Camera dei deputati - XVI Legislatura - Dossier di documentazione
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Autore: | Ufficio Rapporti con l'Unione Europea | ||||
Titolo: | Attività dell'Unione europea - Newsletter Giugno 2009 - XI Commissione Lavoro | ||||
Serie: | Documentazione per le Commissioni - Attività dell'UE - Newsletter Numero: 82 Progressivo: 11 | ||||
Data: | 07/07/2009 | ||||
Descrittori: |
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Newsletter
giugno 2009
XI Commissione Lavoro pubblico e privato
Il 2 luglio Eurostat ha diffuso i dati relativi alla disoccupazione: nel mese di maggio 2009 il tasso di disoccupazione si è stabilito al 9,5% nella zona euro, vale a dire il suo livello più elevato dal settembre 1999. In termini assoluti, 21.462 milioni di uomini e di donne risultano disoccupati nell'aprile 2009 nell'UE, di cui 15,013 milioni nella zona euro. Rispetto a aprile 2008, il numero di disoccupati è aumentato di 385.000 unità nell'UE e 273.000 nella zona euro, mentre rispetto ad un anno fa (maggio 2008), il numero di disoccupati è aumentato di 5,111 milioni nell'UE e di 3,400 milioni nella zona euro. I tassi di disoccupazione più bassi nell'aprile 2009 sono stati registrati nei Paesi Bassi (3,2%) e in Austria (4,3%) e i più elevati in Spagna (18,7%), in Lettonia (16,3%) ed Estonia (15,6%). Non sono stati diffusi da Eurostat i dati relativi all’Italia: in base agli ultimi dati disponibili, relativi a marzo 2009, il tasso di disoccupazione era al 7,4%.
Il Consiglio dei ministri dell’UE dell’8 giugno 2009 ha approvato i messaggi principali del vertice europeo straordinario sull’occupazione, svoltosi a Praga il 7 maggio 2009. In particolare, il Consiglio raccomanda di:
· basarsi su un approccio coordinato che integri le politiche economiche, occupazionali e sociali a tutti i livelli e che impedisca il protezionismo sia all'interno che all'esterno dell'UE;
· spianare la strada alla ripresa sostenibile, mediante un'attuazione più incisiva delle necessarie riforme strutturali, comprese strategie equilibrate di flessicurezza intese a rafforzare il potenziale di competitività e crescita dell'UE e a modernizzare i regimi di protezione sociale.
Al riguardo, si segnala che la Presidenza svedese dell’UE (in carica dal 1° luglio al 31 dicembre 2009) individua tra le priorità l’elaborazione del seguito della Strategia di Lisbona per la crescita e l’occupazione (2010-2020), che verrà presumibilmente adottato dal Consiglio europeo di dicembre 2009.
Il 3 giugno 2009 la Commissione europea ha presentato la comunicazione “Un impegno comune per l’occupazione” (COM(2009(257), che propone di rafforzare la cooperazione tra l'UE e i suoi Stati membri e tra le parti sociali - utilizzando tutti gli strumenti comunitari disponibili, in particolare il Fondo sociale europeo (FSE) e il Fondo di adeguamento alla globalizzazione – e di concentrare l’azione su tre priorità:
· salvaguardare l'occupazione, creare posti di lavoro e promuovere la mobilità;
· migliorare le competenze e rispondere ai bisogni del mercato del lavoro;
· facilitare l'accesso al lavoro.
La Commissione preannuncia che proporrà a breve una modifica del regolamento dei Fondi strutturali, per dare agli Stati membri la possibilità di non fornire il cofinanziamento nazionale nel 2009 e nel 2010. Questa possibilità di anticipazione della spesa con un tasso di rimborso dell'UE del 100% durante la fase più acuta della crisi dovrebbe accelerare la realizzazione dei progetti.
Come anticipato nella comunicazione del 3 giugno, il 2 luglio 2009 la Commissione ha presentato una proposta di decisione che istituisce un nuovo strumento finanziario per fornire microcrediti (prestiti di valore inferiore) a 25.000 euro alle piccole imprese e alle persone che hanno perso il lavoro e intendono avviare in proprio una piccola impresa. Lo strumento avrà una dotazione iniziale di 100 milioni di euro che potrebbero lievitare a più di 500 milioni di euro nell'ambito di un'iniziativa congiunta la Banca europea per gli investimenti (BEI) e con istituzioni finanziarie internazionali. Nell'UE per microcredito si intendono. Possono beneficiare del finanziamento le microimprese che danno lavoro a meno di 10 persone (91% di tutte le imprese europee) e le persone disoccupate o inattive che intendono diventare lavoratori autonomi ma non hanno accesso ai tradizionali servizi bancari.
L’11 giugno 2009 il Consiglio ha approvato definitivamente, in prima lettura, la proposta di regolamento che modifica il regolamento n. 1927/2006 relativo alla creazione del Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (COM(2008)867). Il regolamento, che fa parte del Piano europeo di ripresa economica, intende consentire l’utilizzo del Fondo a favore dei lavoratori che perdono il loro impiego a causa della crisi finanziaria ed economica mondiale.
