Camera dei deputati - XVI Legislatura - Dossier di documentazione
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Autore: | Ufficio Rapporti con l'Unione Europea | ||||||
Titolo: | La strategia "UE 2020" | ||||||
Serie: | Documentazione per le Commissioni - Esame di atti e documenti dell'UE Numero: 39 Progressivo: 1 | ||||||
Data: | 26/01/2010 | ||||||
Descrittori: |
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Titolo |
“Consultazione sulla futura strategia UE 2020” (COM(2009)647) |
Settori di intervento |
Strategia di Lisbona per la crescita e l’occupazione |
Finalità |
Avviare la riflessione sul futuro della Strategia di Lisbona |
Date: - documento della Commissione europea |
24 novembre 2009 |
La predisposizione di una nuova strategia dell’UE per la crescita, lo sviluppo e l’occupazione costituisce una delle priorità delle istituzioni dell’UE, a fronte della scadenza nel 2010 della Strategia di Lisbona nonché dell’esigenza di rilanciare in modo durevole l’economia europea dopo la crisi.
La strategia di Lisbona, varata dal Consiglio europeo di Lisbona del 23 e 24 marzo 2000, ha definito una serie di azioni volte a rendere l’Unione europea entro il 2010 l’economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica del mondo, in grado di realizzare una crescita economica sostenibile con nuovi e migliori posti di lavoro e una maggiore coesione sociale.
L’elaborazione della nuova strategia assume un rilievo centrale sia nel programma di 18 mesi del Consiglio UE, presentato dalle Presidenze spagnola, belga e ungherese il 22 dicembre 2009 – che la pone tra le “priorità principali” – sia, in misura ancora più marcata, nel programma semestrale della Presidenza spagnola. L’obiettivo della Presidenza spagnola è di approvare la revisione in occasione del Consiglio europeo del 25-26 marzo 2010; allo scopo di definire un accordo in tempo utile è stata appositamente convocato Consiglio europeo straordinario l’11 febbraio 2010.
Da parte sua, la Commissione europea ha già svolto una consultazione sul futuro della strategia di Lisbona dopo il 2010, con la presentazione il 24 novembre 2009, di un documento di lavoro (COM(2009)647). La consultazione si è conclusa il 15 gennaio 2010. Il documento prospetta, in particolare, una nuova iniziativa “UE 2020” che prenderebbe il posto dell’attuale Strategia di Lisbona. Sulla base degli esiti della consultazione la Commissione sottoporrà proposte specifiche al Consiglio europeo di marzo 2010.
Sia le Presidenze del Consiglio sia la Commissione europea riconnettono la definizione della nuova strategia all’esigenza, per un verso, di ovviare agli effetti economici e sociali negativi della crisi finanziaria e rilanciare stabilmente la crescita e l’occupazione in Europa, e, per altro verso, di tenere conto delle sfide delle sfide demografiche e ambientali.
Il Programma di 18 mesi del Consiglio (e in termini ancor più marcati quello semestrale la Presidenza spagnola) osserva che, a causa dell'effetto combinato della crisi e dell'invecchiamento della popolazione europea, un programma di riforme ampie e profonde è oggi ancor più essenziale che nel decennio coperto dalla strategia di Lisbona precedente; la nuova strategia UE 2020 dovrebbe essere la base per un modello economico più sostenibile, promuovendo la crescita sostenibile e l'occupazione, l'innovazione e la competitività, il rafforzamento della coesione sociale, economica e territoriale, la lotta ai cambiamenti climatici e la sicurezza energetica.
Secondo il programma la nuova strategia dovrà fissare traguardi comuni realistici per i prossimi dieci anni; al tempo stesso, emergendo gli Stati membri dalla crisi con una situazione di bilancio e strutturale diversa, la definizione degli orientamenti della nuova strategia dovrebbe essere sufficientemente flessibile in modo da rispondere alle esigenze nazionali e alla diversità dell'UE, articolandosi meglio con una politica forte di coesione e contribuendo al recupero del ritardo delle zone e dei gruppi sociali svantaggiati.
