Camera dei deputati - XVI Legislatura - Dossier di documentazione
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Autore: | Ufficio Rapporti con l'Unione Europea | ||||
Titolo: | Attività dell'Unione europea - Febbraio ' Marzo 2010 - VII Commissione Cultura | ||||
Serie: | Documentazione per le Commissioni - Attività dell'UE - Newsletter Numero: 102 Progressivo: 7 | ||||
Data: | 13/04/2010 | ||||
Descrittori: |
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Newsletter
Febbraio - Marzo 2010
VII Cultura
Il Consiglio europeo del 25-26 marzo 2010, nelle sue conclusioni, ha definito gli obiettivi della nuova strategia per la crescita e l’occupazione “Europa 2020” sulla base della comunicazione della Commissione presentata il 3 marzo "Europa 2020 - Una strategia per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva". Il Consiglio europeo ha incluso tra le priorità della nuova strategia, che sarà formalmente adottata a giugno:
· sviluppare la ricerca e lo sviluppo, in particolare allo scopo di portare al 3% del PIL i livelli d'investimento pubblico e privato combinati in tale settore. La Commissione elaborerà un indicatore che rifletta l'intensità in termini di R&S e di innovazione;
· migliorare i livelli d'istruzione, in particolare mirando a ridurre i tassi di dispersione scolastica e aumentando la percentuale delle persone che hanno completato l'istruzione terziaria o equivalente. Tenendo conto della proposta della Commissione, il Consiglio europeo fisserà le percentuali numeriche di questi obiettivi nel giugno 2010;
Il Consiglio istruzione del 15 febbraio 2010 ha approvato la relazione congiunta 2010 del Consiglio e della Commissione sull'attuazione del programma di lavoro "Istruzione e formazione 2010" (COM(2009)640). Il documento pone l’esigenza di utilizzare il quadro europeo delle competenze chiave a tutti i livelli dell'istruzione e della formazione quale elemento di riferimento nell'ambito della riforma dei sistemi scolastici sottolineando, altresì, la necessità di realizzare l'apprendimento permanente, aumentare la mobilità, rendere l'istruzione e la formazione maggiormente aperte e pertinenti rispetto ai bisogni del mercato del lavoro e della società, ponendo un'attenzione particolare alla creazione di partenariati tra il mondo dell'istruzione e della formazione e quello del lavoro. Secondo la Commissione, nonostante un generale miglioramento dei risultati nel campo dell'istruzione e della formazione dell'UE, la maggior parte dei parametri di riferimento fissati per il 2010 non verrà raggiunta, in particolare, l’obiettivo della partecipazione degli adulti all'educazione permanente, della riduzione della dispersione scolastica e dell'aumento del numero di giovani che completano l'istruzione secondaria superiore.
Il 12 marzo, in occasione del decimo anniversario del Processo di Bologna per la riforma dell'istruzione superiore, i ministri dell'Istruzione di 46 paesi europei hanno approvato la dichiarazione di Budapest e Vienna che sancisce l'avvio ufficiale dello 'Spazio europeo dell'istruzione superiore'.
Il Consiglio competitività del 2 marzo 2010 ha approvato conclusioniche individuano cinque settori d’intervento prioritario in materia di mobilità dei ricercatori al fine di promuovernela mobilità, condizioni di lavoro più favorevoli e carriere migliori, con particolare attenzione alle questioni di genere e agli aspetti relativi all'età:
· fornire ai singoli ricercatori informazioni sui diritti in materia di sicurezza sociale in caso di mobilità transnazionale;
· individuare soluzioni per rispondere alle esigenze dei ricercatori in materia di sicurezza sociale;
· affrontare la questione delle pensioni complementari per i ricercatori;
· applicare i principi comuni di flessicurezza alle carriere dei ricercatori;
· fornire un contributo all'iniziativa "Nuove competenze per nuovi lavori".
