Camera dei deputati - XVI Legislatura - Dossier di documentazione
(Versione per stampa)
| |||
---|---|---|---|
Autore: | Servizio Studi - Dipartimento attività produttive | ||
Titolo: | Documento di economia e finanza 2012 Profili di competenza della Commissione Attività produttive | ||
Riferimenti: |
| ||
Serie: | Documentazione e ricerche Numero: 342 | ||
Data: | 23/04/2012 |
23 aprile 2012 |
|
n. 342/0/10 |
|
|
|
Documento
di economia e finanza 2012
|
|||
Premessa
Il Documento di economia e finanza è composto da tre parti:
§ il quadro complessivo e gli obiettivi di politica economica (sezione I);
§ l’analisi e le tendenze della finanza pubblica (sezione II);
§ il programma nazionale di riforma (sezione III) contenente quattro allegati:
- griglia delle misure del programma nazionale di riforma;
- misure regionali per il programma nazionale di riforma;
- relazione del Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare sullo stato diattuazione degli impegni per la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra;
- linee guida Allegato infrastrutture 2013-2015.
Sul quadro complessivo ed obiettivi di politica economica e sulle analisi e tendenze della finanza pubblica si rinvia al dossier n. 342.
La parte più rilevante per le politiche di settore è contenuta nel Programma nazionale delle riforme. Il documento serve, da un lato, a fare il punto sulle riforme messe in campo dopo l’approvazione del PNR dello scorso anno, dall’altro, ad illustrare la portata delle misure in atto e a presentare un’agenda di interventi per il prossimo anno.
Scenario macroeconomico e strutturale
Il Governo ha impostato una strategia di intervento basata su due obiettivi:
a) il riequilibrio strutturale dei conti pubblici per consentire di ridurre rapidamente il peso del debito, attraverso il pareggio di bilancio nel 2013 ed interventi di riduzione della spesa;
b) la creazione di condizioni che consentano la ripresa del processo di sviluppo.
L’Analisi Annuale della Crescita 2012 della Commissione europea sottolinea l’esigenza di proseguire con decisione l’impegno per il consolidamento dei conti pubblici e di porre un accento ancora maggiore sulle misure di stimolo alla crescita.
Cinque sono le grandi priorità per il 2012:
§ proseguire nel consolidamento fiscale, privilegiando misure favorevoli alla crescita;
§ ristabilire condizioni di normalità nei mercati del credito;
§ promuovere la crescita e la competitività nel breve e nel lungo periodo,
§ contrastare la disoccupazione e le conseguenze sociali della crisi;
§ modernizzare
Il Consiglio europeo invita, in merito al mercato interno e alla politica per le imprese, a proseguire gli sforzi volti a:
§ rafforzare la governance e migliorare l'attuazione del mercato unico;
§ completare il mercato unico digitale entro il 2015;
§ ridurre gli oneri amministrativi e normativi a livello UE e nazionale, soprattutto per le microimprese;
§ eliminare gli ostacoli agli scambi, nonché migliorare l'accesso al mercato e promuovere le condizioni di investimento
Analisi delle criticità
Dai primi anni novanta l’economia italiana ha mostrato tassi di crescita molto contenuti, significativamente più deboli rispetto alla media europea (1,6 per cento nel periodo 1991-2000, riducendosi allo 0,4 per cento a partire dal 2001). Alla radice del progressivo indebolimento della capacità di crescita dell’economia italiana vi è soprattutto la scarsa dinamica della produttività.
La riduzione della produttività italiana riflette una serie di fattori, tra cui:
a) la diminuzione del peso relativo del settore manifatturiero e l’aumento di quello dei servizi, caratterizzato da un più elevato impiego del fattore lavoro;
b) livelli di efficienza inferiori ed una minore esposizione alla concorrenza internazionale;
c) un modello di sviluppo basato prevalentemente sulle piccole e medie imprese manifatturiere, che mostrano una minore capacità di assorbimento di nuove tecnologie e di penetrazione sui mercati internazionali, in particolare su quelli dei paesi emergenti;
d) una minore qualificazione del capitale umano.
La ripresa dell’attività economica è prevista manifestarsi gradualmente a partire dalla seconda metà dell’anno. Nel 2013, il PIL è stimato crescere a un ritmo moderato, pari allo 0,5 per cento, lievemente al di sopra della stima precedente, per poi accelerare nel 2014 (1,0 per cento, invariato rispetto alla stima precedente) e nel 2015 (1,2 per cento).
