Camera dei deputati - XVI Legislatura - Dossier di documentazione
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Autore: | Servizio Controllo Parlamentare | ||
Titolo: | L'attività di controllo parlamentare n. 17/XVI GENNAIO 2010 | ||
Serie: | L'attività di controllo parlamentare Numero: 17 Progressivo: 2010 | ||
Data: | 31/01/2010 | ||
Descrittori: |
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Notiziario mensile Numero 17/XVI GENNAIO 2010 L’attività di controllo parlamentare
MONITORAGGIO DI: NOMINE GOVERNATIVE ATTI DI INDIRIZZO E DI CONTROLLO RELAZIONI AL PARLAMENTO ED ALTRI ADEMPIMENTI
a cura del Servizio per il Controllo parlamentare |
INDICE
NOMINE GOVERNATIVE PRESSO ENTI 3
ATTI DI INDIRIZZO E DI CONTROLLO 35
In evidenza a dicembre 2009 36
Note annunciate al 31 dicembre 2009 in attuazione di atti di indirizzo 43
Ministero degli affari esteri 43
Ministero dell'economia e delle finanze 54
Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali 68
Ministro per la pubblica amministrazione e l’innovazione 73
RELAZIONI AL PARLAMENTO E ALTRI ADEMPIMENTI DA OBBLIGO DI LEGGE 87
L’attività di monitoraggio delle relazioni al Parlamento 88
In evidenza a dicembre 2009 89
Relazioni al Parlamento annunciate nel periodo 1°- 31 dicembre 2009 91
Questa pubblicazione trae origine dal lavoro svolto dal Servizio per il controllo parlamentare sul monitoraggio di vari tipi di adempimenti governativi nei confronti del Parlamento, per offrire notizie, dati statistici ed altre informazioni utili per l’attività parlamentare.
A tal fine il notiziario è suddiviso in tre sezioni in modo da considerare analiticamente gli adempimenti governativi a fronte di obblighi derivanti da leggi ovvero da deliberazioni non legislative della Camera dei deputati, nonché relativi alla trasmissione degli atti per i quali è prevista l’espressione di un parere parlamentare.
La pubblicazione si apre con la Sezione I relativa alle nomine governative negli enti pubblici, monitorate principalmente ai sensi dalla legge n. 14 del 24 gennaio 1978, che disciplina le richieste di parere parlamentare e le comunicazioni al Parlamento di nomine effettuate dal Governo in enti pubblici.
Scendendo maggiormente nel dettaglio, la sezione I dà conto, nella sottosezione a), delle nomine effettuate dal Governo in enti ricompresi nel campo di applicazione della suddetta legge n. 14 del 1978 nel periodo considerato dalla pubblicazione. Si tratta pertanto delle nomine conseguenti a proposte di nomina trasmesse per l’espressione del parere parlamentare (ai sensi dell’articolo 1 della legge n. 14 del 1978), informando quindi sull’esito dei pareri espressi dalle Commissioni parlamentari di entrambe le Camere in sede di nomina da parte governativa, o comunicate dal Governo (ai sensi dell’articolo 9 della richiamata legge n. 14). Vengono anche specificate le procedure di nomina previste dalle norme relative ai singoli enti e fornite notizie essenziali sull’attività degli stessi.
Nella sottosezione b) vengono elencate ed analizzate le principali cariche di nomina governativa, sempre ricomprese nell’ambito della legge n. 14 del 1978, scadute e non ancora rinnovate nel periodo considerato o che scadranno nei mesi successivi.
La sottosezione c) dà conto di nomine o di cariche in scadenza, sempre nel periodo preso in esame, in enti pubblici e autorità indipendenti che esulano dal campo di applicazione della legge n. 14 del 1978.
La Sezione I cerca quindi di fornire un quadro della situazione delle nomine governative in molti enti pubblici tramite l’utilizzo di una banca dati istituita negli ultimi mesi del 2002 dal Servizio per il controllo parlamentare per colmare una lacuna avvertita non solo a livello parlamentare, e che da allora è cresciuta anche estendendo il campo del proprio monitoraggio. Tale banca dati viene implementata dal Servizio stesso tramite la ricerca e l’esame di documenti di varia provenienza (prevalentemente parlamentare e governativa) nonché il contatto diretto con i Ministeri competenti per le nomine e con gli enti stessi. Lo scopo è appunto quello di fornire dati di non facile reperibilità, ordinati in modo cronologico e logicamente coerente, per far sì che l’utente possa meglio orientarsi in un campo vario e complesso. In tal modo è possibile disporre, tra l’altro, di uno scadenzario delle principali nomine che dovranno poi essere rinnovate ed avere notizia dell’esito dei pareri espressi dalle competenti Commissioni.
Nella Sezione II viene presa in esame l’attuazione data dai diversi Ministeri agli impegni contenuti in atti di indirizzo (ordini del giorno, mozioni o risoluzioni) approvati in Assemblea o in Commissione. Il Servizio per il controllo parlamentare provvede a segnalare detti atti ai Ministeri di volta in volta individuati come competenti a dare loro seguito (nel caso degli ordini del giorno una volta divenuta legge l’A.C. cui sono riferiti). Gli atti così inviati alle Amministrazioni sono elencati nel paragrafo “Le nostre segnalazioni”.
Nella Sezione III si illustrano gli esiti del monitoraggio svolto dal Servizio sulle relazioni al Parlamento la cui trasmissione sia prevista da norme di legge, distinte tra “governative” e “non governative”. Si dà inoltre conto delle relazioni di nuova istituzione, stabilite cioè da nuove norme entrate in vigore nel periodo considerato.
Come per quelle contenute nella Sezione I, anche le informazioni riportate nelle sezioni II e III sono tratte dalle altre due banche dati sviluppate e gestite dal Servizio per il controllo parlamentare, e costantemente alimentate sulla base dei dati contenuti nelle Gazzette Ufficiali, degli atti parlamentari, nonché delle informazioni acquisite direttamente dai Ministeri.
La sezione è ripartita in tre sottosezioni che danno conto: 1) delle nomine effettuate dal Governo in enti ricompresi nel campo di applicazione della legge n. 14/1978, relativa al controllo parlamentare sulle nomine, nel mese di dicembre 2009 (e nella prima parte del mese di gennaio 2010), indicando i nominativi dei titolari, le cariche assunte, le modalità, le date di nomina e il tipo di controllo parlamentare previsto (espressione del parere da parte delle Commissioni competenti o comunicazione al Parlamento da parte dei Ministeri, evidenziando altresì i casi in cui non sia stata seguita nessuna delle due procedure); 2) delle nomine scadute e non ancora rinnovate negli enti medesimi nello stesso periodo e di quelle in scadenza fino al 28 febbraio 2010 con l’indicazione dei titolari e delle cariche in scadenza (o scadute), delle procedure di nomina e del tipo di controllo parlamentare previsto per il rinnovo delle suddette cariche; 3) delle principali nuove nomine effettuate e di quelle in scadenza in enti pubblici o autorità amministrative indipendenti non ricompresi nel campo della citata legge n. 14/1978, entro il 28 febbraio 2010, con l’indicazione dei titolari, delle procedure di nomina, delle date di scadenza e dell’eventuale rinnovo se già avvenuto.
La prima sezione della pubblicazione “l’attività di controllo parlamentare” dà conto delle nomine governative negli enti, monitorando il mese di dicembre 2009 (e la prima parte di quello di gennaio 2010), con una proiezione previsionale sulle cariche in scadenza fino al 28 febbraio 2010. La sezione è composta da tre sottosezioni, che danno conto sia delle cariche rinnovate nel mese di novembre e nella prima decade di dicembre 2009, sia di quelle da rinnovare entro la fine di febbraio 2010, nei campi degli enti pubblici e delle autorità amministrative indipendenti.
- Nel mese di dicembre 2009 sono stati nominati il presidente della Società italiana degli autori ed editori SIAE,Giorgio Assumma, i componenti del consiglio di amministrazione dell’Istituto per gli affari sociali IAS e i componenti della nuova Commissione per la valutazione, la trasparenza e l’integrità delle amministrazioni pubbliche.
- Nello stesso periodo il Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare ha comunicato nuove proroghe degli incarichi commissariali di Silvio Vetrano presso l’Ente parco nazionale dell’Asinara, di Giacomo Diego Gatta presso l’Ente parco nazionale del Gargano e di Domenico Totaro presso l’Ente parco nazionale dell’Appennino Lucano – Val d’Agri – Lagonegrese.
Si anticipa che lo stesso Ministro ha comunicato al Parlamento, all’inizio di gennaio 2010, la proroga del mandato commissariale di Pierleonardo Zaccheo presso l’Ente parco nazionale della Val Grande e diArturo Diaconalepressol’Ente parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga
- Sempre nel mese di dicembre 2009 sono scaduti i mandati dei presidenti degli enti parco nazionali delle Dolomiti Bellunesi, Guido De Zordo, del Gran Paradiso, Giovanni Picco, delle Cinque Terre, Franco Bonamini, e della Maiella, Giancarlo Giuliante.
- Nel mese di dicembre 2009 sono altresì scaduti i mandati del presidente dell’Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare ISMEA, Arturo Semerari (peraltro in corso di riconferma) e dei componenti del consiglio di amministrazione della Stazione zoologica “Anton Dohrn”.
- Con l’articolo 7, comma 1, del D.L. 30 dicembre 2009 n. 194, è stato prorogato il mandato dei componenti del Comitato per la valutazione del sistema universitario CNVSU/Agenzia nazionale per la valutazione dell'università e della ricerca ANVUR, fino al completamento delle procedure occorrenti a rendere operativa la nuova agenzia e comunque non oltre il 30 giugno 2010.
- All'inizio di gennaio 2010 erano in corso di proroga, perdurando il processo di riorganizzazione in corso degli enti in questione, gli incarichi dei commissari straordinari dei principali enti previdenziali: Istituto nazionale della previdenza sociale INPS, Istituto nazionale di previdenza per i dipendenti dell’amministrazione pubblica INPDAP, Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro INAIL,Ente nazionale di previdenza e assistenza per i lavoratori dello spettacolo ENPALS, Ente nazionale di assistenza e previdenza per pittori, scultori, musicisti, scrittori ed autori drammatici ENAPPSMAD e Istituto di previdenza per il settore marittimo IPSEMA.
-Nel mese di febbraio 2010 sono previsti in scadenza i mandati del commissario straordinario del Parco geominerario, storico e ambientale della Sardegna, Antonio Granara, e del presidente dell’Autorità portuale di Gioia Tauro, Giovanni Grimaldi.
Per l’approfondimento sulle nomine e le scadenze nei singoli enti si rinvia alle relative note.
Sono attualmente in corso di riordino, tra gli altri, gli enti vigilati dal Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali,ai sensi del comma 1 dell’art. 4-sexiesdecies (consigli di amministrazione di enti e società controllati o vigilati dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali) del D.L. 3 novembre 2008, n. 171, misure urgenti per il rilancio competitivo del settore agroalimentare, introdotto dalla legge di conversione 30 dicembre 2008, n. 2051.
Si ricorda in proposito che il Consiglio dei Ministri del 28 ottobre 2009, oltre ad approvare alcuni schemi di decreti presidenziali per il riordino di enti vigilati dai Ministeri competenti, anche ai sensi della cosiddetta norma “taglia-enti”2 (elencati nello scorso numero della presente pubblicazione) e a decidere di affidare ad un’apposita circolare le linee direttrici per la corretta interpretazione e applicazione del suddetto taglia-enti,aveva avviato, su proposta del Ministro competente, la procedura per la nomina dei nuovi presidenti dei principali enti vigilati dal Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali
I candidati presidenti in oggetto sono: Tiziano Baggio per l'Unione nazionale incremento razze equine UNIRE, Arturo Semerari per l'Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare ISMEA (di cui si anticipa per entrambi la trasmissione della richiesta di parere parlamentare da parte del Ministro per i rapporti con il Parlamento con lettera del 21 dicembre 2009, annunciata alla Camera l’11 gennaio 2010, ai sensi dell’articolo 1 della L. n. 14 del 12 gennaio 1978 sul controllo parlamentare sulle nomine negli enti pubblicie di cui si darà conto nel prossimo numero della presente pubblicazione), Fabrizio Mottironi per l'Istituto nazionale di economia agraria INEA, Gianvincenzo Zuccotti per l'Istituto nazionale di ricerca per gli alimenti e la nutrizione INRAN, Marco Mario Avanza per l’Ente nazionale risi ENR, Giorgio Zoppello per l'Ente nazionale sementi elette ENSE e Mario Colombo per il Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura CRA, sulle cui candidature dovranno essere richiesti i pareri parlamentari, sempre ai sensi del citato articolo 1 della L. n. 14/1978.
Il suddetto parere è già stato espresso dalle Commissioni agricoltura delle Camere, relativamente al candidato presidente dell’Agenzia per le erogazioni in agricoltura AGEA, Dario Fruscio (si veda infra alla relativa nota nella sottosezione “a”), anch’egli ancora in corso di nomina. Contestualmente ai presidenti degli enti in questione verranno rinnovati anche i consigli di amministrazione (per queste nomine è invece prevista la comunicazione al Parlamento dei relativi decreti ministeriali, ai sensi dell’articolo 9 della citata legge n. 14/1978), anticipandone quasi sempre quella che sarebbe stata la loro scadenza naturale. Infatti, a parte l’Ente nazionale per le sementi elette, affidato al commissario straordinario Astolfo Zoina dal dicembre 2006 (nonostante la nomina nel gennaio 2008 di un presidente, Marcello Cerasola, mai entrato in carica) e l’ISMEA, il secondo mandato del cui presidente, Arturo Semerari, sarebbe comunque scaduto nel prossimo mese di dicembre 2009 (ma non il Cda, previsto in scadenza nel 2011), tutti gli altri enti in questione non avrebbero avuto attualmente gli organi di governo prossimi alla scadenza.
E' inoltre in corso il riordinodella disciplina relativa agli statuti e agli organi degli enti di ricerca vigilati dal Ministero dell’istruzione, dell'università e della ricerca3, ai sensi della legge 27 settembre 2007, n. 165 recante delega in materia di riordino degli enti di ricerca4, il cui schema di decreto legislativo, si ricorda, era stato preliminarmente approvato dal Consiglio dei Ministri del 12novembre 2009 su proposta del Presidente del Consiglio e del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca e quindi trasmesso dal Ministro per i rapporti con il Parlamento ai sensi dell'articolo 1, comma 3 della citata legge n. 165/2007, su cui la VII Commissione Cultura ha espresso parere favorevole con osservazioni e condizioni il 16 dicembre 2009.
Il Consiglio dei Ministri del 17 dicembre 2009ha quindi approvato, su proposta del Presidente del Consiglio e del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca, il decreto legislativo che riordina la disciplina relativa agli statuti e agli organi degli enti di ricerca vigilati dal suddetto ministero (emanato poi il 31 dicembre 2009), oltre ad un regolamento che disciplina la struttura, l’organizzazione ed il funzionamento dell’Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca ANVUR e tre schemi di regolamento per il riordino dell’Ente nazionale di assistenza magistrale ENAM, dell’Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione INVALSI, nonché dell’Agenzia nazionale per lo sviluppo dell’autonomia scolastica ANSAS, della quale è stato approvato contestualmente lo statuto; su questi ultimi tre schemi devono essere acquisiti i prescritti pareri.
Sulla Gazzetta ufficiale n. 290, serie generale del 14 dicembre 2009 sono stati pubblicati i decreti legislativi n. 177 e 178 del 1° dicembre 2009 di riorganizzazione, rispettivamente, del Centro nazionale per l'informatica nella pubblica amministrazione CNIPA, ora denominato DigitPA, e della Scuola superiore della pubblica amministrazione SSPA,a norma dell'articolo 24 della legge 18 giugno 2009, n. 69. Si ricorda in proposito che sui rispettivi schemi di decreto, approvati preliminarmente dal Consiglio dei Ministri del 6 novembre 2009 su proposta del Ministro per la pubblica amministrazione e l’innovazione (in attuazione della delega contenuta nel citato articolo 24 della legge n. 69 del 2009) aveva espresso pareri favorevoli con osservazioni la Commissione parlamentare per la semplificazione legislativa il 4 novembre 2009.
Il Consiglio dei Ministri del 17 dicembre 2009 ha approvato, su proposta del Presidente del Consiglio, lanomina di Giovanni Tria a presidente della Scuola superiore della pubblica amministrazione e ha avviato la procedura per la nomina di Davide Giacalone a presidente dell’Ente DigitPA (ex CNIPA). Infine, il 29 dicembre 2009 è entrato in vigore il D.Lgs. 1° dicembre 2009, n. 177, recante la riorganizzazione del Centro nazionale per l’informatica nella pubblica amministrazione, a norma dell’art. 24 della legge 18 giugno 2009, n. 69.
Si anticipa che, come sarà approfondito nel prossimo numero della presente pubblicazione, il Ministro per i rapporti con il Parlamento ha trasmesso, con lettera del 17 dicembre 2009, la proposta di nomina di Giacalone a presidente del DigitPA, annunciata alla Camera l'11 gennaio 2010 e assegnata per il parere alla I Commissione Affari costituzionali.
In questa sottosezione si dà conto delle principali nomine soggette a controllo parlamentare effettuate dal Governo nel periodo considerato, delle procedure e del tipo di controllo parlamentare seguiti.
In particolare si specifica se per il rinnovo delle suddette cariche sia stata trasmessa dal Governo la richiesta di parere parlamentare (ai sensi dell’articolo 1 della L. n. 14 del 24/1/1978, recante norme per il controllo parlamentare sulle nomine negli enti pubblici, definiti successivamente come: istituti e (...) enti pubblici anche economici, che riguarda generalmente i presidenti o comunque gli organi di vertice degli enti e in qualche caso anche i vicepresidenti o i componenti di consigli o commissioni), o la mera comunicazione al Parlamento (ai sensi dell’articolo 9 della suddetta L. n. 14/1978, che riguarda generalmente i componenti dei consigli degli enti o i commissari straordinari), o se in occasione dei precedenti rinnovi non siano state attivate queste procedure.
La citata L. 14/1978 stabilisce, tra l’altro, dall’art. 1 all’art. 8, che il Presidente del Consiglio dei ministri, il Consiglio dei ministri ed i singoli ministri, prima di procedere, secondo le rispettive competenze, a nomine, proposte o designazioni di presidenti e vicepresidenti di istituti e di enti pubblici, anche economici, devono richiedere il parere parlamentare (…). Il parere parlamentare è espresso dalle Commissioni permanenti competenti per materia delle due Camere ed è motivato anche in relazione ai fini ed agli indirizzi di gestione da perseguire. (…) L'organo cui compete la nomina, la proposta o la designazione può provvedere, trascorsi i termini stabiliti dai regolamenti delle due Camere, anche se non sia stato reso il parere delle Commissioni. (…) La richiesta di parere da parte del Governo deve contenere la esposizione della procedura seguita per addivenire alla indicazione della candidatura, dei motivi che la giustificano secondo criteri di capacità professionale dei candidati e degli eventuali incarichi precedentemente svolti o in corso di svolgimento, in relazione ai fini ed agli indirizzi di gestione che si intendono perseguire nell'istituto o ente pubblico. (…) Qualora, a seguito del parere espresso da una o entrambe le Commissioni, il Governo ritenga di procedere a nomine, proposte o designazioni diverse da quelle indicate nella richiesta di parere, si applica la procedura prevista negli articoli precedenti. La stessa procedura si applica altresì per la conferma di persona in carica, anche nel caso in cui nei confronti della stessa sia già stato espresso il parere del Parlamento. La conferma non può essere effettuata per più di due volte.
Le richieste di parere parlamentare su proposte di nomina trasmesse dal Governo, sono poi assegnate alle Commissioni competenti per l’esame ai sensi del comma 4 dell’articolo 143 del Regolamento della Camera, che stabilisce che: nei casi in cui il Governo sia tenuto per legge a richiedere un parere parlamentare su atti che rientrano nella sua competenza, il Presidente della Camera assegna alla Commissione competente per materia la relativa richiesta, e ne dà notizia all'Assemblea nella prima seduta successiva alla presentazione della richiesta stessa. In periodo di aggiornamento dei lavori della Camera, il Presidente della Camera può differire l'assegnazione della richiesta di parere, tenuto conto del termine previsto dalla legge per l'adozione dell'atto da parte del Governo. (…) In ordine ad atti di nomina, proposta o designazione, la Commissione delibera il parere nel termine di venti giorni dall’assegnazione, prorogabile una sola volta, per non più di dieci giorni, dal Presidente della Camera. (…) Il parere è comunicato al Presidente della Camera, che lo trasmette al Governo.
Per quanto riguarda le nomine che il governo è tenuto a comunicare al Parlamento, sempre la legge 24 gennaio 1978, n. 14, all’articolo 9, stabilisce che le nomine, le proposte o designazioni degli altri amministratori degli istituti ed enti di cui al precedente articolo 1 effettuate dal Consiglio dei ministri o dai ministri, devono essere comunicate entro quindici giorni alle Camere. Tali comunicazioni devono contenere l’esposizione dei motivi che giustificano le nomine, le proposte o designazioni, le procedure seguite ed una biografia delle persone nominate o designate con l’indicazione degli altri incarichi che eventualmente abbiano ricoperto o ricoprano.
Qualora lo statuto o la stessa legge istitutiva del singolo ente (o categoria di enti) contengano specifiche norme relative al controllo parlamentare, ulteriori rispetto a quelle generali contenute nella L. n. 14/1978, allora se ne dà conto nella colonna relativa alla procedura di nomina.
Si ricorda per inciso, riguardo alla scadenza degli organi degli enti in questione, che il D.L. 16/5/1994, n. 293, (convertito dalla L. 15/7/1994, n. 444), sulla disciplina della proroga degli organi amministrativi, stabilisce tra l’altro che: (…) gli organi amministrativi svolgono le funzioni loro attribuite sino alla scadenza del termine di durata per ciascuno di essi previsto ed entro tale termine debbono essere ricostituiti. Gli organi amministrativi non ricostituiti nel termine di cui all'articolo precedente sono prorogati per non più di quarantacinque giorni, decorrenti dal giorno della scadenza del termine medesimo. Nel periodo in cui sono prorogati, gli organi scaduti possono adottare esclusivamente gli atti di ordinaria amministrazione, nonché gli atti urgenti e indifferibili (…). Entro il periodo di proroga gli organi amministrativi scaduti debbono essere ricostituiti. (…) I provvedimenti di nomina dei componenti di organi scaduti adottati nel periodo di proroga sono immediatamente esecutivi. (…) Decorso il termine massimo di proroga senza che si sia provveduto alla loro ricostituzione, gli organi amministrativi decadono. Tutti gli atti adottati dagli organi decaduti sono nulli.
Ente |
Carica di riferimento e titolari |
Controllo parlamentare |
Data nomina |
Procedura di nomina |
Agenzia per le erogazioni in agricoltura AGEA |
Presidente:
Dario Fruscio |
Pareri favorevoli espressi ai sensi dell’art. 1 della L. n. 14/1978 dalle Commissioni XIII Agricoltura (Camera) il 29/9/2009 e 9°Agricoltura (Senato) il 23/9/2009 |
Procedura di nomina in corso |
D.P.R. emanato su proposta del Presidente del Consiglio, previa deliberazione del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali |
Alla chiusura del presente numero della pubblicazione, Dario Fruscio non risultava ancora essere stato nominato presidente dell’Agenzia per le erogazioni in agricoltura AGEA e l’ente era ancora retto dal commissario straordinario Franco Contarin dato che, come riportato supra nell’introduzione alla sezione, di questo come degli altri enti vigilati dal Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, è in corso il processo di riforma statutaria (ai sensi del citato comma 1 dell’art. 4-sexiesdecies del D.L. 3 novembre 2008, n. 171, misure urgenti per il rilancio competitivo del settore agroalimentare, convertito dalla legge 30 dicembre 2008, n. 205) al termine del quale gli organi di governo di questi enti saranno rinnovati. Si ricorda che l’avvio della procedura per la nomina di Fruscio a presidente dell’AGEA era stato deliberato dal Consiglio dei Ministri del 3 settembre 2009, su proposta del Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, e la relativa richiesta di parere parlamentare, trasmessa dal Ministro per i rapporti con il Parlamento con lettera del 4 settembre 2009, era stata seguita dai pareri favorevoli espressi dalle Commissioni agricoltura dei due rami del Parlamento nel mese di settembre 2009. L’ente, commissariato dal gennaio 2009, era stato dapprima affidato all’ex presidente Domenico Oriani e poi, dal 15 aprile 2009, a Franco Contarin.
L’AGEA è stata istituita con il D.Lgs. n. 165 del 27 maggio 1999 per lo svolgimento delle funzioni di organismo di coordinamento e di organismo pagatore (di cui al Regolamento CE n. 885/2006, articolo 18). Infatti l'Unione europea sostiene la produzione agricola degli Stati membri attraverso l'erogazione ai produttori di aiuti, contributi e premi, finanziati dal FEOGA (Fondo europeo agricolo di orientamento e di garanzia) e gestiti dagli Stati attraverso organismi pagatori. All'art. 3, commi 2 e 3, dello stesso decreto è disciplinata l'istituzione, da parte delle regioni e province autonome, di servizi ed organismi per lo svolgimento delle funzioni di pagatore. L'AGEA, quale organismo di coordinamento è, tra l'altro, incaricata della vigilanza e del coordinamento degli organismo pagatori ai sensi del regolamento CE n. 1290/2005 del 21 giugno 2005, di verificare la coerenza della loro attività rispetto alle linee-guida comunitarie, di promuovere l'applicazione armonizzata della normativa comunitaria e delle relative procedure di autorizzazione, erogazione e contabilizzazione degli aiuti comunitari da parte degli organismi pagatori, monitorando le relative attività. L'AGEA è anche l'organismo pagatore italiano avendo competenza per l'erogazione di aiuti, contributi, premi ed interventi comunitari, nonché per la gestione degli ammassi pubblici, dei programmi di miglioramento della qualità dei prodotti agricoli per gli aiuti alimentari e per la cooperazione economica con altri paesi ed è strutturato come previsto dal Regolamento CE n. 885/2006.
Ente |
Carica di riferimento e titolari |
Controllo parlamentare |
Data nomina |
Procedura di nomina |
Istituto per gli affari sociali IAS |
Componenti del consiglio di amministrazione:
Giovanni Bocchieri, Virginia Costa, Lino Angelo Del Favero, |
Si attende la comunicazione al Parlamento ai sensi dell’art. 9 della L. n. 14/1978 |
1°/12/2009 |
D.M. del Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali |
Il Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali ha nominato, con proprio decreto del 1° dicembre 2009, i nuovi componenti del consiglio di amministrazione dell’Istituto per gli affari sociali IAS (già Istituto italiano di medicina sociale IIMS) per un quadriennio.
Si ricorda che con D.P.C.M. del 28 ottobre 2009, su proposta del Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali e conformemente ai pareri favorevoli espressi dalle Commissioni lavoro delle Camere tra settembre e ottobre 2009 era stato nominato anche il presidente dell'istituto, Giulio Boscagli. I mandati quadriennali del presidente e del consiglio di amministrazione uscenti dello IAS erano scaduti tra luglio e settembre del 2009. In particolare il presidente Antonio Guidi era stato nominato con D.P.C.M. del 25 ottobre 2005 per quattro anni, con decorrenza 20 luglio 2005, ed era quindi scaduto dal mandato il 20 luglio 2009, mentre il consiglio di amministrazione era stato nominato con D.M. del 9 settembre 2005, scadendo quindi dal mandato il 9 settembre 2009.
