestre 2009 la bilancia commerciale della Romania con l’Italia è stata quasi in pareggio, con soli 32 milioni di saldo commerciale negativo per la Romania.

 

Interscambio commerciale Romania - Italia

(valori in milioni di euro e variazioni %)

 

1° semestre
2008

1° semestre 2009

Variazione %

Export verso l'Italia

2.649

2.172

-19,3

Import dall'Italia

3.313

2.204

-35,2

Saldo

-664

-32

-

 

Analizzando la serie storica dell’interscambio tra i due Paesi dal 2003 al primo semestre del 2009 si nota un progressivo aumento dei valori, che sembra però essersi fermato nel 2008, anno in cui l’export è aumentato lievemente e le importazioni sono diminuite. Tale tendenza sembra proseguire anche nel 2009, secondo i dati relativi al primo semestre. Inoltre, si nota una progressiva riduzione del saldo negativo dal 2007 ad oggi. Tale situazione, oltre ad essere in misura importante attribuibile al contesto di crisi economica globale, è probabilmente dovuta anche ad un cambio di strategia nell’approccio italiano al mercato romeno che ha avuto luogo negli ultimi anni: sono diminuiti infatti i flussi di import-export legati alla decolonizzazione produttiva o alla lavorazione in conto terzi, che “sovrappesavano” in un certo senso i valori negli anni precedenti, ed è aumentata la presenza italiana attraverso investimenti più qualificati e ad alto contenuto tecnologico. Tale tipo di investimenti è stato effettuato anche da grandi gruppi industriali che hanno creato loro filiali in Romania, segnando un percorso nuovo rispetto alla presenza quasi esclusiva nel Paese di piccole e medie imprese.

 

L’Italia si colloca al primo posto per numero di società a capitale straniero registrate in Romania, mentre detiene il sesto posto per capitale investito, dopo Olanda, Austria, Germania, Francia e Cipro. I dati del Registro del Commercio romeno, aggiornati al 30 giugno 2009, indicano che le società a capitale italiano iscritte al Registro del Commercio sono 27.730 pari al 16,93% del totale delle società a capitale straniero operanti in Romania, e l’ammontare del capitale italiano investito in Romania ammonta a 1,007 miliardi di euro, pari al 4,23% del totale. Tale dato non descrive adeguatamente la presenza del capitale italiano in Romania poiché considera il solo capitale sociale effettivamente versato al momento della costituzione e non il valore dei beni capitali né i profitti reinvestiti. Sotto il profilo dell'impiego della manodopera locale, l'Italia può invece essere considerata il primo investitore in Romania, con un ammontare totale di circa 800.000 posti di lavoro creati direttamente da aziende italiane o nell'indotto.

È rilevante la componente imprenditoriale proveniente dal nord-ovest, insediatasi soprattutto nella zona di Timisoara (2800 aziende italiane e miste registrate). In tale area geografica e nelle province limitrofe di Arad, Bihor e Cluj è concentrato oltre un terzo delle presenze imprenditoriali italiane in Romania, mentre un quinto delle nostre aziende ha investito nella municipalità di Bucarest.

 

Negli ultimi anni, la Romania ha tuttavia visto una presenza maggiormente ampia e differenziata del nostro sistema imprenditoriale, tesa a sfruttarne le potenzialità di mercato emergente e di possibile trampolino per la penetrazione nella più vasta area sud-orientale. In tale quadro, la novità più importante è stata costituita senz’altro dall’ ”approdo” nel Paese delle grandi imprese e dei grandi gruppi industriali italiani (ENEL, Tenaris, Agip, Pirelli, tra gli altri).

 

Rilevante l’apporto di investitori nel terziario: nel corso degli ultimi anni le banche italiane hanno mostrato crescenti segni di interesse per il mercato bancario romeno[26] ed, anche in considerazione dell’interesse ad accompagnare l'azione delle aziende italiane che qui operano, hanno effettuato ingenti investimenti sino a rendere l’Italia il terzo investitore nel settore. Le forme di investimento realizzate vanno dall'acquisto di istituti di credito locali preesistenti (Unicredit[27], Veneto Banca, Intesa S.Paolo[28], Cassa di Risparmio di Firenze), alla costituzione di desk Italia presso banche internazionali (Banca Popolare di Vicenza). La Compagnia triestina Assicurazioni Generali ha inoltre rilevato dal gruppo di private equity Ppf investments il controllo di due compagnie del Paese, Ardaf e Rai, raddoppiando la quota di mercato all’11,7% e diventando così il terzo operatore romeno.

Nel 2007 l’operatore postale romeno dipendente dal Ministero delle Comunicazioni ha indetto una gara per la fornitura di due centri di smistamento automatizzato della posta a Bucarest e Cluj. Al temine del processo di selezione l’unica società ad aver presentato un’offerta completa è stata l’italiana Elsag Datamat (società del Gruppo Finmeccanica) rispetto alla principale concorrente, la tedesca Siemens, la quale ha contestato la procedura di gara chiedendone l’annullamento.

 

Nell’ambito della presenza di gruppi italiani di grandi dimensioni, si registra l’attività del Gruppo Pirelli, che ha realizzato a Slatina, 200 km a sud di Bucarest, un impianto di produzione di pneumatici[29] ed a Târgu Jiu un altro per la produzione di filtri, il gruppo Tenaris Dalmine, che ha rilevato la Silcotub di Zalău (oggi tuttavia in crisi a causa della massiccia diminuzione degli ordini a livello europeo) e l’acciaieria Donasid di Călăraşi, nonché i grandi gruppi coinvolti nel processo di privatizzazione delle imprese statali, come il Gruppo Radici di Bergamo, che ha acquistato la Fibrex di Săvineşti già nel febbraio del 2000, e l'ENEL, che ha acquisito nell’aprile 2005 Electrica Dobrogea ed Electrica Banat (1.400.000 clienti) e nel giugno 2008 il pacchetto di maggioranza di Electrica Muntenia Sud (1.000.000 di clienti nella zona di Bucarest, Ilfov e Giurgiu), con un’operazione del valore di oltre 820 milioni di euro. In compartecipazione con la società tedesca E.ON., ENEL ha inoltre avviato i negoziati con l’azienda locale Termoelectrica per la costruzione di un impianto a carbone ad alta efficienza per la generazione di elettricità in prossimità delle città di Brăila o Galati (all’est del Paese, sul Danubio)[30]. Sempre nel settore energetico, Ansaldo Energia ha poi realizzato la prima unità della Centrale nucleare di Cernavodă, che fornisce oltre il 10% del fabbisogno di energia elettrica del Paese, e, nell’ottobre 2007, ha messo in funzione la seconda unità[31]. Il 21 novembre 2008 è stato firmato l’accordo tra la società statale di gestione dell’energia nucleare, Nuclearelectrica, ed i sei gruppi stranieri, tra cui Enel, che dovrebbero finanziare la realizzazione dei reattori 3 e 4 della centrale nucleare di Cernavodă.

 

Sono da tempo presenti in Romania alcuni importanti contractor italiani, che lavorano su progetti infrastrutturali finanziati dall’UE e della BEI nonché rilevanti gruppi del settore industriale e dei servizi: Riso Scotti (Ialomita), Lactitalia (Timişoara), Divani & Divani di Natuzzi (Baia Mare), Zoppas (Sânnicolau Mare), Termomeccanica Ecologia S.p.A. (che si è aggiudicata l’appalto per la realizzazione dell’impianto di trattamento delle acque reflue di Craiova, finanziato dalla BEI), Società Interbancaria per l’Automazione (che ha realizzato il sistema dei pagamenti interbancari per la Banca Nazionale di Romania), Martelli Europe S.r.l. (impianto di lavorazione del tessile a Buzău), Ferrari (con l’apertura di uno show-room nel maggio 2008), Parmalat, Agip, Assicurazioni Generali, Sirti/Finsiel, Stefanel, Fiat/Iveco, Butan Gas, Gruppo Industrie Peruzzo, Astaldi/Italstrade[32], Todini, Grassetto, Secol, TIrrenia Scavi, Pizzarotti, Euroholding e SNAM Progetti.

Ulteriori opportunità potranno scaturire dalla decisione del Governo romeno di privatizzare la società “CFR” che gestisce il trasporto merci delle Ferrovie dello Stato romene: il piano d’azione è attualmente in attesa dell’approvazione da parte delle Autorità europee. La Romania ha inoltre in programma la costruzione di una linea ferroviaria ad alta velocità (Budapest-Bucarest) e la modernizzazione delle principali stazioni ferroviarie del Paese, per la quali vi è un interesse della società Grandi Stazioni. Il Gruppo FS sta inoltre seguendo la definizione di altri due importanti progetti: la realizzazione del collegamento ferroviario tra la stazione di Bucarest Nord e l’aeroporto internazionale della capitale, per il quale vi è anche un interesse da parte del Gruppo Finmeccanica, e la costruzione dell’anello ferroviario intorno a Bucarest. Ulteriori opportunità per imprese italiane potrebbero derivare dalla decisione con la quale, nell’agosto scorso, il Governo ha stabilito di costruire un nuovo aeroporto nella zona sud della capitale, in direzione del confine con la Bulgaria.

Non meno interessante il dato della presenza italiana nel settore agro-alimentare, nel quale il nostro Paese risulta essere il primo investitore straniero: circa 300.000 ettari di terreni agricoli sul territorio romeno sono stati acquisiti da società a partecipazione italiana, e la tendenza è verso un’ulteriore crescita.

Di rilievo anche gli interessi italiani nel settore della difesa e delle alte tecnologie. Il Gruppo Finmeccanica (SELEX Communications, Telespazio, Elsag ed Ansaldo Nucleare) ha aperto nel 2006 un ufficio di rappresentanza a Bucarest[33]. La società Orizzonte Sistemi Navali è invece interessata a partecipare alla gara per acquisto di corvette da parte della Marina romena. Il 7 dicembre 2007 è stato sottoscritto un contratto tral’italiana Alenia Aeronautica ed il Ministero della Difesa per la fornituradi 7 aeroplani da trasporto C-27J Spartan. Alenia è altresì interessata, alla guida del Consorzio Eurofighter, alla garaper la fornitura di 24/48 velivoli da combattimento per l’Aeronautica Militare romena. La Oto Melara è impegnata nella realizzazione delle torrette per carri armati in dotazione presso l’esercito romeno. La SELEX Sistemi Integrati ha realizzato il sistema di controllo del traffico aereo civile, commissionato dal Ministero romeno dei Trasporti e co-finanziato dalla BEI (100 milioni di dollari).

