Camera dei deputati - XVI Legislatura - Dossier di documentazione
(Versione per stampa)
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Autore: | Servizio Studi - Dipartimento difesa | ||
Altri Autori: | Servizio Studi - Dipartimento affari esteri | ||
Titolo: | Nuovi profili della partecipazione italiana alle missioni militari internazionali | ||
Serie: | Quaderni Numero: 4 | ||
Data: | 24/06/2010 | ||
Descrittori: |
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Organi della Camera: |
III-Affari esteri e comunitari
IV-Difesa |
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Camera dei deputati |
XVI LEGISLATURA |
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Nuovi profili della partecipazione italiana alle missioni militari internazionali |
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n. 4 |
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24 giugno 2010 |
Servizio responsabile: |
Servizio Studi – Dipartimento Difesa ( 066760-4172 – * st_difesa@camera.it |
Ha partecipato alla redazione del dossier il: |
Servizio Studi – Dipartimento Affari esteri ( 066760-4939 – * st_affari_esteri@camera.it
Hanno collaborato alla redazione del Quaderno Francesca Andreoli e Sara Hassan, tirocinanti presso il Servizio Studi della Camera dei deputati, rispettivamente nel periodo 28 febbraio – 11 giugno 2010 e 28 febbraio – 31 luglio 2010 |
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I dossier dei servizi e
degli uffici della Camera sono destinati alle esigenze di documentazione
interna per l'attività degli organi parlamentari e dei parlamentari. |
File: DI0238.doc |
INDICE
1. Lo strumento militare nel contesto internazionale
§ 1.1. Il sistema delle Nazioni Unite
§ 1.2. Il sistema dell’Alleanza Atlantica
§ 1.3. Il contributo dell'Unione europea nella gestione delle crisi internazionali
2. La partecipazione dell’Italia alle missioni internazionali
§ 2.1. Il quadro normativo nazionale.
§ 2.2. Le regole di ingaggio (ROE)
§ 2.3. Il quadro delle missioni militari dell’Italia dal secondo dopoguerra ad oggi
3. La partecipazione del Parlamento al processo decisionale sull’uso dello strumento militare
§ Oneri annuali delle missioni indicati da interventi legislativi
§ Oneri annuali delle missioni indicati da interventi legislativi
§ Althea
§ Atalanta
§ DIE
§ EUPM
§ ISAF
§ KFOR
§ MAIL-T
§ MFO
§ MIATM
§ MINURSO
§ MINUSTAH
§ Missione in Libia contro la lotta degli esseri umani
§ MSU
§ NTM-I
§ TIPH II
§ UNAMID
§ UNFICYP
§ UNIFIL
§ UNMIK
§ UNMOGIP
§ UNTSO
Rispetto alle precedenti edizioni il presente Quaderno sulla partecipazione dell’Italia alle missioni militari internazionali reca alcune novità. In particolare le schede relative alle missioni militari concluse sono state espunte dal testo cartaceo e sono consultabili on-line sul sito www.camera.it, nella sezione Temi dell'attività Parlamentare, nell’area tematica Difesa e Forze armate. Inoltre, laddove la missione militare internazionale a partecipazione italiana sia riconducibile ad uno specifico conflitto armato interno o internazionale, si è introdotta una breve nota informativa su origini e sviluppi del conflitto medesimo, nonché, laddove possibile, dati statistici sul conflitto e sulla situazione sociale ed economica del paese interessato.
Nel sistema delineato dalla Carta delle Nazioni Unite, al Consiglio di Sicurezza è attribuita (articolo 24) la responsabilità principale del mantenimento della pace e della sicurezza internazionali.
La principale novità introdotta nel 1945 dalla Carta di San Francisco rispetto alla disciplina precedente è il divieto generale di usare la forza nelle relazioni internazionali. L’art. 2 par. 4 stabilisce infatti che gli Stati membri delle Nazioni Unite non debbano fare ricorso alla minaccia o all’uso della forza quando sia incompatibile con i fini dell’Organizzazione oppure sia contraria all’integrità territoriale o l’indipendenza di qualsiasi altro Stato.
Nel delimitare l’ambito soggettivo della proibizione, bisogna rimarcare che essa ha come destinatari i soli Stati nelle loro relazioni internazionali, per cui è oggetto del divieto la forza esercitata nel territorio di un altro Stato oppure nei territori non soggetti ad alcun tipo di sovranità.
Ciò premesso,
L’ONU ha riconosciuto il diritto all’autodifesa in occasione dell’invasione della Corea del Sud da parte della Corea del Nord nel 1950 e in occasione dell’invasione del Kuwait da parte dell’Iraq nel 1991.
Più complesso è il caso delle operazioni militari in Afghanistan del 2001. Infatti, precedentemente all’avvio delle operazioni militari contro il regime talebano, il Consiglio di sicurezza dell’ONU con le risoluzioni 1368 (2001) del 12 settembre 2001 e 1373 (2001) del 28 settembre 2001 aveva riconosciuto il diritto all’autodifesa individuale o collettiva secondo quanto previsto dalla Carta delle Nazioni Unite per gli Stati Uniti in relazione agli eventi dell11 settembre 2001. Tale richiamo non era tuttavia contenuto nella risoluzione 1386 (2001) del 20 dicembre 2001 con la quale, a seguito dell’azione militare USA contro il regime talebano, avviata il 7 ottobre 2001, si prendeva atto dell’avvenuta costituzione del governo provvisorio afgano; venivano comunque richiamate le precedenti risoluzioni 1368 (2001) e 1373 (2001).
Fermo restando quindi il diritto all’autotutela individuale e collettiva, in materia di mantenimento della sicurezza internazionale intervengono principalmente il capitolo VI ed il capitolo VII della Carta.
Il capitolo VI prevede la possibilità per il Consiglio di Sicurezza di adottare misure non implicanti l’uso della forza per la tutela della sicurezza internazionale, quali la mediazione internazionale (art. 33) o la sottoposizione delle controversie internazionali al Consiglio di sicurezza (artt. 34-38).
L’insieme delle competenze attribuite invece al Consiglio dal capitolo VII intervengono invece in conseguenza, come recita il titolo del capitolo, di minaccia alla pace, violazionie della pace ed atti di aggressione; esse hanno trovato nuova applicazione a partire dal termine della guerra fredda con la fine della pratica dei veti incrociati tra l’URSS e i membri permanenti occidentali.
Il capitolo VII è aperto dall’art. 39 che prevede come condizioni imprescindibili per l’esercizio delle competenze da questo previste l’esistenza di una minaccia alla pace, di una violazione della pace o di un atto di aggressione.
In base al testo dell’art. 39 il Consiglio, in presenza di minaccia, violazione della pace o atto di aggressione, può intervenire sia deliberando delle misure coercitive, in linea con gli artt. 41 e 42, sia emanare delle raccomandazioni con una finalità conciliativa.
A tale ultimo riguardo l’art. 40 stabilisce la possibilità per il Consiglio di adottare delle misure provvisorie con il fine di prevenire un peggioramento della situazione esistente. In realtà non è molto semplice distinguere una raccomandazione circa l’adozione di misure provvisorie da una indicante dei termini di regolamento per la risoluzione di una controversia internazionale ex art. 37 del capitolo VI della Carta.
L’inquadramento sotto l’art. 40 è preferibile quando lo scopo principale è quello di non permettere l’aggravarsi di una situazione.
Si tratta di misure d’urgenza che vengono solitamente adottate in via preliminare rispetto a qualsiasi altra delibera basata sul capitolo VII, nonostante non esista un ordine preciso nell’adozione degli atti. Il Consiglio può solamente invitare gli Stati ad adottare delle misure emanando delle raccomandazioni aventi natura non vincolante. Tipico esempio di misura non vincolante ai sensi dell’art. 40 è la raccomandazione di cessate il fuoco in caso di guerra civile o internazionale.
In base all’art. 41 il Consiglio può decidere di infliggere delle misure sanzionatorie ad uno Stato che a suo giudizio stia turbando o minacciando la pace o sia un aggressore.
Viene riportata una lista esemplificativa delle misure che gli Stati possono concretamente adottare, che spaziano dall’interruzione totale o parziale delle relazioni economiche e delle comunicazioni ferroviarie, marittime, aeree, postali, telegrafiche fino alla definitiva rottura delle relazioni diplomatiche.
Tali misure possono essere inflitte ad uno Stato anche in occasione di un comportamento meramente interno essendo sottratte al limite della domestic jurisdiction previsto dall’art. 2 par. 7.[1]
Per evitare che gli Stati disattendano l’obbligo di rispettare le sanzioni decise, il Consiglio di Sicurezza solitamente istituisce un Comitato con il compito di controllare l’esecuzione delle decisioni attraverso l’esame di rapporti statali di attuazione. Tale controllo è inoltre necessario per evitare che siano inflitte inutili sofferenze alla popolazione dello Stato colpito.
In base all’art. 50 anche uno Stato la cui economia sia collegata a quella dello Stato colpito da sanzioni e sia per tale ragione danneggiato, può rivolgersi al Consiglio di sicurezza per cercare le soluzioni appropriate.
Gli artt.42 e seguenti disciplinano la decisione del Consiglio di fare ricorso ad azioni di polizia internazionale contro uno Stato colpevole di aggressione, di minaccia o violazione della pace oppure all’interno del territorio di uno Stato colpito da una guerra civile. L’organo emana a tal fine delle risoluzioni che si configurano come delibere operative che permettono all’Organizzazione di agire direttamente. Gli artt. 43, 44 e 45 stabiliscono l’obbligo per gli Stati di stipulare degli accordi con il Consiglio per fissare il numero, il grado di preparazione e la dislocazione delle forze armate utilizzabili dall’organo. In base agli artt.46 e 47 l’uso dei vari contingenti nazionali deve fare capo ad un Comitato di Stato maggiore, composto dai Capi di Stato maggiore dei cinque membri permanenti e posto sotto l’autorità del Consiglio.
In realtà gli artt. 43 e seguenti non sono mai stati applicati e per ovviare a tale mancanza il Consiglio è finora intervenuto in due modi diversi nelle crisi internazionali o interne:
§ ha creato delle Forze delle Nazioni Unite da impiegare nelle peace-keeping operations;
§ ha autorizzato l’uso della forza da parte degli Stati singolarmente oppure nell’ambito di organizzazioni regionali.
Rispetto al
sistema delineato dalla Carta delle Nazioni Unite la prassi in materia di azioni
delle Nazioni Unite per la tutela della pace è risultata molto variegata. In
particolare, come precisa
Peacekeeping Operations, Principles and Guidelines, 2008, con questo termine possono essere indicate tutte le operazioni condotte sotto l’egida delle Nazioni Unite e quindi riconducibili sia al Capitolo VI che al Capitolo VII della Carta, oltre che al Capitolo VIII che disciplina la possibilità di utilizzo da parte delle Nazioni Unite delle organizzazioni regionali per il perseguimento dei propri scopi. Tuttavia il Consiglio di sicurezza non ha l’obbligo di indicare a quale capitolo della Carta deve essere ricondotto il mandato di una specifica operazione. In particolare mai si è fatto riferimento al Capitolo VI della Carta, anche quando la tipologia di operazione poteva richiamare le fattispecie individuate da tale Capitolo; negli anni recenti è invece invalsa la prassi di richiamare il Capitolo VII nell’autorizzare un’operazione delle Nazioni Unite al fine di enfatizzare l’impegno in quello specifico contesto dell’organizzazione. Questo conferma come le tipologie di operazioni di peacekeeping possono risultare estremamente variegate. Si possono comunque individuare cinque principali tipologie:
§ prevenzione del conflitto: prevede l’applicazione di misure diplomatiche per evitare la degenerazione delle tensioni internazionali oppure intrastatuali in conflitto aperto. Le attività di prevenzione del conflitto possono includere l’uso dei buoni uffici da parte del Segretario generale e mediazione internazionale;
§ operazioni di peacemaking: consistono nel tentativo di condurre due controparti alla conclusione di un accordo mediante l’uso di mezzi pacifici indicati dal Capitolo VI della Carta delle Nazioni Unite.
§ operazioni di peacekeeping: consistono nell’assistenza mediante l’utilizzo di contingenti militari internazionali, all’attuazione di cessate il fuoco e accordi di pace. Nel corso degli anni le operazioni di peacekeeping sono evolute da un modello di intervento militare per il monitoraggio di cessate il fuoco e di separazione dei contendenti ad un modello più complesso che incorpora diversi elementi: militare, di polizia e civile.
Le caratteristiche principali del peacekeeping sono:
1) neutralità intesa come imparzialità nella disputa e non interventismo nel conflitto;
2) equipaggio militare leggero;
3) uso della forza solo in caso di legittima difesa;
4) consenso all’intervento delle parti in conflitto;
5) prerequisito di un accordo sul cessate il fuoco;
6) contributo dei contingenti su base volontaria.
§ operazione di peaceenforcement: prevedono, con l’autorizzazione del Consiglio di sicurezza, l’utilizzo di misure coercitive, inclusa la forza militare, per ripristinare la pace e la sicurezza internazionale nelle situazioni in cui il Consiglio di sicurezza abbia individuato, come recita l’articolo 39 della Carta, una minaccia alla pace, una violazione della pace, o un atto di aggressione. Il Consiglio di sicurezza può utilizzare organizzazioni regionali a tale scopo.
§ operazioni di peacebuilding: coinvolgono una ampia gamma di attività associate al state-building e alla riconciliazione al fine di evitare rischi di ricadute nel conflitto; si caratterizzano pertanto come processi complessi e di lungo termine.
Come si vede, la distinzione tra le diverse tipologie di operazione internazionale non risulta sempre facile e il mandato ricevuto dal Consiglio di sicurezza da una specifica operazione si può facilmente collocare in aree intermedie tra il peacemaking ed il peacekeeping, ovvero tra il peacekeeping ed il peacebuilding. In tal senso si rinvia al grafico sottostante ripreso dal United Nations Peacekeeping Operations: Principles and Guidelines, 2008
L’ultima disposizione del capitolo VII° della Carta è l’art.
Più complesso è il caso degli eventi successivi all’11 settembre 2001 e delle operazioni militari USA contro il regime talebano in Afghanistan.
Nelle missioni
militari internazionali a partire dagli anni Novanta del XX secolo, ha assunto
un notevole rilievo
Nel sistema dell’Alleanza atlantica sono centrali gli articoli 4, 5 e 6 del Trattato Nord-atlantico.
In particolare, l’articolo 4 prevede che le parti si consultino ogni volta che, nell’opinione di una di esse, l’integrità territoriale, l’indipendenza politica o la sicurezza di una di esse siano minacciate. Si tratta, quindi, di una disposizione procedurale relativa ai casi in cui nessuna delle parti abbia ritenuto di aver subito un attacco armato.
Il successivo articolo 5 costituisce invece la chiave di volta dell’Alleanza militare prevedendo, infatti, l’impegno reciproco delle parti a considerare un attacco armato contro una o più di esse come un attacco diretto contro tutte. Ciascuna delle parti, nell’esercizio del diritto di legittima difesa individuale o collettiva riconosciuto dell’articolo 51 dello Statuto dell’ONU assisterà la parte o le parti attaccate, intraprendendo immediatamente, individualmente e di concerto con le altre parti, l’azione che riterrà necessaria, compreso l’impiego della forza armata, per ristabilire e mantenere la sicurezza nella regione dell’Atlantico settentrionale. La norma in esame prosegue disponendo che ogni attacco armato di questo genere e tutte le misure prese in conseguenza di esso saranno immediatamente segnalati al Consiglio di sicurezza e che tali misure saranno sospese quando il Consiglio di sicurezza avrà adottato le disposizioni necessarie per ristabilire e mantenere la pace e la sicurezza internazionali.
Le disposizioni dell’articolo 5 hanno peraltro subìto un’evoluzione interpretativa a seguito delle determinazioni assunte dai Capi di Stato e di Governo all’incontro del Consiglio del Nord Atlantico di Washington del 23 e 24 aprile 1999 che hanno definito le linee di sviluppo dell’Alleanza atlantica per il XXI secolo, mediante l’approvazione di un nuovo concetto strategico.
In estrema sintesi, il nuovo concetto strategico individua nuovi rischi per la sicurezza, tra i quali: la diffusione globale di una tecnologia che può essere impiegata nell’introduzione di armi; la circostanza che avversari, siano o meno Stati, possano sfruttare l’utilizzazione di strumenti informatici; il terrorismo internazionale; il sabotaggio e la criminalità organizzata.
Il nuovo concetto strategico ha ampliato il novero degli aggressori ex articolo 5: il punto 24 del documento approvato nell’aprile 1999 dichiara, infatti, che “ogni attacco armato sul territorio di Alleati, proveniente da qualsiasi direzione, darà luogo all’applicazione degli articoli 5 e 6 del Trattato di Washington”. Inoltre, il punto 42 del comunicato del Summit del citato Consiglio del Nord Atlantico prevede espressamente che il terrorismo costituisce una seria minaccia alla pace, alla sicurezza e alla stabilità, che può minacciare l’integrità territoriale degli Stati.
L’articolo
Nel dopo guerra fredda si possono individuare due fasi di questo processo di adattamento al nuovo scenario internazionale: un primo periodo negli anni Novanta legato essenzialmente all’esperienza della Nato nei Balcani e una fase, attualmente in corso, stimolata dai cambiamenti post 11 settembre 2001.
Il primo sviluppo significativo successivo alla fine della
guerra fredda è avvenuto in relazione al coinvolgimento
della Nato in Bosnia a partire dal 1993. Infatti, con la missione Deny
Flight nel 1993
Con le missioni successive agli accordi di Dayton sulla
Bosnia (Ifor-Implementation Force e Sfor-Stabilization Force) e
ancor di più con l’intervento in Kosovo
nel 1999 (Kfor-Kosovo Force),
Rispetto a questo sviluppo, gli eventi dell’11 settembre
2001 hanno dato un segnale in controtendenza: infatti
Negli anni successivi
Il principale risultato della revisione del sistema decisionale è l’accentramento di tutte le responsabilità operative ad un unico comando: l’Allied Command for Opera-tions (ACO), che ha sede a Mons, in Belgio. A questo si accompagna l’Allied Com-mand for Transformation (ACT), con sede a Norfolk, in Virginia. Il primo centralizza la struttura di comando in sede operativa, il suo scopo è ridurre le sovrapposizioni, le incertezze e i conflitti di competenze nei processi deci-sionali per poterli semplificare e velocizzare. Il secondo invece è responsabile, ma ha evidentemente anche il compito di coordinare, delle trasformazioni dell’alleanza sul piano militare.
La seconda
importante decisione di Praga, la più significativa sul piano militare
presa dall’Alleanza nel dopo guerra fredda, riguarda la nascita della Nato
Response Force (Nrf). Essa risponde alla necessità di far uscire l’alleanza
da una postura solamente reattiva e centrata su un impiego massiccio di forze
di difesa, ritagliate sulla protezione dell’Europa occidentale.
Permane tuttavia la natura ibrida della NATO: da un lato organizzazione per la difesa collettiva, dall’altra organizzazione multilaterale per la promozione di operazioni di peace-keaping e di peace-enforcement.
L’approvazione del nuovo Concetto strategico avverrà in conclusione di un lungo processo di elaborazione che consta di 3 frasi e coinvolge più attori:
· nella prima fase, detta di riflessione (settembre 2009-aprile 2010), un gruppo di esperti indipendenti è stato incaricato di preparare un rapporto in cui vengano individuate le questioni chiare e di fornire una serie di raccomandazioni;
· nella seconda fase, quella di consultazione (maggio-agosto 2010), il segretario generale discuterà le conclusioni del rapporto degli esperti con ogni stato membro e redigerà una prima bozza del nuovo Concetto strategico;
· nella fase conclusiva, quella di negoziazione (settembre-dicembre 2010), gli stati membri emenderanno il testo del segretario generale in vista dell’approvazione del documento finale.
Il segretario generale si avvale del lavoro di consulenza di un Gruppo di esperti da lui stesso nominati, formato da dodici membri che prendono parte ai lavori su base personale; oltre a ex ministri degli esteri e diplomatici di alto livello, sono presenti anche rappresentanti del settore privato; nessuno è funzionario della Nato. Il gruppo è presieduto dall’ex segretario di stato americano Madeleine Albright. Gli stati membri hanno contributo ai lavori del gruppo, producendo una serie di rapporti, dossier o policy papers.
Nel maggio 2010 sono state
rese pubbliche le conclusioni del gruppo di lavoro presieduto dall’ex
Segretario di Stato statunitense Madeleine Albright sul “nuovo Concetto
strategico” e raccolte in un rapporto denominato “NATO 2020: Assured Security;
Dynamic Engagement-Analysis and Recommendations of the Group of Experts on a
New Strategic Concept for NATO”. Tale rapporto sarà oggetto di discussione del prossimo
summit della NATO che si terrà a
Lisbona dal 19 al 21 novembre 2010. Per gli aspetti che qui interessano, il
documento ribadisce che nell’ambito del “nuovo concetto strategico”,
Con i Consigli europei di Colonia e di Helsinki del
1999 venne deciso l’avvio, nell’ambito della già istituita politica estera e di
sicurezza comune (PESC) della politica europea di sicurezza e di difesa (PESD)
al fine di dotare l’Unione europea di una capacità autonoma di azione basata su
forze militari credibili. In particolare nel Consiglio europeo di Helsinki
vennero definiti i cosiddetti Helsinki headline
goal per dotare l’Unione europea delle capacità militari necessarie ad
attuare le missioni di Petersberg. In base a tali obiettivi gli Stati
dell’Unione dovevano essere in grado entro il 2003 di mettere a disposizione
una capacità comune composta di 60.000 soldati, militarmente autosufficiente,
dotata del necessario supporto aereo e navale e schierabile entro 60 giorni.
Tali obiettivi sono stati aggiornati nel 2004, con gli headline goal 2010 che hanno previsto, tra le altre cose, la
creazione di un’Agenzia europea della difesa (effettivamente istituita nel
2004) per conseguire una maggiore integrazione nel mercato europeo della
difesa; l’implementazione di un coordinamento congiunto per il trasporto
strategico in vista del raggiungimento di una piena capacità ed efficienza di
trasporto per il 2010 e la creazione di gruppi di combattimento rapidamente
dispiegabili (battlegroups). Nel
medesimo consiglio di Helsinki si era giunti anche ad un’intesa sulle modalità
di cooperazione completa tra l’Unione europea e
Nel
2003 è stata adottata dall’Alto rappresentante della PESC
Con la fine della guerra fredda e l’avvento della globalizzazione, il concetto di autodifesa non si riferisce più solamente alla possibilità di subire una invasione nemica, ma anche a minacce non più puramente militari. Proprio per riuscire ad affrontare al meglio queste minacce, il documento riconosce la necessità di utilizzare una combinazione di strumenti militari, civili e politici.
Come
obbiettivi centrali sono individuati la costruzione della sicurezza nei
territori vicini e il rispetto di un multilateralismo efficace in linea con
Nel dicembre 2008 è stato approvato un documento di revisione della Strategia, in cui viene approfondita la categoria di nuove sfide che l’Europa deve affrontare, come la criminalità, la pirateria, l’immigrazione illegale, la degradazione ambientale, i disordini finanziari, il terrorismo, la proliferazione delle armi di distruzione di massa, i mutamenti climatici.
Le missioni PESD sono caratterizzate fin dalle loro origini da un funzionale coordinamento tra la componente civile e militare e dall’assenza di vincoli geografici.
La componente militare ha il compito di proteggere i civili, di mantenere la sicurezza, di pianificare le operazioni, di predisporre la logistica e il trasporto strategico.