Fattori che ostacolano la crescita e la competitività del Paese
§ finanza pubblica: la vulnerabilità dell’Italia dipende innanzitutto dal debito pubblico;
§ salari e competitività: il costo reale unitario del lavoro è cresciuto in Italia di circa due punti percentuali in più rispetto all’Europa;
§ concorrenza e mercato dei prodotti: alcune delle criticità che le imprese italiane devono affrontare riguardano: la difficoltà a ottenere credito; lo scarso sviluppo della rete internet; le barriere negli investimenti e nei servizi professionali.
§ efficienza amministrativa:esiste un divario molto alto rispetto all’Europa;
§ ricerca ed innovazione: rispetto agli altri Paesi UE emerge, in particolare, la notevole differenza del numero di brevetti per milioni di abitanti;
§ mercato del lavoro: in Italia esso mostra una performance notevolmente inferiore a quella europea;
§ Divari regionali in alcuni servizi pubblici;
§ Economia digitale e divari regionali. In Italia vi è un uso della rete internet per acquisti e vendite on line minore che in Europa. La media delle famiglie che hanno un accesso diretto ad internet si attesta sul 45% nel mezzogiorno e sul 55,8% nel centro-nord;
§ Esclusione sociale.
Analisi degli squilibri macroeconomici
Un altro faro che
permette di gettare luce sulle debolezze dell’economia italiana è la nuova procedura sulla prevenzione e la correzione
degli squilibri macroeconomici (Macroeconomic
Imbalances Procedure – MIP). Nel febbraio di quest’anno,
Per l’Italia si evidenziauno squilibrio in termini di competitività e di saldo commerciale. La diminuzione della competitività dell’Italia è dovuta alla diminuzione della produttività sia di prezzo (tasso di cambio effettivo reale) che di costo (costo unitario del lavoro), dovuta non solo allecaratteristiche delle imprese esportatrici italiane - di ridotte dimensioni, con notevoleinerzia nella specializzazione settoriale e geografica delle loro esportazioni - ma anche alcontesto istituzionale e macroeconomico nazionale. Il modello italiano di specializzazioneinternazionale vede la preminenza di settori in declino (in particolare, abbigliamento, pellie mobili).
Effetti finanziari delle misure intraprese
Le misure di liberalizzazione e semplificazione, recentemente adottate, sono state oggetto di una specifica analisi di impatto macroeconomico.
§ Un primo aggregato di macro-misure riguarda l’insieme degli interventi volti a favorire in modo diretto la concorrenza (come, ad esempio, la liberalizzazione dei servizi professionali, dei servizi di pubblica utilità, ecc.; l’effetto di queste misure è quantificato in una diminuzione di 1,8 punti percentuali del mark-up. Tale variazione corrisponde a una riduzione di circa il 40 per cento del gap dell’Italia rispetto ai paesi più virtuosi in ambito europeo. In termini di variazione del prodotto, il PIL dovrebbe risultare maggiore di 1,2 punti percentuali nel 2020.
§ Un secondo aggregato comprende l’insieme delle misure che favoriscono l’entrata di nuove imprese nel mercato attraverso la limitazione degli adempimenti (come licenze o autorizzazioni) necessari per iniziare una nuova attività. In tal caso la riduzione degli ostacoli alla libera iniziativa è stimata pari al 12 per cento. Questa macro-misura contribuisce alla variazione del PIL in misura pari a 0,7 punti percentuali nel 2020.
§ Una terza macro-misura aggrega l’insieme delle disposizioni che riducono gli oneri amministrativi per le imprese ovvero il tempo speso per questioni burocratiche. Alcune particolari esperienze in questo ambito e l’analisi dei principali indicatori associabili a questo tipo di misure hanno permesso di stimare una riduzione del 15 per cento del tempo speso per le pratiche burocratiche. Questo insieme di misure, che, di riflesso, apporta una significativa riduzione delle inefficienze del funzionamento della Pubblica Amministrazione, si traduce in un livello del PIL maggiore, rispetto allo scenario base, di 0,5 punti percentuali nel 2020.
Complessivamente, l’insieme delle riforme (somma degli effetti prodotti dalle singole macro aree) produce un effetto cumulato sulla crescita di 2,4 punti percentuali in un arco temporale di nove anni (2012-2020) con un impatto medio annuo di circa 0,3 punti percentuali del PIL
Le riforme attuate nel 2011 e le politiche di intervento nel 2012.