 

 

Interessi delle aziende italiane nel settore energetico

 

Le risorse interne romene (petrolio, gas e carbone) sono diversificate ma insufficienti a coprire il fabbisogno nazionale, notevolmente cresciuto in ragione della continua espansione della produzione industriale. La Romania importa il 34% del suo fabbisogno di risorse energetiche, principalmente dalla Russia.

Obiettivo del Governo romeno è quindi la sicurezza e la diversificazione degli approvvigionamenti. Bucarest è tra i sostenitori del progetto di gasdotto Nabucco e del progetto di oleodotto Costanza-Trieste (PEOP), che renderebbe il Paese il principale punto di partenza europeo per il trasporto del greggio proveniente dal Mar Caspio e dal Medio Oriente (la Romania ha stretto accordi in tal senso con l’Azerbaijan ed il Qatar). L’Italia ha fino ad oggi assicurato il sostegno “politico” al progetto ma non e’ entrata a far parte del consorzio di imprese che ne dovrebbe promuovere la realizzazione.

Per quanto riguarda il comparto dell’energia elettrica, nel quale il Paese è esportatore netto, la Romania potrebbe triplicare entro il 2020 la produzione derivante da risorse rinnovabili. Modificando l’impostazione che ha portato le Autorità romene ad intraprendere importanti processi di privatizzazione (cui Enel ha partecipato con successo). Bucarest è attualmente orientata a dar vita a due holding nazionali sotto le quali collocare alcune delle compagnie di stato operanti nel campo della produzione e distribuzione dell’energia elettrica, come annunciato nel giugno 2009 dal Ministro dell’Economia e responsabile per l’Energia, Adriean Videanu, riconfermato nell’incarico in seguito alla creazione del nuovo Governo nel dicembre 2009.

 

 

Presenza delle aziende italiane

 

ENEL: l’azienda è attualmente il principale investitore nel settore elettrico in Romania, con acquisizioni di oltre 1 miliardo di Euro, 2,5 milioni di clienti pari a circa il 30% del mercato, circa 5.500 dipendenti ed un piano di investimenti per l’ammodernamento delle reti elettriche per oltre 2 miliardi di Euro nei prossimi 15 anni: la strategia dell’ENEL e’ volta a posizionare il Gruppo come operatore integrato nel mercato elettrico romeno, attraverso le seguenti priorità:

§      prosecuzione nella partecipazione alla gara per lo sviluppo di due nuove unità nucleari presso l’impianto di Cernavodă (investimento superiore a 2 miliardi di Euro);

§      sviluppo di una serie di impianti a fonti rinnovabili, in particolare eoliche;

§      realizzazione di almeno un impianto a carbone ad alta efficienza per la generazione di elettricità, con limitato impatto ambientale, in prossimità delle città di Brăila o Galaţi;

§      sviluppo di attività commerciali per la compravendita di energia all’ingrosso sul mercato romeno.

La posizione del Gruppo in Romania è venuta recentemente al centro dell’attenzione del Senato Rumeno, con la creazione di una commissione d’inchiesta che dovrà presentare, entro i primi giorni di aprile 2010, un rapporto relativo alla qualità dei servizi forniti da ENEL (e della tedesca E.ON). L’azienda italiana ha ammesso alcune mancanze, che imputa però a difficoltà oggettive quali lo stato della rete, ma nega sostanziali violazioni dei contratti stipulati. ENEL vanta altresì un credito di circa 120 milioni di Euro nei confronti delle Ferrovie romene, per il quale – nonostante vari interventi a livello politico – non si è finora pervenuti ad una soluzione soddisfacente per l’azienda italiana.

ANSALDO ENERGIA: il gruppo ha realizzato insieme al partner canadese AECL le prime due unità della centrale nucleare di Cernavodă, che forniscono da sole il 20% del fabbisogno energetico nazionale ed è inoltre interessata alla costruzione e messa in opera della terza e quarta unità. Il Governo romeno investirebbe nel progetto 4 miliardi di euro ed il Consorzio Ansaldo-AECL si candida alla sua realizzazione anche in funzione della buona riuscita delle prime due unità.

TERNA: ha firmato, con il gestore della rete di trasmissione dell’energia elettrica, Transelectrica, un MoU sullo sviluppo infrastrutturale e la partnership strategica; è inoltre interessata ad uno scambio azionario con l’omologa romena (al 71% controllata dal Ministero dell’Economia).

INERGIA: nei prossimi due anni opererà nello sviluppo, realizzazione e gestione di impianti di produzione di energia rinnovabile (nel 2006 aveva costituito a Costanza la filiale Land Power, con l’obiettivo di avviare in Dobrogea parchi eolici per circa 250 MW).

SORGENIA ROMANIA: costituita nel 2008, prevede di investire 600 milioni di Euro nel comparto eolico entro il 2011, con progetti localizzati nelle zone di Costanza-Tulcea e Iasi-Vaslui, per un totale di 13 siti.

 


DATI STATISTICI BILATERALI

 

 

SACE
(31/12/2007 – milioni di euro)

Categoria di rischio

3

apertura

Garanzie deliberate
(capitale e interessi)

282

 

Garanzie perfezionate

115

100 mln già erogati

 

 


Principali esportazioni ed importazioni italiane

 

Principali sezioni della Nomenclatura Combinata.

Esportazioni FOB 1.01 – 30.06.2009 – Principali gruppi merceologici

Tipologie merci

Valore
-milioni euro-

Quota % sul totale export

Variazione %
I sem 2009/
I sem 2008

Macchine e dispositivi meccanici; macchine, apparecchiature ed attrezzature elettriche

3.450,5

25,4

-13,5

Metalli comuni ed altri articoli in metallo

1.428,9

10,5

-48,7

Autoveicoli e altri mezzi ed attrezzature da trasporto

2.234,1

16,5

+12,5

Materiali tessili ed altri articoli connessi

1.483,4

10,9

-19,1

Prodotti minerali

892,9

6,6

-49,3

Materie plastiche, gomma e articoli connessi.

645,4

4,8

-27,9

Totale Esportazioni Mondo

13.565,9

100

- 20,3

Fonte: INS (Istituto Nazionale di Statistica)

 

Importazioni CIF 1.01. – 30.06.2009 – Principali gruppi merceologici

Tipologie merci

Valore
-milioni euro-

Quota % sul totale

Variazione %
I sem 2009/
I sem 2008

Macchine e dispositivi meccanici; macchine, apparecchiature ed attrezzature elettriche

4.626,0

25,8

-30,3

Prodotti minerali

1.644,5

9,2

-57,3

Autoveicoli e altri mezzi ed attrezzature da trasporto

1.337,7

7,5

-66,7

Metalli comuni ed altri articoli in metallo

1.695,5

9,4

-45,9

Prodotti dell’industria chimica

2.088,8

11,6

-6,6

Materiali tessili ed altri articoli connessi

1.397,4

7,8

-22,4

Totale Importazioni Mondo

17.947,4

100

-36,4

 


Nelle tabelle seguenti sono riportate le graduatorie dei primi 10 partners commerciali della Romania, per quanto concerne esportazioni ed importazioni

Esportazioni della Romania – Principali Paesi acquirenti

 

Paese

Valore
- milioni euro -

Quote

Variazioni %
I SEM 2009/
I SEM 2008

Gen-Giu 2008

Gen-Giu 2009

Gen-Giu 2008

Gen-Giu 2009

 

Mondo

17.026,9

13.565,9

100

100

-20,3

1.

Germania

2.645,7

2.584,5

15,8

19,0

-6,1

2.

Italia

2.649,0

2.172,1

15,8

16,0

-19,3

3.

Francia

1.244,9

1118,0

7,4

8,2

-12,7

4.

Turchia

1.393,5

678,8

8,3

5,0

-51,3

5.

Ungheria

871,2

595,8

5,2

4,4

-34,3

6.

Regno Unito

568,3

440,9

3,4

3,2

-22,6

7.

Olanda

384,8

436,8

2,3

3,2

+11,8

8.

Bulgaria

716,5

425,6

4,3

3,1

-41,8

9.

Spagna

370,7

392,6

2,2

2,9

+3,0

10.

Austria

356,5

360,6

2,1

2,7

+0,6

Fonte: INS (Istituto Nazionale di Statistica)

 

Importazioni della Romania - Principali Paesi fornitori

 

Paese

Valore

- milioni euro -

Quote

Variazioni %
I SEM 2009/
I SEM 2008

Gen-Giu 2008

Gen-Giu 2009

Gen-Giu 2008

Gen-Giu 2009

 

Mondo

28.226,0

17.947,4

100

100

-36,4

1.

Germania

4.582,5

3.007,3

16,7

16,8

-36,8

2.

Italia

3.312,8

2.203,8

12,0

12,3

-35,2

3.

Ungheria

1.826,1

1.501,4

6,6

8,4

-22,3

4.

Francia

1.651,7

1.187,3

6,0

6,6

-30,9

5.

Austria

1.362,9

880,0

5,0

4,9

-37,9

6.

China

1.043,3

825,9

3,8

4,6

-20,8

7.

Olanda

1.033,2

716,4

3,8

4,0

-30,4

8.

Turchia

1.465,9

676,4

5,3

3,8

-53,9

9.

Kazakhstan

1.344,8

632,4

4,9

3,5

-53,0

10.