Le aree di intervento della dimensione civile della PESD, delineate già dal Consiglio Europeo di Santa Maria da Feira del 2000, sono la cooperazione di polizia, l’assistenza giudiziaria, l’assistenza all’amministrazione civile e la protezione civile. Le principali attività in ambito militare sono inquadrabili in tre categorie principali:
§ Assistenza nel settore della sicurezza, attraverso missioni di addestramento , consulenza e supporto tecnico-logistico.
§ Assistenza nel settore dell’amministrazione giudiziaria e civile, attraverso l’addestramento, la consulenza e l’assistenza del personale dell’apparato giudiziario e amministrativo;
§ Monitoraggio delle frontiere in zone di potenziale conflitto e verifica del rispetto degli accordi per la sospensione delle ostilità.
Anche Stati non membri dell’UE possono partecipare alle missioni PESD tramite la conclusione di accordi ad hoc in cui solitamente è previsto che il personale dello Stato terzo rimanga sotto il comando delle autorità nazionali lasciando però il comando operativo al comandante delle operazioni UE.
Per
le operazioni militari è prevista una diversa catena di comando a seconda del
caso in cui siano condotte dall’UE in totale indipendenza oppure siano
sviluppate in collaborazione con
Nel primo caso viene adottato un sistema di attribuzione di compiti e funzioni denominato nazione-quadro in base a cui uno Stato membro si prende l’impegno di ospitare nelle sue strutture nazionali il quartier generale delle operazioni, che viene poi affiancato da una cellula di pianificazione civile-militare presso lo Stato maggiore dell’UE.
Esistono anche le missioni autonome dell’Ue condotte dall’Operations Centre attivabile all’interno della Cellula civile-militare quando si è in presenza di operazioni di piccole dimensioni e nel caso in cui sia difficile individuare il quartier generale presso gli Stati.
Nel
secondo caso, il Consiglio Affari Generali, deliberando all’unanimità, può
anche richiedere la cooperazione con
Il
pacchetto di accordifortifica la
cooperazione tra le due organizzazioni e permette all’Unione Europea
nell’ambito della conduzione delle proprie missioni di accedere alle capacità
di pianificazione della NATO e di utilizzarne mezzi e capacità collettive.
L’origine di tali accordi risale alla riunione dei Ministri degli Esteri Nato a
Berlino del
A seguito del Trattato di Amsterdam, con cui l’Ueo venne integrata nell’UE e le cosiddette missioni di Petersberg furono incorporate nel corpo del trattato all’art. 17, nel 1999 al vertice Nato di Washington i capi di Stato e di Governo decisero di estendere le decisioni di Berlino anche alle operazioni condotte dall’Unione Europea. Vennero allora preparati alcuni accordi preliminari tra le due organizzazioni in cui si prevedeva l’accesso dell’Ue alla pianificazione operativa della Nato, l’uso da parte Ue delle capacità e risorse comuni della Nato, l’attribuzione di opzioni di comando Nato per le operazioni a guida Ue e l’adattamento del sistema di pianificazione della difesa della Nato per includervi la disponibilità di forze per operazioni a guida Ue.
L’opposizione della Turchia, che chiedeva di partecipare a pieno titolo alla pianificazione delle operazioni a guida Ue, specialmente nel caso in cui riguardassero interessi di sicurezza turchi e aree vicine alla Turchia, bloccò fino al 2002 la formalizzazione di tali accordi. Nel 2002, infatti, la prospettiva dell’avvio dei negoziati di adesione della Turchia all’Unione europea (poi effettivamente avviati nel 2005) sbloccò il negoziato e si giunse alla stipula degli accordi.
Essi sono volti a permettere un supporto della NATO alle operazioni UE, disponendo principalmente l’accesso garantito alle capacità di pianificazione operativa e di comando del Quartiere generale NATO (Shape); L’istituzione di una cellula di collegamento UE presso Shape e la presunzione di disponibilità di assetti e capacità collettive NATO per le operazioni UE (vedi grafico sotto). Gli accordi Berlin Plus sono stati attivati fino ad oggi in due occasioni: l’operazione Concordia nell’ex repubblica jugoslava di Macedonia del 2003 e l’operazione Eufor Althea nel 2004[3].
ACCORDI BERLIN PLUS
Con l’entrata in vigore il 1° dicembre 2009
del Trattato di Lisbona sono stati introdotti importanti cambiamenti nelle
disposizioni riguardanti
Anche
Di fondamentale importanza è l’introduzione di una clausola di difesa reciproca tra tutti i paesi Ue: “ Qualora uno Stato membro subisca un’aggressione armata nel suo territorio, gli altri Stati membri sono tenuti a prestargli aiuto e assistenza con tutti i mezzi in loro possesso, in conformità dell’art. 51 della Carta delle Nazioni Unite.” Viene inoltre introdotto un riferimento ai paesi neutrali e ai paesi Nato: “ ciò non pregiudica il carattere specifico della politica di sicurezza e di difesa di taluni Stati membri e che gli impegni e la cooperazione in questo settore rimangono conformi agli impegni assunti nell’ambito dell’organizzazione del Trattato Nato che resta, per gli Stati che ne sono membri, il fondamento della loro difesa collettiva.”
Il Trattato include anche una clausola di solidarietà contro il terrorismo e catastrofi che prevede la mobilitazione da parte dell’Ue di tutti gli strumenti a sua disposizione per reagire ad un attacco terroristico avvenuto sul territorio comunitario.
Infine per quanto riguarda le missioni, il Trattato amplia le cosiddette missioni di Petersberg includendo le missioni condotte a sostegno dei paesi terzi per contrastare il terrorismo.
Nel corso degli ultimi anni la partecipazione delle forze armate italiane a missioni militari all’estero ha assunto una considerevole importanza, sia in considerazione del notevole incremento delle operazioni che hanno visto impegnati contingenti militari italiani, sia sotto il profilo del maggior impiego di uomini e di mezzi, connesso alla più complessa articolazione degli interventi ai quali l’Italia ha partecipato.
Al riguardo, va, infatti, rilevato che nel corso degli ultimi decenni si è passati da semplici operazioni di ingerenza umanitaria, attraverso l'invio di osservatori internazionali, a missioni di mantenimento della pace (peace keeping), di formazione della pace e prevenzione dei conflitti (peace making), di costruzione della pace (peace building), fino ad arrivare a missioni di imposizione della pace (peace enforcement).
Sotto il profilo della loro durata, si tratta di operazioni di portata assai variabile in quanto si passa da missioni esauritesi nel breve lasso di tempo di qualche mese, ad altre, invece, che arrivano a coprire un notevole arco temporale, quasi ad assumere il carattere della permanenza.
Da un punto di vista normativo, nel nostro ordinamento giuridico non esiste una legge ad hoc che disciplini organicamente la materia delle missioni all’estero, con la conseguenza che le citate operazioni sono di volta in volta regolate da specifici provvedimenti.
Per quanto riguarda, invece, l'inquadramento di queste operazioni nell'ordinamento costituzionale, la legittimità delle operazioni militari per mantenere o imporre la pace è stata finora individuata sulla base del parametro contenuto nella seconda parte dell’articolo 11 della Costituzione secondo il quale “l’Italia consente, in condizioni di parità con gli altri stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia tra le Nazioni”.
In questo contesto si colloca la legge 14 novembre 2000, n.331[4],. la quale, dopo aver ricordato che il compito delle Forze armate italiane è la difesa dello Stato, aggiunge che queste possono essere impiegate all’estero al fine della realizzazione della pace e della sicurezza, ma sempre in conformità delle regole del diritto internazionale e alle determinazioni delle organizzazioni internazionali di cui l’Italia sia membro
Per quanto riguarda, poi, le procedure interne al nostro ordinamento in forza delle quali è possibile pervenire all’adozione della decisione riguardante il coinvolgimento delle truppe italiane nell’ambito delle missioni militari oltreconfine, va rilevato che l’assenza di una disciplina costituzionale degli stati di crisi diversi dalla guerra intesa in senso classico e di una disciplina costituzionale dell’uso della forza militare in forma circoscritta e con obiettivi limitati, come avviene nelle missioni di pace all’estero, ha posto il problema relativo all’applicabilità alle missioni internazionali del procedimento previsto dagli articoli 78 e 87 della Costituzione[5].
Le due disposizioni, alle quali non si è mai fatto ricorso dopo l’entrata in vigore della Costituzione, implicano una deliberazione delle Camere e il conferimento al Governo dei poteri necessari (art. 78). Spetta invece al Presidente della Repubblica, che ha il comando delle Forze armate, dichiarare lo stato di guerra deliberato dalle Camere (art. 87, 9° comma).
La questione è emersa, in particolare, nel corso dei primi anni novanta, quando successivamente allo scoppio della c.d. “guerra del Golfo”, si è verificata la crisi internazionale che ha costretto il nostro paese a misurarsi con le tematiche della legittimità costituzionale dei procedimenti di deliberazione delle decisioni connesse all’invio all’estero di contingenti militari italiani[6].
Peraltro, nella prassi, la conclusione del dibattito parlamentare relativo ai vari interventi militari è avvenuta generalmente mediante l’approvazione di mozioni (partecipazione italiana alla missione internazionale nel 1987 per la protezione di navi mercantili nel Golfo persico, durante il conflitto Iran-Iraq), o risoluzioni in Assemblea (invio nel 1991 di una forza multinazionale per il ristabilimento dello status quo in Kuwait dopo l’invasione irachena), o risoluzioni in Commissione (partecipazione italiana alla missione navale nel Golfo persico del 1990-91 per il controllo dell’embargo ONU e per lo sminamento del Golfo).
In altri casi il Governo è ricorso allo strumento del decreto legge, soprattutto ai fini del finanziamento delle missioni militari, ma anche in modo da sollecitare la decisione parlamentare e, nello stesso tempo, la formulazione di un indirizzo politico sull’operazione.
Va, comunque, rilevato che a partire dalla XI legislatura la gestione degli stati di crisi è stata oggetto di varie proposte di legge le quali, pur nella loro diversità, sostanzialmente miravano ad un rafforzamento del ruolo del Governo e, al suo interno, del Presidente del Consiglio e, nello stesso tempo, ad un incremento dei poteri di controllo e di garanzia del Parlamento, cui veniva riservata la definizione della politica generale della difesa, indipendentemente dal verificarsi delle varie emergenze interne ed internazionali.
In questo contesto la legge 18 febbraio 1997, n. 25[7] si è proposta di dare una risposta, sul piano organizzativo-procedimentale, alle diverse esigenze di difesa alle quali lo Stato è tenuto a fare fronte[8] .
A tal fine, nella citata legge al Governo sono riservate le deliberazioni in materia di sicurezza e difesa, le quali sono prima sottoposte al Consiglio supremo di difesa, poi approvate dal Parlamento ed infine attuate dal Ministro della difesa; al Ministro della difesa sono, invece, riservate le direttive nell’ambito della politica militare[9].
In relazione alla citata normativa occorre evidenziare
che
ü deliberazione governativa in ordine alla partecipazione alla missione di pace all’estero e conseguente informativa alle Camere;
ü approvazione parlamentare (anche da parte di una sola Camera o delle Commissioni permanenti competenti) della deliberazione governativa;
ü presentazione di un disegno di legge o emanazione di un decreto-legge contenente la copertura finanziaria della missione;
ü adozione delle disposizioni attuative da parte della amministrazione militare.
Si segnala infine che, nel corso della XVI
legislatura, sono state presentate alla Camera dei deputati quattro proposte di
legge (C.
Ø Sulle linee politiche che l’Italia dovrebbe assumere in sede internazionale con riferimento alle missioni:
§
Risulta
nell’interesse dell’Italia potenziare
§ Risulta nell’interesse dell’Italia sviluppare un mercato integrato della difesa al fine di razionalizzare la domanda nel settore, realizzando così economie di scala.
§ Nell’ambito delle missioni risulta interesse dell’Italia incentivare la componente di polizia militare, settore nel quale l’Italia è particolarmente specializzata anche in confronto ai principali partner europei[10].
§ Nell’ambito delle missioni internazionali ha assunto per l’Italia un carattere prioritario la partecipazione alle missioni nei Balcani, mentre risulterebbe necessario un maggior coinvolgimento nel contesto africano[11].
§ Potrebbe risultare opportuno prendere coscienza che l’area di interesse dell’Italia (così come quella della Germania, della Francia e della Gran Bretagna) è oramai regionale e non globale, mentre solo gli USA hanno una dimensione di interessi e forze globale, cioè in grado di agire in tutti i contesti regionali.
§ L’Italia dovrebbe comunque richiedere che la partecipazione ad una missione in un determinato contesto regionale la legittimi ad una partecipazione alla definizione della politica in quel determinato contesto[12].
Ø Sul procedimento di autorizzazione delle missioni internazionali e loro svolgimento:
§ Nell’ambito delle informazioni fornite dal Governo al Parlamento sulle missioni internazionali (quali ad esempio le relazioni illustrative ai Decreti Legge di proroga del finanziamento delle missioni) dovrebbero essere fornite indicazioni specifiche sulle motivazioni politico-strategiche della partecipazione italiana a determinate missioni [13].
§ Risulta necessaria una legge organica e stabile in materia di missioni che disciplini anche le modalità di rinnovo della partecipazione alle missioni in raccordo con le decisioni al riguardo delle istituzioni internazionali. Si potrebbe ipotizzare un meccanismo fondato su una legislazione generale a tempo indeterminato e sull’obbligo di informazione al Parlamento in ordine alla partecipazione a missioni, fermo restando che eventuali dissensi tra Parlamento e Governo in materia dovrebbero esser risolti nell’ambito del rapporto fiduciario[14].
§ La necessità di una legge quadro stabile in materia di missioni internazionali deriva dal fatto che tale legge si configurerebbe come lex specialis e non potrebbe quindi essere derogata da una norma successiva di forza formale uguale, a meno che non ci sia un’espressa, o anche implicita, statuizione, o che non sia ricavabile che tale deroga sia effettuata in piena cognizione di causa[15].
§
Nell’ambito
di questa legge stabile dovrebbero trovare razionalizzazione e consolidamento
le prassi fin qui istauratesi, come recepite dalla risoluzione Ruffino del
2001, nonché l’orientamento legislativo progressivamente consolidatosi nelle
varie disposizioni (quali quelle in materia di personale ed amministrative)
inserite con poche modifiche nei successive decreti legge di proroga; ad
integrazione di tale normativa legislativa si potrebbe anche ipotizzare una
modifica della Costituzione che “costituzionalizzi” quanto già previsto dalla
legge n. 25 del 1997 e dalla legge n. 331 del
§ Nell’ambito degli obblighi di informazione del Governo a al Parlamento si può prendere in considerazione l’ipotesi di fare riferimento anche alle regole di ingaggio, ferma restando l’esigenza di considerare gli ovvi motivi di riservatezza al riguardo[17].
§ Risulta necessario prevedere un apparato burocratico unico che coordini sia gli aspetti civili sia quelli militari delle missioni internazionali; un primo passo in tal senso può essere rappresentato dalla disposizione prevista nelle proposte di legge all’esame delle commissioni sulla nomina di un Consigliere diplomatico presso ciascuna missione[18]
Per gli atti dell’indagine e per ulteriori approfondimenti si rinvia al dossier Documentazione e ricerche n. 119.
Elemento essenziale delle operazioni militari internazionali è la definizione delle regole di ingaggio. Secondo la definizione fornita dal testo militare United Kingdom Glossary of Joint Multinational Terms and Definitions, le Rules of Engagement (ROE) sono “quelle direttive diramate dalle competenti autorità militari che specificano le circostanze ed i limiti entro cui le forze possono iniziare e/o continuare il combattimento con le forze contrapposte”.
Più specificatamente, le regole d’ingaggio consistono in talune istruzioni predefinite e dettagliate che stabiliscono il comportamento tattico di una unità per l’assolvimento della missione assegnata, consentendo, limitando o negando, a seconda delle situazioni, determinate azioni in modo da permettere il pieno raggiungimento degli obiettivi militari necessari per il conseguimento degli obiettivi politici.
Naturalmente, sotto il profilo giuridico le regole d’ingaggio devono essere conformi sia all’ordinamento interno dello Stato che dispone l’invio del contingente all’estero, sia al diritto internazionale. Sotto il primo profilo vengono in considerazione specialmente le regole costituzionali, nel nostro caso l’art. 11 della Costituzione; per quanto riguarda, invece, il secondo profilo, occorre tenere conto del diritto internazionale umanitario in vigore, tanto di quello convenzionale (in particolare le Convenzioni di Ginevra del 1949 e i due Protocolli aggiuntivi del 1977), nonché dello Statuto della Corte penale internazionale .
La formulazione delle regole d’ingaggio spetta allo
Stato nazionale del contingente, ma per le operazioni multinazionali le regole
sono emanante dall’organizzazione sotto il cui comando
In particolare, i singoli paesi partecipanti possono inserire restrizioni nazionali, i cosiddetti caveat, che sono delle vere e proprie riserve.
I caveat sono importanti poiché consentono di partecipare ad un’operazione multinazionale, senza derogare alle regole di condotta dettate dalla legislazione nazionale o stabilite dal potere politico. Sono ad esempio note le diverse posizioni esistenti tra alleati in relazione alle modalità di partecipazione alla missione ISAF, a guida Nato, in Afghanistan, tra chi chiede una partecipazione più incisiva alle ostilità e chi invece è ancorato ad una visione strettamente difensiva dell’operazione.
Il valore giuridico delle regole d’ingaggio dipende dal singolo ordinamento interno. In quello italiano, tali regole non possono essere considerate come cause di giustificazione aggiuntive a quelle previste dai codici penali militari, ma semplicemente come una modalità applicativa di un impiego della forza armata consentito dal diritto internazionale e non proibito dalle norme interne al nostro ordinamento giuridico.
Dal secondo dopoguerra ad oggi l’Italia ha partecipato a 124 missioni militari fuori dai confini nazionali[19] e, di queste, 33 sono tuttora in corso.
La prima missione ha riguardato la presenza di contingenti italiani in Somalia nell’ambito dell’esercizio del mandato fiduciario conferito all’Italia dall’ONU nel 1950, e si è conclusa nel 1960 con l’indipendenza di quel Paese.
Nel corso dell’ultimo decennio si è assistito ad un netto incremento del numero delle missioni militari internazionali cui l’Italia ha preso parte. Fino alla fine degli anni Ottanta tali operazioni hanno comportato l’impiego di una ridotta quantità di uomini (se si eccettuano le operazioni di pace in Libano tra il 1982 e il 1984), anche in considerazione del fatto che la media delle missioni in corso nei singoli anni è stata costantemente inferiore a 4; nella seconda metà degli anni Ottanta la media delle missioni in corso ha raggiunto progressivamente quota 9-10.
Negli anni Novanta, la presenza internazionale italiana è cresciuta in particolare attraverso la partecipazione alle operazioni conseguenti alla crisi del Golfo Persico (1990-1991) e alle vicende dei Balcani (in particolare nel 1995 e nel 1999) ed il numero di missioni svolte in ciascun anno ha superato mediamente le 20, raggiungendo quota 30 nel 1999. Dal 2000 il numero delle missioni si è mantenuto prossimo alle 30.
Delle 124missioni a cui hanno preso parte contingenti italiani, quelle condotte dalle Organizzazioni internazionali alle quali l’Italia appartiene sono 90, così ripartite:
ONU |
34 |
NATO |
26 |
UE |
22 |
UEO |
3 |
NATO e UEO |
2 |
OSCE |
2 |
UE e UEO |
1 |
Le missioni cui l’Italia ha partecipato e che non sono condotte dalle Organizzazioni internazionali cui appartiene sono, invece, 34: di queste, 9 sono state svolte in attuazione di risoluzioni ONU o sono comunque ad esse collegate.
Sotto il profilo della tipologia, le missioni si possono suddividere secondo il seguente prospetto:
operazioni di mantenimento della pace (peace-keeping) |
49 |
operazioni di assistenza internazionale |
44 |
operazioni di imposizione della pace (peace-enforcing) |
22 |
operazioni di formazione della pace e prevenzione del conflitto (peace-making) |
9 |
Delle 22missioni di peace enforcing 4 sono consistite in attività sostanzialmente riconducibile a quella bellica.
Le 44 missioni di assistenza internazionale possono essere così ulteriormente suddivise:
operazioni con mandato fiduciario ONU |
1 |
operazioni di polizia locale |
14 |
operazioni di assistenza tecnica e di addestramento |
18 |
operazioni di assistenza umanitaria |
11 |
Per quanto riguarda le 33
missioni in corso, più di un terzo si sta svolgendo in Europa (
Le missioni vedono attualmente impegnato il nostro Paese con circa 8.670 uomini così ripartiti tra Forze armate e Corpi di polizia[20]:
Il personale militare che partecipa alle operazioni che non sono condotte dalle Organizzazioni internazionali è pari a 242 unità, mentre quello che partecipa alle missioni condotte dalle Organizzazioni internazionali (8.427) è ripartito tra i seguenti organismi: NATO (5.342), ONU (2.566) UE (519).
Asia centrale e meridionale |
3.214 |
Medio oriente |
2.594 |
Europa non comunitaria di cui 7.426 nei Balcani |
2.000 |
Africa[21] |
442 |
Mediterraneo |
249 |
America latina |
130 |
Unione europea |
40 |
Dall’analisi degli oneri derivanti dalle missioni, osservati a partire dagli anni Ottanta - decennio in cui si registra un consistente aumento del loro numero - emerge un costante incremento delle spese, soprattutto a partire dagli anni Novanta.
In particolare, rilevanti aumenti della spesa si sono registrati in
occasione della crisi libanese del 1983 e dell’intervento per lo sminamento del
Mar Rosso nel
La tabella II a pagina 47 ed il grafico a pagina 51 contengono i dati analitici relativi all’evoluzione degli oneri.
Nell’ambito dei principi costituzionali concernenti la partecipazione alle missioni militari internazionali, il Parlamento svolge un ruolo rilevante nella procedura di decisione dell’intervento, in linea con il rapporto fiduciario con il Governo. Questo ruolo si estrinseca attraverso strumenti e procedure diverse, che vanno dall’esame di disegni di legge di conversione di decreti-legge o di disegni di legge ordinaria allo svolgimento di attività di indirizzo, controllo e informazione, in una o in entrambe le Camere
In base ai dati rilevati, il coinvolgimento del Parlamento nel processo decisionale sulla partecipazione a missioni militari internazionali si è verificato in 94 casi.
L’intervento parlamentare è stato in 49 casi precedente all’inizio della missione, in 11 casi contemporaneo e negli altri 34 successivo. A tal fine si è preso in considerazione solo il primo intervento parlamentare in ordine cronologico, fermo restando che, il più delle volte, le Camere sono ripetutamente intervenute, a diverso titolo, in merito alla stessa missione. Per 30 missioni non vi è stato alcun intervento diretto delle Camere.
Per quanto riguarda la forma, il primo intervento da parte del Parlamento si è realizzato attraverso gli strumenti o nelle sedi indicate nella tabella seguente:
Legge in 6 casi la presentazione del disegno di legge è stata precedente all’inizio della missione in 1 caso contemporanea |
7 |
Decreto-legge in 25 casi precedente all’inizio della missione in 3 casi contemporaneo in 21 casi successivo |
49 |
Approvazione di mozioni in entrambi i casi le sedute sono state precedenti all’inizio della missione |
2 |
Approvazione di risoluzioni in 6 casi l’approvazione è stata precedente all’inizio della missione in 2 casi contemporanea in 3 casi successiva |
11 |
Approvazione di un ordine del giorno approvato successivamente all’inizio della missione |
1 |
Sindacato ispettivo in 1 caso la seduta è stata precedente in 1 caso contemporanea in 2 casi successiva all’inizio della missione |
4 |
Procedure informative in 9 casi precedenti all’inizio della missione in 4 casi contemporanee in 7 casi successive |
20 |
Per quanto riguarda le leggi originate da disegni di legge governativi, ai fini della determinazione del momento dell’intervento parlamentare, si è scelto di far coincidere quest’ultimo con la data della loro presentazione alle Camere.
