Camera dei deputati - XVI Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: Servizio Studi - Dipartimento affari esteri
Titolo: Elezioni parlamentari in Romania - risultati (9 dicembre 2012)
Serie: Note elezioni nel mondo    Numero: 150
Data: 11/12/2012
Descrittori:
ELEZIONI POLITICHE   ROMANIA
Organi della Camera: III-Affari esteri e comunitari

Casella di testo: Elezioni parlamentari e presidenziali nel mondon. 150 – 11 dicembre 2012

 


Elezioni parlamentari in Romania - risultati

(9 dicembre 2012)

 

Domenica 9 dicembre 2012, si sono svolte in Romania le elezioni parlamentari.

Il Parlamento bicamerale rumeno è composto dalla Camera dei Deputati (315 membri) e dal Senato (137 senatori), in entrambi i casi eletti per quattro anni con un sistema elettorale misto basato su collegi uninominali e circoscrizioni plurinominali. Alla Camera (Camera Deputatilor) i seggi sono ripartiti proporzionalmente tra i partiti che abbiano superato la soglia di sbarramento del cinque per cento dei voti, dando la priorità ai candidati che abbiano ottenuto la maggioranza assoluta nei collegi uninominali; diciotto seggi sono riservati alle minoranze etniche. Al Senato (Senatul) vige lo stesso sistema elettorale, con diverse soglie di sbarramento per l’accesso alla ripartizione dei seggi: cinque per cento o tre seggi in collegi uninominali del Senato o sei seggi della Camera per i singoli partiti; otto per cento per le coalizioni tra due partiti; nove per cento per le coalizioni tra tre partiti; dieci per cento per le coalizioni tra quattro o più partiti. Gli elettori devono aver compiuto i 18 anni di età; per l’elettorato passivo l’età minima richiesta è di 23 anni.

I risultati della consultazione del 9 dicembre sono i seguenti (fonte: Birul Electoral Central 10.12.2012, schede scrutinate 99,56%):

PARTITO/COALIZIONE

Camera Deputatilor

Senatul

voti

%

voti

%

USL (Unione social-liberale)

Partito socialdemocratico (PSD), Partito nazionale liberale (PNL), Partito conservatore (PC) e Unione per il Progresso della Romania (UNPR)

 

4.327.475

 

58.61

 

4.439.884

 

60.07

ARD (Alleanza della Destra rumena)

Partito democratico-liberale (PD-L), Partito nazionale dei contadini cristiano-democratici (NP-CDP), Partito della Nuova Repubblica (NRP), Fondazione cristiano-democratica  (FCD) e Partito della Forza civica (PFC)

 

 

1.219.973

 

 

16.52

 

 

1.236.144

 

 

16.72

 

Partito del popolo (PP-DD)

1.032.208

13.98

1.081.601

14.63

(UDMR) Unione democratica degli ungheresi di Romania

 

380.513

 

5.15

 

388.372

 

5.25

 

L’affluenza alle urne è stata del 41.6%, che, per quanto debole, risulta più ampia rispetto a quella registrata in occasione delle consultazioni del 30 novembre 2008 (39.2%).

In una tornata elettorale che ha rappresentato un nuovo atto del dissidio istituzionale tra il presidente della Repubblica Traian Basescu (Partito democratico-liberale PD-L) ed il primo ministro Victor Ponta (Partito socialdemocratico (PSD), esce trionfante l’alleanza USL – che riunisce socialdemocratici, conservatori e liberali - guidata da quest’ultimo.

Costituita a inizio 2011 proprio con l’obiettivo di far cadere il Presidente Basescu, e al governo dal maggio 2012 sotto la guida dell’esponente socialdemocratico, l’USL che i sondaggi preelettorali davano per vincente ha ottenuto la maggioranza assoluta, il miglior risultato mai conseguito nel Paese dalla caduta del regime comunista (1989).

Premesso che il principale obiettivo della coalizione USL era la caduta di Basescu, il programma con il quale l’Unione social liberale si è proposta all’elettorato, intitolato “Una Romania forte”, prevede tra il resto, la modifica senso progressivo, entro il 2014, della tassazione sul reddito - attualmente per tutti pari al 16% - in virtù della quale saranno individuati 3 scaglioni cui applicare aliquote dell’8, 12 e 16%; l’abbassamento dell’imposta sul valore aggiunto dal 24% al 19% entro il 2016; l’aumento del livello del salario minimo.

Dal punto di vista dell’assetto istituzionale il premier Ponta intende modificare in tempi brevi (primo semestre 2013) l’articolo 103 della Costituzione rumena (del 1991 rivista nel 2003)[1] sull’investitura del Primo ministro, per vincolare il Presidente della Repubblica a nominare a capo del Governo il leader del partito che ha avuto la più alta percentuale di voti alle elezioni; il referendum sulle modifiche costituzionali dovrà essere organizzato nell’autunno 2013.

Commentando i risultati Victor Ponta, più volte criticato dalla sua ascesa alla leadership per non aver tenuto in sufficiente conto i valori europei, ha confermato l’orientamento pro-europeo e pro-atlantista dell’Esecutivo che – ha affermato - “ mi appresto a dirigere” . Tuttavia la designazione del Capo del Governo è prerogativa del Presidente  Basescu che, prima delle elezioni, aveva più volte lasciato intendere di non essere intenzionato a rinominare Ponta; e tale posizione ha già prodotto la minaccia di una nuova procedura di destituzione del Presidente da parte dell’USL, dopo quella del 6 luglio 2012 che ha avuto esito nel referendum del 29 luglio dichiarato nullo per mancato raggiungimento del quorum (50%+1 degli aventi diritto)[2].