Lo IAS deriva dalla trasformazione, effettuata con D.P.R. del 23 novembre 2007, del preesistente Istituto italiano di medicina sociale IIMS ed è un ente pubblico di ricerca operante nell’ambito delle politiche sociali, con particolare attenzione alle professioni e al lavoro nel campo sociale.
Ente |
Carica di riferimento e titolari |
Controllo parlamentare |
Data nomina |
Procedura di nomina |
Ente parco nazionale dell’Asinara |
Commissario straordinario:
Silvio Vetrano |
Nomina comunicata al Parlamento ai sensi dell’art. 9 della L. n. 14/1978 con lettera del 9/12/2009, annunciata alla Camera il 16/12/2009
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2/11/2009 |
D.M. del Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare |
Il Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare ha comunicato al Parlamento la nuova proroga, effettuata con D.M. del 2 novembre 2009, per altri tre mesi e comunque non oltre la nomina del presidente, del mandato commissariale di Silvio Vetrano presso l’Ente parco nazionale dell’Asinara. Il suddetto Ministro aveva nominato Vetrano commissario dell’ente parco in questione inizialmente con D.M. del 2 febbraio 2009, prorogandone poi l'incarico per tre mesi con D.M. del 4 maggio 2009 (con decorrenza dal 2 maggio 2009) e ancora con D.M. del 3 agosto 2009 (con decorrenza dal 2 agosto 2009) e comunque non oltre la nomina del presidente, per la quale erano in corso le procedure per l’acquisizione dell’intesa tra il Ministero e la competente Regione Sardegna, comunicando la nomina al Parlamento.
Si ricorda che i cinque anni dalla nomina di Pietro Deidda a primo presidente dell’ente parco nazionale dell’Asinara, erano scaduti il 10 luglio 2008, essendo egli stato nominato con D.M. del 10 luglio 2003, ma entrato in carica insieme al primo consiglio direttivo dell’ente parco, nominato il 17 dicembre 2003. Fino a quella data l’ente era stato retto dal comitato di gestione provvisoria del parco, previsto dall’articolo 4 del D.P.R. 3 ottobre 2002 di istituzione dello stesso. Presidente e consiglio direttivo sono quindi scaduti insieme dal loro mandato il 17 dicembre 2008, entrando allora nel periodo di 45 giorni di prorogatio previsto dal citato D.L. n. 293/1994, convertito dalla legge n. 444/1994, al termine del quale l’ente è stato appunto commissariato e affidato a Vetrano.
Gli enti parco nazionali sono disciplinati dalla legge n. 394 del 6 dicembre 1991, hanno personalità di diritto pubblico, sede legale ed amministrativa nel territorio del parco e sono sottoposti alla vigilanza del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, che ne nomina il presidente con proprio decreto, d’intesa con le regioni e le province autonome interessate e previa espressione del parere da parte delle competenti Commissioni parlamentari.
Ente |
Carica di riferimento e titolari |
Controllo parlamentare |
Data nomina |
Procedura di nomina |
Ente parco nazionale del Gargano |
Commissario straordinario:
Giacomo Diego Gatta |
Nomina comunicata al Parlamento ai sensi dell’art. 9 della L. n. 14/1978 con lettera del 9/12/2009, annunciata alla Camera il 16/12/2009
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2/11/2009 |
D.M. del Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare |
Sempre con lettera del 9 dicembre (annunciata alla Camera il 16 dicembre 2009) è stata comunicato al Parlamento il decreto del 2 novembre 2009 con cui il Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare ha prorogato il mandato commissariale di Giacomo Diego Gatta presso l’Ente parco nazionale del Gargano fino al 28 gennaio 2010, salvo che non venga prima nominato il nuovo presidente. Il Ministro aveva precedentemente comunicato, con lettera del 31 luglio 2009, la nomina per tre mesi (fino al 27 ottobre 2009) del presidente uscente Gatta a commissario straordinario dell’ente parco, nelle more delle procedure di individuazione e di nomina del (nuovo) presidente, essendo il suo mandato presidenziale scaduto il 14 giugno 2009 e la successiva prorogatio conclusasi il 29 luglio 2009.
Si ricorda che il mandato presidenziale di Gatta, che era stato nominato presidente il 14 giugno 2004, era stato interrotto dalla nomina di Ciro Pignatelli a commissario straordinario per sei mesi con il D.M. 26 febbraio 2008, che revocava contestualmente l’incarico del presidente. Il 22 aprile 2008 però, il Tar competente accoglieva un ricorso presentato da Gatta e da un componente del consiglio direttivo sciolto, ritenendo illegittimo il provvedimento e reintegrando nell’incarico il presidente Gatta, che lo ha mantenuto fino ad arrivare alla scadenza naturale del suo mandato.
Ente |
Carica di riferimento e titolari |
Controllo parlamentare |
Data nomina |
Procedura di nomina |
Ente parco nazionale dell’Appennino Lucano – Val D’Agri - Lagonegrese |
Commissario straordinario:
Domenico Totaro |
Nomina comunicata al Parlamento ai sensi dell’art. 9 della L. n. 14/1978 con lettera del 9/12/2009, annunciata alla Camera il 16/12/2009
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2/11/2009 |
D.M. del Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare |
Il Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, ha ulteriormente prorogato anche l'incarico di Domenico Totaro a commissario straordinario dell’Ente parco nazionale dell’Appennino Lucano - Val D’Agri - Lagonegrese per sei mesi (quindi fino al 3 maggio 2010) con decreto del 2 novembre 2009, comunicato al Parlamento con lettera del 9 dicembre 2009, annunciata alla Camera il 16 dicembre 2010.
Lo stesso ministro aveva precedentemente comunicato, con lettera del 16 novembre 2009, la precedente proroga per sei mesi (decorrenti dal 2 maggio 2009) del mandato di Totaro, effettuata con proprio decreto dell’8 ottobre 2009. Totaro era stato nominato primo commissario straordinario dell’ente parco in questione (istituito con D.P.R. dell’8 dicembre 2007) dal Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, con D.M. del 24 ottobre 2008 (mandato interrotto a dicembre 2008 da un provvedimento del Tar competente a seguito di un ricorso della Regione Basilicata e poi ripreso per l'accoglimento da parte del Consiglio di Stato dell'appello presentato dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare), per gestire l’ente durante la procedura di nomina del suo primo presidente, procedura attualmente ancora in corso di perfezionamento.
L'incarico di Pierleonardo Zaccheo a commissario straordinario dell’Ente parco nazionale della Val Grande, in attesa che ne venga perfezionata la procedura per la sua nomina a presidente dell'ente parco in questione, è stato nuovamente prorogato il 15 dicembre 2009. Si anticipa che la richiesta di parere parlamentare sulla proposta di nomina di Zaccheo a presidente è stata trasmessa alla Camera, ai sensi dell’art. 1 della legge 14/1978, dal Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, con lettera del 14 dicembre 2009, annunciata alla Camera l’11 gennaio 2010, essendo stata acquisita la prescritta intesa con la Regione Piemonte.
Il Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare aveva comunicato al Parlamento, con lettera del 24 luglio 2009, annunciata alla Camera il 27 luglio 2009, la prima nomina di Zaccheo, effettuata a seguito della fine del periodo di prorogatio seguito alla scadenza del presidente Alberto Actis (che era stato nominato per 5 anni il 7 aprile 2004). Zaccheo veniva nominato per due mesi, e comunque non oltre la nomina del presidente, per assicurare la continuità amministrativa e il regolare svolgimento delle attività dell’ente nelle more delle procedure per l’individuazione del soggetto per la nomina a presidente e per il rinnovo del consiglio direttivo. Con decreto dell’8 ottobre 2009, comunicato alla Camera dal Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare con lettera del 16 novembre 2009, l’incarico commissariale di Zaccheo era stato prorogato fino al 20 dicembre 2009, essendo ancora in corso le procedure per l'acquisizione dell'intesa ai fini della nomina a presidente.
Ente |
Carica di riferimento e titolari |
Controllo parlamentare |
Data nomina |
Procedura di nomina |
Ente parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga |
Commissario straordinario:
Arturo Diaconale |
Nomina comunicata al Parlamento ai sensi dell’art. 9 della L. n. 14/1978 con lettera del 23/12/2009 che, si anticipa, è stata annunciata alla Camera il 4/1/2010
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15/12/2009 |
D.M. del Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare |
Anche l'incarico di Arturo Diaconale a commissario straordinario dell’Ente parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga è stato nuovamente prorogato il 15 dicembre 2009. Si anticipa che anche l'annuncio di tale nomina da parte del Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare è stata annunciata alla Camera il 4 gennaio 2009.
Diaconale era stato nominato per la prima volta il 2 marzo scorso, ed era stato poi prorogato per 2 mesi con D.M. del 4 maggio 2009 (con decorrenza dal 2 maggio al 1° luglio 2009 e comunque non oltre la nomina del presidente, nelle more del procedimento per l’acquisizione dell’intesa con le regioni interessate per la nomina del presidente dell’ente parco in questione, come previsto dall’art. 9, comma 3 della citata legge n. 394 del 6 dicembre 1991) e poi nuovamente, stavolta per tre mesi (e comunque sempre non oltre la nomina del presidente), con decreto del 2 luglio 2009.
Il Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare aveva poi comunicato, con lettera del 16 novembre 2009, una nuova proroga, effettuata per tre mesi con D.M. dell’8 ottobre 2009 (fino al 2 gennaio 2010 o alla nomina del presidente), dell’incarico.
Diaconale aveva sostituito il precedente commissario straordinario Giandonato Morra, che era stato nominato con D.M. del 16 luglio 2008, poi prorogato più volte fino alla scadenza del 1° marzo 2009, che sostituiva a sua volta il commissario Stefano Allavena, nominato il 2 marzo 2007 e anch’esso più volte prorogato nell’incarico. L’ultimo presidente dell’ente parco in questione, Walter Mazzitti, nominato con D.M. del 14 gennaio 2002, era scaduto dall’incarico il 14 gennaio 2007.
Ente |
Carica di riferimento e titolari |
Controllo parlamentare |
Data nomina |
Procedura di nomina |
Società italiana degli autori ed editori SIAE |
Presidente:
Giorgio Assumma |
Pareri favorevoli espressi ai sensi dell’art. 1 della L. n. 14/1978 dalla Commissione 7° Istruzione pubblica (Senato) il 25/11/2009 e della Commissione VII Cultura (Camera) il 16/12/2009 |
D.P.R. su proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri, di concerto con il Ministro per i beni e le attività culturali e con il Ministro dell'economia e delle finanze, previa designazione dell'Assemblea della SIAE |
Giorgio Assumma è stato confermato presidente della Società italiana degli autori ed editori SIAE, con D.P.R. del 31 dicembre 2009, a seguito della deliberazione del Consiglio dei ministri del 22 dicembre 2009, conformemente ai pareri favorevoli espressi tra novembre e dicembre dalle Commissioni Istruzione e Cultura delle Camere e dopo la designazione da parte dell’Assemblea della SIAE del 6 novembre 2009.
Il primo mandato di Assumma era scaduto (iniziando quindi il periodo di 45 giorni di prorogatio previsto dal D.L. n. 293/1994, convertito dalla L. n. 444/1994) il 17 ottobre 2009, essendo stato nominato per quattro anni con D.P.R. del 17 ottobre 2005. Il consiglio di amministrazione della società scadrà invece dal proprio mandato nell’agosto del 2011 in quanto nominato, sempre per 4 anni, con D.P.C.M. del 3 agosto 2007.
L’ente, disciplinato dalla legge 9 gennaio 2008, n. 2 disposizioni concernenti la Società italiana degli autori ed editori (che ha abrogato l'art. 7 del D.Lgs. n. 419 del 29 ottobre 1999), tutela il diritto d'autore amministrando le opere dei suoi aderenti facendo sì che, per lo sfruttamento delle suddette, sia corrisposto all’autore e all’editore il relativo compenso.
L'articolo 7, comma 1 del D.L. 30 dicembre 2009, n. 194, pubblicato sulla Gazzetta ufficiale n. 302 dello stesso giorno, proroga di termini previsti da disposizioni legislative, ha prorogato nuovamente il termine di cui all’articolo 4-bis, comma 18, del D.L. 3 giugno 2008, n. 97, convertito con modificazioni dalla legge 2 agosto 2008, n. 129, fino al completamento delle procedure occorrenti a rendere effettivamente operativa l’Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca ANVUR, e comunque, non oltre il 30 giugno 2010, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica. Si ricorda che i componenti del Comitato nazionale per la valutazione del sistema universitario CNVSU, erano stati nominati inizialmente per 4 anni dal Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca con D.M. del 14 maggio 2004, conformemente ai pareri espressi dalle competenti Commissioni parlamentari, che non si sono nuovamente espresse sulle proroghe dei mandati in questione.
Il Comitato nazionale per la valutazione del sistema universitario nasceva come organo istituzionale dell’allora Ministero dell’università e della ricerca con il compito di fissare i criteri generali per la valutazione delle attività delle università, predisporre una relazione annuale sulla valutazione del sistema universitario, promuovere la sperimentazione, l'applicazione e la diffusione di metodologie e pratiche di valutazione, attuare un programma annuale di valutazioni esterne delle università, effettuare valutazioni tecniche su proposte di nuove istituzioni universitarie statali e non statali in vista dell'autorizzazione al rilascio di titoli aventi valore legale, predisporre rapporti sullo stato di attuazione e sui risultati della programmazione, nonché realizzare studi e documentazione sullo stato dell'istruzione universitaria, sull'attuazione del diritto allo studio e sugli accessi ai corsi di studio universitari, predisporre studi e documentazioni per la definizione dei criteri di riparto della quota di riequilibrio del fondo per il finanziamento ordinario delle università e svolgere per il ministero attività consultive, istruttorie, di valutazione, di definizione di standard, di parametri e di normativa tecnica, anche in relazione alle distinte attività delle università, nonché ai progetti e alle proposte presentate dalle medesime.
Gli articoli 138-142 del D.L. n. 262 del 3 ottobre 2006, convertito con modificazioni dalla L. n. 286 del 24 novembre 2006, stabiliscono che il Comitato nazionale per la valutazione del sistema universitario CNVSU, insieme al Comitato di indirizzo per la valutazione della ricerca CIVR e ai Comitati di valutazione del Consiglio nazionale delle ricerche CNR e dell'Agenzia spaziale italiana ASI, siano destinati ad essere soppressi e sostituiti dalla nuova Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca ANVUR, attualmente in fase di costituzione. Sulla Gazzetta Ufficiale n. 84 del 9 aprile 2008 era stato pubblicato il D.P.R. 21 febbraio 2008, n. 64 recante il regolamento concernente la struttura e il funzionamento della nuova agenzia.
Si ricorda che la VII Commissione Cultura ha espresso parere favorevole con condizioni e osservazione sullo schema di regolamento concernente l’organizzazione ed il funzionamento dell’ANVUR il 25 novembre 2009 e che, come anticipato supra nell'introduzione alla sezione, il Consiglio dei Ministri del 17 dicembre 2009ha approvato, su proposta del Presidente del Consiglio e del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca, il relativo regolamento.
Ente |
Carica di riferimento e titolari |
Controllo parlamentare previsto |
Data scadenza |
Procedura di nomina |
Ente parco nazionale delle Dolomiti bellunesi |
Presidente:
Guido De Zordo
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Richiesta di parere parlamentare ai sensi dell’art. 1 della L. n. 14/1978 |
6/12/2009 |
D.M. del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, d'intesa con le regioni interessate |
Ente parco nazionale del Gran Paradiso |
Presidente:
Giovanni Picco
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14/12/2009 |
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Ente parco nazionale delle Cinque Terre |
Presidente:
Franco Bonanini
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15/12/2009 |
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Ente parco nazionale della Maiella |
Presidente:
Giancarlo Giuliante
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31/12/2009 |
Nel mese di dicembre 2009 sono scaduti i mandati quinquennali (e sono iniziati i rispettivi periodi di 45 giorni di prorogatio previsti dal citato D.L. n. 293/1994, convertito dalla legge n. 444/1994) dei presidenti di quattro enti parco nazionali, tutti nominati nel dicembre del 2004. Si ricorda che il loro rinnovo è disciplinato dalla supra citata legge 6 dicembre 1991, n. 394, legge quadro sulle aree protette, che al comma 3 dell’articolo 9 stabilisce: il presidente è nominato con decreto del Ministro dell'ambiente d'intesa con i presidenti delle regioni o delle province autonome di Trento e di Bolzano nel cui territorio ricada in tutto o in parte il parco nazionale. Il Presidente ha la legale rappresentanza dell'ente parco ne coordina l'attività, esplica le funzioni che gli sono delegate dal consiglio direttivo, adotta i provvedimenti urgenti ed indifferibili che sottopone alla ratifica del consiglio direttivo nella seduta successiva.
Il successivo comma 4 specifica che: il consiglio direttivo è formato dal presidente e da dodici componenti, nominati con decreto del Ministro dell'ambiente, sentite le regioni interessate (…), mentre il comma12 (come modificato dal comma 8 dell’articolo11-quaterdecies del D.L. 30 settembre 2005, n. 203 convertito dalla legge 2 dicembre 2005, n. 248) stabilisce che gli organi dell'ente parco durano in carica cinque anni (eliminando così il precedente limite di una sola possibilità di riconferma).Sulle nomine dei presidenti di questi enti viene richiesto il parere parlamentare ai sensi dell’articolo 1 della citata L. n. 14/1978.
Ente |
Carica di riferimento e titolari |
Controllo parlamentare previsto |
Data scadenza |
Procedura di nomina |
Stazione zoologica "Anton Dohrn" |
Componenti del Consiglio di amministrazione:
Eduardo Consiglio, Giacobbe Ruocco, Vincenzo Saggiomo, Maurizio Lorenti, Gaetano Lombardi, Ortensio Zecchino, Patrizia De Angelis e Tommaso Russo
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Comunicazione al Parlamento ai sensi dell’art. 9 della L. n. 14/1978 |
20/12/2009 |
D.M. del Ministro dell'istruzione, dell’università e della ricerca che ne designa 2; 1 è designato dal Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, 1 rispettivamente dal Comune e dalla Provincia di Napoli e 2 dai dipendenti della Stazione |
Il 20 dicembre 2009 è scaduto il mandato (e sono iniziati i 45 giorni di prorogatio) del consiglio di amministrazione della Stazione zoologica "Anton Dohrn", nominato per quattro anni il 20 dicembre 2005 (mentre il mandato del presidente, Roberto Di Lauro, nominato sempre per un quadriennio il 12 ottobre 2007, è previsto in scadenza nel 2011).
La Stazione zoologica “Anton Dohrn” di Napoli è stata fondata nel 1872 e attualmente è un istituto di ricerca di diritto pubblico, vigilato dal Ministero dell'istruzione, dell’università e della ricerca, che svolge la propria attività nel campo della biologia marina e della cooperazione scientifica nazionale ed internazionale, anche formando personale scientifico e tecnico, italiano e straniero e gestendo, tra l’altro, l'acquario pubblico.
Ente |
Carica di riferimento e titolari |
Controllo parlamentare previsto |
Data scadenza |
Procedura di nomina |
Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare ISMEA |
Presidente:
Arturo Semerari |
Richiesta di parere parlamentare ai sensi dell’art. 1 della L. n. 14/1978 |
22/12/2009 |
D.P.R. su proposta del Presidente del Consiglio, previa deliberazione del Consiglio dei Ministri su proposta del Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali |
Il 22 dicembre 2009 è scaduto il secondo mandato quadriennale di Arturo Semerari (in carica dal 2002 e confermato con D.P.R. del 22 dicembre 2005) a presidente dell’Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare ISMEA. Si anticipa che il Ministro per i rapporti con il Parlamento, con lettera del 21 dicembre 2009, annunciata alla Camera l'11 gennaio 2010, ha trasmesso la richiesta di parere parlamentare sulla proposta di rinnovo della nomina di Semerari a presidente dell'istituto.
Come anticipato supra nell’introduzione alla sezione, il Consiglio dei Ministri del 28 ottobre 2009 aveva avviato, su proposta del Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, la procedura per questo ulteriore rinnovo dell'incarico di Semerari insieme a quella per i nuovi presidenti dei principali enti vigilati dal suddetto ministero, tutti in corso di riordino ai sensi del comma 1 dell’art. 4-sexiesdecies del D.L. 3 novembre 2008, n. 171, convertito dalla legge del 30 dicembre 2008, n. 205, che prevede, tra l’altro, la modifica degli statuti degli enti in oggetto in modo che i consigli di amministrazione degli stessi abbiano al massimo cinque componenti (di cui uno designato dalla Conferenza dei presidenti delle regioni e delle province autonome) e che nei trenta giorni successivi all'approvazione dei nuovi statuti, ne vengano rinnovati i rispettivi organi di governo. Il Cda dell’ISMEA, il cui mandato era previsto in scadenza nel 2011, verrà quindi rinnovato in anticipo contestualmente al rinnovo di quello del presidente, la cui nomina per un terzo mandato è consentita dal comma 1-bis dell’articolo 3 del D.L. 30 dicembre 2008, n. 207, convertito dalla L. 27 febbraio 2009, n. 14, che estendeva ancheagli enti vigilati dal Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali il dettato dell’articolo 6, secondo comma, ultimo periodo, della legge 24 gennaio 1978, n. 14, secondo il quale sono rinnovabili fino a due volte gli incarichi degli organi di governo degli enti pubblici vigilati.
L’ISMEA, ente pubblico economico vigilato dal Ministro dell’agricoltura, è stato istituito con il D.P.R. 28 maggio 1987, n. 278, ed è attualmente disciplinato dal D.P.R. n. 200 del 31 marzo 2001; è inserito nel Sistema statistico nazionale SISTAN (istituito con il D.Lgs. 6 settembre 1989, n. 322), e fa parte del Sistema informativo agricolo nazionale SIAN (di cui all'articolo 15 del D.Lgs. 30 aprile 1998, n. 173).
L'istituto, con riferimento all'attuazione delle politiche e dei programmi comunitari, nazionali e regionali che investono il settore agricolo, delle foreste, della pesca, dell'acquacoltura e dell'alimentazione, svolge, sulla base degli indirizzi del Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali e di specifiche convenzioni, funzioni riguardanti la rilevazione, l'elaborazione e la diffusione dei dati e delle informazioni che riguardano i mercati agricoli, forestali, ittici e alimentari, anche ai fini dell'attuazione degli adempimenti e degli obblighi derivanti dalla normativa comunitaria e dal Sistema statistico nazionale. Provvede inoltre, nel rispetto dei principi della sicurezza alimentare, della biodiversità e della ecocompatibilità, ad attività di ricerca, analisi e servizi informativi per la commercializzazione, la valorizzazione e la promozione dei prodotti agricoli, ittici ed alimentari. Costituisce inoltre, ai sensi del D.Lgs. 29 ottobre 1999, n. 419, forme di garanzia creditizia e finanziaria per strumenti e servizi informativi, assicurativi e finanziari alle imprese agricole ed alle loro forme associative.
Ente |
Carica di riferimento e titolari |
Controllo parlamentare previsto |
Data scadenza |
Procedura di nomina |
Istituto nazionale della previdenza sociale INPS |
Commissario straordinario:
Antonio Mastrapasqua |
Comunicazione al Parlamento ai sensi dell’art. 9 della L. n. 14/1978 |
31/12/2009 |
D.M. del Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze |
Istituto nazionale di previdenza per i dipendenti dell’ amministrazione pubblica INPDAP
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Commissario straordinario:
Paolo Crescimbeni |
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Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro INAIL
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Commissario straordinario:
Marco Fabio Sartori |
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Ente nazionale di previdenza e assistenza per i lavoratori dello spettacolo ENPALS
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Commissario straordinario:
Amalia Ghisani |
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Ente nazionale di assistenza e previdenza per pittori, scultori, musicisti, scrittori ed autori drammatici ENAPPSMAD
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Commissario straordinario:
Francesco Mario Pagano |
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Istituto di previdenza per il settore marittimo IPSEMA
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Commissario straordinario:
Antonio Parlato |
Alla chiusura del presente numero della pubblicazione erano in corso di perfezionamento (e se ne darà conto nel prossimo numero) i decreti di proroga degli incarichi dei commissari straordinari dei principali enti previdenziali, scaduti il 31 dicembre 2009. Gli enti in oggetto sono: l'Istituto nazionale della previdenza sociale INPS, l'Istituto nazionale di previdenza per i dipendenti dell’amministrazione pubblica INPDAP, l'Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro INAIL,l'Ente nazionale di previdenza e assistenza per i lavoratori dello spettacolo ENPALS, l'Ente nazionale di assistenza e previdenza per pittori, scultori, musicisti, scrittori ed autori drammatici ENAPPSMAD e l'Istituto di previdenza per il settore marittimo IPSEMA. I suddetti commissari erano stati inizialmente nominati con decreti dal Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, dell’11 settembre 2008, fino al completamento del processo di riorganizzazione (si veda infra) e comunque non oltre il 31 marzo 2009, poi prorogati il 27 marzo 2009 fino alla fine del 2009. Nei rispettivi decreti di nomina venivano richiamate le citate norme riguardanti la riorganizzazione, trasformazione o soppressione e messa in liquidazione degli enti e organismi pubblici statali, cioè, l’art. 2, comma 634 della legge 24 dicembre 2007, n. 244 (finanziaria per il 2008) e gli articoli 74 (commi 1 e 2) e 26 (taglia- enti), comma 1, ultimo periodo del D.L. 25 giugno 2008, n. 112, convertito con modificazioni dalla legge 6 agosto 2008, n. 113 che, come ricordato supra nell’introduzione della sezione, prevedono la soppressione degli enti pubblici non economici per i quali, alla scadenza del 31 marzo 2009, poi prorogata dapprima al 30 giugno 2009 e infine al 31 ottobre 2009, non fossero stati emanati i previsti regolamenti di riordino o non ci fosse stata almeno l'approvazione preliminare in Consiglio dei Ministri dei relativi schemi. Nei decreti di nomina in oggetto veniva inoltre richiamato l’articolo 1, comma 7 della citata legge finanziaria 2008, recante norme di attuazione del Protocollo del 23 luglio 2007, per il quale i criteri previsti dalla normativa vigente per il riordino in via regolamentare degli enti pubblici, sono integrati, limitatamente agli enti previdenziali pubblici, dalla possibilità di prevedere, a tal fine, modelli organizzativi idonei a realizzare sinergie e conseguire risparmi di spesa anche attraverso gestioni unitarie, uniche o in comune di attività strumentali. Essendo inoltre ancora in corso i procedimenti di ricostituzione dei consigli di amministrazione scaduti (e nei casi dell’IPSEMA e dell’ENAPPSMAD dovendo essere nominati anche i nuovi presidenti) degli enti in questione (mentre il 2 gennaio 2009 erano stati intanto ricostituiti i rispettivi consigli di indirizzo e vigilanza), in coerenza con le suddette finalità di riordino e dovendo assicurare la continuità dell’azione amministrativa degli stessi in modo da favorire la tempestiva adozione dei citati provvedimenti di riorganizzazione, i ministri competenti nominavano i suelencati commissari straordinari, fino all’adozione dei provvedimenti di riorganizzazione e di riordino sopra richiamati e comunque non oltre la data del 31 dicembre 2009.
Ente |
Carica di riferimento e titolari |
Controllo parlamentare previsto |
Data scadenza |
Procedura di nomina |
Ente parco nazionale del Gargano |
Commissario straordinario:
Giacomo Diego Gatta |
Comunicazione al Parlamento ai sensi dell’art. 9 della L. n. 14/1978
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28/1/2010 e comunque non oltre la nomina del presidente
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D.M. del Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare |
Il 28 gennaio 2010 è previsto in scadenza il mandato del commissario straordinario dell'Ente parco nazionale del Gargano, Giacomo Diego Gatta che, come anticipato supra alla sottosezione "a", era stato prorogato con decreto del Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare del 2 novembre 2009, comunicato al Parlamento con lettera del 9 dicembre, annunciata alla Camera il 16 dicembre 2009.
