Camera dei deputati - XVI Legislatura - Dossier di documentazione
(Versione per stampa)
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Autore: | Servizio Studi - Dipartimento difesa | ||
Titolo: | Programma multinazionale di progettazione, sviluppo e produzione del velivolo militare Joint strike fighter (JSF) F - 35 | ||
Serie: | Documentazione e ricerche Numero: 333 | ||
Data: | 20/03/2012 | ||
Descrittori: |
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Organi della Camera: | IV-Difesa |
SIWEB
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20 marzo 2012 |
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n. 333/0 |
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Programma multinazionale di
progettazione, sviluppo e produzione |
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Ø L’F-35 Lightning II è un velivolo caccia multiruolo di quinta generazione con spiccate caratteristiche stealth (bassa osservabilità da parte dei sistemi radar) e net-centriche (interconnessione di tutti i sistemi di comunicazione, informazione e scambio dati a disposizione)[1];
Ø il velivolo sarà prodotto in tre versioni: F-35A a decollo convenzionale; F-35B a decollo corto e atterraggio verticale (STOVL) per portaerei con ponte adatto; F-35-C per portaerei con catapulte (CATOBAR)[2];
Ø il progetto è realizzato in cooperazione da Stati Uniti ed altri 8 partners: il Regno Unito è partner di primo livello, al pari degli Stati Uniti, con una quota di investimento nello sviluppo del programma pari al 10 per cento; l’Italia, insieme all’Olanda, è partner di secondo livello, con una quota di investimento nello sviluppo del programma del 3,8 – 3,9 per cento[3]; Canada, Turchia, Australia, Norvegia e Danimarca sono partners di terzo livello con una partecipazione finanziaria pari al 1-2%);
Ø i primi velivoli prodotti sono serviti alle prove ed esauriranno la loro vita operativa con il termine dei test[4]; il primo decollo di prova della versione base è avvenuto il 15 dicembre 2006, il velivolo nella versione a decollo corto ha volato per la prima volta l’11 giugno 2008, mentre la versione per l’impiego su portaerei ha effettuato il primo volo il 6 giugno 2010;
Ø la realizzazione del velivolo F35 ha subito nel corso degli anni ritardi e costi aggiuntivi. Sullo sviluppo del programma ha, poi, pesato, la crisi economica internazionale che ha messo in discussione il ruolo della spesa pubblica nei Paesi dell’Unione europea e dell’area euro e la decisione dell’amministrazione Obama di tagliare i fondi destinati alla difesa;[5] il Governament Accountability Office (GAO) ha segnalato un’ulteriore incremento del costo complessivo del programma, un’ulteriore ritardo del completamento della fase di sviluppo (al 2018) e taluni deficit qualitativi;
Ø il segretario alla Difesa Leon Panetta, ha assicurato, a fine gennaio 2012, che l’F-35 si farà in tutte e tre le varianti – concludendo il periodo di prova dell’F-35B – ma la produzione sarà rallentata per consentire i test e le modifiche di progettazione, prima di acquistarne quantità significative. Inoltre, il Capo di stato maggiore della Difesa, generale Martin Dempsey, ha affermato che la crisi potrebbe costringere gli alleati della zona euro a riallocare le risorse influenzando il programma F-35[6];