Polonia

943,0

614,6

3,4

3,4

-35,7

Fonte: INS (Istituto Nazionale di Statistica)


Visite ed incontri recenti sul piano bilaterale

 

2007

16 gennaio

Visita a Bucarest del Presidente del Consiglio, On. Romano Prodi

14 maggio

Visita a Bucarest del Ministro delle Politiche Agricole Paolo De Castro

12 giugno

Visita a Roma del Segretario di Stato Adrian Vierita e suo incontro con il Sottosegretario Crucianelli

24 giugno

Missione a Bucarest della Commissione Affari Europei della Camera dei Deputati

25-26 giugno

Visita a Bucarest del Sindaco di Roma Walter Veltroni

12 luglio

Visita a Roma del Primo Ministro Popescu-Tariceanu

25-26 luglio

Visita a Bucarest del Sottosegretario allo Sviluppo Economico Marco Stradiotto

25 agosto

Incontro tra il Ministro dell’Istruzione Fioroni ed il suo omologo Adomitei a Rimini

4 ottobre

Incontro del Ministro della Difesa Parisi con il suo omologo Melescanu a Roma

11-12 ottobre

Partecipazione del Vice Presidente del Senato Caprili alla riunione dell’Associazione europea dei Senati

18 ottobre

Visita a Bucarest e Bacau del Sindaco di Torino Chiamparino e del Prefetto della città, Sottile

22-23 ottobre

Visita a Bucarest del Sottosegretario agli Esteri Crucianelli. Incontro con il proprio omologo Vierita

24 ottobre

Visita a Roma del Ministro dell’Interno David

5 novembre

Visita a Roma del Segretario di Stato e Presidente dell’Agenzia Nazionale per i Rom Bumbu. Incontro con il DG per gli Italiani all’Estero Benedetti

6 novembre

Visita a Bucarest del Ministro per lo Sviluppo Economico Bersani. Incontri con il PM Tariceanu e il Ministro Vosganian

7 novembre

Visita a Roma del Primo Ministro Tariceanu e dei Ministri degli Esteri Cioroianu e dell’Interno David

19 novembre

Visita a Roma del Vice Ministro degli Esteri Gheorghiu. Incontro con il Vice Ministro degli Esteri Danieli

9-10 dicembre

Visita a Bucarest del Ministro del Commercio Internazionale e per le Politiche Europee, Bonino

20-21 dicembre

Visita a Bucarest del Ministro per la Solidarietà Sociale, Ferrero

 


2008

9 gennaio

Visita a Bucarest dell’On. Ministro D’Alema. Incontri con il Ministro degli Esteri Cioroianu ed il Primo Ministro Tariceanu

6 maggio

Partecipazione del Presidente di Confindustria Montezemolo alla riunione di Unimpresa Romania a Bucarest

15 maggio

Incontro a Roma tra il Ministro dell’Interno Maroni ed il suo omologo David

5 giugno

Visita a Bucarest del Ministro dello Sviluppo Economico, Commercio Internazionale e Comunicazioni Scajola

9 giugno

Incontro a Roma tra l’On. Ministro Frattini ed il Ministro degli Esteri Comanescu

10 giugno

Visita a Bucarest del Ministro per le Politiche Comunitarie Ronchi

2 luglio

Incontro dell’On. Ministro con il Presidente della Commissione Esteri del Senato, Mircea Geoana

31 luglio

Incontro a Roma del Presidente Basescu con il Presidente Berlusconi

5 settembre

Incontro a Roma del Presidente Basescu con il Presidente della Repubblica Napolitano

9 ottobre

Primo Vertice Intergovernativo italo-romeno a Roma

 

 

2009

29 gennaio

Visita a Roma del Ministro dell’Economia Videanu

23 febbraio

Incontro dell’On. Ministro con il Ministro degli Esteri Diaconescu, Roma

23 aprile

La Presidente della Camera romena, Anastase, ha incontrato a Roma il Ministro Frattini ed il Presidente della camera Fini

8 giugno

Trilaterale a Belgrado tra i MAE di Italia, Romani e Serbia

7 luglio

Visita a Bucarest del Ministro degli Esteri Frattini

16-17 luglio

Visita a Bucarest della Commissione Parlamentare per l’Infanzia, presieduta dall’On. A. Mussolini

22-23 luglio

Visita a Bucarest del Ministro dell’Interno Maroni

16-17 settembre

Visita a Roma del Primo Ministro romeno Emil Boc, accompagnato dai Ministri degli Esteri Diaconescu, dell’Economia Videanu e della Salute Bazac

27-28 ottobre

Visita a Bucarest dei membri italiani dell’Assemblea Parlamentare INCE (in occasione riunione annuale)

12 novembre

Visita a Bucarest del Ministro degli Esteri Frattini (in occasione della ministeriale INCE)

13 novembre

Visita a Bucarest del Sottosegretario di Stato Alfredo Mantica (in occasione del vertice INCE)

 


Principali accordi bilaterali

 

 

DENOMINAZIONE

DATA FIRMA

IN VIGORE

MEMORANDUM DI INTESA SUL FUNZIONAMENTO DELLE SEZIONI SCOLASTICHE BILINGUI, CON N. 2 ALLEGATI

17/04/2002

SI 21.11.2002

SCAMBIO DI NOTE, COSTITUENTE UN ACCORDO, PER L'ESENZIONE DALL'OBBLIGO DI VISTO AGLI AUTISTI CHE EFFETTUANO TRASPORTI DI MERCI E PASSEGGERI TRA I DUE PAESI.

24/04/2002

SI 01.05.2002. COMUNICATO IN GU N. 268 SO DEL 15.11.2002.

SCAMBIO DI NOTE, COSTITUENTE UN ACCORDO, SUL RECIPROCO RICONOSCIMENTO DELLE PATENTI DI GUIDA, CON N. 3 ALLEGATI.

17/06/2002

17/06/2002

MEMORANDUM DI INTESA PER LA COOPERAZIONE NEL PROCESSO DI ADESIONE DELLA ROMANIA ALL'UNIONE EUROPEA.

12/11/2002

SI 12.11.2002

ACCORDO SUL TRASFERIMENTO DELLE PERSONE CONDANNATE ALLE QUALI E' STATA INFLITTA LA MISURA DELLA ESPULSIONE O QUELLA DELL'ACCOMPAGNAMENTO AL CONFINE.

13/09/2003

13/09/2003

ACCORDO DI COOPERAZIONE CULTURALE E SCIENTIFICA.

21/10/2003

SI 10.03.2006

ACCORDO PER LA RECIPROCA TUTELA DELLE INFORMAZIONI CLASSIFICATE.

06/04/2005

SI 01.12.2005

ACCORDO SULLA COOPERAZIONE PER LA PROTEZIONE DEI MINORI ROMENI NON ACCOMPAGNATI O IN DIFFICOLTÀ PRESENTI SUL TERRITORIO ITALIANO.

09/06/2008

SI 12.10.2008

ACCORDO DI COLLABORAZIONE TURISTICA.

15/04/1993

SI 18.01.1996

SCAMBIO DI NOTE PER L'ESENZIONE E LA GRATUITÀ DEL VISTO CONSOLARE SUI CERTIFICATI DI ORIGINE E SULLE FATTURE COMMERCIALI.

25/02/1930

SI 21.01.1933

PROTOCOLLO CONCERNENTE IL REGIME DOGANALE, CON SCAMBIO DI NOTE.

25/11/1950

SI 20.12.1950

ACCORDO DI PAGAMENTO E SCAMBI DI NOTE.

28/01/1958

SI 01.03.1958. COMUNICATO IN GU N. 58 DEL 07.03.1958

ACCORDO PER LA COOPERAZIONE SCIENTIFICA E TECNICA.

16/06/1964

SI 30.03.1965

CONVENZIONE VETERINARIA, CON SCAMBIO DI NOTE.

14/04/1965

SI 14.04.1965 PARZIALMENTE

ACCORDO PER LA COLLABORAZIONE ECONOMICA, INDUSTRIALE E TECNICA.

06/09/1965

SI 10.03.1966

ACCORDO SUI TRASPORTI INTERNAZIONALI SU STRADA.

14/07/1966

SI 02.06.1967

ACCORDO CULTURALE.

08/08/1967

SI 07.02.1968

ACCORDO DI COPRODUZIONE CINEMATOGRAFICA.

08/08/1967

SI 05.12.1967

SCAMBIO DI NOTE RELATIVO ALL'APERTURA DI UFFICI TURISTICI NELLE RISPETTIVE CAPITALI.

08/08/1967

SI 08.08.1967

CONVENZIONE CONSOLARE.

08/08/1967

SI 11.05.1972

SCAMBIO DI NOTE PER LA RIAPERTURA DELL'ACCADEMIA RUMENA A ROMA E DELL'UFFICIO DELL'ADDETTO CULTURALE A BUCAREST.

10/08/1967

SI 10.08.1967

ACCORDO CONCERNENTE IL REGOLAMENTO DELLE QUESTIONI FINANZIARIE IN SOSPESO, CON SCAMBIO DI NOTE.

23/01/1968

SI 07.03.1972

SCAMBIO DI NOTE PER LA RECIPROCA APERTURA DI BIBLIOTECHE NELLE RISPETTIVE CAPITALI.

18/06/1969

SI 18.06.1969

PROTOCOLLO ADDIZIONALE DI COLLABORAZIONE TECNICA E SCIENTIFICA NEL SETTORE AGRICOLO.

18/03/1971

SI 18.03.1971

DICHIARAZIONE SOLENNE.

22/05/1973

SI 22.05.1973

ACCORDO FITO-SANITARIO.

11/11/1972

SI 09.09.1973

CONVENZIONE CONCERNENTE L'ASSISTENZA GIUDIZIARIA IN MATERIA CIVILE E PENALE.

11/11/1972

SI 04.08.1975

ACCORDO SULLA NAVIGAZIONE MARITTIMA.

22/05/1973

SI 18.01.1976

ACCORDO DI COLLABORAZIONE ECONOMICA, INDUSTRIALE E TECNICA.

22/05/1973

SI 20.05.1976

 

 

 


Agricoltura in Romania[34]
(a cura del Servizio Rapporti internazionali)

La Romania ha una capacità produttiva agricola di circa 14,7 milioni di ettari, di cui solo 10 milioni sono utilizzati come seminativi. Secondo alcune valutazioni effettuate a fine 2008, circa 6,8 milioni di ettari non vengono utilizzati.

L'agricoltura ha raggiunto circa il 6% del PIL nel 2007, in calo dal 12,6% del 2004.

Secondo dati aggiornati ad agosto 2009, circa 3 milioni di romeni (quasi il 30% della forza lavoro del Paese) sono impiegati in agricoltura, rispetto al 4-5% degli altri paesi occidentali.

La meccanizzazione è relativamente bassa, con un trattore a disposizione in media ogni 54 ettari, mentre la media UE è un trattore per ogni 13 ettari. Esistono circa 170.000 trattori in Romania, di cui circa l'80% sono abbastanza obsoleti. Rispetto alla media europea, dove i trattori sono sostituiti dopo 3000-4000 ore di utilizzo, in Romania, essi a volte durano fino a 12.000 ore.