Nel corso del 2011 le istituzioni dell’Unione europea hanno, in diverse occasioni, sollecitato l’Italia a correggere ritardi e debolezze strutturali che costituiscono altrettanti ‘colli di bottiglia’ che frenano la crescita dell’economia italiana. In questo paragrafo verranno esaminate le misure adottate in risposta alle sollecitazioni dell’Unione e le politiche che si prevede di adottare nel 2012, nei settori di interesse specifico della Commissione.
Consolidamento dei conti pubblici
In tale ambito le raccomandazioni del Consiglio richiedono al Governo italiano di correggere il disavanzo, portando verso la decrescita il rapporto debito pubblico/PIL.
Le misure introdotte nel 2011 per l’aggiustamento dei conti pubblici hanno interessato, tra l’altro, l’aumento delle aliquote Iva e delle accise sui carburanti, con un’attenzione particolare per la riduzione del carico fiscale sui fattori produttivi (sono stati concessi sgravi alle imprese per aumentare la capitalizzazione e per ridurre il costo del lavoro).
Nel 2012, il Governo intende
§ rivedere l’imposizione sui redditi d’impresa individuale e da attività professionale per rendere più neutrale il sistema tributario, soprattutto rispetto alla forma giuridica dell’impresa, e per favorire la capitalizzazione delle imprese attraverso sgravi al reddito reinvestito;
§ promuovere lo spostamento della tassazione verso imposte meno distorsive sulla crescita, come quelle ambientali, contribuendo al contempo alla riduzione delle emissioni inquinanti e al finanziamento delle fonti di energia rinnovabili;
§ completare l’analisi di revisione dei costi al fine di razionalizzazione a spesa pubblica.
Concorrenza, ambiente per le imprese, semplificazione amministrativa
In tale ambito le raccomandazioni del Consiglio sono finalizzate ad
introdurre misure per aprire il settore dei servizi a un’ulteriore concorrenza,
in particolare nell’ambito dei servizi professionali e ad adottare nel 2011
Nel corso del 2011 il Governo ha avviato un programma di liberalizzazioni che si è snodato attraverso tre diversi interventi:
§ il D.L. 138/2011 (convertito in legge n.148/2011), che contiene norme mirate a favorire la libertà di iniziativa e l’esercizio delle attività economiche;
§ il decreto D.L. 201/2011, convertito in legge 214/2011), che ha introdotto norme volte ad: assicurare la libertà di stabilimento e di orari per gli esercizi commerciali; a liberalizzare la vendita di talune categorie di farmaci nelle parafarmacie; a ridurre le restrizioni ingiustificate all’esercizio di un’attività economica, come limiti geografici, imposizione di distanze minime ed indicazione tassativa della forma giuridica richiesta all’operatore. Sono stati eliminati anche i controlli ex-ante, che oggi restano giustificati solo sulla base dell’esistenza di un interesse generale costituzionalmente rilevante. Infine, sono stati rafforzati i poteri dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato con attribuzione di nuovi poteri sugli atti amministrativi lesivi della concorrenza.
§ il D.L. 1/2012 (convertito in legge 27/2012), che introduce norme ad ampio raggio per aumentare il grado di concorrenza in numerosi settori economici.
Nel caso dei servizi professionali è prevista l’abrogazione delle tariffe e facilitato l’accesso dei giovani all’esercizio della professione. Viene aumentata la pianta organica dei notai ed è assicurato all’utenza un rapporto più diretto e immediato con il professionista.
È stato potenziato il servizio di distribuzione farmaceutica, aumentando il numero di esercizi per popolazione con l’obiettivo di aprire 5.000 nuove farmacie.
Altre misure dirette ad aumentare la concorrenza nel settore dei servizi riguardano il settore dell’energia, con un’importante disposizione diretta ad avviare la separazione della gestione dell’infrastruttura di trasporto del gas (Snam Rete Gas) dal soggetto proprietario (ENI), al fine di attuare un effettivo mercato concorrenziale del gas naturale.
Oltre ciò si stabilisce: la modifica del sistema di determinazione dei prezzi del gas da parte dell’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas, che contribuirà a ridurre il prezzo del gas per i clienti vulnerabili; l’introduzione di misure per ridurre i costi di approvvigionamento di gas da parte delle imprese, la liberalizzazione della distribuzione dei carburanti.
La legge dispone inoltre l’eliminazione dei vincoli burocratici (nulla osta, autorizzazioni, licenze) che ostacolano l’avvio delle attività d’impresa, rafforzando quindi il sostegno al tessuto imprenditoriale.