Ø in Italia si è iniziato a parlare del progetto nel 1996 con il Ministro della Difesa Beniamino Andreatta (primo Governo Prodi)[7]; il 23.12.1998 (Governo D’Alema) è stato firmato il Memorandum of Agreement per la fase concettuale-dimostrativa con un investimento di 10 milioni di dollari[8]; nel 2002 (secondo Governo Berlusconi), dopo l’approvazione delle Commissioni Difesa di Camera e Senato è stata confermata la partecipazione alla fase di sviluppo con un impegno di spesa di circa 1.190 milioni di euro. Sull’andamento del progetto è stato informato il Parlamento il 28.07.2004 ed il 16.01.2007 (secondo Governo Prodi). L’8 aprile 2009 le Commissioni difesa di Camera e Senato hanno espresso parere favorevole sullo schema di programma trasmesso dal Governo che comprendeva l’acquisto di 131 F35 al costo di 12,9 miliardi di euro, spalmati fino al 2026 e la realizzazione, presso l’aeroporto militare di Cameri (Novara), di una linea di assemblaggio finale e di verifica (FACO) per i velivoli destinati ai Paesi europei;
Ø la difesa italiana è interessata ad una combinazione di vettori CTOL e STOVL. I velivoli a decollo verticale STOVL sono gli unici aerei che possono essere impegnati dalla Marina sulle navi italiane, in sostituzione degli attuali AV8B[9];
Ø Il 15 febbraio 2012, il Ministro della difesa, ammiraglio Di Paola[10], ha annunciato in Parlamento che vi sarà un ridimensionamento del programma:“l'esame fatto a livello tecnico e operativo porta a ritenere come perseguibile, da un punto di vista operativo e di sostenibilità, un obiettivo programmatico dell'ordine di 90 velivoli (con una riduzione di circa 40 velivoli, pari a un terzo del programma), una riduzione importante che, tuttavia, salvaguarda anche la realtà industriale e che, quindi, rappresenta una riduzione significativa coerente con l'esigenza di oculata revisione della spesa”;
Ø la necessità di proseguire nel programma è stata, altresì, posta in relazione con la necessità di sostituire tre linee di velivoli, i Tornado, gli AMX, e gli AV-8 B, per un complesso di circa 160 velivoli, che nell’arco dei prossimi 15 anni usciranno progressivamente dalla linea operativa per vetustà;
Ø dal punto di vista industriale, l’F-35 sosterrà la produzione dell’industria aeronautica italiana per i prossimi anni. L’indotto include grandi aziende e piccole medie imprese nelle maggiori regioni italiane;
Ø
il
ritorno tecnologico-industriale è legato alla Final Assembly and Check Out (Faco) di Cameri, che con un
investimento da 795 milioni di euro darà occupazione a 1.500 persone e circa
10.000 con l’indotto.
Ø sempre con riferimento alle ricadute occupazionali, il Segretario Generale e Direttore Generale degli armamenti, generale Claudio Debertolis ha fatto presente che:[11] “per quanto riguarda le ricadute occupazionali, devo dire che in effetti si parla di sostituzione. La produzione di Eurofighter, purtroppo, anche per quello che è successo in India, sarà fermata, e ciò significa che i 10.000 lavoratori calcolati per il Joint Strike Fighter dovranno sostituire gli 11.000. Ci potrebbe essere un periodo di overlap. Quando parliamo di 10.000 sul Joint Strike Fighter siamo molto conservativi, partiamo da un minimo garantito, ma speriamo, con l'attività che faremo, di avere più persone a lavorare sui velivoli, di avere cioè un indotto superiore a questi 10.000. Con questo percorso riteniamo, però, di mantenere una continuità tra Eurofighter e Joint Strike Fighter per quanto riguarda l'occupazione, con la prospettiva, lavorandoci su, di farla crescere”.
Il velivolo
L’F-35 Lightning II è un velivolo multiruolo di quinta generazione, che unisce le prestazioni di un velivolo da caccia a spiccate caratteristiche caratteristiche stealth (bassa osservabilità da parte dei sistemi radar) e net-centriche. Le principali missioni assegnate al JSF sono quelle di interdizione di profondità; di distruzione delle forze aeree avversarie; di attacco strategico; di difesa aerea; di appoggio tattico; di controaviazione offensiva.