Nell’ambito di 85 missioni sono stati comunque adottati uno o più provvedimenti legislativi:
× in 26 casi è stato utilizzato esclusivamente il decreto-legge, successivamente convertito;
× in 3 casi è stata approvata una legge ordinaria di iniziativa del Governo (prevalentemente ratifiche di accordi internazionali relativi alla missione);
× in 56 casi nel corso della missione si è registrata sia l’adozione di decreti-legge, poi convertiti, sia l’approvazione di leggi ordinarie (in taluni casi contenenti la sanatoria dei decreti-legge decaduti, in altri casi contenenti disposizioni integrative).
In caso di operazioni condotte dalle Organizzazioni internazionali cui l’Italia appartiene, la prassi che si è registrata dal dopoguerra ad oggi, mostra 31 casi di intervento parlamentare precedente all’inizio delle missioni, 7 di intervento contemporaneo e 30 di intervento successivo, mentre in 22 casi non si è avuto alcun intervento del Parlamento.
In questi casi si riscontra generalmente un’iniziativa volta ad aprire un dibattito in Parlamento, che si conclude, secondo la prassi che si è instaurata, con un atto di indirizzo politico.
La prassi in ordine a questo passaggio parlamentare non è tuttavia costante: non si è verificata, infatti, nei casi in cui si è ritenuto che la partecipazione alla missione godesse di ampio e unanime supporto delle Camere; oppure, in caso di modesta entità della missione stessa, il Governo si è limitato ad informare le Commissioni parlamentari competenti (Esteri e Difesa).
In alcuni casi, infine, il Governo ha portato a conoscenza del Parlamento la propria decisione direttamente con la presentazione del disegno di legge relativo alla copertura finanziaria dell'operazione, ovvero con la presentazione del decreto-legge, qualora la necessità e l'urgenza di partecipare alla missione impongano l'adozione di tale strumento normativo (talvolta emanato dopo che la missione è già iniziata).
Nello schema che segue si segnalano alcuni dei casi più rilevanti, rinviando per i dati di dettaglio alle rispettive schede.
Schema n. 1 – Alcuni esempi di intervento delle Camere nel caso di partecipazione dell’Italia ad operazioni condotte dalle Organizzazioni internazionali cui appartiene
Intervento precedente l’inizio della missione |
Per la partecipazione alla missione IFOR nella ex
Jugoslavia, nel dicembre 1995, realizzata in ambito NATO, alle missioni ONU
INTERFET, del settembre |
Intervento contemporaneo all’inizio della missione |
Nel caso della missione di pace UNMEE, in Etiopia ed
Eritrea, l’intervento parlamentare sulla missione ONU (iniziata nel novembre
2000) si sono svolte, congiuntamente all’inizio della missione stessa (il 15
novembre), comunicazioni del Governo presso |
Intervento successivo all’inizio della missione |
Nel caso della missione umanitaria NATO AFOR (o Allied Harbour) svoltasi in Albania dall’8 aprile 1999, contestualmente alle operazioni di guerra nel Kosovo l’intervento parlamentare si è svolto successivamente all’inizio della missione attraverso l’approvazione di risoluzioni. In altri casi il Governo si è limitato ad informare le Commissioni parlamentari competenti (come nell’operazione militare Deliberate Force realizzata dalla NATO in territorio bosniaco nel 1995). Per le recenti missioni dell’UE, in Congo e in Darfur, (2005) e per la missione NATO in Iraq (2004), il Parlamento si è pronunciato durante la discussione del D.L. relativo al finanziamento, comunque emanato dopo l’inizio delle missioni. |
Nessun intervento |
A questa tipologia appartengono missioni quali UNMOGIP (gennaio 1959) in India e Pakistan, UNIIMOG (agosto 1988) in Iran e Iraq, UNIFIL (luglio 1979) in Libano, UNTAC (luglio 1992) in Cambogia, MINUGUA (luglio 1995) in Guatemala, fino alle più recenti missioni MONUC (dicembre 1999) in Congo, UNMIL (ottobre 2003) in Liberia e Distinguished Games (luglio 2004) in Grecia. Si tratta prevalentemente di missioni svolte per adempiere agli obblighi derivanti dall’adesione alle organizzazioni internazionali. |
Per quanto attiene, invece, alla partecipazione dell’Italia alle operazioni che non sono condotte dalle Organizzazioni internazionali cui appartiene, si sono registrati 18 casi di intervento parlamentare precedente all’inizio delle missioni, 4 di intervento contemporaneo e 4 di intervento successivo, mentre in 8 casi non si è avuto alcun intervento del Parlamento.
Sotto il profilo dell’ordinamento interno la prassi registra sia il caso in cui il Governo decide di inserire nel disegno di legge di autorizzazione alla ratifica le norme relative al reperimento della copertura finanziaria, sia il caso, più frequente, in cui i due momenti sono separati e la copertura finanziaria viene assicurata tramite un disegno di legge ordinaria o, in caso di necessità ed urgenza, con un decreto-legge. Vi sono tuttavia anche casi in cui il Governo non ha presentato alle Camere il disegno di legge di autorizzazione alla ratifica, emanando invece unicamente il decreto-legge contenente la disciplina economico-giuridica della missione e la sua “autorizzazione”.
Anche in relazione a queste ipotesi segnaliamo nello schema che segue i casi più rilevanti, rinviando per i dati di dettaglio alle rispettive schede.
Schema n. 2 - Alcuni esempi di intervento delle Camere nel caso di partecipazione dell’Italia ad operazioni che non sono condotte dalle Organizzazioni internazionali cui appartiene
Intervento precedente l’inizio della missione |
È il caso più frequente tra le missioni svolte fuori dall’ambito delle organizzazioni internazionali. In questi casi l’esecutivo ha proceduto sia sulla base di intese internazionali, che sulla scorta di atti di indirizzo parlamentare. È il caso, ad esempio, della prima missione in Libano (agosto 1982), delle missioni umanitarie Pellicano (settembre 1991) e Alba (aprile 1997) in Albania e della missione Antica Babilonia (2003) |
Intervento contemporaneo all’inizio della missione |
Tra i casi di intervento parlamentare contestuale all’inizio della missione si possono ricordare: la seconda missione di pace in Libano (settembre 1982) e l’operazione Restore hope (dicembre 1992) in Somalia. |
Intervento successivo all’inizio della missione |
Il coinvolgimento parlamentare in queste fase risulta meno frequente. A titolo di esempio si possono: citare l’operazione MFO (marzo 1982) per il pattugliamento dello stretto di Tiran nel Sinai tra Egitto e Israele e la missione umanitaria Provide comfort I (aprile 1991) per il soccorso alle popolazioni curde in Iraq. |
Nessun intervento |
In altre occasioni, il Parlamento non è stato coinvolto, come, ad esempio, nella missione MIF (settembre 1995) per il rispetto dell’embargo verso l’Iraq o la missione Ippocampo Rwanda (aprile 1994) per il recupero e l'evacuazione dei cittadini stranieri durante in conflitto tra etnie in Rwanda. |
|
Missione |
|
|
|
Primo intervento parlamentare |
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|
|
|
Data di inizio |
|
P |
C |
S |
1 |
Mandato fiduciario ONU in Somalia |
ONU |
2 febbraio 1950 |
conclusa |
|
ü |
|
2 |
UNEF |
ONU |
21 novembre 1956 |
conclusa |
|
ü |
|
3 |
UNTSO |
ONU |
5 giugno 1958 |
in corso |
|
|
|
4 |
UNOGIL |
ONU |
19 giugno 1958 |
conclusa |
|
|
|
5 |
UNMOGIP |
ONU |
3 gennaio 1959 |
in corso |
|
|
|
6 |
Laos 1959 |
ONU |
7 ottobre 1959 |
conclusa |
|
|
|
7 |
UNOC |
ONU |
11 luglio 1960 |
conclusa |
|
|
|
8 |
UNYOM |
ONU |
20 dicembre 1963 |
conclusa |
|
|
|
9 |
DIATM |
------- |
3 settembre 1969 |
conclusa |
|
|
|
10 |
UNIFIL |
ONU |
3 luglio 1979 |
in corso |
|
|
|
|
Missione |
|
|
|
Primo intervento parlamentare |
|
||||||||||
|
|
|
Data di inizio |
|
P |
C |
S |
|
||||||||
|
11 |
MFO |
------- |
10 marzo 1982 |
in corso |
|
|
ü |
||||||||
|
12 |
Libano I |
------- |
21 agosto 1982 |
conclusa |
ü |
|
|
||||||||
|
13 |
Libano II |
------- |
23 settembre 1982 |
conclusa |
|
ü |
|
||||||||
|
14 |
Mine nel Mar Rosso |
------- |
22 agosto 1984 |
conclusa |
|
ü |
|
||||||||
|
15 |
------- |
15 settembre 1987 |
conclusa |
ü |
|
|
|||||||||
|
16 |
MIATM |
------- |
14 luglio 1988 |
in corso |
|
||||||||||
|
17 |
UNIIMOG |
ONU |
15 agosto 1988 |
conclusa |
|
||||||||||
|
18 |
UNTAG |
ONU |
13 marzo 1989 |
conclusa |
|
|
ü |
||||||||
|
19 |
UNOCA |
ONU |
30 marzo 1989 |
conclusa |
|
|
|
||||||||
|
20 |
Golfo 2 |
------- |
16 agosto 1990 |
conclusa |
ü |
|
|
||||||||
|
21 |
Operazione Locusta |
------- |
25 settembre 1990 |
conclusa |
ü |
|
|
||||||||
P= precedente all’inizio della missione
C=contemporaneo all’inizio della missione
S= successivo all’inizio della missione
|
|
Missione |
|
|
|
Primo intervento parlamentare |
|||||||||||||||||||
|
|
|
|
Data di inizio |
|
P |
C |
S |
|||||||||||||||||
|
22 |
UNOSGI |
ONU |
1° marzo 1991 |
conclusa |
|
|
|
|
||||||||||||||||
|
23 |
UNIKOM |
ONU |
18 aprile 1991 |
conclusa |
|
|
|
|
||||||||||||||||
|
24 |
Provide comfort I |
------- |
20 aprile 1991 |
conclusa |
|
|
ü |
|
||||||||||||||||
|
25 |
UNSCOM |
ONU |
23 giugno 1991 |
conclusa |
|
|
||||||||||||||||||
|
26 |
Provide comfort II |
------- |
15 luglio 1991 |
conclusa |
ü |
|
|
|
||||||||||||||||
|
27 |
EUMM |
UE |
20 luglio 1991 |
conclusa |
|
|
ü |
|
||||||||||||||||
|
28 |
ONUSAL |
ONU |
26 luglio 1991 |
conclusa |
|
|
||||||||||||||||||
|
29 |
Pellicano |
------- |
16 settembre 1991 |
conclusa |
ü |
|
|
|
||||||||||||||||
|
30 |
MINURSO |
ONU |
27 settembre 1991 |
in corso |
|
|
ü |
|
||||||||||||||||
|
31 |
Sharp Fence (poi Sharp Guard) |
NATO e UEO |
10 luglio 1992 |
conclusa |
|
|
ü |
|
||||||||||||||||
|
32 |
Maritime Guard (poi Sharp Guard) |
NATO e UEO |
10 luglio 1992 |
conclusa |
|
|
ü |
|
||||||||||||||||
33 |
UNTAC |
ONU |
23 luglio 1992 |
conclusa |
|
|
|||||||||||||||||||
34 |
Restore hope |
------- |
11 dicembre 1992 |
conclusa |
|
ü |
|
|
|||||||||||||||||
35 |
UNOMOZ |
ONU |
22 febbraio 1993 |
conclusa |
ü |
|
|
|
|||||||||||||||||
36 |
Deny flight |
NATO |
12 aprile 1993 |
conclusa |
ü |
|
|
|
|||||||||||||||||
37 |
UNOSOM II |
ONU |
4 maggio 1993 |
conclusa |
ü |
|
|
|
|||||||||||||||||
38 |
Operazione Danubio |
UEO |
26 maggio 1993 |
conclusa |
|
|
ü |
|
|||||||||||||||||
39 |
Ippocampo Rwanda |
------- |
10 aprile 1994 |
conclusa |
|
|
|||||||||||||||||||
40 |
TIPH I |
------- |
8 maggio 1994 |
conclusa |
ü |
|
|
|
|||||||||||||||||
41 |
Entebbe |
------- |
3 giugno 1994 |
conclusa |
|
|
|||||||||||||||||||
42 |
United Shield |
------- |
10 gennaio 1995 |
conclusa |
|
|
ü |
|
|||||||||||||||||
43 |
UPFM |
UEO |
8 marzo 1995 |
conclusa |
ü |
|
|
|
|||||||||||||||||
44 |
MINUGUA |
ONU |
17 luglio 1995 |
conclusa |
|
|
|||||||||||||||||||
45 |
UNAVEM III |
ONU |
24 agosto 1995 |
conclusa |
|
|
|||||||||||||||||||
46 |
Deliberate Force |
NATO |
4 settembre 1995 |
conclusa |
|
|
ü |
|
|||||||||||||||||
47 |
MIF |
------- |
14 settembre 1995 |
conclusa |
|
|
|||||||||||||||||||
|
48 |
IFOR |
NATO |
28 dicembre 1995 |
conclusa |
ü |
|
|
|
||||||||||||||||
|
49 |
SFOR |
NATO |
20 dicembre 1996 |
conclusa |
ü |
|
|
|
||||||||||||||||
|
50 |
TIPH II |
------- |
29 gennaio 1997 |
in corso |
|
ü |
|
|
||||||||||||||||
|
51 |
ALBA |
------- |
13 aprile 1997 |
conclusa |
ü |
|
|
|
||||||||||||||||
P= precedente all’inizio della missione
C= contemporaneo all’inizio della missione
S= successivo all’inizio della missione
|
|
Missione |
|
|
|
Primo intervento parlamentare |
|||||||||||||||||||
|
|
|
|
Data di inizio |
|
P |
C |
S |
|||||||||||||||||
52 |
Albania 2 |
------- |
15 aprile 1997 |
in corso |
ü |
|
|
|
|||||||||||||||||
53 |
MAPE |
UEO |
12 maggio 1997 |
conclusa |
|
|
ü |
|
|||||||||||||||||
54 |
IPTF |
ONU |
27 maggio 1997 |
conclusa |
|
|
ü |
|
|||||||||||||||||
55 |
DIE |
------- |
11 ottobre 1997 |
in corso |
ü |
|
|
|
|||||||||||||||||
56 |
Bilaterale Interni |
------- |
16 ottobre 1997 |
in corso |
|
|
ü |
|
|||||||||||||||||
|
57 |
Determined Falcon |
NATO |
15 giugno 1998 |
conclusa |
|
|
ü |
|
||||||||||||||||
|
58 |
UNSMA |
ONU |
18 luglio 1998 |
conclusa |
|
|
||||||||||||||||||
|
59 |
MSU |
NATO |
1 agosto 1998 |
in corso |
ü |
|
|
|
||||||||||||||||
|
60 |
KVM |
OSCE |
20 ottobre 1998 |
conclusa |
|
|
ü |
|
||||||||||||||||
|
61 |
Eagle Eye |
NATO |
27 novembre 1998 |
conclusa |
|
|
ü |
|
||||||||||||||||
|
62 |
Joint Guarantor |
NATO |
9 dicembre 1998 |
conclusa |
|
|
ü |
|
||||||||||||||||
|
63 |
Allied Force |
NATO |
24 marzo 1999 |
conclusa |
|
ü |
|
|
||||||||||||||||
|
64 |
AFOR |
NATO |
8 aprile 1999 |
conclusa |
|
|
ü |
|
||||||||||||||||
|
65 |
WEUDAM |
UE e UEO |
10 maggio 1999 |
conclusa |
|
|
||||||||||||||||||
|
66 |
Allied Harvest |
NATO |
17 maggio 1999 |
conclusa |
|
|
ü |
|
||||||||||||||||
|
67 |
KFOR |
NATO |
13 giugno 1999 |
in corso |
ü |
|
|
|
||||||||||||||||
|
68 |
UNMIK |
ONU |
30 giugno 1999 |
in corso |
ü |
|
|
|
||||||||||||||||
|
69 |
COMMZW |
NATO |
1 settembre 1999 |
conclusa |
ü |
|
|
|
||||||||||||||||
|
70 |
INTERFET |
ONU |
20 settembre 1999 |
conclusa |
ü |
|
|
|
||||||||||||||||
|
71 |
MONUC |
ONU |
15 dicembre 1999 |
conclusa |
|
|
||||||||||||||||||
|
72 |
Albit |
------- |
6 aprile 2000 |
conclusa |
ü |
|
|
|
||||||||||||||||
|
73 |
UNMEE |
ONU |
15 novembre 2000 |
conclusa |
|
ü |
|
|
||||||||||||||||
P= precedente all’inizio della missione
C= contemporaneo all’inizio della missione
S= successivo all’inizio della missione
|
|
Missione |
|
|
|
Primo intervento parlamentare |
|||||||||||||||||||
|
|
|
|
Data di inizio |
|
P |
C |
S |
|||||||||||||||||
|
74 |
Essential Harvest |
NATO |
27 agosto 2001 |
conclusa |
ü |
|
|
|
||||||||||||||||
|
75 |
Amber Fox |
NATO |
23 settembre 2001 |
conclusa |
|
|
ü |
|
||||||||||||||||
|
76 |
Active Endeavour |
NATO |
9 ottobre 2001 |
in corso |
|
ü |
|
|
||||||||||||||||
77 |
Enduring Freedom |
------- |
18 novembre 2001 |
conclusa |
ü |
|
|
|
|||||||||||||||||
78 |
ISAF (a) |
NATO |
10 gennaio 2002 |
in corso |
ü |
|
|
|
|||||||||||||||||
79 |
NATO HQ Skopje |
NATO |
17 giugno 2002 |
in corso |
ü |
|
|
|
|||||||||||||||||
80 |
NATO HQ Tirana |
NATO |
17 giugno 2002 |
conclusa |
ü |
|
|
|
|||||||||||||||||
81 |
Coherent Behaviour |
------- |
4 ottobre 2002 |
conclusa |
|
|
|||||||||||||||||||
82 |
Allied Harmony |
NATO |
16 dicembre 2002 |
conclusa |
ü |
|
|
|
|||||||||||||||||
83 |
EUPM |
UE |
1 gennaio 2003 |
in corso |
ü |
|
|
|
|||||||||||||||||
84 |
Operazione Concordia |
UE |
31 marzo 2003 |
conclusa |
ü |
|
|
|
|||||||||||||||||
85 |
Processo di pace in Sudan |
------- |
3 aprile 2003 |
conclusa |
ü |
|
|
|
|||||||||||||||||
86 |
Cessate il fuoco sui Monti Nuba |
------- |
3 aprile 2003 |
conclusa |
ü |
|
|
|
|||||||||||||||||
87 |
Antica Babilonia |
------- |
9 maggio 2003 |
conclusa |
ü |
|
|
|
|||||||||||||||||
88 |
Processo di pace in Somalia |
------- |
20 maggio 2003 |
conclusa |
ü |
|
|
|
|||||||||||||||||
89 |
Artemis |
UE |
12 giugno 2003 |
conclusa |
|
|
|
|
|||||||||||||||||
90 |
UNMIL |
ONU |
30 ottobre 2003 |
conclusa |
|
|
|
|
|||||||||||||||||
91 |
Proxima |
UE |
1° maggio 2004 |
conclusa |
ü |
|
|
|
|||||||||||||||||
92 |
Distinguished Games |
NATO |
29 luglio 2004 |
conclusa |
|
|
|
|
|||||||||||||||||
93 |
NTM-I |
NATO |
14 agosto 2004 |
in corso |
|
|
ü |
|
|||||||||||||||||
94 |
UNOWA |
ONU |
1 novembre 2004 |
conclusa |
|
|
|
|
|||||||||||||||||
95 |
Althea |
UE |
2 dicembre 2004 |
in corso |
ü |
|
|
|
|||||||||||||||||
96 |
NATO HQ Sarajevo |
NATO |
2 dicembre 2004 |
in corso |
ü |
|
|
|
|||||||||||||||||
97 |
EUPOL Kinshasa |
UE |
30 aprile 2005 |
conclusa |
|
|
ü |
|
|||||||||||||||||
98 |
UNMIS |
ONU |
17 giugno 2005 |
conclusa |
ü |
|
|
|
|||||||||||||||||
99 |
Missione sostegno AMIS II |
UE |
18 luglio 2005 |
conclusa |
|
|
ü |
|
|||||||||||||||||
100 |
UNFICYP |
ONU |
20 luglio 2005 |
in corso |
|
|
|
|
|||||||||||||||||
101 |
Mare sicuro 2005 |
------ |
15 agosto 2005 |
conclusa |
|
|
|
|
|||||||||||||||||
102 |
Indus |
NATO |
18 ottobre 2005 |
conclusa |
|
|
ü |
|
|||||||||||||||||
103 |
EU BAM Rafah |
UE |
25 novembre 2005 |
in corso |
|
|
ü |
|
|||||||||||||||||
104 |
EU BAM Moldova e Ucraina |
UE |
1° dicembre 2005 |
in corso |
|
|
ü |
|
|||||||||||||||||
(a)
|
|
Missione |
|
|
|
Primo intervento parlamentare |
||||||||||
|
|
|
|
Data di inizio |
|
P |
C |
S |
||||||||
105 |
EUPAT |
UE |
15 dicembre 2005 |
conclusa |
|
|
ü |
|
||||||||
106 |
EUPOL COPPS |
UE |
1 luglio 2006 |
in corso |
|
ü |
|
|
||||||||
107 |
EUFOR RD Congo |
UE |
17 luglio 2006 |
conclusa |
ü |
|
|
|
||||||||
108 |
EUPT Kosovo |
UE |
14 settembre 2006 |
conclusa |
ü |
|
|
|
||||||||
109 |
EUSEC Congo |
UE |
17 maggio 2007 |
conclusa |
|
|
ü |
|
||||||||
110 |
EUPOL Afghanistan |
UE |
15 giugno 2007 |
in corso |
|
|
ü |
|
||||||||
111 |
Missione europea di sostegno ad AMISOM |
UE |
1° luglio 2007 |
conclusa |
ü |
|
|
|
||||||||
112 |
EUPOL RD Congo |
UE |
1° luglio 2007 |
in corso |
ü |
|
|
|
||||||||
113 |
UNAMID |
ONU |
15 gennaio 2008 |
conclusa |
ü |
|
|
|
||||||||
114 |
EUFOR Tchad |
UE |
1° marzo 2008 |
conclusa |
ü |
|
|
|
||||||||
115 |
MTG - Georgia |
OSCE |
20 agosto 2008 |
conclusa |
|
|
|
|
||||||||
116 |
EUMM Georgia |
UE |
23 settembre 2008 |
in corso |
|
|
ü |
|
||||||||
117 |
EULEX Kosovo |
UE |
9 dicembre 2008 |
in corso |
|
|
|
|
||||||||
118 |
Atalanta |
UE |
7 marzo 2009 |
in corso |
|
|
|
|
||||||||
119 |
MAIL-T |
NATO |
15 aprile 2009 |
in corso |
|
|
|
|
||||||||
120 |
Missione in Libia contro la tratta degli esseri umani |
|
25 maggio 2009 |
in corso |
|
|
|
|
||||||||
121 |
Ocean Shield |
NATO |
17 agosto 2009 |
in corso |
|
|
|
|
||||||||
122 |
Cooperazione con l’Iraq nel settore navale |
|
1 ottobre 2009 |
conclusa |
|
|
|
|
||||||||
123 |
White Crane |
|
19 gennaio 2010 |
conclusa |
|
|
|
|
||||||||
124 |
MINUSTAH |
ONU |
25 maggio 2010 |
in corso |
|
|
|
|
||||||||
Oneri annuali delle missioni indicati da interventi legislativi
Anno |
Valore nominale (in milioni di euro) |
In valori reali* (in milioni di euro) |
1982 |
3,099 |
9,887 |
1983 |
79,018 |
219,243 |
1984 |
- |
- |
1985 |
0,620 |
1,432 |
1986 |
- |
- |
1987 |
26,339 |
54,825 |
1988 |
93,479 |
185,387 |
1989 |
- |
- |
1990 |
25,823 |
45,275 |
1991 |
312,210 |
514,428 |
1992 |
15,959 |
24,946 |
1993 |
107,755 |
161,653 |
1994 |
164,257 |
237,088 |
1995 |
50,555 |
69,260 |
1996 |
141,234 |
186,231 |
1997 |
152,804 |
198,049 |
1998 |
99,390 |
126,543 |
1999 |
417,843 |
523,725 |
2000 |
562,946 |
687,977 |
2001 |
652,329 |
776,467 |
2002 |
913,502 |
1.061,489 |
2003 |
1.003,054 |
1.137,564 |
2004 |
1.161,606 |
1.291,706 |
2005 |
1.195,000 |
1.306,613 |
2006 |
1.139,165 |
1.221,185 |
2007 |
937,483 |
987,919 |
2008 |
1.041,920 |
1.063,696 |
2009 |
1.438,854 |
1.457,991 |
2010 (primo semestre) |
738,017 |
738,017 |
*In valori reali (coefficienti ISTAT aprile 2010)
Missione Active Endeavour
Attività navale della NATO nel Mediterraneo nell'ambito del contrasto al terrorismo internazionale
Partecipazione italiana dal 9 ottobre 2001
Operazioni condotte da Organizzazioni internazionali NATO
Operazione di imposizione della pace (peace-enforcing)
Il dispiegamento nel Mediterraneo orientale,
a partire dal 9 ottobre 2001, della Forza Navale Permanente della NATO nel
Mediterraneo (STANAVFORMED) è stato effettuato a seguito della decisione del
Consiglio del Nord Atlantico del 3 ottobre 2001, relativa all’applicazione
dell’articolo 5 del Trattato di Washington, in conseguenza degli avvenimenti
dell’11 settembre. Compito della missione è quello di monitorare il flusso del
traffico delle merci via mare nella regione, stabilendo contatti con le navi
mercantili che vi transitano (oltre
Consistenza del contingente italiano al 31 gennaio 2010: 220 unità
Serie storica |
Gennaio 2007 |
Gennaio 2008 |
Gennaio 2009 |
Unità |
600 |
220 |
220 |
Riferimenti normativi
Decreto-legge 1° dicembre 2001, n. 421, convertito, con modificazioni, dalla legge 31 gennaio2002, n. 6, recante disposizioni urgenti per la partecipazione di personale militare all'operazione multinazionale denominata "Enduring Freedom"
Il D.L. 421/2001 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2001
Decreto-legge 28 dicembre 2001, n. 451, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 febbraio 2002, n.15, recante disposizioni urgenti per la proroga della partecipazione italiana ad operazioni militari internazionali
Il D.L. 451/2001 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 marzo 2002
Decreto-legge 16 aprile 2002, n. 64, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 giugno 2002, n.116, recante disposizioni urgenti per la prosecuzione della partecipazione italiana adoperazioni militari internazionali
Il D.L. 64/2002 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2002
Decreto-legge 20 gennaio 2003, n. 4, convertito, con modificazioni, dalla legge 18 marzo 2003, n.42, recante disposizioni urgenti per la prosecuzione della partecipazione italiana ad operazioni militari internazionali
Il D.L. 4/2003 ha prorogato la partecipazione italiana al 30 giugno 2003
Decreto-legge 10 luglio 2003, n. 165, convertito, con modificazioni, dalla legge 1° agosto 2003, n. 219, recante interventi urgenti a favore della popolazione irachena
Il D.L. 165/2003, nel testo originario, ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2003. Durante l'esame parlamentare tale disposizione è stata soppressa e la proroga è stata successivamente operata dalla legge 231/2003.
