Allegato A
Seduta n. 259 del 15/12/2007
TESTO AGGIORNATO AL 18 DICEMBRE 2007
DISEGNO DI LEGGE: S. 1817 - DISPOSIZIONI PER LA FORMAZIONE DEL BILANCIO ANNUALE E PLURIENNALE DELLO STATO (LEGGE FINANZIARIA 2008) (APPROVATO DAL SENATO) (A.C. 3256)
(A.C. 3256 - Sezione 1)
ORDINI DEL GIORNO
La Camera,
premesso che:
l'articolo 2 del testo reca numerose misure in materia di energia e diversificazione delle fonti energetiche;
il Paese è interessato da una crescita costante del fabbisogno energetico e, come noto, si determinano sovente difficoltà di approvvigionamento determinate da fattori di natura geopolitica;
è in atto un forte aumento dei prezzi delle risorse energetiche che sta determinando ripercussioni negative sull'intero sistema economico del Paese a causa dell'aumento generalizzato dei prezzi di molti altri beni e servizi;
il progressivo aumento della domanda di gas potrebbe determinare una situazione di carenza di tale prodotto tale da generare un'«emergenza gas», con ricadute estremamente negative sia nel comparto civile che in quello produttivo;
è necessario, quindi, diversificare le fonti di approvvigionamento allo scopo di assicurarne l'equilibrio e consentire di migliorare la sicurezza e la flessibilità del sistema;
sussistono oggettive difficoltà nel conseguire tale obiettivo, come dimostrato, ad esempio, dalla complessità riscontrata nel realizzare nuovi terminali di rigassificazione, cui si sta tentando di dare soluzione con le norme di snellimento e semplificazione contenute nel decreto-legge n. 159 del 2007, collegato alla manovra di finanza pubblica per il 2008;
i motivi di preoccupazione sono amplificati anche dal fatto che all'aumento della domanda fa riscontro un calo della produzione nazionale di idrocarburi;
è quindi divenuto improcrastinabile anche dare un nuovo forte impulso alla ricerca e sfruttamento delle risorse energetiche che sono presenti nel territorio nazionale;
nei nostri mari, infatti, sono presenti ancora molti miliardi di metri cubi di gas naturale e, in particolare, nella zona dell'alto Adriatico ne sono state già scoperte consistenti riserve, il cui sfruttamento, nell'assoluto rispetto della tutela ambientale, potrebbe fornire un valido ausilio al sistema energetico nazionale;
la legge n. 179 del 2002, senza plausibile motivazione, ha imposto il divieto di esercitare l'attività mineraria, precludendone lo svolgimento anche nel caso in cui venga accertato che essa sia compatibile con l'ambiente e, in particolare, che non sia responsabile di fenomeni di subsidenza;
nell'ultimo decennio lo sviluppo delle conoscenze scientifiche e tecnologiche ha reso disponibili più sofisticati ed efficaci strumenti di analisi dei fenomeni
geologici, quali, ad esempio, software di visualizzazione tridimensionale di corpi geologici complessi e macchine con cui realizzare simulazioni con modelli matematici, che garantiscono un elevato grado di affidabilità;
appare, pertanto, ragionevole quantomeno rivalutare quale possa essere l'effettivo impatto sulle zone costiere dell'attività di estrazione del gas in alto Adriatico,
impegna il Governo
ad attuare le iniziative che ritenga più idonee ed opportune al fine di consentire la ricerca e lo sfruttamento delle risorse energetiche nazionali, anche eliminando i divieti imposti dalle norme vigenti ove sia accertata la compatibilità ambientale delle relative attività.
9/3256/1. Quartiani.
La Camera,
premesso che:
la struttura di Rete ferroviaria italiana di Verona, in data 5 marzo 2003, ha trasmesso al Ministero delle infrastrutture il progetto preliminare relativo al collegamento ferroviario Stazione Porta Nuova di Verona - Aeroporto «V.Catullo» di Villafranca di Verona;
il progetto ha già ottenuto le prescritte approvazioni del direttore della Rete ferroviaria italiana ed è corredato dalle valutazioni di impatto ambientale della regione Veneto, della provincia, del comune di Verona e del parere favorevole della soprintendenza beni architettonici;
attualmente il progetto è presso il Ministero delle infrastrutture in attesa d'essere inviato al Cipe per l'approvazione in linea tecnica ed economica;
è di assoluta importanza che quanto prima venga approvata la spesa per la progettazione definitiva e per la realizzazione dell'opera compresa nella cosiddetta «legge obiettivo» per un importo previsto di 100 milioni di euro;
l'effettivo costo dell'opera è attualmente stimato in 90 milioni di euro e pertanto i rimanenti 10 milioni potrebbero essere destinati al raddoppio del binario tra Villafranca di Verona e Mantova, con indubbia ulteriore valorizzazione delle potenzialità dell'aeroporto;
tale raddoppio è, altresì, essenziale per il definitivo affermarsi del polo logistico-intermodale di Mantova-Valdaro, esteso per circa 3 milioni di metri quadri, e da considerarsi quale naturale estensione a sud del quadrante Europa di Verona;
l'area intermodale di Valdaro ed il suo porto interno sono collegati con l'Adriatico tramite il canale navigabile Fissero-Tartaro-Canalbianco e con la ferrovia Mantova-Nogara-Monselice, tramite un raccordo realizzato in parte direttamente dalle Ferrovie dello Stato;
gli ingenti investimenti pubblici sino ad ora destinati al polo logistico-intermodale impongono, al fine di concretizzarne al massimo le intrinseche potenzialità, che l'intero sistema acqua-ferrostrada sia completato con il raddoppio della ferrovia Mantova- Villafranca di Verona,
impegna il Governo:
ad adottare, nella sede del Cipe, le opportune iniziative affinché si giunga all'approvazione, in linea tecnica ed economica, della spesa relativa al raccordo ferroviario Verona Porta Nuova-Aeroporto «V. Catullo» di Villafranca di Verona, autorizzando in prima istanza la spesa per la progettazione definitiva dello stesso;
a riservare, in caso di minor costo del raccordo rispetto a quanto previsto dalla «legge obiettivo», le risorse residue al raddoppio della tratta ferroviaria Villafranca di Verona-Mantova.
9/3256/2. Burchiellaro, Ruggeri, Fava.
La Camera,
premesso che:
l'ordine del giorno accolto dal Governo nel corso della discussione sulla legge finanziaria per l'anno 2007 (9/1746-bis/68) impegnava il Governo a «porre la costruzione del nuovo tribunale di Mantova, secondo i progetti presentati dal comune di Mantova e già accolti ed approvati dallo stesso Ministro della giustizia, quale priorità»;
come riconosciuto dal Ministero della giustizia, il comune di Mantova ha svolto la funzione di stazione appaltante del progetto deciso dal Ministero medesimo;
per questa ragione l'amministrazione comunale di Mantova si è fatta carico per conto del Ministero della giustizia dei diversi livelli di progettazione relativi alla definizione del progetto esecutivo del palazzo stesso,
impegna il Governo
a tener conto delle spese sostenute dal comune di Mantova per la progettazione.
9/3256/3. (Testo modificato nel corso della seduta)Ruggeri, Burchiellaro.
La Camera,
premesso che:
l'assetto infrastrutturale del territorio comunale di Carrara è caratterizzato dal punto di vista della mobilità da una considerevole componente di traffico pesante generato dalle attività estrattive e commerciali legate al settore del marmo;
tutto ciò ha fatto nascere l'esigenza di costruire una strada dedicata particolarmente al traffico pesante legata alle attività estrattive, denominata «Via del marmo», eliminando così l'attraversamento del centro storico di Carrara;
i costi necessari per l'opera sono ingenti e la gran parte di essi sono a carico del comune di Carrara
la legge finanziaria dispone risorse per le infrastrutture pubbliche e logistiche,
invita il Governo
ad individuare risorse utili a terminare questa importante opera infrastrutturale, integrative di quelle già messe a disposizione.
9/3256/4. (Testo modificato nel corso della seduta)Cordoni, Mariani, Fluvi, Ceccuzzi, Mario Ricci, Di Gioia.
La Camera,
premesso che:
il comma 126 dell'articolo 2 dispone la sospensione temporanea delle esecuzioni forzose in danno di imprenditori agricoli della regione Sardegna;
il relativo emendamento è stato approvato con una copertura finanziaria di 3 milioni di euro a valere sulla tabella A della medesima legge finanziaria;
è da considerarsi la necessità di precisare l'utilizzazione delle risorse destinate all'attuazione della disposizione in questione,
impegna il Governo
a dare applicazione alla citata disposizione nel senso di destinare le risorse indicate alla copertura finanziaria dei costi conseguenti alla sospensione dei giudizi, delle procedure di riscossione e di recupero e delle esecuzioni forzose, quali interessi ed altro, con esclusione delle possibilità di destinare risorse al funzionamento della commissione di esperti ivi prevista o alla corresponsione di compensi ai suoi componenti.
9/3256/5. Lion, Marras, Vacca, Zucchi, Fadda, Franci, Sanna, Schirru, Cesini.
La Camera,
premesso che:
il principio di equità fiscale è uno dei cardini di ogni democrazia avanzata, di un sistema cioè nel quale al cittadino contribuente è riconosciuto il giusto livello di dignità e di rispetto, un ruolo attivo e non solo passivo ed il medesimo principio di equità fiscale non può che avere tra i suoi criteri fondanti anche quello della corretta valutazione dei bisogni oggettivi della cittadinanza;
nel 2002 un'ampia area del Molise è stato colpita da un violento terremoto che ha interessato anche una parte della regione Puglia,
i danni provocati dal terremoto in Molise sono stati ingenti, con conseguenze anche drammatiche, come la morte di 27 bambini ed una maestra deceduti per il crollo della scuola Iovine di San Giuliano di Puglia;
purtroppo i danni non sono stati limitati nel tempo, ma anzi si sono protratti come spesso accade nei mesi e negli anni successivi, durante i quali l'intera area coinvolta dal sisma si è di fatto trovata paralizzata;
la comunità locale ha sopportato e sopporta da anni una situazione di emergenza continua e le attività economiche e produttive si sono in molti casi paralizzate, in altre sono state notevolmente ridimensionate;
per comprendere bene la portata dei danni basta ricordare che la regione Molise, in pieno accordo con la Protezione civile, ha richiesto per la ricostruzione la cifra di seimila miliardi di vecchie lire;
la ricostruzione in particolare delle strutture pubbliche continua a procedere a rilento; tale situazione contrasta enormemente con ciò che è accaduto in altre regioni colpite da calamità naturali: basti pensare che in Umbria a 4 anni di distanza come già ricordato fortunatamente si poteva registrare il rientro di oltre il 50 per cento della popolazione e questa non è l'unica evidente differenza, con altre situazioni di calamità naturali accadute nel nostro Paese;
una delle conseguenze del terremoto è stata la decisione, comprensibile e necessaria, di prevedere la sospensione dei tributi e contributi per la popolazione interessata, ratificata con l'ordinanza del 29 novembre 2002, n. 3253;
successivamente si è provveduto ad individuare i territori i cui residenti potevano usufruire di tali benefici, la cosiddetta «area del cratere», con i decreti del Ministro dell'economia e delle finanze del 14 e 15 novembre 2002 e del 9 gennaio 2003;
il presidente della regione Molise, commissario delegato ai sensi della legge del 27 dicembre 2002, n. 286, con proprio decreto n. 7 del 19 febbraio 2003, decretava l'allargamento della suddetta area a tutta la provincia di Campobasso, disponendo che l'ordinanza del 29 novembre 2002, n. 3253, venisse applicata ai soli fini della sospensione dei contributi previdenziali ed assistenziali;
attualmente tale sovrapposizione di differenti e continue ordinanze emesse nel tempo in aggiunta alle citate ha creato una inevitabile confusione ed una discriminante interpretazione delle norme con il risultato di evidenti incertezze interpretative;
in tale contesto si registra una forte insicurezza ed una grande confusione nella popolazione interessata;
allo stato nell'area del cosiddetto cratere, l'area cioè delimitata specificatamente da tre distinti decreti del Ministro dell'economia e delle finanze, i contributi ed i tributi sono sospesi fino al 31 dicembre 2008, con inizio della restituzione dal 1o gennaio 2008, sempre nel cratere sono previsti differenti tempi per la restituzione; in particolare tributi e contributi sospesi dal 2002 al 2005 dovranno essere restituiti in circa 24 anni a partire dal 1o gennaio 2008; i tributi e contributi sospesi nell'anno 2006 dovranno essere restituiti in 12 mesi sempre a partire dal 1o gennaio
2008; i tributi e contributi sospesi nell'anno 2007 dovranno essere restituiti in 24 mesi sempre a partire dal 1o gennaio 2008, il tutto mentre nel resto della provincia di Campobasso la restituzione è iniziata per i soli contributi dal 1o gennaio 2006 per la durata di 24 anni;
a tale contesto, già enormemente complesso tanto da apparire grottesco, si aggiunge l'esclusione successiva, dopo che in primo momento erano stati ricompresi dei dipendenti pubblici dai benefici previsti dalla diverse ordinanze e decreti succedutisi nel tempo, tale esclusione è stata disposta specificatamente dall'articolo 6, comma 1-bis, del decreto-legge 9 ottobre 2006, 263, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 dicembre 2006, n. 290;
attualmente tali dipendenti sono soggetti ad ingiunzione da parte dell'Inpdap per il recupero immediatamente esecutivo delle somme non versate, con inevitabile ricorso di quest'ultimi alla Corte costituzionale in procinto di pronunciarsi in merito;
allo stato, in conseguenza di una normativa accumulatasi senza razionalità alcuna e non avendo l'attuale legge finanziaria provveduto a disciplinare conformemente a quanto disposto per altre regioni dal Paese colpite da calamità naturali, si viene a creare a partire dal 1o gennaio 2008 a danno della cittadinanza della regione Molise, un accavallamento di eventuali restituzioni relative alla diverse sospensioni, che nei confronti, ad esempio, dei dipendenti pubblici provocano inevitabilmente effetti anche di evidente incostituzionalità, nonché enormi disagi quanto veri e propri danni, provocando di fatto una decurtazione delle buste paga sostanzialmente insostenibile;
il disegno di legge finanziaria per il 2008 non ha previsto alcun abbattimento delle somme da restituire,
impegna il Governo:
a valutare la possibilità di eliminare ogni forma di diseguaglianza fiscale e gli enormi disagi a cui è sottoposta la popolazione dei comuni colpiti dal sisma del 2002, di intervenire con la massima urgenza ad emanare un'apposita ordinanza di protezione civile, ai sensi delle legge n. 225 del 1992, in cui sia previsto:
a) la configurazione di un periodo di restituzione omogeneo e al quale ricondurre tutti i diversi periodi di sospensione, possibilmente previsto in 24 anni;
b) il ripristino dell'inclusione nelle categorie beneficiate dalla sospensioni di tributi e contributi dei dipendenti pubblici;
c) la definizione in maniera organica strutturale ed uniforme dell'abbattimento almeno del 50 per cento della somma da restituire per i residenti nell'area del cratere, ai fini di omologare la popolazione della regione Molise a quella delle altre regioni italiane colpite da calamità dove tale intervento è stato coerentemente disposto;
di disporre norme per un giusto rilancio economico dell'area disastrata, in particolare a dichiarare zona franca quella del cratere individuato da appositi decreti ministeriali;
di adottare iniziative per modificare la legge quadro n. 225 del 1992, in modo da renderla organica e stabilire diritti uguali per tutti i cittadini italiani nel caso di calamità naturale.
9/3256/6. (Testo modificato nel corso della seduta)Astore.