Il caccia è un tipo di velivolo originariamente progettato per la per la distruzione in volo di aerei nemici, con particolare riferimento ai bombardieri, progettati per attaccare obiettivi terrestri, sia civili che militari. La classificazione dei caccia attraverso il riferimento ad una determinata “generazione” consente di individuare le diverse tipologie di caccia sviluppatesi dalla fine del secondo conflitto mondiale ad oggi. Ad esempio, appartengono alla prima generazione (1945 – 1955) i caccia subsonici ad ala dritta con prese d’aria a geometria fissa ( ad es., Lockheed P-80 Shooting Star americano e il Gloster Meteor britannico). La seconda generazione (1955-1960) è caratterizzata dalla collocazione dei motori del velivolo nella fusoliera, anziché nelle semi ali e dall’ala a freccia (ad es., North American F-100 Super Sabre). La terza generazione (1960-1970), comprende i caccia con ala a forte freccia o delta capaci di raggiungere velocità transoniche o di poco supersoniche. Alla quarta generazione(1970-1995)appartengono, poi, i caccia con ala a forte freccia o a delta e prese d'aria a geometria variabile, capaci di raggiungere la velocità Mach 2[12]. A questa categoria di caccia appartiene il velivolo Eurofighter. La quinta generazione corrisponde a quei caccia sviluppati a partire dal 1995 e dotati di tecnologie molto avanzate in ambito stealth.
Si prevede lo sviluppo di tre varianti del velivolo:
La difesa italiana è interessata ad una combinazione di vettori CTOL e STOVL. I velivoli a decollo verticale STOVL sono gli unici aerei che possono essere impegnati dalla Marina sulle navi italiane, in sostituzione degli attuali AV8B.
Ø F-35A: versione di base ad atterraggio e decollo convenzionale CTOL (Conventional Take-Off and Landing). Le componenti di questa versione sono ripartite in: 39,2% di parti comuni, 41% di parti simili e 19,8% di parti specifiche.
Caratteristiche
tecniche: apertura
alare:
Armamento: interno: 2 missili
aria-aria e 2 missili aria-superficie, cannone
Equipaggio: 1 pilota
Ø F-35B: versione a decollo corto e atterraggio verticale STOVL (Short Take-Off and Vertical Landing). Le componenti di questa versione sono ripartite in: 29,9% di parti comuni, 37,5% di parti simili e 32,6% di parti specifiche.
Differisce dalla versione base per:
· Il turbofan Pratt & Whitney F135-PW-600 con postbruciatore con ugello orientabile verso il basso;
· un Lift Fan da 8.175 kg/s della Rolls-Royce installato dietro l'abitacolo;
·
riduzione
della capacità interna del carburante a
·
peso a
vuoto incrementato a
·
peso
massimo al decollo ridotto a
· assenza del cannone interno (è previsto un cannone in un pod sotto la fusoliera);
· sonda retrattile per il rifornimento in volo;
Ø F-35C: versione per impiego sulle portaerei CV (Carrier Variant). Le componenti di questa versione sono ripartite in: 27,8% di parti comuni, 29,1% di parti simili e 43,1% di parti specifiche.
Differisce dalla versione base per:
· il turbofan Pratt & Whitney F135-PW-400;
·
capacità
di carburante di
·
peso a
vuoto incrementato a
· assenza del cannone interno(è previsto un cannone in un pod sotto la fusoliera);
· sonda per il rifornimento in volo retrattile;
· carrello irrobustito e ruotino anteriore doppio con barra di aggancio alla catapulta;
·
apertura
alare
programma
Il programma Joint Strike Fighter venne avviato negli USA, nella prima metà degli anni Novanta, nell’ambito del progetto JAST (Joint Advanced Strike Technology), che prevedeva lo sviluppo di un velivolo da combattimento di nuova generazione in grado di combinare soluzioni tecnologiche capace di garantire un lungo periodo di impiego con la possibilità di sostituire, con un unico aereo in più versioni, un’ampia gamma di velivoli della flotta militare statunitense (compresi quelli a decollo verticale).