Anche la Commissione europea osserva anzitutto che, avendo la crisi economica e finanziaria determinato una forte contrazione dell’attività economica e inciso pesantemente sulle finanze pubbliche, occorre tener conto, per un verso, dei limitati margini di manovra finanziaria; per altro verso, una volta ripristinato il controllo sul disavanzo pubblico, dell’esigenza di ridefinire la spesa pubblica in linea con gli obiettivi del 2020. n secondo luogo, la Commissione sottolinea che i mutamenti demografici in corso potrebbero rallentare la crescita potenziale entro il 2020 e che la crisi, inoltre, ha acuito le problematiche sociali di lungo periodo con cui si confronta l'Europa, quali l’integrazione di una popolazione migrante, l’esclusione sociale, la povertà infantile e la solidarietà intergenerazionale.
In tale quadro, la Commissione ritiene che la strategia “UE 2020”, rispetto alla Strategia di Lisbona, debba concentrarsi su ambiti di intervento chiave che offrano migliori risultati in termini di collaborazione tra UE e Stati membri, imperniati su tre priorità di base: crescita basata sulla conoscenza; coinvolgimento dei cittadini in una società partecipativa; economia competitiva, interconnessa e più verde.
In senso analogo, il programma della Presidenza spagnola ritiene che la Strategia UE 2020 debba essere mirata a tre grandi obiettivi la sostenibilità economica, quella sociale e quella ambientale, all’interno dei quali sono richiamati diversi interventi settoriali.
Il programma della Presidenza spagnola sottolinea che l’economia europea dovrebbe basare la sua competitività sull’innovazione e la sulla valorizzazione della conoscenza, incrementando gli investimenti nell’istruzione e nella ricerca, anche attraverso partenariati pubblico-privato.
Il documento di consultazione della Commissione considera la conoscenza quale motore della crescita sostenibile, fissando per il 2020 l’obiettivo di creare uno spazio europeo della conoscenza che consenta a tutti gli attori (studenti, insegnanti, ricercatori, istituti di istruzione, centri di ricerca e imprese) di beneficiare della libera circolazione delle persone, delle conoscenze e delle tecnologie.
A tale scopo, il documento di consultazione ritiene propedeutico uno spazio europeo della ricerca efficiente e dotato di risorse adeguate, attraverso le seguenti azioni:
· mettere in comune le risorse a livello UE, sviluppando congiuntamente grandi infrastrutture e innalzando gli standard qualitativi a livello internazionale;
· massimizzare i benefici della ricerca accelerandone la traduzione pratica per le imprese e le PMI europee, anche tramite partenariati pubblico-privato, nonché tramite incentivi alla creazione di imprese basate sulla conoscenza;
· stabilire, per sviluppare la creatività, la conoscenza e la capacità di ricerca dell'Europa, un sistema adeguato di tutela dei diritti di proprietà intellettuale, efficace anche sotto il profilo dei costi, capace di favorire la creazione di imprese innovative e di aiutare gli istituti universitari e i centri di ricerca a commercializzare proficuamente le idee e le invenzioni prodotte.
Per quanto riguarda il sistema universitario, la Commissione suggerisce di pensare ad una nuova fase dei programmi Erasmus, Leonardo e Erasmus Mundus che, insieme ad iniziative nazionali, offra a tutti i giovani d’Europa la possibilità di trascorrere parte del percorso formativo in un altro Stato membro. Per quanto concerne, infine, l’economia digitale, secondo la Commissione occorre sfruttarne appieno le potenzialità, in considerazione delle opportunità che essa può offire alle PMI operanti nel settore manifatturiero e dei servizi, sia come utenti finali sia come fornitrici di imprese più grandi.
occupazione e inclusione sociale
La nuova strategia, secondo la Presidenza spagnola, dovrebbe puntare all’inclusione sociale, promuovendo le condizioni per l’accesso al mercato del lavoro dei soggetti più vulnerabili, e puntando precipuamente sulla formazione. Sulla stessa linea, l’obiettivo della Commissione per il 2020 consiste nel creare posti di lavoro, aumentando il tasso occupazionale della popolazione attiva, e dando vita a lavori migliori e più produttivi, nonché garantendo equità, sicurezza e opportunità reali di accedere al mercato del lavoro, di fondare un'impresa e di gestire le transizioni sul mercato del lavoro grazie a sistemi sociali e assistenziali moderni e finanziariamente sostenibili.