La Camera,
premesso che:
l'impresa che opera nel settore dei media (in particolare quello radiotelevisivo e quello delle comunicazioni elettroniche), nell'assetto ancora in atto, ispirato al vecchio modello della televisione analogica, è un'impresa integrata verticalmente che dispone di tre ordini di risorse: frequenze, programmi, pubblicità;
proprio il passaggio alla tecnologia digitale già iniziato, oltre a favorire la convergenza tra le reti e la nascita di nuove piattaforme, ha avviato un percorso di superamento dell'integrazione verticale delle imprese che sta conducendo alla distinzione tra l'«operatore di rete» (come soggetto titolare del diritto di installazione, esercizio e fornitura di una rete di comunicazione elettronica) ed il «fornitore di contenuti» (come il soggetto che ha la responsabilità editoriale nella predisposizione dei programmi);
il primo e il più importante presupposto per l'apertura delle reti è la separazione della responsabilità per la rete dall'attività economica, che consiste nell'offerta di servizi. Questa separazione è il logico presupposto dell'accesso alla rete e, dunque, di una struttura di mercato effettivamente concorrenziale, e per queste ragioni è fatta propria dalle direttive comunitarie n. 19, 20, 21 e 22 sulle comunicazioni elettroniche.
la prospettiva che si sta oggi aprendo al mercato dei media attraverso il passaggio alla tecnologia digitale investe - ai fini dell'aumento della concorrenza e dell'arricchimento del pluralismo - il problema di come favorire l'accesso alle reti in modo da determinare il superamento dell'attuale integrazione verticale, in direzione della distinzione tra i due tipi di impresa (tecnologica e di programmi);
una misura di separazione funzionale della rete di accesso, riconosciuta come principale nodo strutturale per lo sviluppo della piena concorrenza, è stata individuata, come rimedio pro-concorrenziale in un mercato dominato da operatori ex-monopolisti verticalmente integrati, nell'ambito della riforma del quadro regolamentare europeo per le comunicazioni elettroniche;
pur prevedendo l'articolo 2-bis, comma 7, lettera a), della legge n. 66 del 2001, in linea con la normativa comunitaria, nel settore radiotelevisivo la distinzione tra i soggetti che forniscono i contenuti e i soggetti che provvedono alla loro diffusione, la separazione è stata finora intesa dalla stessa Autorità per le garanzie nelle comunicazioni in modo assolutamente formale e tale da svuotare di significato il principio della distinzione tra operatore di rete e operatore di contenuti: il regolamento di cui alla delibera 435/01/CONS, approvato dall'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, non specifica espressamente che le due attività non possano essere esercitate dallo stesso soggetto, lasciando intendere il principio come mera separazione societaria o contabile (cioè come distinzione solo formale dei due tipi di attività), lasciando così del tutto irrisolte le ragioni sostanziali alla base del principio in esame.
il disegno di legge di iniziativa governativa n. 1825 (cosiddetto «disegno di legge Gentiloni») nella formulazione attuale del testo non prevede una separazione di tipo proprietario, ma si limita a sancire l'obbligo di separazione societaria - già in vigore perché previsto dalla vigente normativa (articolo 5, comma 1, lettera g, punto 1, del testo unico della radiotelevisione),
impegna il Governo
ad adottare ulteriori iniziative normative volte a rafforzare il principio della separazione, almeno funzionale, tra operatori di rete e fornitori di contenuti nell'ambito dell'esercizio dell'attività radiotelevisiva e, più in generale, della separazione della gestione della rete di accesso dell'operatore ex-monopolista per quanto riguarda il settore delle comunicazioni elettroniche.
9/3256/7. (Testo modificato nel corso della seduta)Beltrandi.
La Camera,
premesso che;
l'articolo 1, comma 5, del disegno di legge finanziaria per il 2008 introduce, rispetto alla normativa vigente, un'ulteriore detrazione fruibile in sede di versamento
dell'imposta comunale sugli immobili (ICI) gravante sulla cosiddetta «prima casa»;
il suddetto articolo non prevede in maniera esplicita l'applicabilità dell'ulteriore detrazione anche ai cittadini italiani residenti all'estero proprietari di unità immobiliari in Italia;
la normativa vigente (legge 24 marzo 1993, n. 75, articolo 1, comma 4-ter) stabilisce che per i cittadini italiani non residenti nel territorio dello Stato si considera direttamente adibita ad abitazione principale l'unità immobiliare posseduta a titolo di proprietà e di usufrutto in Italia, a condizione che non sia locata;
i cittadini italiani residenti all'estero attualmente già usufruiscono della detrazione di base prevista dall'articolo 8, secondo comma, del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 504;
risulta evidente, quindi, la volontà del legislatore, che ha già esteso la detrazione di base sull'ICI ai soggetti residenti all'estero, di equiparare questi ultimi ai residenti in Italia in relazione al diritto alle riduzioni e detrazioni dell'imposta comunale sugli immobili;
per estendere l'ulteriore detrazione i costi totali dell'introduzione dell'ulteriore detrazione ICI sono stati quantificati in circa 1 miliardo di euro annui e, secondo le stime del Ministero dell'economia e delle finanze, i potenziali beneficiari dell'ulteriore detrazione residenti all'estero sono circa 80.000 per un costo totale annuo di 4 milioni di euro (praticamente appena lo 0,4 per cento del costo totale),
impegna il Governo
ad adottare iniziative normative volte ad evitare una discriminazione nei confronti delle collettività italiane nel mondo con riferimento all'estensione dell'ulteriore detrazione sull'ICI per i cittadini italiani residenti all'estero ove gli stessi siano proprietari di unità immobiliare in Italia, attualmente non considerata alla stregua della legislazione vigente come abitazione principale e a questo fine destinare congrue risorse (stimabili in quattro milioni di euro per ciascuno degli anni 2008, 2009, 2010).
9/3256/8. Bucchino, Fedi, Narducci, Gianni Farina, Cassola, Bafile, Ricardo Antonio Merlo, Quartiani, Ferrigno.
La Camera,
premesso che,
la legge 27 dicembre 2006, n. 296 (finanziaria 2007), ha esteso le detrazioni fiscali per carichi di famiglia, previste dall'articolo 1, comma 1324, ai lavoratori ed alle lavoratrici residenti all'estero limitatamente agli anni 2007, 2008 e 2009, a condizione che gli stessi dimostrino che le persone alle quali tali detrazioni si riferiscono non possiedano un reddito complessivo superiore, al lordo degli oneri deducibili, al limite previsto dall'articolo 12, comma 2, compresi i redditi prodotti fuori dal territorio dello Stato, e di non godere, nel Paese di residenza, di alcun beneficio fiscale connesso ai carichi familiari,
il Ministero dell'economia e delle finanze ha emanato, con decreto 2 agosto 2007, n. 149 (Regolamento concernente le detrazioni per i carichi di famiglia ai soggetti non residenti, di cui all'articolo 1, comma 1324, della legge 27 dicembre 2006, n. 296), le norme applicative della legge,
il limite temporale 2007, 2008 e 2009 ha posto e pone i residenti all'estero, che producono un reddito assoggettabile ad IRPEF in Italia, in una condizione di sostanziale disparità nei confronti dei residenti nel territorio nazionale, fissando un limite temporale ingiusto per coloro i quali non godono, nel Paese di residenza, di benefici connessi ai carichi famigliari,
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di adottare iniziative volte a superare il limite temporale 2007, 2008 e 2009, prevedere la definitiva estensione delle detrazioni fiscali per carichi
di famiglia ai residenti all'estero e semplificare le procedure previste dal decreto 2 agosto 2007, n. 149.
9/3256/9. (Testo modificato nel corso della seduta)Narducci, Fedi, Bucchino, Gianni Farina, Cassola, Bafile, Ricardo Antonio Merlo, Quartiani, Ferrigno.
La Camera,
premesso che,
il Ministero degli affari esteri, in ottemperanza a quanto previsto dall'articolo 1, comma 404, della legge finanziaria per il 2007, ha predisposto un piano di «razionalizzazione» della rete diplomatico-consolare, che prevede, tra l'altro, la chiusura di sedi consolari come Edmonton in Canada,
si tratta di «risparmi» esigui a fronte di una serio indebolimento della rete di servizio ai cittadini, alle imprese, al sistema Italia nel suo complesso,
la rete diplomatico-consolare è oggi dotata di organici che sono inferiori al minimo previsto e non consentono un'adeguata azione di rappresentanza, servizio e tutela,
impegna il Governo:
a valutare l'opportunità di varare un piano di riforme tese a garantire la migliore efficienza gestionale della rete diplomatico-consolare;
a predisporre un piano di assunzione sia di personale di ruolo che di personale a contratto per il rafforzamento della rete diplomatico-consolare;
ad inviare una particolareggiata relazione alle competenti Commissioni della Camera dei deputati relativamente ai criteri oggettivi, alle risorse impiegate ed ai risparmi ottenuti per quanto concerne tutta la rete diplomatico-consolare, ivi compreso il piano di informatizzazione per le procedure anagrafiche e di certificazione consolare.
9/3256/10. Fedi, Narducci, Bucchino, Gianni Farina, Cassola, Bafile, Ricardo Antonio Merlo, Quartiani, Ferrigno.
La Camera,
premesso che
l'attività svolta per anni, con impegno, professionalità e dedizione dagli impiegati assunti localmente dalle rappresentanze diplomatiche, dagli uffici consolari e dagli istituti di cultura va riconosciuta e apprezzata ed oggi è necessario realizzare un quadro normativo in grado di rispondere alle esigenze di strutturazione delle carriere professionali e di riconoscimento delle funzioni, dei compiti e delle competenze del personale a contratto assunto localmente;
la presenza di personale a contratto in servizio presso le nostre rappresentanze diplomatiche e gli uffici consolari si è imposta come un'esigenza ormai unanimemente riconosciuta sia dalla collettività italiana residente all'estero, che all'interno del Ministero degli affari esteri;
il personale a contratto è indispensabile non solo per la conoscenza della lingua, ma anche e soprattutto per la conoscenza della legislazione, degli usi e dei costumi locali, degli interlocutori e delle istituzioni;
le condizioni contrattuali di tale categoria si sono - con il passare degli anni e per effetto di una contrattazione separata - deteriorate,
impegna il Governo:
a valutare l'opportunità di varare una riforma che consenta, al personale assunto localmente dalle rappresentanze diplomatiche, dagli uffici consolari e dagli istituti di cultura, l'applicazione degli accordi collettivi concernenti la costituzione e il funzionamento delle rappresentanze sindacali unitarie e i diritti e le prerogative sindacali sul posto di lavoro;
a valutare la possibilità di adottare iniziative normative per la modifica dell'articolo 157-sexies del decreto del Presidente della Repubblica 5 gennaio 1967, n. 18, come modificato dal decreto legislativo n. 103 del 2000 - assenze dal servizio - per i contratti a tempo indeterminato stipulati ai sensi del decreto suddetto, al fine di consentire la corresponsione all'impiegato assente, in caso di malattia, dell'intera retribuzione per i primi 90 giorni.
9/3256/11. Gianni Farina, Fedi, Narducci, Bucchino, Cassola, Bafile, Ricardo Antonio Merlo, Quartiani.
La Camera,
premesso che:
la società di navigazione Tirrenia effettua collegamenti con la Sardegna in regime di convenzione;
la convenzione, in scadenza nel 2008, è stata prorogata con la legge finanziaria per il 2006 fino al 2012;
questa proroga è stata concordata con i sindacati nazionali e risulta essere punto di partenza per la elaborazione del nuovo piano industriale, per il rinnovo del contratto di lavoro, per l'eventuale processo di quotazione in borsa e privatizzazione della società;
la regione Sardegna, pur non impugnando la norma a livello europeo, ha contrastato il prolungamento della convenzione, proponendo l'estensione del principio della continuità territoriale, già realizzato nel settore aereo, anche al trasporto marittimo di merci e passeggeri;
i servizi forniti da Tirrenia devono essere sicuramente migliorati,
impegna il Governo:
ad adottare iniziative volte a chiarire l'orientamento del Governo sulla materia, anche con riferimento alla verifica della correttezza della proroga, rispetto alla normativa europea;
ad adottare, per quanto di propria competenza, iniziative volte a promuovere rapidamente un tavolo di trattativa tra la regione, la società Tirrenia, i sindacati per trovare le giuste soluzioni rispetto alle richieste innovative presentate dalla Regione autonoma della Sardegna.
9/3256/12. Sanna, Attili, Fadda, Schirru, Satta.
La Camera,
premesso che:
l'Italia è il Paese europeo con la più alta percentuale di incidenti stradali ed il più alto numero di feriti, infortunati permanenti e morti che riguardano particolarmente i giovani, i lavoratori e le lavoratrici pendolari;
in questi due anni il Governo con la riforma di parti significative del codice della strada sta intensificando il lavoro di prevenzione degli incidenti attraverso l'inasprimento delle misure repressive delle violazioni del codice, interventi sulla formazione degli autisti, l'educazione stradale precoce, il miglioramento complessivo della rete stradale;
dal monitoraggio sulla efficacia delle misure si conferma che quella relativa al controllo-medio della velocità (tutor) risulta essere di gran lunga la più importante, confermando che l'eccesso di velocità risulta essere la causa principale degli incidenti;
la riduzione della velocità ha comportato sulle tratte interessate un abbattimento di oltre il 60 per cento circa del numero di incidenti;
limitare la velocità comporta anche risparmi economici e salvaguardia dell'ambiente,
impegna il Governo
ad avviare in sede nazionale ed europea un confronto con le case costruttrici per definire l'obbligo di installare il limitatore di velocità su tutti i mezzi circolanti.
9/3256/13. Attili, Rotondo.
La Camera,
premesso che:
sono circa 3.000 i detenuti all'estero di nazionalità italiana, dei quali circa la metà in attesa di giudizio;
gli stessi sono detenuti per la maggior parte in Europa, ma praticamente anche in tutte le altre parti del mondo, comprese nazioni con le quali sono difficili le comunicazioni;
si richiama l'articolo 24 della Costituzione italiana sul diritto al gratuito patrocinio;
spesso - nell'imminenza dell'arresto all'estero - non vi è da parte dei connazionali conoscenza delle strutture diplomatiche più vicine al luogo dell'arresto o della detenzione, strutture che - nei limiti dei regolamenti consolari - potrebbero però dare loro un minimo di assistenza, oltre che richiamare le autorità locali al rispetto dei diritti dei cittadini italiani arrestati o detenuti;
spesso le comunicazioni di avvenuto arresto sono trasmesse in ritardo alle nostre autorità diplomatiche per i più diversi motivi e quindi vi è un ritardo di intervento, non essendo al corrente i consolati dei dati personali degli italiani arrestati
di norma è concessa la possibilità per l'arrestato di poter comunicare telefonicamente con parenti o famigliari sulla propria situazione;
ciò comporta disorientamento nelle famiglie perché a loro volta non sanno che fare, né come comportarsi;
nel disegno di legge finanziaria per il 2008 vi sono fondi destinati alle iniziative a carattere giudiziario a favore dei cittadini italiani detenuti;
le strutture del Ministero degli affari esteri, udite in Commissione affari esteri e comunitari della Camera dei deputati, hanno confermato l'esistenza del problema e che una istituzione come quella proposta non comporterebbe spese particolarmente elevate,
impegna il Governo
a costituire presso il Ministero degli affari esteri un «numero verde» gratuito di emergenza per le situazioni giudiziarie, opportunamente da diffondere tra coloro che viaggiano o risiedano all'estero - affinché da ogni parte del mondo sia possibile contattarlo, segnalando quanto stia avvenendo - o sia avvenuto - a carico di un qualsiasi cittadino italiano e permettere, quindi di avviare le procedure di tutela previste in questi casi oltre che a dare le informazioni più opportune su come comportarsi.
9/3256/14. (Testo modificato nel corso della seduta)Zacchera, Castiello, Briguglio, Ferrigno, Murgia.