Il programma si articola in cinque fasi
Ø CDP (Concept Demonstration Phase svoltasi tra il 1996 e il 2001) che ha portato alla definizione del JSF Operational Requirement Document (JORD). Tale fase di definizione è servita ad individuare le tecnologie essenziali, da studiare e sviluppare nella successiva attività di costruzione prototipica, ed a scegliere la ditta (Lockheed Martin Aero) destinata a proseguire il programma;
Ø SDD (System Development and Demonstration), 2002-2012, che prevede sia lo sviluppo dei sistemi del velivolo che la produzione di 23 esemplari (14 per i test di volo, 8 per le prove a terra ed uno per la valutazione della signatura radar del mezzo). Nell’ambito di questa fase, il primo decollo di prova della versione base è avvenuto il 15 dicembre 2006, il velivolo nella versione a decollo corto ha volato per la prima volta l’11 giugno 2008, mentre la versione per l’impiego su portaerei ha effettuato il primo volo il 6 giugno 2010.
Ø
PSFD (Production, Sustainment and Follow-on Development), a partire dal
Ø
LRIP (Low-Rate Initial Production), inizio
2012 e conclusione indicativa nel
Ø FRIP (Full Rate Production), produzione a pieno regime, a partire dal 2016.
Il programma si svolge nell’ambito di una cooperazione internazionale tra Stati Uniti, Regno Unito, Italia, Paesi Bassi, Canada, Turchia, Australia, Norvegia e Danimarca.Il coinvolgimento dei diversi Paesi è stato calibrato in base alla partecipazione finanziaria ed alla capacità di acquisto dei velivoli secondo il seguenti livelli:
· Level I partner(full partner) con partecipazione finanziaria pari al 10% e possibilità di influire sui requisiti del velivolo (Regno Unito);
· Level II partner con partecipazione finanziaria pari a circa il 4% e limitate possibilità di influire sui requisiti del velivolo (Olanda, Italia);
· Level III partner con una partecipazione finanziaria pari all’1-2% senza alcuna possibilità di influenzare i requisiti del velivolo (Canada, Danimarca, Turchia, Norvegia, Australia).
Sono state inoltre previste forme di collaborazione da parte di Israele e Singapore, attraverso la sottoscrizione di un accordo bilaterale di Security Cooperation Participation (SCP) con gli USA.
Nella tabella che segue vengono riportati gli oneri relativi alle prime tre fasi del programma:
( dollari USA)
|
Fase CDP |
Fase SDD |
Fase PSFD |
USA |
3.792 |
28.565 |
16.843 |
Regno Unito |
200 |
2.056 |
952 |
Italia |
10 |
1.028 |
904 |
Paesi Bassi |
10 |
800 |
586 |
Australia |
|
150 |
690 |
Canada |
10 |
100 |
551 |
Turchia |
6,2 |
175 |
690 |
Norvegia |
10 |
125 |
330 |
Danimarca |
10 |
125 |
330 |
Totale |
4.048 |
33.124 |
21.876 |
Le fasi CDP, SDD, PSFD del Programma sono state regolate da appositi Memorandum of Understanding sottoscritti dagli Stati partner. Il Memorandum relativo alla fase PSFD contiene anche una stima dei velivoli da mettere in produzione, che è riportata nella tabella sottostante. Si segnala tuttavia che i quantitativi effettivi di velivoli da consegnare ai diversi Stati membri del progetto verranno definiti nelle ultime due fasi (LRIP, FRIP).
|
Velivoli previsti |
USA |
2.443 |
Regno Unito |
138 |
Italia[13] |
131 |
Paesi Bassi |
85 |
Australia |
100 |
Canada |
80 |
Turchia |
100 |
Norvegia |
48 |
Danimarca |
48 |
Totale |
3.173 |
Le criticità del programma
Sia gli USA sia i partner che partecipano al programma si trovano davanti alla sfida rappresentata dal quasi raddoppio dei prezzi unitari medi da inizio programma e dell’aumento del costo del ciclo di vita dei velivoli.