Legge 11 agosto 2003, n. 231, recante differimento della partecipazione italiana a operazioni internazionali (originata da una proposta di legge il 23 luglio 2003)
La legge 231/2003 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2003
Decreto-legge 20 gennaio 2004, n. 9, convertito, con modificazioni, dalla legge 12 marzo 2004, n. 68, recante proroga della partecipazione italiana a operazioni internazionali
Il D.L. 9/2004 ha differito il termine della partecipazione italiana al 30 giugno 2004.
Decreto-legge 24 giugno 2004, n. 160, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2004, n. 207, recante proroga della partecipazione italiana a missioni internazionali
Il D.L. 160/2004, nel testo originario, ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2004. Durante l'esame parlamentare tale disposizione è stata soppressa e la proroga è stata successivamente operata dalla legge 208/2004.
Legge 30 luglio 2004, n. 208, recante proroga della partecipazione italiana a missioni internazionali (originata da una proposta di legge presentata l'8 luglio 2004)
La legge 208/2004 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2004
Decreto-legge 19 gennaio 2005, n. 3, convertito, con modificazioni, dalla legge 18 marzo 2005, n. 37, recante proroga della partecipazione italiana a missioni internazionali
Il D.L. 3/2005, nel testo originario, ha differito il termine della partecipazione italiana al 30 giugno 2005. Durante l'esame parlamentare tale disposizione è stata soppressa e la proroga è stata successivamente operata dalla legge 39/2005.
Legge 21 marzo 2005, n. 39, recante disposizioni per la partecipazione italiana a missioni internazionali (originata da una proposta di legge presentata il 2 febbraio 2005)
La legge 39/2005 ha differito la partecipazione italiana al 30 giugno 2005
Decreto-legge 28 giugno 2005, n. 111, convertito dalla legge 31 Luglio 2005, n. 157, recante disposizioni urgenti per la partecipazione italiana a missioni internazionali
Il D.L. 111/2005 ha differito il termine della partecipazione italiana al 31 dicembre 2005.
Decreto-legge 17 gennaio 2006, n. 10, recante disposizioni urgenti per la partecipazione italiana a missioni internazionali (decaduto)
Il D.L. 10/2006, nel testo originario, ha differito il termine della partecipazione italiana al 30 giugno 2006. Le disposizioni del D.L. decaduto sono state inserite nell'articolo 39-vicies semel del D.L. 273/2005, convertito dalla legge 51/2006.
Decreto-legge 30 dicembre 2005, n. 273, convertito, con modificazioni, dalla legge 23 febbraio 2006, n. 51, recante definizione e proroga di termini, nonché conseguenti disposizioni urgenti. Proroga di termini relativi all' esercizio di deleghe legislative
Il D.L. 273/2005, convertito, con modificazioni, dalla legge 51/2006, ha differito il termine della partecipazione italiana al 30 giugno 2006. La disposizione relativa alle missioni è stata introdotta durante l’esame parlamentare.
Legge 4 agosto 2006, n. 247, recante disposizioni per la partecipazione italiana alle missioni internazionali (originata da un disegno di legge governativo presentato il 5 luglio
La legge 247/2006 ha differito il termine della partecipazione italiana al 31 dicembre 2006.
Decreto-legge 5 luglio 2006, n. 224, recante disposizioni urgenti per la partecipazione italiana alle missioni internazionali (decaduto)
Il D.L. 224/2006, non convertito, ha differito il termine della partecipazione italiana al 31 dicembre 2006. La legge 247/2006 riproduce le disposizioni dello stesso D.L.
Legge 27 dicembre 2006, n. 296 recante disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2007)
Il comma 1241 dell'articolo 1 della legge 296/2006 ha prorogato al 31 gennaio 2007 il termine per l'autorizzazione di spesa per la continuazione della missione.
Decreto-legge 31 gennaio 2007, n. 4, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 marzo 2007, n. 38, recante proroga della partecipazione italiana a missioni umanitarie e
Il D.L. 4/2007, convertito, con modificazioni, dalla legge 38/2007, ha prorogato il termine della partecipazione italiana al 31 dicembre 2007.
Decreto-legge 31 dicembre 2007, n. 248, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 febbraio 2008, n. 31, recante proroga di termini previsti da disposizioni legislative e disposizioni urgenti in materia finanziaria
Il D.L. 248/2007 convertito, con modificazioni, dalla legge 31/2008, ha prorogato al 31 gennaio 2008 il termine per l'autorizzazione di spesa per la continuazione della missione.
Decreto-legge 31 gennaio 2008, n. 8, convertito, con modificazioni, dalla legge 13 marzo 2008, n. 45, recante disposizioni urgenti in materia di interventi di cooperazione allo sviluppo e a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, nonché relative alla partecipazione delle Forze armate e di polizia a missioni internazionali
Il D.L. 8/2008, convertito, con modificazioni, dalla legge 45/2008, ha prorogato il termine della partecipazione italiana al 31 dicembre 2008.
Decreto-legge 30 dicembre 2008, n. 209, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 febbraio 2009, n. 12, recante proroga della partecipazione italiana a missioni internazionali
Il D.L. 209/2008, convertito, con modificazioni, dalla legge 12/2009, ha prorogato il termine della partecipazione italiana al 30 giugno 2009
Decreto-legge 1 luglio 2009, n.78, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2009, n. 102, recante provvedimenti anticrisi
Il D.L. 78/2009, convertito, con modificazioni, dalla legge 102/2009, (all'articolo 24 soppresso durante l'iter parlamentare) ha prorogato la partecipazione italiana al 31 ottobre 2009. La proroga è stata successivamente operata dalla legge 108/2009.
Legge 3 agosto 2009, n. 108, recante proroga della partecipazione italiana a missioni
La legge 108/2009 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 ottobre 2009
Decreto-legge 4 novembre 2009, n. 152, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 dicembre 2009, n. 197, recante disposizioni urgenti per la proroga degli interventi di cooperazione allo sviluppo e a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, nonché delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia
Il D.L. 152/2009, convertito, con modificazioni, dalla legge 197/2009, ha prorogato la partecipazione italiana fino al 31 dicembre 2009
Decreto-legge 1° gennaio 2010, n. 1, convertito, con modificazioni, dalla legge 5 marzo 2010, n. 30, recante disposizioni urgenti per la proroga degli interventi di cooperazione allo sviluppo e a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, nonché delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia e disposizioni urgenti per l'attivazione del Servizio europeo per l'azione esterna e per l'Amministrazione della Difesa
Il D.L. 1/2010, convertito, con modificazioni, dalla legge 30/2010, ha prorogato la partecipazione italiana fino al 30 giugno 2010
Attività parlamentare di indirizzo, controllo e informazione
9 ottobre 2001 Senato Assemblea
Comunicazioni del Governo (Presidente del Consiglio e Ministro della difesa) sui più recenti sviluppi della situazione internazionale ed approvazione delle risoluzioni Schifani ed altri 6-00008 e Angius ed altri 6-00009
9 ottobre 2001 Camera Assemblea
Comunicazioni del Governo (Ministro degli esteri) sui più recenti sviluppi della situazione internazionale ed approvazione delle risoluzioni Vito ed altri 6-00004 e Rutelli ed altri 6-00006
20 gennaio 2005 Commissioni riunite Camera e Senato Commissione Difesa
Comunicazioni del Governo (Ministro della difesa) in ordine agli impegni internazionali delle Forze armate nel 2005
26 luglio 2007 Senato Commissione Difesa
Comunicazioni del ministro della difesa, nelle sedute del 26 luglio, del 26 settembre e del 13 novembre 2007, sugli sviluppi relativi alla partecipazione italiana a missioni umanitarie e internazionali
12 settembre 2007 Camera Esteri e Difesa
Comunicazioni del Ministro della difesa sulla partecipazione italiana a missioni umanitarie e internazionali
10 dicembre 2008 Senato Commissione Difesa
Audizione del Ministro della difesa sulle problematiche inerenti alla partecipazione delle Forze armate alle missioni internazionali
16 dicembre 2008 Senato Commissione Difesa
Audizione del Capo di Stato maggiore della Difesa sulle problematiche inerenti alla partecipazione delle Forze armate alle missioni internazionali
Missione Althea
Missione di pace dell'UE che ha rilevato la missione NATO SFOR per il rispetto degli Accordi di Dayton e per il consolidamento della pace in Bosnia
Partecipazione italiana dal2 dicembre 2004
Operazioni condotte da Organizzazioni internazionali UE
Operazione di imposizione della pace (peace-enforcing)
L’operazione Althea, che ha avuto inizio il 2
dicembre
Dopo che, il vertice NATO di Istanbul del giugno 2004 aveva preso atto della disponibilità dell’UE a rilevare i compiti della SFOR ed aveva contemporaneamente deciso la conclusione della medesima missione entro la fine del 2004, il Consiglio di sicurezza dell’ONU ha approvato tale passaggio di consegne, con la risoluzione 1551 del 9 luglio 2004. Successivamente, con la risoluzione 1575 del 22 novembre 2004, il Consiglio di sicurezza dell’ONU ha autorizzato la nuova missione per un periodo iniziale di dodici mesi.
Nella fase iniziale la componente militare (EUFOR) è rimasta invariata rispetto a quella di SFOR, sia riguardo la consistenza che riguardo i Paesi partecipanti. Il Quartier Generale è stato fissato a Camp Butmir, a Sarajevo, già sede del comando operativo di SFOR.
Il Consiglio Affari generali e relazioni esterne dell’UE ha adottato, il 12 luglio 2004, l’azione comune 2004/570/PESC, con cui, nel definire la nuova missione a guida europea “una missione generale PESD”, ne ha precisato le caratteristiche seguenti:
• l'operazione si svolge avvalendosi di mezzi e capacità comuni della NATO;
• il compito della missione è quello di assicurare il rispetto degli aspetti militari dell’accordo GFAP (General Framework Agreement for Peace) di Dayton; di esercitare un ruolo deterrente nei confronti delle Forze Armate delle parti e degli altri gruppi armati; di contribuire a un ambiente sicuro e di impedire l’eventuale insorgere di episodi di violenza e/o di tentativi di ostacolare il processo di pace;
• l’operazione, il cui comando operativo UE ha sede presso il Quartier Generale di SHAPE (Belgio), è guidata dal vice comandante delle Forze NATO in Europa (D-SACEUR);
• il controllo politico dell'operazione è assegnato al Comitato politico e di sicurezza (COPS) dell'UE, che ne assicura la direzione strategica, sotto la responsabilità del Consiglio. Le competenze decisionali riguardanti gli obiettivi e la conclusione dell'operazione militare restano attribuite al Consiglio, assistito dal Segretario Generale/Alto Rappresentante;
• il comandante generale della forza UE tiene inoltre conto del parere politico a livello locale dello speciale rappresentante dell’UE in Bosnia Erzegovina (EUSR) e prende in considerazione, nei limiti del suo mandato, le richieste proveniente dallo stesso.
Su queste basi il
COPS ha costituito, con decisione del 29 settembre 2004, il comitato dei
contributori, definendone la composizione, la presidenza e le modalità di
funzionamento. Fanno parte del Comitato, oltre ai Paesi dell’Unione europea
(esclusa
Nell'ambito della missione Althea opera forze di polizia ad ordinamento militare EUROGENDFOR (European Gendarmerie Force), destinate al contrasto alle organizzazioni criminali ed alla sicurezza della Comunità internazionale. L’Arma dei carabinieri costituisce una componente di tali forze, denominata IPU (Integrated Police Unit), con sede a Sarajevo.
Dal 6 dicembre 2005 al 5 dicembre 2006 la missione è stata posta sotto il comando italiano.
La missione Althea è stata da ultimo prorogata fino al 18 novembre 2010 dalla risoluzione 1895/2009 del Consiglio di sicurezza dell’ONU.
Il 28 febbraio 2007 il Consiglio europeo ha deciso, in seguito al miglioramento della situazione relativa alla sicurezza in Bosnia Erzegovina, una progressiva riduzione degli assetti operanti nl teatro bosniaco. Il 26 aprile 2007 è avvenuta infatti la chiusura della MNTFs (Multinational Task Force South East), a guida italiana,che gestiva una delle tre aree di competenza territoriale in cui era suddivisa Althea.
Il 17 novembre
Consistenza del contingente italiano al 31 gennaio 2010: 260unità (su un totale di 2.150)
Serie storica |
Gennaio 2007 |
Gennaio 2008 |
Gennaio 2009 |
Contingente italiano |
875 |
322 |
279 |
Totale contingenti missione |
6.143 |
2.611 |
2.150 |
Riferimenti normativi
Legge 30 luglio 2004, n. 208, recante proroga della partecipazione italiana a missioni internazionali (originata da una proposta di legge presentata l'8 luglio 2004)
La legge autorizza la partecipazione italiana fino al 31 dicembre 2004.
Decreto-legge 19 gennaio 2005, n. 3, convertito, con modificazioni, dalla legge 18 marzo 2005, n. 37, recante proroga della partecipazione italiana a missioni internazionali
Il D.L. 3/2005, nel testo originario, ha differito il termine della partecipazione italiana al 30 giugno 2005. Durante l'esame parlamentare tale disposizione è stata soppressa e la proroga è stata successivamente operata dalla legge 39/2005.
Legge 21 marzo 2005, n. 39, recante disposizioni per la partecipazione italiana a missioni internazionali (originata da una proposta di legge presentata il 2 febbraio 2005)
La legge 39/2005 ha differito la partecipazione italiana al 30 giugno 2005
Decreto-legge 28 giugno 2005, n. 111, convertito dalla legge 31 Luglio 2005, n. 157, recante disposizioni urgenti per la partecipazione italiana a missioni internazionali
Il D.L. 111/2005 ha differito il termine della partecipazione italiana al 31 dicembre 2005.
Decreto-legge 17 gennaio 2006, n. 10, recante disposizioni urgenti per la partecipazione italiana a missioni internazionali (decaduto)
Il D.L. 10/2006, nel testo originario, ha differito il termine della partecipazione italiana al 30 giugno 2006. Le disposizioni del D.L. decaduto sono state inserite nell'articolo 39-vicies semel del D.L. 273/2005, convertito dalla legge 51/2006.
Decreto-legge 30 dicembre 2005, n. 273, convertito, con modificazioni, dalla legge 23 febbraio 2006, n. 51, recante definizione e proroga di termini, nonché conseguenti disposizioni urgenti. Proroga di termini relativi all' esercizio di deleghe legislative
Il D.L. 273/2005, convertito, con modificazioni, dalla legge 51/2006, ha differito il termine della partecipazione italiana al 30 giugno 2006. La disposizione relativa alle missioni è stata introdotta durante l’esame parlamentare.
Decreto-legge 5 luglio 2006, n. 224, recante disposizioni urgenti per la partecipazione italiana alle missioni internazionali (decaduto)
Il D.L. 224/2006, non convertito, ha differito il termine della partecipazione italiana al 31 dicembre 2006. La legge 247/2006 riproduce le disposizioni dello stesso D.L.
Legge 4 agosto 2006, n. 247, recante disposizioni per la partecipazione italiana alle missioni internazionali (originata da un disegno di legge governativo presentato il 5 luglio
La legge 247/2006 ha differito il termine della partecipazione italiana al 31 dicembre 2006.
Legge 27 dicembre 2006, n. 296 recante disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2007)
Il comma 1241 dell'articolo 1 della legge 296/2006 ha prorogato al 31 gennaio 2007 il termine per l'autorizzazione di spesa per la continuazione della missione.
Decreto-legge 31 gennaio 2007, n. 4, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 marzo 2007, n. 38, recante proroga della partecipazione italiana a missioni umanitarie e
Il D.L. 4/2007, convertito, con modificazioni, dalla legge 38/2007, ha prorogato il termine della partecipazione italiana al 30 giugno 2007.
Decreto-legge 2 luglio 2007, n. 81, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2007, n. 127, recante disposizioni urgenti in materia finanziaria
L'articolo 9 del D.L. 81/2007, convertito, con modificazioni, dalla legge 127/2007, ha prorogato il termine della partecipazione italiana al 31 dicembre 2007.
Decreto-legge 31 dicembre 2007, n. 248, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 febbraio 2008, n. 31, recante proroga di termini previsti da disposizioni legislative e disposizioni urgenti in materia finanziaria
Il D.L. 248/2007 convertito, con modificazioni, dalla legge 31/2008, ha prorogato al 31 gennaio 2008 il termine per l'autorizzazione di spesa per la continuazione della missione.
Decreto-legge 31 gennaio 2008, n. 8, convertito, con modificazioni, dalla legge 13 marzo 2008, n. 45, recante disposizioni urgenti in materia di interventi di cooperazione allo sviluppo e a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, nonché relative alla partecipazione delle Forze armate e di polizia a missioni internazionali
Il D.L. 8/2008, convertito, con modificazioni, dalla legge 45/2008, ha prorogato il termine della partecipazione italiana al 30 settembre 2008.
Decreto-legge 22 settembre 2008, n. 147, convertito, con modificazioni, dalla legge 20 novembre 2008, n. 183, recante disposizioni urgenti per assicurare la partecipazione italiana alla missione di vigilanza dell'Unione europea in Georgia
Il D.L. 147/2008, convertito, con modificazioni, dalla legge 183/2008, ha prorogato la partecipazione italiana fino al 31 dicembre 2008
Decreto-legge 29 Settembre 2008, n. 150, recante proroga della partecipazione italiana a missioni internazionali per l'anno 2008 (decaduto)
Il D.L. 150/2008, nel testo originario, ha differito il termine della partecipazione italiana al 31 dicembre 2008. Le disposizioni del D.L. decaduto sono state inserite nel D.L. 147/2008, convertito dalla legge 183/2008.
Decreto-legge 30 dicembre 2008, n. 209, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 febbraio 2009, n. 12, recante proroga della partecipazione italiana a missioni internazionali
Il D.L. 209/2008, convertito, con modificazioni, dalla legge 12/2009, ha prorogato il termine della partecipazione italiana al 30 giugno 2009
Decreto-legge 1 luglio 2009, n.78, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2009, n. 102, recante provvedimenti anticrisi
Il D.L. 78/2009, convertito, con modificazioni, dalla legge 102/2009, (all'articolo 24 soppresso durante l'iter parlamentare) ha prorogato la partecipazione italiana al 31 ottobre 2009. La proroga è stata successivamente operata dalla legge 108/2009.