I principali problemi incontrati dagli agricoltori romeni sono la mancanza di grandi investimenti in agricoltura, a causa di difficoltà di accesso ai fondi disponibili, la frammentazione e l'erosione del suolo, e le relative azioni legali a tutela della proprietà, nonché le tecnologie obsolete.

I prodotti romeni talvolta non corrispondono pienamente alle norme UE di qualità, il che spiega la loro assenza nei mercati esteri, mentre i prodotti stranieri sono facilmente reperibili nei negozi romeni.

Diverse grandi società estere sono entrate con loro investimenti nel mercato agricolo romeno, tra cui Smithfield Foods, Cargill,Bunge, Glencore, Lactalis e Meggle.

Secondo l'Istituto Nazionale di Statistica, nel 2006 sono stati coltivati 991.000 ettari a girasole e 191.000 ettari a soia. La produzione di cereali nel 2006 era pari a 15,1 milioni di tonnellate, di cui 5,3 milioni di tonnellate di frumento e 8,6 milioni di tonnellate di granturco. Nel 2007 una grave siccità ha distrutto oltre il 60% dei raccolti. La produzione di grano è quindi scesa a 3 milioni di tonnellate.

Attraverso la politica agricola comune, la Romania riceverà, secondo le valutazioni della Banca Mondiale, circa 14.5 miliardi di euro tra il 2007 e il 2013.

 

Cereali, frutta e verdura: (migliaia di tonnellate)

Anno

2008

2007

2006

Grano

7,144

3,044

5,520

Mais

-

3,853

8,600

Girasole

1,159

547

-

Patate

3,649

3,712

-

Mele

325

362

-

 


La XIII Commissione Agricoltura della Camera dei deputati
(a cura del Servizio Commissioni)

Ambito di competenza

Il Regolamento della Camera, all’articolo 22, individua l’ambito di competenza della XIII Commissione con riferimento al settore agricoltura.

La circolare del Presidente della Camera del 16 ottobre 1996, in attuazione del comma 1-bis dell’articolo 22 del Regolamento, ha specificato ulteriormente tale ambito, precisando che esso comprende, insieme all’agricoltura, altre quattro materie: la zootecnia e la fauna selvatica; la pesca; la caccia; le risorse forestali.

Nell’intento di favorire una considerazione unitaria dei processi e delle attività produttive legate all’agricoltura, la citata circolare ha altresì ricondotto alle competenze della XIII Commissione due ulteriori materie: la disciplina delle attività industriali nel settore agroalimentare e l’agriturismo.

In particolare, la relazione tra le competenze in materia di agricoltura e quelle concernenti la trasformazione industriale dei prodotti agricoli e alimentari è rafforzata dal fatto che sotto il profilo economico le questioni agricole, in misura sempre più accentuata, sono considerate in una prospettiva di filiera. Peraltro, la citata circolare precisa che resta ferma la competenza della X Commissione Attività produttive in ordine alla definizione degli indirizzi generali di politica industriale.

Alla medesima finalità di valorizzare i nessi economici con la produzione e le strutture agricole è riconducibile l’attribuzione delle competenze in materia di agriturismo (cui è stata assimilata anche la cosiddetta pesca-turismo). La circolare del 1996 stabilisce peraltro che sui relativi progetti di legge deve essere previsto il parere rinforzato della X Commissione, competente in materia di turismo.

Occorre infine ricordare che, per quanto concerne il settore delle risorse forestali, la circolare precisa che la competenza della XIII Commissione si riferisce alla gestione produttiva di tali risorse, mentre spetta alla VIII Commissione Ambiente la competenza relativa ai profili di carattere ambientale.

Per quanto riguarda aree di confine, di sovrapposizione o addirittura di conflitto di competenze con altre Commissioni, si segnala che l’ambito di competenza della XIII Commissione è spesso interessato, per alcuni profili, da materie rientranti in linea di massima nella competenza primaria di altre Commissioni. Ciò anche in considerazione del carattere unitario del settore agroalimentare, che comporta di frequente la necessità di prendere in considerazione, insieme con le questioni strettamente produttive, anche questioni e temi relativi alla salute, all’ambiente, alle risorse idriche ed energetiche, al lavoro. In concreto, in questi casi, il Regolamento e la prassi mettono a disposizione articolati strumenti per la composizione delle questioni di competenza tra le Commissioni (pareri, pareri “rinforzati”, Commissioni riunite), la cui applicazione presuppone sempre una valutazione di prevalenza operata sul caso concreto.

In proposito, è utile segnalare che, nella XV legislatura, sono stati assegnati alla Commissione Agricoltura - e dalla stessa esaminati - alcuni progetti di legge in materia di agroenergie (produzione e impiego di carburanti da biomasse di origine agricola) e di progetti di legge per l’istituzione di agenzie per l’utilizzo delle risorse idriche in agricoltura. Si è quindi ritenuto che l’oggetto prevalente di tali progetti fosse riconducibile alla disciplina di attività agricole piuttosto che alle materie della gestione delle risorse idriche o dell’energia, rientranti rispettivamente nella competenza delle Commissioni VIII e X.

La Commissione Agricoltura ha invece esaminato in sede consultiva i progetti di legge in materia di sicurezza alimentare, assegnati alla XII Commissione Affari sociali (nella XIV legislatura).

Vanno poi ricordate alcune iniziative assunte dalla VIII Commissione Ambiente, che ha più volte rivendicato una riconsiderazione complessiva delle proprie competenze in materia ambientale. Nella XIV legislatura, in occasione dell’esame presso la XIII Commissione delle proposte di legge recanti la riforma della legislazione sull’attività venatoria, a fronte della richiesta formulata da taluni gruppi di opposizione, il Presidente della VIII Commissione, pur rilevando l’inopportunità di sollevare – in virtù della chiarezza della citata circolare del 1996 – un formale conflitto di competenza nei confronti della XIII Commissione, ha prospettato l’esigenza di una nuova valutazione dei criteri di assegnazione dei progetti di legge nella predetta materia al Presidente della Camera. Questi ha tuttavia ribadito come “allo stato non sussistano le condizioni per operare una modifica dei criteri di riparto delle competenze in materia di caccia fra le Commissioni permanenti”, che potrebbe peraltro “essere operato solo nell’ambito di una più generale valutazione circa l’adeguatezza complessiva del riparto medesimo alla luce dell’evoluzione, ancora in corso, del nostro sistema istituzionale”. All’inizio della XV legislatura, inoltre, il Presidente della VIII Commissione ha sottoposto al Presidente della Camera l’esigenza di una valorizzazione della stessa Commissione nell’esame dei progetti di legge che implicano un coinvolgimento diretto delle politiche ambientali, tra le quali, per quanto di interesse in queste pagine, quelle in materia di attività venatoria, disciplina degli organismi geneticamente modificati e biodiversità. A tale iniziativa, il Presidente della Camera ha risposto assicurando la massima attenzione in ordine all’esigenza di una “piena valorizzazione delle competenze della Commissione” in caso di assegnazione di progetti di legge recanti “interventi normativi di carattere trasversale” che interessino – nel loro complesso – la materia ambientale.

Va segnalato infine che, nella XIV legislatura, la Commissione Affari sociali ha sollevato un conflitto di competenza sui progetti di legge in materia di tutela e valorizzazione degli equidi. Il conflitto si è concluso con la conferma dell’assegnazione primaria alla XIII Commissione dei progetti medesimi, in quanto aventi ad oggetto prevalente l’allevamento di animali, e con l’attribuzione alla Commissione Affari sociali del parere rinforzato, relativamente ai profili attinenti la sanità veterinaria e le pratiche terapeutiche.

 

 


 

L’attività parlamentare in materia di agricoltura

Health check e Italia

L’attività parlamentare in materia di agricoltura si è incentrata sulla “valutazione dello stato di salute”-Health check della Politica agricola comune (PAC), avviata dalla Commissione europea con la comunicazione “Preparare il ‘bilancio di salute’ della PAC riformata” (COM(2007)722) contenente il programma volto a rendere più efficiente e moderna la politica agricola comune dell'Unione europea, e conclusa il 20 novembre 2008 con l’accordo politico in sede di Consiglio dei Ministri dell’agricoltura dell’U.E., poi trasfuso nel regolamento (CE) n. 73/2009.

In sintesi, la comunicazione della Commissione proponeva di:

- semplificare il regime di pagamento unico agli agricoltori, basato sulla superficie coltivata, con l’adozione graduale di una aliquota forfetaria, in luogo dei criteri attualmente adottati che fanno comunque riferimento ai livelli di produzione raggiunti in passato;

- restringere il campo di applicazione della condizionalità (cioè della subordinazione degli aiuti comunitari aiuti al rispetto di determinate norme di tutela ambientale, sicurezza alimentare, qualità degli alimenti e benessere degli animali), semplificandone i criteri secondo una logica di costi-benefici;

- valutare caso per caso le situazioni nelle quali si rende opportuno protrarre ulteriormente il regime di sostegno parzialmente accoppiato, cioè legato alla produzione;

- introdurre limiti massimi e soglie minime di accesso al pagamento unico.

La comunicazione si soffermava quindi sulle questioni relative ad alcuni settori specifici (tra i quali quello delle quote latte, prevedendone la graduale estinzione) ed alle “nuove sfide” da affrontare, anche mediante un rafforzamento finanziario delle politiche di sviluppo rurale: gestione dei rischi in agricoltura, cambiamenti climatici, bioenergie, gestione delle risorse idriche e biodiversità.

Il 12 aprile 2010 il Commissario europeo per l’agricoltura, Dacian Ciolos ha inaugurato un dibattito pubblico on line sul futuro della politica agricola comune, sui suoi obiettivi e principi e sul suo contributo alla strategia "Europa 2020". Il sito dedicato al dibattito (http://ec.europa.eu/agriculture/cap-debate) resterà aperto fino alla fine di giugno. I contributi raccolti saranno tenuti in considerazione nell’elaborazione della comunicazione sulla PAC dopo il 2013 che sarà presentata alla fine dell'anno.

Le proposte della Commissione Europea hanno suscitato un ampio dibattito e sono state oggetto di particolare attenzione da parte delle Commissioni agricoltura dei due rami del Parlamento, che hanno approvato (sedute dell’11 novembre 2008 alla Camera e del 19 novembre 2008 al Senato appositi documenti volti ad indirizzare il Governo nella propria attività negoziale.