Il Government Accountability Office (GAO)[14] statunitense, in un rapporto del 19 marzo 2010 sulla crescita dei costi e sui ritardi del programma JSF e in un successivo documento del 15 marzo 2011 sui primi risultati della ristrutturazione del programma, ha rilevato che i costi per l’Amministrazione USA sono cresciuti dai 231 miliardi di dollari del 2001 (34,4 per la fase di sviluppo e 196,6 per la fase di acquisizione) fino ai 276,5 del 2007, raggiungendo nel budget 2011 un costo complessivo di 322,6 miliardi di dollari. Questo ha fatto prefigurare la necessità, alla luce del Nunn-McCurdy Amendment, di effettuare un’apposita comunicazione in merito al Congresso[15]. Il GAO ha evidenziato le difficoltà nel completamento delle diverse fasi del programma ed ha accertato che ai significativi aumenti di costi si sono accompagnati progressivi ritardi nelle scadenze delle diverse fasi.
Nel 2011, dopo una prima certificazione ai sensi della legge Nunn-McCurdy, il GAO ha segnalato un’ulteriore incremento del costo complessivo del programma, che è giunto a 382,5 miliardi di dollari (51,8 per lo sviluppo, 325,1 per la produzione e 5,6 per spese di costruzione militare). Il GAO rileva la possibilità di un’ulteriore ritardo (al 2018) del completamento della fase di sviluppo e ribadisce che il programma ha parzialmente conseguito alcuni dei risultati preventivati, ma continua, a fronte di una crescita dei costi di progettazione (e, in prospettiva, dei costi unitari di produzione) a rivelare consistenti deficit qualitativi, soprattutto nel software, e a non rispondere ai livelli di funzionalità previsti, soprattutto nella variante STOVL, mentre sono ancora in corso elaborazioni e modifiche del progetto. Il costo medio del velivolo (compresi i costi di sviluppo e appalto) sono passati dagli 81 milioni di dollari iniziali (2001) ai 156 milioni preventivati nel giugno 2010, dopo una prima ristrutturazione del programma.
In un rapporto del 19 maggio 2011[16] il Government Accountability Office stima in circa 385 miliardi dollari il costo totale dell’investimento per 2.457 aeromobili entro il 2035. Il report sottolinea che la ristrutturazione globale del programma da parte del Dipartimento della difesa, tuttora in corso, comporta maggiori costi iniziali di sviluppo, un numero inferiore di aerei nel breve termine, ritardi nelle attività di training e dilatazione dei tempi di collaudo e rilascio.
Riguardo alle
criticità connesse alla variante STOVL[17]
del JSF, il periodo di due anni di
osservazione stabilito dall’allora Segretario di Stato alla Difesa USA
Gates nel gennaio
Al riguardo, nel
corso della citata audizione, presso
La partecipazione dell’Italia
L’Italia ha aderito al programma fin dalla fase CDP, a livello di partner informato, con un contributo di 10 milioni di dollari, a partire dal 1999, dopo che le Commissioni difesa della Camera e del Senato avevano espresso parere favorevole, rispettivamente nelle sedute del 9 e del 15 dicembre 1998.
Il nostro Paese ha confermato la partecipazione alla fase SDD, dopo i pareri favorevoli con osservazioni espressi dalle Commissioni difesa del Senato e della Camera, rispettivamente nelle sedute del 14 maggio e del 4 giugno 2002. L’Italia è impegnata in questa fase con 1.028 milioni di dollari (corrispondenti allora a 1.190 milioni di euro) in undici anni. Il costo complessivo della fase SDD è quantificato in 33,1 miliardi di dollari.
Il 7 febbraio 2007 l’Italia ha sottoscritto il MoU (Memorandum of Understanding) relativo alla fase PSFD. In termini finanziari l’impegno italiano prevede un onere di 904 milioni di dollari, a partire dal 2007 fino a termine fase (pari al 4,1% dei 21,88 miliardi di dollari di costo complessivo della fase PSFD del programma). Il MoU contiene un quadro indicativo degli acquisti, che reca, per l’Italia, una previsione di 131 velivoli (69 nella versione CTOL e 62 nella versione STOVL).