La Camera,
premesso che:
il disegno di legge finanziaria per il 2008 prevede, all'articolo 1, comma 16, la proroga delle agevolazioni fiscali di cui agli articoli 4 e 6 del decreto legge 30 dicembre 1997, n. 457, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 febbraio 1998, n. 30, per l'anno 2008 e nel limite dell'80 per cento alle imprese di pesca costiera, nonché alle imprese che esercitano la pesca nelle acque interne e lagunari;
appare opportuno provvedere l'estensione dei benefici richiamati anche alle imprese che esercitano la navigazione in acque interne e lagunari per il trasporto di merci pericolose;
è, infatti, a tutti noto quanto il trasporto stradale delle merci pericolose costituisca un grave rischio, tant'è che diversi Paesi europei incentivano il trasporto fluviale di tali merci, al fine di
sottrarre alla strada il pericolo derivante dalla circolazione di simili carichi pericolosi;
tale esigenza appare non meno condivisile nel nostro Paese, alla luce delle campagne di sensibilizzazione dirette all'innalzamento dei livelli di sicurezza stradale e di incolumità delle persone;
peraltro, nel corso dell'esame in Commissione bilancio è stato respinto un emendamento della IX Commissione diretto ad estendere quei benefici fiscali anche alle imprese che esercitano la navigazione in acque interne e lagunari per il trasporto di merci pericolose;
pertanto, è necessario assicurare un'adeguata tutela delle attività di trasporto fluviale e lagunare,
impegna il Governo
a valutare la possibilità di adottare le più idonee iniziative normative volte a prevedere l'applicazione di incentivi fiscali a favore delle imprese che esercitano la navigazione in acque interne e lagunari per il trasporto di merci pericolose.
9/3256/15. (Testo modificato nel corso della seduta)Balducci, Zunino, Trepiccione, Lion.
La Camera,
premesso che:
nell'ambito delle misure volte alla tutela della salute del personale militare, grande importanza riveste la questione delle infermità causate dallo svolgimento di attività lavorative in strutture contenenti amianto - anche in notevoli concentrazioni - come le unità navali, in particolare i sommergibili, gli aeromobili, gli stabilimenti, gli arsenali, i cantieri navali e i servizi antincendio, almeno fino all'approvazione della legge n. 257 del 1992, che ha disposto la cessazione della produzione e dell'impiego della sostanza;
sulla materia, nella XV legislatura, risultano specifiche iniziative legislative intese a riconoscere al personale di cui si tratta benefici pensionistici, connessi alle peculiarità dell'impiego operativo del personale stesso, quale, ad esempio, la proposta di legge Atto Camera n. 2753 Pinotti;
l'articolo 1, comma 564, della legge n. 266 del 2005 e il relativo regolamento di attuazione, adottato con decreto del Presidente della Repubblica n. 243 del 2006, prevedono l'equiparazione alle vittime del dovere, ai fini della progressiva estensione dei benefici già previsti in favore delle vittime della criminalità e del terrorismo dal precedente comma 562 del medesimo articolo, dei soggetti che abbiano contratto infermità permanentemente invalidanti o alle quali consegua il decesso, in occasione o a seguito di missioni di qualunque natura, effettuate dentro o fuori dai confini nazionali e che siano riconosciute dipendenti da cause di servizio per le particolari condizioni ambientali od operative;
i deceduti e gli invalidi in modo permanente a seguito dell'impiego su unità navali, aeromobili e infrastrutture militari con significativa presenza di amianto - analogamente a quanto previsto per coloro che hanno svolto la propria attività in aree operative, poligoni di tiro e siti di stoccaggio di munizionamento contenenti uranio impoverito - non possono non rientrare tra i soggetti equiparati alle vittime del dovere, ai sensi dell'articolo 1, comma 564, della legge 23 dicembre 2005, n 266,
impegna il Governo:
ad adottare iniziative per ricomprendere, ai fini dell'attuazione dell'articolo 1, comma 564, della legge 23 dicembre 2005, n. 266 (legge finanziaria per il 2006) e del relativo regolamento di attuazione (decreto del Presidente della Repubblica 7 luglio 2006, n. 243), tra le vittime del dovere anche il personale deceduto o divenuto permanentemente invalido, che sia stato esposto all'amianto su unità navali, aeromobili, e in infrastrutture militari, in modo da procedere alla progressiva estensione
dei benefici già disposti in favore delle vittime della criminalità e del terrorismo;
ad adottare ogni utile iniziativa, anche di carattere legislativo, per l'attribuzione di benefici previdenziali al personale che, in ragione dell'attività di servizio prestata su unità navali, aeromobili e infrastrutture militari, sia stato esposto all'amianto per un periodo di tempo protratto, provvedendo a stanziare le occorrenti risorse finanziarie.
9/3256/16. Rugghia, Duranti, Deiana.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 16 della legge 23 agosto 2004, n. 226, prevede che, per dieci anni a decorrere dal 1o gennaio 2006, i posti messi annualmente a concorso per il reclutamento del personale nelle carriere iniziali delle forze di polizia siano riservati ai volontari in ferma prefissata di un anno ovvero in rafferma annuale, in possesso dei requisiti previsti dai rispettivi ordinamenti per l'accesso alle predette carriere;
l'articolo 3, comma 88, del disegno di legge finanziaria 2008 dispone che le risorse finanziarie ivi previste per le assunzioni nelle forze di polizia siano destinate anche al reclutamento del personale proveniente dalla forze armate;
il comma 97 dello stesso articolo 3 prevede che per le assunzioni nelle carriere iniziali delle forze di polizia di cui al comma 4, le amministrazioni interessate provvedono, prioritariamente, mediante l'assunzione dei volontari delle forze armate utilmente collocati nelle rispettive graduatorie dei concorsi banditi, ai sensi del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 2 settembre 1997, n. 332, che abbiano ultimato la ferma e, per i rimanenti posti, mediante concorsi riservati ai volontari in ferma prefissata di un anno, ovvero in rafferma annuale, di cui alla legge 23 agosto 2004, n. 226, in servizio o in congedo, in possesso dei requisiti previsti dai rispettivi ordinamenti,
impegna il Governo
a dare attuazione al predetto comma 88 dell'articolo 3, nel senso di destinare le assunzioni nelle carriere iniziali delle forze di polizia ai volontari delle forze armate come previsto dalla legislazione vigente, dando priorità ai volontari in ferma breve già vincitori dei relativi concorsi e ai volontari in ferma prefissata di un anno o in rafferma, mediante concorsi riservati ai sensi dell'articolo 16 della legge 23 agosto 2004, n. 226.
9/3256/17. Pinotti, Vico, Lumia.
La Camera,
premesso che:
l'attuazione della riforma del settore delle Istituzioni di pubblica assistenza e beneficenza (IPAB) sulla base della legge quadro sul sistema integrato degli interventi e dei servizi sociali, non è stata completata ed è ancora in atto;
solo una parte delle regioni ha varato la disciplina che regola la trasformazione delle IPAB; altre regioni, pur avendo adottato una apposita legge, stanno completando l'iter (Emilia Romagna e Trentino Alto Adige);
altre regioni (tra cui Lazio, Veneto e Sicilia) non hanno varato la normativa sulla trasformazione;
tale situazione di incertezza normativa determina comprensibile incertezza pratica e finanziaria in molte istituzioni pubbliche di assistenza,
impegna il Governo:
a valutare la possibilità di adottare, anche con provvedimento d'urgenza, iniziative volte a prorogare di un ulteriore anno il termine dell'agevolazione di cui
all'articolo 4, comma 4, del decreto legislativo 4 maggio 2001, n. 207, e successive modificazioni;
ad adottare iniziative per prevedere in via estensiva che le disposizioni di cui all'articolo 4, commi 5, 6 e 7, del decreto legislativo 4 maggio 2001, n. 207, e successive modificazioni, si applicano anche alle istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza di cui alla legge 17 luglio 1890, n. 6972.
9/3256/18. (Testo modificato nel corso della seduta)Borghesi.
La Camera,
premesso che:
al fine di assicurare l'integrale coerenza con le direttive 2001/12/CE, 2001/13/CE e 2001/14/CE, si rende necessario rispettare gli impegni assunti a livello europeo, assicurando in particolare l'effettiva e sostanziale separazione tra le attività di esercizio del servizio di trasporto da quelle di gestione delle infrastrutture ferroviaria;
è necessario, quindi, che tale intervento venga operato al più presto, allo scopo di evitare che il contenzioso in sede comunitaria, che allo stato vede soccombente il Governo italiano, si traduca in una condanna formale e definitiva con conseguente esborso di denaro pubblico,
impegna il Governo
ad adottare ogni provvedimento attuativo ed interpretativo diretto a prevedere che al fine di assicurare l'integrale coerenza con le direttive 2001/12/CE, 2001/13/CE e 2001/14/CE, con decreto del Ministro delle infrastrutture, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, entro il 31 gennaio 2008 siano impartite a Ferrovie dello Stato spa direttive per realizzare entro i successivi dodici mesi l'autonomia, la piena separazione organizzativa, amministrativa, finanziaria e contabile delle attività di esercizio del servizio di trasporto da quelle di gestione dell'infrastruttura ferroviaria svolte all'interno del gruppo
9/3256/19. Porfidia, Evangelisti.
La Camera,
premesso che:
il disegno di legge finanziaria per il 2008 impone un tetto massimo alle retribuzioni di varie categorie di titolari di incarichi pubblici, pari all'ammontare della retribuzione spettante al primo presidente della Corte di cassazione;
le disposizioni al riguardo, però, appaiono per più aspetti suscettibili di determinare incertezze interpretative ed applicative e comunque, tra gli incarichi pubblici citati mancano quelli relativi ai consigli d'amministrazione delle società partecipate dal Ministero dell'economia e delle finanze quotate in borsa;
gli emolumenti percepiti dagli amministratori pubblici risultano essere legati al raggiungimento di specifici obiettivi tra cui non è sempre considerato lo stato di bilancio della società amministrata;
molto spesso le società partecipate dal Ministero dell'economia e delle finanze risultano essere fornitrici di beni e servizi direttamente dello Stato, che in sostanza offre alle stesse una serie di clienti «istituzionali» (i cosiddetti captive clients), che necessariamente concorrono in maniera «attiva» alle varie voci di bilancio di suddette società;
le entrate delle società a partecipazione statale derivanti dai cosiddetti captive clients non sono sicuramente dovute all'abilità degli amministratori,
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di impartire le opportune direttive al Ministero dell'economia e delle finanze, affinché, nell'esercizio delle sue prerogative di azionista di maggioranza, agli amministratori pubblici investiti di particolari cariche all'interno
di società partecipate dallo stesso, anche quotate in borsa, siano attribuite retribuzioni a componente variabile corrisposta solo al raggiungimento di obiettivi annuali, oggettivi e specifici, senza considerare tra i ricavi le entrate derivanti da trasferimenti o conferimenti delle pubbliche amministrazioni.
9/3256/20. (Testo modificato nel corso della seduta) Pedrini.
La Camera
premesso che:
il Parlamento è da tempo impegnato nella discussione di diverse proposte di legge aventi come oggetto l'introduzione nel nostro ordinamento della regolamentazione della azione collettiva;
tale possibile ed auspicabile introduzione è certamente questione delicata e complessa;
durante i lavori sul disegno di legge finanziaria per il 2008 al Senato della Repubblica è stata introdotta nel testo una possibilità di regolamentare tale questione;
tale introduzione ha certamente accelerato la possibilità di ottenere questo importante risultato, limitando però inevitabilmente lo spettro degli obiettivi possibili;
la soluzione adottata, in particolare dopo le modifiche apportate durante i lavori alla Camera dei deputati, appare soddisfacente ma certamente non può essere considerata ottimale;
appare necessario intervenire per introdurre un meccanismo secondo cui i consumatori o utenti danneggiati possano partecipare al processo, sia aderendo collettivamente per il tramite dell'ente associativo promotore dell'azione, sia individualmente in maniera diretta. Tale adesione propedeutica dei consumatori od utenti all'ente promotore dell'azione collettiva, garantirebbe allo stesso la liquidità sufficiente a dare idonea pubblicità dei contenuti dell'azione proposta, ferma restando la possibilità per gli altri utenti o consumatori di intervenire direttamente nella causa.
appare, altresì, necessario intervenire in modo tale che la preventivata camera conciliatoria costituita dal giudice adito, volta alla determinazione stragiudiziale delle somme da corrispondere o da restituire ai consumatori od utenti danneggiati, assuma invece i connotati pregnanti di una «commissione di liquidazione» giudiziale. Solo una commissione di liquidazione garantirebbe realmente risarcimenti certi ai consumatori od utenti che abbiano partecipato alla causa, evitando il rischio, insito nella procedura conciliatoria attualmente proposta, di un fallimento della trattativa con la conseguente necessità per tutti i consumatori od utenti di intraprendere, successivamente a tale fallimento, ulteriori ed onerose cause individuali.
appare, altresì, imprescindibile, data la finalità esplicita della promulgazione di questo testo di legge, la necessità di specificare che sono ricomprese nella materia soggetta alla novella disciplina le attività dell'investimento e del risparmio, in ossequio alla norma approvata alla Camera dei deputati nella XIV legislatura il 21 luglio 2004, che riconosceva legittimazione attiva esplicita alle associazioni di investitori ed in ossequio alle relazioni introduttive di tutte le propose di legge in materia di class action presentate sia alla Camera dei deputati che al Senato della Repubblica nella XV legislatura, nelle quali si fa diretto riferimento alle ben note vicende di dissesti finanziari come fattore induttivo della promulgazione della legge proposta.
inoltre, deve essere specificato che tale novella normativa potrà essere applicata, in quanto norma procedurale, nell'esercizio di qualunque diritto od interesse diffuso che non risulti prescritto alla data di entrata in vigore della presente norma,
impegna il Governo:
a valutare, previo monitoraggio degli effetti applicativi del provvedimento, l'opportunità
di adottare ulteriori iniziative normative affinché in tempi brevi la normativa relativa all'introduzione dell'ordinamento giudiziario italiano della class action preveda che:
a) la normativa istituisce e disciplina l'azione collettiva risarcitoria a tutela dei consumatori, quale nuovo strumento generale di tutela nel quadro delle misure nazionali volte alla disciplina dei diritti e degli interessi diffusi non ancora prescritti dei consumatori e degli utenti, ivi compresi i risparmiatori e gli investitori, conformemente ai principi stabiliti dalla normativa comunitaria volti ad innalzare i livelli di tutela."
b) sia il giudice in caso di accoglimento della domanda a dover determinare i criteri in base ai quali liquidare la somma da corrispondere o da restituire ai singoli consumatori o utenti che hanno aderito all'azione collettiva per il tramite dell'ente associativo o che sono intervenuti direttamente nel giudizio e che sia sempre il giudice a dover determinare la somma minima da corrispondere a ciascun consumatore o utente, in tempi brevi e comunque non superiori ai sessanta giorni successivi alla notificazione della sentenza.
9/3256/21. Pedica.