I temi sui quali si è maggiormente soffermato il dibattito sono stati quelli relativi alla modifica delle norme generali sul pagamento degli aiuti comunitari agli agricoltori, alla revisione di alcuni sistemi di aiuto specifici per particolari prodotti, alle quote latte.

Per quanto riguarda il pagamento degli aiuti, le proposte legislative della Commissione prevedevano l’aumento progressivo dal 5% al 13% nel 2013 del tasso di riduzione dei pagamenti diretti spettanti agli agricoltori (c.d. modulazione), il cui ricavato è messo a disposizione come sostegno supplementare comunitario alle misure di sviluppo rurale (cd. secondo pilastro della PAC). Nell’accordo finale l’aumento della modulazione è stato limitato (10% nel 2013) e reso più graduale, come auspicato anche da parte dell’Italia.

Le proposte della Commissione prevedevano inoltre l’introduzione di requisiti minimi per la erogazione dei pagamenti diretti, escludendo il pagamento per importi su base annuale inferiori a 250 Euro e per le aziende con superficie ammissibile al pagamento inferiore ad un ettaro, limiti entrambi alquanto penalizzanti per le caratteristiche del sistema produttivo italiano. L’accordo politico in sede di Consiglio ha quindi fissato per l’Italia le soglie suddette in misura meno restrittiva di quanto previsto dalla Commissione: 400 euro o 0,5 ettari per azienda.

Per quanto riguarda i regimi speciali di sostegno ancora in vigore, il documento approvato dalla Commissione agricoltura della Camera, viste le condizioni di mercato delle aziende italiane produttrici di tabacco, chiedeva di valutare l'opportunità di confermare sino al 2013 le regole attuali per la parte di pagamento accoppiata, cioè erogata in relazione alla effettiva produzione il 1° luglio 2012. L’accordo finale ha confermato per il tabacco il disaccoppiamento totale dal 2010, come proposto dalla Commissione, accordando però finanziamenti comunitari supplementari sino al 2013 nelle regioni di produzione.

In relazione al regime delle quote latte, la cui fine è programmata per il 2015, le proposte legislative della Commissione prevedevano l’incremento graduale delle quote per tutti i paesi nella misura dell’1% ad ogni campagna di commercializzazione dal 2009/2010 al 2013/2014, in modo da consentire una “uscita morbida” dal regime. In sede di negoziato l’Italia è riuscita a far valere la propria posizione, secondo cui l’incremento proposto dalla Commissione non era sufficiente per compensare il divario tra produzione e consumo nel nostro Paese (che ha quote per il solo 58 per cento del suo fabbisogno); l’accordo ha quindi accordato all’Italia una maggiorazione del 5% in unica soluzione nel 2009; negli anni 2009/2010 e 2010/2011 i produttori che supereranno le quote previste dovranno pagare una sanzione maggiorata del 50%.

Su questo ultimo argomento le decisioni assunte in sede comunitaria hanno avuto seguito a livello nazionale con il decreto-legge n. 4 del 2009, che ha definito i criteri per la ripartizione tra le aziende del settore lattiero delle maggiori quote di produzione assegnate all’Italia; il provvedimento è decaduto e le disposizioni sono confluite nel decreto-legge n. 5/2009 cosiddetto anticrisi, convertito nella legge n. 33/2009.

 


 

Il rilancio competitivo del sistema agroalimentare

Dall’inizio della legislatura il Governo ha affidato il rilancio competitivo del sistema agroalimentare, colpito da una grave crisi congiunturale, essenzialmente a due provvedimenti, il Decreto Legge 3 novembre 2008, n. 171, "Misure urgenti per il rilancio competitivo del settore agroalimentare", convertito dalla legge 30 dicembre 2008, n. 205 e l’ A.C. 2260, che persegue l’obiettivo del rafforzamento della competitività del settore attraverso la promozione della qualità dei prodotti e del sistema di produzione e una sempre più completa informazione del consumatore.

Il testo del disegno di legge 2260, dopo l’approvazione di numerosi emendamenti nel corso dell’esame in Commissione, è caratterizzato da una serie di misure eterogenee, tra le quali particolare rilevanza assumono le norme volte alla promozione della qualità dei prodotti e del sistema di produzione, intesa come legame con i territori di origine, capacità organizzativa e di penetrazione nei mercati. A tale filone possono ricondursi le disposizioni per la competitività dei prodotti a denominazione protetta volte ad un inasprimento delle sanzioni relative alla violazione dei limiti  all’utilizzo di determinate sostanze nelle preparazioni alimentari riguardanti prodotti DOP, IGP o riconosciuti come specialità tradizionali garantite.

Una finalità analoga è sottesa all’istituzione di un “Sistema di produzione integrata” dei prodotti agroalimentari finalizzato a garantire una qualità superiore del prodotto finale, contraddistinto da un basso uso di sostanze chimiche. Il processo produttivo è controllato da organismi terzi accreditati, e identificato con uno specifico logo, al quale i produttori potranno aderire su base volontaria.

Immediatamente connessa al tema della qualità è le questione relativa alla sicurezza alimentare sia sotto il profilo della razionalizzazione del sistema dei controlli sulla qualità dei prodotti agroalimentari sia sotto il profilo della garanzia di una migliore informazione del consumatore per quanto riguarda le indicazioni riportate sulle confezioni dei prodotti alimentari.

Con riguardo al primo profilo, si intendono rafforzare le azioni per il contrasto e la repressione delle frodi alimentari con specifico riguardo alla  contraffazione dei prodotti protetti. A tal scopo le sezioni di polizia giudiziaria sono integrate con agenti appartenenti al Corpo forestale dello Stato. In parallelo è profondamente revisionato il sistema sanzionatorio per le violazioni delle norme che disciplinano l’attività sementiera, in tema di fabbricazione degli oli vegetali commestibili diversi da quelli di oliva, nonché quello posto a tutela delle caratteristiche degli oli d’oliva e delle loro denominazioni.

Per assicurare una più completa informazione ai consumatori il provvedimento reca norme che dispongono l’obbligo per i prodotti alimentari posti in commercio, di riportare nell’etichetta anche l’indicazione del luogo di origine o di provenienza, in accordo con i più recenti orientamenti che stanno maturando in ambito comunitario.

La norma sull’etichettatura prevista originariamente nel disegno di legge presentato alla Camera è stata esaminata congiuntamente ad un proposta di legge (A.C. 2743) già approvata all’unanimità al Senato sulla medesima materia ed è stata conseguentemente modificata. In particolare la definizione delle modalità degli obblighi relativi all’indicazioni da riportare in etichetta è demandata a decreti del Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali e del Ministro dello sviluppo economico, d’intesa con la Conferenza unificata, tenuto conto delle valutazioni delle associazioni di categoria maggiormente rappresentative della filiera. Con i medesimi decreti sono individuate le filiere agroalimentari e i prodotti soggetti all’obbligo di indicazione nonché il requisito della prevalenza della materia prima agricola utilizzata.

In occasione dell’esame dell’A.C. 2260, la discussione ha riguardato altresì l’individuazione delle questioni sulle quali concentrare le limitate risorse finanziarie disponibili. In particolare il tema, che era stato centrale nel dibattito presso la Commissione Agricoltura, del finanziamento del Fondo di solidarietà nazionale-incentivi assicurativi, quale strumento  per prevenire ed aiutare le imprese agricole  in difficoltà economiche quando si verificano calamità naturali o avversità atmosferiche eccezionali, ha trovato una soluzione  nella legge finanziaria per il 2010. Nel quadro degli interventi che essa ha previsto per il sostegno al pagamento delle polizze assicurative contratte dagli agricoltori, una parte delle risorse disponibili è stata infatti destinata al finanziamento del Fondo di solidarietà.

Resta invece centrale nel dibattito, al fine di assicurare un sostegno alle filiere agroalimentari, agevolando investimenti o favorendo la capitalizzazione delle imprese del comparto dell’agroindustria, la questione dell’estensione all’intero territorio nazionale delle disposizioni che promuovono la stipula di contratti di filiera e di distretto, contenute nell’art. 66 della legge n. 289/2002, la cui operatività è attualmente limitata alle aree sottoutilizzate.

Un ulteriore filone legato al rilancio della competititività può essere individuato nel riordino della materia attinente allo sviluppo della politica forestale. In tal senso l’A.C. 2260, reca una serie molto articolata di modifiche alla disciplina delle attività selvicolturali. In particolare si interviene sul monitoraggio delle risorse forestali e sui meccanismi per la programmazione, da parte delle regioni, delle attività di loro competenza in tale settore, nonché sulla pianificazione della gestione del patrimonio boschivo, nel senso di incentivare le potenzialità del bosco come “risorsa”, anche economica oltre che ambientale, quale importante fattore di sviluppo.

Qualità italiana

La tutela dei prodotti agroalimentari tipici e di qualità costituisce per l’Italia una esigenza fondamentale, in quanto tali prodotti sono uno dei punti di forza per l’immagine del made in Italy, e la difesa della loro identità e del loro legame con il territorio da cui nascono va quindi a beneficio di tutte le produzioni italiane di qualità, anche quelle che non rientrano nel comparto agroalimentare.

Il tema è stato affrontato nella fase iniziale della legislatura su diversi versanti: etichettatura di origine dei prodotti; norme anti-contraffazione; azioni di promozione della qualità; agricoltura biologica.

Per i prodotti agroalimentari non tutelati da denominazioni di origine (DOP) o indicazioni geografiche (IGP) la normativa comunitaria prevede che l'indicazione in etichetta del luogo d'origine o di provenienza possa essere resa obbligatoria solo nella ipotesi che l'omissione della indicazione stessa possa indurre in errore il consumatore circa l'origine o la provenienza effettiva del prodotto alimentare (art. 3 della direttiva 2000/13/CE, recepito dall’art. 3 del D.Lgs. 109/1992). Specifici provvedimenti comunitari sono stati adottati per rendere obbligatoria l’indicazione del luogo di produzione di carni bovine, ortofrutticoli, uova, pollame, miele, olio di oliva (dal 2009) e prodotti biologici recanti il marchio UE (dal 2010).

L’articolo 28 TCE vieta infatti fra gli Stati membri le restrizioni quantitative all’importazione e le misure di effetto equivalente, tra le quali la giurisprudenza della Corte di Giustizia annovera la presunzione di qualità legata alla localizzazione nel territorio nazionale di tutto o di parte del processo produttivo.