Anche l’adesione alla fase PSFD è stata approvata dalle Commissioni difesa della Camera e del Senato, che l’8 aprile 2009 hanno espresso rispettivamente parere favorevole con condizioni e parere favorevole con osservazioni sullo schema di programma trasmesso dal Governo, che comprendeva anche la realizzazione, presso l’aeroporto militare di Cameri (Novara), di una linea di assemblaggio finale e di verifica (FACO) per i velivoli destinati ai Paesi europei. Alle Commissioni è stato, in questa occasione, sottoposto l’intero programma JSF (compresa la realizzazione del centro FACO); la durata prevista sia del programma JSF, a partire dal 2009, che della costruzione e del funzionamento del centro FACO/MRO&U è di diciotto anni (2009-2026).
Le condizioni poste alla prosecuzione del programma da parte della Commissione difesa della Camera riguardano:
Ø la conclusione di accordi industriali e governativi che consentano un ritorno industriale per l'Italia proporzionale alla sua partecipazione finanziaria, anche al fine di tutelare i livelli occupazionali;
Ø la fruizione da parte dell'Italia dei risultati delle attività di ricerca relative al programma;
Ø la preventiva individuazione di adeguate risorse finanziarie che non incidano sugli stanziamenti destinati ad assicurare l'efficienza della componente terrestre e, più in generale, dell'intero strumento militare.
Le osservazioni della Commissione difesa del Senato si riferiscono invece:
Ø alla necessità di assicurare la totalità degli investimenti ricorrenti e non-ricorrenti del programma per consentire la massimizzazione dei ritorni in termini economici e occupazionali, sia per gli operatori industriali nazionali, sia per gli Enti universitari e di ricerca;
Ø
alla
garanzia che
Ø alla assicurazione per l'Italia, in accordo allo status di partner di secondo livello, della concessione da parte statunitense delle autorizzazioni per l'accesso alle tecnologie per i team industriali e governativi;
Ø alla definizione degli accordi industriali prima della definitiva formalizzazione contrattuale dei rapporti tra il Direttore Nazionale degli Armamenti e il Joint Program Office statunitense;
Ø alla garanzia che le attività di realizzazione della linea di assemblaggio finale siano a maggioranza italiana;
Ø alla assicurazione che le aziende nazionali del settore, di proprietà o a partecipazione pubblica, garantiscano procedure trasparenti per il reclutamento della forza lavoro impegnate per la realizzazione del programma.
Quanto agli oneri, nella tabella
sottostante è riportata la serie storica
dei costi per l’Italia del programma JSF indicati dalle Note aggiuntive al bilancio della difesa relative
agli anni sotto riportati. Con riferimento all’anno
2012 si segnala che
(milioni di euro)
2003 |
2004 |
2005 |
2006 |
2007 |
2008 |
2009 |
2010 |
2011 |
107,3 |
126,0 |
118,8 |
148,7 |
127,8 |
94,8 |
47,1 |
158,9 |
468,6 |
Il più
recente punto di situazione sulla
partecipazione italiana al programma JSF è stato fatto in occasione
dell’audizione presso
Si riporta di seguito il quadro ricapitolativo della partecipazione italiana alle cinque fasi del programma JSF, fornito tra gli altri documenti, in occasione della citata audizione:
Fonte: Documentazione consegnata alla Commissione dal Generale De Bertolis nel corso della seduta del 1° febbraio 2012
Nel corso dell’audizione gli intervenuti hanno fornito, tra il resto, informazioni sulla fase FACO (Final Assembly et Check-Out) che si svolgerà a Cameri (Novara) destinata a divenire hub tecnologico per l’Aeronautica in quanto sia stabilimento di produzione, sia sede di uno dei tre centri di manutenzione degli F-35 i (gli altri due sono negli USA e in Australia).