L’8 giugno 2009 il Consiglio dei ministri dell’UE ha approvato conclusioni sulla “flessicurezza in tempi di crisi”. Premesso che, ad avviso del Consiglio, ciascuno Stato membro presenta una specifica cultura e situazione del mercato del lavoro, per cui non si dovrebbe perseguire una soluzione unica e valida per tutti, si suggerisce, tra le altre cose, di:
· aiutare imprese ad attuare forme alternative all'esubero, quali modalità di lavoro flessibili e l'adattamento temporaneo dell'orario di lavoro;
· promuovere regimi di previdenza che forniscano incentivi al lavoro, livelli adeguati di costi del lavoro non salariali, in particolare per i lavoratori a bassa qualifica ed altri gruppi vulnerabili, come pure il miglioramento della regolamentazione e la riduzione degli oneri amministrativi gravanti sulle imprese;
· favorire l'incremento degli investimenti nel capitale umano, in particolare per quanto riguarda la riqualificazione professionale, il potenziamento delle capacità professionali e l'adeguamento alle esigenze del mercato del lavoro.
Il 18 giugno 2009 i rappresentanti dei datori di lavoro e dei lavoratori a livello europeo - Businesseurope, CES (Confederazione dei sindacati europei), CEEP (intraprese d'interesse generale) e UEAPMI (artigianato e piccole e medie imprese) – hanno firmato la revisione dell'accordo-quadro sul congedo parentale, in presenza del commissario agli affari sociali, all'occupazione e alle pari opportunità, Vladimír Špidla.
Sulla base dell’accordo raggiunto dalle parti, e in applicazione delle disposizioni del Trattato sul dialogo sociale, la Commissione europea presenterà a breve una proposta di direttiva.
L’8 giugno 2009 il Consiglio dell’UE ha anche approvato conclusioni sui servizi sociali, nelle quali invita gli Stati membri a:
· dare priorità nell'agenda politica alle misure di lotta all'esclusione sociale e di promozione dell'inclusione attiva delle persone più lontane dal mercato del lavoro attraverso il miglioramento dell'accesso ai servizi sociali;
· far sì che le politiche di protezione sociale e di inclusione attiva favoriscano l'integrazione delle persone in grado di lavorare in un'occupazione duratura e di qualità e forniscano risorse sufficienti per una vita dignitosa alle persone che non ne sono in grado.
Il Consiglio europeo del 18 e 19 giugno, nell’ambito della decisioni assunte in merito alle garanzie giuridiche da fornire all’Irlanda al fine del prosieguo del processo di ratifica del Trattato di Lisbona, ha adottato una dichiarazione solenne sui diritti dei lavoratori, la politica sociale ed altre materie, con la quale in particolare richiama la grande importanza attribuita dall’UE al progresso sociale e alla protezione dei diritti dei lavoratori, ai servizi pubblici, alla responsabilità degli Stati membri in materia di fornitura di servizi per l'istruzione e servizi sanitari, al ruolo essenziale e all'ampio potere discrezionale delle autorità nazionali, regionali e locali di fornire, commissionare e organizzare servizi di interesse economico generale.
Il Consiglio europeo del 18 e 19 giugno 2009 ha adottato una decisione mirata a consentire lo svolgimento di un nuovo referendum in Irlanda. Il Consiglio europeo ha, altresì, trovato un accordo sull’intenzione di designare José Manuel Durão Barroso alla carica di Presidente della nuova Commissione, per il periodo 2009-2014. Infine, il Consiglio europeo ha concordato la distribuzione dei 18 seggi supplementari (1 per l’Italia) per il Parlamento europeo, nel caso in cui il Trattato di Lisbona entri in vigore (Su questi profili vedi il Bollettino RUE, Attività dell’Unione europea, n. 77).
La Corte costituzionale tedesca si è espressa il 30 giugno, sulla base di alcuni ricorsi presentati, affermando la compatibilità della ratifica del Trattato di Lisbona con la Costituzione tedesca a condizione che venga approvata una legge volta a garantire al Parlamento tedesco adeguati diritti di partecipazione nel processo legislativo europeo e nella procedura di revisione dei Trattati. La Corte ha precisato che in mancanza di tale legge gli strumenti di ratifica del Trattato non potranno essere depositati. Il Parlamento tedesco aveva in precedenza completato la procedura di ratifica del Trattato.
Al momento, 23 Stati membri dell’UE - tra cui l’Italia - hanno completato la procedura di ratifica. In Polonia e nella Repubblica Ceca il Parlamento ha approvato la ratifica del Trattato, che deve però essere ancora firmato dai rispettivi Presidenti della Repubblica. In Irlanda un secondo referendum sulla ratifica del Trattato si svolgerà il 2 ottobre 2009.
La Presidenza svedese, nel suo programma di lavoro, indica che intende garantire sin da subito – in caso di completamento della ratifica da parte di tutti gli Stati membri – l’effettiva applicazione del Trattato di Lisbona.
XVI legislatura –Documentazione per le Commissioni – Attività dell’UE, Newsletter n. 82/XI, 7 luglio 2009
Il bollettino è stato curato dall’Ufficio Rapporti con l’Unione europea (tel. 2145)
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