Ente |
Carica di riferimento e titolari |
Controllo parlamentare previsto |
Data scadenza |
Procedura di nomina |
Commissario straordinario:
Antonio Granara |
Comunicazione al Parlamento ai sensi dell’art. 9 della L. n. 14/1978 |
3/2/2010 e comunque non oltre la ricostituzione degli organi |
D.M. del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare |
Il 3 febbraio 2010 è previsto in scadenza il mandato del commissario straordinario del Parco geominerario storico e ambientale della Sardegna, Antonio Granara.
Si ricorda in proposito che il Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare aveva comunicato, con lettera del 16 novembre 2009, la nuova proroga di sei mesi (e comunque non oltre la ricostituzione degli organi) dell’incarico commissariale, effettuata con decreto del 3 agosto 2009, essendo ancora in corso il procedimento per la ridefinizione dell’assetto normativo del Parco (...) nonché la procedura per la scelta e la nomina del presidente del Parco medesimo. Si ricorda che la prima nomina di Granara a tale incarico, effettuata con decreto del 27 gennaio 2009, era stata comunicata al Parlamento dal Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare con lettera del 2 febbraio 2009, annunciata alla Camera il 10 gennaio 2009. In quell’occasione Granara veniva nominato nuovo commissario del Parco, sempre per sei mesi, a decorrere dalla scadenza del mandato del precedente commissario Giampiero Pinna, il 3 febbraio 2009, il quale era stato a sua volta in carica dal 2 febbraio 2007.
Il Parco è il primo del genere riconosciuto dall’UNESCO nel 1998 e ne sono promotori la Regione autonoma della Sardegna e l’Ente minerario sardo EMSA. Il decreto del 9 marzo 2004, recante lo statuto dell’ente, all’art. 1 stabilisce che: per la gestione del Parco (...) riconosciuto dall'UNESCO, è costituito il Consorzio di cui all'art. 114, comma 10, prima parte, della legge 23 dicembre 2000, n. 388 ed all'art. 4 del decreto ministeriale del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio di concerto con il Ministro delle attività produttive ed il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca del 16 ottobre 2001, prot. DEC/SCN/999, adottato d'intesa con la regione autonoma della Sardegna. Il Consorzio e' assimilato agli enti di cui alla legge 9 maggio 1989, n. 168 (...) ha personalità giuridica di diritto pubblico, autonomia ordinamentale, normativa, amministrativa e finanziaria ed è sottoposto alla vigilanza dei Ministeri dell'ambiente e della tutela del territorio, per i beni e le attività culturali, delle attività produttive, dell'istruzione, dell'università e della ricerca e della regione autonoma della Sardegna. (...). L’art. 2 stabilisce che il Consorzio ha sede presso l'ufficio di presidenza che è stabilito nel territorio del comune di Iglesias (...). L’art. 4 definisce i valori che esso intende tutelare: nell'ambito dei territori e dei siti del Parco, il Consorzio, nel rispetto dei presupposti che hanno consentito di ottenere il riconoscimento dell'UNESCO, persegue la tutela dei seguenti valori: a) il contesto geologico-strutturale (...); b) l'insieme delle testimonianze storiche e culturali dell'attività mineraria (...).
L’art. 5 stabilisce le finalità dell’ente: Il Consorzio allo scopo di promuovere la conservazione e la valorizzazione del patrimonio geominerario così come individuato nel precedente art. 4, ha il compito, (...) di perseguire le seguenti finalità: a) recuperare e conservare (...) le strutture minerarie e i siti geologici (...); b) recuperare e conservare e gestire in strutture museali e archivistiche il patrimonio di archeologia industriale e quello documentale (...) della storia e della cultura mineraria; c) proteggere e conservare gli habitat e il paesaggio culturale generato dall'attività mineraria (...); d) proteggere e conservare le zone di interesse archeologico e i valori antropici delle attività umane connesse all'espletamento delle attività minerarie; e) promuovere e sostenere attività educative, ricreative, sportive e artistico-culturali; (...). L’art. 15 disciplina gli organi del Consorzio del Parco, e cioè: a) il presidente del Parco; b) il consiglio direttivo del Parco; c) la comunità del Parco; d) il collegio dei revisori dei conti. E' organo di gestione del Consorzio del Parco il direttore del Parco (...). E' organo consultivo del Consorzio del Parco il comitato tecnico-scientifico.
Ente |
Carica di riferimento e titolari |
Controllo parlamentare previsto |
Data scadenza |
Procedura di nomina |
Autorità portuale di Gioia Tauro |
Presidente:
Giovanni Grimaldi |
Richiesta di parere parlamentare ai sensi dell’art. 1 della L. n. 14/1978 |
22/2/2010 |
D.M. del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti d'intesa con la regione nell'ambito di una terna proposta da provincie, comuni e camere di commercio |
Il 22 febbraio 2010 scadrà il quadriennio dell'incarico a presidente dell'Autorità portuale di Gioia Taurodi Giovanni Grimaldi, che era stato nominato con D.M. del 20 febbraio 2006, notificato il 22 febbraio 2006.
L'autorità portuale, disciplinata dalla legge n. 84 del 28 gennaio 1994 di riordino della legislazione in materia portuale, ha personalità giuridica di diritto pubblico ed è dotata di autonomia amministrativa, di bilancio e finanziaria. L'autorità ha compiti di indirizzo, programmazione, coordinamento, promozione e controllo delle operazioni portuali, manutenzione ordinaria e straordinaria delle parti comuni dell'ambito portuale e mantenimento dei fondali del porto, nonché affidamento e controllo delle attività dirette alla fornitura a titolo oneroso agli utenti portuali di servizi di interesse generale. Assumono particolare rilievo competenze specifiche come le autorizzazioni alle imprese portuali, la vigilanza sull'applicazione delle tariffe, la concessione delle aree demaniali e delle banchine comprese nell'ambito portuale e l'adozione del piano regolatore portuale. Il primo comma dell’art. 8 della suddetta legge stabilisce che i presidenti di questi enti siano nominati per quattro anni dall’allora Ministro dei trasporti e della navigazione, oggi delle infrastrutture e dei trasporti, previa intesa con la regione interessata, nell'ambito di una terna di esperti proposta da province, comuni e camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura, territorialmente competenti. La terna è comunicata al Ministro tre mesi prima della scadenza del mandato ed egli, con atto motivato, può richiedere, entro trenta giorni dalla richiesta, una seconda terna di candidati nell'ambito della quale effettuare la nomina. Qualora non pervenga nei termini alcuna designazione, il Ministro può procedere alla nomina.
L’articolo 6 del D.L. 28 maggio 2004, n. 136, come modificato dalla relativa legge di conversione 27 luglio 2004, n. 186, ha aggiunto al citato articolo 8 della legge n. 84 del 1994, il comma 1-bis, il quale stabilisce che: esperite le procedure di cui al comma 1, qualora entro trenta giorni non si raggiunga l'intesa con la regione interessata, il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti indica il prescelto nell'ambito di una terna formulata a tale fine dal presidente della giunta regionale, tenendo conto anche delle indicazioni degli enti locali e delle camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura interessati. Ove il presidente della giunta regionale non provveda alla indicazione della terna entro trenta giorni dalla richiesta allo scopo indirizzatagli dal Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, questi chiede al Presidente del Consiglio dei Ministri di sottoporre la questione al Consiglio dei Ministri, che provvede con deliberazione motivata.
Ente |
Carica di riferimento e titolari |
Controllo parlamentare previsto |
Data scadenza |
Procedura di nomina |
Ente parco nazionale dell'Asinara |
Commissario straordinario:
Silvio Vetrano |
Comunicazione al Parlamento ai sensi dell’art. 9 della L. n. 14/1978 |
3/2/2010 e comunque non oltre la nomina del presidente |
D.M. del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare |
Il 3 febbraio 2010, e comunque non oltre la nomina del presidente, è prevista in scadenza l'ultima proroga dell'incarico di Silvio Vetrano a commissario straordinario dell'Ente parco nazionale dell’Asinara.Come riportato infatti supra nella sottosezione "a", Vetrano era stato confermato in tale incarico dal Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, con D.M. del 2 novembre 2009, decorrente dal 3 novembre 2009, per ulteriori tre mesi, e comunque non oltre la nomina del presidente.
Ente |
Carica di riferimento e titolari |
Controllo parlamentare |
Data nomina |
Procedura di nomina |
Commissione per la valutazione, la trasparenza e l'integrità delle amministrazioni pubbliche |
Componenti:
Antonio Martone (presidente), Luisa Torchia, Filippo Patroni Griffi, Pietro Micheli e |
Pareri favorevoli espressi ai sensi del co. 3 dell' art. 13 del D.Lgs.n. 150/2009 dalla Commissione I Affari costituzionali (Camera) il 25/11/2009 e dalla Commissione I Affari costituzionali (Senato) il 2/12/2009 |
15/12/2009 |
D.P.R. previa deliberazione del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro per la pubblica amministrazio-ne e l'innovazione, di concerto con il Ministro per l'attuazione del programma di Governo, previo parere favorevole delle Commissioni parlamentari competenti espresso a maggioranza dei 2/3 dei componenti |
I componenti della nuova Commissione per la valutazione, la trasparenza e l'integrità delle amministrazioni pubbliche, sono stati nominati con D.P.R. del 15 dicembre 2009, previa deliberazione del Consiglio dei Ministri del 3 dicembre 2009.
Il Ministro per i rapporti con il Parlamento aveva trasmesso, con lettera del 13 novembre 2009, annunciata alla Camera il 16 novembre 2009, ai sensi dell'articolo 13, comma 3, del D. Lgs. 27 ottobre 2009, n. 150, le richieste di parere parlamentare sulle proposte di nomina dei componenti della commissione. Le Commissioni Affari costituzionali di Camera e Senato avevano espresso parere favorevole sulle candidature in oggetto rispettivamente il 25 novembre e il 2 dicembre 2009. In quest'ultimo caso, quella presso la I Commissione del Senato è stata una nuova votazione dato che nella precedente seduta del 25 novembre, le suddette proposte di nomina avevano ottenuto un parere favorevole con maggioranza inferiore ai due terzi dei componenti della Commissione, richiesta dal citato articolo 13 del D.Lgs. n. 150 del 2009. La norma dispone che: 1. in attuazione dell'articolo 4, comma 2, lettera f) della legge 4 marzo 2009, n. 15 [delega al Governo finalizzata all'ottimizzazione della produttività del lavoro pubblico e alla efficienza e trasparenza delle pubbliche amministrazioni nonché disposizioni integrative delle funzioni attribuite al Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro e alla Corte dei conti], è istituita la Commissione per la valutazione, la trasparenza e l'integrità delle amministrazioni pubbliche (...) che opera in posizione di indipendenza di giudizio e di valutazione e in piena autonomia, in collaborazione con la Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento della funzione pubblica e con il Ministero dell'economia e delle finanze - Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato ed eventualmente in raccordo con altri enti o istituzioni pubbliche, con il compito di indirizzare, coordinare e sovrintendere all'esercizio indipendente delle funzioni di valutazione, di garantire la trasparenza dei sistemi di valutazione, di assicurare la comparabilità e la visibilità degli indici di andamento gestionale, informando annualmente il Ministro per l'attuazione del programma di Governo sull'attività svolta. (...). 3. La Commissione è organo collegiale composto da cinque componenti scelti tra esperti di elevata professionalità, anche estranei all'amministrazione con comprovate competenze in Italia e all'estero, sia nel settore pubblico che in quello privato in tema di servizi pubblici, management, misurazione della performance, nonché di gestione e valutazione del personale. I componenti sono nominati, tenuto conto del principio delle pari opportunità di genere, con decreto del Presidente della Repubblica, previa deliberazione del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione, di concerto con il Ministro per l'attuazione del programma di Governo, previo parere favorevole delle Commissioni parlamentari competenti espresso a maggioranza dei due terzi dei componenti. I componenti della Commissione non possono essere scelti tra persone che rivestono incarichi pubblici elettivi o cariche in partiti politici o in organizzazioni sindacali o che abbiano rivestito tali incarichi e cariche nei tre anni precedenti la nomina e, in ogni caso, non devono avere interessi di qualsiasi natura in conflitto con le funzioni della Commissione. I componenti sono nominati per un periodo di sei anni e possono essere confermati una sola volta. In occasione della prima seduta, convocata dal componente più anziano di età, i componenti eleggono nel loro ambito il Presidente della Commissione. (...). 5. La Commissione indirizza, coordina e sovrintende all'esercizio delle funzioni di valutazione da parte degli Organismi indipendenti di cui all'articolo 14 e delle altre Agenzie di valutazione; a tale fine: a) promuove sistemi e metodologie finalizzati al miglioramento della performance delle amministrazioni pubbliche; b) assicura la trasparenza dei risultati conseguiti; c) confronta le performance rispetto a standard ed esperienze, nazionali e internazionali; d) favorisce, nella pubblica amministrazione, la cultura della trasparenza anche attraverso strumenti di prevenzione e di lotta alla corruzione; e) favorisce la cultura delle pari opportunità con relativi criteri e prassi applicative. 6 La Commissione nel rispetto dell'esercizio e delle responsabilità autonome di valutazione proprie di ogni amministrazione: a) fornisce supporto tecnico e metodologico all'attuazione delle varie fasi del ciclo di gestione della performance; b) definisce la struttura e le modalità di redazione del Piano e della Relazione di cui all'articolo 10; c) verifica la corretta predisposizione del Piano e della Relazione sulla Performance delle amministrazioni centrali e, a campione, analizza quelli degli Enti territoriali, formulando osservazioni e specifici rilievi; d) definisce i parametri e i modelli di riferimento del Sistema di misurazione e valutazione della performance di cui all'articolo 7 in termini di efficienza e produttività; e) adotta le linee guida per la predisposizione dei Programma triennale per la trasparenza e l'integrità di cui all'articolo 11, comma 8, lettera a); f) adotta le linee guida per la definizione degli Strumenti per la qualità dei servizi pubblici; g) definisce i requisiti per la nomina dei componenti dell'Organismo indipendente di valutazione di cui all'articolo 14; h) promuove analisi comparate della performance delle amministrazioni pubbliche sulla base di indicatori di andamento gestionale e la loro diffusione attraverso la pubblicazione nei siti istituzionali ed altre modalità ed iniziative ritenute utili; i) redige la graduatoria di performance delle amministrazioni statali e degli enti pubblici nazionali di cui all'articolo 40, comma 3-quater del decreto legislativo n. 165 del 2001; a tale fine svolge adeguata attività istruttoria e può richiedere alle amministrazioni dati, informazioni e chiarimenti; l) promuove iniziative di confronto con i cittadini, le imprese e le relative associazioni rappresentative; le organizzazioni sindacali e le associazioni professionali; le associazioni rappresentative delle amministrazioni pubbliche; gli organismi di valutazione di cui all'articolo 14 e quelli di controllo interni ed esterni alle amministrazioni pubbliche; m) definisce un programma di sostegno a progetti innovativi e sperimentali, concernenti il miglioramento della performance attraverso le funzioni di misurazione, valutazione e controllo; n) predispone una relazione annuale sulla performance delle amministrazioni centrali e ne garantisce la diffusione attraverso la pubblicazione sul proprio sito istituzionale ed altre modalità ed iniziative ritenute utili; o) sviluppa ed intrattiene rapporti di collaborazione con analoghe strutture a livello europeo ed internazionale; p) realizza e gestisce, in collaborazione con il CNIPA il portale della trasparenza che contiene i piani e le relazioni di performance delle amministrazioni pubbliche.(...).
Il 22 dicembre 2009 la Commissione si è insediata e ha eletto suo presidente Antonio Martone.
Nella presente Sezione si dà conto degli atti di indirizzo (mozioni, risoluzioni ed ordini del giorno) segnalati dal Servizio per il controllo parlamentare ai Ministeri ai fini della loro attuazione, nonché delle note trasmesse dagli stessi Dicasteri a seguito delle segnalazioni ricevute.
Le attuazioni governative:
Nel periodo considerato dalla presente pubblicazione sono state trasmesse al Servizio per il controllo parlamentare da parte dei Ministeri competenti le note relative all’attuazione di 23 ordini del giorno, 4 mozioni e 2 risoluzioni.
Di tali attuazioni 10sono state trasmesse dal Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione, 7 dal Ministero degli affari esteri, 5 dal Ministero dell'economia e delle finanze, 4 dal Ministero dell'interno, 2 dal Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali ed 1 dal Ministero della giustizia.
Si riscontra pertanto un andamento sostanzialmente costante nel numero delle attuazioni: 29 a fronte delle 28 del mese di novembre.
Sul piano del numero complessivo delle attuazioni trasmesse rispetto al totale degli atti segnalati a ciascun Dicastero, dall’inizio della legislatura ad oggi, anche nel mese di dicembre si conferma quale amministrazione maggiormente adempiente il Ministero della difesa, che ha dato seguito a 44 atti di indirizzo su 68 segnalati (con una percentuale di attuazione del 65 %). Seguono il Ministero degli affari esteri, con 74 atti attuati su 126 (con una percentuale di attuazione del 59 %), il Ministero dell’interno, con 68 atti attuati su 187 (con una percentuale di attuazione del 36 %) e il Ministro per i rapporti con le regioni, con 18 atti attuati su 50 (anch’esso con una percentuale del 36%).
Premesso che nella Sezione II della presente pubblicazione si dà conto testualmente di quanto riferito dai Dicasteri in merito ai singoli atti di indirizzo, si evidenzia che delle 23 attuazioni riferite ad ordini del giorno trasmesse nel periodo considerato:
5 danno seguito ad ordini del giorno presentati nel corso dell’esame dell’Atto Camera 2031, divenuto legge n. 15 del 2009, recante “Delega al Governo finalizzata all'ottimizzazione della produttività del lavoro pubblico e alla efficienza e trasparenza delle pubbliche amministrazioni nonché disposizioni integrative delle funzioni attribuite al Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro e alla Corte dei conti”. Tali atti di indirizzo sono stati attuati dal Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione.
Gli ordini del giorno accolti dal Governo e/o approvati dall’Assemblea riferiti all’A.C.2031, e pertanto segnalati ai Dicasteri per il seguito di competenza, sono in totale 31, di cui finora attuati 12;
4attuazioni danno seguito ad ordini del giorno presentati nel corso dell'esame dell'Atto Camera 2561, divenuto legge n. 102 del 2009, recante "Conversione in legge, con modificazioni, del decreto legge 1° luglio 2009, n. 78, recante provvedimenti anticrisi, nonché proroga di termini e della partecipazione italiana a missioni internazionali". Tali atti di indirizzo sono stati attuati dal Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione.
Gli ordini del giorno accolti dal Governo e/o approvati dall’Assemblea riferiti all’A.C.2561, e pertanto segnalati ai Dicasteri per il seguito di competenza, sono in totale 164, di cui finora attuati 4;
3attuazioni rispondono ad ordini del giorno presentati nel corso dell’esame dell’Atto Camera 2468, divenuto legge n. 77 del 2009, concernente “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 28 aprile 2009, n. 39, recante interventi urgenti in favore delle popolazioni colpite dagli eventi sismici nella regione Abruzzo nel mese di aprile 2009 e ulteriori interventi urgenti di protezione civile”. Tali atti di indirizzo sono stati attuati dal Ministero dell'economia e delle finanze e dal Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali.
Gli ordini del giorno accolti dal Governo e/o approvati dall’Assemblea riferiti all’A.C. 2468, e pertanto segnalati ai Ministeri competenti per il seguito di competenza, sono in totale 82, di cui finora attuati 7;
2 attuazioni danno seguito ad ordini del giorno presentati nel corso dell'esame dell'Atto Camera 2227, divenuto legge n. 26 del 2009, concernente "Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 27 gennaio 2009, n. 3, recante disposizioni urgenti per lo svolgimento nell'anno 2009 delle consultazioni elettorali e referendarie".Tali atti di indirizzo sono stati attuati dal Ministero dell'interno.
Gli ordini del giorno accolti dal Governo e/o approvati dall’Assemblea riferiti all’A.C. 2227, e pertanto segnalati ai Ministeri competenti per il seguito di competenza, sono in totale 2, entrambi attuati;
2 attuazioni danno seguito ad ordini del giorno presentati nel corso dell’esame dell’Atto Camera 2187, divenuto legge n. 33 del 2009, concernente “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 10 febbraio 2009, n. 5, recante misure urgenti a sostegno dei settori industriali in crisi”. Tali atti di indirizzo sono stati attuati dal Ministero dell’economia e delle finanze e dal Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali.
Gli ordini del giorno accolti dal Governo e/o approvati dall’Assemblea riferiti all’A.C. 2187, e pertanto segnalati ai Ministeri competenti per il seguito di competenza, sono in totale 97, di cui finora attuati 8;
2 attuazioni danno seguito ad ordini del giorno presentati nel corso dell'esame dell'Atto Camera 2633, divenuto legge n. 121 del 2009, concernente "Disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato e dei bilanci delle Amministrazioni autonome per l'anno finanziario 2009". Tali atti di indirizzo sono stati attuati dal Ministero dell'economia e delle finanze e dal Ministero della giustizia.
Gli ordini del giorno accolti dal Governo e/o approvati dall’Assemblea riferiti all’A.C. 2633, e pertanto segnalati ai Ministeri competenti per il seguito di competenza, sono in totale 7, di cui finora attuati 2;
1 attuazione dà seguito ad un ordine del giorno presentato in occasione dell’esame dell’Atto Camera 2105, divenuto legge n. 42 del 2009, concernente“Delega al Governo in materia di federalismo fiscale, in attuazione dell’articolo 119 della Costituzione”. Tale atto di indirizzo è stato attuato dal Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione.
Gli ordini del giorno accolti dal Governo e/o approvati dall’Assemblea riferiti all’A.C. 2105, e pertanto segnalati ai Dicasteri per il seguito di competenza, sono in totale 54, di cui finora attuati 11;
1attuazione risponde ad un ordine del giorno presentato nel corso dell’esame degli Atti Camera 2320 e 2320-bis-B, divenuti legge n. 88 del 2009, concernente “Disposizioni per l’adempimento di obblighi derivanti dall’appartenenza dell’Italia alle Comunità europee – Legge Comunitaria 2008”. Tale atto di indirizzo è stato attuato dal Ministero degli affari esteri.
Gli ordini del giorno accolti dal Governo e/o approvati dall’Assemblea riferiti agli A.C. 2320 e 2320-bis-B, e pertanto segnalati ai Ministeri competenti per il seguito di competenza, sono in totale 21, di cui finora attuati 6;
1 attuazione dà seguito ad un ordine del giorno presentato nel corso dell'esame dell'Atto Camera 2180, divenuto legge n. 94 del 2009, concernente "Disposizioni in materia di sicurezza pubblica". Tale atto di indirizzo è stato attuato dal Ministero dell'interno.
Gli ordini del giorno accolti dal Governo e/o approvati dall’Assemblea riferiti all’A.C. 2180, e pertanto segnalati ai Ministeri competenti per il seguito di competenza, sono in totale 32, di cui finora attuati 1;
1 attuazione risponde ad un ordine del giorno presentato nel corso dell'esame dell'Atto Camera 2602, divenuto legge n. 108 del 2009, concernente “Proroga della partecipazione italiana a missioni internazionali”.Tale atto di indirizzo è stato attuato dal Ministero degli affari esteri.
Gli ordini del giorno accolti dal Governo e/o approvati dall'Assemblea riferiti all'A.C. 2602, e pertanto segnalati ai Ministeri competenti per il seguito di competenza, sono in totale 3, tutti attuati;
1 attuazione risponde ad un ordine del giorno presentato nel corso dell'esame dell'Atto Camera 63-177, divenuto legge n. 117 del 2009, concernente “Distacco dei comuni di Casteldelci, Maiolo, Novafeltria, Pennabilli, San Leo, Sant'Agata Feltria e Talamello dalla regione Marche e loro aggregazione alla regione Emilia - Romagna, nell'ambito della provincia di Rimini, ai sensi dell'articolo 132, secondo comma, della Costituzione”. Tale atto di indirizzo è stato attuato dal Ministero dell'interno.
Gli ordini del giorno accolti dal Governo e/o approvati dall'Assemblea riferiti all'A.C. 63-177, e pertanto segnalati ai Ministeri competenti per il seguito di competenza, sono in totale 2, di cui finora attuati 1.
Le nostre segnalazioni:
Il Servizio per il controllo parlamentare provvede a segnalare gli ordini del giorno ai Ministeri individuati come competenti per la loro attuazione dopo la pubblicazione della legge cui essi si riferiscono sulla Gazzetta Ufficiale.
Ai fini di tale attività, si ricorda che nel periodo considerato dalla presente pubblicazione è stato istituito, in base alla legge n. 172 del 2009, il Ministero della salute, con conseguente scorporo delle competenze finora esercitate dal Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali. Il Ministro della salute è entrato nella pienezza delle sue funzioni il 15 dicembre 2009.
In particolare, nel periodo 1° - 31 dicembre 2009 sono stati così sollecitati 73 ordini del giorno*, dei quali:
38 riferiti alla legge n. 166 del 2009, concernente "Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 25 settembre 2009, n. 135, recante disposizioni urgenti per l'attuazione di obblighi comunitari e per l'esecuzione di sentenze della Corte di Giustizia delle Comunità europee” (A.C. 2897).
11 ordini del giorno sono stati inviati al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, 6 al Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, 5 al Ministero dell'economia e delle finanze, 5 al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, 5 al Ministero dello sviluppo economico, 3 al Ministero dell'interno, 2 al Ministero del lavoro e delle politiche sociali ed 1 alla Presidenza del Consiglio dei ministri;
29 riferiti alla legge n. 167 del 2009, concernente “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 25 settembre 2009, n. 134, recante disposizioni urgenti per garantire la continuità del servizio scolastico ed educativo per l'anno 2009-2010” (A.C. 2724).
27 ordini del giorno sono stati inviati al Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, 2 al Ministero della salute ed 1 al Ministro per i rapporti con le regioni;
2 riferiti alla legge n. 173 del 2009, concernente "Ratifica ed esecuzione del Protocollo V della Convenzione sulla proibizione o limitazione dell'uso di alcune armi convenzionali che possono essere considerate dannose o aventi effetti indiscriminati (Convention on Certain Conventional Weapons - CCW), fatta a Ginevra il 10 ottobre 1980, relativo ai residuati bellici esplosivi, fatto a Ginevra il 28 novembre 2003, nonché modifiche alla legge 7 marzo 2001, n. 58, recante istituzione del Fondo per lo sminamento umanitario" (A.C. 2675), inviati al Ministero degli affari esteri;
2 riferiti alla legge n. 175 del 2009, concernente "Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica di Moldova sulla cooperazione nel campo della difesa, fatto a Roma il 6 dicembre 2006" (A.C. 2765), inviati al Ministero degli affari esteri ed al Ministero della difesa;
1 riferito alla legge n. 172 del 2009, concernente “Istituzione del Ministero della salute e incremento del numero complessivo dei Sottosegretari di Stato” (A.C. 2766), inviato al Ministero della salute;
1 riferito alla legge n. 174 del 2009, concernente “Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica di Moldova per l'assistenza giudiziaria e per il riconoscimento e l'esecuzione delle sentenze in materia civile, fatto a Roma il 7 dicembre 2006" (A.C. 2696), inviato al Ministero degli affari esteri.
