Camera dei deputati - XVI Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: Ufficio Rapporti con l'Unione Europea
Titolo: Attività dell'Unione europea - Febbraio ' marzo 2010 - VIII Commissione Ambiente
Serie: Documentazione per le Commissioni - Attività dell'UE - Newsletter    Numero: 102    Progressivo: 8
Data: 13/04/2010
Descrittori:
INQUINAMENTO ATMOSFERICO   SOSTANZE TOSSICHE E NOCIVE
UNIONE EUROPEA     

Newsletter

Attività dell’Unione europea

Febbraio - Marzo 2010

VIII Commissione Ambiente

Cambiamenti climatici

Strategia post-Copenaghen

Sulla base delle conclusioni del Consiglio ambiente del 15 marzo e del Consiglio ECOFIN del 16 marzo, il Consiglio europeo del 25-26 marzo, nelle sue conclusioni, ha affrontato in uno specifico capitolo la propria strategia per riorientare le iniziative dell’UE in materia di cambiamenti climatici dopo Copenaghen. In particolare, il Consiglio europeo:

·       considera un accordo giuridico globale e completo l'unico modo efficace per conseguire l'obiettivo concertato di mantenere l'aumento delle temperature su scala mondiale al di sotto dei 2º C rispetto ai livelli preindustriali. Nel sottolineare la necessità di imprimere un nuovo impulso al processo di negoziato internazionale, sulla base delle conclusioni del Consiglio del 15-16 marzo 2010 e della comunicazione della Commissione del 9 marzo 2010, il Consiglio europeo propone un approccio graduale che, attraverso una tabella di marcia negoziale ben definita, ancori l'accordo di Copenaghen al processo negoziale delle Nazioni Unite in materia di cambiamenti climatici, nei confronti del quale il Consiglio europeo mantiene un fermo impegno;

·       ha concordato sull’obiettivo di ridurre le emissioni di gas a effetto serra almeno del 20% rispetto ai livelli del 1990; portare al 20% la quota delle fonti di energia rinnovabili nel consumo finale di energia e puntare a un miglioramento del 20% dell'efficienza energetica; l'UE si è impegnata a prendere la decisione di passare entro il 2020 a una riduzione del 30% rispetto ai livelli del 1990 come offerta condizionale, nel quadro di un accordo globale e completo per il periodo successivo al 2012, a condizione che altri Paesi sviluppati si impegnino ad analoghe riduzioni delle emissioni e i Paesi in via di sviluppo contribuiscano adeguatamente in funzione delle loro responsabilità e capacità rispettive;

·       ribadisce gli impegni UE in materia di finanziamento rapido (2,4 miliardi di euro nel periodo 2010-2012) dichiarando la disponibilità a presentare uno stato di avanzamento preliminare degli impegni alla sessione dell'UNFCCC di Bonn del maggio/giugno 2010 e relazioni coordinate sull'attuazione nella COP 16 di Cancùn, nonché l’impegno preso assieme agli altri paesi sviluppati a mobilitare collettivamente 100 miliardi di USD all'anno entro il 2020 per assistere i paesi in via di sviluppo nella lotta contro i cambiamenti climatici;

·       ritiene che l'UE debba intensificare le relazioni con i paesi terzi, affrontando la questione dei cambiamenti climatici a livello regionale e bilaterale, anche a livello di vertice, vagliando le possibilità di cooperazione, tra l'altro con i partner industrializzati in settori quali tecnologie verdi e identificando rapidamente gli interessi comuni con i paesi emergenti.

Il Presidente del Consiglio europeo ha annunciato che convocherà una riunione speciale del Consiglio europeo nel settembre 2010, con la  presenza dei ministri degli Affari esteri, per discutere come l'Unione può avviare un dialogo più proficuo con i suoi partner strategici su tematiche globali.

Il Consiglio europeo ha inserito un esplicito riferimento al tema della biodiversità ritenuto essenziale nella lotta ai cambiamenti climatici. In particolare, il Consiglio europeo è impegnato nella visione a lungo termine in materia di biodiversità 2050 e nell'obiettivo 2020 fissati dal Consiglio del 15 marzo 2010 al fine di invertire urgentemente le tendenze di perdita di biodiversità e degrado dell'ecosistema.