Come è noto, la coabitazione tra il Presidente della Repubblica e il governo Ponta è stata contrassegnata da forti criticità. Il primo ministro ha moltiplicato le forzature istituzionali (riduzione dei poteri della Corte costituzionale, cui è impedito di pronunciarsi sulle decisioni del Parlamento, destituzione dei presidenti delle Camere, attacchi contro alcuni giudici, licenziamento di alti funzionari vicini al capo dello Stato, sostituzione del difensore civico, l’unico soggetto titolato a contestare i decreti governativi) per raggiungere l’obiettivo di porre sotto accusa Basescu. Il segretario senerale del Consiglio d'Europa, Thorbjørn Jagland, l'ambasciatore degli Stati Uniti in Romania, Mark Gitenstein, e molte organizzazioni non governative hanno denunciato le azioni di Victor Ponta.A metà settembre, il presidente della Commissione europea José Manuel Barroso è intervenuto per mettere in guardia l'intera classe politica rumena, richiamata ad agirecon responsabilità, moderazione efermezza e a concentrarsi sull’urgente necessità di ripristinarela stabilitàistituzionale epolitica del paese.

Proprio per conseguire la maggioranza dei 2/3 dei voti parlamentari, necessari per modificare la Costituzione, Ponta, in dichiarazioni rilasciate ad urne chiuse ha affermato l’intenzione di aprire un negoziato con il partito della minoranza ungherese (UDMR): il leader del partito che rappresenta circa 1,5 milioni di persone (7% del totale della popolazione rumena), Hunor Kelemen, durante la campagna elettorale aveva sottolineato come l’autonomia culturale della minoranza ungherese in Romania sarebbe stata al centro di ogni eventuale interlocuzione con altre forze politiche.

Victor Ponta (n. 1972),originario del sud del Paese, dopo aver conseguito la laurea in Giurisprudenza presso l'Università di Bucarest, ha iniziato la sua carriera come procuratore per poi fare parte della sezione anticorruzione, penale e criminale della Corte Suprema di giustizia. Membro nel 2004 del Governo di Adrian Nastase (PSD) come il Ministro delle Finanze e dell’acquis comunitario, lo stesso anno è deputato per la prima volta, rieletto quattro anni dopo. Nel 2010, Ponta divenne presidente del partito socialdemocratico, sconfiggendo il leader in carica, l'ex ministro degli Esteri (2000-2004) e Presidente del Senato (2008-2011), Mircea Geoana.

Con riferimento all’attività degli osservatori internazionali sul procedimento elettorale, si segnala che la Missione permanente della Romania presso le Organizzazioni Internazionali a Vienna ha invitato l’Assemblea parlamentare dell’OSCE e l’OSCE/ODIHR ad osservare le elezioni parlamentari in Romania[3].

Il presidente dell’Assemblea, on. Riccardo Migliori, ha deciso di inviare gli osservatori parlamentari e ha nominato Wolfgang Grossruck (Austria), vicepresidente dell’Assemblea Parlamentare dell’OSCE, coordinatore della missione. L’on. Migliori ha svolto una visita pre-elettorale nel Paese il 16 e 17 ottobre 2012, in occasione della quale ha incontrato il Presidente del Senato, Crin Antonescu; il Presidente della Camera dei Deputati, Liviu Zgonea e il Presidente della Delegazione rumena all' Assemblea OSCE, Cristian Radulescu.

Per la Delegazione italiana all’Assemblea parlamentare dell’OSCE, l’on. Claudio D’Amico (LnP) ha partecipato all'osservazione internazionale delle elezioni nella città di Bucarest.

L’OSCE/ODIHR ha svolto una missione preventiva di verifica (Needs Assessment Mission – NAM) dal 25 al 27 settembre 2012 e ha raccomandato l’invio di una missione di osservazione elettorale limitata (LEOM). In seguito, per motivi finanziari, l’OSCE/ODIHR ha deciso di inviare un gruppo di esperti elettorali (Election Expert Team - EET) guidati da Konrad Olszewski (Polonia).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


 

 

 

Servizio Studi – Dipartimento Affari esteri

( 06 6760-4939 – *st_affari_esteri@camera.it

Servizio Rapporti Internazionali

                                       ( 06 6760-3948 – *cdrin1@camera.it

I dossier dei servizi e degli uffici della Camera sono destinati alle esigenze di documentazione interna per l'attività degli organi parlamentari e dei parlamentari. La Camera dei deputati declina ogni responsabilità per la loro eventuale utilizzazione o riproduzione per fini non consentiti dalla legge.

File: es1294ele.doc



[1]    L’articolo 103, comma 1, della Costituzione romena recita “Il Presidente della Romani designa un candidato alla funzione di Primo ministro, a seguito della consultazione del partito che ha ottenuto la maggioranza assoluta in Parlamento, o, qualora questa maggioranza non sussista, a seguito delle consultazioni dei parti rappresentanti in Parlamento».

[2]    Sul quadro politico interno rumeno si veda la scheda paese politico-parlamentare n. 26 del 4 ottobre 2012.

[3]    L’OSCE/ODIHR ha svolto una missione preventiva di verifica (Needs Assessment Mission – NAM) dal 25 al 27 settembre 2012 e ha raccomandato l’invio di una missione di osservazione elettorale limitata (LEOM). In seguito, per motivi finanziari, l’OSCE/ODIHR ha deciso di inviare un gruppo di esperti elettorali (Election Expert Team - EET) guidati da Konrad Olszewski (Polonia).