Nel periodo considerato sono state inoltre segnalate* dal Servizio per il controllo parlamentare 11 risoluzioni:
- GAROFALO n. 7/00143, sul servizio di trasporto marittimo veloce nello Stretto di Messina, al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti;
- MOLES ed altri n. 7/00219, sulle iniziative volte alla sostituzione del sopprimendo 91° Battaglione “Lucania” con altra struttura del Ministero della difesa o di altra amministrazione, al Ministero della difesa;
-RAINIERI ed altri n. 7/00220, concernente misure in favore del settore suinicolo, al Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali;
- GENTILONI SILVERI ed altri n. 7/00222, CROSIO ed altri n. 7/00232 e BERGAMINI ed altri n. 7/00235, sullo sviluppo della banda larga, al Ministero dello sviluppo economico;
- STEFANI ed altri n. 7/00227, sulle relazioni bilaterali con la Repubblica di San Marino, al Ministero degli affari esteri;
- NARDUCCI n. 7/00229 e Renato FARINA n. 7/00230, sulle relazioni bilaterali con la Confederazione elvetica, al Ministero degli affari esteri;
- BERNARDO ed altri n. 8/00057, concernente le problematiche relative alla società di riscossione Tributi Italia S.p.a. ed iniziative in materia di concessione dei servizi di riscossione delle entrate degli enti locali, al Ministero dell'economia e delle finanze;
- NARDUCCI ed altri n. 8/00058, sulle celebrazioni del centocinquantesimo anniversario dell'Unità d'Italia, alla Presidenza del Consiglio dei ministri ed al Ministero degli affari esteri.
E' stata inoltre segnalata* dal Servizio per il Controllo parlamentare 1 mozione:
- CASINI, GHIGLIA, REALACCI, PIFFARI, ZAMPARUTTI, ALESSANDRI ed altri n. 1/00290, sui cambiamenti climatici e le connesse politiche pubbliche, al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ed al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti.
Tipo atto e Numero |
Primo firmatario |
Sede esame |
Data annuncio |
Comm. Comp. |
Oggetto |
8/00019 Risoluzione conclusiva |
Guzzanti |
Commissione |
15/12/09 |
III |
Presenza dell’Organizzazione dei Mujahidin del Popolo Iraniano (OMPI) nella lista dell’Unione europea delle persone e delle entità i cui fondi devono essere congelati nell’ambito della lotta al terrorismo |
La risoluzione conclusiva Guzzanti ed altri n. 8/00019, approvata dalla III Commissione (Affari esteri) nella seduta del 3 dicembre 2008, impegnava l’esecutivo: a partecipare attivamente alla revisione semestrale della lista dell’Unione europea delle persone ed entità i cui fondi devono essere congelati nell’ambito della lotta al terrorismo da parte del Consiglio; a chiedere alle autorità irachene e statunitensi che, ai sensi della Convenzione delle Nazioni Unite del 1951 sul Diritto dei rifugiati e del suo Protocollo aggiuntivo del 1967, procedimenti nei riguardi di membri dell’Organizzazione dei Mujahidin del Popolo Iraniano (OMPI) prendano le mosse da un rigoroso accertamento delle responsabilità individuali e assicurino una adeguata garanzia dei diritti di difesa. Ciò evitando di rimpatriare in modo forzato verso l'Iran i membri dell'opposizione, profughi o richiedenti asilo iraniani che corrano il rischio di subire persecuzioni e collaborando con l'Alto Commissariato per le Nazione Unite per i rifugiati e con le altre Agenzie specializzate della Nazione Unite per trovare una soluzione duratura e soddisfacente alla situazione delle persone attualmente ospitate presso il Campo di Ashraf.
In merito a tale impegno il Ministero degli affari esteri ha trasmesso la seguente nota:
“L'Italia è da sempre parte attiva del processo di revisione, come concretamente dimostrato anche dai più recenti aggiornamenti della Lista dell'UE effettuati dal Consiglio dell'Unione.
Tra questi, ha avuto risonanza sui media il caso dell'Organizzazione dei Mujahidin del Popolo Iraniano (OMPI/MKO), che il Consiglio dell'Unione ha rimosso dalla lista lo scorso 26 gennaio.
Inoltre, a dimostrazione dell'attenzione che il nostro Paese dedica a questo esercizio in sede comunitaria, si possono citare altri casi recenti, in particolare la rimozione dalla Lista UE di Saber Lassassi e di Azzedine Arioua. Entrambi erano rimasti a lungo nell'elenco UE come individui affiliati ai gruppi terroristici ‘al-Takfi’ ed ‘al-Hijra’. Essi sono stati, tuttavia, "delistati" nell'ultima revisione effettuata dal Consiglio UE il 15 giugno scorso con il regolamento No 501/2009, proprio grazie ad un'iniziativa dell'Italia.
Infine, si ricorda che l'Italia ha anche sottolineato in diversi fora l'importanza di perseguire un'efficace lotta al terrorismo nel pieno rispetto dei diritti della persona, ad iniziare proprio dal diritto al giusto processo. Su questa linea, la Presidenza italiana del G8 ha proposto ed ottenuto un concreto impegno del gruppo a farsi promotore di azioni volte all'ulteriore miglioramento della salvaguardia dei diritti nel quadro dell'applicazione del regime sanzionatorio delle Nazioni Unite, come riassunto dal seguente estratto della dichiarazione ad hoc contro il terrorismo, adottata dai Leader al Vertice de L'Aquila: "respingiamo l'idea di un trade-off tra la sicurezza e i principi fondanti delle nostre democrazie. Il rispetto per il diritto internazionale e la promozione dello stato di diritto sono pilastri fondamentali nella lotta contro il terrorismo. Tutti gli Stati devono assolvere i propri obblighi di attuazione dei regimi sanzionatori dell'ONU e devono adoperarsi affinché essi siano attuati in modo da promuovere l'equità e la trasparenza.
In questo contesto, accogliamo con favore i miglioramenti apportati al sistema di sanzioni dell'ONU dalle Risoluzioni 1730/2006 e 1822/2008 del Consiglio di sicurezza. Crediamo che il G8 possa svolgere un ruolo importante nella promozione e nel sostegno degli sforzi volti a potenziare la trasparenza e l'efficacia del sistema sanzionatorio dell'ONU. A tal fine, chiediamo ai nostri esperti di esaminare le modalità per una più efficace attuazione dei nuovi obblighi di cui alla Risoluzione 1822/2008 e alle altre Risoluzioni successive alla 1267/1999, che costituiscono un passo importante per rendere più equi ed efficaci i regimi di sanzioni mirate".
Per quanto riguarda il campo rifugiati di Ashraf, l'Italia ne segue le sorti per il tramite dell'Ambasciata d'Italia a Baghdad ed opera con i partner europei e le agenzie delle Nazioni Unite perché possano essere pienamente rispettati i diritti fondamentali dei residenti.
Nel corso di una riunione svoltasi con i capi missione a Baghdad, le autorità irachene hanno ribadito l'intenzione di rispettare il principio di "non refoulement", impegnandosi a non rimpatriare forzosamente verso 1'Iran i membri dell'Organizzazione. I1 Vice Ministro degli Esteri iracheno Abbawiil ha inoltre di recente invitato le Ambasciate a visitare il campo per verificare la situazione e prendere contatto con i residenti.
La nostra Ambasciata a Baghdad ha ricevuto istruzioni di partecipare ad una eventuale visita congiunta ad Ashraf con gli altri partner europei, l'UNAMI e le altre agenzie delle Nazioni Unite interessate, per verificare la situazione nel campo.
Al momento, il Governo Italiano non ha ricevuto alcuna formale richiesta di accoglienza di residenti del campo. Ogni possibile iniziativa riguardante le sorti del campo dovrà essere, comunque, concordata in ambito europeo, interessando soprattutto le istanze competenti per lo spazio di libertà, sicurezza e giustizia”.
Tipo atto e Numero |
Primo firmatario |
Sede esame |
Data annuncio |
Comm. Comp. |
Oggetto |
9/2320-A/42 Ordine del giorno |
Biancofiore |
Assemblea |
15/12/09 |
III |
Salvaguardia dei trattati e degli impegni internazionali sottoscritti dall’Italia a tutela dei propri confini |
L’ordine del giorno Biancofiore n. 9/2320-A/42, accolto dal Governo nella seduta dell’Assemblea del 20 maggio 2009, impegnava l’esecutivo a vigilare, anche alla luce di avvenimenti recenti, su spinte ricostituenti antichi confini storici estranei alle finalità dei gruppi europei di cooperazione territoriale (GECT) – la cui costituzione, in ottemperanza di direttive europee, è prevista dalla legge comunitaria - e dunque a salvaguardare i trattati e gli impegni di natura internazionale sottoscritti dalla Repubblica italiana a tutela dei propri confini.
In merito a tale impegno il Ministero degli affari esteri ha trasmesso la seguente nota:
“Il Gruppo Europeo di Cooperazione Territoriale (GECT) è stato introdotto nell'ordinamento comunitario, con il Regolamento CE n. 1082/2006, come possibile rimedio alle difficoltà, soprattutto di tipo amministrativo-gestionale, che Stati membri e autorità regionali e locali avevano incontrato per realizzare programmi di cooperazione transfrontaliera e interregionale.
Ad un GECT possono partecipare Stati membri, autorità regionali, autorità locali e organismi di diritto pubblico dell'Unione Europea. Gli enti interessati stipulano fra loro una convenzione e uno statuto e notificano poi, ognuno allo Stato membro di appartenenza, la loro volontà di partecipare al GECT. Lo Stato decide se autorizzare o meno la partecipazione al GECT, potendo negare 1'approvazione qualora "ritenga che tale partecipazione non sia conforme al regolamento o alla legislazione nazionale o che tale partecipazione non sia giustificata per motivi di interesse pubblico o di ordine pubblico".
I membri definiscono i compiti da attribuire al GECT. Tali compiti riguardano soprattutto l'attuazione di programmi di cooperazione territoriale co-finanziati dall'UE, nei settori di intervento della politica di coesione (il GECT può anche svolgere le funzioni di autorità di gestione). Sono possibili anche azioni di cooperazione territoriale senza sostegno finanziario comunitario, che non possono comunque riguardare la tutela di interessi generali dello Stato quali i poteri di polizia, di regolamentazione, la giustizia e la politica estera.
Il Regolamento CE n. 1082/2006 prevede (all'art. 16, c.1) che gli Stati membri adottino le disposizioni opportune per assicurarne l'effettiva applicazione. In Italia, le disposizioni necessarie a dare attuazione al Regolamento sono state recepite dalla Legge Comunitaria n. 88 del 7 luglio 2009 (Capo III, artt. 46-48).
Per le richieste di autorizzazione alla costituzione di un GECT è prevista un'apposita istruttoria (art. 47 della Legge Comunitaria n. 88/2009). Tali richieste devono, infatti, essere trasmesse alla Presidenza del Consiglio, corredate di copia della convenzione e dello statuto del costituendo GECT. Il Segretariato Generale della Presidenza del Consiglio provvede nel termine di novanta giorni dalla ricezione, previa acquisizione dei pareri conformi (del Ministero degli Esteri per quanto attiene alla corrispondenza con gli indirizzi nazionali di politica estera, del Ministero dell'interno, del Ministero dell'economia e delle finanze, del Ministero dello sviluppo economico, del Dipartimento per le politiche comunitarie, del Dipartimento per gli Affari Regionali e delle altre Amministrazioni eventualmente competenti).
In Italia, il primo GECT autorizzato è stata 1' "Euroregione Alpi - Mediterraneo", Gruppo costituito da Piemonte, Val d'Aosta e Liguria con due regioni francesi, Provence-Alpes-Cóte d'Azur e Rhóne-Alpes. La Regione Sicilia ha inviato richiesta formale di costituzione del GECT "Archimed" (Arcipelago Mediterraneo) con il Govern de Les Illes Balears (Spagna) e la Larnaca District Development Agency (Cipro). Lo scorso 17 novembre, i governi regionali di Veneto, Friuli Venezia Giulia e del Land Carinzia hanno approvato lo statuto del "GECT-Euroregione Senza Confini". Una volta formalizzata anche la convenzione si potrà avviare l'apposita istruttoria per l'autorizzazione.
Si segnala, infine, che il 29 ottobre si è svolta a Mezzocorona (Trento) la seduta congiunta del Consiglio della Provincia autonoma di Trento, del Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano e, da parte austriaca, del Consiglio del Tirolo ('Tiroler Landtag"). In tale occasione, i tre organismi hanno approvato la mozione istitutiva del GECT "Euroregione AltoAdige/Suedtirol, Tirolo e Trentino". La mozione prevede i seguenti ambiti entro cui sviluppare la cooperazione transfrontaliera: la gestione unitaria di alcuni settori di alta specializzazione medico-chirurgica; la formazione professionale nel campo sanitario, turistico, dell'artigianato locale e dell'agricoltura di montagna; la gestione delle infrastrutture stradali e ferroviarie. Scopo dell'iniziativa, soprattutto nelle regioni frontaliere ad elevato tasso di integrazione e interdipendenza socio-economica, è quello di cooperare nei settori di comune interesse e rilevanza strategica, in un'ottica di ottimizzazione delle esperienze e delle risorse umane ed economiche.
Il Commissario del Governo per la Provincia di Bolzano ha formalmente trasmesso il 2 novembre 2009 ai competenti uffici e dipartimenti della Presidenza del Consiglio dei Ministri, del Ministero degli Affari Esteri e del Ministero dell'Interno tutta la documentazione relativa all'iniziativa, per il pertinente esame e la valutazione da parte delle Autorità centrali.
Il Governo italiano è, in generale, ben consapevole degli ambiti di attività che la normativa comunitaria attribuisce ai GECT e che attengono strettamente alla collaborazione interregionale e alla cooperazione transfrontaliera. Nel caso specifico, intende esercitare, anche tramite la Rappresentanza Diplomatica a Vienna, la massima vigilanza affinché nessuna iniziativa o attività connessa all'Euroregione che comprende le Province di Trento e Bolzano e il Tirolo possa configurare una minaccia ai Trattati e agli impegni internazionali sottoscritti dalla Repubblica Italiana a tutela dei propri confini”.
Tipo atto e Numero |
Primo firmatario |
Sede esame |
Data annuncio |
Comm. Comp. |
Oggetto |
0/2602/1 Ordine del giorno |
Evangelisti |
Commissioni riunite III (Affari esteri) IV (Difesa) |
15/12/09 |
III IV |
Sostegno alle autorità afgane nell’azione di riconversione delle colture oppiacee |
L’ordine del giorno Evangelistied altri n. 0/2602/1, accolto dal Governo nella seduta delle Commissioni riunite III (Affari Esteri) e IV (Difesa) del 23 luglio 2009, impegnava l’esecutivo a sostenere le autorità afgane nello sforzo di avviare un’efficace e determinata azione di riconversione della coltivazione di oppio, struttura portante del finanziamento di organizzazioni terroristiche, anche con azioni di repressione e controllo frontalieri e di monitoraggio delle transazioni bancarie.
In merito a tale impegno il Ministero degli affari esteri ha trasmesso la seguente nota:
“L'impegno italiano in Afghanistan si basa sulla consapevolezza che condizioni di legalità costituiscono una premessa indispensabile per la stabilizzazione e ricostruzione di quel Paese.
In particolare, l'Italia, in linea con gli impegni assunti nel quadro della Presidenza G8, ha promosso molteplici iniziative nel settore del contrasto al narco-traffico, sostenendo l'importanza di un approccio regionale al problema che, oltre all'Afghanistan, coinvolge appunto tutti i Paesi dell'area. Controllo delle frontiere e sicurezza dei confini, raggiungimento di adeguati livelli di buon governo e di efficienza dell'amministrazione, lotta alla corruzione, promozione della cooperazione nel settore giudiziario, sviluppo di economie rurali alternative e sostentamento dell'agricoltura "legale" sono elementi imprescindibili di questa strategia complessiva.
Nella sessione di outreach svoltasi nel quadro della riunione dei Ministri degli Esteri G8 di Trieste, l'Italia ha posto l'accento anche sull'importanza dello sviluppo del capitale umano, dell'educazione e formazione e della creazione di concrete opportunità d'impiego, che possano distogliere le giovani generazioni dalla più redditizia economia della droga.
Esiste, infatti, un comprovato legame tra il narco-traffico ed il sostentamento dell'insorgenza: dal traffico di droga le forze anti-governative traggono la maggiore fonte di reddito e sono in grado di stabilire solidi contatti con le organizzazioni criminali ed espandersi sui mercati di consumo internazionali. La narco-industria alimenta l'instabilità nella regione e rappresenta una minaccia a livello globale.
Varie iniziative sono state promosse nel settore del border management, attraverso la creazione di posti di frontiera e di centri comuni per il monitoraggio dei confini, il rafforzamento di reti di intelligence, il contributo volontario all'UNODC (Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine) per il programma regionale riguardante 1'Afghanistan e i Paesi vicini, volto a contrastare ogni forma di reato legato al traffico illecito, quale riciclaggio di denaro sporco, contrabbando di precursori chimici e crimine organizzato.
La Cooperazione italiana ha sostenuto vari progetti per lo sviluppo dell'agricoltura e delle colture alternative all'oppio, con l'obiettivo di sostenere le filiere produttive ad alto potenziale commerciale nelle aree nord-occidentali del Paese (e nelle province di Herat, Farah, Baghdis, Logar, Wardak, Bamyan e Kabul) e la produzione olivicola.
Vengono finanziate una serie di attività che contribuiscono indirettamente a ridurre la diffusione della coltivazione delle sostanze illecite, mettendo a disposizione della popolazione, rurale in particolare, mezzi finanziari per favorire gli investimenti produttivi e la generazione di impiego. Rientrano, in tale ambito, il contributo bilaterale al National Solidarity Programme, programma di sviluppo a livello di comunità rurali, pari a 20 milioni di Euro nel 2009 e il credito d'aiuto a sostegno della microfinanza e della piccola impresa afgana pari a 6,4 milioni di Euro.
Il Ministero degli Esteri, tramite la Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo, contribuisce anche al CNTF (Counter Narcotics Trust Fund), un fondo fiduciario multidonatori ad esecuzione governativa e supervisionato da UNDP (il Programma di Sviluppo delle Nazioni Unite), che sostiene l'attuazione degli obiettivi sanciti dalla Strategia Nazionale di controllo delle sostanze illegali (National Drug Control Strategy, NDCS). Dal 2006 ad oggi la Cooperazione italiana ha erogato a favore del CNTF 1,5 milioni di Euro.
Il contributo italiano è stato anche indirizzato al consolidamento della capacità del Governo afgano nelle attività di contrasto al traffico di droga e al riciclaggio di denaro, alla riforma della giustizia penale e del sistema penitenziario. Molte le azioni sviluppate: partecipazione alla revisione della legge antinarcotici e alla stesura del nuovo Codice di Procedura Penale; costruzione ed equipaggiamento di vari centri di detenzione; supporto alle istituzioni governative del settore; formazione di procuratori e di personale delle Forze di polizia, mediante l'organizzazione di corsi nei settori della lotta alla droga, del contrasto alla corruzione e della pratica investigativa (in collaborazione con l'IDLO, l'Organizzazione internazionale del diritto dello sviluppo).
Da menzionare, in particolare, il contributo al rafforzamento del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria all'interno del Ministero della Giustizia, la formazione del personale penitenziario e di alti funzionari del Ministero della Giustizia, la riabilitazione del principale carcere di Kabul e del centro di detenzione, nonché l'elaborazione di una politica e strategia a livello nazionale per le donne detenute, che versano in gravi condizioni di disagio e discriminazione.
Considerate, inoltre, le ripercussioni negative della droga a livello sociale e l'importanza di contenere il fenomeno della tossicodipendenza, sono stati avviati progetti finalizzati alla riduzione dell'offerta di sostanze stupefacenti, al sostegno di situazioni di vulnerabilità (detenuti malati di AIDS) ed alla formazione del personale medico dei più importanti centri detentivi, per il trattamento della tossicodipendenza”.
Tipo atto e Numero |
Primo firmatario |
Sede esame |
Data annuncio |
Comm. Comp. |
Oggetto |
1/00055 Mozione
|
Nirenstein |
Assemblea |
16/12/09 |
III |
Iniziative in vista della preparazione della Conferenza mondiale contro il razzismo, la discriminazione razziale, la xenofobia e l’intolleranza, svoltasi a Ginevra nel mese di aprile 2009 |
1/00072 Mozione |
Evangelisti |
||||
1/00074 Mozione |
Casini |
Le mozioni Nirenstein ed altri n. 1/00055, Evangelisti ed altri n. 1/00072 e Casini ed altri n. 1/00074, accolte dal Governo ed approvate dall’Assemblea nella seduta del 4 dicembre 2008, impegnavano l’esecutivo ad un’attenta verifica sugli esiti e sugli orientamenti emergenti dal processo di preparazione della Conferenza mondiale contro il razzismo, la discriminazione razziale, la xenofobia e l’intolleranza, svoltasi a Ginevra nel mese di aprile 2009, al fine di scongiurare il rischio che detta Conferenza potesse svolgersi su una piattaforma ispirata all’intolleranza ed alla discriminazione etnica, culturale e religiosa.
In merito a tale impegno il Ministero degli affari esteri ha trasmesso la seguente nota:
“Il 5 marzo 2009 l'Italia ha annunciato la decisione di ritirarsi dai negoziati preparatori della Conferenza di riesame di Durban. Con questa decisione, l'Italia ha scelto di non partecipare ad un evento che avrebbe potuto trasformarsi in un'occasione per incitare all'odio anti-israeliano e per mettere in discussione principi che sono alla base della nostra civiltà. I fatti hanno purtroppo confermato la nostra previsione.
A spingere verso questa scelta difficile (la lotta contro il razzismo e le discriminazioni rientra infatti tra le nostre priorità a livello nazionale e internazionale) hanno concorso due fattori: il contenuto del testo che avrebbe dovuto essere adottato dalla Conferenza ed il clima in cui si sarebbe svolta la Conferenza stessa.
Sul primo punto, il documento adottato a Ginevra, nonostante numerosi sforzi negoziali, si è dimostrato lontano dall'essere una piattaforma condivisa di idee e di valori, su cui costruire una forte e comune azione internazionale contro il razzismo. Esso rappresenta piuttosto un compromesso fragile e contraddittorio tra posizioni difficilmente conciliabili, che non serve il nobile scopo cui era destinato.
Fino all'ultimo, l'Italia ha lavorato affinché la UE potesse sostenere un testo diverso - come quello proposto dai Paesi Bassi - che in maniera forte ed incisiva, e senza richiamarsi a questioni controverse e divisive, abbracciasse i valori e i principi che difendiamo ed individuasse strategie per sostenerli. Un simile testo, infatti, avrebbe consentito a tutti gli Stati di partecipare alla Conferenza ed avrebbe quindi dato vero slancio alla lotta al razzismo ed a tutte le forme di discriminazione a livello mondiale.
Al di là dei contenuti del documento finale, la valutazione italiana ha preso in considerazione anche i rischi connessi allo svolgimento della Conferenza stessa e alla possibile ripetizione degli attacchi antisemiti del 2001. La Conferenza, come noto, è stata monopolizzata da interventi di dura condanna di Israele e da richiami al controverso concetto di diffamazione delle religioni. In un simile clima non era possibile immaginare un confronto aperto e costruttivo. L'Italia ha deciso di non prendervi parte anche per preservare la credibilità e la legittimità dell'ONU.
Nella sua scelta l'Italia è stata seguita, a ridosso dell'inizio dei lavori della Conferenza, dalla Germania, dai Paesi Bassi, dalla Polonia e dalla Repubblica Ceca, insieme a Stati Uniti, Canada, Israele, Australia e Nuova Zelanda. La scelta di questi Paesi dimostra che non tutti gli Stati sono disponibili al compromesso quando sono in gioco temi di primaria importanza come lotta al razzismo ed alla discriminazione”.
Tipo atto e Numero |
Primo firmatario |
Sede esame |
Data annuncio |
Comm. Comp. |
Oggetto |
1/00190 Mozione |
Evangelisti |
Assemblea |
16/12/09 |
III |
Iniziative per il disarmo e la non proliferazione nucleare in occasione del Vertice G8 del luglio 2009 |
La mozione Evangelisti ed altri n. 1/00190, accolta dal Governo ed approvata dall’Assemblea nella seduta del 23 giugno 2009, impegnava l’esecutivo, in occasione del Vertice G8 del luglio 2009: a dedicare una specifica sessione alla questione del disarmo nucleare; a sostenere, in quest’ottica, l’azione dei Paesi moderati del mondo islamico che hanno aderito al Trattato di non proliferazione (TNP); a prevedere un piano di aiuti economici al Pakistan finalizzati al consolidamento di un regime democratico e laico; a sviluppare interventi di cooperazione internazionale in particolare nei confronti dei Paesi arabi moderati; a sviluppare una politica europea di collaborazione ed amicizia nei confronti della Russia, rilanciando gli Accordi di Pratica di Mare relativi ai rapporti tra Nato e Russia.
In merito a tali impegni il Ministero degli affari esteri, per quanto attiene ai profili di propria competenza, ha trasmesso la seguente nota:
“La Presidenza Italiana ha dedicato al tema del disarmo nucleare un'attenzione che può essere considerata senza precedenti in ambito G8. Il paragrafo della Dichiarazione dei Leaders dedicato al disarmo nucleare ne rappresenta l'elemento più qualificante e costituisce uno dei messaggi di maggior rilievo politico prodotti dal Vertice de L'Aquila. I G8 hanno adottato impegni concreti e rilevanti per l'avvio dei negoziati su un trattato che proibisca la produzione di materiale fissile a fini esplosivi (FMCT), per la promozione dell'entrata in vigore del trattato per la messa al bando dei test nucleari (CTBT) e per 1'universalizzazione del Protocollo Aggiuntivo dell'AIEA, che rafforzerebbe in modo significativo il sistema di salvaguardie che fa capo all'Agenzia di Vienna.
Si tratta di obiettivi che risultano pienamente coerenti con la logica di fondo cui si ispira la Presidenza Italiana, che vede nell'attuazione di iniziative e passi concreti in tutti e tre i pilastri del TNP (non proliferazione, disarmo ed usi pacifici dell'energia nucleare) la migliore premessa per un mondo libero dalle armi nucleari.
Gli impegni assunti a L'Aquila si collocano all'interno dello stesso percorso che ha portato, a distanza di un paio di mesi, all'approvazione all'unanimità della Risoluzione 1887 de1 Consiglio di Sicurezza sulla non proliferazione ed il disarmo nucleare, adottata. in occasione del Vertice presieduto e fortemente voluto dal Presidente Obama. Si tratta di un merito che gli Stati Uniti hanno pubblicamente riconosciuto al nostro Paese, in fase di preparazione del Vertice del Consiglio di Sicurezza. Nella Dichiarazione de L'Aquila sulla Non Proliferazione, il Gruppo ha infatti assunto lo storico impegno a "lavorare per un mondo più sicuro per tutti e per creare le condizioni per un mondo senza armi nucleari”. Destinato a rappresentare un fondamentale punto di riferimento per le future iniziative di disarmo nucleare, tale storico impegno inaugura anche il preambolo della Risoluzione 1887.
Nella Dichiarazione de L'Aquila, i Leaders G8 hanno anche salutato con soddisfazione l'intesa bilaterale Stati Uniti-Russia raggiunta il 6 luglio scorso (proprio alla vigilia del Vertice), che ha fissato i principali parametri su cui si baserà il Trattato che sostituirà lo START, invitando tutti gliStatiaporre in essere ulteriori misure di disarmo nucleare e ad adottare in tale ambito una condotta votata a sempre maggiore trasparenza.