La comunicazione della Commissione del 9 marzo, sopra ricordata, “La politica internazionale sul clima dopo Copenaghen: intervenire subito per dare nuovo impulso all’azione globale sui cambiamenti climatici (COM(2010)86) individua quali priorità strategiche nell’azione per il clima:

·       dare attuazione al meccanismo di finanziamento rapido per i paesi in via di sviluppo concordato a Copenaghen;

·       avvicinare tutti i partner agli obiettivi e impegni ambiziosi dell’UE in vista del raggiungimento di un accordo multilaterale prima del 2013;

·       trovare spazio per dare piena attuazione al pacchetto clima-energia nell’ambito della strategia UE 2020

Il Parlamento europeo si è pronunciato in materia il 10 febbraio approvando una risoluzione d’iniziativa sull'esito della Conferenza di Copenaghen sui cambiamenti climatici (COP15), con la quale pur esprimendo delusione per la debolezza dell'accordo raggiunto alla COP15 sottolinea la necessità che l'Alto rappresentante dell'UE e il Commissario responsabile dell'azione per il clima mettano in atto una "diplomazia del clima".

Energie rinnovabili

Il 25 febbraio 2010 la Commissione ha presentato una relazione sui criteri di sostenibilità per l’uso di biomassa solida e gassosa ai fini della produzione di elettricità, riscaldamento e raffreddamento (COM(2010)11), secondo quanto previsto dalla direttiva 2009/28/CE in materia di energie rinnovabili.

In un documento di sintesi pubblicato l’11 marzo 2010, che rielabora le previsioni fornite dai singoli Stati membri, la Commissione sostiene che l'UE potrebbe raggiungere il 20,3% di fonti energetiche rinnovabili entro il 2020. Secondo i dati diffusi dalla Commissione, 12 Stati membri – tra questi Francia, Austria e Regno Unito - prevedono di raggiungere il loro obiettivo nazionale, mentre 9 Stati membri prevedono di superarlo – tra di essi Germania, Spagna e Polonia. 5 Stati membri – tra cui l’Italia, con una previsione del 16% contro il 17%– dichiarano di non essere in grado di raggiungere l’obiettivo nazionale loro assegnato. La Commissione rileva, peraltro, che tale differenza riguarda una quantità di energia piuttosto contenuta (inferiore all’1% del totale di energie rinnovabili richieste nel 2020 - circa 2 milioni di tonnellate di petrolio equivalenti di cui 1,2 milioni di tonnellate necessarie all’Italia). Secondo quanto previsto dalla direttiva 2009/28/CE, ai fini del raggiungimento degli obiettivi per le energie rinnovabili gli Stati membri, in aggiunta alle risorse domestiche, potranno fare ricorso ai meccanismi flessibili di trasferimento d'energia da altri Stati membri o da paesi terzi.

Meccanismi antifrode per i trasferimenti di CO2

Il 16 marzo 2010 il Consiglio ha approvato una proposta di direttiva (COM(2009)511) che consente, fino al 30 giugno 2015, di applicare il meccanismo dell'inversione contabile (c.d. “reverse change”) al regime IVA relativo agli scambi di quote di emissioni di CO2. In base alle nuove norme, in caso di cessione di quote sarà il soggetto destinatario che dovrà versare l'IVA e non il fornitore, come previsto dall’attuale normativa europea sull’IVA (direttiva 2006/112/CE). Obiettivo della nuova normativa è il contrasto alle frodi determinate dal c.d. “sistema carosello”, che sfruttando le agevolazioni fiscali previste per le transazioni relative alla cessione di servizi all’interno dell’UE, in pratica, rende possibile ottenere indebitamente rimborsi e compensazioni di IVA attraverso una rete di triangolazioni fittizie fra società compiacenti.