Il 9 marzo la Commissione europea ha presentato una proposta di decisione relativa all’istituzione di un marchio del patrimonio europeo (COM(2010)76), intesa a valorizzare i luoghi che celebrano e simbolizzano l'integrazione, gli ideali e lastoria dell’Europa. La proposta della Commissione intende trasformare un progetto intergovernativo del 2006, a cui avevano partecipato 17 Stati membri, in un’iniziativa dell’Unione europea. Attraverso una procedura articolata su cicli di quattro anni, di cui tre consecutivi dedicati alla selezione di nuovi siti, e il quarto dedicato alla procedura di controllo, ciascuno Stato membro potrà preselezionare fino a un massimo di due siti all'anno, uno solo dei quali sarà scelto da un panel di esperti indipendenti privilegiando i siti con una forte dimensione transnazionale. La proposta prevede per il periodo dal 1° gennaio 2011 al 31 dicembre 2013 uno stanziamento complessivo di 1.350.000 euro.
Il 23 febbraio 2010 la commissione cultura del Parlamento europeo ha approvato una risoluzione sul futuro della biblioteca digitale Europeana, invitando gli Stati membri a seguire con più attenzione il processo e a partecipare al suo finanziamento dopo il 2013, affinché gli europei abbiano pienamente accesso alla loro eredità culturale, e per evitare che si crei un divario della conoscenza tra l'Europa e gli Stati Uniti.
Il 15 marzo è stato annunciato l’avvio del progetto culturale Judaica Europeana che, attraverso la creazione di un fondo documentario multilingue, renderà disponibile sugli archivi della biblioteca digitale Europea il patrimonio della cultura ebraica europea. Il progetto è cofinanziato dalla Commissione per 1,5 milioni di euro.
In applicazione dell’articolo 11 del Trattato sull’UE, introdotto dal Trattato di Lisbona, la Commissione europea ha presentato il 31 marzo una proposta di regolamento (COM(2010)119) volta a disciplinare il diritto dei cittadini europei ad attivare l’iniziativa legislativa .
L’articolo 11 del Trattato sull’Unione europea stabilisce che un milione di cittadini europei, provenienti da un significativo numero di Stati membri possano invitare la Commissione a presentare, nell’ambito delle sue attribuzioni, una proposta su materie per le quali ritengono necessario un atto giuridico dell’Unione ai fini dell’attuazione dei Trattati.
La proposta di regolamento della Commissione europea prevede, in particolare, che il milione di cittadini necessari debba provenire da almeno un terzo degli Stati membri (attualmente 9 Stati membri). In ciascuno degli Stati membri vi sarà un numero minimo di firme necessario, che è stato determinato moltiplicando per 750 il rispettivo numero dei deputati al Parlamento(per l’Italia il numero minimo di firme è pari a 54750). I firmatari dovrebbero avere almeno l'età minima richiesta per votare alle elezioni per il Parlamento europeo. Una volta raccolte 300.000 firme in tre diversi Stati membri, la Commissione europea verificherebbe, entro due mesi, l'ammissibilità dell'iniziativa ed, in particolare, se essa rientra nell'ambito delle sue attribuzioni e se riguarda una materia in merito alla quale è possibile legiferare a livello dell'UE. Se l'iniziativa fosse giudicata ammissibile, la Commissione, dopo la verifica delle firme, avrebbe a disposizione quattro mesi per esaminare l'iniziativa vera e propria, decidendo se elaborare una proposta legislativa, se dar seguito all'iniziativa in altro modo, ad esempio effettuando uno studio, o se non intraprendere alcuna azione. Qualunque decisione dovrebbe essere motivata in un documento pubblico.
La proposta dovrà ora essere esaminata dal Parlamento europeo e dal Consiglio, secondo la procedura legislativa ordinaria; la Commissione europea auspica che possa essere adottata entro fine del 2010.
XVI legislatura -Documentazione per le Commissioni – Attività dell’UE, Newsletter n. 102/VII, 31 Marzo 2010
Il bollettino è stato curato dall’Ufficio Rapporti con l’Unione europea (tel. 2145)
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