In particolare, la Commissione osserva che alla tradizionale sequenza studi-lavoro-pensione vanno sostituendosi nuovi modelli di vita lavorativa caratterizzati da interruzioni e riprese intermittenti dell’attività e che offrono maggiori opportunità ai lavoratori. La creazione di nuovi posti di lavoro renderà necessarie nuove competenze e la gestione della transizione da un posto all’altro e tra i periodi di formazione e di occupazione. Anche traendo spunto da alcune misure adottate durante la crisi (ad es. formule combinate di lavoro part-time e formazione) la flessicurezza dovrà sviluppare in pieno le sue potenzialità. Occorre, dunque, secondo la Commissione, trovare il modo migliore per garantire, da un lato, la flessibilità del mercato del lavoro, sia in termini di organizzazione del lavoro che di rapporti lavorativi, e, dall’altro, la sicurezza offerta dalla formazione permanente e da una tutela sociale adeguata.
La Commissione ritiene, inoltre, che il processo decisionale a livello nazionale e dell’UE non tenga conto pienamente delle potenzialità del fenomeno migratorio, malgrado il suo notevole contributo alla crescita. L’occupazione degli immigrati dovrebbe dunque essere potenziata, specie per quanto riguarda i lavoratori scarsamente qualificati, le donne e i nuovi arrivati.
Per creare più posti di lavoro, la Commissione ritiene indispensabile la diffusione di una cultura più imprenditoriale, ispirata da un atteggiamento più positivo verso il rischio e dalla capacità di innovare. A tal fine, occorrerà rimuovere una serie di ostacoli, quali le disparità di trattamento previste dalla maggior parte dei sistemi previdenziali a svantaggio dei lavoratori autonomi o il mancato riconoscimento dei diritti sociali e pensionistici che disincentivano il trasferimento in altri Stati membri.
competitività, energia e ambiente
Ad avviso della Presidenza spagnola l’economia europea dovrebbe puntare ad un modello di sviluppo a basso livello di emissioni di anidride carbonica, migliorando l’efficienza energetica, migliorando l’interconnessione infrastrutturale tra gli Stati membri e promuovendo l’utilizzo di energie rinnovabili.
Per il 2020 la Commissione propone di perseguire gli obiettivi concordati dall’UE in tema di clima e energia, di potenziare la base industriale, di sviluppare le potenzialità delle PMI e di rispondere alle necessità future aumentando la produttività e riducendo la pressione sulle risorse.
La premessa della Commissione è che L'Europa dovrà continuare ad essere competitiva in un mondo sempre più caratterizzato da prezzi energetici relativamente elevati, da restrizioni delle emissioni di carbonio e da una concorrenza sempre più pressante nell'accaparramento delle risorse. Si tratta, dunque, di garantire un uso più efficiente delle materie prime e di favorire la produttività riducendo la pressione sulle risorse, mediante una regolamentazione mirata (ad es. norme che promuovano produzioni e sistemi a basso consumo energetico), lo scambio di quote di emissione, il riassetto dei sistemi fiscali, sovvenzioni, sussidi e prestiti, politiche in materia di investimenti pubblici e appalti, indirizzando inoltre a tal fine i fondi destinati alla ricerca e all'innovazione. La Commissione auspica inoltre che la banda larga raggiunga quanto prima una copertura del 100%, tramite un profondo programma di investimenti a favore delle reti a fibre ottiche e della banda larga senza fili.
Parallelamente alle infrastrutture internet ad alta velocità, la Commissione ritiene prioritario lo sviluppo di infrastrutture dei trasporti e dell'energia:
· la politica dei trasporti dovrà mirare a una migliore connessione delle reti, alla ricerca di alternative al trasporto su strada e alla promozione di tecnologie pulite, traendo beneficio dai progetti europei quali Galileo, GMES, i programmi di gestione del traffico su strada e su rotaia (ERTMS) e del traffico aereo (SESAR);
· per quanto concerne l’energia, tenuto conto che entro il 2030 l’UE dovrà sostituire metà delle centrali elettriche esistenti, la Commissione sottolinea l’importanza di una super rete elettrica europea, che consentirà di aumentare notevolmente la percentuale di energia rinnovabile e di produzione decentralizzata.