L'obiettivo del rafforzamento del regime di non proliferazione è stato perseguito sia attraverso la promozione di strumenti multilaterali, sia attraverso un impegno specifico ad affrontare con decisione le principali crisi di proliferazione regionale. Alle dure condanne espresse nei confronti di Iran e Corea del Nord per le rispettive violazioni delle Risoluzioni del Consiglio di Sicurezza, i G8 hanno affiancato un rinnovato impegno alla ricerca di soluzioni negoziate che salvaguardino l'integrità del regime di non proliferazione, basato sul TNP.
Attenta alle preoccupazioni ed alle sensibilità dei Paesi moderati del mondo islamico, la Presidenza italiana del G8 ha ripetutamente sottolineato il diritto inalienabile di ogni Stato membro del TNP a sfruttare l'energia nucleare a scopi pacifici. La Dichiarazione dei Leaders sulla Non Proliferazione ha sottolineato che il rispetto degli obblighi di non proliferazione non mette in alcun modo in discussione tale fondamentale diritto, ma pone le premesse per lo sviluppo e la diffusione dell'energia nucleare in condizioni di sicurezza. I rilevanti impegni assunti dai G8 in materia di disarmo nucleare (tema particolarmente caro ai Paesi NAM) potrebbero favorire l'innescarsi di una dialettica più costruttiva fra Paesi occidentali e Paesi islamici in vista della Conferenza di Riesame del TNP (maggio 2010).
Si tratta di un obiettivo che ha ispirato l'azione dell'Italia anche nel corso dell'ultima Conferenza Generale dell’AIEA (settembre scorso), tradizionale momento di verifica della capacità dei Paesi occidentali e dei Paesi arabi di collaborare al rafforzamento del regime di non proliferazione, con specifico riferimento alla situazione del Medio Oriente. Grazie anche all'equilibrata posizione assunta dall'Italia e dall'Unione Europea, è stato possibile trovare un'intesa su alcune delle tematiche potenzialmente più controverse; su tutte, la risoluzione sullo stato di applicazione delle salvaguardie in Medio Oriente, adottata quest'anno senza voti contrari.
Il Governo italiano ha ben presente l'urgenza di aiutare il Pakistan democratico a far fronte alle sfide di sviluppo e sicurezza che lo stanno mettendo a dura prova, iniziando con l'emergenza sfollati nelle province del nord e proseguendo con interventi di ricostruzione nelle aree di frontiera e di cooperazione in tutto il Paese.
L'Italia si è impegnata in tal senso in occasione della Conferenza dei Donatori per il Pakistan, svoltasi a Tokyo lo scorso 17 aprile, dove ha annunciato nuovi programmi di sviluppo per 62 milioni di euro in settori prioritari quali lo sviluppo rurale e il microcredito (40 milioni), la formazione professionale (20 milioni) e l’agricoltura (olio di oliva, 2 milioni), con una concentrazione geografica nelle aree tribali di confine con l’Afghanistan. In aggiunta, è allo studio una ulteriore iniziativa nel campo dell’agricoltura (ortofrutta). In luglio è stata altresì deliberata l’apertura dell'Ufficio Tecnico di Cooperazione (UTL) a Islamabad.
I combattimenti nelle aree di frontiera (iniziati nello Swat a fine aprile) tra Forze Armate e talebani hanno causato l'esodo di oltre 2 milioni di persone, che hanno iniziato a rientrare solo in parte a partire da metà luglio. Si è dunque generata una grave emergenza umanitaria. Anche in questo caso, l’Italia ha risposto in modo rapido e comparativamente sostanzioso, con interventi diretti (2 voli umanitari) e contributi alle Nazioni Unite per una somma totale di 5,6 milioni di euro.
Stiamo inoltre finalizzando la conversione del debito di 80 milioni di euro, che saranno utilizzati per progetti di sviluppo e ricostruzione. Il relativo Comitato congiunto si è riunito lo scorso luglio ed ha approvato i primi 11 progetti finanziabili (32 milioni di euro di ammontare:). E' stato concordato di utilizzare almeno 10 milioni di euro per progetti, da identificare congiuntamente, da realizzare nella provincia del Malakand per la ricostruzione, il rientro e l'assistenza agli sfollati e lo sviluppo dell'area.
Abbiamo inoltre dedicato la sessione ministeriale G8 di Trieste, lo scorso giugno, proprio alla stabilizzazione dell'Afghanistan, del Pakistan e della regione, partendo dall'esistenza di interessi condivisi da tutti i Paesi dell'area e dall'esigenza di rilanciare la cooperazione regionale.
Lo sviluppo delle attività economiche e degli investimenti rappresenta un altro aspetto dell'approccio italiano al Pakistan, nella consapevolezza che solo con una crescita economica endogena il Paese potrà uscire dalla povertà e offrire alla sua popolazione concrete opportunità di impiego. Al riguardo, è stata recentemente riavviata la linea di credito della cooperazione italiana di 7.75 milioni di euro a sostegno delle PMI pakistane, mentre è prevista in autunno ad Islamabad una nuova sessione della Commissione mista Economica e di Cooperazione.
Attraverso l'Inviato Speciale del Ministro degli Esteri per l'Afghanistan e Pakistan, Amb. Iannucci, che partecipa con ruolo propositivo alle riunioni del Gruppo Internazionale di Supporto ed ha recentemente visitato i campi profughi, siamo portatori di un messaggio di urgenza e efficienza negli aiuti e dell'opportunità di incrementare l'assistenza al Governo di Islamabad.
A livello comunitario l'Italia ritiene opportuno dare un segnale politico ad Islamabad, anche in tema di maggiore apertura del mercato comunitario ai prodotti pakistani (avvio negoziati del Free Trade Agreement), indispensabile per lo sviluppo economico del paese”.
Atti di indirizzo segnalati (dall’inizio della XVI legislatura al 31 dicembre 2009) |
126 |
Note di attuazione pervenute |
74 |
Percentuale di attuazione |
59% |
Tipo atto e Numero |
Primo firmatario |
Sede esame |
Data annuncio |
Comm. Comp. |
Oggetto |
9/2633-A/3 Ordine del giorno |
Bernardo |
Assemblea |
22/12/09 |
V |
Destinazione di risorse alle spese di funzionamento del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti |
L’ordine del giornoBernardo n. 9/2633-A/3,accolto dal Governo nella seduta dell’Assemblea del 30 luglio 2009, impegnava l’esecutivo a valutare l’opportunità di destinare le maggiori risorse previste dalla legge di assestamento del bilancio dello Stato per l’anno finanziario 2009 a spese di funzionamento del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, in particolare all’acquisto di beni e servizi ed a spese per mezzi operativi e strumentali.
In merito a tale impegno il Ministero dell’economia e delle finanze ha trasmesso la seguente nota:
“Con l'ordine del giorno indicato in oggetto, l'On. Bernardo impegna il Governo a valutare l’opportunità di destinare, in sede di ripartizione in capitoli delle variazioni approvate con la legge n. 121 del 2009, recante disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato e dei bilanci delle Amministrazioni autonome per l'anno finanziario 2009, l'incremento di undici milioni di euro, complessivamente autorizzato per la u.p.b. 4.1.1 dello stato di previsione del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, ai capitoli 2106 e 2176, rispettivamente per gli importi di euro 8 milioni e di euro 3 milioni.
Al riguardo, si fa presente che il disegno di legge di assestamento, come presentato alle Camere, (A. S. 1646) prevedeva già un incremento della citata u.p.b. 4.1.1 dell'importo complessivo di euro 5.080.000, attribuito ai capitoli 2122 e 2154 rispettivamente per euro 3.000.000 ed euro 2.080.000.
Successivamente, nel corso dell'esame parlamentare è stato approvato dal Senato della Repubblica l’emendamento 1 tab. 2.12 del relatore, che ha incrementato la u.p.b. 4.1.1 di euro 6 milioni che sono stati allocati, su indicazione dell'Amministrazione interessata, rispettivamente per euro 5.000.000 sul capitolo 2106 e per euro 1.000.000 sul capitolo 2176, restando, quindi, la precedente somma di euro 5.080.000, stanziata come sopra descritto.
Giova precisare che, in ottemperanza all'ordine del giorno in questione, qualora la citata Amministrazione ritenesse opportuno allocare le risorse finanziarie complessivamente autorizzate in assestamento sulla predetta unità previsionale, per gli importi e sui capitoli indicati dall'ordine del giorno medesimo, il Ministro competente potrebbe, con proprio decreto, ai sensi del decreto legislativo 7 agosto 1997, n. 279, disporre le occorrenti variazioni compensative tra i citati capitoli, nell’ambito della medesima unità previsionale.
Si ritiene, pertanto, che l’impegno assunto con l’ordine del giorno in questione sia stato sostanzialmente assolto”.
Tipo atto e Numero |
Primo firmatario |
Sede esame |
Data annuncio |
Comm. Comp. |
Oggetto |
9/2468/49 Ordine del giorno |
Palomba |
Assemblea |
22/12/09 |
V |
Recupero delle risorse necessarie per la realizzazione degli interventi originariamente previsti per lo svolgimento del Vertice del G8 del luglio 2009 a La Maddalena e rimborso delle spese documentate sostenute dagli operatori economici |
L’ordine del giorno Palomba n. 9/2468/49, accolto come raccomandazione dal Governo nella seduta dell’Assemblea del 17 giugno 2009, impegnava l’esecutivo: a recuperare, compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica, le risorse necessarie per la realizzazione ed il completamento degli interventi previsti per lo svolgimento del Vertice del G8 a La Maddalena e, in particolare, per la realizzazione delle cosiddette opere collaterali; a prendere le opportune iniziative al fine di rimborsare le spese documentate sostenute dagli operatori economici; a trasmettere al Parlamento una relazione dettagliata riguardante le opere realizzate, avviate e non ultimate rispetto a quelle programmate.
In merito a tali impegni il Ministero dell’economia e delle finanze ha trasmesso la seguente nota:
“Con riferimento al recupero delle risorse necessarie a completare gli interventi originariamente previsti per lo svolgimento del G8 a La Maddalena, si precisa che, ai sensi dell'articolo 17 del decreto-legge n. 39 del 2009, convertito nella legge n. 77 del 2009, i risparmi derivanti dall'applicazione dello stesso articolo devono essere destinati alla ricostruzione dei territori della regione Abruzzo colpiti dal sisma.
Conseguentemente, per la realizzazione degli interventi originariamente previsti per lo svolgimento del G8 a La Maddalena e non già realizzati, occorre individuare specifica e idonea forma di copertura finanziaria, fermo restando che i medesimi, qualora ritenuti prioritari per la valorizzazione e lo sviluppo del territorio potrebbero essere finanziati nell'ambito del Programma attuativo della Regione Sardegna: risorse FAS - quota regionale - già preordinate alla medesima regione con la delibera CIPE n. 1/2009.
Per quanto concerne le iniziative idonee per rimborsare le spese documentate e sostenute dagli operatori economici in vista del vertice in questione, si fa presente che il citato articolo 17 del decreto-legge n. 39 prevede che i rapporti giuridici sorti in attuazione dell'ordinanza n. 3629 del 20 novembre 2007, e successive modificazioni, siano rinegoziati, fatto salvo il diritto di recesso dell'appaltatore.
In ogni caso, gli impegni finanziari già sostenuti dai soggetti realizzatori delle opere saranno onorati sulla base delle assegnazioni già disposte, pertanto, non occorre intraprendere alcuna ulteriore iniziativa per tali fini”.
Tipo atto e Numero |
Primo firmatario |
Sede esame |
Data annuncio |
Comm. Comp. |
Oggetto |
9/2468/52 Ordine del giorno |
Borghesi |
Assemblea |
22/12/09 |
V |
Indicazione delle risorse destinate a garantire il pieno funzionamento dei servizi alla popolazione della regione Abruzzo colpita dal sisma dell’aprile 2009 |
L’ordine del giorno Borghesi n. 9/2468/52, accolto come raccomandazione dal Governo nella seduta dell’Assemblea del 17 giugno 2009, impegnava l’esecutivo a precisare nel dettaglio le risorse economiche destinate a garantire il funzionamento e l’erogazione dei servizi alla popolazione della regione Abruzzo, alla provincia de L’Aquila, agli altri enti locali ed agli enti pubblici locali dei territori coinvolti nello stato di emergenza dichiarato a seguito del sisma dell’aprile 2009.
In merito a tale impegno il Ministero dell’economia e delle finanze ha trasmesso la seguente nota:
“Al riguardo, si fa presente che la problematica è stata oggetto di apposito intervento.
Infatti, l'ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3780 del 6 giugno 2009, all'art. 1, comma 3-bis, ha previsto che gli importi dei tributi di spettanza dei comuni, non percepiti per effetto della sospensione dei versamenti tributari, sono anticipati ai predetti Enti dallo Stato, disponendo il recupero delle somme anticipate a decorrere dalla data della ripresa della riscossione dei tributi sospesi.
Si soggiunge che ai sensi dell’art. 25, comma 2, del decreto-legge n. 78 del 2009, convertito nella legge n. 102 del 2009, come modificato dalla Legge Finanziaria per il 2010, la riscossione in questione riprenderà a decorrere dal mese di luglio 2010, senza applicazione di sanzioni ed interessi, in 60 rate mensili di pari importo”.
Tipo atto e Numero |
Primo firmatario |
Sede esame |
Data annuncio |
Comm. Comp. |
Oggetto |
9/2187-A/56 Ordine del giorno |
De Micheli |
Assemblea |
22/12/09 |
V |
Integrale copertura del minor gettito derivante dall’abolizione dell’ICI sulle abitazioni principali per l’anno 2008-2009 ed esclusione dai saldi utili del Patto di stabilità interno dei pagamenti a residui di spese per investimenti effettuati nei limiti delle disponibilità di cassa a fronte di impegni regolarmente assunti |
L’ordine del giorno De Micheli ed altri n. 9/2187-A/56, accolto come raccomandazione dal Governo nella seduta dell’Assemblea del 6 aprile 2009, impegnava l’esecutivo: ad adottare ulteriori iniziative volte a garantire l’integrale copertura del minor gettito derivante dall’abolizione dell’ICI sulle abitazioni principali sia per il 2008 che per il 2009 ed a ripristinare il fondo ordinario; ad escludere dai saldi utili del Patto di stabilità interno i pagamenti a residui concernenti spese per investimenti effettuati nei limiti delle disponibilità di cassa a fronte di impegni regolarmente assunti.
In merito a tale impegno il Ministero dell’economia e delle finanze ha trasmesso la seguente nota:
“Con riferimento all'integrale reintegro delle minori entrate conseguenti all'abolizione dell'ICI sulla prima casa, si fa presente che la somma di circa 2,6 miliardi di euro stanziata in bilancio per il rimborso in questione dall'articolo 1, comma 4, del decreto-legge 27 maggio 2008, n. 93, convertito, con modificazioni, nella legge 24 luglio 2008, n. 126 è stata a suo tempo quantificata sulla base dei dati desunti dai certificati sui conti consuntivi 2006 inviati dai comuni al Ministero dell'Interno, che hanno evidenziato riscossioni per ICI prima casa pari a 2.662 milioni di euro e, quindi, tale importo rappresenta, al momento, il limite massimo dell'impegno finanziario a regime assunto a tal fine dallo Stato.
La somma supplementare di 260 milioni di euro, riconosciuta per l'anno 2008 a titolo di regolazione contabile pregressa dal comma 8, dell'articolo 2 del decreto-legge 7 ottobre 2008, n. 154, convertito, con modificazioni, nella legge 4 dicembre 2008, n. 189, è infatti il risultato di un'intesa tra il Governo e l'ANCI, raggiunta il 2 ottobre 2008 per la definitiva soluzione della vicenda.
Il 30 settembre 2009, come proposto nella seduta della Conferenza Stato-città ed autonomie locali del 24 settembre 2009, si è svolta presso il Ministero dell'Interno una riunione del tavolo di lavoro sui criteri e le modalità di rimborso della minore imposta ai comuni, durante la quale fermo restando l'impegno di verificare la disponibilità all'ulteriore stanziamento di risorse che si rendessero necessarie, è stato deciso di proseguire i lavori demandando al tavolo tecnico il compito di individuare i comuni la cui certificazione appare anomala.
Il 5 ottobre 2009 si è riunito il citato tavolo tecnico che ha ritenuto esaustive le verifiche ad oggi effettuate sulle certificazioni dei comuni, riservandosi comunque la possibilità di individuare una lista di comuni nei cui confronti occorra approfondire ulteriormente 1' istruttoria.
Da ultimo, con l'art. 2, comma 117, della Legge Finanziaria per il 2010, è stato integrato l'importo già stimato:
a) per l'anno 2008 di 156 milioni di euro;
b) dall'anno 2009 di 760 milioni di euro annui.
Con riferimento, invece, al comma 8, dell'articolo 77-bis del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, nella legge 6 agosto 2008, n. 133, si precisa che lo stesso è stato abrogato dall'art. 7-quater, comma 9, lett. a), del decreto-legge 10 febbraio 2009, n. 5, convertito, con modificazioni, nella legge 9 aprile 2009, n. 33, consentendo di utilizzare i proventi delle entrate straordinarie nell'ambito dei saldi del Patto di stabilità interno e, quindi, di garantire maggiori spazi finanziari per l’attività di investimento degli enti locali.
Per quanto riguarda, infine, la richiesta di escludere dai saldi utili del Patto di stabilità interno i pagamenti a residui, concernenti spese per investimenti effettuati nei limiti delle disponibilità di cassa a fronte di impegni regolarmente assunti, si fa presente che l'art.9-bis del decreto-legge n. 78 del 2009, convertito nella legge 3 agosto 2009, n. 102 ha previsto che le province e i comuni con più di 5.000 abitanti possono escludere dal saldo rilevante ai fini del rispetto del Patto di Stabilità Interno relativo all'anno 2009 i pagamenti in conto capitale effettuati entro il 31 dicembre 2009, per un importo non superiore al 4 per cento dell'ammontare dei residui passivi in conto capitale risultanti a tutto il 31.12. 2007, a condizione che abbiano rispettato il Patto di Stabilità Interno relativo all'anno 2008, ovvero, qualora non l'abbiano rispettato, si trovino nelle condizioni previste dall'articolo 77-bis, comma 21-bis, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, nella legge 6 agosto 2008, n. 133. Gli enti che si trovano in tale condizione sono circa il 95 % di quelli assoggettati al patto e le esclusioni dal saldo ammontano complessivamente a 2.250 milioni.
Pertanto, si ritiene che sostanzialmente l'impegno assunto con l'ordine del giorno in questione sia stato assolto”.
Tipo atto e Numero |
Primo firmatario |
Sede esame |
Data annuncio |
Comm. Comp. |
Oggetto |
8/00043 Risoluzione conclusiva |
Vannucci |
Commissione |
22/12/09 |
V |
Pagamenti delle pubbliche amministrazioni alle imprese creditrici |
La risoluzione conclusiva Vannucci ed altri n. 8/00043, approvata dalla V Commissione (Bilancio) nella seduta del 20 maggio 2009, impegnava l’esecutivo ad assumere una serie di iniziative concernenti l’estinzione dei debiti pregressi delle amministrazioni pubbliche.
In merito a tale impegno il Ministero dell’economia e delle finanze ha trasmesso la seguente nota:
“Si fa presente che in attuazione dell'articolo 9, comma 1, del decreto legge n. 185 del 29 novembre 2008, convertito con modificazioni, nella legge n. 2 del 28 gennaio 2009, con decreto del Ministro dell'Economia e delle Finanze, di variazione del bilancio, del 23 giugno 2009, registrato dalla Corte dei conti in data 3 luglio 2009, è stato ripartito il fondo per l'estinzione dei debiti pregressi contratti dalle amministrazioni centrali dello Stato nei confronti di enti, società, persone fisiche, istituzioni ed organismi vari, iscritto nello stato di previsione del Ministero dell'Economia e delle Finanze, attribuendo alle amministrazioni interessate un importo complessivo di euro 1.260.723.160, a fronte dei debiti contratti fino al 31 dicembre 2007.
Sempre in attuazione dell'articolo 9, comma 1, del citato decreto-legge n. 185 del 2008, relativamente alle obbligazioni contratte fino al 31 dicembre 2008, con decreto del Ministro dell'Economia e delle Finanze del 17 settembre 2009 sono state accertate posizioni debitorie pregresse per un ammontare complessivo di euro 866.703.333.
A seguito di tale accertamento è in corso di predisposizione il decreto di variazione di bilancio, che attribuisce alle varie amministrazioni le risorse occorrenti per l'estinzione dei citati debiti.
Con riferimento al decreto di attuazione previsto dal comma 3-bis, dell'articolo 9 del decreto-legge n. 185 del 2008, si comunica che lo stesso è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 157 del 9 luglio 2009 (D.M. 19 maggio 2009 recante modalità per favorire l'intervento della «SACE S.p.A.» nella prestazione di garanzie finalizzate ad agevolare la riscossione dei crediti vantati dai fornitori di beni e servizi, nei confronti delle amministrazioni pubbliche e a sostenere il finanziamento per l'acquisto di veicoli).
Il Dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato segnala, comunque, la necessità che l'obbligo di certificazione dei debiti debba avvenire nel rispetto dei limiti del patto di stabilità interno di cui agli articoli 77-bis e 77-ter del decreto legge n 112 del 2008.
Si fa presente, infine, che la richiesta di escludere dal patto di stabilità interno i pagamenti per investimenti effettuati nei limiti delle disponibilità di cassa, a fronte di impegni regolarmente assunti ai sensi dell'articolo n. 183 del Testo Unico degli Enti Locali, finanziate con l'utilizzo dei residui, ha trovato parziale accoglimento nel decreto-legge n. 78 del 2009, convertito nella legge n. 102 del 3 agosto 2009, il quale prevede all'articolo 9-bis, commi 1 e 2, la possibilità per gli enti locali di effettuare pagamenti in conto capitale per un importo non superiore al 4% dei residui passivi in conto capitale risultanti dal rendiconto dell'esercizio 2007.
Alla luce di quanto sopra esposto, si ritiene che il Governo con i citati provvedimenti abbia dato attuazione al documento parlamentare in questione”.
Atti di indirizzo segnalati (dall’inizio della XVI legislatura al 31 dicembre 2009) |
808 |
Note di attuazione pervenute |
18 |
Percentuale di attuazione |
2% |
Tipo atto e Numero |
Primo firmatario |
Sede esame |
Data annuncio |
Comm. Comp. |
Oggetto |
9/2633-A/1 Ordine del giorno |
Contento |
Assemblea |
15/12/09 |
II |
Reclutamento di duecento ulteriori magistrati |
L’ordine del giorno Contento n. 9/2633-A/1, accolto dal Governo nella seduta dell’Assemblea del 30 luglio 2009, impegnava l’esecutivo a valutare l’opportunità di adottare ogni iniziativa, se del caso anche di carattere normativo, per procedere, nel più breve tempo possibile, al reclutamento di almeno altri 200 magistrati
In merito a tale impegno il Ministero della giustizia ha trasmesso la seguente nota:
“Il predetto ordine del giorno ha come presupposto il fatto che il concorso in magistratura indetto con D.M. 27 febbraio 2008 per 500 posti si concluderà lasciando scoperti oltre 200 dei posti banditi, considerato che sono stati ammessi a sostenere la prova orale solamente circa 300 candidati, così aggravando la situazione di perdurante scopertura degli organici che si aggira intorno alle 1.000 unità.
Va però evidenziato che si è appreso dal Direttore della Direzione Generale dei Magistrati, che il Ministero sta per bandire nel mese di dicembre p.v. un concorso per 350 posti di magistrato. Tale ultima determinazione assorbe e risolve, come è evidente, l'impegno preso dal Governo nel luglio scorso con riguardo al reclutamento di almeno altri 200 magistrati, di cui alla nota in oggetto.
E' tuttavia necessario far presente che permane, anche per il personale di magistratura per gli anni 2010 e 2011, il parziale blocco delle assunzioni, che non è venuto meno per effetto dell'art. 4 bis del D.L. n. 97/2008, norma con cui è stata prevista una deroga al predetto blocco solamente sino al 31.12.2009.
Pertanto secondo quanto indicato in una nota del Direttore della Direzione Generale dei Magistrati che si allega al fascicolo (*), nell'anno 2010, nel quale dovrebbe concludersi la procedura concorsuale relativa ai 500 posti banditi con D.M. 27 febbraio 2008, potrebbe essere assunto un numero di magistrati presuntivamente prossimo alle 36 unità.
In forza di queste considerazioni appare quindi opportuno segnalare la necessità a breve, di un intervento normativo che consenta l'assunzione, già nel 2010, di tutti i vincitori del concorso bandito con D.M. 27 febbraio 2008.
Si rimane in attesa di un riscontro, con indicazione di consenso di codesto ufficio (**) alle proposte di provvedimento normativo.
(*) La nota citata è pubblicata a seguire.
(**) Si tratta dell’ufficio legislativo del Ministero della giustizia.
NOTA DEL DIRETTORE DELLA DIREZIONE GENERALE DEI MAGISTRATI
L'art. 66, comma 7° del d.l. 25 giugno 2008, n. 112 dispone che "per gli anni 2010 e 2011, le amministrazioni di cui all'articolo 1, comma 523, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, possono procedere, per ciascun anno, previo effettivo svolgimento delle procedure di mobilità, ad assunzioni di personale a tempo indeterminato nel limite di un contingente di personale complessivamente corrispondente ad una spesa pari al 20 per cento di quella relativa al personale cessato nell'anno precedente. In ogni caso il numero delle unità di personale da assumere non può eccedere, per ciascun anno, il 20 per cento delle unità cessate nell'anno precedente". Da tale disposizione, applicabile al personale di cui all'articolo 3 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, e quindi anche ai magistrati ordinari, come chiarito dal citato art. 1, comma 523 1. n. 296/2006, discende che allo stato nell'anno 2010, nel quale dovrebbe concludersi la procedura concorsuale in oggetto, potrebbe essere assunto un numero di magistrati presuntivamente prossimo alle 36 unita.
Tale limite non è venuto meno per effetto dell'art. 2, comma 2 del d.1. 30 giugno 2008 n. 113 (attualmente all'esame del Senato per la conversione in legge), che ha "differito" al 31 dicembre 2009 il termine per il completamento delle procedure in corso occorrenti per il reclutamento del personale di magistratura ordinaria e che, inoltre, a tale fine, ha autorizzato per gli anni 2008 e 2009 - in deroga all'articolo 1, comma 523, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, e successive modificazioni, ed all'articolo 66, comma 3, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112 - il reclutamento di magistrati ordinari entro il limite di spesa di 3 milioni di euro per l'anno 2008 e di 30 milioni di euro a decorrere dall'anno 2009.
In proposito, infatti, si deve osservare che impropriamente la norma parla di differimento del termine per il completamento delle procedure concorsuali giacché non vi erano termini in corso. In realtà il differimento dei termini sta a significare solo l’operatività anche per 1'anno 2009 della deroga ai limiti di assunzioni. Ciò emerge chiaramente, a proposito delle assunzioni di magistrati amministrativi. e contabili, di avvocati e procuratori dello Stato, dal tenore del comma 1 dello stesso art. 2, secondo cui "è ulteriormente differito al 31 dicembre 2008" "il termine per il completamento delle procedure di assunzione di cui all'articolo 1, comma 518, della legge 27 dicembre 2006, n 296'' e da1 rilievo che la disposizione da ultimo citata non prevedeva alcun termine, ma solo l'autorizzazione al reclutamento per l'anno 2007 e in deroga ai limiti previsti dall'articolo 1, comma 95, della legge 30 dicembre 2004, n. 311.