Foreste

Il 1° marzo 2010 la Commissione europea ha adottato il Libro verdeLibro verde: la protezione e l’informazione sulle foreste nell’UE: preparare le foreste ai cambiamenti climatici” (COM(2010) 66 ) che delinea le opzioni possibili per definire un approccio dell'Unione europea in materia di protezione delle foreste e di informazione riguardanti le risorse forestali e le loro condizioni. Il documento, che fa parte del seguito al Libro bianco sull'adattamento ai cambiamenti climatici (COM(2009)147) adottato dalla Commissione nell'aprile del 2009, sarà oggetto di una consultazione online fino al 31 luglio 2010.

Il Consiglio dell’1-2 marzo 2010 ha approvato una posizione in prima lettura, secondo la procedura di codecisione, su una proposta di regolamento che stabilisce gli obblighi degli operatori che commercializzano legname e prodotti del legno (COM(2008)644) intesa a ridurre al minimo il rischio di immettere nel mercato UE legname e prodotti del legno risultanti da raccolto illegale.

Sviluppo sostenibile

Il Consiglio competitività del 1° marzo ha approvato conclusioni sull'esigenza di una nuova politica industriale, individuando priorità per porre in essere le migliori condizioni quadro e adottare una nuova politica industriale competitiva e sostenibile. Il Consiglio, tra l’altro, sottolinea la necessità di intensificare e coordinare meglio le iniziative dell'UE nei settori della ricerca e dell'innovazione con particolare riferimento agli investimenti in materia di tecnologie a basse emissioni di CO2 e altre tecnologie pulite, e invita la Commissione a presentare un piano d'azione per veicoli puliti e a basso consumo energetico.

Emissioni industriali

Il 15 febbraio 2010 il Consiglio ha approvato una posizione comune sulla proposta di rifusione della direttiva relativa alle emissioni degli impianti industriali (COM(2007)844) intesa a definire un quadro giuridico semplificato e coerente, che consenta di prevenire e ridurre l'inquinamento dell'aria, delle acque e del suolo derivante dalle emissioni degli impianti industriali, con particolare riferimento alla  regolamentazione  delle emissioni di un'ampia gamma di sostanze inquinanti, tra cui composti di zolfo e di azoto, particelle di polvere, amianto e metalli pesanti. La posizione del Consiglio rafforza le norme applicabili alle nuove centrali elettriche e impianti di combustione nelle raffinerie di petrolio e l'industria metallurgica, ossia i cosiddetti grandi impianti di combustione, che dovranno applicare limiti di emissione associati alla migliore tecnologia disponibile (BAT) entro due anni dall’entrata in vigore della direttiva. Gli impianti esistenti dovrebbero applicare la BAT attuale dal 2016, ma è previsto un periodo di transizione fino alla fine del 2020. Il Parlamento europeo potrebbe esaminare la proposta in seconda lettura, secondo la procedura di codecisione, nel luglio 2010.

Acque

Il 9 febbraio 2010 la Commissione ha presentato una relazione sull’attuazione della direttiva 91/676/CEE relativa alla protezione delle acque dall’inquinamento provocato dai nitrati provenienti da fonti agricole nel periodo 2004-2007 (COM(2010)47). La Commissione rileva che, in tale periodo, la qualità delle acque è migliorata o rimasta stabile nel 70% dei casi rilevati per le acque di superficie, e nel 66% per le acque sotterranee. Pur essendo l'inquinamento da nitrati d'origine agricola in diminuzione nelle acque dell'Unione europea, tuttavia, in alcune regioni le concentrazioni eccedono i valori limite autorizzati, richiedendo alla Commissione e agli Stati membri la necessità di proseguire gli sforzi d’attuazione intrapresi. Per l’Italia, la tendenza è complessivamente positiva, come nel caso delle acque dolci superficiali; tuttavia, in alcuni casi la qualità è peggiorata, ad esempio, per ciò che riguarda le acque sotterranee nell’Italia settentrionale, e le acque dolci superficiali nella parte orientale del delta del Po.