La Camera,
vista la procedura di infrazione avviata nel luglio del 2006 dalla Commissione europea nei confronti dello Stato italiano, con riferimento al quadro legislativo nazionale vigente in materia di gestione efficiente dello spettro elettromagnetico, e con particolare riferimento all'esigenza di assicurare che le frequenze televisive siano gestite nel rispetto dei criteri di obbiettività, trasparenza, non discriminazione e proporzionalità previsti dall'ordinamento comunitario;
allo scopo di favorire il passaggio alla nuova tecnologia digitale in un contesto di tutela del pluralismo, di apertura dei mercato e di uso efficiente dello spettro elettromagnetico,
è in corso di esame un disegno di legge in materia (A.C. 1825),
impegna il Governo:
all'adozione dei provvedimenti necessari ad assicurare che sino alla data di completa conversione delle reti televisive in tecnica digitale, tutti gli impianti-frequenza che siano, o comunque entrino, nella disponibilità del Ministero delle comunicazioni siano assegnati dal Ministero stesso attraverso procedure di evidenza pubblica, nel rispetto dei criteri di obiettività, trasparenza, non discriminazione e proporzionalità fissati dall'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, fatti salvi preliminarmente i diritti acquisiti da parte, fermo restando l'obbligo di digitalizzare l'intera rete analogica entro la data fissata per la completa conversione delle reti televisive in tecnica digitale:
a) dei soggetti destinatari delle concessioni rilasciate il 28 luglio 1999 per l'attività di radiodiffusione televisiva in ambito nazionale, via etere terrestre, in tecnica analogica, i quali non abbiano potuto avviare le attività trasmissive a causa della mancata assegnazione di frequenze, in modo da assicurare loro l'irradiazione dei programmi in un'area geografica che comprenda almeno l'ottanta per cento del territorio nazionale e tutti i capoluoghi di provincia, a condizione che facciano domanda di estensione del periodo di validità della concessione entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge;
b) delle emittenti titolari di concessione e autorizzazione per la radiodiffusione televisiva via etere terrestre che comunque non raggiungono la copertura dell'80 per cento dei territorio e di tutti i capoluoghi di provincia;
c) delle emittenti locali, cui sono riconosciute quote di riserva in osservanza dei principi dell'ordinamento.
9/3256/22. Donadi, Borghesi.
La Camera,
premesso che:
appare evidente a tutti la necessità di intervenire con norme adeguate per razionalizzare, in tutti i suoi diversi settori, l'intero assetto del sistema dell'apparato pubblico, con l'obbiettivo fondamentale di ridurre i costi della macchina statale;
la riduzione dei costi lungi dall'essere un obiettivo secondario appare, invece, come una necessità strategica cruciale per il futuro del Paese, per la sua competitività a livello internazionale, nel mercato globale, le energie profuse devono essere massimizzate attraverso un'oculata gestione delle risorse a disposizione, in questo quadro lo spreco di risorse pubbliche non può più essere tollerabile;
la riorganizzazione dei diversi settori dell'amministrazione non può che avvenire con la necessaria rapidità, efficacia attraverso interventi settoriali mirati e specifici, ideati secondo una logica di massima razionalizzazione;
il decreto legislativo 30 gennaio 2006, n. 26, ha istituito la Scuola superiore della magistratura precisando, al comma 5, che: «Con decreto del Ministro della giustizia, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, da adottarsi entro sessanta giorni dalla data di pubblicazione del presente decreto nella Gazzetta Ufficiale, vengono individuate tre sedi della Scuola: una per i distretti ricompresi nelle regioni Lombardia, Trentino-Alto Adige/Sudtirol, Valle d'Aosta/Vallee d'Aoste, Friuli Venezia Giulia, Veneto, Piemonte, Liguria ed Emilia Romagna; una per i distretti ricompresi nelle regioni Marche, Toscana, Umbria, Lazio, Abruzzo, Molise e Sardegna; una per i distretti ricompresi nelle regioni Campania, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia»;
successivamente il Governo individuò in Calabria nella città di Catanzaro, capoluogo della regione, quella che doveva essere considerata l'idonea ubicazione per ospitare, nel contesto delle tre previste dalla legge, la sede del distretto meridionale, che comprende le regioni Campania, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia;
nell'ultima riforma dell'ordinamento, però, con specifico provvedimento è stato deciso il trasferimento della Scuola superiore di magistratura da Catanzaro a Benevento;
non appaiono particolarmente chiare le ragioni di tale scelta, che ovviamente non possono essere riconducibili a criteri localistici;
attualmente sono stati presentati presso il tribunale amministrativo regionale del Lazio diversi ricorsi da parte della regione Calabria, della provincia e del comune di Catanzaro;
appare evidente, da un punto di vista organizzativo ed anche squisitamente economico, nell'ottica di una concreta ed efficace razionalizzazione dell'apparato statale che l'individuazione della sede per la Scuola superiore di magistratura dovrebbe tenere in conto un'ubicazione geografica possibilmente centrale, nella massima misura più possibile equidistante dalle diversi territori ed aree geografiche compresi all'interno del distretto,
impegna il Governo
ad attuare le necessarie misure per fare chiarezza sull'intera vicenda, intervenendo nelle sedi opportune, con gli strumenti anche legislativi adeguati per individuare al più presto una sede della Scuola superiore di magistratura del distretto meridionale che risponda a requisiti di centralità geografica nei confronti del territorio di competenza, requisito questo fondamentale affinché l'intervento di istituzione della scuola nel suo complesso risulti efficace razionale ed economicamente compatibile.
9/3256/23. Misiti.
La Camera,
premesso che:
è necessario perseguire con opere infrastrutturali il miglioramento della sicurezza stradale, con particolare riferimento alla viabilità tangenziale urbana, intervenendo sui punti critici;
l'alleggerimento del traffico di mezzi pesanti nei centri storici ed urbani è una delle priorità al fine di garantire più sicurezza e affidabilità al traffico e decongestionare i centri abitati;
devono essere favoriti e completati interventi di variante ai centri abitati congestionati dal traffico di attraversamento che consentano particolari benefici in rapporto ai costi di intervento ed interventi connessi di raccordo e riqualificazione con la viabilità locale;
è necessario consentire il completamento di numerose importanti arterie viarie, avviate anche con la partecipazione finanziaria di soggetti imprenditoriali privati, per l'alleggerimento del traffico di mezzi pesanti nei centri storici ed urbani, anche al fine di una consistente riduzione delle emissioni inquinanti,
a tal fine appare opportuno istituire nello stato di previsione della spesa del Ministero delle infrastrutture un apposito fondo, sulla base di criteri ed indirizzi definiti d'intesa con la Conferenza Stato-Città ed autonomie locali.
impegna il Governo
ad adottare tempestivamente iniziative volte a dare seguito a quanto indicato in premessa.
9/3256/24. (Testo modificato nel corso della seduta)Evangelisti.
La Camera,
premesso che:
l'emigrazione italiana nel mondo ha mantenuto saldi i legami con l'Italia;
molti nostri connazionali emigrati all'estero e non più residenti in Italia continuano ad essere proprietari di una abitazione nel loro comune di origine;
tale bene immobile costituisce il più delle volte un forte legame affettivo con il luogo di nascita e con le proprie radici;
oltretutto la casa è sovente utilizzata per brevi periodi, in coincidenza con i ritorni in patria dell'emigrato;
purtroppo in molte realtà locali, come segnalano le comunità italiane emigrate, la tassazione ICI non riconosce questa particolare situazione e le abitazioni degli emigrati sono tassate come seconde case;
il disegno di legge finanziaria per il 2008 ha risolto tale problema, mancando di estendere la detrazione prevista all'articolo 2 ai soggetti residenti all'estero, proprietari di immobili in Italia,
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di adottare idonee iniziative volte alla riduzione dell'ICI nei confronti dei cittadini residenti all'estero e iscritti all'AIRE in presenza di condizioni legittimanti.
9/3256/25. (Testo modificato nel corso della seduta) Razzi, Misiti, Astore, Ferrigno.
La Camera,
premesso che:
il disegno di legge finanziaria per il 2008 prevede numerose norme in materia edilizia, tra cui gli interventi sull'ICI e sulla deducibilità degli affitti, nonché il finanziamento di un programma per l'edilizia residenziale pubblica finalizzato al recupero e all'adattamento funzionale di alloggi degli ex IACP o dei Comuni,
una strategia organica destinata al potenziamento del settore dell'edilizia residenziale rappresenta una priorità nazionale;
tale finalità può essere agevolmente conseguita accordando ai titolari dei permessi di costruire la possibilità di obbligarsi a realizzarle direttamente, a scomputo della quota di contributo relativa agli oneri di urbanizzazione e della quota relativa al costo di costruzione;
al fine di evitare un extraonere a carico dei soggetti che si sono obbligati alla realizzazione diretta, qualora il valore delle opere realizzate sia superiore rispetto agli oneri di urbanizzazione dovuti, è opportuno accordare ai titolari dei permessi di costruire la possibilità di compensare il maggior costo sostenuto con la quota relativa al costo di costruzione o parte di essa,
appare opportuno adottare un piano organico in materia volto:
a) ad agevolare la dotazione sul territorio delle necessarie opere di urbanizzazione, anche vincolando nuovamente i proventi dei permessi di costruire alla realizzazione di tali opere, come in passato aveva già previsto la legge n. 10 del 1977;
b) a favorire l'adozione di norme dirette a stabilire che i proventi dei permessi di costruire previsti dall'articolo 16 del decreto del Presidente della Repubblica 6 giugno 2001, n. 380, siano versati in un conto corrente vincolato presso la tesoreria del comune con l'esplicita finalità di essere destinati alla realizzazione delle opere di urbanizzazione primaria e secondaria;
c) a prevedere, a parziale integrazione della vigente normativa di cui all'articolo 16, comma 2, del decreto del Presidente della Repubblica 6 giugno 2001, n. 380, che a compensazione degli eventuali maggiori costi sostenuti nella realizzazione diretta delle opere di urbanizzazione primarie e secondarie, il titolare del permesso possa chiedere al comune lo scomputo totale o parziale del suddetto valore dalla quota di contributo relativa al costo di costruzione, nonché, in luogo del pagamento della quota dovuta, possa obbligarsi a realizzare direttamente le opere di urbanizzazione primarie e secondarie con le modalità e le garanzie stabilite dal comune, con conseguente acquisizione delle opere realizzate al patrimonio indisponibile del comune
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di adottare nei tempi piu rapidi possibili iniziative volte a realizzare quanto indicato in premessa.
9/3256/26. (Per la riformulazione del testo, vedi resoconto stenografico pag. 47)Palomba, Razzi.
La Camera,
il disegno di legge finanziaria per il 2008, nella missione 24, contempla anche misure in favore di soggetti con disabilità grave;
la legge 9 gennaio 1989, n. 13, «Disposizioni per favorire il superamento e l'eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici privati», nonché il decreto ministeriale 14 giugno 1989, n. 236, recante prescrizioni tecniche necessarie a garantire l'accessibilità, l'adattabilità e la vivibilità degli edifici privati e di edilizia residenziale pubblica sovvenzionata e agevolata, ai fini del superamento e dell'eliminazione delle barriere architettoniche, mirano a garantire l'esercizio un diritto inteso come «indefettibile connessione tra lo sviluppo della persona umana e la sicura praticabilità dei luoghi» (Corte di Cassazione, sentenza delle Sezioni Unite 6 ottobre 1979, n. 5172);
come segnalato da organizzazioni e associazioni che operano nel settore, nonché da un primo esame delle legislazioni regionali, si evidenziano criteri applicativi diversificati che, pur considerando gli ambiti di autonomia, di fatto stanno determinando una disparità di trattamento tra disabili appartenenti a regioni diverse in merito al sostegno economico per il superamento delle barriere architettoniche. La Lombardia, per esempio,
non ritiene ammissibili le domande di contributo inoltrate da persone disabili per l'abbattimento delle barriere ai sensi della citata normativa, se queste insistono in un edificio realizzato successivamente alla data dell'11 agosto 1989. Edifici che secondo la norma dovrebbero essere stati progettati in conformità ai criteri di «adattabilità», ma per la cui «agibilità» può presentarsi la necessità di installare impianti e/o di modificare nel tempo lo spazio costruito, ciò non sempre a costi limitati, e il cui onere può mettere in gravi difficoltà economiche le famiglie;
tali situazioni sono generate da tre fattori:
a) la scarsità di risorse messe annualmente a disposizione dallo Stato e dalle regioni;
b) le norme regionali che in alcuni casi escludono contributi per opere necessarie per rendere «agibili» gli edifici costruiti dopo l'entrata in vigore della legge 13;
c) la difficoltà per gli acquirenti degli immobili costruiti dopo il 1989 di acquisire la certificazione di conformità ai criteri di «adattabilità», con la conseguenza che in caso di evento negativo successivo all'acquisto si trovano nell'impossibilità di risalire alla responsabilità della mancata adattabilità,
impegna il Governo:
a considerare l'opportunità, in sede conferenza Stato-Regioni, di valutare la congruenza fra gli obiettivi della legislazione nazionale e le disposizioni in atto, con l'impegno ad adottare iniziative per renderle più rispondenti alle esigenze delle persone disabili e delle loro famiglie, anche ai fini dell'individuazione di opportune forme di finanziamento della corrispondente normativa nazionale e regionale, considerato che è dal 2001 che la legge n. 13 del 1989 non viene rifinanziata;
a valutare l'opportunità di emanare disposizioni affinché alle domande di abitabilità inoltrate ai comuni venga espressamente allegata una «attestazione di adattabilità» dell'immobile (come da legge n. 13 del 1989), per evitare che la prevista tacita abitabilità trascorsi 45 giorni dalla domanda (decreto del Presidente della Repubblica 22 aprile 1994, n. 425), rendano difficoltoso risalire alle responsabilità delle eventuali non conformità.
9/3256/27. Codurelli, Benzoni, Rusconi, Cinzia Maria Fontana.
La Camera,
impegna il Governo:
a valutare la possibilità di individuare, previo monitoraggio degli effetti applicativi del provvedimento, nelle forme che riterrà più opportuno gli interventi necessari per evitare che, una scelta operata ai fini della razionalizzazione delle spesa, ne possa, invece, produrre un aumento;
di intervenire, previo monitoraggio degli effetti applicativi del provvedimento, nei modi e nei tempi opportuni affinché la razionalizzazione organizzativa e funzionale dei tribunali militari non risulti penalizzante per diverse regioni del Paese, in particolare quelle meridionali;
di porre in essere quanto configurato dalla delega per la riforma della giustizia militare ed a istituire, nel contesto della riforma dei tribunali militari, una sezione distaccata, di quello per l'area meridionale, nella città di Palermo.
9/3256/28. (Testo modificato nel corso della seduta)Leoluca Orlando, Piro, Lumia.
La Camera,
premesso che,
attualmente nella fattispecie di figli di genitori separati, affidati esclusivamente ad uno di essi, la legislazione vigente stabilisce che il regime di detrazioni per
familiare a carico sia riferibile esclusivamente ad uno solo di essi, in particolare al genitore a cui è stato riconosciuto l'affidamento, con conseguente esclusione del genitore non affidatario;
la citata normativa non tiene conto del fatto che il genitore non affidatario è tenuto a contribuire comunque al mantenimento del minore, con un assegno o con altre modalità;
tale normativa appare discutibile sotto più punti di vista, creando i presupposti per una situazione di disuguaglianza fiscale;
appare opportuno prevedere la detraibilità al 50 per cento per entrambi i genitori (così come già avviene nel caso di affidamento cosiddetto «condiviso») e dunque ristabilire un principio generale di equità fiscale, in base al quale le detrazioni o le deduzioni spettano al contribuente sul quale gravi di fatto l'onere relativo;
il testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, dovrebbe prevedere che in caso di separazione legale ed effettiva o di annullamento, scioglimento o cessazione degli effetti civili del matrimonio, quale che sia il regime di affidamento, la detrazione sia ripartita, in mancanza di accordo, nella misura del 50 per cento tra i genitori,
impegna il Governo
a valutare l'impatto della normativa vigente in relazione al principio di equità fiscale che deve sottendere sempre al rapporto tra le istituzioni e il cittadino contribuente e ad adottare i provvedimenti necessari ad assicurare che si presti attenzione all'esigenza del genitore non affidatario che partecipi alle spese del figlio, compatibilmente con il rispetto delle previsioni dell'autorità giudiziaria sull'affidamento dei minori.
9/3256/29. (Testo modificato nel corso della seduta)Costantini, Borghesi.