Per favorire un ambiente propizio allo sviluppo delle imprese, con il decreto 201/2011 è stato istituito il Tribunale delle Imprese con l’obiettivo di porre rimedio all’eccessiva lunghezza dei tempi di definizione delle controversie in cui è parte una società di medio/grandi dimensioni e dunque di contribuire alla competitività delle imprese abbattendo i costi processuali. I Tribunali delle imprese saranno anche riferimento per la materia antitrust nazionale e comunitaria.
Il Governo italiano è intervenuto per avviare a soluzione il problema dei ritardi dei pagamenti nei rapporti tra imprese e Pubblica Amministrazione, per ridurre lo stock del debito, mediante l’inserimento di un’apposita norma (art. 35) nel decreto n.1/2012.
Con riferimento alle passività commerciali delle amministrazioni territoriali sono in corso di predisposizione i decreti ministeriali attuativi delle norme che stabiliscono che gli enti provvedano al rilascio di una certificazione del credito vantato dai fornitori, anche al fine di una cessione dello stesso o di una compensazione con le somme dovute dal fornitore a seguito di iscrizione a ruolo di tributi.
Per contrastare la flessione nei livelli di erogazione del credito alle PMI, il Governo ha nel 2011 introdotto la garanzia pubblica sulle passività delle banche, ovvero la concessione della garanzia statale su strumenti finanziari di debito emessi dalle banche che abbiano durata non inferiore a tre mesi e non superiore a 5 o a 7 anni (a partire dal gennaio 2012 per le obbligazioni bancarie garantite). È inoltre stata resa più efficace la previsione normativa che consente di garantire la certezza del recupero delle imposte anticipate (Imposte Differite Attive - DTA) sulle perdite su crediti.
Per favorire l’accesso delle micro, piccole e medie imprese al mercato del credito:
§ è stato assicurato il rifinanziamento del Fondo Centrale di Garanzia per 400 milioni nell’arco di un triennio e ne è stata estesa l’attività a favore delle piccole e medie imprese (PMI), prevedendo che possa concedere garanzie fino all’80 per cento dell’ammontare del finanziamento, elevando a 2,5 milioni per ciascuna impresa la base per il calcolo.
§ è stata prevista una agevolazione fiscale per i soggetti che investono nei ‘Fondi per il Venture Capital’, identificati come i fondi comuni d’investimento armonizzati europei che investono almeno il 75 per cento dei capitali raccolti in società non quotate nella fase di sperimentazione, costituzione e avvio dell’attività o sviluppo del prodotto.
Il decreto n.201/2011ha inoltre introdotto l’Aiuto alla Crescita Economica (ACE), che prevede una riduzione del prelievo delle imposte sui redditi commisurata a un rendimento figurativo del nuovo capitale immesso nell’impresa, al fine di fornire un aiuto alla crescita volto a riequilibrare il trattamento fiscale tra imprese che si finanziano con debito e imprese che si finanziano con capitale proprio.
In tema di semplificazione amministrativa sono stati adottati i regolamenti di semplificazione per le PMI in materia di ambiente e di prevenzione incendi e, con il D.L. 5/2012 (convertito in legge 35/2012) sono state completate le misure di semplificazione in materia di privacy e appalti. Il risparmio derivante dalle misure di semplificazione introdotte è stimato a ‘regime’ in oltre 8,1 miliardi all’anno per le PMI.
La misurazione e la riduzione degli oneri amministrativi ai cittadini è stata estesa alle Regioni e alle Autorità Indipendenti.
La nuova normativa dello sportello unico per le attività produttive (SUAP) è entrata pienamente a regime a ottobre del 2011 e i dati concernenti la sua attuazione, aggiornati a gennaio 2012, mostrano una copertura territoriale dell’85 per cento, con alcune eccellenze regionali che arrivano al 100 per cento.
Alle iniziative di semplificazione a favore delle imprese, si aggiunge l’attivazione a luglio 2011 dello Sportello Unico Doganale, che verrà completato entro luglio 2014. Tramite lo Sportello Unico Doganale le varie amministrazioni coinvolte nel processo di sdoganamento dialogheranno per via telematica per offrire una interfaccia unitaria alle imprese per la gestione dei documenti a supporto della dichiarazione doganale e per l’unificazione dei controlli dei vari enti preposti.