Se, come si ritiene, la portata del differimento al 31 dicembre 2009 del termine per il completamento delle procedure concorsuali consiste nel consentire entro detta data l'operatività della deroga ai limiti previsti per le assunzioni, divengono decisivi due rilievi al fine di escluderne l'efficacia rispetto al concorso in oggetto. Anzitutto la circostanza che detto concorso, malgrado la previsione dell'art. 8, comma 2 del d.lgs. n. 160/2006 (secondo cui "l'intera procedura concorsuale è espletata in modo da consentire l'inizio del tirocinio dei magistrati ordinari entro dodici mesi dalla data di conclusione delle prove scritte del relativo concorso" e perciò, nella specie, entro il 21 novembre 2009, atteso che la conclusione delle prove scritte è prevista per il 21 novembre 2008), in considerazione dell'elevatissimo numero di candidati (sono state presentate circa 32.000 domande) difficilmente potrà concludersi nel 2009. In secondo luogo il fatto che la spesa per il reclutamento di magistrati ordinari, autorizzata per l'anno 2009, è stata calcolata, come confermato nelle vie brevi dalla Direzione Bilancio del DOG, avendo presenti soltanto le assunzioni conseguenti all'espletamento del concorso a 350 posti di magistrato ordinario, indetto con D.M. 23.3.2004, e del quale si prevede la conclusione appunto per il 2009; pertanto, quand'anche il concorso bandito con D.M..27.2.2008 si espletasse entro il 2009, la spesa prevista per la deroga sarebbe già stata assorbita (ma non per intero, come subito si chiarirà), dalle assunzioni conseguenti al concorso bandito nel 2004.
In conclusione, se il concorso dovesse esaurirsi nel 2009, sarebbero possibili assunzioni solo per i posti non coperti dal concorso indetto con DM 23.3.2004 (la proiezione attendibile, sulla base dei temi sinora corretti, dà un numero finale di circa 320 ammessi agli orali); se, come è più probabile, il concorso dovesse esaurirsi nel 2010, sarebbero operanti, allo stato, i limiti generali sopra richiamati. E', naturalmente, auspicabile che tale limitazione, di grave impatto sulla già dissestata situazione dell'organico della magistratura, possa venire meno in un prossimo futuro.
In ogni caso, indipendentemente dal numero di assunzioni consentite, la possibilità comunque esistente di assumere magistrati ordinari anche nel 2009 e nel 2010, sia pure in numero assolutamente insufficiente, consente, ad avviso dello scrivente, di portare avanti il concorso a 500 posti indetto con D.M. 28.2.2008. Il che renderebbe possibile, in corso d'opera, l'auspicato ripensamento dei limiti di assunzione. Sussiste soltanto l’opportunità, in sede di pubblicazione del diario degli esami del concorso in oggetto, di esplicitare il limite alle assunzioni imposto dal d.l. n. 112/2008.
In questa prospettiva, la Direzione ritiene possibile proseguire nelle attività necessarie per il regolare espletamento del concorso”.
Atti di indirizzo segnalati (dall’inizio della XVI legislatura al 31 dicembre 2009) |
117 |
Note di attuazione pervenute |
12 |
Percentuale di attuazione |
10% |
Tipo atto e Numero |
Primo firmatario |
Sede esame |
Data annuncio |
Comm. Comp. |
Oggetto |
9/2227-A/1 Ordine del giorno |
Lenzi |
Assemblea |
15/12/09 |
I |
Predisposizione di campagne informative per garantire l’esercizio del diritto di voto ai cittadini comunitari residenti in uno Stato diverso da quello di cittadinanza |
L’ordine del giorno Lenzi ed altri n. 9/2227-A/1, accolto dal Governo nella seduta dell’Assemblea dell’11 marzo 2009, impegnava l’esecutivo a predisporre un’adeguata campagna informativa nei Paesi interessati affinché a tutti i cittadini comunitari sia garantito l’esercizio del diritto di voto e sia agevolata la loro partecipazione alle scelte politico-amministrative.
In merito a tale impegno il Ministero dell’interno ha trasmesso la seguente nota:
“In relazione all'attuazione dell'ordine del giorno in oggetto indicato, concernente la partecipazione dei cittadini comunitari alle elezioni del parlamento europeo dello scorso mese di giugno, si precisa che le campagne informative rivolte agli elettori residenti in uno Stato diverso da quello di cittadinanza, in materia di votazione per candidati alle elezioni europee ed amministrative dello Stato di residenza, sono affidate ai singoli Stati membri, sulla base delle rispettive normative interne.
Per quel che concerne l'Italia, a suo tempo, il competente Dipartimento per gli affari interni e territoriali-Direzione centrale dei servizi elettorali di questo Ministero, con circolari nn. 2 e 14, rispettivamente in data 22 gennaio e 6 aprile 2009, ha diramato ai Prefetti opportune direttive ai fini del tempestivo compimento delle procedure di iscrizione alle liste degli aventi diritto, da parte dei comuni, e della promozione, da parte degli stessi, di ogni opportuna attività diretta alla massima divulgazione agli interessati di notizie e informazioni circa la facoltà per i cittadini comunitari di partecipare alla scelta dei parlamentari europei spettanti all'Italia e all'elezione del sindaco e degli altri organi amministrativi”.
Tipo atto e Numero |
Primo firmatario |
Sede esame |
Data annuncio |
Comm. Comp. |
Oggetto |
9/2227-A/2 Ordine del giorno |
Tassone |
Assemblea |
16/12/09 |
I |
Iniziative volte ad estendere il diritto di voto per corrispondenza agli studenti temporaneamente iscritti ad istituti o università straniere nonché ai docenti che si trovino all’estero per ragioni professionali |
L’ordine del giorno Tassone n. 9/2227-A/2, accolto come raccomandazione dal Governo nella seduta dell’Assemblea dell’11 marzo 2009, impegnava l’esecutivo ad estendere il diritto di voto (sia per le elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo che per le consultazioni referendarie) agli studenti temporaneamente iscritti ad istituti o università straniere, nel quadro di programmi di studio all’estero, nonché agli insegnanti e ai docenti che si trovino all’estero per ragioni professionali.
In merito a tale impegno il Ministero dell’interno ha trasmesso la seguente nota:
“Si rileva che le categorie di elettori, ai quali è stata riconosciuta la possibilità di esercitare il diritto di voto per corrispondenza, sono quelle tipicamente previste dal decreto-legge 27 gennaio 2009, n. 3 ("Disposizioni urgenti per lo svolgimento nell'anno 2009 delle consultazioni elettorali e referendarie") e confermate dal legislatore, in sede di conversione, con la legge 25 marzo 2009, n. 26.
Similmente, saranno le scelte discrezionali del medesimo legislatore a determinare, in futuro, l'eventuale ampliamento della platea dei beneficiari di siffatte modalità di votazione”.
Tipo atto e Numero |
Primo firmatario |
Sede esame |
Data annuncio |
Comm. Comp. |
Oggetto |
9/63-177-A/1 Ordine del giorno |
Marchioni |
Assemblea |
16/12/09 |
I |
Distacco dei comuni di Montecopiolo e Sassofeltrio dalla regione Marche e loro aggregazione alla regione Emilia-Romagna |
L’ordine del giorno Marchioni n. 9/63-177-A/1, accolto dal Governo nella seduta dell’Assemblea del 6 maggio 2009, impegnava l’esecutivo a valutare l’opportunità, al completamento del percorso previsto per legge ed acquisiti i pareri delle regioni interessate, di assumere le conseguenti iniziative parlamentari che propongano il distacco dei comuni di Montecopiolo e Sassofeltrio dalla regione Marche e la loro aggregazione alla regione Emilia-Romagna.
In merito a tale impegno il Ministero dell’interno ha trasmesso la seguente nota:
“Nei giorni 24 e 25 giugno 2007, si è proceduto, con esito favorevole, alla consultazione referendaria delle popolazioni interessate, in ordine all'ipotesi di distacco dei Comuni di Montecopiolo e Sassofeltrio (attualmente entrambi in Provincia di Pesaro e Urbino) dalla Regione Marche e di conseguente aggregazione degli stessi alla Regione Emilia-Romagna.
Com’è noto, la materia è disciplinata dal novellato articolo 132, comma 2, della Costituzione, il quale stabilisce che "si può, con l'approvazione della maggioranza delle popolazioni della Provincia o delle Province interessate e del Comune o dei Comuni interessati, espressa mediante referendum e con legge della Repubblica, sentiti i Consigli regionali, consentire che Province e Comuni, che ne facciano richiesta, siano staccati da una Regione e aggregati ad un'altra".
Il cennato iter procedurale prevede l'elaborazione di un disegno di legge, ai sensi dell'articolo 45, comma 4, della legge 25 maggio 1970, n. 350, in materia di consultazioni referendarie, in base al quale, "nel caso di approvazione della proposta sottoposta a referendum, il Ministro per 1'interno (...) presenta al Parlamento il disegno di legge costituzionale o ordinaria di cui all'articolo 132 della Costituzione".
Al riguardo, giova tuttavia ricordare che la Corte Costituzionale (sentenza n. 334/2004) ha avuto modo di chiarire che l'esito favorevole del referendum, di natura prettamente consultiva, non ha, come effetto automatico, la modifica dell'assetto territoriale regionale, ma costituisce un presupposto, necessario ma non vincolante, di un successivo procedimento legislativo.
Passaggio parlamentare, quest'ultimo, che ha la finalità di rinviare alla discrezionalità del Legislatore la valutazione della praticabilità del proposto mutamento, previo parere obbligatorio dei Consigli regionali interessati, che potrebbero evidenziare interessi locali contrapposti o anche non integralmente concordanti con quelli presi in considerazione con la rigida alternativa propria dell'istituto referendario.
L'orientamento è stato, altresì, successivamente ribadito dalla stessa Corte Costituzionale (sentenza n. 66/2007), che, con riferimento alla norma contenuta nell'articolo 132 della Costituzione, ha rilevato che tale disposizione "prevede che, dopo lo svolgimento del referendum, acquisito l'eventuale esito positivo dello stesso e prima dei lavori legislativi che avranno inizio con l'eventuale presentazione del disegno di legge governativo, si provveda allo specifico e solenne coinvolgimento delle Regioni interessate attraverso la richiesta ai loro Consigli regionali del parere sulla proposta".
Si soggiunge, peraltro, che sono già state presentate, nella corrente legislatura, più proposte di legge di iniziativa parlamentare (A.C. n. 2143, A.C. 2144, A.S. 625, A.S. 627), il cui iter è attualmente in corso”.
Tipo atto e Numero |
Primo firmatario |
Sede esame |
Data annuncio |
Comm. Comp. |
Oggetto |
9/2180-A/58 Ordine del giorno |
Lovelli |
Assemblea |
16/12/09 |
I |
Esigenze di sicurezza connesse ai raduni musicali denominati “rave party” |
L’ordine del giorno Lovelli n. 9/2180-A/58, accolto dal Governo nella seduta dell’Assemblea del 13 maggio 2009, impegnava l’esecutivo ad una particolare attenzione alle esigenze di sicurezza connesse ai raduni musicali denominati rave party.
In merito a tale impegno il Ministero dell’interno ha trasmesso la seguente nota:
“Il fenomeno, inizialmente sviluppatosi all'estero, ha progressivamente interessato dapprima ristrette aree geografiche del nostro Paese, per poi diffondersi anche in realtà che finora ne erano state escluse.
In relazione alla dimensione assunta dal fenomeno, cresciuto a dismisura grazie anche alla maggiore facilità di trasmettere le relative informazioni con i più moderni sistemi di comunicazione, quali i circuiti Internet e gli "sms" inoltrati tramite la telefonia mobile, si è provveduto a sensibilizzare le Autorità provinciali di pubblica sicurezza, impartendo apposite direttive per la prevenzione e la repressione degli elementi di illegalità del fenomeno ed ai fini del mantenimento dell'ordine e della sicurezza pubblica nelle aree interessate dagli eventi, anche stabilendo opportuni contatti con i promotori, finalizzati a orientare le scelte organizzative verso le migliori possibili soluzioni e a circoscrivere, al massimo, criticità e momenti di pericolo per gli stessi partecipanti.
Le medesime Autorità provinciali dovranno, altresì, valutare, sulla base di specifiche informative, l'impatto che le manifestazioni potrebbero avere sui diversi contesti abitativi ed ambientali, da perseguire anche alla luce dei recenti provvedimenti normativi in materia di vendita di bevande alcoliche e uso di sostanze stupefacenti in relazione alla guida di veicoli (legge n. 125/08 e legge n. 94/09), con cui i partecipanti tradizionalmente si muovono e procedere, in sede tecnica e, se del caso, anche in sede di Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, ad una mappatura delle zone abitualmente prescelte per gli eventi”.
Atti di indirizzo segnalati (dall’inizio della XVI legislatura al 31 dicembre 2009) |
187 |
Note di attuazione pervenute |
68 |
Percentuale di attuazione |
36% |
Tipo atto e Numero |
Primo firmatario |
Sede esame |
Data annuncio |
Comm. Comp. |
Oggetto |
9/2187-A/1 Ordine del giorno |
Proietti Cosimi |
Assemblea |
16/12/09 |
XI |
Utilizzo delle risorse previste dal Fondo che alimenta le social card per interventi di riforma degli ammortizzatori sociali e per misure a sostegno del reddito dei lavoratori con carriere discontinue e in disoccupazione |
L’ordine del giorno Proietti Cosimi ed altri n. 9/2187-A/1, accolto dal Governo nella seduta dell’Assemblea del 6 aprile 2009, impegnava l’esecutivo a valutare l’eventualità di predisporre adeguati provvedimenti al fine di usufruire delle risorse previste dal fondo a sostegno della misura delle social card, orientandole verso interventi sociali più proficui e concreti che consentano di sostenere il progetto di riforma degli ammortizzatori sociali e di predisporre misure a sostegno del reddito dei lavoratori con carriere discontinue e in disoccupazione e adeguate misure per il reddito e l’occupazione.
In merito a tale impegno il Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali, per quanto attiene ai profili di propria competenza, ha trasmesso la seguente nota:
“La legge n. 33/2009, all'articolo 7 ter introduce ulteriori "Misure urgenti a tutela dell'occupazione" che si vanno ad aggiungere a quelle già previste dall'articolo 19 della legge n. 2/2009 (che reca interventi per il sostegno a famiglie, lavoro, occupazione e impresa e per ridisegnare in funzione anticrisi il quadro strategico nazionale).
Con la legge finanziaria 2009 (art. 2, comma 36) e successive modificazioni e integrazioni, sono state, infatti, stanziate risorse pari a 600 milioni di euro da destinare agli interventi di integrazione salariale straordinaria in deroga alla vigente normativa, per tenere indenni dalla crisi economica attuale i lavoratori dipendenti da imprese che non possono accedere alle disposizioni normative della legge 223/1991 (norme in materia di cassa integrazione; mobilità, trattamenti di disoccupazione ed altri disposizioni in materia di mercato del lavoro).
Si fa presente, inoltre, che il decreto legge 29.11.2008, n. 185, convertito con modificazioni dalla legge 28.01.2009, n. 2, all'articolo 19, comma 11, ha previsto, fino al 31.12.2009, la concessione di trattamenti di cassa integrazione guadagni straordinaria e di mobilità ai dipendenti delle imprese esercenti attività commerciali con più di 50 dipendenti, delle agenzie di viaggio e turismo, compresi gli operatori turistici, con più di 50 dipendenti, delle imprese di vigilanza con più di 15 dipendenti, nel limite di spesa di 45 milioni di euro per l’anno 2009, a carico del Fondo per l'occupazione.
Inoltre, il medesimo art. 19 ha individuato interventi per il sostegno al reddito anche di lavoratori non rientranti nel campo di applicazione della normativa a regime in materia di CIGS (legge n. 223/91), sospesi per crisi aziendali o occupazionali, fino ad un massimo di 90 giornate, per i quali è stato previsto uno stanziamento di 289 milioni di euro per l'anno 2009, di 304 milioni di euro per ciascuno degli anni 2010 e 2011 e di 54 milioni di euro a decorrere dall'anno 2012.
All'art. 19, lett. a), è prevista l'indennità di disoccupazione ordinaria non agricola con requisiti normali, in favore di quei lavoratori sospesi per crisi aziendali o occupazionali dipendenti da aziende alle quali non si applica la normativa della integrazione salariale.
La durata massima del trattamento non può superare le 90 giornate.
Nella medesima legge, l’art. 19, lett. b), ha previsto, sempre per un massimo di 90 giornate, l'indennità di disoccupazione ordinaria non agricola con requisiti ridotti, in favore di quei lavoratori sospesi per crisi aziendali o occupazionali dipendenti da aziende alle quali non si applica la normativa della integrazione salariale.
Si riferisce, poi, che con il più volte citato decreto legge n. 185/2008 convertito dalla legge n. 2/2009, sono stati previsti interventi mirati in favore dei lavoratori inquadrati con tipi di contratti atipici che in precedenza erano esclusi dalle forme di tutela al reddito de quo.
Infatti, i lavoratori c.d. precari, dunque con contratto di lavoro atipico rispetto a quelli con contratto a tempo indeterminato, con il decreto legge n. 185/2008, convertito con modificazioni dalla legge n. 2/2009, trovano espressamente previsione di sostegno al reddito.
Nello specifico si riferisce che si è disposto a favore:
- di lavoratori inquadrati con il contratto di apprendisti (art. 19, comma 1, lett. c)) in via sperimentale per il triennio 2009/2011, in caso di sospensione per crisi aziendali o occupazionali ovvero in caso di licenziamento, un intervento di integrazione salariale pari all'indennità ordinaria di disoccupazione con requisiti normali;
- dei lavoratori somministrati e apprendisti (art. 19, comma 8) che possono essere indennizzati con il ricorso alle risorse finanziarie destinate agli ammortizzatori in deroga alla vigente normativa;
- dei collaboratori coordinati e continuativi (art. 19, comma 2 come modificato dall'art. 7 della legge n. 33/2009) per i quali è prevista la liquidazione di una somma, in un'unica soluzione, pari al 20% del reddito dell'anno precedente se si trovano nelle condizioni indicate, nello specifico, dal citato comma 2 dell'art. 19 del decreto legge n. 185/2008, convertito con modificazioni dalla legge n. 2/2009.
Con delibera CIPE del 6 marzo 2009 sono stati stanziati, per il biennio2009-2010, 4 miliardi di euro con la seguente ripartizione:
- 2,950 miliardi di euro al Centro-Nord;
- 1,050 miliardi di euro al Mezzogiorno.
Con decreti ministeriali n. 45080 del 19.02.2009 e n. 46449 del 07.07.2009, a valere sulle risorse sopra indicate, sono state assegnate alle regioni risorse per complessivi 825,5 milioni di euro, a copertura della quota nazionale di finanziamento degli ammortizzatori in deroga.
Si fa presente, altresì, che il decreto legge 1° luglio 2009, n. 78, contenente nuove misure anticrisi, ha previsto alcuni interventi riguardanti gli ammortizzatori sociali e le misure per favorire l'occupazione.
In particolare il provvedimento prevede che:
- art. 1, comma 1. In via sperimentale per gli anni 2009 e 2010, i lavoratori già destinatari di trattamenti di sostegno al reddito in costanza di rapporto di lavoro, possono essere utilizzati dall'impresa in progetti di formazione e riqualificazione che possono includere attività produttiva connessa all'apprendimento. L'inserimento del lavoratore nelle attività del progetto può avvenire sulla base di uno specifico accordo stipulato in sede ministeriale. Al lavoratore spetta a titolo retributivo la differenza tra il trattamento di sostegno al reddito e la retribuzione. Le modalità attuative verranno date con decreto interministeriale in via di predisposizione;
- art. 1, comma 6. In via sperimentale per gli anni 2009 e 2010, l'ammontare del trattamento di integrazione salariale per i contratti di solidarietà è aumentato nella misura nella misura del 20% (passando dal 60% all'80%) del trattamento perso a seguito della riduzione di orario nel limite massimo di 40 milioni di euro per l'anno 2009 e di 80 milioni di euro per l'anno 2010.
L'onere, derivante dall'incremento del 20% dei trattamenti, è posto a carico delle risorse per l'anno 2009 e 2010 del Fondo sociale per l'occupazione e formazione. L'INPS, secondo le linee guida definite nel decreto ministeriale attuative di cui al presente comma, allo stato in via di predisposizione, provvede al monitoraggio dei provvedimenti autorizzativi consentendo l'erogazione dei medesimi nei limiti delle relative risorse come disciplinate dallo stesso decreto;
- art. 1, commi 7 e 8. In via sperimentale per gli anni 2009 e 2010, al lavoratore già percettore del trattamento di cassa integrazione guadagni per crisi aziendale a seguito di cessazione totale o parziale dell'impresa, di procedura concorsuale o comunque nei casi in cui il lavoratore sospeso sia stato dichiarato esubero strutturale, nel caso in cui il medesimo ne faccia richiesta per intraprendere una attività autonoma, per avviare una auto o micro impresa o per associarsi in cooperativa è liquidato il trattamento di integrazione salariale straordinaria per un numero di mensilità pari a quelle deliberate non ancora percepite. Il lavoratore, successivamente all'ammissione al beneficio e prima dell'erogazione del medesimo, deve dimettersi dall'impresa di appartenenza. Con decreto ministeriale in via di predisposizione saranno determinate le modalità per l'applicazione di quanto previsto dal presente comma”.
Tipo atto e Numero |
Primo firmatario |
Sede esame |
Data annuncio |
Comm. Comp. |
Oggetto |
9/2468/46 Ordine del giorno |
Paladini |
Assemblea |
16/12/09 |
XI |
Rafforzamento dei controlli anche da parte degli ispettori del lavoro e degli ispettori INPS nell’affidamento degli interventi di ricostruzione nelle aree terremotate dell’Abruzzo |
L’ordine del giorno Paladini n. 9/2468/46, accolto come raccomandazione dal Governo nella seduta dell’Assemblea del 17 giugno 2009, impegnava l’esecutivo: a potenziare le dotazioni organiche degli ispettori del lavoro, nonché degli ispettori INPS; a prendere le opportune iniziative per obbligare le amministrazioni comunali ed i soggetti privati, nell’affidare i lavori per gli interventi di ricostruzione e di ripristino nelle aree colpite dal sisma dell’aprile 2009, a richiedere alle imprese – incluse quelle subappaltatrici - copia dei versamenti contributivi, previdenziali ed assicurativi relativi ai lavoratori impiegati nelle attività di ricostruzione.
In merito a tale impegno il Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali, per quanto attiene ai profili di propria competenza, ha trasmesso la seguente nota:
“In considerazione dell'elevato numero di interventi da realizzare, nel settore dell'edilizia, a seguito del grave sisma che ha colpito e danneggiato il patrimonio edilizio ed artistico, nonché il tessuto economico e produttivo, di una vasta area dell’Abruzzo, sono state assume, in qualità di ispettori del lavoro, n.11 unità (n. 2 presso la DPL di L'Aquila, n. 2 presso la DPL di Pescara, n. 3 presso la DPL di Teramo e n. 4 unità presso la DPL di Chieti). In tal modo, è stata esaurita la graduatoria dei candidati risultati idonei al concorso per n. 20 ispettori del lavoro per la regione Abruzzo, bandito con D.M. del 15/11/2004.
Attualmente il numero totale di ispettori del lavoro, in servizio nella citata Regione, ammonta a n. 117 unità, di cui n. 7 presso la DRL di L'Aquila, n. 16 presso la DPL di L'Aquila, n. 34 presso la DPL di Pescara, n. 31 presso la DPL di Teramo e n. 21 presso la DPL di Chieti.
In relazione all'attività di vigilanza, volta al controllo del rispetto delle norme poste a tutela della salute e sicurezza dei lavoratori sui luoghi di lavoro, nell'ambito dei cantieri attivi per la costruzione di nuove case da destinare alle famiglie rimaste senza abitazione, nonché per la ricostruzione e riparazione degli edifici danneggiati, nei mesi da luglio a settembre sono state ispezionate n. 147 aziende (ed elevate n. 179 prescrizioni in materia di sicurezza) e controllati n. 39 appalti pubblici. Alcuni dei predetti interventi sono stati effettuati congiuntamente alle Forze di Polizia nonché alla Direzione Antimafia.
La competente Direzione generale per l'attività ispettiva, inoltre, ha ritenuto opportuno programmare un'attività di vigilanza straordinaria all'interno dei cantieri impegnati nella ricostruzione post-sismica.
In particolare, la suddetta vigilanza sarà rivolta alla verifica, nel settore considerato, della regolarità dei rapporti di lavoro, della genuinità degli appalti e sub-appalti, nonché del rispetto delle norme in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavori.
Per tale operazione è stata istituita una apposita task force composta da ispettori del lavoro, amministrativi e tecnici, provenienti dalle regioni limitrofe (Lazio, Marche e Umbria), che sarà operativa dal 19 ottobre all’11 dicembre 2009.
Si precisa, infine, che nella descritta vigilanza è prevista la possibilità di coinvolgere i Vigili del Fuoco nei casi in cui sia necessario effettuare accessi ispettivi in "zone rosse" o in zone dove sono in corso abbattimenti e messa in sicurezza di edifici pericolanti”.
Atti di indirizzo segnalati (dall’inizio della XVI legislatura al 31 dicembre 2009) |
320 |
Note di attuazione pervenute |
90 |
Percentuale di attuazione |
28% |
Tipo atto e Numero |
Primo firmatario |
Sede esame |
Data annuncio |
Comm. Comp. |
Oggetto |
9/2031-A/13 Ordine del giorno |
De Girolamo |
Assemblea |
15/12/09 |
I |
Meccanismi di conferimento di incarichi dirigenziali a soggetti esterni alla pubblica amministrazione |
9/2561-A/197 Ordine del giorno |
Nizzi |
16/12/09 |
L’ordine del giorno De Girolamo ed altri n. 9/2031-A/13, accolto dal Governo nella seduta dell’Assemblea del 12 febbraio 2009, impegnava l’esecutivo a prevedere, con riferimento al conferimento di incarichi dirigenziali a soggetti estranei alla pubblica amministrazione, meccanismi diretti a garantire che si faccia ricorso a tale facoltà unicamente in presenza di comprovate situazioni nelle quali non sia possibile reperire all’interno delle pubbliche amministrazioni stesse quelle alte professionalità e quelle competenze specialistiche necessarie per migliorare la qualità dei servizi dalle stesse erogati.
L’ordine del giorno Nizzi ed altri n. 9/2561-A/197, accolto dal Governo nella seduta dell’Assemblea del 27 luglio 2009, sempre in merito all’attribuzione di incarichi dirigenziali a soggetti esterni alla pubblica amministrazione, impegnava l’esecutivo a valutare l'opportunità di ripristinare i limiti percentuali previsti dall'articolo 19 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, in coerenza con i principi costituzionali di accesso per concorso ai pubblici uffici,
In merito a tali impegni il Ministro per la pubblica amministrazione e l’innovazione ha trasmesso la seguente nota:
“Si evidenzia, che proprio con l'introduzione della recentissima riforma, adottata con il D.Legs. n. 150 del 2009, si è inteso raggiungere gli obiettivi di ottimizzazione, di efficienza e trasparenza dell'amministrazione pubblica, anche attraverso una profonda modifica della disciplina della dirigenza pubblica volta a ridisegnare funzioni, responsabilità, poteri e modalità di conferimento degli incarichi dirigenziali nel settore pubblico.