La Camera,
premesso che:
è necessario intervenire in maniera organica con interventi strutturali ed incisivi per promuovere il rilancio economico e produttivo del Paese e mantenere alto il livello di competitività del sistema Italia;
tale ineludibile necessità è maggiormente avvertita se si considerano le profonde mutazioni che in questi ultimi anni hanno coinvolto i mercati internazionali sui quali sono apparsi nuovi potenti protagonisti;
per sostenere la competitività del Paese è inevitabile razionalizzare le risorse a disposizione e soprattutto ridurre gli sprechi;
la riduzione delle spese e la loro razionalizzazione è stato in particolare uno degli impegni principali che l'attuale maggioranza di Governo si è assunta di fronte all'opinione pubblica;
in particolare appare necessario in quest'ottica intervenire per ridurre anche i costi della politica; questo obbiettivo rappresenta una priorità anche da un punto vista etico e morale;
la dimensione dei costi impropri della politica rischia di assumere dimensioni inaccettabili, tanto più in un momento di crisi economica e di difficoltà per i conti pubblici e per i bilanci familiari; tutto questo contribuisce a porre una questione di qualità della democrazia e delle istituzioni;
il disegno di legge finanziaria era l'occasione giusta per lanciare un segnale ai cittadini, per offrire un intervento di politica di «taglio di spesa», coerente con quanto abbiamo chiesto loro in termini di sacrifici, soprattutto nel corso della manovra dello scorso anno;
per questo, l'Italia dei Valori si è impegnata affinché il suddetto segnale fosse più chiaro e deciso possibile ed è per questo che l'intervento del Gruppo nel
corso della discussione del disegno di legge finanziaria per il 2008 ha riguardato soprattutto i costi della politica, appoggiando quanto proposto dal Governo in termini di «tagli di spesa» e proponendo con forza ulteriori modifiche nella medesima direzione;
nel disegno di legge finanziaria per il 2008 finalmente si dà avvio a più azioni che intervengono sui costi della politica e sugli sprechi della pubblica amministrazione, a partire da un'iniziativa, forse simbolica, ma che è molto importante, ossia l'abrogazione della legge nota come «legge mancia» voluta dal Governo Berlusconi e che solamente nell'ultima manovra finanziaria che ne ha previsto il finanziamento - quella per il 2006 - ha determinato un intervento di 222 milioni di euro;
questo provvedimento, di natura puramente clientelare, sparisce dal panorama delle leggi italiane grazie ad un emendamento proposto dall'Italia dei Valori;
vanno sottolineati poi gli interventi sulle comunità montane che portano effettivi tagli di spesa e una loro rilevante riduzione;
sempre grazie all'iniziativa dell'Italia dei Valori sono dovuti gli interventi tesi all'abolizione dei consorzi di bonifica e dei consorzi dei bacini imbriferi montani o comunque alla riduzione dei loro amministratori; sono materie che sono già di competenza regionale e per le quali vi è stata una serie di duplicazioni di funzioni che non ha più senso;
un altro intervento rilevante è quello relativo alle circoscrizioni comunali: esse infatti non esisteranno più nelle città con meno di centomila abitanti, mentre oggi, spesso, esistono anche in cittadine di 30 mila abitanti ed è chiaro che non possono che avere il senso di uno spreco di denaro pubblico;
appare necessario ed inevitabile proseguire in questa direzione, diminuendo e razionalizzando le spese per i rimborsi elettorali, intervenendo in maniera organica sulle spese per l'editoria di partito, e riorganizzando il sistema delle troppo numerose ed onerose società a partecipazione pubblica, ad oggi insostenibile per le casse dello Stato,
impegna il Governo
ad adottare interventi necessari in tempi rapidi per promuovere una coerente razionalizzazione dell'apparato pubblico, una riduzione sensibile dei costi della politica, una strutturale riorganizzazione dei poteri degli enti locali, in armonia con una funzionale gestione dei rapporti determinati dalla riforma del Titolo V della Costituzione.
9/3256/30. Mura.
La Camera,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte a integrare le risorse a disposizione delle erogazioni per il settore dell'editoria.
9/3256/31. (Testo modificato nel corso della seduta)Amici.
La Camera,
premesso che:
gli appartenenti alle Forze dell'ordine ed alle Forze armate percepiscono una retribuzione inadeguata ai sacrifici ed ai disagi sopportati ogni giorno;
l'ultimo rinnovo contrattuale del comparto ha previsto un adeguamento stipendiale considerato ridicolo dagli stessi poliziotti e militari. Per il contratto 2008-2009 la finanziaria non prevede nessuno stanziamento,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte a prevedere fondi per il rinnovo dei contratti delle Forze dell'ordine e delle Forze armate, almeno superiori dell'1 per cento
rispetto all'inflazione programmata, che possa garantire loro un effettivo miglioramento stipendiale.
9/3256/32. Gasparri, Ascierto.
La Camera,
premesso che:
l'immigrazione clandestina nel nostro Paese è divenuta negli ultimi mesi una vera e propria emergenza nazionale;
la stragrande maggioranza dei reati è commessa da extracomunitari irregolari e le espulsioni risultano sempre più difficili e lente,
impegna il Governo
al fine di fronteggiare l'emergenza collegata all'immigrazione clandestina e favorire l'espulsione degli immigrati, nei cui confronti l'autorità competente ha emesso apposito decreto di espulsione, a stanziare risorse economiche per la realizzazione, o l'adeguamento infrastrutturale, di edifici destinati a nuovi Centri di Permanenza Temporanea (CPT) di seguito rinominati Centri per l'Avvio all'Espulsione (CAE).
9/3256/33. Proietti Cosimi, Gasparri, Ascierto.
La Camera,
premesso che:
la legge 3 agosto 2004, n. 206 in materia di «Nuove norme in favore delle vittime del terrorismo e delle stragi di tale matrice» prevede per le vittime od i loro familiari superstiti alcuni sacrosanti benefici economici;
alle vittime del dovere, agli appartenenti alle forze dell'ordine feriti o caduti nell'espletamento della propria attività istituzionale, ed alle vittime della criminalità organizzata, vengono applicate altre disposizioni normative che prevedono trattamenti economici inferiori,
impegna il Governo
ad adottare iniziative volte a prevedere per tutti i caduti delle Forze dell'ordine, senza alcuna distinzione, l'equiparazione con quanto previsto dalla legge 3 agosto 206, n. 2004.
9/3256/34. Ascierto, Gasparri.
La Camera,
premesso che:
con il prossimo 21 dicembre verranno smantellati i blocchi di confine tra Italia e Slovenia, rendendo anche fisicamente totalmente libero il passaggio tra i due Stati;
la legge finanziaria per il 2008 prevede, a partire dal 1 gennaio, l'abolizione dei regimi di zona franca e agevolati per i carburanti erogati nelle province di Trieste e Gorizia e rimodula il sistema della benzina cosiddetta «regionale»;
è previsto, nel territorio triestino e goriziano, un notevole calo delle vendite dei carburanti e tabacchi, con conseguente diminuzione di introiti per lo Stato e perdita di numerosi posti di lavori sul territorio, dovuti al consistente differenziale di prezzi rispetto alla Slovenia;
l'attrazione esercitata oltre confine dall'offerta di una ventina di case da gioco a pochi chilometri da Trieste e Gorizia e dai prezzi ridotti delle merci sopra dette, rischia di determinare un enorme e crescente flusso (peraltro già in atto) di valuta italiana verso la Slovenia;
la concorrenza slovena è aggressiva anche sul fronte portuale: oltre alla nota questione delle tariffe praticate in dumping, si sta infatti progettando, nell'ambito del corridoio n. 5, di realizzare la tratta Capodistria-Divaccia, tralasciando il collegamento Trieste Capodistria, necessario alla creazione di un sistema portuale integrato;
occorre altresì provvedere sollecitamente alla realizzazione della tratta
Trieste-Divaccia, per la quale sono stati recentemente stanziati fondi UE per 50,7 milioni di euro, nell'ambito della realizzazione del sistema ferroviario lungo l'asse del corridoio n. 5;
è prioritaria la realizzazione del collegamento Trieste-Capodistria, indispensabile per la proiezione immediata ad est dello scalo giuliano e quindi degli interessi economici e strategici internazionali,
impegna il Governo
ad adottare sollecitamente un pacchetto di misure, quali quelle evidenziate in premessa, con riferimento al territorio del Friuli Venezia Giulia, e in particolare delle province di Trieste e Gorizia
9/3256/35. Menia, Compagnon.
La Camera,
premesso che:
i decreti legislativi n. 226, 227 e 228 del 2001, introducono una nuova definizione dei settori dell'agricoltura, della forestazione e della pesca, equiparando i vari soggetti all'imprenditore agricolo;
va tenuto conto che con più atti legislativi al fine di garantire la multifunzionalità del settore sono stati definiti i tetti finanziari entro i quali le pubbliche amministrazioni possono affidare direttamente l'esecuzione di alcuni lavori di regimazione, d'assetto idrogeologico e di manutenzione del territorio, agli agricoltori e agli operatori forestali;
va altresì tenuto conto che l'unico settore escluso dalla applicazione di dette norme riguardanti la multifunzionalìtà è il settore della pesca, vista anche la crisi che lo investe;
occorre favorire lo svolgimento di attività funzionali alla manutenzione degli arenili, alla salvaguardia del litorale, alla cura e alla pulizia delle acque costiere e di promuovere prestazioni a favore della tutela e della promozione del patrimonio culturale di aree vocate per la pesca,
impegna il Governo
a valutare la possibilità di adottare iniziative per estendere l'applicazione delle norme previste per gli imprenditori agricoli e del settore forestale anche agli imprenditori ittici.
9/3256/36. (Testo modificato nel corso della seduta)Fadda, Franci, Zucchi, Mariani, Pertoldi, Servodio, Fogliardi, Cinzia Maria Fontana, Bellanova, Brandolini, Fiorio, Maderloni, Satta.
La Camera,
premesso che:
la legge della piccola proprietà contadina n. 604 del 1954, all'articolo 4 prevede che: «le agevolazioni tributarie sono concesse al momento della registrazione, ma entro un anno da tale formalità, l'interessato deve presentare all'ufficio del registro il certificato definitivo, attestante che i requisiti richiesti sussistevano fin dal momento della stipula dell'atto»;
la legge 7 agosto 1990 n. 241, come modificata ed integrata dalla legge 11 febbraio 2005 n. 15, all'articolo 18, secondo comma, recita: «I documenti attestanti atti, fatti, qualità e stati soggettivi, necessari per l'istruttoria del procedimento, sono acquisiti d'ufficio quando sono in possesso dell'amministrazione procedente, ovvero sono detenuti, istituzionalmente, da altre pubbliche amministrazioni. L'amministrazione procedente può richiedere agli interessati i soli elementi necessari per la ricerca dei documenti»;
a norma della disposizione sopra riportata dovrebbe essere pacifico che le agevolazioni recate a favore della piccola proprietà contadina ai sensi della legge n. 604 del 1954 sono concesse in quanto il richiedente dichiara in atto pubblico la sussistenza dei requisiti richiesti, riscontrabili nel registro la cui tenuta istituzionale è affidata alla provincia, e quindi rende
un'autocertificazione ai sensi dell'articolo 18 della legge n. 241 del 1990 e successive modifiche, mentre la parte: «ma entro un anno da tale formalità l'interessato deve presentare all'ufficio del registro il certificato definitivo, attestante che i requisiti richiesti sussistevano fin dal momento della stipula dell'atto» dell'articolo 4 della legge n. 604 del 1954, in quanto in contrasto con l'articolo 18 della legge n. 241 del 1990, debba intendersi che sia stata abrogata dalla norma successiva;
in taluni casi, per difficoltà interpretativa, gli ex uffici del registro, invece di applicare la norma recata dall'articolo 18 della legge n. 241 del 1990, in assenza di invio entro l'anno dalla registrazione del certificato attestante la sussistenza dei requisiti, provvedono al recupero dei benefici accordati, ponendo in grave difficoltà l'azienda agricola;
è opportuno assicurare l'applicazione piena delle norme di semplificazione previste dalla legge n. 241 del 1990 e successive modifiche ed integrazioni,
impegna il Governo
a valutare la possibilità di emanare una direttiva interpretativa, volta agli uffici dipendenti dall'amministrazione del Ministero dell'economia e delle finanze e di tutte le altre pubbliche amministrazioni coinvolte nel procedimento di applicazione della legge n. 604 del 1954, con cui si precisi che l'applicazione dell'articolo 18 della legge n. 241 del 1990 prevale sulla parte dell'articolo 4 della legge n. 604 del 1954, che recita: «ma entro un anno da tale formalità l'interessato deve presentare all'ufficio del registro il certificato definitivo, attestante che i requisiti richiesti sussistevano fin dal momento della stipula dell'atto», e di conseguenza si portino a conclusione tutte le situazioni pendenti e non definite per mancanza di inoltro da parte dei richiedenti del certificato definitivo attestante il possesso dei requisiti richiesti e già dichiarati, con autocertificazione in atto pubblico.
9/3256/37. (Testo modificato nel corso della seduta)Zucchi, Franci, Pertoldi, Fogliardi, Cinzia Maria Fontana, Bellanova, Brandolini, Fiorio, Fadda, Maderloni, Servodio.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 2, comma 121 della legge finanziaria per il 2008 stabilisce che le risorse disponibili sul Fondo centrale per il credito peschereccio siano utilizzate dall'Ismea per la concessione di garanzie al sistema creditizio destinate ad agevolare l'accesso al mercato dei capitali da parte delle imprese della pesca;
va considerata la crisi che investe il settore, accentuata dal caro gasolio, che incide per circa il 40 per cento nei costi di gestione aziendale,
impegna il Governo
ad adottare iniziative, anche volte all'approvazione di ulteriori atti legislativi, dirette a consentire la finalizzazione prioritaria del fondo al sostegno delle ristrutturazioni aziendali ed alle iniziative economiche di rilancio dell'economia ittica.
9/3256/38. Brandolini, Maderloni, Zucchi, Franci, Pertoldi, Fogliardi, Cinzia Maria Fontana, Bellanova, Fiorio, Fadda, Servodio.
La Camera,
premesso che:
una delle tratte autostradali che attualmente sopportano il maggior traffico pesante da e per il Centro-Est dell'Europa è l'A 4 Triester-Venezia;
sulla base delle intese e degli impegni sanciti tra Ministero delle Infrastrutture, ANAS, Società Autovie Venete e Regioni Friuli Venezia Giulia e Veneto è indispensabile procedere speditamente con la realizzazione della terza corsia dell'A 4;
tale nuova opera - che interessa i territori del Friuli Venezia Giulia e del Veneto - in alcuni punti si interseca con le future opere ferroviarie di Alta Capacità/Alta Velocità;
vi è la necessità di reperire la posta mancante (valutata in circa 120 milioni di euro da spalmare in più esercizi finanziari a partire dal 2009), limitatamente alle interferenze con le previste opere sopra indicate, per consentire in tempi rapidi la realizzazione della terza corsia dell'A4,
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di assumere le idonee iniziative volte a realizzare efficacemente la terza corsia Venezia-Mestre.
9/3256/39. (Testo modificato nel corso della seduta)Pertoldi, Strizzolo, Maran, Cuperlo.