I più recenti orientamenti che stanno maturando in ambito comunitario potrebbero tuttavia determinare uno spostamento di tale punto di equilibrio nel senso di una maggiore tutela della informazione per i consumatori. Particolarmente significativo in questo senso l’orientamento espresso il 10 marzo 2009 dal Parlamento europeo che, nell’ambito della discussione sul libro verde della Commissione sulla qualità dei prodotti, ha approvato una risoluzione ove si auspica (punto 14 del dispositivo) l’introduzione dell’indicazione obbligatoria del luogo di produzione delle materie prime attraverso una apposita etichetta che soddisfi l’esigenza dei consumatori di ricevere maggiori informazioni sull’origine del prodotto che acquistano. Questo sistema dovrebbe inoltre essere esteso ai prodotti alimentari trasformati per quanto riguarda i principali ingredienti e il luogo in cui è avvenuta l'ultima trasformazione. Nella sua comunicazione del 28 maggio 2009 sulla politica di qualità dei prodotti agricoli, la Commissione europea prende atto del desiderio di molti coltivatori ed agricoltori di veder chiaramente indicato in etichetta il luogo in cui è stato ottenuto il prodotto agricolo, e si impegna a studiare una dicitura appropriata da stabilire nelle norme di commercializzazione dei prodotti agricoli.

In materia di lotta alla contraffazione interviene il collegato in materia di sviluppo, internazionalizzazione delle imprese ed energia legge n. 99 del 23 luglio 2009 (A.C. 1441-ter). L’art. 15 introduce nel codice penale l’art. 517-quater, che punisce con la reclusione fino a due anni e la multa fino a 20.000 euro chi contraffà o altera indicazioni geografiche o denominazioni di origine di prodotti agroalimentari ovvero introduce nel territorio dello Stato, detiene per la vendita o pone in vendita tali prodotti al fine di trarne profitto.

Il medesimo collegato legge 99/2009 stanzia altresì, con l’art. 18, 18 milioni di euro per lo svolgimento di iniziative di formazione ed informazione e per l’espletamento dei controlli a tutela della qualità delle produzioni agroalimentari, comprese quelle provenienti dalla filiera ittica, immesse al consumo sul territorio nazionale. Una quota di 5 milioni di euro è destinata agli interventi per garantire la tracciabilità dei prodotti olio di oliva e olive da tavola.

Nel quadro degli interventi a tutela della qualità dei prodotti agroalimentari si collocano anche le iniziative legislative che hanno ad oggetto l’agricoltura biologica, comparto di particolare importanza per l’economia agricola italiana. Su questo tema la Commissione agricoltura del Senato sta esaminando, in comitato ristretto, il testo unificato (A.S. 1035 e abb.) di alcuni progetti di legge di iniziativa parlamentare.

 

Tutela delle denominazioni d'origine e delle indicazioni geografiche dei vini

Nel quadro della tutela delle produzioni di qualità si inserisce la riforma organica della disciplina delle denominazioni di origine e delle indicazioni geografiche dei vini.

L'articolo 15 della legge 7 luglio 2009, n. 88 (legge comunitaria 2008), contiene una delega al Governo per l’adeguamento della normativa nazionale alla nuova disciplina dell’Organizzazione Comune del Mercato vitivinicolo (OCM) di cui al Reg. CE n.479/2008, poi confluito nel Reg. CE 1234/2007 (OCM unica). In attuazione di tale delega il Governo ha adottato uno schema di decreto legislativo, presentato alle Camere per l’espressione del parere (atto n. 182) il 14 gennaio 2010.

Il provvedimento si rende necessario per dotare il settore vitivinicolo di qualità, che è una delle principali voci dell'export nazionale e che contribuisce in maniera determinante all'affermazione del «made in Italy» all'estero, di una disciplina nazionale coerente con il nuovo quadro comunitario.

I punti salienti della riforma sono:

§         l’adeguamento della vigente classificazione delle denominazioni di origine e delle indicazioni geografiche alla nuova normativa comunitaria, pur preservando le menzioni specifiche tradizionali italiane;

§         l’individuazione di una nuova procedura per il riconoscimento delle denominazioni di origine e delle indicazioni geografiche, che avviene a livello comunitario, in seguito ad una procedura nazionale preliminare;

§         la semplificazione degli adempimenti a carico dei produttori che si concreta in una serie di misure, prima tra le quali l’istituzione dello Schedario vinicolo che unifica i due strumenti attualmente gestiti dalle Regioni (Albo vigneti DO- elenco vigne IGT);

§         la profonda revisione del sistema dei controlli basata sul principio, imposto dalla normativa comunitaria, della terzietà del soggetto controlllore;

§         il cambiamento della fisionomia e del ruolo del Comitato nazionale vini DOP e IGP

§         la valorizzazione e la nuova definizione delle funzioni dei Consorzi di tutela anche alla luce del nuovo sistema di controlli;

§         la definizione di un nuovo sistema sanzionatorio in modo da dare attuazione ai principi della delega che richiedono una più efficace tutela delle produzioni di pregio ed un più incisivo sistema di sanzioni che oltre che “afflittivo” si riveli anche “proporzionato”.

§         l’abrogazione della normativa attualmente vigente, recata dalla legge 10 febbraio 1992, n.164.

 

 


Le biotecnologie transgeniche applicate in agricoltura: il dibattito sugli OGM

Le biotecnologie transgeniche applicate in agricoltura rappresentano una delle innovazioni più controverse che negli ultimi decenni hanno interessato il settore agricolo. Se da un lato le biotecnologie rappresentano una metodologia del futuro, in teoria capace di risolvere molti problemi legati all’attività agricola, dall’altro le insufficienti informazioni circa i possibili effetti nel lungo periodo, per l’uomo e per l’ambiente, pongono dubbi rilevanti sulla reale necessità di applicazione e di rilascio ambientale.

Gli stati europei che hanno coltivazioni Ogm sono sei, la superficie totale coltivata ad Ogm nel continente è diminuita del 12% in un anno. La Germania a fine 2008 ne ha vietato la coltivazione. Nei Paesi in via di sviluppo, in Cina, in Brasile invece gli Ogm aumentano.

 

Il 2 marzo la Commissione europea ha adottato due decisioni che autorizzano la coltivazione e la trasformazione in amido per usi industriali della patata geneticamente modificata Amflora (decisione 2010/135/UE) nonché la sua utilizzazione come ingrediente di mangimi e di alimenti (decisione 2010/136/UE).

Nella stessa occasione il Commissario europeo responsabile per la salute e la protezione dei consumatori, John Dalli, in conformità alle “Linee guida per la nuova Commissione” predisposte dal Presidente Barroso il 3 settembre 2009, ha preannunciato per l’estate 2010 la presentazione di una proposta che dovrebbe combinare un sistema di autorizzazione comunitario, basato su conoscenze scientifiche, con la libertà degli Stati membri di decidere se consentire o meno la coltivazione di OGM sul proprio territorio

 

La disciplina degli OGM

La commercializzazione e sperimentazione di OGM in Europa sono disciplinate in primo luogo dalla direttiva 2009/41/CE[35] che regola l'impiego confinato di microrganismi geneticamente modificati in modo da limitare le possibili conseguenze negative sulla salute umana e sull'ambiente. Il provvedimento, diretto in particolare a prevenire gli incidenti e consentire il controllo dei rifiuti, è stato recepito con il D.Lgs. 3 marzo 1993, n. 91.

La materia è altresì regolata dalla Direttiva 2001/18/CE[36] concernente l'emissione deliberata nell'ambiente di organismi geneticamente modificati, che include la loro immissione in commercio ovvero la messa a disposizione di terzi, dietro compenso o gratuitamente, all'interno della Comunità. Tale direttiva è stata recepita in Italia dal D.lgs. 8 Luglio 2003, n. 224.

Successivamente sono stati pubblicati nuovi Regolamenti relativi alla commercializzazione, tracciabilità ed etichettatura degli ogm che integrano la prima regolamentazione dei novel food della fine degli anni ’90: il Regolamento 1829/2003/CE che istituisce procedure comunitarie per l'autorizzazione e vigilanza degli alimenti e mangimi geneticamente modificati (prodotti "da" un OGM, ma non quelli "con" un OGM) e stabilisce norme per l'etichettatura di tali alimenti e mangimi; e il Regolamento 1830/2003/CE che istituisce un quadro normativo per la tracciabilità dei prodotti contenenti OGM e degli alimenti e dei mangimi ottenuti da OGM, che oltre a facilitare un’accurata etichettatura è diretto ad agevolare l'attuazione di misure di gestione del rischio, incluso il ritiro di prodotti dal mercato.

Le disposizioni sanzionatorie delle violazioni dei detti regolamenti sono state approvate con il D.lgs. 21 marzo 2005, n. 70.

Va infine detto nel 2001, in attuazione delle direttive 98/95/CE e 98/96/CE, è stato adottato il D.lgs. 212/2001 il quale prevede, in apparente contrasto con la normativa comunitaria (ove si prevede che le varietà OGM autorizzate a livello europeo possano liberamente circolare su tutto il territorio comunitario), che la messa in coltura di prodotti sementieri contenenti OGM sia soggetta ad autorizzazione del Ministero delle politiche agricole e forestali, di concerto con i Ministri dell’ambiente e della salute, sulla base di un parere tecnico previamente espresso da una Commissione di esperti (12 membri) di nomina ministeriale e regionale (art.1, co.2).

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Il procedimento di autorizzazione degli ogm

Il d.lgs n. 224/2003, basato sul principio di precauzione, stabilisce le misure volte a proteggere la salute umana, animale ed ambientale, relativamente alle attività di rilascio di OGM definiti come organismi, diversi dall'essere umano, il cui materiale genetico è stato modificato in modo diverso da quanto si verifica in natura mediante accoppiamento o incrocio o con la ricombinazione genetica naturale), con riferimento alla:

§         emissione deliberata per scopi diversi dall'immissione sul mercato;

§         immissione sul mercato di OGM come tali o contenuti in prodotti.

L'organo competente alla verifica e rilascio dei provvedimenti autorizzativi è individuato nel Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio, d'intesa, per quanto di rispettiva competenza, con i Ministri della salute, del lavoro e delle politiche sociali, delle politiche agricole e forestali, delle attività politiche e dell'istruzione, dell'università e della ricerca.