Nella tabella che segue sono state riassunte le principali caratteristiche della fase FACO:
Fonte: Documentazione consegnata alla Commissione dal Generale De Bertolis nel corso della seduta del 1° febbraio 2012
Il ruolo delle aziende italiane
La partecipazione industriale italiana al programma è prevista in 11 miliardi di dollari nelle sole fasi di sviluppo e produzione. La partecipazione dell’industria nazionale alle fasi di supporto logistico e di sviluppo successivo non sono ancora definite, mentre le attività svolte nel centro FACO/MRO&U potranno offrire opportunità aggiuntive alla partecipazione dell’industria nazionale al programma pari a circa 1,5 miliardi di dollari.
Tra le aziende italiane coinvolte si ricordano: Alenia Aermacchi, (che realizzerà il cassone alare del 100% dei velivoli destinati alle forze armate italiane e del 50% di quelli destinati a USA e Regno Unito). Avio (che avrà la responsabilità completa per lo sviluppo e la produzione del sistema di trasmissione e di parte della turbina del motore F136). Galileo Avionica (che ha ottenuto l’appalto per lo sviluppo e la realizzazione della cella “sotto vuoto” del sistema di controllo del tiro); Elsag (che è coinvolta nel settore dei sistemi informativi a supporto dello sviluppo prodotto e per la logistica). Marconi Selenia Communications (alla quale è affidata la costruzione dei sistemi radio di riserva).Le altre ditte italiane che hanno acquisito contratti ed impegni per il futuro sono Aerea (piloni dilancio dei missili), Datamat, Gemelli, Logic, Selex communication, Marconi, Sirio Panel (schermi e luci dell’abitacolo), Mecaer, Moog, Oma, OtoMelara, Secondo Mona, Sicamb (seggiolino eiettabile), Consorzio S3Log, Elettronica, Aermacchi e Vitrociset.
Nel
corso della già rammentata seduta del 1° febbraio 2012 presso
Fonte: Documentazione consegnata alla Commissione dal Generale De Bertolis nel corso della seduta del 1° febbraio 2012
Servizio Studi – Dipartimento Difesa |
( 06 6760-4172 – *st_difesa@camera.it |
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File: DI0507_0
[1] Dai satelliti di osservazione agli apparati SIGINT - signal intelligence, dai ricognitori aerei pilotati e non pilotati, ai radar volanti, ai nuclei di forze speciali infiltratisi nel territorio nemico, ecc. .
2 Per quanto riguarda le caratteristiche tecniche del velivolo F35, si vedano gli atti parlamentari relativi al programmi Joint Strike Fighter , consultabili nel dossier del Servizio Studi n. 329, volume I, ”Il programma Joint Strike Fighter”.
[3] Crf.:
audizione relativa
all’attuazione del programma d’armamento Joint
Strike Fighter, presso
[4] Si veda la
citata audizione del 1° febbraio 2012, presso
[5] Cfr.: rapporto del Governament Accountability Office (GAO) del 15 marzo 2011 di seguito illustrato nel paragrafo “Criticità”.
[6] Cfr.: ISPI (Istituto per gli studi di politica internazionale), “F-35: la partita Smart Defense”, 7 febbraio 2012.
[7] Cfr. allegato al resoconto stenografico della seduta della Commissione difesa della Camera del 16 gennaio 2007, concernente le Comunicazioni del Governo sullo stato di attuazione del programma pluriennale Joint Strike Fighter. L’allegato riporta la documentazione consegnata dal Governo nel corso della seduta. Al paragrafo 2 del documento si legge: “Nel 1996, all’avvio della XIII legislatura, “il Ministro della difesa protempore On.le Beniamino Andreatta, promuoveva le iniziative e le discussioni esplorative intese a valutare la possibilità di una partecipazione italiana al programma, al tempo ancora nella fase di fattibilità, per gli obiettivi dichiarati del progetto di voler ricercare la multinazionalità governativa ed industriale, lo sviluppo di nicchie d’eccellenza tecnologica, la promozione dell’interoperabilità tra le Forze armate dei Paesi Nato ed il contenimento dei costi”. Il documento è riportato nel dossier del Servizio Studi n. 329, volume I, ”Il programma Joint Strike Fighter”.