La Camera,
premesso che:
le nuove normative introdotte con la legge finanziaria per il 2007 in materia di catasto agricolo definivano le modalità ed i requisiti per il riconoscimento dei fabbricati rurali e di conseguenza l'obbligo di iscrizione al catasto urbano di tutti quei fabbricati non rispondenti ai requisiti di ruralità;
nell'attuazione della normativa si vanno determinando numerose incongruenze derivanti dall'evolversi della proprietà dei terreni agricoli, in primo luogo nelle zone collinari e montane, dove la proprietà è fortemente parcellizzata, ed in ogni modesto appezzamento può essere ubicato un annesso la cui destinazione originale era riconducibile al ricovero degli animali nonché degli attrezzi, fabbricati in contesti e terreni di scarso interesse economico tanto che i costi di accatastamento di circa 900 euro non giustificano il valore dei beni che comunque mantengono una caratteristica storica,
impegna il Governo
a valutare la possibilità di adottare gli atti di propria competenza volti ad assicurare che rimangano iscritti al catasto rurale tutti quei fabbricati situati nei territori montani e collinari aventi dimensioni non superiori ai 16 metri quadrati, realizzati prima del 1950 e non trasformati successivamente, adibiti al rimessaggio delle attrezzature agricole, ancorché non appartenenti alla categoria degli imprenditori agricoli a titolo o principale o professionale.
9/3256/40. Franci, Zucchi, Mariani, Pertoldi, Servodio, Fogliardi, Cinzia Maria Fontana, Bellanova, Brandolini, Fiorio, Fadda, Maderloni, Codurelli.
La Camera,
premesso che:
per gli anni 2002 e 2003, alle imprese di cui ai commi 8, lettera a), 9 e 10, lettera a), dell'articolo 3 della legge 7 agosto 1990, n. 250, e successive modificazioni, sono state erogate provvidenze secondo criteri di calcolo difformi rispetto alla legislazione vigente, in quanto espressamente riferiti a disposizioni di rango secondario (decreti ministeriali), a loro volta riconducibili alle previsioni di un disegno di legge presentato alle Camere dall'allora Presidente del Consiglio dei ministri (Atto Camera n. 4163 della XIV legislatura) e mai giunto alla approvazione definitiva;
in particolare, si è determinata una attribuzione delle provvidenze da parte del Dipartimento dell'editoria della Presidenza del Consiglio dei ministri, in misura eccedente rispetto agli importi previsti dalla normativa vigente;
tale situazione ha dato luogo all'obbligo di restituzione, in capo alle imprese beneficiarie, dei maggiori contributi ricevuti, mediante la decurtazione nel 2005 delle provvidenze riconosciute per l'anno 2003;
il legislatore è intervenuto con la norma di sanatoria del comma 127, articolo 2, della legge n. 266 del 2007;
in questi giorni il Dipartimento editoria con l'erogazione dei contributi relativi all'anno 2006 intende procedere alla restituzione di quanto aveva recuperato per l'anno 2003 e contemporaneamente procede a richiedere indietro i contributi versati in più per l'anno 2002, in altre parole mentre sta sanando la situazione relativa all'anno 2003, sta procedendo a richiedere indietro i contributi versati in più per il 2002;
è necessario evitare un contenzioso pluriennale che, oltre a mettere in forse i bilanci delle aziende interessate, produrrà solo maggiori oneri da parte dello Stato,
impegna il Governo
a valutare la possibilità di adottare le opportune iniziative volte a prevedere misure idonee a consentire alle imprese il recupero degli importi decurtati nel 2007 per effetto di una applicazione di criteri di calcolo difformi rispetto alla legislazione vigente, non imputabile in alcun modo alle imprese stesse.
9/3256/41. (Testo modificato nel corso della seduta)Giovanelli, Amici.
La Camera,
premesso che:
il comma 225 dell'articolo 1 del disegno di legge finanziaria per l'anno 2008 prevede l'abrogazione del comma 6 dell'articolo 52 del decreto legislativo 15 dicembre 1997, n. 446, il quale prevede che «la riscossione coattiva dei tributi e delle altre entrate di spettanza delle province e dei comuni viene effettuata con la procedura di cui al decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 602, se affidala ai concessionari del servizio di riscossione di cui al decreto del Presidente della Repubblica 28 gennaio 1988, n. 43, ovvero con quella indicata dal regio decreto 14 aprile 1910, n. 639, se svolta in proprio dall'ente locale o affidata agli altri soggetti menzionati alla lettera b) del comma 4»;
le correzioni apportate, tuttavia, anche per effetto della stratificazione degli interventi modificativi apportati al testo presso il Senato della Repubblica, non risultano coordinate con l'assetto normativo di riferimento, in quanto sembrerebbe escludere ogni possibilità di un più efficiente metodo di riscossione delle entrate degli enti pubblici diversi dallo Stato, con grave pregiudizio per le ragioni soprattutto degli enti locali;
la soppressione di tale disposizione sarebbe stata tuttalpiù coerente solo ove i successivi interventi operati nel contesto dei lavori parlamentari, non avessero modificato il quadro originario del disegno di legge presentato dal Governo;
la mancata, discussione presso la Camera dei deputati, a seguito della proposizione della questione di fiducia da parte del Governo, non ha consentito di individuare ed analizzare analiticamente le gravi conseguenze pregiudizievoli derivanti da un mero difetto di coordinamento tale che, dal 1o gennaio 2008, non permetterebbe agli enti pubblici diversi da quelli statali di riscuotere le loro entrate con i più snelli strumenti attualmente esistenti - si tratta, in particolare della procedura esattoriale e di quella (sostanzialmente analoga, negli effetti ultimi) offerta dal regio decreto n. 639 del 1910 - imponendo invece il ricorso ai mezzi dì riscossione dell'ordinario diritto civile, con conseguenti effetti negativi anche di carattere patrimoniale;
l'abrogazione della disposizione di cui al comma 6 dell'articolo 52 del decreto legislativo 15 dicembre 1997, n. 446, è dunque irragionevole, tant'è che ha già suscitato la forte presa di posizione dell'Anci e delle altre organizzazioni maggiormente rappresentative, anche perché, qualora la volontà del legislatore nazionale fosse stata quella che sembrerebbe essersi concretizzata con la disposizione in esame, sarebbe stato necessario quantomeno pre
vedere le opportune forme di copertura finanziaria a favore delle autonomie locali improvvisamente private degli strumenti essenziali per garantire il mantenimento dei servizi erogati alla collettività e che in mancanza, in presenza di un brusco calo delle entrate proprie, dovrebbero o finanziarsi altrimenti, o ridurre le proprie prestazioni, in ogni caso con nuovi e non coperti oneri finanziari,
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di svolgere un monitoraggio applicativo che consenta il superamento degli effetti della disposizione in esame e ad adottare ogni provvedimento attuativo ed interpretativo diretto a prevedere che la riscossione delle entrate delle autonomie locali continui attraverso gli strumenti giuridici attualmente in essere in modo da assicurare l'efficacia, l'efficienza e l'economicità dell'azione amministrativa.
9/3256/42. Belisario, Evangelisti.
La Camera,
premesso che:
la legge finanziaria per il 2007 ha introdotto nuove modalità di calcolo dei canoni demaniali marittimi prevedendo che per gli anni 2004, 2005 e 2006 si applicassero le misure vigenti alla data di entrata in vigore della medesima legge finanziaria e che non operassero le disposizioni maggiorative - consistenti nell'aumento dei canoni del 300 per cento - disposte dal decreto-legge 30 settembre 2003, n. 269;
la medesima legge finanziaria ha previsto che, a decorrere dal 1o gennaio 2007, per la determinazione dei canoni demaniali marittimi, si applichino i nuovi importi indicati «aggiornati degli indici ISTAT maturati alla stessa data»,
impegna il Governo
a valutare la possibilità di adottare provvedimenti interpretativi per chiarire epoca e decorrenza degli indici ISTAT da applicare ai canoni demaniali marittimi.
9/3256/43. (Testo modificato nel corso della seduta)Fincato, Crisci, Campa, Brandolini.
La Camera,
premesso che:
la perdita di potere d'acquisto dei redditi da lavoro dipendente è un problema oggettivo e sentito da milioni di cittadini;
sia da parte dei contribuenti che da parte del mondo produttivo è richiesto un intervento di riduzione della pressione fiscale su salari e stipendi;
il disegno di legge finanziaria, con la previsione del comma 4 dell'articolo 1, dà un segnale importante in tale senso, stabilendo che tutte le maggiori entrate tributarie eccedenti rispetto a quelle finalizzate al conseguimento degli obiettivi di finanza pubblica definiti dal documento di programmazione economico-finanziaria siano destinate alla riduzione della pressione fiscale nei confronti dei lavoratori dipendenti,
impegna il Governo
a indirizzare prioritariamente la sua azione verso una sostanziale riduzione del carico fiscale gravante sui lavoratori dipendenti.
9/3256/44. Lulli, Nannicini, Vico.
La Camera,
premesso che:
nell'ambito della missione 18, il testo contiene una serie di misure per la tutela del territorio e dell'ambiente;
durante l'iter di approvazione del decreto legislativo correttivo del decreto legislativo n. 152 del 2006, recante «codice
dell'ambiente», ed in particolare in sede di esame del testo da parte della Conferenza unificata e successivamente da parte delle competenti commissioni parlamentari, le regioni hanno evidenziato la necessità di risolvere alcune criticità che caratterizzano ad oggi l'istruttoria per la valutazione di impatto ambientale di competenza statale e giungere a soluzioni che evitano sovrapposizioni e doppioni tra i procedimenti ministeriali e quelli regionali in materia di valutazione di impatto ambientale e di valutazione ambientale strategica;
in particolare, la regione Lombardia ha rilevato l'esempio della propria realtà territoriale, con riferimento all'approvazione da parte della stessa regione di importanti interventi infrastrutturali legati alla viabilità o mobilità che vedrebbero ancora la competenza statale per quanto riguarda la procedura di valutazione di impatto ambientale;
la sovrapposizione e raddoppio delle istruttorie, regionale e statale, non solo creano lungaggini amministrative ma comportano anche un raddoppio inutile dei costi di gestione delle istruttorie che va a carico sia del bilancio dello Stato sia dei proponenti dei progetti che contribuiscono finanziariamente con lo 0,5 per mille alle spese delle istruttorie;
l'esigenza di risolvere tali criticità, evidenziata congiuntamente da tutte le regioni, ha trovato anche l'accordo dei rappresentati del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare in sede di esame in Conferenza unificata del citato correttivo del decreto legislativo n. 152 del 2006;
è opportuno ricondurre al livello istituzionale territoriale «più vicino» la competenza all'espletamento delle procedure ambientali in materia di valutazione di impatto ambientale e di valutazione ambientale strategica, previa preventiva e specifica intesa tra Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ed una o più regioni,
impegna il Governo
nell'ambito della redazione di disposizioni di propria competenza in materia di valutazione di impatto ambientale e valutazione ambientale strategica, a prevedere la possibilità dell'attribuzione della competenza in materia di valutazione ambientale strategica, relativamente a piani e programmi la cui approvazione compete ad organi dello Stato, ovvero di valutazione di impatto ambientale, relativamente a progetti la cui competenza per l'autorizzazione della valutazione di impatto ambientale spetta allo Stato, alla regione eventualmente interessata, previe specifiche intese tra il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ed una o più regioni.
9/3256/45. Fava.
La Camera,
premesso che:
il crescente fenomeno dell'immigrazione ha modificato sensibilmente il modello organizzativo del sistema scolastico italiano;
l'elevata presenza di alunni stranieri nelle singole classi scolastiche della scuola dell'obbligo determina difficoltà oggettive d'insegnamento per i docenti e di apprendimento per gli studenti;
il diverso grado di alfabetizzazione linguistica si rivela quindi un ostacolo per gli studenti stranieri che devono affrontare lo studio e gli insegnamenti previsti nei programmi scolastici e per gli alunni italiani che assistono a una «penalizzante riduzione dell'offerta didattica», a causa dei rallentamenti degli insegnamenti, dovuti alle specifiche esigenze di apprendimento degli studenti stranieri;
tale situazione è ancora più evidente nelle classi che vedono la presenza di studenti provenienti da diversi Paesi, le cui specifiche esigenze personali sono anche caratterizzate dalle diversità culturali del Paese di origine, tanto da indurre gli
insegnanti ad essere più tolleranti e meno rigorosi in merito alle valutazioni volte a stabilire i livelli di competenza acquisiti dagli alunni stranieri e italiani sulle singole discipline;
i dati forniti dal Ministero della pubblica istruzione mostrano una crescita degli alunni stranieri pari a circa 500.000 unità, con un incidenza del 5 per cento rispetto alla popolazione scolastica complessiva;
rispetto alle nazionalità di provenienza di questi studenti, si confermano ai primi posti i gruppi provenienti dai Paesi dell'Est europeo, per esempio la Romania che, nell'arco di soli due anni, è passata dal 9,7 per cento al 12,4 per cento ( 52,821 alunni), ma anche l'Ucraina e la Moldavia; l'Albania e il Marocco, pur avendo avuto una leggera flessione, continuano ad attestarsi ai primi posti nella classifica delle cittadinanze, rispettivamente con circa 70 mila e 60 mila presenze;
la disomogenea distribuzione territoriale di alunni con cittadinanza non italiana, molto concentrata al centro-nord e scarsa al Sud e nelle isole, interessa circa 37.000 punti di erogazione del servizio scolastico, rispetto ai 57.000 presenti in ambito nazionale. È evidente il divario esistente tra i primi e i secondi, determinato dalla necessità per i primi di adeguare gli aspetti organizzativi e didattici all'attività di integrazione degli alunni stranieri;
la più elevata consistenza di alunni stranieri si trova nella scuola primaria e secondaria di primo grado;
l'area del Paese con l'incidenza più elevata di presenze si conferma il nord-est che, rispetto agli anni scolastici precedenti è in crescita, raggiungendo l'8,4 per cento, il Nord-Ovest è al 7,8 per cento, il Centro al 6,4 per cento, il Sud all'1,2 per cento e le isole all'1 per cento; la maggiore concentrazione a livello regionale si registra in Emilia Romagna con una percentuale del 9,5 per cento;
le scuole si trovano ad affrontare molte sfide: dall'insegnamento della lingua italiana ai bambini emigrati a percorso scolastico già iniziato, alla concentrazione di alunni stranieri in poche scuole, che crea una fuga dei bambini italiani, per la preoccupazione dei genitori di un abbassamento del livello di istruzione;
le scuole si trovano ad affrontare in maniera discrezionale tale problema, cercando di applicare una didattica improntata alla pedagogia interculturale, dal momento che il Ministro della pubblica istruzione si limita a emanare circolari e linee guida, la cui applicazione è lasciata all'iniziativa dei singoli istituti scolastici, in possesso di esigue risorse per attuare interventi strutturali nell'insegnamento, tra cui, per esempio, la riforma dei curricola che non dovrebbero contemplare esclusivamente l'insegnamento, pur fondamentale, dell'italiano o la presenza del mediatore nei casi difficili da gestire, ma consentire di realizzare un autentico arricchimento interculturale, basato anche sullo studio delle tradizioni popolari della comunità di nuova appartenenza del bambino straniero;
le disposizioni ministeriali eludono, per certi versi, uno dei principi fondamentali dell'accoglienza, che presuppone «l'inserimento» dello studente straniero nei «canali dell'integrazione». Al riguardo è sufficiente citare l'S.O.S apparso sul quotidiano La Stampa di Torino, qualche tempo fa, il cui titolo è molto eloquente: «Fuga dalle classi multietniche». Gli insegnanti del quartiere di San Salvario a Torino hanno sottolineato l'impossibilità di formare alcune classi prime con bambini italiani (che sono almeno un centinaio in età da debutto alle elementari), o addirittura di averne persa qualcuna, a vantaggio del numero di iscrizioni alle scuole paritarie;
nei quartieri delle città, caratterizzate dalla concentrazione abitativa di famiglie straniere, l'utenza italiana nella scuola dell'obbligo si è assottigliata, diventando inaspettatamente «omogeneamente
non italiana», vista la «fuga silenziosa» dei bambini italiani, a causa dei pregiudizi delle famiglie sul carente livello di didattica;
secondo un sondaggio svolto dall'Istituto Demos, pubblicato su Il Gazzettino, il 27 per cento di veneti e friulani chiede aule separate per gli studenti stranieri, la cui media nazionale è del 18,3 per cento. L'indagine evidenzia che nel Nord-Est le percentuali dei bambini che frequentano il primo e il secondo cielo della scuola dell'obbligo si attestano all'11 e al 9 per cento, a fronte del 7 per cento della media nazionale. In alcune città del Veneto, quali Vicenza e Treviso, la percentuale di alunni stranieri oscilla tra il 12 e il 16 per cento, fino a superare, in alcune realtà, il 40 per cento;
la circolare ministeriale sulle iscrizioni alla scuola dell'obbligo, suggerisce di promuovere patti con gli enti locali per distribuire gli alunni stranieri sul territorio, senza però attuare una valutazione sul livello occupazionale: difficilmente le scuole dei quartieri ad alta densità di immigrazione accettano di cedere ad altre scuole vicine studenti stranieri, sapendo di non poterli sostituire con altrettanti studenti italiani, rischiando di dover addirittura licenziare alcuni insegnanti,
impegna il Governo:
nell'ambito degli interventi volti a modificare l'organizzazione delle classi, anche in deroga ai parametri previsti dal decreto ministeriale del 24 luglio 1998, n. 331, a rivedere il sistema di accesso degli studenti stranieri alla scuola dell'obbligo, autorizzando il loro ingresso previo superamento di test e specifiche prove di valutazione, disciplinate dalle singole regioni interessate, così come previsto dal terzo comma dell'articolo 117 della Costituzione, provvedendo all'istituzione di classi di inserimento temporaneo, che consentano agli studenti stranieri che presentano un livello di alfabetizzazione della lingua italiana molto basso di frequentare corsi di apprendimento della lingua italiana, nonché gli insegnamenti di base previsti dai vigenti programmi scolastici, preparatori e propedeutici all'ingresso nelle classi permanenti;
ad attuare la riforma dei curricula, prevedendo attività didattiche e linguisitiche di maggiore integrazione interculturale con la nuova comunità territoriale di «nuova appartenenza» dello studente straniero;
a formare ed assegnare alle predette «classi d'inserimento temporaneo» una quota del personale docente in soprannumero che si intende assorbire, al fine di creare da un lato un «progetto ponte d'integrazione» per l'inserimento definitivo degli studenti stranieri nelle classi con bambini italiani, dall'altro lato di evitare le cosiddette «fughe multietniche» dei bambini italiani dalle scuole del quartiere di residenza.