Legge 3 agosto 2009, n. 108, recante proroga della partecipazione italiana a missioni
La legge 108/2009 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 ottobre 2009
Decreto-legge 4 novembre 2009, n. 152, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 dicembre 2009, n. 197, recante disposizioni urgenti per la proroga degli interventi di cooperazione allo sviluppo e a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, nonché delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia
Il D.L. 152/2009, convertito, con modificazioni, dalla legge 197/2009, ha prorogato la partecipazione italiana fino al 31 dicembre 2009
Decreto-legge 1° gennaio 2010, n. 1, convertito, con modificazioni, dalla legge 5 marzo 2010, n. 30, recante disposizioni urgenti per la proroga degli interventi di cooperazione allo sviluppo e a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, nonché delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia e disposizioni urgenti per l'attivazione del Servizio europeo per l'azione esterna e per l'Amministrazione della Difesa
Il D.L. 1/2010, convertito, con modificazioni, dalla legge 30/2010, ha prorogato la partecipazione italiana fino al 30 giugno 2010
Attività parlamentare di indirizzo, controllo e informazione
20 gennaio 2005 Commissioni riunite Camera e Senato Commissione Difesa
Comunicazioni del Governo (Ministro della difesa) in ordine agli impegni internazionali delle Forze armate nel 2005
13 febbraio 2007 Camera Esteri e Difesa
Audizione del capo di Stato maggiore della difesa sulla partecipazione italiana a missioni umanitarie e internazionali, in relazione all'esame in sede referente del disegno di legge C. 2193 (Conversione D.L. proroga missioni)
10 dicembre 2008 Senato Commissione Difesa
Audizione del Ministro della difesa sulle problematiche inerenti alla partecipazione delle Forze armate alle missioni internazionali
16 dicembre 2008 Senato Commissione Difesa
Audizione del Capo di Stato maggiore della Difesa sulle problematiche inerenti alla partecipazione delle Forze armate alle missioni internazionali
Il
conflitto: retroterra storico e sviluppi recenti
(a cura del Dipartimento Affari esteri)
Bosnia-Erzegovina
Il carattere confederale dell'assetto del paese è connesso alla notevole debolezza delle istituzioni centrali della Bosnia-Erzegovina, debolezza cui ha sino ad ora supplito la figura del Rappresentante speciale dell’Unione Europea - attualmente il diplomatico austriaco di origini slovene Valentin Inzko - dotato di prerogative molto ampie (i cosiddetti “Bonn Powers”), quali il potere di annullare leggi, imporne di nuove e destituire anche titolari di cariche elettive.
L'assetto costituzionale della Bosnia-Erzegovina non è tale da poter evitare un'elevata frammentazione nelle funzioni di direzione politica, derivante dal fatto che, a suo tempo, nel prendere atto dello status quo esistente alla fine del conflitto bosniaco, gli accordi di Dayton previdero l’articolazione delle cariche istituzionali in riferimento ai principali gruppi etnico-religiosi. In tale contesto va rilevato, inoltre, che all'interno di ciascuno di tali gruppi predominano gli elementi più nazionalisti, evidentemente ritenuti capaci, tra l’altro, di una più aggressiva negoziazione con le controparti.
Il quadro politico del paese è caratterizzato da una sostanziale paralisi per la difficoltà delle due entità che la compongono nel trovare una linea comune d'azione per l'attuazione delle riforme necessarie a far avanzare il paese verso l'integrazione europea.
Il dibattito politico è monopolizzato dalla campagna in vista del doppio appuntamento elettorale di ottobre 2010 - quando si terranno le elezioni presidenziali e politiche - da cui deriva una situazione di stallo decisionale che ostacola il difficile il percorso di stabilizzazione interno, mentre il mancato progresso del dialogo interetnico e delle riforme costituzionali non consente il rilancio del processo di avvicinamento alla Ue e alla Nato.
Su proposta dell’Unione europea e degli Stati Uniti, i responsabili delle tre comunità avevano accettato di definire una revisione della Costituzione entro la fine di ottobre 2009, per rilanciare il percorso di integrazione euro-atlantica. I negoziati - che si sono svolti a Butmir, nei pressi di Sarajevo - non hanno portato però al raggiungimento di un’intesa tra i rappresentanti delle tre componenti etniche sul pacchetto di riforme costituzionali (rispetto alle quali il premier serbo-bosniaco Dodik è fortemente contrario), finalizzate ad assicurare il corretto funzionamento dell’apparato istituzionale. In tale scenario la già infuocata campagna elettorale rischia di focalizzarsi su temi cari alla retorica nazionalista - con conseguente pericolo di incremento della tensione interetnica - e non sulla prospettiva europea ed atlantica del paese.
Le auspicate riforme, ossia il raggiungimento, allo stato non ancora verificatosi, dei parametri fissati dalla Comunità internazionale (i così detti 5+2), nonché l’approvazione delle modifiche costituzionali necessarie al corretto funzionamento dell’apparato istituzionale, comporterebbero la cessazione dell'Ufficio del Rappresentante speciale, nato con gli accordi di Dayton.
Proprio il mancato
rispetto dei 5 obiettivi e delle 2 condizioni previsti per la chiusura
dell’OHR, ritenuta condizione per valutare una possibile domanda di adesione
all’Ue, sono stati tra le principali preoccupazioni espresse nel Progress
Report del 14 ottobre 2009 della Commissione Ue. Il Consiglio europeo quindi,
nelle “Conclusioni sulla strategia di allargamento” adottate il 7-8 dicembre
L'agenzia di
stampa bosniaca Fena ha reso noto, il 10 febbraio 2010, che il Parlamento
confederale ha chiesto al governo di avviare una procedura al fine di emendare
Eventuali rischi
di secessione sono stati fortemente stigmatizzati dall’Alto Rappresentante e
Vice Presidente della Commissione europea, Catherine Ashton che, nel corso
della missione nei Balcani del 17-19 febbraio
Il 30 aprile 2010 l’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa ha votato un documento che richiama il governo e i partiti politici ad introdurre le riforme costituzionali necessarie a garantire il corretto funzionamento di tutte le istituzioni del Paese, sottolineando, tra il resto, che le elezioni di ottobre potrebbero tenersi in violazione del diritto a non essere discriminati dei candidati che non appartengono ai gruppi etnici serbo, croato e bosniaco.
Si rammenta che il
disegno di legge di ratifica dell’Accordo di associazione e stabilizzazione
(ASA) tra le Comunità europee e
Quanto
all’integrazione atlantica, dopo la formale presentazione, il 2 ottobre 2009,
da parte del presidente bosniaco di turno, Zeljko Komsic del Membership Action
Plan- MAP, lo strumento ufficiale per il cammino di adesione verso la piena
appartenenza all’Alleanza Atlantica, cui
In ambito Nato sono state considerate fondamentali le decisioni precedentemente assunte da Sarajevo di procedere alla distruzione di una consistente quantità di munizioni e di inviare in Afghanistan un'unità di fanteria composta di cento uomini, sotto comando danese.
Si rammenta,
infine, che il mandato di EUFOR Althea, la missione europea di stabilizzazione
per
DATI
STATISTICI
Bosnia-Erzegovina
Fonte: CIA - The World Factbook
Popolazione: 4,621,598 (stime 2010)
Ripartizione della popolazione per classi di età (stime 2010):
da |
14.2% (maschi 339,507; femmine: 318,352) |
Da |
70.9% (maschi 1,652,435; femmine 1,623,549) |
Oltre 65 anni |
14.9% (maschi 281,248; femmine 406,507) |
Tasso di crescita della popolazione (stime 2010): 0.016% (centonovantatreesimo Stato nella graduatoria mondiale)
Popolazione urbana (dati 2008): 47 % del totale (tasso di urbanizzazione: 1,4 % annuo, stime 2005-2010)
Tasso di mortalità infantile: 8.88 morti ogni mille nati (centocinquantasettesimo Stato nella graduatoria mondiale)
Gruppi etnici (stime 2000):
Bosniaci |
48% |
Serbi |
37,1% |
Croati |
14.3% |
Altri gruppi etnici |
0,6% |
PIL: Grandezza a parità di potere di acquisto e tasso di crescita
Anno |
Grandezza PIL[23] |
Tasso di crescita |
2007: |
28,55 miliardi |
6 % |
2008: |
30,09 miliardi |
5,4 % |
2009: |
29,07 miliardi |
- 3,4 % |
Nota:
PIL: Composizione per settore (stime 2006):
Agricoltura (grano, mais, frutta, verdure; allevamento di bestiame) |
10 % |
Industria (acciaio, carbone, ferro, piombo, zinco, manganese, bauxite, assemblaggio veicoli, industria tessile, tabacco, arredamento, assemblaggio nell’industria militare (carri armati ed aerei), raffinerie di petrolio. |
23,9 % |
Servizi |
66 % |
Spese militari (stime 2005): 4,5% del PIL (ventiduesimo Stato nella graduatoria mondiale).
Partners commerciali:
Principali destinatari delle esportazioni (dati 2008):
Principali importatori (dati 2008):
Missione Atalanta
Missione dell'unione europea nelle acque della Somalia per la lotta alla pirateria marittima
Partecipazione italiana dal 7 marzo 2009
Operazioni condotte da Organizzazioni internazionali UE
Operazione di assistenza internazionale (polizia locale)
La missione Atalanta è stata istituita con l'azione comune 2008/851/PESC del Consiglio dell'Unione europea del 10 novembre 2008, allo scopo di contribuire alla deterrenza e repressione degli atti di pirateria e rapina a mano armata commessi a largo delle coste della Somalia. L’operazione militare è condotta a sostegno delle risoluzioni 1814, 1816 e 1838 del 2008 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite in modo conforme all'azione autorizzata in caso di pirateria dagli articoli 100 e seguenti della convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare.
Il mandato prevede:
a) la protezione delle navi del Programma alimentare mondiale (PAM) che inoltrano aiuti umanitari alle popolazioni sfollate della Somalia e delle navi mercantili che navigano al largo del territorio somalo;
b) la sorveglianza delle zone al largo della Somalia, comprese le acque territoriali giudicate rischiose per le attività marittime;
c) l’uso della forza per la dissuasione, la prevenzione e la repressione degli atti di pirateria;
d) la possibilità di arresto, fermo e trasferimento delle persone che hanno commesso o che si sospetta abbiano commesso atti di pirateria o rapine a mano armata e la possibilità di sequestrare le navi di pirati o di rapinatori, le navi catturate a seguito di pirateria o rapina nonché di requisire i beni che si trovano a bordo di tali navi.
Le forze schierate operano fino a cinquecento miglia marine al largo della Somalia e dei paesi vicini. Il mandato dell’operazione, inizialmente fissato in un anno a decorrere dal 13 dicembre 2008 (data della dichiarazione di capacità operativa iniziale), è stato successivamente prorogato al 14 dicembre 2010.
Consistenza del contingente italiano al 31 gennaio 2010: 202unità (su un totale di 1.518)
Riferimenti normativi
Decreto-legge 30 dicembre 2008, n. 209, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 febbraio 2009, n. 12, recante proroga della partecipazione italiana a missioni internazionali
Il D.L. 209/2008, convertito, con modificazioni, dalla legge 12/2009, ha autorizzato la partecipazione italiana fino al 30 giugno 2009
Decreto-legge 1 luglio 2009, n.78, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2009, n. 102, recante provvedimenti anticrisi
Il D.L. 78/2009, convertito, con modificazioni, dalla legge 102/2009, (all'articolo 24 soppresso durante l'iter parlamentare) ha prorogato la partecipazione italiana al 31 ottobre 2009. La proroga è stata successivamente operata dalla legge 108/2009.
Legge 3 agosto 2009, n. 108, recante proroga della partecipazione italiana a missioni
La legge 108/2009 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 ottobre 2009
Decreto-legge 4 novembre 2009, n. 152, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 dicembre 2009, n. 197, recante disposizioni urgenti per la proroga degli interventi di cooperazione allo sviluppo e a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, nonché delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia
Il D.L. 152/2009, convertito, con modificazioni, dalla legge 197/2009, ha prorogato la partecipazione italiana fino al 31 dicembre 2009
Decreto-legge 1° gennaio 2010, n. 1, convertito, con modificazioni, dalla legge 5 marzo 2010, n. 30, recante disposizioni urgenti per la proroga degli interventi di cooperazione allo sviluppo e a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, nonché delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia e disposizioni urgenti per l'attivazione del Servizio europeo per l'azione esterna e per l'Amministrazione della Difesa
Il D.L. 1/2010, convertito, con modificazioni, dalla legge 30/2010, ha prorogato la partecipazione italiana fino al 30 giugno 2010
Attività parlamentare di indirizzo, controllo e informazione
25 giugno 2009 Camera Assemblea
Svolgimento dell'interpellanza urgente Ginoble 2-00400, concernente iniziative urgenti in merito all'evoluzione della situazione relativa al sequestro del rimorchiatore oceanico italiano Buccaneer e del suo equipaggio, avvenuto nel Golfo di Aden in Somalia
Il conflitto: retroterra storico e sviluppi recenti
Somalia
Negli ultimi mesi
sono proseguiti, anche nella capitale Mogadiscio, gli scontri tra il governo
federale provvisorio del presidente Sheick Ahmed ed il movimento islamista
radicale degli Al-Shabaab. L’instabilità della regione è andata aumentando a
seguito del ritiro delle truppe etiopi agli inizi del 2009 (l’Etiopia era
intervenuta nel
DATI STATISTICI
Somalia
Situazione umanitaria
Fonte: Human Rights Watch Rapporto annuale 2010.
Secondo il rapporto 2010 di Human Rights Watch circa 3,75 mlioni di persone - equivalente quasi alla metà della popolazione residua somala - necessita di assistenza umanitaria. Più di un milione di persone sono sfollate dalle proprie case e decine di migliaia hanno lasciato il paese nel 2009.
Fonte: CIA - The World Factbook
Popolazione: 10,112,453 (stime 2010)
Ripartizione della popolazione per classi di età (stime 2010):
da |
45% (maschi 2,282,325; femmine: 2,271,707) |
Da |
52.5% (maschi 2,659,151; femmine 2,650,330) |
Oltre 65 anni |
2.5% (maschi 102,941; femmine 145,999) |
Tasso di crescita della popolazione (stime 2010): 2.809% (sedicesimo Stato nella graduatoria mondiale)
Popolazione urbana (dati 2008): 37% del totale (tasso di urbanizzazione: 4.2% annuo, stime 2005-2010)
Tasso di mortalità infantile: 107.42 morti ogni mille nati (quinto Stato nella graduatoria mondiale)
Diffusione Hiv/Aids (stime 2007):
Adulti colpiti da AIDS |
24,000 (settantacinquesimo Stato nella graduatoria mondiale) |
Morti di AIDS |
1,600 (sessantaseiesimo Stato nella graduatoria mondiale) |
Gruppi etnici (stime 2002):
Somali |
85% |
Bantu e altri non Somali (inclusi 30 mila arabi) |
15% |
PIL: Grandezza a parità di potere di acquisto e tasso di crescita
Anno |
Grandezza PIL[24] |
Tasso di crescita |
2007: |
5,45 miliardi |
2.6% |
2008: |
5,589 miliardi |
2.6% |
2009: |
5,731 miliardi |
2.6% |
PIL: Composizione per settore (stime 2005):
Agricoltura (banane, sorgo, grano, noci di cocco, riso, canna da zucchero, mango, sesamo semi, fagioli; allevamento di bestiame, ovini e capre, pesce) |
65% |
Industria (poche industrie di elettricità, raffinerie di zucchero tessile comunicazioni wireless) |
10% |
Servizi |
25% |
Spese militari (stime 2005): 0,9% del PIL (centotrentanovesimo Stato nella graduatoria mondiale).
Partners commerciali:
Principali destinatari delle esportazioni (dati 2008):
Principali importatori (dati 2008):
Missione Bilaterale Interni
Missione finalizzata all'opera di addestramento delle Forze di polizia albanesi
Partecipazione italiana dal16 ottobre 1997
Operazioni non condotte da Organizzazioni internazionali
Operazione di assistenza internazionale (tecnica e di addestramento)
Il protocollo d'intesa firmato a Roma il 17 settembre 1997 dai Ministri degli interni italiano e albanese, prevede l'impegno italiano ad affiancare i vertici delle amministrazioni albanesi con esperti delle Forze di polizia nazionali, per cooperare nella riorganizzazione delle strutture di polizia albanesi. Il compito è affidato ad una missione, composta da nuclei distinti: uno centrale, uno di frontiera marittima, e da nuclei territoriali. Le aree di intervento sono state individuate nelle province di Tirana, Durazzo, e Valona, con possibilità di successiva estensione ad altre zone. La durata della missione era fissata in 180 giorni, salva la possibilità di un prolungamento, deciso in relazione allo stato di attuazione del Protocollo. La collaborazione è proseguita in base ai protocolli bilaterali siglati nel 1998 e il 5 luglio 2000 e prorogata al 31 dicembre 2001 dal protocollo d'intesa sottoscritto il 13 febbraio 2001. Il 12 novembre 2002 è stato sottoscritto il settimo Protocollo d'Intesa con il quale, oltre a confermare i principi espressi nei Protocolli precedenti, si è provveduto ad aggiornare il dispositivo funzionante lungo le coste dell'Albania. In particolare, si è previsto: un più diretto coinvolgimento della Polizia di confine albanese nel controllo delle proprie coste e l'assistenza, fino al 31 dicembre 2003, di unità navali delle Forze di polizia italiane; il perfezionamento delle modalità tecnico-operative per il contrasto dei traffici illeciti tra l'Italia e l'Albania; il coordinamento, da parte albanese, di tali attività con quelle previste dagli accordi bilaterali e multilaterali riguardanti il controllo dei propri confini terrestri e marittimi.
Il D.L. 451/2001 ha istituito un ufficio di collegamento interforze in Albania ed ha previsto la presentazione di una relazione annuale al Parlamento,da parte del Ministro dell'interno, che dia conto della realizzazione degli obiettivi fissati, dei risultati raggiunti e dell'efficacia degli interventi effettuati.
Consistenza del contingente italiano al 1° gennaio 2010: 59unità
Riferimenti normativi
Decreto-legge 27 ottobre 1997, n. 362, convertito, con modificazioni, dalla legge 19 dicembre 1997, n. 437, recante finanziamento della missione italiana in Albania per riorganizzare le Forze di polizia albanesi e dell'assistenza ai profughi della ex Jugoslavia
Il D.L. 362/1997 ha autorizzato la missione in base all'apposito protocollo d'intesa Italia-Albania senza fissare un termine di durata
Legge 3 agosto 1998, n. 300, recante finanziamento dei progetti di intervento coordinati dal commissario straordinario del Governo per la prosecuzione del processo di ricostruzione dell'Albania (originato da un disegno di legge governativo presentato in data 28 aprile 1998)
La legge 300/1998 ha integrato il trattamento economico del personale impiegato
Decreto-legge 7 gennaio 2000, n. 1, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 marzo 2000, n. 44, recante disposizioni urgenti per prorogare la partecipazione militare italiana a missioni internazionali di pace
Il D.L. 1/2000 ha prorogato la partecipazione italiana al 30 giugno 2000
Decreto-legge 28 agosto 2000, n. 239, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 ottobre 2000, n. 305, recante disposizioni urgenti in materia di finanziamenti per lo sviluppo ed il completamento dei programmi italiani a sostegno delle Forze di polizia albanesi
Il D.L. 239/2000 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2000
Decreto-legge 29 dicembre 2000, n. 393, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 febbraio 2001, n. 27, recante proroga della partecipazione militare italiana a missioni internazionali di pace, nonché dei programmi delle Forze di polizia italiane in Albania
Il D.L. 393/2000 ha prorogato la partecipazione italiana al 30 giugno 2001
Decreto-legge 19 luglio 2001, n.294, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 agosto 2001, n. 339, recante proroga della partecipazione militare italiana a missioni internazionali di pace, nonché prosecuzione dei programmi delle Forze di polizia italiane in Albania
Il D.L. 294/2001 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2001
Decreto-legge 28 dicembre 2001, n. 451, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 febbraio 2002, n.15, recante disposizioni urgenti per la proroga della partecipazione italiana ad operazioni militari internazionali
Il D.L. 451/2001 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 marzo 2002
Decreto-legge 16 aprile 2002, n. 64, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 giugno 2002, n.116, recante disposizioni urgenti per la prosecuzione della partecipazione italiana ad operazioni militari internazionali
Il D.L. 64/2002 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2002
Decreto-legge 20 gennaio 2003, n. 4, convertito, con modificazioni, dalla legge 18 marzo 2003, n.42, recante disposizioni urgenti per la prosecuzione della partecipazione italiana ad operazioni militari internazionali
Il D.L. 4/2003 ha prorogato la partecipazione italiana al 30 giugno 2003
Decreto-legge 10 luglio 2003, n. 165, convertito, con modificazioni, dalla legge 1° agosto 2003, n. 219, recante interventi urgenti a favore della popolazione irachena
Il D.L. 165/2003, nel testo originario, ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2003. Durante l'esame parlamentare tale disposizione è stata soppressa e la proroga è stata successivamente operata dalla legge 231/2003.
Legge 11 agosto 2003, n. 231, recante differimento della partecipazione italiana a operazioni internazionali (originata da una proposta di legge il 23 luglio 2003)
La legge 231/2003 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2003
Decreto-legge 20 gennaio 2004, n. 9, convertito, con modificazioni, dalla legge 12 marzo 2004, n. 68, recante proroga della partecipazione italiana a operazioni internazionali
Il D.L. 9/2004 ha differito il termine della partecipazione italiana al 31 dicembre 2004.
Decreto-legge 19 gennaio 2005, n. 3, convertito, con modificazioni, dalla legge 18 marzo 2005, n. 37, recante proroga della partecipazione italiana a missioni internazionali
Il D.L. 3/2005, nel testo originario, ha differito il termine della partecipazione italiana al 31 dicembre 2005. Durante l'esame parlamentare tale disposizione è stata soppressa e la proroga è stata successivamente operata dalla legge 39/2005.
Legge 21 marzo 2005, n. 39, recante disposizioni per la partecipazione italiana a missioni internazionali (originata da una proposta di legge presentata il 2 febbraio 2005)
La legge 39/2005 ha differito la partecipazione italiana al 31 dicembre 2005
Decreto-legge 17 gennaio 2006, n. 10, recante disposizioni urgenti per la partecipazione italiana a missioni internazionali (decaduto)
Il D.L. 10/2006, nel testo originario, ha differito il termine della partecipazione italiana al 30 giugno 2006. Le disposizioni del D.L. decaduto sono state inserite nell'articolo 39-vicies semel del D.L. 273/2005, convertito dalla legge 51/2006.
Decreto-legge 30 dicembre 2005, n. 273, convertito, con modificazioni, dalla legge 23 febbraio 2006, n. 51, recante definizione e proroga di termini, nonché conseguenti disposizioni urgenti. Proroga di termini relativi all' esercizio di deleghe legislative
Il D.L. 273/2005, convertito, con modificazioni, dalla legge 51/2006, ha differito il termine della partecipazione italiana al 30 giugno 2006. La disposizione relativa alle missioni è stata introdotta durante l’esame parlamentare.
Legge 4 agosto 2006, n. 247, recante disposizioni per la partecipazione italiana alle missioni internazionali (originata da un disegno di legge governativo presentato il 5 luglio
La legge 247/2006 ha differito il termine della partecipazione italiana al 31 dicembre 2006.
Decreto-legge 5 luglio 2006, n. 224, recante disposizioni urgenti per la partecipazione italiana alle missioni internazionali (decaduto)
Il D.L. 224/2006, non convertito, ha differito il termine della partecipazione italiana al 31 dicembre 2006. La legge 247/2006 riproduce le disposizioni dello stesso D.L.
Legge 27 dicembre 2006, n. 296 recante disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2007)
Il comma 1241 dell'articolo 1 della legge 296/2006 ha prorogato al 31 gennaio 2007 il termine per l'autorizzazione di spesa per la continuazione della missione.
Decreto-legge 31 gennaio 2007, n. 4, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 marzo 2007, n. 38, recante proroga della partecipazione italiana a missioni umanitarie e
Il D.L. 4/2007, convertito, con modificazioni, dalla legge 38/2007, ha prorogato il termine della partecipazione italiana al 31 dicembre 2007.
Decreto-legge 31 dicembre 2007, n. 248, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 febbraio 2008, n. 31, recante proroga di termini previsti da disposizioni legislative e disposizioni urgenti in materia finanziaria
Il D.L. 248/2007 convertito, con modificazioni, dalla legge 31/2008, ha prorogato al 31 gennaio 2008 il termine per l'autorizzazione di spesa per la continuazione della missione.