L'obiettivo della riforma, pertanto, è proprio quello di valorizzare la dirigenza pubblica, assegnandole un ruolo strategico nella definizione e realizzazione degli obiettivi dell'azione amministrativa, introducendo sistemi selettivi per l'accesso all'alta formazione che garantiscano il raggiungimento di elevate competenze specialistiche necessarie a migliorare la qualità dei servizi erogati nonché sistemi di valutazione delle performances interfacciati a sistemi premiali che riconoscano il merito ed il demerito dei singoli dipendenti.
Vengono introdotte, inoltre, modifiche ai sistema di reclutamento della dirigenza pubblica, volte a garantire la selettività e la valorizzazione dei risultati ai fini degli incarichi dirigenziali.
Questo nuovo atteggiamento culturale introdotto nel settore pubblico dalla riforma Brunetta, volto proprio a sviluppare le alte professionalità dei dirigenti di ruolo della Pubblica Amministrazione, risulta idoneo a introdurre ulteriori garanzie in ordine a quanto auspicato dagli Onorevoli parlamentari con il presente atto di indirizzo.
In particolare, l'articolo 19, comma 6, del. D.Legs. 30 marzo 2001, n. 165, che già prevedeva per il conferimento di incarichi "esterni" di funzioni dirigenziali notevoli limitazioni temporali, di dotazione organica e qualitative, volte a garantire l'assunzione degli incarichi dirigenziali per periodi di tempo limitati, in una ridottissima percentuale sul totale della dotazione organica di ruolo e da parte di soggetti in possesso di particolare e comprovata qualificazione professionale ed esperienza, o provenienti da qualificati specifici settori o ruoli professionali, è stato ora reso ancora più stringente dalla riforma Brunetta (cfr. articolo 40 del D.Legs. n. 150/2009).
Infatti, l'eventuale possibilità di conferire incarichi "esterni" di funzioni dirigenziali è ora possibile, ferme restando le limitazioni già operanti, soltanto fornendo esplicita motivazione e soltanto allorquando la particolare e comprovata qualificazione professionale richiesta non sia rinvenibile nei ruoli dell'Amministrazione e soltanto qualora la comprovata professionalità. derivi da concrete esperienze di lavoro maturate per almeno un quinquennio.
Pertanto, in tale contesto, non potrà che derivarne, da un lato, la valorizzazione della professionalità dell'intero settore della dirigenza pubblica e, dall'altro, una proficua e positiva selezione naturale del personale incaricato di rivestire funzioni dirigenziali, che interesserà anche la ridottissima percentuale di personale dirigente esterno, nel rispetto ed a tutela del preminente interesse pubblico”.
Tipo atto e Numero |
Primo firmatario |
Sede esame |
Data annuncio |
Comm. Comp. |
Oggetto |
9/2031-A/35 Ordine del giorno |
Antonino Foti |
Assemblea |
15/12/09 |
I |
Garanzia di un’articolazione territoriale delle iniziative di formazione della Scuola superiore della pubblica amministrazione |
L’ordine del giorno Antonino Foti ed altri n. 9/2031-A/35, accolto dal Governo nella seduta dell’Assemblea del 12 febbraio 2009, impegnava l’esecutivo a garantire l’articolazione territoriale delle iniziative di formazione, secondo i canoni ed i criteri applicati dai più avanzati standard a livello comunitario, anche attraverso la valorizzazione delle sedi decentrate della Scuola superiore della pubblica amministrazione.
In merito a tale impegno il Ministro per la pubblica amministrazione e l’innovazione ha trasmesso la seguente nota:
“Si fa riferimento all'ordine del giorno in oggetto, accolto come raccomandazione, con il quale il Governo si impegna a garantire l'articolazione territoriale delle iniziative di formazione, secondo i canoni ed i criteri applicati dai più avanzati standard a livello comunitario, anche attraverso la valorizzazione delle sedi decentrate della Scuola Superiore della Pubblica Amministrazione, considerato che nell'ambito della generale riforma dell'organizzazione amministrativa dello Stato la formazione del personale riveste una funzione di primaria importanza.
Al riguardo, si evidenzia che proprio tale ultimo aspetto rappresenta. uno dei principali cardini sui quali poggia l'intera strategia di cambiamento culturale all'interno delle amministrazioni pubbliche,che si intende realizzare con il D.Legs. n. 150 del 27.10.2009.
La citata riforma, volta al miglioramento dell'organizzazione e all'incremento dell'efficienza e produttività del lavoro pubblico, alla realizzazione di elevati standard qualitativi ed economici delle prestazioni, delle funzioni e dei servizi, al riconoscimento dei meriti e demeriti, alla selettività e valorizzazione delle capacità e dei risultati, attribuisce grande importanza strategica all'aspetto formativo dei dipendenti pubblici, al punto che, per quanto di interesse rispetto all'atto di indirizzo in questione, non soltanto viene sostanzialmente garantita l'articolazione territoriale delle iniziative di formazione fino ad oggi intraprese nel settore pubblico - come quelle già ampiamente collaudate presso le diverse sedi nelle quali attualmente è articolata la Scuola Superiore della pubblica Amministrazione - ma, proprio al fine di valorizzare quelle istituzioni, che garantiscono l'offerta formativa ai più alti livelli, il decreto legislativo sopra richiamato prevede all'articolo 26 l'accesso “privilegiato” ai percorsi di alta formazione in primarie istituzioni educative nazionali ed internazionali pubbliche e private. Tale accesso è volto a riconoscere e valorizzare i contributi individuali e le professionalità sviluppate dai singoli dipendenti.
L'istituto è inteso, inoltre, come ulteriore strumento "premiale" per il dipendente, accanto al trattamento accessorio o la retribuzione di risultato di cui all'articolo 19 del provvedimento delegato citato e agli altri strumenti premiali previsti dai successivi articoli da 21 a 25 (bonus annuale delle eccellenze, premio annuale per l'innovazione, progressioni economiche e di carriera, attribuzione di incarichi di responsabilità).
Tutto ciò premesso, dalle citate disposizioni non può che derivare un rafforzamento del ruolo attivo della Scuola Superiore della Pubblica amministrazione nell'attuazione delle politiche di riforma dell'organizzazione amministrativa e, stante gli obiettivi di efficienza ed economicità che caratterizzano l'offerta formativa di alto livello rappresentata da. tale prestigiosa istituzione pubblica, ne risulteranno valorizzate, in particolare, le articolazioni territoriali nelle quali essa è strutturata”.
Tipo atto e Numero |
Primo firmatario |
Sede esame |
Data annuncio |
Comm. Comp. |
Oggetto |
9/2561-A/108 Ordine del giorno |
Barani |
Assemblea |
15/12/09 |
XI |
Iniziative volte a modificare la previsione del pensionamento obbligatorio per i dipendenti pubblici con un’anzianità contributiva di quaranta anni |
L’ordine del giorno Barani ed altri n. 9/2561-A/108, accolto dal Governo ed approvato dall’Assemblea nella seduta del 27 luglio 2009, impegnava l’esecutivo a valutare l’opportunità di adottare iniziative normative volte a modificare la previsione del pensionamento obbligatorio per i dipendenti pubblici, compresi i dirigenti, con un’anzianità contributiva di quaranta anni, al fine di evitare disparità ed aggravi dei costi del sistema pensionistico nazionale.
In merito a tale impegno il Ministro per la pubblica amministrazione e l’innovazione ha trasmesso la seguente nota:
“La disciplina in esame, di carattere transitorio e sperimentale poiché limitata al triennio 2009-2011, deve essere valutata nell'ambito del complesso delle misure introdotte con il decreto-legge n. 112 del 2008, cvt, con modificazioni, dalla legge n. l33 del 2008, ivi compresa la quantificazione degli effetti finanziari positivi per la finanza pubblica sul versante dei redditi da lavoro dipendente connessi all'applicazione delle norme in esame; e per tali ragioni l'estensione delle deroghe previste dall’ultimo periodo del citato comma 11 dovrà essere puntualmente verificato alla luce degli effetti indotti in termini di maggiori oneri per la finanza pubblica, per i quali si rinvia al necessario apprezzamento del Ministero dell’economia e delle finanze;
al riguardo, si fa in ogni caso presente che l'Esecutivo. in sede di esame dell'AS 1167, recante delega al Governo in materia di lavori usuranti e misure in tema di lavoro pubblico, non ha espresso parere ostativo all'approvazione di un emendamento aggiuntivo all'articolo 16 (16.0.1 - Testo 3) volto alla modifica della disciplina dell'età pensionabile dei dirigenti medici del servizio sanitario nazionale, di cui al comma 1 dell'articolo 15-nonies del Dlgs. N. 502/1992”.
Tipo atto e Numero |
Primo firmatario |
Sede esame |
Data annuncio |
Comm. Comp. |
Oggetto |
9/2105-A/78 Ordine del giorno |
Ferrari |
Assemblea |
15/12/09 |
I |
Adozione di procedure che assicurino la massima professionalità, responsabilità ed autonomia delle figure apicali delle amministrazioni pubbliche |
L’ordine del giorno Ferrari ed altri n. 9/2105-A/78, accolto come raccomandazione dal Governo nella seduta dell’Assemblea del 24 marzo 2009, nell'ambito della generale riforma dello Stato volta a modernizzare le pubbliche amministrazioni, impegnava l’esecutivo: ad alleggerire e semplificare gli apparati burocratici, nonché ad aumentare efficienza ed economicità attraverso il maggior controllo dei cittadini; ad emanare contestuali provvedimenti per l’adozione di procedure che assicurino la massima professionalità, responsabilità ed autonomia delle figure apicali delle amministrazioni pubbliche interessate, mediante trasparenti procedure di selezione e di riconoscimento del merito.
In merito a tale impegno il Ministro per la pubblica amministrazione e l’innovazione ha trasmesso la seguente nota:
“Si evidenzia che con l'emanazione del D.Legs. n. 150 del 27.10.2009 il Governo ha inteso assicurare, nell'ottica di una radicale riforma della pubblica amministrazione, proprio quanto auspicato nell'ordine del giorno in argomento.
Infatti, le disposizioni contenute nel citato provvedimento intendono realizzare un radicale cambiamento nelle amministrazioni pubbliche, attraverso la costituzione di un Sistema globale di gestione delle performances (intese come "contributo" del dipendente al raggiungimento delle finalità e degli obiettivi e, di conseguenza. alla soddisfazione dei bisogni per i quali l'organizzazione pubblica è stata costituita), con particolare riferimento alle figure apicali dell'amministrazione pubblica che sono chiamate ad agire in un'ottica di risultato e di trasparenza.
Questo nuovo Sistema di valutazione consentirà di pianificare meglio, misurare meglio, valutare meglio, premiare meglio e rendicontare meglio, con l'obiettivo di migliorare la qualità dei servizi, nonché la competenza e la professionalità dei dipendenti, in particolare di quelli apicali responsabili della gestione della cosa pubblica; ciò anche attraverso la realizzazione di un sistema premiante volto ad individuare ed incentivare la qualità delle prestazioni professionali, mediante principi selettivi obiettivi e trasparenti.
Il decreto legislativo n. 150 del 2009, in particolare con le disposizioni di cui ai Principi Generali e ai Titoli II e III, appare pertanto idoneo a corrispondere a quanto auspicato nel presente atto di indirizzo”.
Tipo atto e Numero |
Primo firmatario |
Sede esame |
Data annuncio |
Comm. Comp. |
Oggetto |
9/2031-A/5 Ordine del giorno |
Di Biagio |
Assemblea |
16/12/09 |
I |
Responsabilità della dirigenza pubblica |
L’ordine del giorno Di Biagio ed altri n. 9/2031-A/5, accolto come raccomandazione dal Governo nella seduta dell’Assemblea del 12 febbraio 2009, impegnava l’esecutivo, nel quadro generale della riforma della dirigenza pubblica, ad adottare iniziative normative volte ad introdurre specifiche e chiare disposizioni in materia di responsabilità dirigenziale che prevedano, qualora sussistano i presupposti di gravità e di inosservanza da parte del dirigente, che questo possa essere escluso dal conferimento di ulteriori incarichi di livello dirigenziale o, nei casi di maggiore gravità, che l’amministrazione possa recedere dal rapporto di lavoro secondo le disposizioni previste dai contratti collettivi.
In merito a tale impegno il Ministro per la pubblica amministrazione e l’innovazione ha trasmesso la seguente nota:
“Si rappresenta che proprio con l'introduzione della recentissima riforma, adottata con il D. Legs. n. 150 del 2009, si è inteso raggiungere gli obiettivi di ottimizzazione, di efficienza e trasparenza dell'amministrazione pubblica, anche attraverso una profonda modifica della disciplina della dirigenza pubblica volta a ridisegnare funzioni, responsabilità, poteri e modalità di conferimento degli incarichi, dirigenziali nel settore pubblico.
L'obiettivo della riforma, pertanto, è volto, da un lato, a valorizzare la dirigenza pubblica, assegnandole un ruolo strategico nella definizione e realizzazione degli obiettivi dell'azione amministrativa, introducendo sistemi selettivi per l'accesso che garantiscano il raggiungimento di elevate competenze specialistiche necessarie a migliorare la qualità dei servizi erogati, mentre, dall'altro, all'istituzione di sistemi di valutazione delle performances interfacciati a sistemi premiali e sanzionatori, che responsabilizzino i singoli dirigenti riconoscendone il merito ed il demerito.
Questo nuovo atteggiamento culturale introdotto nel settore pubblico dalla riforma Brunetta, che coinvolge tutti i lavoratori pubblici contrattualizzati, interessa in particolare la dirigenza, in quanto, sostanzialmente, parte rilevante della disciplina in questione risulta finalizzata ad una profonda responsabilizzazione del dirigente pubblico, il quale, in caso di scarsa produttività, assenteismo o infrazioni particolarmente rilevanti può vedere seriamente precluse le proprie aspirazioni di carriera, compromesse le possibilità di godere di incentivi economici o di altra natura, nonché subire sanzioni di carattere disciplinare, e nei casi, più gravi anche il licenziamento.
Il provvedimento citato, in particolare, prevede alcune modifiche (articolo 41, del D.Legs n. 150/2009) all’articolo 21 del D.Legs n. 165 del 2001 in materia di responsabilità dirigenziale, che emerge in caso di mancato raggiungimento degli obiettivi accertato attraverso le risultanze del Sistema di valutazione di cui al Titolo II e in caso di inosservanza delle direttive impartite.
In questi casi, ferma restando la responsabilità disciplinare di derivazione contrattuale collettiva, la suddetta disciplina stabilisce l'impossibilità del rinnovo dello stesso incarico dirigenziale e, nei casi più gravi, dispone la revoca dell'incarico con collocazione del dirigente a disposizione dei ruoli.
Inoltre, le responsabilità dirigenziale rileva anche in riferimento ai compiti di vigilanza sul rispetto, da parte del personale dipendente assegnato all'ufficio, degli standard qualitativi e quantitativi fissati dall'Amministrazione datrice; in tal caso, al dirigente responsabile viene inflitta la decurtazione della retribuzione di risultato, in relazione alla gravità della violazione, di una quota che può arrivare fino all'80 % del totale.
Di particolare rilevanza risulta anche l'inserimento nel D.Legs n. 165 del 2001 delle disposizioni di cui agli articoli 55 sexties e septies (articolo 69, del D.Legs. n. 150/2009) che prevedono, la prima, in due casi particolari in materia di procedimento disciplinare, la sospensione del dirigente dal servizio e della retribuzione, nonché la mancata attribuzione della retribuzione di risultato; la seconda, in caso di inosservanza delle norme in materia di assenze per malattia del personale dipendente, decurtazioni di carattere economico.
Si tratta di disposizioni di assoluto rilievo che assegnano al dirigente pubblico un ruolo strategico nella conduzione dell'azione amministrativa, collegando tale ruolo alle rispondenti responsabilità ed a proporzionati strumenti sanzionatori; a contribuire all'efficacia di tali disposizioni, volte alla responsabilizzazione della dirigenza pubblica, concorrono, inoltre, sia la partecipazione del dirigente alla formulazione degli obiettivi da raggiungere, sia l'introduzione nel settore pubblico di criteri di gestione e valutazione sperimentati nel settore privato, volti a realizzare adeguati livelli di produttività, a favorire il riconoscimento di meriti e demeriti, nonché a rafforzare la netta distinzione tra funzioni di indirizzo e controllo spettanti agli organi di governo”.
Tipo atto e Numero |
Primo firmatario |
Sede esame |
Data annuncio |
Comm. Comp. |
Oggetto |
9/2561-A/157 Ordine del giorno |
Leoluca Orlando |
Assemblea |
16/12/09 |
XI |
Stabilizzazione dei lavoratori precari della pubblica amministrazione |
L’ordine del giorno Leoluca Orlando n. 9/2561-A/157, accolto come raccomandazione dal Governo nella seduta dell’Assemblea del 27 luglio 2009, impegnava l’esecutivo a valutare l’opportunità di adottare iniziative normative al fine di stabilizzare i lavoratori precari della pubblica amministrazione.
In merito a tale impegno il Ministro per la pubblica amministrazione e l’innovazione ha trasmesso la seguente nota:
“L'articolo 17, comma 15, del decreto legge n. 78 del 2009, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 102 del 2009, dispone che il termine per procedere alle stabilizzazioni di personale relative alle cessazioni verificatesi nell'anno 2007, di cui all'articolo 1, comma 526 della legge 27 dicembre 2006 n. 296 e successive modificazioni, è prorogato al 31 dicembre 2010 e le relative autorizzazioni possono essere concesse entro il 31 dicembre 2009.
Il successivo comma 16 prevede poi che il termine per procedere alle assunzioni di personale a tempo indeterminato di cui all'articolo 1, comma 527 della legge 27 dicembre 2006, n. 296 e successive modificazioni, è prorogato al 31 dicembre 2010 e le relative autorizzazioni possono essere concesse entro il 31 dicembre 2009.
L'impegno, richiesto al Governo mediante l'ordine del giorno in esame può, quindi, ritenersi assolto dalle disposizioni sopra citate che provvedono, infatti, a prorogare i termini indicati dalla legge finanziaria 2007 in materia di stabilizzazione di lavoratori precari”.
Tipo atto e Numero |
Primo firmatario |
Sede esame |
Data annuncio |
Comm. Comp. |
Oggetto |
9/2561-A/14 Ordine del giorno |
Cazzola |
Assemblea |
16/12/09 |
XI |
Regime pensionistico per le lavoratrici delle pubbliche amministrazioni |
L’ordine del giorno Cazzola n. 9/2561-A/14, accolto dal Governo nella seduta dell’Assemblea del 27 luglio 2009, impegnava l’esecutivo a valutare l’adozione di misure che consentono l’applicazione delle norme in materia di accesso al pensionamento di vecchiaia delle lavoratrici alle dipendenze delle pubbliche amministrazioni secondo le regole previgenti, anche alle lavoratrici che, entro il 31 dicembre 2009, abbiano applicato un regime di prosecuzione volontaria o siano comunque cessate dal servizio prima di avere maturato il diritto a pensione, nonché ad adottare specifiche normative atte ad evitare la sostanziale elusione della misura dell’innalzamento dell’età di vecchiaia, disposta con l’articolo 22-ter del decreto-legge n. 78 del 2009.
In merito a tale impegno il Ministro per la pubblica amministrazione e innovazione ha trasmesso la seguente nota:
“Con riferimento all'ordine del giorno in oggetto, con il quale il Governo si impegna a valutare l'opportunità di adottare ulteriori misure che consentano alle lavoratrici delle pubbliche amministrazioni di accedere al pensionamento di vecchiaia seconda la normativa vigente prima dell'entrata in vigore del provvedimento in esame, si rappresenta quanto segue.
La disciplina in esame già prevede, al comma 1 dell'articolo 22-ter del citato decreto-legge, una specifica clausola di salvaguardia intesa ad assicurare per le lavoratrici interessate l'invarianza dei requisiti di età e di anzianità contributiva, ai fini dell'accesso al pensionamento di vecchiaia, previsti dalla normativa vigente entro il 31 dicembre 2009, ove abbiano maturato l'accesso alla predetta pensione di vecchiaia.
Ogni eventuale e ulteriore misura volta ad estendere tale clausola di salvaguardia nella fase transitoria della riforma avviata con il citato articolo 22-ter, ivi comprese specifiche norme dirette a contrastare fenomeni elusivi della riforma stessa, potranno trovare adeguata formulazione in un intervento di portata generale, già previsto con il comma 2 del medesimo articolo 22-ter.
Al riguardo, si precisa in ogni caso che l'attuazione dei relativi provvedimenti, relativi alla tutela e all'adeguatezza del sistema previdenziale rientrano nell'esercizio delle competenze attribuite specificatamente al Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali, ai sensi dell'articolo 45, comma 1, del Dlgs. n. 300 del 1999, come disposto dal suindicato comma 2 dell'articolo 22-ter del provvedimento in esame.”
Tipo atto e Numero |
Primo firmatario |
Sede esame |
Data annuncio |
Comm. Comp. |
Oggetto |
9/2031-A/32 Ordine del giorno |
Cambursano |
Assemblea |
22/12/09 |
I |
Monitoraggio dell’applicazione dell’istituto della class action nei confronti della pubblica amministrazione e dei concessionari di servizi pubblici |
L’ordine del giorno Cambursano n. 9/2031-A/32, accolto dal Governo nella seduta dell’Assemblea del 12 febbraio 2009, impegnava l’esecutivo a intraprendere le opportune iniziative per monitorare l’applicazione dell’istituto della class action nei confronti della pubblica amministrazione e dei concessionari di servizi pubblici ed a valutare l’opportunità di rendere conto del suddetto monitoraggio nell’ambito della relazione al Parlamento sullo stato della pubblica amministrazione.
In merito a tale impegno il Ministro per la pubblica amministrazione e innovazione ha trasmesso la seguente nota:
“Si evidenzia, preliminarmente, che l'istituto in argomento è volto a consentire ad ogni interessato di agire in giudizio nei confronti delle amministrazioni, nonché dei concessionari di servizi pubblici, qualora dalla violazione di standard qualitativi ed economici o degli obblighi contenuti nelle Carte dei servizi, dall'omesso esercizio di poteri di vigilanza, di controllo o sanzionatori, dalla violazione dei termini o dalla mancata emanazione di atti amministrativi generali sia derivata una lesione di interessi giuridicamente rilevanti per una pluralità di utenti o consumatori.
In relazione a quanto prescritto nella delega di cui all'articolo 4, comma 2, lettera 1) della legge 4 marzo 2009 n. 15, il Governo ha immediatamente avviato un proficuo studio finalizzato a tradurre i principi ivi previsti in norme giuridiche vincolanti, giungendo alla predisposizione di uno specifico decreto legislativo dedicato al nuovo istituto dell'azione collettiva contro le inefficienza delle amministrazioni e dei concessionari di servizi pubblici e ne detta la disciplina processuale.
Detto decreto legislativo, attualmente all'esame delle competenti commissioni parlamentari per il previsto parere, consentirà alla collettività di disporre di uno strumento di tutela, nonché di accrescimento del tasso di democraticità e trasparenza nella gestione della cosa pubblica, che potrà essere promosso innanzi al Giudice amministrativo dal singolo interessato, ma anche da associazioni o comitati a tutela degli interessi dei propri associati.
Con questa nuova azione, che rappresenta uno degli strumenti del generale e radicale rinnovamento della pubblica amministrazione già avviato con la riforma Brunetta (D.legs 27.10.2009, n.150), l'ordinamento si volge con decisione ad una moderna visione della pubblica amministrazione, come amministrazione di risultato, nel quadro di una concezione sostanziale del principio del buon andamento di cui all'articolo 97 della Costituzione.
Sostanzialmente, l'idea portante ed innovativa è quella di legare la soddisfazione della pretesa avanzata da uno o più cittadini al promovimento - per garantire una elevata performance delle strutture pubbliche nei confronti di tutta la collettività - di un controllo esterno di tipo giudiziale sul rispetto, da parte delle pubbliche amministrazioni, degli standard (di qualità, di economicità, di tempestività) loro imposti. Il tutto assicurando la massima pubblicità al giudizio e la costante responsabilizzazione degli operatori pubblici.
In riferimento a quanto auspicato dall'On.le parlamentare con il presente atto di indirizzo, si rappresenta che nell'emanando decreto legislativo sono state predisposte disposizioni, anche a fini di verifica, monitoraggio e controllo, volte a garantire idonee forme di pubblicità del procedimento giurisdizionale, della sentenza e delle misure adottate per ottemperarvi, per potenziare la funzione di deterrence della nuova azione, individuando i soggetti responsabili delle violazioni accertate, con l'avvio di procedure innanzi agli organi preposti alla loro valutazione e all'avvio del giudizio disciplinare, oltre che alla Corte dei conti e agli organismi che dovrebbero in futuro presiedere alla valutazione delle performance pubbliche.
Inoltre, è espressamente previsto il monitoraggio della concreta attuazione ed applicazione del citato strumento e di tutte le disposizioni che saranno varate in materia, reso conoscibile attraverso apposita Relazione conoscitiva volta ad informare sull'efficacia dello strumento, nonché a costituire presupposto per eventuali interventi correttivi o migliorativi che si dovessero rilevare necessari”.
Tipo atto e Numero |
Primo firmatario |
Sede esame |
Data annuncio |
Comm. Comp. |
Oggetto |
9/2031-A/12 Ordine del giorno |
Gregorio Fontana |
Assemblea |
22/12/09 |
I |
Prevenzione di situazioni di conflitto di interessi derivanti da rapporti con associazioni sindacali rappresentative nei comparti di contrattazione delle pubbliche amministrazioni |
L’ordine del giorno Gregorio Fontana ed altri n. 9/2031-A/12, accolto dal Governo nella seduta dell’Assemblea del 12 febbraio 2009, impegnava l’esecutivo a prevedere una specifica disciplina diretta a prevenire le situazioni di conflitto di interessi nei componenti l'organismo di valutazione e controllo del personale delle pubbliche amministrazioni, derivanti da rapporti con associazioni sindacali rappresentative nei comparti di contrattazione delle pubbliche amministrazioni.
In merito a tale impegno il Ministro per la pubblica amministrazione e innovazione ha trasmesso la seguente nota:
“Si evidenzia che con l'emanazione del D.Legs. n. 150 del 27.10.2009, nell'ottica di una radicale riforma della pubblica amministrazione e della salvaguardia del sistema normativo volto a realizzarla, l'Esecutivo intende perseguire anche quanto auspicato nell'ordine del giorno in argomento.
Infatti, attraverso il miglioramento dell'organizzazione del lavoro e l'affermazione di elevati standard qualitativi ed economici delle funzioni e dei servizi, le disposizioni contenute nel citato provvedimento sono volte a realizzare un radicale cambiamento nelle amministrazioni pubbliche, l'incremento della produttività, della qualità e dell'efficienza del lavoro pubblico, una più severa selettività e una più ampia valorizzazione e responsabilizzazione della dirigenza pubblica, anche attraverso forme di valutazione e di controllo, nonché il raggiungimento della massima trasparenza dell'operato delle amministrazioni pubbliche.
In particolare, il Sistema per la valutazione del merito, per l'incentivazione della produttività e della qualità della prestazione lavorativa previsto dal Titolo III del decreto legislativo e il Sistema di valutazione delle performances previsto dal Titolo II (articoli da 2 a 16), ad esempio, non potrebbero trovare efficace applicazione se non confortati dall'attività di idonei organismi volti ad esercitare un'azione efficace, autonoma ed indipendente di verifica e controllo, condotta nella massima imparzialità e trasparenza.