[8] Il documento è riportato nel dossier del Servizio Studi n. 329, volume I, ”Il programma Joint Strike Fighter”.
[9] Cfr. seguito dell’audizione del Generale Debertolis (Commissione difesa, seduta del 13 febbraio 2012).
10 Cfr. resoconto stenografico della seduta del 15 febbraio 2012 delle Commissioni difesa di Camera e Senato sulle linee di indirizzo per la revisione dello strumento militare.
[11] Cfr. seduta della Commissione difesa del 7 febbraio 2012.
[12] il Mach in aeronautica viene utilizzato come unità di misura della velocità. La definizione è data considerando il numero di Mach ottenuto calcolando il rapporto tra velocità del velivolo e velocità del suono per l'aria una volta che sia fissata la quota di volo. L'F-22 e l'Eurofighter Typhoon sono tra i primi aerei da combattimento in grado di mantenere velocità supersoniche per prolungati periodi di tempo.
[13]La previsione relativa all’acquisto di 131 velivoli è contenuta nel richiamato Memorandum of Understanding. Al riguardo, si segnala che, da ultimo (cfr. successivo paragrafo) il 15 febbraio 2012, il Ministro della difesa, ammiraglio Di Paola , ha annunciato in Parlamento che vi sarà un ridimensionamento del programma: “l'esame fatto a livello tecnico e operativo porta a ritenere come perseguibile, da un punto di vista operativo e di sostenibilità, un obiettivo programmatico dell'ordine di 90 velivoli (con una riduzione di circa 40 velivoli, pari a un terzo del programma), una riduzione importante che, tuttavia, salvaguarda anche la realtà industriale e che, quindi, rappresenta una riduzione significativa coerente con l'esigenza di oculata revisione della spesa”.
[14]Il General Accountability Office è un’agenzia indipendente che supporta il Congresso USA nel monitoraggio dell’azione del governo federale e delle sue spese.
[15] Il Nunn-Mc Curdy Amendment del 1982 all’Authorization Act per il Dipartimento
della Difesa per l’anno fiscale 1983 impone la comunicazione al Congresso
quando i costi dei principali programmi di acquisizione d’arma (Major Defence Acquisition Programs)
superano del 15 per cento o più i costi previsti all’ultimo aggiornamento (current baseline estimate) ovvero del 30
per cento o più gli original baseline
estimate, i costi originariamente
previsti (violazione significativa, significant
breach, del Nunn-McCurdy Amendment).
La comunicazione è altresì obbligatoria quando i costi superino del 25 per
cento o più i costi previsti all’ultimo aggiornamento ovvero del 50 per cento o
più i costi originariamente previsti all’ultimo aggiornamento (violazione
critica, critical breach, del
Nunn-McCurdy Amendment). A seguito di una modifica legislativa approvata nel
[16] Audizione davanti al Committee on Armed Service del Senato USA di Michael Sullivan, Director Acquisition and Sourcing Management del GAO. Il documento è rinvenibile all’indirizzo web http://www.gao.gov/products/GAO-11-677T
[17] Nell’ottobre
2010 il Primo Ministro britannico, presentando lo Strategic Defence and Security Revue, il nuovo piano decennale per
la difesa e la sicurezza interna, ha annunciato la decisione di rinunciare agli
F-35B, versione STOVL (a decollo corto) e di acquistare 138 velivoli F-
[18] Cfr. Sedute della Commissione Difesa del 1° e del 7 febbraio 2012.