Chiunque intende effettuare un'emissione deliberata nell'ambiente di un OGM è tenuto a presentare preventivamente una notifica all'autorità nazionale competente, accompagnato da:

a) un fascicolo tecnico con le informazioni dettagliate riportate all' allegato III;

b) la valutazione del rischio ambientale;

c) la valutazione del rischio per l'agrobiodiversità, i sistemi agrari e la filiera agroalimentare.

Ricevuta la notifica, l'Autorità nazionale competente effettua un’istruttoria preliminare, al termine della quale ne trasmette copia ai Ministeri della salute e delle Politiche agricole e forestali, all'APAT (Agenzia per la protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici) ed alle Regioni e Province Autonome competenti.

E' prevista anche una procedura di consultazione ed informazione pubblica.

Si provvede, poi, allo scambio di informazioni con la Commissione europea e le autorità competenti degli altri Stati membri, mentre viene inviata al notificante ed alla Commissione europea la relazione di valutazione. Si rilascia, quindi, al notificante, l'autorizzazione scritta all'emissione e si stabiliscono i requisiti di etichettatura ed imballaggio.

Qualora necessario, gli organi di competenza possono, con provvedimento d'urgenza, limitare o vietare temporaneamente l'immissione sul mercato, l'uso o la vendita sul territorio nazionale di un OGM.

L'Autorità nazionale competente invia alla Commissione europea una sintesi di ogni notifica ricevuta e anche delle decisioni definitive adottate nei confronti delle stesse, includendovi le eventuali ragioni per le quali una notifica è stata respinta.

L'Autorità nazionale competente una volta l'anno trasmette alla Commissione europea un elenco degli OGM il cui rilascio è stato autorizzato mediante le procedure differenziate e semplificate, quindi degli OGM i cui rilasci non sono stati autorizzati.

Presso l'autorità nazionale competente è istituito un pubblico registro informatico dove sono annotate le localizzazioni degli OGM emessi. Un sistema analogo è istituito presso le Regioni e le Province Autonome, al fine di annotarvi le localizzazioni degli OGM coltivati per il monitoraggio di eventuali loro effetti.

Chiunque coltiva OGM deve comunicare alle Regioni e Province Autonome competenti per territorio la localizzazione delle coltivazione e conserva per dieci anni le informazioni relative agli OGM coltivati ed alla loro localizzazione.

Contestualmente, deve apporre adeguati cartelli di segnalazione che indicano chiaramente la presenza di OGM.

 

Soglie di tolleranza

I regolamenti CE 1829/2003 e 1830/2003 prevedono due soglie di tolleranza in caso di contaminazione accidentale:

•  per gli OGM autorizzati, lo 0.9 %;

•  per gli OGM non autorizzati - ma oggetto di una positiva valutazione da parte delle autorità scientifiche competenti - lo 0.5%, in osservanza di quanto previsto dall'art. 47 del reg. CE 1829/2003 e solo per un periodo transitorio valido fino al 19 aprile 2007.

 

Etichettatura

Ai sensi dell'art. 21 della direttiva 2001/18/CE come modificata dall'art. 7 del reg. CE 1830/03 cit. concernente la tracciabilità e l'etichettatura di alimenti e mangimi geneticamente modificati, in tutte le fasi di immissione sul mercato, lo Stato membro deve presentare etichettature ed imballaggi conformi alle specifiche indicate nelle relative autorizzazioni.

Per i prodotti per i quali non possono essere escluse tracce non intenzionali e tecnicamente inevitabili di OGM autorizzati (la dimostrazione è a carico del produttore), il regolamento CE fissa nella soglia dello 0.9 % il limite di contaminazione al di sotto del quale tali prodotti non devono essere etichettati, fatta salva la disciplina in materia di sementi.

Sono esenti da obbligo di etichettatura i prodotti animali e/o di origine animale (es. carne, uova, prodotti lattiero-caseari) che derivano da animali nutriti con mangimi geneticamente modificati o curati con medicinali GM nonché gli alimenti ottenuti con l'ausilio di coadiuvanti tecnologici geneticamente modificati utilizzati nei processi di trasformazione delle materie prime alimentari (ad es. lieviti, batteri, enzimi geneticamente modificati).

Per la legislazione nazionale si veda il sito del Ministero dell’ambiente  http://bch.minambiente.it/IT/Legislazione/comunitaria%20e%20nazionale/index.asp

Per la legislazione regionale si veda il link

http://bch.minambiente.it/IT/Legislazione/regionale/index.asp.

 

La coesistenza tra agricoltura convenzionale, biologica e transgenica

A completamento del quadro legislativo sopra delineato, l'Italia ha emanato il D.L. n. 279/2004 «Disposizioni urgenti per assicurare la coesistenza tra le forme di agricoltura transgenica, convenzionale e biologica (convertito con modificazioni dalla L. n. 5/2005), con il quale è stata data attuazione alla raccomandazione della Commissione 2003/556/CE.

Il principio ispiratore del legislatore nazionale è quello di evitare che l’adozione di una qualsiasi  metodologia colturale possa compromettere lo svolgimento delle altre pratiche colturali, stabilendo pertanto che l’introduzione di colture transegiche avvenga non solo senza recare pregiudizio alle attività preesistenti, ma anche senza comportare la necessità di modificare o adeguare le normali tecniche di coltivazione e allevamento (art. 2).

Per consentire poi una scelta reale tra i diversi prodotti (convenzionali, biologici, transgenici), tanto da parte degli agricoltori quanto dei consumatori - tenuto conto che nel corso del processo di produzione i semi ed il polline possono essere trasportati a grande distanza e che nelle successive fasi di raccolta, trasporto e stoccaggio dei prodotti vegetali non si può escludere la contaminazione - viene fatto obbligo di praticare le colture transgeniche all'interno di filiere separate rispetto a quelle convenzionali o biologiche.

Il decreto legge aveva inoltre introdotto (art.8) una sostanziale moratoria sull’utilizzo di OGM in agricoltura nel nostro Paese, destinata ad essere rimossa solo quando tutte le regioni avessero adottato i Piani regionali di coesistenza tra colture tradizionali, biologiche e transgeniche (ossia le regole tecniche volte ad evitare ogni forma di commistione e ad assicurare la separazione delle filiere). I Piani di coesistenza dovevano essere redatti nel rispetto delle norme quadro definite con decreto del Ministro agricolo sulla base di linee-guida disposte da un apposito Comitato di esperti.

Tuttavia la sentenza della Corte costituzionale n. 116 del 2006 ha dichiarata l’illegittimità di numerose disposizioni del decreto-legge, annullando nella sostanza tutte le norme funzionali all’adozione dei Piani di coesistenza regionali (Comitato consultivo, linee-guida, DM-quadro, Piani di coesistenza e relative sanzioni) in quanto lesive delle competenze legislative regionali.

Il decreto pertanto appare ora significativamente ridimensionato, mentre alle regioni è stata riconosciuta la piena ed immediata competenza in materia, anche in ordine all’uso di OGM.

Tuttavia, nonostante la dichiarazione di illegittimità costituzionale del decreto-legge n.279/2004 (e conseguentemente del venir meno della “moratoria formale“ ivi prevista), sul territorio nazionale non vengono attualmente coltivati OGM (“moratoria sostanziale”), in quanto nessuna autorizzazione è stata rilasciata sulla base del decreto legislativo n.212 del 2001; la coltivazione, assai contenuta, è realizzata ai soli fini di ricerca.

 

Giurisprudenza sugli Ogm

Con la sentenza n. 183 depositata in data 19 gennaio 2010, il Consiglio di Stato ha accolto l'appello di un’azienda agricola in relazione al diniego da parte del MIPAAF di procedere all’istruttoria sulla richiesta di autorizzazione alla messa in coltura di varietà di mais geneticamente modificate iscritte nel catalogo comune europeo, motivato con la mancata adozione, da parte delle regioni, delle norme idonee a garantire la coesistenza tra colture convenzionali, biologiche e transgeniche (piani regionali). Il Consiglio di Stato ha precisato che: “il rilascio dell’autorizzazione alla coltivazione non può essere condizionato alla previa adozione dei piani di coesistenza. Pertanto, non si può ritenere che in attesa dei c.d. piani di coesistenza regionali, venga meno l’obbligo di istruzione e conclusione dei procedimenti autorizzatori”. Alla luce di ciò il MIPAAF dovrà attivare il procedimento finalizzato alla verifica delle condizioni per il rilascio dell'autorizzazione richiesta, previo parere della Commissione per i prodotti sementieri geneticamente modificati. Sulla questione il sottosegretario Buonfiglio ha risposto all’interrogazione a risposta immediata 5-02572 Cenni nella seduta della Commissione Agricoltura della Camera del 10 marzo 2010.

 

Il TAR del Lazio con sentenza n. 2378/2010, depositata il 17 febbraio 2010, ha accolto i ricorsi proposti dalla Soc Monsanto Agricoltura Italia Spa in relazione alla mancata risposta del MIPAAF alle istanze finalizzate ad ottenere l’iscrizione nel registro nazionale delle varietà di specie agrarie di mais geneticamente modificati nonché la messa in coltura di ulteriori ibridi di mais. La sentenza ha negato la legittimità della posizione del Ministero secondo cui il rilascio delle autorizzazioni sarebbe subordinato all’attuazione da parte delle Regioni del principio di coesistenza tra colture tradizionali, biologiche e transgeniche di cui al decreto legge n. 279/2004. Il Tar ha precisato che “il citato Dicastero deve farsi carico del rispetto della disposizione contenuta nell’art. 2 del D.L. n. 279/2004 disciplinando, anche in via diretta, le modalità con cui garantire la compresenza delle diverse colture in uno stesso territorio, in forza del potere sostitutivo ancora riconosciuto allo Stato dall’art. 117, comma 5, della Cost. in caso di mancata attuazione degli obblighi comunitari riguardanti non solo la necessità di evitare limitazioni nella utilizzazione e nella circolazione di OGM ma anche di salvaguardare la biodiversità dell'ambiente naturale, garantire la libertà di iniziativa economica, il diritto di scelta dei consumatori e la qualità e la tipicità della produzione agroalimentare nazionale”.

 

 

 

 




[1]    Fonti: The CIA World Factbook 2008, Ministero degli Affari Esteri, fonti di stampa.

[2]    Sono presenti in Romania la Chiesa Ortodossa Romena (autocefala) e la Chiesa greco-cattolica (unita con Roma, radicata principalmente in Transilvania).