A tal fine, le disposizioni di cui al Capo IV, Titolo II, del citato decreto legislativo, individuano un insieme di soggetti operanti nel processo di misurazione e valutazione della performance, tra i quali, di interesse in questa sede, la Commissione per la valutazione, la trasparenza e l'integrità delle amministrazioni pubbliche (articolo 13); si tratta di un organismo centrale operante in posizione di indipendenza di giudizio e di valutazione ed in piena autonomia, a cui è attribuito il compito di indirizzare, coordinare e sovrintendere all'esercizio indipendente delle funzioni di valutazione (esercitate dagli Organismi indipendenti di valutazione della performance, di cui all'articolo 14 del decreto legislativo in argomento), nonché di assicurare la comparabilità e la visibilità degli indici dell'andamento gestionale.
Allo scopo di prevenire eventuali situazioni di conflitto di interessi riferibili ai componenti dell'organismo in esame e derivanti da rapporti personali con associazioni sindacali - rapporti tali da pregiudicare il sereno ed imparziale svolgimento dell'attività istituzionale demandata ai componenti stessi - il comma 3, dell'articolo 13 richiamato, prevede un particolare criterio di individuazione dei soggetti in questione.
Infatti, oltre alla prevista elevata esperienza e professionalità che ogni componente deve possedere, viene sancito un esplicito divieto: i membri della Commissione per la valutazione, la trasparenza e l’integrità delle amministrazioni pubbliche... non possono essere scelti tra persone che rivestono incarichi pubblici elettivi o cariche in partiti politici o in organizzazioni sindacali, ovvero che abbiano rivestito tali incarichi nei tre anni precedenti la nomina e, in ogni caso, non devono avere interessi di qualsiasi natura in conflitto con le funzioni della Commissione.
A maggiore garanzia, si stabilisce, altresì, (comma 10, dell'articolo 13 citato) che, dopo cinque anni di attività, l'operato della Commissione di valutazione e, quindi, quello dei suoi componenti, sia integralmente vagliato da un valutatore indipendente; tale soggetto conduce un'analisi sui risultati raggiunti ed esprime un giudizio sull'efficacia dell'attività svolta e sull'adeguatezza della struttura di gestione, nonché fornisce adeguata pubblicità alle sue valutazioni, trasmettendole al Ministro.
Allo stesso modo, si è proceduto in relazione agli Organismi indipendenti di valutazione della performance, di cui all'articolo 14 del decreto legislativo in argomento, che rappresentano, insieme all'organo di indirizzo politico-amministrativo e ai dirigenti di ciascuna amministrazione, il quarto soggetto del processo di misurazione e valutazione della performance; a detti organismi sono state estese le stesse ampie garanzie di imparzialità, autonomia ed indipendenza sopra analizzate, affinché i loro componenti non vengano a trovarsi in situazioni di conflitto di interessi con i compiti istituzionali degli organi di controllo e valutazione di cui fanno parte”.
Atti di indirizzo segnalati (dall’inizio della XVI legislatura al 31 dicembre 2009) |
66 |
Note di attuazione pervenute |
17 |
Percentuale di attuazione |
26% |
Elenco dei deputati primi firmatari degli atti cui sono riferite le note di attuazione annunciate al 31 dicembre 2009 |
Primo firmatario |
Tipo di Atto |
Numero |
Pag. |
|
On. |
Barani |
Ordine del giorno |
9/2561-A/108 |
76 |
On. |
Bernardo |
Ordine del giorno |
9/2633-A/3 |
54 |
On. |
Biancofiore |
Ordine del giorno |
9/2320-A/42 |
45 |
On. |
Borghesi |
Ordine del giorno |
9/2468/52 |
56 |
On. |
Cambursano |
Ordine del giorno |
9/2031-A/32 |
81 |
On. |
Casini |
Mozione |
1/00074 |
49 |
On. |
Cazzola |
Ordine del giorno |
9/2561-A/14 |
80 |
On. |
Contento |
Ordine del giorno |
9/2633-A/1 |
61 |
On. |
De Girolamo |
Ordine del giorno |
9/2031-A/13 |
73 |
On. |
De Micheli |
Ordine del giorno |
9/2187-A/56 |
57 |
On. |
Di Biagio |
Ordine del giorno |
9/2031-A/5 |
78 |
On. |
Evangelisti |
Mozione |
1/00190 |
50 |
On. |
Evangelisti |
Mozione |
1/00072 |
49 |
On. |
Evangelisti |
Ordine del giorno |
0/2602/1 |
47 |
On. |
Ferrari |
Ordine del giorno |
9/2105/78 |
77 |
On. |
Fontana Gregorio |
Ordine del giorno |
9/2031-A/12 |
83 |
On. |
Foti Antonino |
Ordine del giorno |
9/2031-A/35 |
74 |
On. |
Guzzanti |
Risoluzione conclusiva |
8/00019 |
43 |
On. |
Lenzi |
Ordine del giorno |
9/2227-A/1 |
64 |
On. |
Lovelli |
Ordine del giorno |
9/2180-A/58 |
67 |
On. |
Marchioni |
Ordine del giorno |
9/63-177-A/1 |
65 |
On. |
Nirenstein |
Mozione |
1/00055 |
49 |
On. |
Nizzi |
Ordine del giorno |
9/2561-A/197 |
73 |
On. |
Orlando Leoluca |
Ordine del giorno |
9/2561-A/157 |
79 |
On. |
Paladini |
Ordine del giorno |
9/2468/46 |
71 |
On. |
Palomba |
Ordine del giorno |
9/2468/49 |
55 |
On. |
Proietti Cosimi |
Ordine del giorno |
9/2187-A/1 |
68 |
On. |
Tassone |
Ordine del giorno |
9/2227-A/2 |
65 |
On. |
Vannucci |
Risoluzione conclusiva |
8/00043 |
59 |
La sezione tratta della trasmissione al Parlamento da parte del Governo e di altri soggetti (regioni, autorità amministrative ecc.) delle relazioni previste dalle norme vigenti che sono pervenute nel periodo in esame. Conclude la sezione l’indicazione delle eventuali nuove relazioni ove previste da norme entrate in vigore nel periodo esaminato.
Il Servizio per il controllo parlamentare effettua un monitoraggio delle relazioni che la Presidenza del Consiglio dei ministri e i diversi Dicasteri, nonché altri soggetti non governativi, devono trasmettere periodicamente al Parlamento come stabilito dalle vigenti disposizioni legislative.
A tale fine, il Servizio cura una banca dati che viene aggiornata sia attraverso la registrazione delle relazioni di volta in volta trasmesse ed annunciate nel corso delle sedute dell’Assemblea, riscontrabili nell’Allegato A al resoconto della relativa seduta, sia mediante l’individuazione degli obblighi previsti da norme di nuova introduzione, pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale. L’aggiornamento si completa con l’accertamento delle relazioni per le quali l’obbligo di trasmissione sia venuto meno a seguito dell’abrogazione della norma istitutiva, ovvero sia da ritenersi - per le più diverse ragioni - superato o, comunque, non più attuale o rilevante alla luce della situazione di fatto (ad esempio, una relazione che abbia ad oggetto programmi o interventi ormai completati senza che la norma che prevede la relazione stessa sia stata esplicitamente abrogata). Ciò nell’ottica di contribuire, da una parte ad una focalizzazione degli obblighi residui e, dall'altra ad un superamento di tutto il superfluo, per favorire il processo di semplificazione normativa.
Al fine di definire un quadro complessivo degli adempimenti vigenti quanto più corretto ed esaustivo, il Servizio per il controllo parlamentare intrattiene costanti contatti con i competenti uffici interni alle amministrazioni (governative e non) anche attraverso la predisposizione e l’invio di schede informative contenenti l’elenco delle relazioni a carico di ciascun presentatore. Per ogni relazione, vengono indicati la norma istitutiva dell’obbligo, l’argomento, la frequenza della trasmissione (con la data entro la quale si aspetta il prossimo invio), nonché le informazioni sull’ultima relazione inviata. In una distinta sezione di ogni scheda vengono, inoltre, elencate le relazioni la cui trasmissione risulti in ritardo rispetto alla scadenza prevista e di cui pertanto si sollecita la trasmissione al Parlamento.
Tali schede vengono contestualmente inviate anche alle Commissioni parlamentari interessate per materia, con l’intento di fornire uno strumento di agevole consultazione che consenta da un lato ad ogni Ministero di essere al corrente dell’esito delle verifiche effettuate dal Servizio per il controllo parlamentare e, dall’altro, di informare i parlamentari dello stato di adempimento degli obblighi.
Nella presente Sezione si dà dunque conto delle risultanze dell’attività di monitoraggio circoscritta alla sola indicazione delle relazioni trasmesse nel periodo considerato dalla pubblicazione, nonché degli eventuali obblighi di nuova introduzione.
Nel periodo considerato dalla presente pubblicazione si riscontra la prima trasmissione da parte del Ministero dell'economia e delle finanze della relazione prevista dall'articolo 12, comma 3, della legge n. 246 del 2007, sulle iniziative di cooperazione allo sviluppo multilaterale e nell'ambito delle istituzioni finanziarie internazionali (Doc. CCXXII n. 1).
Si segnala altresì l'invio, da parte del Ministero dell'interno, della relazione, contenente i dati relativi al 2008, sull'attività delle Forze di polizia, sullo stato dell'ordine e della sicurezza pubblica e sulla criminalità organizzata (Doc. XXXVIII n. 2). Si fa presente che tale trasmissione adempie in realtà a tre distinti obblighi (previsti, rispettivamente, dall'articolo 113 della legge n. 121 del 1981, dal comma 1, secondo periodo, dell'articolo 5 del decreto-legge n. 345 del 1991 e dall'articolo 3, comma 1, del decreto legislativo n. 286 del 1998), cui il Dicastero, per prassi, dà seguito con un unico documento. Tale prassi risponde all'intento – come si legge nella premessa alla relazione medesima – di evitare la frammentazione delle comunicazioni previste dalle norme citate, delineando un quadro generale della criminalità, nelle sue varie configurazioni, ed esplicitando i risultati ottenuti nel settore della sicurezza.
Nel periodo considerato, inoltre, è stata inviata al Parlamento la relazione sullo stato sanitario del Paese, prevista dall'articolo 8 della legge n. 833 del 1978. Questo documento risulta ancora trasmesso dal Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali che, come noto, nel corso del mese di dicembre 2009, è stato oggetto della ristrutturazione conseguente all'istituzione, con la legge n. 172 del 2009, del Ministero della salute. Tale ristrutturazione ha comportato una ricognizione, da parte del Servizio per il controllo parlamentare, degli obblighi già in carico all'ex Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali (ora del lavoro e delle politiche sociali) al fine di scorporare quelli rientranti nella competenza del nuovo Dicastero.
Si segnala poi l'invio da parte del ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione della relazione sullo stato dell'informatizzazione nella pubblica amministrazione predisposta dal Centro nazionale per l'informatica nella pubblica amministrazione (CNIPA), contenente i dati relativi al 2008 (Doc. CCXXI n. 1), prevista dall'articolo 9 del decreto legislativo n. 39 del 1993. In proposito, si evidenzia che tale norma è stata abrogata dall'articolo 24 del decreto legislativo n. 177 del 1° dicembre 2009, con il quale si provvede al riordino, ai sensi dell'articolo 24, della legge 18 giugno 2009, n. 69, della disciplina del CNIPA, che assume la denominazione di “DigitPA”. Il richiamato decreto legislativo n. 177 ha tuttavia reiterato (all'articolo 22, comma 3) l'obbligo, da parte del Presidente del Consiglio dei Ministri o del ministro delegato, di trasmettere al Parlamento, entro il 31 maggio di ogni anno, una relazione di contenuto analogo a quella abrogata.
Da ultimo si rileva la trasmissione, da parte del ministro per le politiche europee, del rapporto relativo all'anno 2009 sullo stato di attuazione della Strategia di Lisbona per la crescita e l'occupazione, approvato dal Consiglio dei ministri nella riunione del 28 ottobre 2009, la cui redazione è stata curata dal Comitato tecnico permanente del Comitato interministeriale affari comunitari europei (CIACE). Pur non adempiendo ad un obbligo di legge, si ritiene di evidenziare l'invio di questo documento in considerazione della rilevanza e dell'attualità del suo contenuto, in particolare alla luce della crisi economica in atto.
Presidenza del Consiglio dei ministri |
|||
Fonte istitutiva |
Argomento |
Commissione competente per materia |
Data annuncio |
L. 331/2000, art. 6, co. 1 |
Stato della disciplina militare e dell'organizzazione delle Forze armate (Trasmessa dal ministro per i rapporti con il Parlamento) (Dati relativi al 2008, Doc. XXXVI n. 2) |
IV Difesa |
16/12/2009 |
Ministero degli affari esteri |
|||
Fonte istitutiva |
Argomento |
Commissione competente per materia |
Data annuncio |
L. 80/1999, art. 1, co. 2 |
Relazione sull'attività svolta dal Comitato interministeriale dei diritti dell’uomo, nonché sulla tutela e il rispetto dei diritti umani in Italia (Dati relativi al 2008, Doc. CXXI n. 2) |
III Affari esteri |
17/12/2009 |
L. 368/1989, art. 2, co. 1, lett. d) |
Valutazione del Consiglio generale degli italiani all’estero (CGIE) (Dati relativi al 2008 con proiezione triennale per il periodo dal 2009 al 2011, Doc. CXLIX n. 1) |
III Affari esteri |
17/12/2009 |
Ministero dell'economia e delle finanze |
|||
Fonte istitutiva |
Argomento |
Commissione competente per materia |
Data annuncio |
D.L. 269/2003, art. 6, co. 17 |
Attività svolta dalla SACE S.p.a. - Servizi assicurativi del commercio estero (Dati relativi al 2008, Doc. XXXV n. 2) |
X Attività produttive |
17/12/2009 |
L. 246/2007, art. 12, co. 3 |
Iniziative di cooperazione allo sviluppo multilaterale e nell'ambito delle istituzioni finanziarie internazionali (Dati relativi al 2008 – PRIMA RELAZIONE - Doc. CCXXII n. 1) |
III Affari esteri |
22/12/2009 |
L. 244/2007, art. 3, co. 68 |
Stato della spesa ed efficacia nell'allocazione delle risorse e grado di efficienza dell'azione amministrativa svolta (Dati aggiornati al 2009, Doc. CCVIII n. 19) |
Tutte le Commissioni permanenti |
22/12/2009 |
L. 468/1978, art. 30, co. 2 |
Stima del fabbisogno di cassa del settore pubblico e situazione di cassa (Dati aggiornati al 30 giugno 2009, comprensivi del raffronto con i risultati del precedente biennio, Doc. XXV n. 6) |
V Bilancio |
22/12/2009 |
Ministero delle infrastrutture e dei trasporti |
|||
Fonte istitutiva |
Argomento |
Commissione competente per materia |
Data annuncio |
L. 166/2002, art. 15, co. 6 |
Attività di vigilanza sulle società concessionarie autostradali (Predisposta da ANAS-IVCA) (Dati relativi al 2008) |
VIII Ambiente |
10/12/2009 |
Ministero dell'interno |
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Fonte istitutiva |
Argomento |
Commissione competente per materia |
Data annuncio |
L. 121/1981, art. 113, co. unico D.L. 345/1991, art. 5, co. 1, secondo periodo D.Lgs. 286/1998, art. 3, co. 1 |
Relazione sull'attività delle Forze di polizia, sullo stato dell'ordine e della sicurezza pubblica e sulla criminalità organizzata (Dati relativi al 2008, Doc. XXXVIII n. 2) |
I Affari costituzionali II Giustizia |
9/12/2009 |
Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali |
|||
Fonte istitutiva |
Argomento |
Commissione competente per materia |
Data annuncio |
L. 833/1978, art. 8, co. terzo |
Stato sanitario del Paese (Trasmessa dal viceministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali) (Dati relativi al 2007 e 2008, Doc. L n. 1) |
XII Affari sociali |
9/12/2009 |
Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione |
|||
Fonte istitutiva |
Argomento |
Commissione competente per materia |
Data annuncio |
D.Lgs. 39/1993, art. 9, co. 4 |
Stato dell'informatizzazione nella pubblica amministrazione nonché rapporto sull'attività del Centro nazionale per l'informatica nella pubblica amministrazione (CNIPA) (Dati relativi al 2008, Doc. CCXXI n. 1) |
I Affari costituzionali |
1°/12/2009 |
Fonte istitutiva |
Soggetto competente |
Argomento |
Commissione competente per materia |
Data annuncio |
L. 289/2002, art. 52, co. 4, lett. c) |
Regione Basilicata |
Attuazione degli adempimenti previsti dall'accordo del 14 febbraio 2002 tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano, in materia di accesso alle prestazioni diagnostiche e terapeutiche e di indirizzi applicativi sulle liste di attesa (Trasmessa dalla Presidenza del Consiglio dei ministri) (Dati relativi al 2008, Doc. CCI n. 8) |
XII Affari sociali |
16/12/2009 |
Fonte |
Ministero competente |
Oggetto |
D.Lgs. 177/2009, art. 22, co. 3* |
Presidente del Consiglio dei ministri o ministro delegato |
Stato dell'informatizzazione nelle amministrazioni |
*Gazzetta Ufficiale n. 290 del 14 dicembre 2009. |
(*) Si tratta di relazioni previste da nuove norme entrate in vigore nel periodo preso in considerazione dal presente bollettino
nessuna
1 (…) 1. In vista del relativo necessario riordino, gli enti sottoposti alla vigilanza del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali nonché le società sulle quali lo stesso Ministero esercita, direttamente o indirettamente, il controllo e la vigilanza adeguano entro il 30 aprile 2009 i propri statuti, prevedendo un numero massimo di componenti dei rispettivi consigli di amministrazione non superiore a cinque, di cui uno designato dalla Conferenza dei Presidenti delle regioni e delle province autonome. Nei trenta giorni successivi all'approvazione dello statuto si procede al rinnovo dei consigli di amministrazione degli enti e delle società, nonché degli altri organi previsti dai rispettivi ordinamenti.
2 Il processo di riforma del comparto degli enti pubblici, innescato principalmente dal cosiddettotaglia-enti,di cuisi ricorda essere scaduto il termine per l’applicazione della relativa normativa il 31 ottobre 2009, è volto a ridurre di numero, riformare e razionalizzare gli enti pubblici non economici, ed ha come fondamento la legge 24 dicembre 2007, n. 244, finanziaria per il 2008, (comma 634 e seguenti dell’articolo 2) e l’articolo 26 del D.L. 25 giugno 2008, n. 112,come modificato dalla legge di conversione n. 133 del 6 agosto 2008. Dagli esiti di tale procedura dovrebbero derivare significative modificazioni tanto al novero ed alla struttura degli enti sottoposti all’applicazione della legge n. 14 del 1978 sul controllo parlamentare sulle nomine governative negli enti pubblici, quanto all’elenco degli enti oggetto di relazione del Governo al Parlamento. La citata scadenza era stata portata al 31 ottobre 2009 dall'articolo 17, enti pubblici: economie, controlli, Corte dei conti, delD.L. 1° luglio 2009, n. 78 recante provvedimenti anticrisi, nonché proroga di termini e della partecipazione italiana a missioni internazionali, convertito con modificazioni dallalegge n. 102 del 3 agosto 2009. I primi due commi del suddetto articolo avevano spostato infatti a tale data i termini sia per l’applicazione del taglia-enti, comportante la soppressione degli enti pubblici non economici con più di 50 dipendenti, che non fossero stati riordinati entro tale data, sia per l’emanazione dei regolamenti di riordino degli enti in oggetto. I successivi commi, dal 3 al 9, riguardano gli obiettivi di risparmio e le procedure di questo processo di riordino e trasformazione degli enti pubblici, mentre i commi da 20 a 22 del citato articolo 17, rendono tra l’altro definitivo l’aumento da 3 a 4 dei componenti del Centro nazionale per l'informatica nella pubblica amministrazione CNIPA, già previsto dalla legge finanziaria per il 2008, e sul quale si veda infra nel proseguo dell'introduzione anche riguardo alla sua trasformazione in DigitPA; inoltre il comma 20 dell’articolo 23 del D.L. in oggetto, stabilisce che: il termine di cui all'articolo 4-bis, comma 18, del decreto-legge 3 giugno 2008, n. 97, convertito, con modificazioni, dalla legge 2 agosto 2008, n. 129, e cioè il 31 maggio 2009 è prorogato, senza oneri per la finanza pubblica, fino al completamento delle procedure occorrenti a rendere effettivamente operativa l'Agenzia Nazionale per la Valutazione dell'Università e della Ricerca (ANVUR) e comunque non oltre il 31 dicembre 2009. Come dettagliato infra alla sottosezione "b"; tale termine è stato poi ulteriormente prorogato dall'articolo 7 del D.L. 30 dicembre 2009,n. 194, proroga di termini previsti da disposizioni legislative, non oltre il 30 giugno 2010.
3 Si ricorda in proposito che l’articolo 27 della legge 18 giugno 2009, n. 69, Disposizioni per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività nonché in materia di processo civile, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 140 del 19 giugno 2009, supplemento ordinario n. 95, dal titolo: modifica della legge 27 settembre 2007, n. 165, alcomma1, aveva portato al 31 dicembre 2009 il termine per l’esercizio della delega per il riordino degli enti di ricerca che all’articolo 1, comma 1, della legge n. 165 del 2007, era previsto in 18 mesi a decorrere dalla data della sua entrata in vigore. Lo stesso comma inoltre, tra le altre modifiche che apportava all’esercizio della delega, riduceva e modificava la composizione del consiglio di amministrazione dell’Agenzia spaziale italiana ASI. I successivi 2 commi stabilivano l’esclusione dalla soppressione prevista dal citato taglia-enti (vedi supra) degli enti di ricerca nel caso in cui, entro il 31 dicembre 2009, fossero stati adottati i previsti decreti legislativi. Venivano inoltre esclusidalla soppressione: l’Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca ANVUR, l’Agenzia per lo sviluppo dell’autonomia scolastica ANSAS, l’Ente nazionale di assistenza magistrale ENAM,l’Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione INVALSI, a condizione che fossero riordinatientro il31 dicembre 2009 adottando i rispettivi regolamenti.
4 (...) Art. 1: 1. Allo scopo di promuovere, sostenere, rilanciare e razionalizzare le attività nel settore della ricerca e di garantire autonomia, trasparenza ed efficienza nella gestione degli enti pubblici nazionali di ricerca, il Governo è autorizzato ad adottare uno o più decreti legislativi, entro il 31 dicembre 2009, al fine di provvedere al riordino della disciplina relativa agli statuti e agli organi di governo degli enti pubblici nazionali di ricerca, vigilati dal Ministero dell'università e della ricerca, nel rispetto dei principi e criteri direttivi indicati nell'articolo 18 della legge 15 marzo 1997, n. 59, e dei seguenti: a) riconoscimento agli enti della autonomia statutaria (...); b) formulazione e deliberazione degli statuti e dei regolamenti di amministrazione, finanza e contabilità, e del personale da parte degli organi statutari competenti dei singoli enti interessati e loro successiva emanazione da parte dei medesimi organi, previo controllo di legittimità e di merito del Ministro dell'università e della ricerca, nelle forme previste dall'articolo 6, commi 9 e 10, della legge 9 maggio 1989, n. 168. (...); c) formulazione e deliberazione degli statuti, in sede di prima attuazione, da parte dei consigli di amministrazione integrati da cinque esperti di alto profilo scientifico, nominati, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, dal Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca. Agli esperti non è riconosciuto alcun compenso o indennità. I predetti statuti sono deliberati previo parere dei consigli scientifici; d) affidamento all'Agenzia nazionale di valutazione dell'università e della ricerca (ANVUR) del compito di valutare la qualità dei risultati della ricerca svolta dagli enti, nonché l'efficacia e l'efficienza delle loro attività istituzionali, riferendo periodicamente al Governo con appositi rapporti; e) attribuzione agli enti delle risorse finanziarie statali sulla base di criteri che tengano conto della valutazione di cui alla lettera d); f) riordino degli organi statutari, con riduzione del numero dei loro componenti, garantendone altresì l'alto profilo scientifico e le competenze tecnico-organizzative e prevedendo nuove procedure di individuazione dei presidenti e dei componenti di nomina governativa dei consigli di amministrazione, che sono l'organo di governo degli enti, tramite scelte effettuate in rose di candidati proposte da appositi comitati di selezione nominati di volta in volta dal Governo, assicurando negli stessi comitati un'adeguata rappresentanza di esponenti della comunità scientifica nazionale e internazionale e, in particolare, di quanti sono stati eletti dai ricercatori in organismi degli enti, ove esistenti, e comunque escludendone il personale del Ministero dell'università e della ricerca; g) composizione del consiglio di amministrazione del Consiglio nazionale delle ricerche in modo da assicurare che la metà dei componenti sia di nomina governativa, nonché del consiglio di amministrazione dell’Agenzia spaziale italiana (ASI), prevedendo che con decreto del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca siano nominati il presidente e gli altri quattro componenti, dei quali uno designato dal Ministro degli affari esteri, uno dal Ministro della difesa e uno dal Ministro dell’economia e delle finanze; (...). 2. Il Governo è altresì autorizzato, mediante i decreti legislativi di cui al comma 1: a) a procedere ad accorpamenti o scorpori, anche parziali, con conseguente attribuzione di personalità giuridica, di enti o di loro strutture attive nei settori della fisica della materia, dell'ottica e dell'ingegneria navale; b) a riordinare l'Istituto italiano di tecnologia. 3. Gli schemi dei decreti legislativi adottati ai sensi del comma 1, ciascuno dei quali deve essere corredato di relazione tecnica sugli effetti finanziari delle disposizioni in esso contenute, sono trasmessi alle Camere ai fini dell'espressione dei pareri da parte delle Commissioni parlamentari competenti per materia e per le conseguenze di carattere finanziario, che sono resi entro quarantacinque giorni dalla data di trasmissione dei medesimi schemi di decreto. Decorso tale termine, i decreti possono essere comunque emanati. 4. I decreti di cui al comma 1 sono emanati su proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri e del Ministro dell'università e della ricerca, di concerto con il Ministro per le riforme e le innovazioni nella pubblica amministrazione, il Ministro dell'economia e delle finanze e il Ministro per la semplificazione normativa 5. Ferme restando le procedure di commissariamento previste dalle norme vigenti, nel caso di modifiche statutarie inerenti alla missione dell'ente e alla sua struttura di governo, ovvero nel caso di comprovata difficoltà di funzionamento o di mancato raggiungimento degli obiettivi indicati dal Governo, il Governo può procedere al commissariamento degli enti attraverso decreti sottoposti al parere delle Commissioni parlamentari competenti. Le Commissioni si esprimono entro trenta giorni dalla data di trasmissione. Decorso tale termine, il Governo può comunque procedere al commissariamento. Dalle disposizioni del presente comma non devono derivare oneri aggiuntivi per il bilancio dello Stato. 6. Il Governo è delegato ad adottare, entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore dei decreti di cui al comma 1, con le medesime procedure di cui ai commi 3 e 4, uno o più decreti legislativi correttivi o modificativi dei medesimi decreti, nel rispetto dei principi e criteri direttivi di cui al comma 1. 7. Dall'attuazione delle norme di ciascun decreto di cui al presente articolo non devono derivare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica.
*Si fa presente che il medesimo atto può investire la competenza di più amministrazioni e quindi essere segnalato, ai fini dell'attuazione, a più di un Ministero. Pertanto la somma degli atti segnalati ai Ministeri può non coincidere con il totale degli atti da segnalare.
*Le risoluzioni vengono segnalate ai fini dell'attuazione subito dopo la loro approvazione da parte dell’Assemblea o delle Commissioni.
*Le mozioni vengono segnalate ai fini dell'attuazione subito dopo la loro approvazione da parte dell’Assemblea.