Con il decreto 5/2012 è stato inoltre introdotto un articolato pacchetto di interventi volto ad alleggerire il carico degli oneri burocratici gravanti sui cittadini e sulle imprese e a stimolare lo sviluppo di alcuni settori strategici.
Il Governo intende nel 2012, nell’ambito della priorità relativa alla crescita e alla competitività nel breve e nel lungo periodo:
§ presentare il disegno di legge annuale sulla Concorrenza
sulla base delle segnalazioni che gli saranno rivolte dall’Autorità Garante per
§ superare le restrizioni all’accesso e al più appropriato esercizio dei servizi professionali;
§ valorizzare e trattenere in Italia i migliori talenti, presentando un disegno di legge sul merito;
§ porre mano al riordino, alla razionalizzazione e alla riprogrammazione degli strumenti nazionali esistenti per l’incentivazione delle attività imprenditoriali. L’intervento concentrerà le risorse su aree di azione orizzontali considerate prioritarie per il rilancio della competitività del sistema produttivo del Paese, ed avrà come riferimento:
- il sostegno degli investimenti in innovazione e ricerca industriale, in particolare per le imprese di piccole e medie dimensioni;
- la promozione della proiezione internazionale e della presenza all’estero delle imprese italiane;
- la facilitazione della riconversione produttiva di aree di crisi industriale complessa, con rilevanza e impatto nazionale.;
§ avviare un programma d’azione per risolvere il problema dei ritardi nei pagamenti della Pubblica Amministrazione, imperniato su tre punti:
- utilizzazione delle disponibilità già garantite,pari a 5,7 miliardi, per ridurre l’indebitamento dell’Amministrazione centrale;
- definizione un sistema standardizzato di certificazione dei crediti delle PP.AA. per facilitarne la cessione al sistema bancario mediante la predisposizione di una piattaforma elettronica cui avranno accesso Amministrazioni Pubbliche e le imprese creditrici;
- anticipo dell’adozione delle misure nazionali di recepimento della direttiva europea sui ritardi di pagamento, rispetto alla scadenza di aprile 2013;
§ realizzare in Italia un sistema favorevole alle start up innovative. Il primo passo in tal senso è stata la costituzione di una Task force dedicata, composta da esperti di riconosciuta competenza sul tema, che ha il compito principale di analizzare e raccomandare le misure da prendere a favore delle start up innovative;
§ accelerare i tempi per i procedimenti della giustizia civile, dando piena attuazione al Tribunale delle Imprese e alla riorganizzazione geografica degli uffici giudiziari;
§ realizzare un sistema di infrastrutture di trasporto esteso e efficiente per sostenere la competitività;
§ implementare l’Agenda digitale;
§ conquistare più spazi di mercato all’estero, attraendo più investimenti esteri in Italia. Per raggiungere tali obiettivi l’azione del Governo si concentrerà su le seguenti direttrici principali:
- definire le priorità strategiche e provvedere ad una migliore pianificazione delle risorse, anche grazie all’avvio e alla piena operatività della Cabina di Regia per l’internazionalizzazione. Dovrà, quindi, essere migliorato il modello ‘a rete’ in base al quale opera la filiera dell’internazionalizzazione, assicurando un ruolo centrale alla nuova Agenzia per il Commercio Estero, in raccordo con tutti gli altri soggetti coinvolti nel sistema (Camere di Commercio, Ministero degli Affari Esteri, ambasciate) e prevedendo un forte coinvolgimento di banche e istituzioni finanziarie a supporto delle aziende italiane che vogliono investire all’estero
- potenziare i meccanismi di supporto finanziario agli esportatori, attraverso una stretta cooperazione tra Cassa Depositi e Prestiti e Sace, la creazione di un soggetto finanziario specifico sul modello delle Exim Banks operanti in altri Paesi e il rafforzamento di Simest per supportare i progetti di espansione internazionale;
- ripristinare la normale erogazione di prestiti all’economia, attraverso la definizione del nuovo sistema di regole europeo sui requisiti patrimoniali delle banche (Basilea III) e sui mercati degli strumenti finanziari
Ricerca, sviluppo, innovazione
La necessità di accrescere la
propensione all’innovazione e alla ricerca del sistema produttivo italiano è
stata oggetto di una raccomandazione specifica rivolta all’Italia dall’Unione
Europea nel giugno
Per rispondere a tale indicazione, si è intervenuto lungo una pluralità di direttrici.