In tema di politica industriale, una volta passata la crisi, le imprese di diversi settori dovranno risolvere le sovraccapacità strutturali e l'UE dovrà facilitare ristrutturazioni socialmente accettabili pur garantendo eque condizioni di concorrenza. A tal fine, si sottolinea l’opportunità di puntare sulla capacità di innovazione, sull'ecoinnovazione, sulle nuove tecnologie trainanti e sulle nuove competenze.
La Commissione rileva che l'UE non fruisce tuttavia attualmente di tutti i benefici del mercato unico, la cui concezione risale a oltre vent'anni fa, prima che le tecnologie dell’informazione e della comunicazione diventassero il principale motore di crescita: gli ostacoli alle attività transfrontaliere si traducono in minore scelta per i consumatori, minore concorrenza sui prezzi e minore produttività potenziale. Pertanto, ritiene che, per raggiungere le priorità dell'UE 2020, sia assolutamente necessario porre fine alla frammentazione che ostacola attualmente il flusso dei contenuti online e l'accesso ad internet da parte dei consumatori e delle imprese.
Partendo dal presupposto che il nuovo programma “UE 2020” si staglia sullo sfondo della globalizzazione, la Commissione considera prioritario intervenire, nell’ambito dell’Organizzazione mondiale del commercio (OMC) e tramite la cooperazione bilaterale, per ridurre gli ostacoli ai flussi internazionali di scambi e di investimenti e per promuovere un commercio mondiale aperto, nel rispetto delle regole, prestando soprattutto attenzione ad aspetti quali l’accesso al mercato, la disponibilità delle fonti energetiche e delle materie prime e i progressi nel raggiungimento degli obiettivi ambientali e sociali.
Secondo la Commissione, il Patto di stabilità svolgerà un ruolo determinante non solo per il consolidamento fiscale, ma anche per il reperimento delle risorse necessarie per uno sviluppo ed un’occupazione sostenibili. Pertanto, nel risanare i conti pubblici, gli Stati membri dovranno riorientare la spesa verso il raggiungimento degli obiettivi tematici della strategia UE 2020 affinché in Europa possano realizzarsi gli investimenti necessari. Si tratterebbe, in tal senso, di investire in via prioritaria le poche risorse disponibili in investimenti e riforme strutturali indirizzati a realizzare un’economia più intelligente, interconnessa e più verde, ovvero nella ricerca e nello sviluppo tecnologico, nell'istruzione di qualità, nello sviluppo delle competenze e nelle reti "intelligenti"; questi investimenti dovrebbero essere accompagnati dall'ammodernamento delle strutture esistenti, da una pubblica amministrazione più efficiente e da riordini normativi.
Le politiche di bilancio andranno rimodulate, secondo la Commissione, in coerenza con gli obiettivi sopra esposti, sia nell'ambito della revisione del bilancio del prossimo anno e delle proposte in vista del prossimo quadro finanziario pluriennale (2014-2020), sia a livello degli Stati membri, in cui la spesa pubblica andrà rivista prestando particolare attenzione alla qualità e all'efficienza, cercando di reperire risorse da investire nella crescita sostenibile, al di là dei forti vincoli fiscali. Occorrerà esplorare contemporaneamente nuovi modelli di finanziamento (partenariati pubblico-privato, ricorso a fondi UE o Banca europea per gli investimenti) affinché, convogliando risorse pubbliche e private, si possa massimizzare l'impatto.
Il programma di diciotto mesi del Consiglio sottolinea che la nuova strategia dovrà prevedere un riesame di tutti i meccanismi di attuazione ai fini di una maggiore coerenza ed efficacia del processo decisionale, anche intensificando la partecipazione dei soggetti interessati, anche a livello locale e regionale.