9/3256/46. Goisis.
La Camera,
impegna il Governo
a valutare la possibilità di costituire una sezione distaccata del commissariato di polizia di Lecco da ubicare nel comune di Merate ed al potenziamento della locale stazione dei carabinieri, da tempo sofferente per carenze di organico e mezzi.
9/3256/47. (Testo modificato nel corso della seduta)Bodega, Armani.
La Camera,
premesso che:
diverse disposizioni originariamente contenute nel disegno di legge finanziaria miravano, nelle intenzioni del Governo, a ridurre i costi di funzionamento dello Stato, sia con riferimento agli organi costituzionali che più in generale alla pubblica amministrazione;
molte delle misure inizialmente inserite nel disegno di legge finanziaria in esame dirette alla riduzione e razionalizzazione della spesa pubblica riferita al funzionamento dell'apparato statale sono state stralciate o sono state modificate, su iniziativa dello stesso Governo o della maggioranza, in modo da differirne nel tempo gli effetti;
una delle riforme che consentirebbe un significativo risparmio di risorse pubbliche è da individuarsi nell'abolizione dei prefetti, accompagnata dal trasferimento delle relative funzioni ai questori, ai sindaci, ai presidenti di provincia e alle camere di commercio;
il permanere nel nostro ordinamento della figura del prefetto non si giustifica più in considerazione dell'eterogeneità di funzioni ad esso attribuite, sicché tale organo si pone in contrasto con le esigenze di federalizzazione del nostro ordinamento ed anzi si configura sempre più spesso come elemento di ostacolo al dispiegarsi delle funzioni degli amministratori locali e primariamente dei sindaci che intendano corrispondere efficacemente alle esigenze delle comunità amministrate;
con la soppressione dei prefetti si determinerebbe un risparmio di risorse significativo in relazione al funzionamento delle articolazioni territoriali del Ministero dell'interno costituite dagli uffici territoriali del Governo,
impegna il Governo
ad assumere iniziative legislative finalizzate all'abolizione dei prefetti e al trasferimento delle relative funzioni ai questori, ai presidenti di provincia, ai sindaci e alle camere di commercio.
9/3256/48. Maroni.
La Camera,
premesso che:
puntualmente ogni anno l'approvazione della legge finanziaria rappresenta l'occasione per istituire fondi di sostegno aventi le finalità più varie, mediante i quali lo Stato fornisce dimostrazione della sua volontà di intervento a favore di situazioni emergenziali, di bisogno ed altro;
si assiste ad una crescita esponenziale di incidenti stradali con esito mortale per le vittime, a seguito dei quali i colpevoli non incorrono quasi mai in una punizione seria, anche grazie al numero di benefici penitenziari che consentono di scontare la pena al di fuori del circuito carcerario, al punto che nel nostro Paese la sanzione detentiva è divenuta puramente simbolica;
un recente caso di omicidio colposo commesso in stato di grave ubriachezza e con violazione delle norme sulla circolazione stradale - dove contemporaneamente quattro giovani di età compresa tra i sedici e diciotto anni sono stati travolti e sono morti carbonizzati sui loro motorini mentre andavano a comprare un gelato in una tranquilla serata primaverile - cui è conseguita una condanna a 6 anni e sei mesi di reclusione ed una successiva decisione, altrettanto sconcertante quanto quella concernente la condanna in primo grado, di applicare al colpevole gli arresti domiciliari, scontati attualmente in tutta tranquillità in una località balneare;
la frequenza inquietante con cui si assiste ad interpretazioni «massimalistiche» del principio rieducativo della pena, dove durata e modalità della stessa vengono commisurate unicamente a supposte necessità di trattamenti risocializzanti del condannato, senza tener conto in alcun modo della intrinseca gravità dei fatti commessi e della necessità di punire i colpevoli per i fatti commessi;
tali scelte, per quanto discutibili e sconcertanti, attengono ad applicazioni discrezionali che competono unicamente all'organo a ciò deputato dalla legge e, pertanto, non possono essere oggetto di interferenze;
scontare la pena agli arresti domiciliari non impedisce all'omicida di quattro giovani di conquistare la ribalta delle cronache per aver firmato un contratto di esclusiva con sfruttamento della sua immagine a fini pubblicitari, di venire ripreso da una troupe televisiva mentre prende il sole, di scrivere un libro di memorie e di ricevere proposte per apparire come ospite di serate organizzate in discoteca, quando avrà lasciato gli arresti domiciliari;
la celebrazione dell'eroe negativo da parte della nostra società conferma la definitiva divaricazione tra etica ed estetica, in nome della quale è lecito infrangere ogni regola morale o di semplice «buon gusto»;
appare realistico sperare un intervento riparatore da parte di questo Governo, che si proclama a favore dei più deboli, individuabili sempre più spesso nelle vittime dei reati,
appare necessario istituire presso il Ministero della giustizia un fondo speciale per il risarcimento dei danni delle vittime di reati contro la persona, in favore delle persone offese dal reato e dei prossimi congiunti, alimentato con gli introiti derivanti da specifica destinazione percentuale sulle retribuzioni percepite dai detenuti che svolgono prestazioni lavorative, anche discontinue, legate allo sfruttamento dell'immagine.
impegna il Governo
a dare seguito a quanto indicato in premessa.
9/3256/49. Alessandri.
La Camera,
premesso che:
le università non statali legalmente riconosciute e poste sotto la vigilanza del Ministero dell'università e della ricerca possiedono in alcuni casi, oltre ai fabbricati in cui sono svolte attività didattica e culturale, anche dei fabbricati destinati ad ospitare in pensione gli studenti iscritti ai corsi di laurea;
prioritariamente l'accesso agli alloggi suddetti è riconosciuto dall'Istituto per il diritto allo studio degli studenti universitari Isu agli studenti con redditi inferiori;
in qualità di proprietarie dei citati fabbricati, le università private sono assoggettate all'imposta comunale sugli immobili, che come costo aggiuntivo incide sulle rette corrisposte dagli studenti meritevoli a basso reddito;
si ritiene socialmente utile ridurre gli oneri sostenuti da chi sceglie di poter frequentare le università private;
a parità di funzioni svolte, le università statali o cattoliche, che prestano servizio di pensionato per gli studenti godono di esenzione dall'ICI, ai sensi dell'articolo 7 del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 504,
impegna il Governo
per motivi di equità, ad adottare provvedimenti che prevedano l'esenzione ICI per tutti i fabbricati destinati a servizio di pensione per gli studenti, compensando con trasferimenti erariali le minori entrate fiscali registrate dai Comuni.
9/3256/50. Giancarlo Giorgetti.
La Camera,
premesso che:
il contesto economico e finanziario per il triennio 2008-2010, ed in particolare per l'anno 2008, non appare roseo e la crescita economica tanto attesa sarà probabilmente frenata;
le notizie diffuse dai quotidiani negli ultimi giorni allarmano tutti i cittadini a causa dei rincari di alcuni servizi fondamentali, che graveranno sui bilanci delle famiglie per importi non inferiori ai 1.800,00 euro annui;
tali drammatiche previsioni si aggiungono alle gravi problematiche correlate agli incrementi delle rate sui mutui ipotecari, connessi al rialzo dei tassi di interesse;
nel testo del disegno di legge finanziaria in esame, che introduce misure urgenti in materia di mutui ipotecari, ma necessita considerare che l'aggravamento dei tassi di interesse non limita i suoi effetti devastanti solo sulle rate di mutuo, ma anche sulle esposizioni dei consumatori, che hanno sottoscritto contratti di credito al consumo o che vi debbano ricorrere;
a tal proposito sempre in questi giorni i quotidiani denunciano la tendenza al ricorso al credito al consumo di cittadini sempre più numerosi, nonostante i tassi di interesse siano insostenibili;
in Italia i tassi applicati dai nostri istituti di credito sono più elevati rispetto a quelli degli altri Paesi europei, in particolare per la categoria credito al consumo il tasso medio registrato nell'ultimo trimestre è pari al 16,99 per cento, ne consegue che il tasso di usura per la medesima categoria arriva addirittura al 25,485 per cento;
intervenendo sulle banche è possibile arginare le difficoltà provenienti dal settore creditizio a danno degli utenti (sia cittadini che piccole e medie imprese);
la normativa vigente in materia di usura, legge 7 marzo 1996, n. 108, necessita di essere aggiornata alle mutate condizioni del mercato finanziario, dunque è necessario rivedere i parametri per individuare i tassi «usurari» e consentire una riduzione «obbligata» dei tassi praticati dalle banche, in particolare quelli relativi alle operazioni di aperture di credito in conto corrente, crediti personali e altri finanziamenti alle famiglie effettuate dalle banche, anticipi, sconti commerciali, crediti personali e altri finanziamenti effettuati dagli intermediari non bancari, prestiti contro cessione del quinto dello stipendio, credito finalizzato all'acquisto rateale e credito revolving;
in tal modo il Governo potrebbe offrire un valido e percepibile sostegno ai cittadini tutti in un momento molto difficile;
impegna il Governo
a valutare la possibilità di rivedere i criteri della normativa vigente in materia di usura.
9/3256/51. (Testo modificato nel corso della seduta)Cota, Gianfranco Conte, Pedrizzi, Bosi, Germontana.
La Camera,
impegna il Governo
a far sì che vengano adottate in tempi brevi misure dirette al sostegno della natalità e della famiglia, in particolar modo per i nuclei familiari con persone diversamente abili, al fine di invertire il trend demografico negativo che vede l'Italia tra i Paesi Europei e mondiali con il più basso tasso di natalità.
9/3256/52. (Testo modificato nel corso della seduta)Lussana.
La Camera,
premesso che:
le dichiarazioni della maggioranza di voler contenere la spesa pubblica attraverso la fissazione di un tetto agli stipendi dei manager pubblici sono puramente teorici, visto che il tentativo di parametrare il trattamento economico onnicomprensivo di chiunque riceva a carico delle pubbliche finanze emolumenti o retribuzioni a quello del Primo presidente della Corte di cassazione, fa salve, comunque, una serie di figure quali, ad esempio, il Governatore della Banca d'Italia o i Presidenti delle Authorities; tale intervento appare puramente demagogico, in quanto poco incisivo sulla giungla degli sprechi;
impegna il Governo
a monitorare gli effetti della normativa in esame anche al fine di valutare l'opportunità
che tutte le retribuzioni nella pubblica amministrazione siano fissate in misura non superiore al trattamento complessivo massimo annuo lordo dei magistrati con funzioni di presidente di Sezione della Corte di Cassazione ed equiparate.
9/3256/53. Brigandì.
La Camera,
premesso che:
nel disegno di legge finanziaria sono contenute disposizioni in materia di stabilizzazione dei soggetti impegnati in lavori socialmente utili ovvero in attività di pubblica utilità;
tali disposizioni, anche alla luce delle norme recate dal decreto legge 1o ottobre 2007, n. 159, recante «Interventi urgenti in materia economico-finanziaria, per lo sviluppo e l'equità sociale», che prevede la possibilità per i Comuni con meno di 50.000 abitanti di procedere ad assunzioni ASU/LSU (attività/lavori socialmente utili) anche in soprannumero, appaiono in contraddizione con la volontà dell'attuale maggioranza - più volte ribadita - di contrastare il precariato e con quanto sottoscritto nel programma dell'Unione, ove si legge: «Per noi la forma normale di occupazione è il lavoro a tempo indeterminato, perché riteniamo che tutte le persone devono potersi costruire una prospettiva di vita e di lavoro serena (...). In generale sosteniamo politiche del lavoro dirette a promuovere la piena e buona occupazione e a ridurre il tasso di precarietà, incentivando la stabilità e la tutela del lavoro discontinuo»;
secondo i dati della relazione semestrale sui lavori socialmente utili del Ministero del lavoro e della previdenza sociale, al termine del II semestre 2005 il numero dei lavoratori LSU impegnati sul territorio nazionale ammontava complessivamente a 40.270;
impegna il Governo
a prevedere che i soggetti collocati in lavori ovvero attività socialmente utili possano continuare ad essere impegnati dagli enti utilizzatori fino ad esaurimento dei progetti in essere alla data di entrata in vigore della presente legge, senza ulteriori rinnovi o stipule di nuove convenzioni, nonché a stabilire per i Comuni e le Regioni coinvolti nel processo di stabilizzazione dei lavoratori LSU/ASU il blocco delle assunzioni fin tanto che non rientrino nella media nazionale del parametro dipendenti-popolazione.
9/3256/54. Stucchi.
La Camera,
premesso che:
si osservano con preoccupazione i dati relativi all'incidenza sulla popolazione carceraria dei detenuti stranieri, che nel luglio scorso erano pari ad oltre 15mila, di cui 2.267 di nazionalità rumena, su un totale di 44mila persone in custodia;
va evidenziata la gravità dello stato di sovraffollamento delle carceri italiane e l'entità delle spese che il contribuente italiano è chiamato a sostenere per il mantenimento in custodia dei detenuti stranieri;
si rileva l'opportunità di promuovere il trasferimento dei detenuti stranieri condannati a pene superiori ai tre anni di reclusione nelle carceri degli Stati di origine e di contribuire altresì significativamente ad assicurarne il mantenimento nei locali istituti penali sino all'estinzione della condanna detentiva;
appare quanto mai necessario promuovere l'istituzione di un fondo «ad hoc» per il trasferimento negli istituti penali dei Paesi d'origine degli stranieri condannati a pene detentive, da utilizzarsi erogando contributi ai singoli Stati d'origine degli stranieri detenuti negli istituti di pena italiani, proporzionalmente al numero dei detenuti effettivamente rimpatriati e mantenuti sotto custodia.
impegna il Governo
a dare seguito a quanto indicato in premessa.