Una prima direttrice ha
riguardato misure per accrescere l’efficacia dei finanziamenti pubblici alla
ricerca nel quadro degli orientamenti strategici fissati con il ‘Programma
Nazionale di Ricerca 2011-
Una seconda direttrice di intervento ha riguardato la spesa privata per la ricerca, con l’obiettivo di favorire un cambiamento strutturale dell’industria italiana in termini di innalzamento della dimensione e riconfigurazione del portafoglio di specializzazione verso settori a elevata intensità di ricerca e innovazione.
Dal lato dell’offerta di ricerca, le azioni messe in pratica e in corso di attuazione nel 2012 sono le seguenti:
§ politiche di clustering che migliorano l’ecosistema, favoriscono la nascita di filiere innovative e accompagnano i sistemi industriali verso settori research intensive e knowledge based;
§ politiche di sostegno alla crescita della dimensione media dell’impresa (reti d’impresa e venture capital);
§ politiche della domanda, con particolare riferimento al public procurement precommerciale; politiche di capacity building per le risorse umane finalizzate a dotare le PMI di competenze interne per partecipare ai bandi europei;
Sulla base di queste politiche, i provvedimenti in corso di attuazione sono molteplici e in particolare: l’Aiuto alla Crescita Economica (ACE); il progetto nazionale Smart Communities; il programma di potenziamento dei distretti tecnologici e la creazione di nuovi distretti nelle Regioni della Convergenza e in quelle del Centro-Nord; il bando per la ricerca industriale nelle Regioni Centro-Nord; il programma nazionale di procurement pre-commerciale mirato a stimolare l’innovazione agendo sulla leva della domanda. Le piccole e medie imprese innovative che brevettano potranno accedere ai finanziamenti bancari e al capitale di rischio con maggiore facilità e prestando minori garanzie; specifici programmi sono stati destinati ai settori strategici per la competitività del Paese, anche attraverso la promozione di forme di collaborazione tra le imprese.
Completano il quadro degli interventi specifiche misure di sostegno alle imprese innovative e il miglioramento del capitale umano.
Per il 2012 è prevista la prosecuzione delle azioni del programma operativo nazionale per la ricerca e la competitività, di competenza del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Scientifica, che comporterà, al 2015, una spesa complessiva stimata in 5 miliardi, 1,8 dei quali di parte privata.
In questo caso gli obiettivi prioritari del Governo saranno:
§ promuovere la competizione internazionale nella ricerca, aumentando la capacità di imprese, università, enti di ricerca e Amministrazioni centrali o locali di usare le risorse europee e di creare nuovi mercati di prodotti e servizi innovativi;
§ sviluppare un’azione integrata nella ricerca, nell’ambito della piattaforma progettuale delle smart cities and communities;
§ sostenere e qualificare la ricerca pubblica per l’economia della conoscenza e dell’innovazione;
§ incentivare e valorizzare forme di collaborazione e sinergia tra il settore di ricerca pubblico e quello privato. Per esempio, nell’ambito della revisione del sistema degli incentivi alle imprese sarà inoltre esaminata la possibilità di un meccanismo ‘automatico’ e permanente di credito di imposta alla ricerca e allo sviluppo.
Crescita sostenibile
Agenda 2000 si pone come obiettivi quelli di
§ ridurre del 20 per cento delle emissioni di gas a effetto serra;
§ raggiungere il 20 per cento di quota di fonti rinnovabili nei consumi finali di energia;
§ aumentare l’efficienza energetica del 20 per cento.
In ottemperanza alla Direttiva 2006/32/CE, il Piano d’Azione Nazionale per l’Efficienza Energetica 2007 (PAEE 2007) ha individuato gli orientamenti del Governo italiano in materia, ponendo un obiettivo del 3 per cento di risparmio energetico sugli usi finali al 2010 rispetto al consumo di riferimento.
Nell’ambito degli obiettivi europei, le misure nazionali per la crescita e lo sviluppo sostenibile riguarderanno, per l’anno 2012, le seguenti aree principali:
§ decarbonizzazione dell’economia italiana. In questo ambito l’obiettivo è quello di ridurre l’intensità di carbonio dell’economia anche attraverso l’evoluzione del sistema energetico verso sistemi distribuiti di trigenerazione (elettricità, calore e freddo) a alto rendimento e lo sviluppo contestuale di reti intelligenti locali (smart grids). Altri obiettivi sono:
- il progresso verso una filiera nazionale delle tecnologie verdi;
- l’incoraggiamento dell’eco efficienza nell’edilizia;
- il recupero e la valorizzazione dei rifiuti.