Decreto-legge 31 gennaio 2008, n. 8, convertito, con modificazioni, dalla legge 13 marzo 2008, n. 45, recante disposizioni urgenti in materia di interventi di cooperazione allo sviluppo e a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, nonché relative alla partecipazione delle Forze armate e di polizia a missioni internazionali
Il D.L. 8/2008, convertito, con modificazioni, dalla legge 45/2008, ha prorogato il termine della partecipazione italiana al 31 dicembre 2008.
Decreto-legge 30 dicembre 2008, n. 209, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 febbraio 2009, n. 12, recante proroga della partecipazione italiana a missioni internazionali
Decreto-legge 1 luglio 2009, n.78, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2009, n. 102, recante provvedimenti anticrisi
Il D.L. 78/2009, convertito, con modificazioni, dalla legge 102/2009, (all'articolo 24 soppresso durante l'iter parlamentare) ha prorogato la partecipazione italiana al 31 ottobre 2009. La proroga è stata successivamente operata dalla legge 108/2009.
Legge 3 agosto 2009, n. 108, recante proroga della partecipazione italiana a missioni
La legge 108/2009 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 ottobre 2009
Decreto-legge 4 novembre 2009, n. 152, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 dicembre 2009, n. 197, recante disposizioni urgenti per la proroga degli interventi di cooperazione allo sviluppo e a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, nonché delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia
Il D.L. 152/2009, convertito, con modificazioni, dalla legge 197/2009, ha prorogato la partecipazione italiana fino al 31 dicembre 2009
Decreto-legge 1° gennaio 2010, n. 1, convertito, con modificazioni, dalla legge 5 marzo 2010, n. 30, recante disposizioni urgenti per la proroga degli interventi di cooperazione allo sviluppo e a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, nonché delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia e disposizioni urgenti per l'attivazione del Servizio europeo per l'azione esterna e per l'Amministrazione della Difesa
Il D.L. 1/2010, convertito, con modificazioni, dalla legge 30/2010, ha prorogato la partecipazione italiana fino al 30 giugno 2010
Attività parlamentare di indirizzo, controllo e informazione
20 gennaio 2005 Commissioni riunite Camera e Senato Commissione Difesa
Comunicazioni del Governo (Ministro della difesa) in ordine agli impegni internazionali delle Forze armate nel 2005
Missione DIE
Delegazione italiana di esperti che collaborano con i militari albanesi per la riorganizzazione delle loro Forze armate
Partecipazione italiana dall’11 ottobre 1997
Operazioni non condotte da Organizzazioni internazionali
Operazione di assistenza internazionale (tecnica e di addestramento)
esplosivi.
Attualmente sono in corso 5 progetti di carattere generale, 2 per le forze terrestri, 3 per le forze navali; 5 per le forze aeree. La cooperazione si è basata sulla cessione di beni (nella maggioranza dei casi di materiali fuori ciclo logistico o esuberanti alle esigenze delle Forze Armate italiane), nella prestazione di servizi e nella conduzione di corsi di addestramento e di specializzazione e lavori di gruppo a vario genere.
Nell’ambito delle attività promosse dalla DIE, si segnala, infine, la ristrutturazione della Scuola di Volo a Valona, che costituisce l’oggetto della missione Albit svolta dall’Aeronautica Militare tra l’aprile 2000 e il febbraio 2004.
Il 9 febbraio 1998, il sottotenente Lorenzo Lazzareschi ha perso la vita durante un'immersione nelle acque del porto di San Nicolò, a causa di un malore. L'ufficiale lavorava al ripristino delle strutture portuali dell'isola di Saseno, affidato alla Marina militare italiana. Il 20 giugno 2004 perdeva la vita il sergente Daniele D’Amicis.
Consistenza del contingente italiano al 31 gennaio 2010: 28unità
Serie storica |
Gennaio 2007 |
Gennaio 2008 |
Gennaio 2009 |
Unità |
32 |
24 |
24 |
Riferimenti normativi
Legge 21 maggio 1998, n. 170, recante
ratifica ed esecuzione del trattato di amicizia e collaborazione tra
La legge 170/1998 ha ratificato il trattato da cui derivano i vari accordi di collaborazione in materia di difesa e forze di polizia
Decreto-legge 13 gennaio 1998, n. 1, convertito, con modificazioni, dalla legge 13 marzo 1998, n. 42, recante disposizioni urgenti in materia di cooperazione tra Italia e Albania nel settore della difesa, nonché proroga della permanenza di contingenti militari italiani in Bosnia-Erzegovina. Proroga della partecipazione italiana al gruppo di osservatori temporanei
Il D.L. 1/1998 ha costituito
Decreto-legge 17 giugno 1999, n. 180, convertito, con modificazioni, dalla legge 2 agosto 1999, n. 269, recante disposizioni urgenti in materia di proroga della partecipazione italiana a missioni internazionali nei territori della ex Jugoslavia, in Albania e ad Hebron, nonché autorizzazione all'invio di un ulteriore contingente di militari dislocati in Macedonia per le operazioni di pace nel Kosovo
Il D.L. 180/1999 ha disposto la cooperazione con il Dipartimento della protezione civile
Decreto-legge 28 dicembre 2001, n. 451, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 febbraio 2002, n.15, recante disposizioni urgenti per la proroga della partecipazione italiana ad operazioni militari internazionali
Il D.L. 451/2001 ha finanziato ulteriormente il programma della missione
Decreto-legge 16 aprile 2002, n. 64, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 giugno 2002, n.116, recante disposizioni urgenti per la prosecuzione della partecipazione italiana ad operazioni militari internazionali
Il D.L. 64/2002 ha finanziato ulteriormente il programma della missione
Decreto-legge 20 gennaio 2003, n. 4, convertito, con modificazioni, dalla legge 18 marzo 2003, n.42, recante disposizioni urgenti per la prosecuzione della partecipazione italiana ad operazioni militari internazionali
Il D.L. 4/2003 ha finanziato ulteriormente il programma della missione. La legge ha finanziato ulteriormente il programma della missione
Decreto-legge 10 luglio 2003, n. 165, convertito, con modificazioni, dalla legge 1° agosto 2003, n. 219, recante interventi urgenti a favore della popolazione irachena
Il D.L. 165/2003, nel testo originario, ha finanziato ulteriormente il programma della missione al 31 dicembre 2003. Durante l'esame parlamentare tale disposizione è stata soppressa e al finanziamento si è successivamente provveduto con la legge 231/2003.
Legge 11 agosto 2003, n. 231, recante differimento della partecipazione italiana a operazioni internazionali (originata da una proposta di legge il 23 luglio 2003)
La legge 231/2003 ha finanziato ulteriormente il programma della missione fino al 31
Decreto-legge 20 gennaio 2004, n. 9, convertito, con modificazioni, dalla legge 12 marzo 2004, n. 68, recante proroga della partecipazione italiana a operazioni internazionali
Il D.L. 9/2004 ha finanziato ulteriormente il programma della missione al 31 dicembre 2004.
Decreto-legge 24 giugno 2004, n. 160, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2004, n. 207, recante proroga della partecipazione italiana a missioni internazionali
Il D.L. 160/2004 ha finanziato ulteriormente il programma della missione al 31 dicembre 2004. Durante l'esame parlamentare tale disposizione è stata soppressa e al finanziamento si è successivamente provveduto con la legge 208/2004.
Legge 30 luglio 2004, n. 208, recante proroga della partecipazione italiana a missioni internazionali (originata da una proposta di legge presentata l'8 luglio 2004)
La legge 208/2004 ha finanziato ulteriormente il programma della missione fino al 31
Decreto-legge 19 gennaio 2005, n. 3, convertito, con modificazioni, dalla legge 18 marzo 2005, n. 37, recante proroga della partecipazione italiana a missioni internazionali
Il D.L. 3/2005, nel testo originario, ha differito il termine della partecipazione italiana al 30 giugno 2005. Durante l'esame parlamentare tale disposizione è stata soppressa e la proroga è stata successivamente operata dalla legge 39/2005.
Legge 21 marzo 2005, n. 39, recante disposizioni per la partecipazione italiana a missioni internazionali (originata da una proposta di legge presentata il 2 febbraio 2005)
La legge 39/2005 ha differito la partecipazione italiana al 30 giugno 2005
Decreto-legge 28 giugno 2005, n. 111, convertito dalla legge 31 Luglio 2005, n. 157, recante disposizioni urgenti per la partecipazione italiana a missioni internazionali
Il D.L. 111/2005 ha differito il termine della partecipazione italiana al 31 dicembre 2005.
Decreto-legge 17 gennaio 2006, n. 10, recante disposizioni urgenti per la partecipazione italiana a missioni internazionali (decaduto)
Il D.L. 10/2006, nel testo originario, ha differito il termine della partecipazione italiana al 31 dicembre 2006. Le disposizioni del D.L. decaduto sono state inserite nell'articolo 39-vicies semel del D.L. 273/2005, convertito dalla legge 51/2006.
Decreto-legge 30 dicembre 2005, n. 273, convertito, con modificazioni, dalla legge 23 febbraio 2006, n. 51, recante definizione e proroga di termini, nonché conseguenti disposizioni urgenti. Proroga di termini relativi all' esercizio di deleghe legislative
Il D.L. 273/2005, convertito, con modificazioni, dalla legge 51/2006, ha differito il termine della partecipazione italiana al 31 dicembre 2006. La disposizione relativa alle missioni è stata introdotta durante l’esame parlamentare.
Decreto-legge 31 gennaio 2007, n. 4, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 marzo 2007, n. 38, recante proroga della partecipazione italiana a missioni umanitarie e
Il D.L. 4/2007, convertito, con modificazioni, dalla legge 38/2007, ha prorogato il termine della partecipazione italiana al 31 dicembre 2007.
Decreto-legge 31 dicembre 2007, n. 248, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 febbraio 2008, n. 31, recante proroga di termini previsti da disposizioni legislative e disposizioni urgenti in materia finanziaria
Il D.L. 248/2007 convertito, con modificazioni, dalla legge 31/2008, ha prorogato al 31 gennaio 2008 il termine per l'autorizzazione di spesa per la continuazione della missione.
Decreto-legge 31 gennaio 2008, n. 8, convertito, con modificazioni, dalla legge 13 marzo 2008, n. 45, recante disposizioni urgenti in materia di interventi di cooperazione allo sviluppo e a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, nonché relative alla partecipazione delle Forze armate e di polizia a missioni internazionali
Il D.L. 8/2008, convertito, con modificazioni, dalla legge 45/2008, ha prorogato il termine della partecipazione italiana al 31 dicembre 2008.
Decreto-legge 30 dicembre 2008, n. 209, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 febbraio 2009, n. 12, recante proroga della partecipazione italiana a missioni internazionali
Decreto-legge 1 luglio 2009, n.78, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2009, n. 102, recante provvedimenti anticrisi
Il D.L. 78/2009, convertito, con modificazioni, dalla legge 102/2009, (all'articolo 24 soppresso durante l'iter parlamentare) ha prorogato la partecipazione italiana al 31 ottobre 2009. La proroga è stata successivamente operata dalla legge 108/2009.
Legge 3 agosto 2009, n. 108, recante proroga della partecipazione italiana a missioni
La legge 108/2009 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 ottobre 2009
Decreto-legge 4 novembre 2009, n. 152, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 dicembre 2009, n. 197, recante disposizioni urgenti per la proroga degli interventi di cooperazione allo sviluppo e a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, nonché delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia
Il D.L. 152/2009, convertito, con modificazioni, dalla legge 197/2009, ha prorogato la partecipazione italiana fino al 31 dicembre 2009
Decreto-legge 1° gennaio 2010, n. 1, convertito, con modificazioni, dalla legge 5 marzo 2010, n. 30, recante disposizioni urgenti per la proroga degli interventi di cooperazione allo sviluppo e a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, nonché delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia e disposizioni urgenti per l'attivazione del Servizio europeo per l'azione esterna e per l'Amministrazione della Difesa
Il D.L. 1/2010, convertito, con modificazioni, dalla legge 30/2010, ha prorogato la partecipazione italiana fino al 30 giugno 2010
Attività parlamentare di indirizzo, controllo e informazione
20 gennaio 2005 Commissioni riunite Camera e Senato Commissione Difesa
Comunicazioni del Governo (Ministro della difesa) in ordine agli impegni internazionali delle Forze armate nel 2005
26 luglio 2007 Senato Commissione Difesa
Comunicazioni del ministro della difesa, nelle sedute del 26 luglio, del 26 settembre e del 13 novembre 2007, sugli sviluppi relativi alla partecipazione italiana a missioni umanitarie e internazionali
12 settembre 2007 Camera Esteri e Difesa
Comunicazioni del Ministro della difesa sulla partecipazione italiana a missioni umanitarie e internazionali
10 dicembre 2008 Senato Commissione Difesa
Audizione del Ministro della difesa sulle problematiche inerenti alla partecipazione delle Forze armate alle missioni internazionali
16 dicembre 2008 Senato Commissione Difesa
Audizione del Capo di Stato maggiore della Difesa sulle problematiche inerenti alla partecipazione delle Forze armate alle missioni internazionali
Missione EU BAM Moldova e Ucraina
Missione dell'Unione europea per l'assistenza nell'istituzione di un controllo doganale internazionale sul settore transdnestriano del confine tra Moldova e Ucraina
Partecipazione italiana dal1° dicembre 2005
Operazioni condotte da Organizzazioni internazionali UE
Operazione di assistenza internazionale (tecnica e di addestramento)
La missione EU BAM (European Union Border
Assistance Mission) Moldova e Ucraina è stata istituita con l’Azione comune
2005/776/PESC del 7 novembre 2005 del Consiglio dell’Unione Europea, che
modifica la precedente Azione comune 205/265/PESC, relativa alla nomina di un
rappresentante speciale dell’UE per
Essa ha il compito di svolgere assistenza presso il confine tra Moldova e Ucraina per la
prevenzione dei
traffici illeciti, del contrabbando e delle frodi doganali, attraverso
l’addestramento e del personale dei due Paesi addetto ai servizi doganali. La
missione lavora in stretto contatto con il team del rappresentante speciale
dell’UE per
La missione, inizialmente autorizzata con un mandato biennale, a decorrere dal 1° dicembre 2005, è stata da ultimo prorogata al 30 novembre 2011. Dal quartiere generale stabilito a Odessa dipendono cinque sedi distaccate. L’Italia partecipa alla missione con unità della Polizia di Stato.
Consistenza del contingente italiano al 31 gennaio 2010: 1unità (su un totale di 200)
Riferimenti normativi
Decreto-legge 17 gennaio 2006, n. 10, recante disposizioni urgenti per la partecipazione italiana a missioni internazionali (decaduto)
Il D.L. 10/2006, nel testo originario, ha autorizzato la partecipazione italiana al 30 giugno 2006. Le disposizioni del D.L. decaduto sono state inserite nell'articolo 39-vicies semel del D.L. 273/2005, convertito dalla legge 51/2006.
Decreto-legge 30 dicembre 2005, n. 273, convertito, con modificazioni, dalla legge 23 febbraio 2006, n. 51, recante definizione e proroga di termini, nonché conseguenti disposizioni urgenti. Proroga di termini relativi all' esercizio di deleghe legislative
Il D.L. 273/2005, convertito, con modificazioni, dalla legge 51/2006, ha autorizzato la partecipazione italiana al 30 giugno 2006. La disposizione relativa alle missioni è stata introdotta durante l’esame parlamentare.
Decreto-legge 5 luglio 2006, n. 224, recante disposizioni urgenti per la partecipazione italiana alle missioni internazionali (decaduto)
Il D.L. 224/2006, non convertito, ha differito il termine della partecipazione italiana al 31 dicembre 2006. La legge 247/2006 riproduce le disposizioni dello stesso D.L.
Legge 4 agosto 2006, n. 247, recante disposizioni per la partecipazione italiana alle missioni internazionali (originata da un disegno di legge governativo presentato il 5 luglio 2006)
La legge 247/2006 ha differito il termine della partecipazione italiana al 31 dicembre 2006.
Legge 27 dicembre 2006, n. 296 recante disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2007)
Il comma 1241 dell'articolo 1 della legge 296/2006 ha prorogato al 31 gennaio 2007 il termine per l'autorizzazione di spesa per la continuazione della missione.
Decreto-legge 31 gennaio 2008, n. 8, convertito, con modificazioni, dalla legge 13 marzo 2008, n. 45, recante disposizioni urgenti in materia di interventi di cooperazione allo sviluppo e a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, nonché relative alla partecipazione delle Forze armate e di polizia a missioni internazionali
Il D.L. 8/2008, convertito, con modificazioni, dalla legge 45/2008, ha autorizzato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2008.
Decreto-legge 30 dicembre 2008, n. 209, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 febbraio 2009, n. 12, recante proroga della partecipazione italiana a missioni internazionali
Decreto-legge 1 luglio 2009, n.78, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2009, n. 102, recante provvedimenti anticrisi
Il D.L. 78/2009, convertito, con modificazioni, dalla legge 102/2009, (all'articolo 24 soppresso durante l'iter parlamentare) ha prorogato la partecipazione italiana al 31 ottobre 2009. La proroga è stata successivamente operata dalla legge 108/2009.
Legge 3 agosto 2009, n. 108, recante proroga della partecipazione italiana a missioni
La legge 108/2009 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 ottobre 2009
Missione EU BAM Rafah
Missione dell'Unione europea presso il valico di Rafah, al confine fra la striscia di Gaza e l'Egitto
Partecipazione italiana dal25 novembre 2005
Operazioni condotte da Organizzazioni internazionali UE
Operazione di assistenza internazionale (polizia locale)
La missione EU BAM Rafah (European
Union Border Assistance Mission on the Gaza-Egypt Border-Crossing) è stata
istituita con l’Azione comune del Consiglio del 25 novembre 2005. Tale nuovo
impegno europeo scaturisce da un'intesa siglata il 15 novembre 2005 tra
l'Autorità Palestinese ed Israele, che comprende due accordi denominati
"Agreement on Movement and Access" e "Agreed Principles for
Rafaj Crossing", al momento applicabile solo al confine Gaza-Egitto, ma
suscettibile in futuro di applicazione a tutti gli accessi alla Striscia e da e
per
La missione è volta ad assistere le Autorità Palestinesi nella gestione del valico di Rafah (Rafah Crossing Point – RCP) con l’Egitto, riaperto il 25 novembre 2005, dopo essere stato chiuso all’atto del disimpegno israeliano dall’area. Il contingente ha compiti di monitoraggio e assistenza presso il valico, nonché di istruzione della polizia locale destinata al controllo, al fine di garantire il rispetto degli accordi e lo sviluppo progressivo della Road Map.
La missione, di cui è stata inizialmente prevista una durata di un anno, è stata successivamente prorogata al 24 maggio 2011. È previsto che il contingente, non armato, sia composto complessivamente da circa 70 unità provenienti da Paesi dell'UE e che risieda nella vicina città di Askelon, in Israele.
Dal 14 marzo 2006, il Comandante della missione europea in Gaza attuava, per motivi di sicurezza e su disposizione delle autorità israeliane, la temporanea sospensione dell’attività di controllo del valico di Rafah, limitazioni (imposte da Israele) al movimento dei monitors ed il trasferimento del personale presso Ashkelon (Israele). Il valico veniva riaperto il 25 agosto 2006, mentre il 9 maggio 2007 veniva decisa la sospensione delle attività di monitoraggio del valico.
Dal 13 giugno 2007 il valico è stato nuovamente chiuso.
Da quella data gli osservatori si trovano ad Ashqelon e mantengono una piena capacità operativa che consentirebbe la riattivazione della propria attività qualora si decidesse la riapertura del valico. Il 1° giugno 2010 l’Egitto ha ordinato la riapertura del valico.
Consistenza del contingente italiano al 31 gennaio 2010: 2unità (su un totale di 22)
Serie storica |
Gennaio 2007 |
Gennaio 2008 |
Gennaio 2009 |
Contingente italiano |
16 |
5 |
4 |
Totale contingenti missione |
55 |
49 |
22 |
Riferimenti normativi
Decreto-legge 17 gennaio 2006, n. 10, recante disposizioni urgenti per la partecipazione italiana a missioni internazionali (decaduto)
Il D.L. 10/2006, nel testo originario, ha differito il termine della partecipazione italiana al 30 giugno 2006. Le disposizioni del D.L. decaduto sono state inserite nell'articolo 39-vicies semel del D.L. 273/2005, convertito dalla legge 51/2006.
Decreto-legge 30 dicembre 2005, n. 273, convertito, con modificazioni, dalla legge 23 febbraio 2006, n. 51, recante definizione e proroga di termini, nonché conseguenti disposizioni urgenti. Proroga di termini relativi all' esercizio di deleghe legislative
Il D.L. 273/2005, convertito, con modificazioni, dalla legge 51/2006, ha differito il termine della partecipazione italiana al 30 giugno 2006. La disposizione relativa alle missioni è stata introdotta durante l’esame parlamentare.
Decreto-legge 5 luglio 2006, n. 224, recante disposizioni urgenti per la partecipazione italiana alle missioni internazionali (decaduto)
Il D.L. 224/2006, non convertito, ha differito il termine della partecipazione italiana al 31 dicembre 2006. La legge 247/2006 riproduce le disposizioni dello stesso D.L.
Legge 4 agosto 2006, n. 247, recante disposizioni per la partecipazione italiana alle missioni internazionali (originata da un disegno di legge governativo presentato il 5 luglio
La legge 247/2006 ha differito il termine della partecipazione italiana al 31 dicembre 2006.
Legge 27 dicembre 2006, n. 296 recante disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2007)
Il comma 1241 dell'articolo 1 della legge 296/2006 ha prorogato al 31 gennaio 2007 il termine per l'autorizzazione di spesa per la continuazione della missione.
Decreto-legge 31 gennaio 2007, n. 4, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 marzo 2007, n. 38, recante proroga della partecipazione italiana a missioni umanitarie e
Il D.L. 4/2007, convertito, con modificazioni, dalla legge 38/2007, ha prorogato il termine della partecipazione italiana al 31 dicembre 2007.
Decreto-legge 2 luglio 2007, n. 81, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2007, n. 127, recante disposizioni urgenti in materia finanziaria
L'articolo 9 del D.L. 81/2007, convertito, con modificazioni, dalla legge 127/2007, ha autorizzato la partecipazione italiana di ulteriori unità fino al 31 dicembre 2007.
Decreto-legge 31 dicembre 2007, n. 248, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 febbraio 2008, n. 31, recante proroga di termini previsti da disposizioni legislative e disposizioni urgenti in materia finanziaria
Il D.L. 248/2007 convertito, con modificazioni, dalla legge 31/2008, ha prorogato al 31 gennaio 2008 il termine per l'autorizzazione di spesa per la continuazione della missione.
Decreto-legge 31 gennaio 2008, n. 8, convertito, con modificazioni, dalla legge 13 marzo 2008, n. 45, recante disposizioni urgenti in materia di interventi di cooperazione allo sviluppo e a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, nonché relative alla partecipazione delle Forze armate e di polizia a missioni internazionali
Il D.L. 8/2008, convertito, con modificazioni, dalla legge 45/2008, ha prorogato il termine della partecipazione italiana al 31 dicembre 2008.
Decreto-legge 30 dicembre 2008, n. 209, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 febbraio 2009, n. 12, recante proroga della partecipazione italiana a missioni internazionali
Decreto-legge 1 luglio 2009, n.78, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2009, n. 102, recante provvedimenti anticrisi
Il D.L. 78/2009, convertito, con modificazioni, dalla legge 102/2009, (all'articolo 24 soppresso durante l'iter parlamentare) ha prorogato la partecipazione italiana al 31 ottobre 2009. La proroga è stata successivamente operata dalla legge 108/2009.