[3]    Si ricorda che questi due aspetti sono stati oggetto di un referendum propositivo recentemente approvato dagli elettori romeni.

[4]    Dal sito internet del Parlamento rumeno.

[5]    Si segnala che il Senato ha autorizzato il 25.3.2010 l’arresto del senatore Catalin Voicu, accusato di corruzione.

[6]    Richiamandosi alla passata giurisprudenza, la Corte ha ricordato che essa può decidere di non prendere in considerazione isole di modeste dimensioni, o di non riconoscergli il loro pieno diritto alle zone marittime, nel caso in cui ciò possa avere effetti sproporzionati sulla linea di delimitazione tra le controparti: così, nessun diritto su piattaforma continentale o zona economica esclusiva generato dall’Isola dei Serpenti può spingersi oltre quelli generati dalla costa continentale ucraina, e influire sulla linea di delimitazione tra Ucraina e Romania, così come individuata dalla Corte. Essa ha comunque attribuito 12 miglia marittime di mare territoriale intorno all’Isola dei Serpenti alla piena sovranità ucraina (cfr. ICJ, Judgment in the case concerning Maritime Delimitation in the Black Sea (Romania v. Ukraine), para. 185-188).

[7]    A cura del Servizio Relazioni Internazionali.

[8]    E’ il caso dell’azienda automobilistica Dacia che ha dovuto reiteratamente sospendere la produzione a decorrere dal 26 gennaio 2009, cagionando la chiusura di molti fornitori dell’indotto. L’azienda non ha rinnovato i contratti a tempo indeterminato e ha annunciato la possibilità che nel corso del 2009 siano realizzati sino a 3000 licenziamenti. L’annuncio di Dacia ha creato non poche tensioni fra la proprietà ed i sindacati, che hanno fortemente protestato chiedendo alle Autorità misure di salvaguardia dell’industria automobilistica e dei posti di lavoro. A seguito delle manifestazioni di protesta, il Governo ha istituito tre commissioni dedicate ad economia, finanza e lavoro, che vedono la partecipazione dei rappresentanti sindacali e che hanno il compito di elaborare e presentare al Primo Ministro un piano anticrisi. Anche Tenaris Silcotub, società a capitale italiano, ha dovuto ridimensionare la produzione sin da dicembre. Non poche difficoltà sono state causate altresì, sul versante della produzione, dall’interruzione dei flussi di gas cagionata dalla crisi russo-ucraina: per alcuni giorni, il Governo, per garantire il fabbisogno energetico delle famiglie, ha dovuto sospendere le forniture ad alcuni grandi gruppi industriali.

[9]    Il piano era stato proposto dall’Ungheria e prevedeva investimenti per l’entità di 190 mld di euro a favore degli ultimi dieci Paesi entrati nell’UE più Ucraina e Croazia.

[10]   Si è così espresso parere positivo riguardo a misure sovranazionali contro i “titoli tossici” e aiuti al settore automobilistico. All’esito del vertice, la Polonia ha deciso di promuovere un minivertice fra i nove Paesi dell’est Europa per avanzare specifiche proposte.

[11]   L’inflazione si era attestata nel 2007 sul 4,8% a causa dell’alto costo del petrolio, degli effetti della siccità sulla produzione agricola e dell’aumento del costo dei beni d’importazione a seguito della svalutazione della valuta romena. Nel 2008 l’inflazione annuale è salita al 7,85%, collocando la Romania al 5° posto nell’UE, con il più alto tasso d’inflazione dopo la Bulgaria e i Paesi Baltici[11]. Le previsioni della Banca Nazionale di Romania e della Commissione Europea indicano per i prossimi anni un generale rallentamento del tasso: 3,5% (+/- 1%) nel 2009 e 2,8% nel 2010. Alla fine del mese di luglio 2009 l’inflazione aveva già raggiunto il 3,07%

[12]   Il debito estero totale (ovvero di breve e lungo termine) è peraltro sceso dai 73.004 mln di euro del dicembre 2008 ai 71.755 mln di euro dell’aprile 2009. Esso ammontava, al 30 giugno 2009, a 75,48 miliardi di euro, di cui 18,24 miliardi di euro per debito estero a breve termine.Al riguardo la Banca Nazionale prevede per la fine del 2009 una tendenza decrescente del deficit che si dovrebbe attestare al 7,5% del Pil (rispetto al 12,6% deldel 2008).

[13]   Dati EIU, Country Report, April 2009.

[14]   Fino alle metà del novembre 2008, l’AVAS (Autorità per la Valorizzazione delle Attività Statali) ha concluso 33 contratti di compravendita, mentre nel settembre 2008 gli introiti ottenuti dall’AVAS a seguito delle privatizzazioni ammontavano a 838,8 milioni di lei (230 milioni di euro), con un incremento del 46,56% rispetto allo stesso periodo del 2007.

[15]   Si fa presente che, allo stato, la visita del Presidente Fini in Romania è calendarizzata per il 9 novembre 2010.

[16]   In allegato al presente dossier

[17]   In allegato al presente dossier

[18]   Si segnala che il Vice Presidente Buttiglione è stato insignito dal Governo rumeno, il 30 aprile 2009, del titolo di Grande Ufficiale dell’Ordine Nazionale Servizio Fedele.

[19]   In allegato.

[20]   In allegato.

[21]   In allegato.

[22]   Per la lettura della risposta del Governo si veda resoconto stenografico del 5 febbraio 2009 seduta n.127.

[23]   A cura del MAE.

[24]   Questo testo ha sostituito ed aggiornato la precedente Dichiarazione di Partenariato, firmata nel 1997.

[25]   Gli importi si intendono al netto del costo per l’assicurazione malattie e infortuni che sarà sostenuto direttamente dal MAE.

[26]   Il settore bancario in Romania è cresciuto nel 2006 del 47% e tale sviluppo è dovuto principalmente all’espansione del segmento retail, grazie alla maggiore dinamicità dei piccoli risparmiatori, imputabile alla crescita dei salari e, di conseguenza, del benessere della popolazione. Il volume dei prestiti ai privati è anch’esso raddoppiato.

[27]   Unicredit è il quarto gruppo bancario presente in Romania, dove il mese di giugno 2008 è stata completata la fusione con la banca Tiriac. Rispetto all’anno precedente nel primo semestre il gruppo Unicredit-Tiriac ha fatto registrare una crescita dei profitti del 45% e prevede ulteriori crescite per i prossimi tre anni. La Banca conta oggi 140 agenzie sul territorio e circa 3.000 dipendenti. Ulteriori investimenti sono previsti nei prossimi tre anni, per un valore complessivo di 500 milioni di euro in Europa centro-orientale, creando 1.200 nuove succursali e 11.000 posti di lavoro aggiuntivi.

[28]   Intesa Sanpaolo Bank è presente con 84 filiali che coprono la maggior parte del territorio.

[29]   Nel settembre 2008, l’AD di Pirelli, nel corso di un incontro con il Premier rumeno Tăriceanu ha dichiarato di voler portare l’investimento del gruppo dagli 250 milioni di euro iniziali a 500 milioni di euro.

[30]   Enel, nell’ottobre 2007, ha inoltre acquisito il controllo della ditta di progetti eolici BLU LINE di Bistriţa, settore nel quale prevede di investire circa 7 miliardi di euro entro il 2012. Con tale operazione, Enel si è progressivamente ritagliata un ruolo di interlocutore strategico nell’ambito delle linee di politica energetica seguite dal Governo romeno. La strategia individuata dal governo romeno e’ quella di diminuire gradualmente la dipendenza del sistema produttivo dall’importazione di gas, anche attraverso lo sviluppo di progetti per la costruzione o l’ampliamento di centrali nucleari ed idroelettriche. In tale contesto ENEL intende presentarsi quale operatore integrato nella generazione e distribuzione di energia, progettando un piano di sviluppo che vede questo paese come “hub” nella produzione per l’intera macroregione balcanica e caucasica.

[31]   Gli impianti realizzati sono il frutto di una collaborazione con la società canadese Atomic Energy of Canada Limited (AECL) e la società romena Nuclearelectrica, in una commessa del valore di 900 milioni di euro. E’ prevista un’ulteriore collaborazione fra le due società per la partecipazione alla gara (per un valore di 2 miliardi e 500 milioni) finalizzata a realizzare la terza e la quarta unità della centrale. Con l’inaugurazione e la messa a regime della seconda unità di Cernavodă, la produzione energetica termonucleare soddisfa oggi il 20% del fabbisogno della Romania.

[32]   Nel gennaio 2008 la Astaldi si è aggiudicata la gara di appalto per la ristrutturazione dell’Aeroporto Internazionale “Henri Coandă” di Otopeni, un contratto di 76 milioni di euro per realizzare la terza tappa del progetto di sviluppo ed ammodernamento della struttura. L’Astaldi effettuerà i lavori per l’estensione del terminal arrivo dei passeggeri, rinnoverà il salone ufficiale, riorganizzerà il flusso passeggeri e costruirà un nuovo parcheggio auto. Il gruppo si è assicurato anche l’appalto per la riabilitazione e l’ammodernamento del complesso sportivo “Lia Manoliu” (120 milioni di euro), i lavori di riammodernamento dell’aereoporto di Cluj-Napoca e della tratta ferroviaria Bucarest-Costanza (178 milioni di euro) e la costruzione del cavalcavia “Basarab overpass” nella capitale (113 milioni di euro). La società italiana Astaldi si è aggiudicata la gara di appalto per la realizzazione del tratto autostradale che collegherà Timisoara con l’importante cittadina industriale di Oradea, in prossimità del confine con l’Ungheria: si tratta di un consorzio italo-spagnolo formato dall’Astaldi e da FCC Construccion. Il nuovo contratto ha il valore di circa 127 milioni di euro.

[33]   Il gruppo Finmeccanica vanta non pochi interessi in Romania: si pensi alle joint-ventures concluse con operatori locali quali Rartel (partecipazione Telespazio), Ipacri Romania (partecipazione Elsag) ed Elettra Communications (partecipazione Selex Communications).

[34]   Fonti. Recente pubblicistica.

[35]   Dir. 6 maggio 2009, n. 2009/41/CE sull'impiego confinato di microrganismi geneticamente modificati (di rifusione della Direttiva 90/219/CE).

[36]   Tale direttiva  ha abrogato la precedente direttiva n. 90/220/CEE.