La Presidenza spagnola pone in modo più marcato l’accento sulla necessità, anche sulla base delle nuove disposizioni del Trattato di Lisbona, di rafforzare il coordinamento delle politiche economiche degli Stati membri, in collaborazione con la Commissione e con il Parlamento europeo. Nella stessa linea, la Presidenza promuoverà il rafforzamento del ruolo dell’Ue nelle relazioni economiche internazionali, in particolare all’interno del G20.
La Commissione, per parte sua sottolinea che interventi e obiettivi specifici della strategia potranno essere realizzati solo tramite il partenariato tra l'azione a livello UE, nazionale e regionale. Il Consiglio europeo, anche in base alle nuove disposizioni introdotte dal Trattato di Lisbona, svolgerà un ruolo centrale per l’attuazione della nuova strategia, essendo esso l'organo deputato ad assicurare l'integrazione delle politiche e a gestire l'interdipendenza tra gli Stati membri e l'Unione. Le formazioni del Consiglio dell’UE, quali il Consiglio ECOFIN e gli altri Consigli tematici interessati, saranno poi chiamati a garantire un'applicazione integrata delle decisioni assunte dal Consiglio europeo.
La Commissione auspica altresì un ruolo più incisivo del Parlamento europeo, che potrebbe essere incoraggiato ad esprimere pareri sulla strategia UE 2020 prima del Consiglio europeo di primavera, e dei Parlamenti nazionali, che dovrebbero seguirne la messa a punto.
E’ auspicato, infine, un sostegno attivo delle parti sociali e della società civile.
Il Consiglio europeo del 22 e 23 marzo 2005 ha proceduto alla revisione intermedia della strategia di Lisbona, ridefinendone obiettivi e la governance, nonché introducendo strumenti per monitorare e misurare la sua attuazione a livello europeo e nazionale.
In particolare, il ciclo di governance, di durata triennale, è articolato nelle seguenti fasi:
· presentazione di una relazione strategica della Commissione, sulla base della quale il Consiglio europeo di primavera definisce gli orientamenti politici della strategia;
· in coerenza con le conclusioni del Consiglio europeo e sulla base delle proposte della Commissione, il Consiglio adotta le linee direttrici integrate per la crescita e l’occupazione,contenenti i grandi orientamenti per le politiche economiche e gliindirizzi di massima per l’occupazione (gli orientamenti integrati 2008-2010 sono stati formalmente adottati a luglio 2008;
· in coerenza con le linee direttrici, gli Stati membri definiscono programmi di riforma nazionali di durata triennale;
· in corrispondenza con i programmi nazionali, la Commissione presenta un programma comunitario di Lisbona, anch’esso di durata triennale,comprendente l’insieme delle azioni da intraprendere a livello comunitario;
· ogni anno in autunno, per tutta la durata del ciclo triennale, gli Stati membri presentano alla Commissione rapporti annuali sullo stato di attuazione dei programmi nazionali di riforma. Sulla base dell’analisi di tali documenti la Commissione predispone una relazione annuale destinata al Consiglio europeo di primavera che si pronuncia sui progressi compiuti e sugli eventuali adeguamenti delle linee direttrici integrate.
Quanto alle prossime scadenze, la Commissione ricorda che il Consiglio europeo di primavera del 2010 dovrà varare la nuova strategia per i prossimi cinque anni sulla base di una proposta che la Commissione presenterà nelle prossime settimane. Il Consiglio europeo definirà un numero limitato di obiettivi principali individuando i corrispondenti interventi da adottare in partenariato a livello dell'UE e degli Stati membri. Le conclusioni del Consiglio europeo, unitamente ai relativi orientamenti per l'UE e per gli Stati membri, costituiranno quindi la base degli orientamenti integrati previsti dal Trattato (vedi sopra).
In funzione di ciascun obiettivo, gli Stati membri definiranno i propri obiettivi per i prossimi cinque anni. La Commissione e il Consiglio europeo monitoreranno ogni anno i progressi realizzati negli Stati membri e a livello UE.
XVI legislatura –Documentazione per le Commissioni – Esame di atti e documenti dell’UE, n. 39/1, 26 gennaio 2010
Il bollettino è stato curato dall’Ufficio Rapporti con l’Unione europea (tel. 2145)