Legge 3 agosto 2009, n. 108, recante proroga della partecipazione italiana a missioni
La legge 108/2009 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 ottobre 2009
Decreto-legge 4 novembre 2009, n. 152, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 dicembre 2009, n. 197, recante disposizioni urgenti per la proroga degli interventi di cooperazione allo sviluppo e a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, nonché delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia
Il D.L. 152/2009, convertito, con modificazioni, dalla legge 197/2009, ha prorogato la partecipazione italiana fino al 31 dicembre 2009
Decreto-legge 1° gennaio 2010, n. 1, convertito, con modificazioni, dalla legge 5 marzo 2010, n. 30, recante disposizioni urgenti per la proroga degli interventi di cooperazione allo sviluppo e a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, nonché delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia e disposizioni urgenti per l'attivazione del Servizio europeo per l'azione esterna e per l'Amministrazione della Difesa
Il D.L. 1/2010, convertito, con modificazioni, dalla legge 30/2010, ha prorogato la partecipazione italiana fino al 30 giugno 2010
Attività parlamentare di indirizzo, controllo e informazione
13 febbraio 2007 Camera Esteri e Difesa
Audizione del capo di Stato maggiore della difesa sulla partecipazione italiana a missioni umanitarie e internazionali, in relazione all'esame in sede referente del disegno di legge C. 2193 (Conversione D.L. proroga missioni)
26 luglio 2007 Senato Commissione Difesa
Comunicazioni del ministro della difesa, nelle sedute del 26 luglio, del 26 settembre e del 13 novembre 2007, sugli sviluppi relativi alla partecipazione italiana a missioni umanitarie e
12 settembre 2007 Camera Esteri e Difesa
Comunicazioni del Ministro della difesa sulla partecipazione italiana a missioni umanitarie e internazionali
10 dicembre 2008 Senato Commissione Difesa
Audizione del Ministro della difesa sulle problematiche inerenti alla partecipazione delle Forze armate alle missioni internazionali
16 dicembre 2008 Senato Commissione Difesa
Audizione del Capo di Stato maggiore della Difesa sulle problematiche inerenti alla partecipazione delle Forze armate alle missioni internazionali
15 gennaio 2009 Camera Assemblea
Svolgimento dell'interpellanza urgente Evangelisti 2-00266, concernente iniziative per il raggiungimento degli obiettivi di pace in Medio Oriente, con particolare riferimento ai recenti sviluppi della situazione nella Striscia di Gaza
Il conflitto: retroterra storico e sviluppi recenti
Israele
Autorità nazionale palestinese
Nel pluridecennale
contenzioso israelo-palestinese, i primi mesi del 2010 sono stati
caratterizzati dal tentativo dell’Amministrazione USA di riavviare il dialogo
tra Israele e ANP, interrotto dalla fine del
Per approfondire questi aspetti cfr. Osservatorio
di politica internazionale, Mediterraneo e Medio Oriente, gennaio-marzo
Il 31 maggio, a
seguito di un confronto dalle dinamiche non ancora chiarite, le forze speciali
israeliane hanno provocato la morte di nove attivisti di movimenti filo
palestinesi che, a bordo di un convoglio di sei navi, stavano tentando di
forzare il blocco navale di Gaza con il proposito dichiarato di consegnare
aiuti umanitari nella Striscia (la cosiddetta “Freedom Flotilla”, tra le
organizzazioni partecipanti vi è anche l’associazione turca IHH, “fondo di
soccorso umanitario”, accusata da Israele e da altre fonti di legami con
Hamas); gli scontri sono avvenuti a bordo della nave Mavi Marmaris,
dell’associazione IHH, battente bandiera turca; il Consiglio di sicurezza
dell’ONU ha approvato una dichiarazione per richiedere un’inchiesta credibile e
trasparente sull’accaduto. Il 14 giugno il governo israeliano ha annunciato la
costituzione di una commissione d’inchiesta nazionale pubblica e indipendente
sull’accaduto. Della commissione, che sarà guidata dal giudice in pensione
della Corte Suprema, Yaakov Tirkel, faranno parte anche due osservatori
internazionali, l'ex leader del Partito d'Unione dell'Ulster e premio Nobel per
Anche l’Egitto, dopo i fatti del 31 maggio, ha riaperto il valico di Rafah con la striscia di Gaza in precedenza chiuso.
DATI STATISTICI
Israele
Situazione umanitaria
Fonte: Human Rights Watch Rapporto annuale 2010.
Secondo il rapporto di Human Rights Watch 2010 dall'ottobre 2008 al marzo 2009 le ali militari di Hamas, della Jihad islamica, e del fronte per la liberazione della Palestina ed altri gruppi hanno lanciato centinaia di razzi, in larga parte di fabbricazione locale, uccidendo tre civili israeliani e ferendone severamente quattro. Più di ottocentomila cittadini israeliani vivono nell'area dei possibili attacchi. In molti casi i razzi non hanno raggiunto i loro obiettivi in Israele ed hanno danneggiato i palestinesi di Gaza, incluse due bambine uccise da un razzo nella parte settentrionale della striscia di Gaza. Gli attacchi sono nettamente diminuiti dal marzo 2009. I ripetuti attacchi su centri abitati e le dichiarazioni dei gruppi armati palestinesi indicano che gli attacchi intendevano deliberatamente danneggiare i civili. Nello stesso periodo uomini mascherati apparentemente riconducibili ad Hamas hanno ucciso nella striscia di Gaza almeno 32 persone accusate di collaborazionismo con Israele ed hanno esercitato violenze contro esponenti di Fatah. In risposta nella West Bank sono aumentate le misure repressive contro i membri di Hamas e i loro sostenitori. Nell'operazione "Piombo fuso" condotta dalle forze armate israeliane tra dicembre 2008 e gennaio 2009 nella Striscia di Gaza sono risultati uccisi almeno 773 civili palestinesi 330 combattenti e 248 poliziotti (per i quali non é stato possibile verificare l'effettivo coinvolgimento nei combattimenti) e sono state distrutte strutture civili prive di utilizzo militare, compresa una sede dell'Agenzia per i rifugiati ONU". In relazione al blocco di Gaza (che comunque é ufficialmente finalizzato da parte di Israele ad impedire l'afflusso di materiale potenzialmente suscettibile di utilizzo militare ed esclude gli aiuti umanitari - cfr. la mappa redatta dall'Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli aiuti umanitari a pag. 89) a cui si é unito il blocco del valico di Rafah da parte dell'Egitto, precendentemente agli ultimi sviluppi, il rapporto di Human Rights Watch afferma che il blocco ha provocato l'interruzione periodica per settimane per centinaia di migliaia di abitanti della striscia di Gaza di gas, elettricità, acqua corrente, nonché impedito l'afflusso di materiale di costruzione e impianti per la distillazione dell'acqua".
http://www.ochaopt.org/documents/ocha_opt_map_of_gaza_strip_june_2009_english.pdf
Missione EULEX Kosovo
Missione dell'Unione europea di supporto alle autorità kosovare nei settori di polizia, giudiziario e doganale
Partecipazione italiana dal 9 dicembre 2008
Operazioni condotte da Organizzazioni internazionali UE
Operazione di assistenza internazionale (polizia locale)
La missione EULEX Kosovo (European Union Rule of Law Mission in Kosovo) è stata istituita dall’azione comune 2008/124/PESC del Consiglio per gli Affari Generali dell’Unione Europea del 4 febbraio 2008.
EULEX,
che è stata ufficialmente avviata il 9 dicembre
L’obiettivo centrale della missione è di assistere e supportare le autorità kosovare nell’area dello Stato di diritto con specifico riguardo ai settori di polizia, giudiziario e doganale. La missione, pertanto, sostiene le istituzioni, le autorità giudiziarie e i servizi di contrasto kosovari nell’evoluzione verso la sostenibilità e la responsabilizzazione, supportando lo sviluppo e il rafforzamento dei sistemi giudiziario, di polizia e doganale verso connotati di multietnicità e indipendenza da ingerenze politiche, nonché favorendo l’adesione di tali sistemi alle norme riconosciute a livello internazionale e alle migliori prassi europee.
EULEX è una missione tecnica concepita come uno sforzo congiunto con le autorità kosovare, in linea con il principio della titolarità locale; essa assolve il proprio mandato mediante attività di monitoraggio, tutoraggio e consulenza nei settori di polizia, giudiziario e doganale. La missione ha, inoltre, alcuni limitati poteri correttivi nel settore dello stato di diritto, in particolar modo per investigare e perseguire i crimini più gravi.
EULEX opera nella cornice della risoluzione del Consiglio di sicurezza dell'ONU 1244 del 10 giugno 1999 ma, pur traendo ispirazione dalla stessa risoluzione che aveva legittimato la presenza della missione UNMIK, ha mantenuto solo un numero limitato di poteri esecutivi e correttivi nelle aree di pertinenza dei crimini interetnici e di guerra, della criminalità organizzata, del terrorismo, dei crimini finanziari e delle problematiche relative alla proprietà.
La missione EULEX è la più vasta missione civile approntata nell’ambito della politica europea di sicurezza comune.
La componente internazionale del personale EULEX (1.900 unità) lavora a stretto contatto con le rispettive controparti in Kosovo: polizia locale, autorità giudiziarie, servizi penitenziari e dogana.
In particolare, EULEX Police Component, è composta da circa 1.400 agenti, che assistono la polizia kosovara nella costruzione di una polizia multietnica libera da interferenze politiche; il mandato prevede la possibilità di utilizzare poteri correttivi.
EULEX Justice Component impegna circa il 300 persone, che esercitano le loro funzioni secondo criteri oggettivi stabiliti dalla legge e operano in stretta collaborazione con gli omologhi locali con i quali condividono conoscenze ed esperienze.
Infine EULEX Customs Component che coopera con i programmi doganali dell’Ue, effettua le attività di monitoraggio, tutoraggio e consulenza nel proprio settore di competenza.
Consistenza del contingente italiano: vedi missione KFOR
Riferimenti normativi
Decreto-legge 30 dicembre 2008, n. 209, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 febbraio 2009, n. 12, recante proroga della partecipazione italiana a missioni internazionali
Decreto-legge 1 luglio 2009, n.78, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2009, n. 102, recante provvedimenti anticrisi
Il D.L. 78/2009, convertito, con modificazioni, dalla legge 102/2009, (all'articolo 24 soppresso durante l'iter parlamentare) ha prorogato la partecipazione italiana al 31 ottobre 2009. La proroga è stata successivamente operata dalla legge 108/2009.
Legge 3 agosto 2009, n. 108, recante proroga della partecipazione italiana a missioni internazionali
La legge 108/2009 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 ottobre 2009
Decreto-legge 4 novembre 2009, n. 152, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 dicembre 2009, n. 197, recante disposizioni urgenti per la proroga degli interventi di cooperazione allo sviluppo e a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, nonché delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia
Il D.L. 152/2009, convertito, con modificazioni, dalla legge 197/2009, ha prorogato la partecipazione italiana fino al 31 dicembre 2009
Decreto-legge 1° gennaio 2010, n. 1, convertito, con modificazioni, dalla legge 5 marzo 2010, n. 30, recante disposizioni urgenti per la proroga degli interventi di cooperazione allo sviluppo e a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, nonché delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia e disposizioni urgenti per l'attivazione del Servizio europeo per l'azione esterna e per l'Amministrazione della Difesa
Il D.L. 1/2010, convertito, con modificazioni, dalla legge 30/2010, ha prorogato la partecipazione italiana fino al 30 giugno 2010
Attività parlamentare di indirizzo, controllo e informazione
10 dicembre 2008 Senato Commissione Difesa
Audizione del Ministro della difesa sulle problematiche inerenti alla partecipazione delle Forze armate alle missioni internazionali
16 dicembre 2008 Senato Commissione Difesa
Audizione del Capo di Stato maggiore della Difesa sulle problematiche inerenti alla partecipazione delle Forze armate alle missioni internazionali
Per informazioni sulla situazione politica e sociale del Kosovo cfr. Scheda missione KFOR.
Missione EUMM Georgia
Missione dell'Unione europea in Georgia per il monitoraggio di quanto previsto dagli accordi UE-Russia dell'agosto-settembre 2008
Partecipazione italiana dal 23 settembre 2008
Operazioni condotte da Organizzazioni internazionali UE
Operazione di mantenimento della pace (peace-keeping)
A seguito della crisi russo-georgiana
dell’estate
L'EUMM opera in stretto coordinamento con le missioni già attivate nel Paese dall'OSCE e dall'ONU (United Nations Observer Mission in Georgia - UNOMG).
La missione ha il compito di monitorare l’Accordo dell’8 settembre 2008 prefiggendosi i seguenti obiettivi:
a) Stabilization: monitorare, analizzare e riportare in merito al processo di stabilizzazione basato sul citato accordo;
b) Normalization: monitorare, analizzare e riportare in merito al processo di normalizzazione, ponendo particolare attenzione ai sistemi di trasporto ed agli aspetti politici e di sicurezza relativi al rientro dei rifugiati e dei profughi;
c) Confidence building: contribuire alla riduzione delle tensioni tra le parti, attraverso l’attivazione di collegamenti fra le stesse;
d) Alimentazione dell’azione politica UE e di altre forme di impegno dell’Unione nell’area.
Dopo un periodo di transizione di circa 4 mesi, è subentrata, a fine gennaio 2009, la missione definitiva dell’UE. L’Italia contribuisce con un contingente di circa 21 unità (13 unità della Difesa, impiegatei nell’ambito di monitoring teams, presso il Field Office di Zugdidi e presso il quartier generale di Tbilisi, ed 8 del MAE).
Consistenza del contingente italiano al 31 gennaio 2010: 13 unità (su un totale di 320)
Serie storica |
Gennaio 2009 |
Contingente italiano |
36 |
Riferimenti normativi
Decreto-legge 22 settembre 2008, n. 147, convertito, con modificazioni, dalla legge 20 novembre 2008, n. 183, recante disposizioni urgenti per assicurare la partecipazione italiana alla missione di vigilanza dell'Unione europea in Georgia
Il D.L. 147/2008, convertito, con modificazioni, dalla legge 183/2008, ha autorizzato la partecipazione italiana fino al 31 dicembre 2008
Decreto-legge 30 dicembre 2008, n. 209, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 febbraio 2009, n. 12, recante proroga della partecipazione italiana a missioni internazionali
Decreto-legge 1 luglio 2009, n.78, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2009, n. 102, recante provvedimenti anticrisi
Il D.L. 78/2009, convertito, con modificazioni, dalla legge 102/2009, (all'articolo 24 soppresso durante l'iter parlamentare) ha prorogato la partecipazione italiana al 31 ottobre 2009. La proroga è stata successivamente operata dalla legge 108/2009.
Legge 3 agosto 2009, n. 108, recante proroga della partecipazione italiana a missioni
La legge 108/2009 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 ottobre 2009
Decreto-legge 4 novembre 2009, n. 152, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 dicembre 2009, n. 197, recante disposizioni urgenti per la proroga degli interventi di cooperazione allo sviluppo e a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, nonché delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia
Il D.L. 152/2009, convertito, con modificazioni, dalla legge 197/2009, ha prorogato la partecipazione italiana fino al 31 dicembre 2009
Decreto-legge 1° gennaio 2010, n. 1, convertito, con modificazioni, dalla legge 5 marzo 2010, n. 30, recante disposizioni urgenti per la proroga degli interventi di cooperazione allo sviluppo e a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, nonché delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia e disposizioni urgenti per l'attivazione del Servizio europeo per l'azione esterna e per l'Amministrazione della Difesa
Il D.L. 1/2010, convertito, con modificazioni, dalla legge 30/2010, ha prorogato la partecipazione italiana fino al 30 giugno 2010
Attività parlamentare di indirizzo, controllo e informazione
10 dicembre 2008 Senato Commissione Difesa
Audizione del Ministro della difesa sulle problematiche inerenti alla partecipazione delle Forze armate alle missioni internazionali
16 dicembre 2008 Senato Commissione Difesa
Audizione del Capo di Stato maggiore della Difesa sulle problematiche inerenti alla partecipazione delle Forze armate alle missioni internazionali
Il conflitto: retroterra storico e sviluppi recenti
Georgia
Il conflitto che
contrappone
A metà del
Da ultimo, lo
scorso 7 aprile
DATI STATISTICI
Fonte: CIA - The World Factbook
Popolazione: 4,600,825 (stime 2010)
Ripartizione della popolazione per classi di età (stime 2010):
da |
15.8% (maschi 389,647; femmine: 338,845) |
Da |
68% (maschi 1,508,950; femmine 1,620,227) |
Oltre 65 anni |
16.2% (maschi 296,557; femmine 446,599) |
Tasso di crescita della popolazione (stime 2010): -0.325% (duecentoventesimo Stato nella graduatoria mondiale)
Popolazione urbana (dati 2008): 53% del totale (tasso di urbanizzazione: -0.6% annuo, stime 2005-2010)
Tasso di mortalità infantile: 15.67 morti ogni mille nati (centoventunesimo Stato nella graduatoria mondiale)
Gruppi etnici (stime 2002):
Georgiani |
83.8% |
Azeri |
6.5% |
Armeni |
5.7% |
Russi |
1.5% |
Altri gruppi etnici |
2.5% |
PIL: Grandezza a parità di potere di acquisto e tasso di crescita
Anno |
Grandezza PIL[25] |
Tasso di crescita |
2007: |
21,37 miliardi |
12.3% |
2008: |
21,82 miliardi |
2.1% |
2009: |
20,29 miliardi |
-7% |
PIL: Composizione per settore (stime 2009):
Agricoltura (limoni, uva, tè, nocciole, verdure, allevamento di bestiame) |
12.1% |
Industria (acciaio, aerei, macchine utensili, apparecchiature elettriche, mineraria (manganese e rame), chimica, prodotti in legno e vino) |
25.9% |
Servizi |
62 % |
Spese militari (stime 2005): 0,59% del PIL (centosessantunesimo Stato nella graduatoria mondiale).
Partners commerciali:
Principali destinatari delle esportazioni (dati 2008):
Principali importatori (dati 2008):
Missione EUPM
Missione dell'Unione europea di assistenza e riorganizzazione delle Forze di Polizia della Bosnia-Erzegovina operante a Brcko
Partecipazione italiana dal 1 gennaio 2003
Operazioni condotte da Organizzazioni internazionali UE
Operazione di assistenza internazionale (polizia locale)
La missione EUPM (European Union Police Mission), iniziata il 1° gennaio 2003, prosegue le attività condotte dalla missione IPTF, operante nell'ambito della missione ONU UNMIBH, in Bosnia-Erzegovina, con il compito di fornire sostegno alla Polizia locale tramite attività addestrativa e cooperazione investigativa ed informativa.
L'EUPM è stata istituita con una decisione del Consiglio dell'11 marzo 2002. La missione è stata approvata sia dal Comitato direttivo del Consiglio per l'attuazione della pace (PIC) che dal Consiglio di Sicurezza dell'ONU (Risoluzione 1396/2002). Alla missione partecipano circa 500 funzionari di polizia provenienti dai 15 Paesi dell'UE e da altri 18 Paesi.
La missione è stata successivamente prorogata fino al 31 dicembre 2011 dall’Azione comune 2009/906/PESC del Consiglio dell'8 dicembre 2009.
L’Italia ha assunto il comando di EUPM a partire dal 1° gennaio 2006.
Il 20
novembre
Consistenza del contingente italiano al 31 gennaio 2010: 19unità (su un totale di 190)
Serie storica |
Gennaio 2007 |
Gennaio 2008 |
Gennaio 2009 |
Contingente italiano |
12 |
13 |
12 |
Totale contingenti missione |
491 |
491 |
190 |
Riferimenti normativi
Decreto-legge 20 gennaio 2003, n. 4, convertito, con modificazioni, dalla legge 18 marzo 2003, n.42, recante disposizioni urgenti per la prosecuzione della partecipazione italiana ad operazioni militari internazionali
Il D.L. 4/2003 ha autorizzato la partecipazione italiana fino al 31 dicembre 2003
Decreto-legge 10 luglio 2003, n. 165, convertito, con modificazioni, dalla legge 1° agosto 2003, n. 219, recante interventi urgenti a favore della popolazione irachena
Il D.L. 165/2003, nel testo originario, ha finanziato ulteriormente il programma della missione al 31 dicembre 2003. Durante l'esame parlamentare tale disposizione è stata soppressa e al finanziamento si è successivamente provveduto con la legge 231/2003.
Legge 11 agosto 2003, n. 231, recante differimento della partecipazione italiana a operazioni internazionali (originata da una proposta di legge il 23 luglio 2003)
La legge 231/2003 ha finanziato ulteriormente il programma della missione
Decreto-legge 20 gennaio 2004, n. 9, convertito, con modificazioni, dalla legge 12 marzo 2004, n. 68, recante proroga della partecipazione italiana a operazioni internazionali
Il D.L. 9/2004 ha differito il termine della partecipazione italiana al 30 giugno 2004.
Decreto-legge 24 giugno 2004, n. 160, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2004, n. 207, recante proroga della partecipazione italiana a missioni internazionali
Il D.L. 160/2004, nel testo originario, ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2004. Durante l'esame parlamentare tale disposizione è stata soppressa e la proroga è stata successivamente operata dalla legge 208/2004.
Legge 30 luglio 2004, n. 208, recante proroga della partecipazione italiana a missioni internazionali (originata da una proposta di legge presentata l'8 luglio 2004)
La legge 208/2004 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2004
Decreto-legge 19 gennaio 2005, n. 3, convertito, con modificazioni, dalla legge 18 marzo 2005, n. 37, recante proroga della partecipazione italiana a missioni internazionali
Il D.L. 3/2005, nel testo originario, ha differito il termine della partecipazione italiana al 30 giugno 2005. Durante l'esame parlamentare tale disposizione è stata soppressa e la proroga è stata successivamente operata dalla legge 39/2005.
Legge 21 marzo 2005, n. 39, recante disposizioni per la partecipazione italiana a missioni internazionali (originata da una proposta di legge presentata il 2 febbraio 2005)
La legge 39/2005 ha differito la partecipazione italiana al 30 giugno 2005
Decreto-legge 28 giugno 2005, n. 111, convertito dalla legge 31 Luglio 2005, n. 157, recante disposizioni urgenti per la partecipazione italiana a missioni internazionali
Il D.L. 111/2005 ha differito il termine della partecipazione italiana al 31 dicembre 2005.
Decreto-legge 17 gennaio 2006, n. 10, recante disposizioni urgenti per la partecipazione italiana a missioni internazionali (decaduto)
Il D.L. 10/2006, nel testo originario, ha differito il termine della partecipazione italiana al 30 giugno 2006. Le disposizioni del D.L. decaduto sono state inserite nell'articolo 39-vicies semel del D.L. 273/2005, convertito dalla legge 51/2006.
Decreto-legge 30 dicembre 2005, n. 273, convertito, con modificazioni, dalla legge 23 febbraio 2006, n. 51, recante definizione e proroga di termini, nonché conseguenti disposizioni urgenti. Proroga di termini relativi all' esercizio di deleghe legislative
Il D.L. 273/2005, convertito, con modificazioni, dalla legge 51/2006, ha differito il termine della partecipazione italiana al 30 giugno 2006. La disposizione relativa alle missioni è stata introdotta durante l’esame parlamentare.
Decreto-legge 5 luglio 2006, n. 224, recante disposizioni urgenti per la partecipazione italiana alle missioni internazionali (decaduto)
Il D.L. 224/2006, non convertito, ha differito il termine della partecipazione italiana al 31 dicembre 2006. La legge 247/2006 riproduce le disposizioni dello stesso D.L.
Legge 4 agosto 2006, n. 247, recante disposizioni per la partecipazione italiana alle missioni internazionali (originata da un disegno di legge governativo presentato il 5 luglio
La legge 247/2006 ha differito il termine della partecipazione italiana al 31 dicembre 2006.