Il 22 marzo 2010 è scaduto il termine, previsto dalla direttiva quadro sulle acque (direttiva 2000/60/CE), entro il quale gli Stati membri dovrebbero inviare alla Commissione i piani di gestione dei bacini idrografici. La Commissione ha annunciato una revisione della direttiva entro il 2012.

Biodiversità

Il Consiglio del 15 marzo 2010 ha approvato conclusioni in materia di biodiversità con le quali invita la Commissione europea a presentare entro la fine dell’anno una strategia dell'UE per il dopo-2010. Si ricorda che nell’ottobre prossimo si terrà a Nagoya, Giappone, la decima conferenza delle parti alla convenzione ONU sulla diversità biologica. Il Consiglio, inoltre, ha accolto favorevolmente la comunicazione presentata nello scorso gennaio dalla Commissione sulla stessa materia (COM(2010)4).

Rifiuti

Uno studio della Commissione europea, pubblicato il 1° febbraio 2010, raccomanda l’istituzione di un organismo europeo specifico incaricato di sorvegliare l’attuazione e l’applicazione della normativa UE sui rifiuti al fine di migliorare la gestione dei rifiuti e garantire che rispetti le norme fissate dall’Unione europea a tutela dei cittadini e dell’ambiente. Secondo lo studio, lo scarico illegale di rifiuti continua ad essere una pratica diffusa, numerose discariche non soddisfano le norme e in alcuni Stati membri mancano ancora le infrastrutture di base per il trattamento dei rifiuti. Quasi un quinto delle spedizioni di rifiuti ispezionate nell’ambito delle misure di controllo dell’applicazione recentemente adottate negli Stati membri, inoltre, risulterebbe essere illegale.

diritto di iniziativa legislativa dei cittadini europei

In applicazione dell’articolo 11 del Trattato sull’UE, introdotto dal Trattato di Lisbona, la Commissione europea ha presentato il 31 marzo una proposta di regolamento (COM(2010)119) volta a disciplinare il diritto dei cittadini europei ad attivare l’iniziativa legislativa .

L’articolo 11 del Trattato sull’Unione europea stabilisce che un milione di cittadini europei, provenienti da un significativo numero di Stati membri possano invitare la Commissione a presentare, nell’ambito delle sue attribuzioni, una proposta su materie per le quali ritengono necessario un atto giuridico dell’Unione ai fini dell’attuazione dei Trattati.

La proposta di regolamento della Commissione europea prevede, in particolare, che il milione di cittadini necessari debba provenire da almeno un terzo degli Stati membri (attualmente 9 Stati membri). In ciascuno degli Stati membri vi sarà un numero minimo di firme necessario, che è stato determinato moltiplicando per 750 il rispettivo numero dei deputati al Parlamento(per l’Italia il numero minimo di firme è pari a 54750). I firmatari dovrebbero avere almeno l'età minima richiesta per votare alle elezioni per il Parlamento europeo. Una volta raccolte 300.000 firme in tre diversi Stati membri, la Commissione europea verificherebbe, entro due mesi, l'ammissibilità dell'iniziativa ed, in particolare, se essa rientra nell'ambito delle sue attribuzioni e se riguarda una materia in merito alla quale è possibile legiferare a livello dell'UE. Se l'iniziativa fosse giudicata ammissibile, la Commissione, dopo la verifica delle firme, avrebbe a disposizione quattro mesi per esaminare l'iniziativa vera e propria, decidendo se elaborare una proposta legislativa, se dar seguito all'iniziativa in altro modo, ad esempio effettuando uno studio, o se non intraprendere alcuna azione. Qualunque decisione dovrebbe essere motivata in un documento pubblico.

La proposta dovrà ora essere esaminata dal Parlamento europeo e dal Consiglio, secondo la procedura legislativa ordinaria; la Commissione europea auspica che possa essere adottata entro fine del 2010.

 

 

 

XVI legislatura -Documentazione per le Commissioni – Attività dell’UE, Newsletter n. 102/VIII, 31 Marzo 2010

Il bollettino è stato curato dall’Ufficio Rapporti con l’Unione europea (tel. 2145)