A tal fine il Governo:
§ approverà il Piano Nazionale per
§ adotterà i decreti per l’incentivazione delle fonti rinnovabili;
§ istituirà e aggiornerà la lista delle tecnologie, dei sistemi e dei prodotti che contribuiscono alla riduzione delle emissioni dei gas a effetto serra e degli inquinanti atmosferici.
§ recupererà le aree industriali dismesse in zone urbane, soggette a bonifica.
Il settore energetico è un elemento chiave per la crescita sostenibile del Paese e per la competitività delle imprese ed i bilanci delle famiglie.
La situazione attuale presenta alcuni aspetti positivi ed altri di criticità. Da una parte, l’Italia esce positivamente dal confronto con Paesi comparabili in termini di qualità del servizio e d’impatto ambientale. Inoltre, soprattutto nel settore elettrico, la regolazione è tra le più avanzate e il mercato agisce in un contesto di completa liberalizzazione. Dall’altra, il programma sottolinea la necessità di accrescere la sicurezza degli approvvigionamenti (in particolare nel gas), rendere più competitivi i costi/prezzi per i consumatori (nettamente superiori a quelli dei nostri partner europei), sviluppare la leadership tecnologica italiana in alcuni settori di punta, come l’efficienza energetica, l’estrazione di idrocarburi e le tecnologie rinnovabili innovative.
Per affrontare queste sfide, il Governo intende formulare una Strategia Energetica Nazionale, incentrata su tre obiettivi cardine:
§ energia più competitiva e meno costosa per consumatori e imprese,
§ maggiore sicurezza e indipendenza di approvvigionamento;
§ crescita economica legata al settore energetico, nel rispetto dell’ambiente.
§ efficienza energetica. Sarà al riguardo approvato un programma nazionale che includa: l’approvazione di normative sugli standard di apparecchiature ed edifici, l’adozione di campagne di sensibilizzazione dei consumatori, la revisione degli incentivi. Il Altri interventi a favore dell’efficienza energetica saranno approvati e riguarderanno: i decreti ministeriali di incentivazione delle rinnovabili termiche e dell’efficienza energetica; la riforma dei certificati bianchi e i nuovi obiettivi per i soggetti obbligati; il recepimento della direttiva 2010/31/CE sulla prestazione energetica nell’edilizia;
§ sviluppo dell’Hub del Gas sud-europeo. L’Italia può diventare il principale ponte (‘Hub’) per l’ingresso di gas dal Sud del Mediterraneo verso tutta l’Europa;
§ messa in opera da parte degli operatori privati di infrastrutture fondamentali quali rigassificatori di GNL, gasdotti di importazione e strutture di stoccaggio;
§ definizione del quadro regolatorio, attraverso innanzitutto la separazione proprietaria di Snam e l’introduzione di regole di mercato che favoriscano maggiormente liquidità e concorrenza, anche attraverso l’adozione del regolamento per perfezionare la borsa del gas;
§ sviluppo sostenibile delle energie rinnovabili. L’obiettivo è una crescita equilibrata del settore per raggiungere e del caso superare gli obiettivi del Pacchetto Clima-Energia 2020, con particolare riguardo al settore dell’energia elettrica, riducendo al contempo l’incidenza degli incentivi sulla bolletta elettrica. Questo richiede un cambiamento, riequilibrando l’attenzione data al settore elettrico, a scapito di quello termico e dell’efficienza energetica, e prevedendo modalità economicamente più efficienti attraverso la rimodulazione dei meccanismi di incentivo alla produzione, molto generosi – in particolare per il solare – e privi di adeguati meccanismi di contenimento dei volumi. Al riguardo il Governo ricorda che sono stati predisposti due schemi di decreti ministeriali che definiscono i nuovi incentivi per l’energia fotovoltaica e per le rinnovabili elettriche non fotovoltaiche (idroelettrico, geotermico, eolico, biomasse, biogas;
§ rilancio della produzione nazionale d’idrocarburi. Il documento ricorda che l’Italia gode di ingenti riserve di gas e petrolio, che potrebbero essere attivi in tempi rapidi, consentendo così di soddisfare una quota di consumi ben più elevata del 10 per cento attuale. Ciò potrebbe fare da volano attivando nuovi investimenti e creando nuovi posti di lavoro. A questo fine si ritiene necessario adeguare agli standard internazionali la normativa nazionale di autorizzazione e concessione, che oggi richiede passaggi autorizzativi particolarmente complessi ed è per molti aspetti molto più restrittiva di quanto previsto dalle normative europee.