Legge 27 dicembre 2006, n. 296 recante disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2007)
Il comma 1241 dell'articolo 1 della legge 296/2006 ha prorogato al 31 gennaio 2007 il termine per l'autorizzazione di spesa per la continuazione della missione.
Decreto-legge 31 gennaio 2007, n. 4, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 marzo 2007, n. 38, recante proroga della partecipazione italiana a missioni umanitarie e
Il D.L. 4/2007, convertito, con modificazioni, dalla legge 38/2007, ha prorogato il termine della partecipazione italiana al 31 dicembre 2007.
Decreto-legge 31 dicembre 2007, n. 248, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 febbraio 2008, n. 31, recante proroga di termini previsti da disposizioni legislative e disposizioni urgenti in materia finanziaria
Il D.L. 248/2007 convertito, con modificazioni, dalla legge 31/2008, ha prorogato al 31 gennaio 2008 il termine per l'autorizzazione di spesa per la continuazione della missione.
Decreto-legge 31 gennaio 2008, n. 8, convertito, con modificazioni, dalla legge 13 marzo 2008, n. 45, recante disposizioni urgenti in materia di interventi di cooperazione allo sviluppo e a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, nonché relative alla partecipazione delle Forze armate e di polizia a missioni internazionali
Il D.L. 8/2008, convertito, con modificazioni, dalla legge 45/2008, ha prorogato il termine della partecipazione italiana al 31 dicembre 2008.
Decreto-legge 30 dicembre 2008, n. 209, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 febbraio 2009, n. 12, recante proroga della partecipazione italiana a missioni internazionali
Decreto-legge 1 luglio 2009, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2009, n. 102, recante provvedimenti anticrisi
Il D.L. 78/2009, convertito, con modificazioni, dalla legge 102/2009, (all'articolo 24 soppresso durante l'iter parlamentare) ha prorogato la partecipazione italiana al 31 ottobre 2009. La proroga è stata successivamente operata dalla legge 108/2009.
Legge 3 agosto 2009, n. 108, recante proroga della partecipazione italiana a missioni
La legge 108/2009 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 ottobre 2009
Decreto-legge 4 novembre 2009, n. 152, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 dicembre 2009, n. 197, recante disposizioni urgenti per la proroga degli interventi di cooperazione allo sviluppo e a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, nonché delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia
Il D.L. 152/2009, convertito, con modificazioni, dalla legge 197/2009, ha prorogato la partecipazione italiana fino al 31 dicembre 2009
Decreto-legge 1° gennaio 2010, n. 1, convertito, con modificazioni, dalla legge 5 marzo 2010, n. 30, recante disposizioni urgenti per la proroga degli interventi di cooperazione allo sviluppo e a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, nonché delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia e disposizioni urgenti per l'attivazione del Servizio europeo per l'azione esterna e per l'Amministrazione della Difesa
Il D.L. 1/2010, convertito, con modificazioni, dalla legge 30/2010, ha prorogato la partecipazione italiana fino al 30 giugno 2010
Attività parlamentare di indirizzo, controllo e informazione
19 maggio 2002 Senato Commissione Difesa
Seguito del dibattito sulle comunicazioni del Ministro della difesa, rese nella seduta del 17 aprile 2002, sui programmi di sviluppo e di organizzazione del dicastero alla luce della recente presentazione del "Libro bianco della Difesa 2002", nonché sui recenti sviluppi della situazione
20 gennaio 2005 Commissioni riunite Camera e Senato Commissione Difesa
Comunicazioni del Governo (Ministro della difesa) in ordine agli impegni internazionali delle Forze armate nel 2005
13 febbraio 2007 Camera Esteri e Difesa
Audizione del capo di Stato maggiore della difesa sulla partecipazione italiana a missioni umanitarie e internazionali, in relazione all'esame in sede referente del disegno di legge C. 2193 (Conversione D.L. proroga missioni)
26 luglio 2007 Senato Commissione Difesa
Comunicazioni del ministro della difesa, nelle sedute del 26 luglio, del 26 settembre e del 13 novembre 2007, sugli sviluppi relativi alla partecipazione italiana a missioni umanitarie e internazionali
12 settembre 2007 Camera Esteri e Difesa
Comunicazioni del Ministro della difesa sulla partecipazione italiana a missioni umanitarie e internazionali
10 dicembre 2008 Senato Commissione Difesa
Audizione del Ministro della difesa sulle problematiche inerenti alla partecipazione delle Forze armate alle missioni internazionali
16 dicembre 2008 Senato Commissione Difesa
Audizione del Capo di Stato maggiore della Difesa sulle problematiche inerenti alla partecipazione delle Forze armate alle missioni internazionali
Per informazioni sulla situazione politica e sociale della Bosnia-Erzegovina cfr. Scheda missione Althea.
Missione EUPOL Afghanistan
Missione dell'Unione europea per lo sviluppo di una struttura di polizia afghana
Partecipazione italiana dal 15 giugno 2007
Operazioni condotte da Organizzazioni internazionali UE
Operazione di assistenza internazionale (tecnica e di addestramento)
Nel quadro del processo di riforma della polizia afgana, il Consiglio dell’Unione Europea ha predisposto, con l’azione comune 2007/369/PESC del 30 maggio 2007, un’attività di pianificazione connessa alla iniziativa PESD denominata European Police Afghanistan (EUPOL Afghanistan).
La missione ha il compito di favorire lo sviluppo di una struttura di sicurezza afghana sostenibile ed efficace, in conformità agli standard internazionali. Tale iniziativa è finalizzata allo svolgimento delle attività di monitoring, training, advising e mentoring a favore del personale afgano destinato alle unità dell’Afghan National Police (ANP), e dell’Afghan Border Police (ABP). Essa prevede, per l’Italia, lo schieramento di uomini dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza. Attualmente sono presenti 12 carabinieri e 4 unità della Guardia di finanza.
La missione ha sede a Kabul (organismo di direzione) ed è previsto che operi a livello sia regionale (presso i 5 Comandi regionali della Polizia nazionale afgana) sia provinciale (presso i PRT).
Nel
corso della riunione del Consiglio UE affari generali e relazioni esterne,
tenutasi a Bruxelles il 26 maggio 2008, i ministri degli Esteri dei ventisette
Paesi hanno deciso di raddoppiare da
Consistenza del contingente italiano al 31 gennaio 2010: 16unità (su un totale di 445)
Riferimenti normativi
Decreto-legge 2 luglio 2007, n. 81, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2007, n. 127, recante disposizioni urgenti in materia finanziaria
L'articolo 9 del D.L. 81/2007, convertito, con modificazioni, dalla legge 127/2007, ha autorizzato la partecipazione italiana fino al 31 dicembre 2007.
Decreto-legge 31 dicembre 2007, n. 248, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 febbraio 2008, n. 31, recante proroga di termini previsti da disposizioni legislative e disposizioni urgenti in materia finanziaria
Il D.L. 248/2007 convertito, con modificazioni, dalla legge 31/2008, ha prorogato al 31 gennaio 2008 il termine per l'autorizzazione di spesa per la continuazione della missione.
Decreto-legge 31 gennaio 2008, n. 8, convertito, con modificazioni, dalla legge 13 marzo 2008, n. 45, recante disposizioni urgenti in materia di interventi di cooperazione allo sviluppo e a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, nonché relative alla partecipazione delle Forze armate e di polizia a missioni internazionali
Il D.L. 8/2008, convertito, con modificazioni, dalla legge 45/2008, ha prorogato il termine della partecipazione italiana al 31 dicembre 2008.
Decreto-legge 22 settembre 2008, n. 147, convertito, con modificazioni, dalla legge 20 novembre 2008, n. 183, recante disposizioni urgenti per assicurare la partecipazione italiana alla missione di vigilanza dell'Unione europea in Georgia
Il D.L. 147/2008, convertito, con modificazioni, dalla legge 183/2008, ha autorizzato un'ulteriore partecipazione italiana fino al 31 dicembre 2008
Decreto-legge 29 Settembre 2008, n. 150, recante proroga della partecipazione italiana a missioni internazionali per l'anno 2008 (decaduto)
Il D.L. 150/2008, nel testo originario, ha autorizzato una ulteriore partecipazione italiana al 31 dicembre 2008. Le disposizioni del D.L. decaduto sono state inserite nel D.L. 147/2008, convertito dalla legge 183/2008.
Decreto-legge 30 dicembre 2008, n. 209, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 febbraio 2009, n. 12, recante proroga della partecipazione italiana a missioni internazionali
Il D.L. 209/2008, convertito, con modificazioni, dalla legge 12/2009, ha prorogato il termine della partecipazione italiana al 30 giugno 2009
Decreto-legge 1 luglio 2009, n.78, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2009, n. 102, recante provvedimenti anticrisi
Il D.L. 78/2009, convertito, con modificazioni, dalla legge 102/2009, (all'articolo 24 soppresso durante l'iter parlamentare) ha prorogato la partecipazione italiana al 31 ottobre 2009. La proroga è stata successivamente operata dalla legge 108/2009.
Legge 3 agosto 2009, n. 108, recante proroga della partecipazione italiana a missioni
La legge 108/2009 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 ottobre 2009
Decreto-legge 4 novembre 2009, n. 152, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 dicembre 2009, n. 197, recante disposizioni urgenti per la proroga degli interventi di cooperazione allo sviluppo e a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, nonché delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia
Il D.L. 152/2009, convertito, con modificazioni, dalla legge 197/2009, ha prorogato la partecipazione italiana fino al 31 dicembre 2009
Decreto-legge 1° gennaio 2010, n. 1, convertito, con modificazioni, dalla legge 5 marzo 2010, n. 30, recante disposizioni urgenti per la proroga degli interventi di cooperazione allo sviluppo e a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, nonché delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia e disposizioni urgenti per l'attivazione del Servizio europeo per l'azione esterna e per l'Amministrazione della Difesa
Il D.L. 1/2010, convertito, con modificazioni, dalla legge 30/2010, ha prorogato la partecipazione italiana fino al 30 giugno 2010
Attività parlamentare di indirizzo, controllo e informazione
10 dicembre 2008 Senato Commissione Difesa
Audizione del Ministro della difesa sulle problematiche inerenti alla partecipazione delle Forzearmate alle missioni internazionali
16 dicembre 2008 Senato Commissione Difesa
Audizione del Capo di Stato maggiore della Difesa sulle problematiche inerenti alla partecipazione delle Forze armate alle missioni internazionali
Per informazioni sulla situazione politica e
sociale afghana cfr. Scheda ISAF
Missione EUPOL COPPS
Missione di Polizia dell'Unione europea nei Territori Palestinesi
Partecipazione italiana dal 1 luglio 2006
Operazioni condotte da Organizzazioni internazionali UE
Operazione di assistenza internazionale (polizia locale)
La missione EUPOL COPPS (European Union Police Mission for the Palestinian Territories), è stata istituita dal Consiglio europeo con l’azione comune 2005/797/PESC del 14 novembre 2005. La missione aveva una durata prevista di tre anni ed è stata successivamente prorogata al 31 dicembre 2010 dall’azione comune 2009/955/PESC.
Lo scopo della missione è quello di contribuire all’istituzione di una struttura di polizia sotto la direzione palestinese. A tal fine EUPOL COPPS assiste la polizia civile palestinese nell’attuazione del programma di sviluppo e fornisce ad essa assistenza e sostegno; coordina e agevola l’assistenza dell’UE e degli Stati membri; fornisce consulenza su elementi di giustizia penale collegati alla polizia.
Consistenza del contingente italiano al 31 gennaio 2010: 2unità (su un totale di 83)
Riferimenti normativi
Decreto-legge 5 luglio 2006, n. 224, recante disposizioni urgenti per la partecipazione italiana alle missioni internazionali (decaduto)
Il D.L. 224/2006, non convertito, ha autorizzato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2006. La legge 247/2006 riproduce le disposizioni dello stesso D.L.
Legge 4 agosto 2006, n. 247, recante disposizioni per la partecipazione italiana alle missioni internazionali (originata da un disegno di legge governativo presentato il 5 luglio
La legge 247/2006 ha autorizzato la partecipazione italiana fino al 31 dicembre 2006
Legge 27 dicembre 2006, n. 296 recante disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2007)
Il comma 1241 dell'articolo 1 della legge 296/2006 ha prorogato al 31 gennaio 2007 il termine per l'autorizzazione di spesa per la continuazione della missione.
Decreto-legge 31 gennaio 2007, n. 4, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 marzo 2007, n. 38, recante proroga della partecipazione italiana a missioni umanitarie e
Il D.L. 4/2007, convertito, con modificazioni, dalla legge 38/2007, ha prorogato il termine della partecipazione italiana al 31 dicembre 2007.
Decreto-legge 31 dicembre 2007, n. 248, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 febbraio 2008, n. 31, recante proroga di termini previsti da disposizioni legislative e disposizioni urgenti in materia finanziaria
Il D.L. 248/2007 convertito, con modificazioni, dalla legge 31/2008, ha prorogato al 31 gennaio 2008 il termine per l'autorizzazione di spesa per la continuazione della missione.
Decreto-legge 31 gennaio 2008, n. 8, convertito, con modificazioni, dalla legge 13 marzo 2008, n. 45, recante disposizioni urgenti in materia di interventi di cooperazione allo sviluppo e a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, nonché relative alla partecipazione delle Forze armate e di polizia a missioni internazionali
Il D.L. 8/2008, convertito, con modificazioni, dalla legge 45/2008, ha prorogato il termine della partecipazione italiana al 31 dicembre 2008.
Decreto-legge 30 dicembre 2008, n. 209, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 febbraio 2009, n. 12, recante proroga della partecipazione italiana a missioni internazionali
Decreto-legge 1 luglio 2009, n.78, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2009, n. 102, recante provvedimenti anticrisi
Il D.L. 78/2009, convertito, con modificazioni, dalla legge 102/2009, (all'articolo 24 soppresso durante l'iter parlamentare) ha prorogato la partecipazione italiana al 31 ottobre 2009. La proroga è stata successivamente operata dalla legge 108/2009.
Legge 3 agosto 2009, n. 108, recante proroga della partecipazione italiana a missioni
La legge 108/2009 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 ottobre 2009
Decreto-legge 4 novembre 2009, n. 152, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 dicembre 2009, n. 197, recante disposizioni urgenti per la proroga degli interventi di cooperazione allo sviluppo e a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, nonché delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia
Il D.L. 152/2009, convertito, con modificazioni, dalla legge 197/2009, ha prorogato la partecipazione italiana fino al 31 dicembre 2009
Decreto-legge 1° gennaio 2010, n. 1, convertito, con modificazioni, dalla legge 5 marzo 2010, n. 30, recante disposizioni urgenti per la proroga degli interventi di cooperazione allo sviluppo e a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, nonché delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia e disposizioni urgenti per l'attivazione del Servizio europeo per l'azione esterna e per l'Amministrazione della Difesa
Il D.L. 1/2010, convertito, con modificazioni, dalla legge 30/2010, ha prorogato la partecipazione italiana fino al 30 giugno 2010
Per informazioni sulla situazione politica e sociale cfr. Scheda EUBAM Rafah
Missione EUPOL RD Congo
Missione dell'Unione europea per l'assistenza alla Repubblica democratica del Congo nella riforma del settore della sicurezza
Partecipazione italiana dal 1 luglio 2007
Operazioni condotte da Organizzazioni internazionali UE
Operazione di assistenza internazionale (tecnica e di addestramento)
La missione EUPOL RD Congo è stata istituita dal Consiglio dell'Unione europea con l'Azione comune 2007/405/PESC del 12 giugno 2007.
La missione, condotta nell’ambito della PESD, ha rilevato la precedente missione EUPOL Kinshasa.
L'EUPOL RD Congo sostiene la riforma del settore della sicurezza, nel campo della polizia e delle sue relazioni con la giustizia, con un’azione di controllo, di guida e di consulenza, senza poteri esecutivi; la missione contribuisce alla riforma ed alla ristrutturazione della polizia nazionale congolese, contribuisce a migliorare l’interazione tra la polizia ed il sistema giudiziario penale, ad assicurare la coerenza nell’insieme degli sforzi intrapresi in materia di sicurezza ed agisce in stretta collaborazione con EUSEC RD Congo ed altri progetti nel settore della riforma della polizia e della giustizia penale.
Consistenza del contingente italiano al 31 gennaio 2010: 4unità (su un totale di 49)
Serie storica |
Gennaio 2008 |
Gennaio 2009 |
Contingente italiano |
3 |
5 |
Totale contingenti missione |
23 |
49 |
Riferimenti normativi
Decreto-legge 31 gennaio 2007, n. 4, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 marzo 2007, n. 38, recante proroga della partecipazione italiana a missioni umanitarie e internazionali
L'articolo 9 del D.L. 81/2007, convertito, con modificazioni, dalla legge 127/2007, ha autorizzato la partecipazione italiana fino al 31 dicembre 2007.
Decreto-legge 31 dicembre 2007, n. 248, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 febbraio 2008, n. 31, recante proroga di termini previsti da disposizioni legislative e disposizioni urgenti in materia finanziaria
Il D.L. 248/2007 convertito, con modificazioni, dalla legge 31/2008, ha prorogato al 31 gennaio 2008 il termine per l'autorizzazione di spesa per la continuazione della missione.
Decreto-legge 31 gennaio 2008, n. 8, convertito, con modificazioni, dalla legge 13 marzo 2008, n. 45, recante disposizioni urgenti in materia di interventi di cooperazione allo sviluppo e a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, nonché relative alla partecipazione delle Forze armate e di polizia a missioni internazionali
Il D.L. 8/2008, convertito, con modificazioni, dalla legge 45/2008, ha prorogato il termine della partecipazione italiana al 31 dicembre 2008.
Decreto-legge 30 dicembre 2008, n. 209, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 febbraio 2009, n. 12, recante proroga della partecipazione italiana a missioni internazionali
Decreto-legge 1 luglio 2009, n.78, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2009, n. 102, recante provvedimenti anticrisi
Il D.L. 78/2009, convertito, con modificazioni, dalla legge 102/2009, (all'articolo 24 soppresso durante l'iter parlamentare) ha prorogato la partecipazione italiana al 31 ottobre 2009. La proroga è stata successivamente operata dalla legge 108/2009.
Legge 3 agosto 2009, n. 108, recante proroga della partecipazione italiana a missioni
La legge 108/2009 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 ottobre 2009
Decreto-legge 4 novembre 2009, n. 152, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 dicembre 2009, n. 197, recante disposizioni urgenti per la proroga degli interventi di cooperazione allo sviluppo e a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, nonché delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia
Il D.L. 152/2009, convertito, con modificazioni, dalla legge 197/2009, ha prorogato la partecipazione italiana fino al 31 dicembre 2009
Decreto-legge 1° gennaio 2010, n. 1, convertito, con modificazioni, dalla legge 5 marzo 2010, n. 30, recante disposizioni urgenti per la proroga degli interventi di cooperazione allo sviluppo e a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, nonché delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia e disposizioni urgenti per l'attivazione del Servizio europeo per l'azione esterna e per l'Amministrazione della Difesa
Il D.L. 1/2010, convertito, con modificazioni, dalla legge 30/2010, ha prorogato la partecipazione italiana fino al 30 giugno 2010
Attività parlamentare di indirizzo, controllo e informazione
12 settembre 2007 Camera Esteri e Difesa
Comunicazioni del Ministro della difesa sulla partecipazione italiana a missioni umanitarie e internazionali
10 dicembre 2008 Senato Commissione Difesa
Audizione del Ministro della difesa sulle problematiche inerenti alla partecipazione delle Forze armate alle missioni internazionali
16 dicembre 2008 Senato Commissione Difesa
Audizione del Capo di Stato maggiore della Difesa sulle problematiche inerenti alla partecipazione delle Forze armate alle missioni internazionali
16 febbraio 2010 Camera Assemblea
Discussione e approvazione delle mozioni Leoluca Orlando ed altri 1-00327, Casini ed altri 1-00056, Fava ed altri 1-00059, Touadi ed altri 1-00328 e Boniver ed altri 1-00329, concernenti le iniziative volte a favorire il processo di pace nella Repubblica democratica del Congo e a fronteggiare l'emergenza umanitaria in atto
Il conflitto: retroterra storico e sviluppi recenti
Repubblica democratica del Congo
Tra le origini
dell’attuale crisi dell’ex-colonia belga indipendente dal 1960 può essere
individuato il genocidio tutsi nel vicino Ruanda del 1994, che ha contribuito
notevolmente alla destabilizzazione dell’intera regione dei Grandi Laghi. Tale
evento provocò infatti un massiccio afflusso di profughi nell’allora Zaire, ed
in particolare nella provincia di Kivu, prima di etnia tutsi, quindi, a seguito
della vittoria tutsi in Ruanda, di etnia hutu; mescolati ai profughi hutu vi
erano anche alcuni esponenti del regime responsabile del genocidio che volevano
utilizzare i campi profughi per lanciare attacchi contro il Ruanda. Questo
provocò, nel 1996, la rivolta del colonnello dell’esercito zairese Kabila, che,
con il supporto di Ruanda ed Uganda, espulse la presenza hutu dalla provincia
di Kivu; Laurent Kabila spodestò quindi, nel 1997, il presidente Mobutu, al
potere dagli anni ’60, e cambiò il nome del paese in Repubblica democratica del
Congo. Successivamente Kabila epurò dal proprio governo gli esponenti tutsi e
chiese il ritiro delle truppe ruandesi, provocando invece un conflitto con
Ruanda ed Uganda, che invasero le province orientali. Il cessate il fuoco di
Lukasa nel 1999 e il successivo dispiegamento della missione ONU Monuc nel
Gli accordi di Nairobi e di Goma, tra fine 2007 e inizio 2008, hanno visto, superando le precedenti divisioni, l’impegno comune di Congo, Ruanda, Repubblica centrafricana ed Uganda contro i movimenti di insorgenza nella zona orientale del paese, consentendo in particolare l’uccisione di Nkunda, leader ribelle tutsi del CNDP in precedenza appoggiato dal Ruanda.
L’esercito congolese è ancora impegnato contro le forze ribelli hutu dell’FLDR. E la situazione della sicurezza nel paese rimane significativamente deteriorata nei primi mesi del 2010. Proseguono inoltre le tensioni tra il Governo e le forze ONU, che stanno conducendo il Segretariato dell’ONU, a seguito delle pressioni del governo congolese, a programmare un ritiro della missione: in particolare è previ-sto un ritiro di 2000 unità dalla zona occidentale del paese entro il 30 giugno (il ritiro è conferma-to da una risoluzione del Consiglio di sicurezza ONU del 30 maggio che ha anche trasformato la missione MONUC in missione di stabilizzazione, MONUSCO) mentre dalla zona orientale le truppe ONU dovrebbero essere ritirate secondo un calendario da concordare tra ONU e governo del Congo. Questo nonostante gli operatori umanitari dell’ONU abbiano posto in guardia contro i rischi derivanti da un ritiro troppo affrettato delle truppe. Prosegue infine lentamente il processo di riforme della Repubblica democratica del Congo, avviato dalle elezioni presidenziali del 2006, che hanno confermato alla presidenza Joseph Kabila, giudicate accettabili secondo gli standard internazionali, ed il particolare il processo di decentralizzazione .
DATI STATISTICI
Repubblica Democratica del Congo
Situazione umanitaria
Fonte: Human Rights Watch Rapporto annuale 2010.
Nei
combattimenti avvenuti nel corso del
Altre informazioni
Fonte: CIA - The World Factbook
Popolazione: 70,916,439 (stime 2010)
Ripartizione della popolazione per classi di età (stime 2010):
da |
46.7% (maschi 16,616,938; femmine: 16,487,162) |
Da |
50,8 |