Azione a livello dell'UE
Mercato unico
Il 13 aprile 2011
§ l’accesso delle PMI ai finanziamenti;
§ la mobilità dei lavoratori;
§ la tutela dei diritti di proprietà intellettuale;
§ un ruolo più centrale per i consumatori;
§ lo sviluppo del settore dei servizi;
§ la realizzazione delle reti infrastrutturali;
§ la creazione di un mercato unico europeo del digitale;
§ la promozione dell’imprenditoria sociale;
§ la revisione della normativa fiscale;
§ la coesione sociale;
§ il miglioramento del quadro normativo per le imprese;
§ il miglioramento del quadro normativo sugli appalti pubblici.
Ad avviso della Commissione, per
favorire il completamento del mercato unico occorrerà: garantire che la pertinente
normativa venga applicata in maniera
omogenea e senza discriminazioni; rafforzare la cooperazione tra tutti gli attori, in particolare tra le
amministrazioni nazionali e tra queste e
L’Atto per il mercato unico è stato esaminato dal Consiglio dell’UE e dal Consiglio europeo, da ultimo nella sessione dell’1-2 marzo 2012.
Energia e cambiamento climatico
Al fine di promuovere un'economia più efficiente sotto il profilo delle risorse, più verde e più competitiva, il Consiglio europeo chiede che:
§ si raggiunga un accordo in merito alla direttiva sull'efficienza energetica entro giugno 2012.
Il 28 febbraio 2012
§ siano compiuti rapidi progressi sulla strategia di riduzione delle emissioni di CO2 entro il 2050.
Il 15 marzo 2012 il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione di iniziativa relativa alla tabella di marcia 2050 per la decarbonizzazione dell'economia UE (COM(2011)112) con la quale propone di elevare l’obiettivo di riduzione delle emissioni di gas serra entro il 2020 fino al 25%, a prescindere dal raggiungimento di un accordo globale sul clima;
§ sia completato il mercato interno dell'energia entro il 2014, realizzando l'interconnessione transfrontaliera delle reti.
Nell’ambito
delle proposte relative all’attivazione
di un nuovo “meccanismo per collegare l'Europa” (Connecting Europe facility), il 19 ottobre 2011
Innovazione e ricerca
Nell’ambito dell’innovazione e della ricerca, il Consiglio ha convenuto che occorre intensificare gli sforzi al fine di:
§ creare uno strumento per la valorizzazione dei diritti di proprietà intellettuale a livello europeo.
Il 24 maggio 2011
- una strategia europea (COM(2011)287) per la creazione di un mercato unico dei diritti di proprietà intellettuale;
- una proposta di direttiva (COM(2011)289) sull’utilizzo delle “opere orfane”, vale a dire le opere protette dal diritto d’autore i cui titolari sono sconosciuti o introvabili (dovrebbe essere esaminata in prima lettura dal Parlamento europeo il 10 settembre 2012);
- una proposta di regolamento (COM(2011)285) sul controllo da parte delle autorità doganali del rispetto dei diritti di proprietà intellettuale.(dovrebbe essere esaminata in prima lettura dal Consiglio il 30 maggio 2012, e dal Parlamento europeo l’11 giugno 2012;
§ far sì che Stati membri partecipanti raggiungano entro giugno 2012 un accordo definitivo sulle proposte (COM(2011)215 e 216) volte ad attuare la cooperazione rafforzata per l’istituzione di un brevetto unico europeo al fine di rendere il sistema brevettuale economicamente accessibile e giuridicamente sicuro..
§ creare a livello dell'UE un efficace regime per il capitale di rischio, comprendente un regime di finanziamento a sostegno delle PMI innovative.
Il 7 dicembre 2011
§ prendere in esame un "fondo di fondi" per fornire capitale di rischio transfrontaliero e fare un uso più efficace degli appalti pubblici a sostegno delle imprese innovative e ad alta tecnologia.
Si ricorda che nell'ambito delle azioni previste nel prossimo
quadro finanziario pluriennale 2014-2020, il 30 novembre 2011
Servizio Studi – Dipartimento Attività produttive |
( 066760-9574 – *st_attprod@camera.it |
I dossier dei servizi e degli uffici della Camera
sono destinati alle esigenze di documentazione interna per l'attività degli
organi parlamentari e dei parlamentari. |
File: AP0260_0.doc