9/3256/55. Bricolo.
La Camera,
premesso che:
in diversi momenti nel corso degli anni con legislazione d'urgenza si è voluta prolungare ripetutamente la durata del periodo transitorio per lo svolgimento delle gare per l'affidamento del servizio di distribuzione del gas, fissata dal decreto legislativo n. 164 del 2000 (termine 31 dicembre 2005, salvo eventuali proroghe da concedersi nell'esercizio del diritto potestativo di cui è riconosciuto titolare l'ente locale);
in ultimo nel recente decreto legislativo 1o ottobre 2007, n. 159 si è intervenuti in materia con l'articolo 46-bis che intende promuovere lo svolgimento delle procedure di gara per l'affidamento del servizio in questione; nell'articolato del disegno di legge Finanziaria si è ulteriormente intervenuti con delle correzioni e delle integrazioni al decreto legislativo 1o ottobre 2007, n. 159;
tali misure, con particolare riferimento alla proroga del periodo transitorio e alla definizione dei criteri di gara, laddove adottate dal Parlamento, non sono in grado di rispondere effettivamente ai sottesi obiettivi pro-concorrenziali;
ulteriori slittamenti della fine del periodo transitorio risultano difficilmente compatibili con un quadro di liberalizzazioni e sviluppo della libera concorrenza, tanto più guardando alle direttive comunitarie del diritto comunitario. Per completare il mercato interno del gas e consentire a ogni consumatore di scegliere liberamente il proprio fornitore e viceversa, la direttiva 2003/55/CE, dopo aver ribadito l'importanza del ricorso a procedure di gara, ha ritenuto opportuno individuare un «approccio graduale, con un termine ultimo specifico» per completare il mercato interno del gas naturale, fissato al 1 luglio 2007, prendendo proprio in considerazione anche il tempo massimo necessario alle imprese per adeguarsi;
per certo la modifica del periodo di proroga inserita nella legge Finanziaria, viene asseritamente finalizzata a favorire i fenomeni di aggregazione territoriale, rispetto ai quali risulterebbe propedeutica la definizione per via ministeriale dei nuovi ambiti territoriali da mettere a gara;
tuttavia, anche tenendo conto di questa esigenza, non trova giustificazione una proroga generalizzata di tutte le gare. Infatti, il processo di individuazione degli ambiti territoriali, per definizione, riguarderà l'intero territorio nazionale e dovrà concludersi necessariamente prima del 31 dicembre 2009, per le concessioni in scadenza al 31 dicembre 2007 in base alla normativa vigente;
prorogare di due anni, fino al 2011, le concessioni che, attualmente, sono in scadenza al 31 dicembre 2009, costituisce una misura eccessivamente restrittiva e che, non potendo trovare giustificazione nell'asserita esigenza di incentivare aggregazioni territoriali, non è necessaria né proporzionata al giusto obiettivo di efficienza e trasparenza che il nuovo modello di gara proposto dal legislatore intende perseguire;
nel parere dello scorso 8 dicembre, l'Autorità garante per la concorrenza ed il mercato sulla questione in oggetto invita il Legislatore a riconsiderare la stessa desiderabilità della definizione autoritativa degli ambiti produttivi del servizio di gestione delle reti di gas, in quanto ciò equivale a una configurazione, per via amministrativa, del mercato dal lato della domanda;
infatti, l'Autorità ritiene che definire ambiti territoriali minimi «in base a criteri di efficienza e riduzione dei costi» per via esogena e autoritativa implica l'oneroso compito di acquisire informazioni e dati su tali aspetti in condizioni di asimmetria informativa del regolatore rispetto a realtà tecnico-economiche locali. Inoltre, tali asimmetrie potrebbero favorire la definizione di ambiti che non riproducono strettamente le esigenze tecniche e di riduzione dei costi riscontrabili sul mercato, ma finiscono per rispondere, ad esempio, a esigenze di mera semplificazione
amministrativa che, in realtà, non esauriscono gli obiettivi di efficienza sottesi alla riforma, a tal fine non è da trascurare la necessità di un coinvolgimento dei comuni quali proprietari degli impianti di esercizio;
l'Autorità ritiene che l'attuale formulazione dell'articolo 46-bis, secondo comma, non soddisfi pienamente le esigenze pro-concorrenziali sottese alle osservazioni appena esposte, in quanto sembra incentrato prevalentemente sugli aspetti qualitativi a scapito di quelli di natura economica, lasciati come parametri residuali. In proposito, l'Autorità, pur condividendo l'importanza di salvaguardare gli standard di qualità e sicurezza nel servizio della distribuzione di gas, avverte, tuttavia, il legislatore che incentrare l'aggiudicazione della gara prevalentemente su tali aspetti potrebbe non rispondere pienamente alle esigenze pro-concorrenziali in ragione degli ampi margini di discrezionalità lasciati nella fase di valutazione delle offerte, trattasi peraltro di osservazioni di carattere generico e di poco momento, perché gli esiti delle gare vanno valutati in reazioni alle previsioni di ogni singola procedura di gara che ciascun comune ha adottato autonomamente nell'esercizio della propria sovranità ed in mancanza di schemi prefissati;
l'Autorità, peraltro, ritiene che già l'attuale quadro normativo consentirebbe di considerare il canone concessorio come elemento del solo contratto di servizio e non quale criterio di aggiudicazione. In particolare, l'articolo 14, comma 1, del decreto legislativo n. 164 del 2000 distingue il momento della gara, considerata la modalità necessaria di affidamento del sevizio di distribuzione di gas, da quello relativo alla disciplina dei rapporti fra l'ente e l'impresa affidataria, demandato a un separato contratto di servizio. Conseguentemente, gli aspetti economici che deve regolare il contratto di servizio sono espressamente riferiti al rapporto fra ente e impresa (articolo 14, comma 3), mentre, ai fini dell'individuazione dei criteri di aggiudicazione della gara, le «migliori condizioni economiche» sono riferite al servizio, unitamente alle condizioni di prestazione del medesimo (comma 6). Pertanto, poiché le indicazioni fornite dal decreto legislativo n. 164/00 avrebbero già consentito di tenere fuori dai criteri di aggiudicazione il canone concessorio e, ciò nonostante, la maggior parte delle gare sono state aggiudicate su questa base;
impegna il Governo
ad assumere le necessarie iniziative volte a incentivare l'adeguamento dei comuni al decreto legislativo n. 164 del 2000 salvaguardando quelle amministrazioni che abbiano al 30 novembre 2007 deliberato di avviare la procedura di gara per l'affidamento del servizio con le modalità stabilite dalla normativa di settore.
9/3256/56. Allasia.
La Camera,
l'articolo 42-bis del decreto legge 1o ottobre 2007, n. 159, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 novembre 2007, n. 222, stabilisce l'estensione del concetto di fabbricato rurale ai fabbricati appartenenti alle cooperative agricole e di trasformazione;
in conseguenza di tale estensione, le cooperative agricole non saranno più soggette al pagamento dell'ICI sui fabbricati strettamente legati all'attività, quali rimesse, capannoni e depositi;
secondo le prime stime, l'ammontare complessivo dell'esenzione sarà di circa il 5 per cento del gettito complessivo dell'ICI e tali minori entrate andranno a penalizzare i bilanci dei Comuni;
impegna il Governo
a rimborsare ai Comuni, con le entrate derivanti dalla fiscalità generale, le minori entrate derivanti dall'applicazione dell'articolo 42-bis del decreto legge 1 ottobre
2007, n. 159, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 novembre 2007, n. 222.
9/3256/57. Fugatti.
La Camera,
gli effetti della rivalutazione delle aree edificabili e dei terreni a destinazione agricola introdotta per la prima volta dalla legge n. 448 del 2001 sono stati positivi;
secondo la citata disposizione era possibile rideterminare il valore di acquisto di terreni edificabili e agricoli, mediante la redazione di una perizia giurata di stima ed il versamento di un'imposta sostitutiva delle imposte sul reddito pari al 4 per cento dell'intero valore rivalutato; la rideterminazione del valore delle aree produce i relativi effetti fiscali in termini di minore tassazione delle plusvalenze realizzate con la vendita degli stessi immobili; a seguito della rivalutazione, infatti, il nuovo valore del terreno, risultante dalla perizia di stima, assume la natura di prezzo di acquisto dello stesso, da portare in diminuzione del corrispettivo ottenuto al momento della vendita, ai fini della determinazione delle plusvalenze;
la norma è stata più volte reiterata, fino all'emanazione del decreto legge 30 settembre 2005, convertito, con modificazioni, dalla legge 2 dicembre 2005, n. 248;
impegna il Governo
a prevedere, tramite apposita iniziativa normativa, la reintroduzione della possibilità di rivalutare le aree edificabili per società e persone fisiche, con modalità simili a quelle stabilite la prima volta dalla legge n. 448 del 2001.
9/3256/58. Filippi.
La Camera,
le disposizioni del disegno di legge finanziaria prevedono una maggior detrazione a favore dei soggetti passivi ICI, per l'unità immobiliare destinata ad abitazione principale, pari al 1,33 per mille della base imponibile e, comunque, non superiore a 200 euro;
tale maggiore detrazione comporta significative minori entrate per i Comuni ed è previsto un particolare meccanismo di rimborso da parte dello Stato; entro il 28 febbraio 2008, infatti, il Ministero dell'Interno definisce il modello per la certificazione da parte dei Comuni del mancato gettito previsto; i Comuni devono trasmettere entro il 30 aprile 2008 il modello compilato; il trasferimento compensativo è erogato in due quote, la prima, pari al 50 per cento entro il 16 giugno, la seconda, pari al restante 50 per cento entro il 16 dicembre dell'anno di applicazione del beneficio; gli eventuali conguagli sono effettuati entro il 31 maggio dell'anno successivo;
impegna il Governo
a valutare, entro un anno dall'entrata in vigore della presente legge, l'efficacia del meccanismo di rimborso delle minori entrate dei Comuni da parte dello Stato; in particolare verificare che non ci siano sperequazioni tra le diverse aree del Paese, dove le percentuali di evasione dell'ICI sono significativamente diverse; che il sistema adottato consenta ai Comuni di tenere conto delle variazioni di gettito annuali, dovute ad espansioni urbanistiche o a decrementi demografici; valutare, infine, se introdurre, in alternativa, il meccanismo della detrazione ICI dalle imposte sul reddito.
9/3256/59. Garavaglia.
La Camera,
impegna il Governo
ad adottare idonei provvedimenti al fine di uniformare il sistema normativo vigente alle sentenze della Cassazione; a modificare il principio di solidarietà nel pagamento dell'IVA, a introdurre requisiti più
stringenti per i soggetti che effettuano l'estrazione dei beni dai depositi IVA.
9/3256/60. (Testo modificato nel corso della seduta)Pini.
La Camera,
premesso che:
il provvedimento in esame interviene fra l'altro nell'assegnare ingenti risorse per il miglioramento del sistema dei trasporti nazionale, con riferimento anche al potenziamento del trasporto aereo nelle regioni meridionali;
ancora una volta, le misure adottate in materia di trasporti hanno fortemente penalizzato il Nord che, con il suo sistema di piccole e medie imprese, rappresenta un'area economica di fondamentale importanza per il Paese;
inoltre, lo sviluppo del sistema del trasporto aereo nazionale potrebbe essere seriamente danneggiato dalla scelta, ipotizzata nelle linee guida del piano industriale 2008-2010 di Alitalia, di ridimensionare la rete di collegamenti a lungo raggio sull'hub di Malpensa, i cui negativi risultati incideranno anche sulla crescita economica ed imprenditoriale del Nord;
l'hub di Malpensa serve un sistema economico, commerciale, imprenditoriale ed anche aeroportuale, definito come catchement area, nel quale sono raccolte circa 1.296.800 imprese attive la cui crescita diviene, quindi, indispensabile per garantire lo sviluppo economico dell'intero Paese;
lo sviluppo dell'aeroporto di Malpensa rappresenti un obiettivo fondamentale da perseguire al fine di restituire al Paese un ruolo determinante nei traffici aerei mondiali; oltretutto l'hub di Malpensa interessa un'area che produce circa 31 per cento del prodotto interno lordo e genera il 47 per cento dell'emport e d il 41 per cento dell'export nazionali;
viste le ultime stime, rese note dalla società Sea, l'aeroporto di Malpensa, nonostante le difficoltà dell'aviazione italiana, sembrerebbe continui a crescere nel 2007 di circa il 10 per cento per numero di passeggeri e del 17 per cento per quantità di merci trattate;
inoltre, la scelta da parte di Alitalia, di rinunciare al ricco mercato del Nord comporterà, non solo, un sottoutilizzo degli investimenti già realizzati su Malpensa da parte della società Sea, ma anche uno ostacolo alla realizzazione di importanti progetti infrastrutturali programmati, che sono indispensabili per raggiungere uno sviluppo complessivo di tutto il sistema aeroportuale del paese;
tale scelta rappresenta inoltre un serio e reale ostacolo anche allo sviluppo del gruppo Sea che dovrà tra l'altro valutare, in stretta correlazione con quanto annunciato da Alitalia, il rischio di una riduzione dei propri livelli occupazionali,
impegna il Governo
ad adottare iniziative al fine di garantire, attraverso idonee risorse finanziarie, l'adozione di misure volte ad assicurare il sostegno al reddito, il mantenimento dei livelli occupazionali e la compensazione agli enti locali e alle imprese del danno che potrebbe essere loro arrecato dal piano industriale di Alitalia, previsto dalle linee guida per gli anni 2008-2010, nonché ad adottare iniziative volte ad assicurare la continuità degli investimenti infrastrutturali intrapresi dalla società Sea.
9/3256/61. Gibelli, Armani, Airaghi.
La Camera,
premesso che:
nell'ambito del presente disegno di legge finanziaria il Governo ha autorizzato importanti finanziamenti per lo svolgimento di campionati di attività sportive di rilevanza nazionale e mondiale;
nell'ambito delle manifestazioni sportive di interesse nazionale e mondiale, il Gran premio d'Italia della «Formula 1» merita
una particolare attenzione, anche in termini di sostegno e mantenimento in esercizio dei circuiti dedicati;
l'autodromo nazionale di Monza, riveste nello sport automobilistico mondiale una posizione di primo piano, anche per aver ospitato il Gran premio d'Italia della Formula 1 quasi ininterrottamente dal 1922;
relativamente al circuito di Monza, il Governo ha ribadito rispondendo, all'interpellanza n. 2-00818, la sua disponibilità, di fronte a specifiche richieste da parte delle società concessionaria, ad adottare misure di intervento per l'ammodernamento e la messa in sicurezza di tale circuito;
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di destinare opportune risorse all'ammodernamento dell'autodromo di Monza, data la rilevanza che tale struttura riveste nello sport automobilistico mondiale, qualora dovessero pervenire da parte della società concessionaria specifiche richieste di finanziamento.
9/3256/62. Grimoldi.
La Camera,
premesso che:
il provvedimento relativo al disegno di legge finanziaria per il 2008, nel testo formulato dalla Camera dei deputati, prevede, tra l'altro, che il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali sia autorizzato a utilizzare le disponibilità del Fondo per le crisi di mercato, di cui all'articolo 1, comma 1072, della legge n. 296 del 2007, nel limite della somma di 2 milioni di euro per l'anno 2008, per assicurare la regolare gestione delle aree naturali protette attraverso l'impiego del personale operaio con contratto a tempo determinato di cui alla legge 5 aprile 1985, n. 124, non rientrante nelle procedure di stabilizzazione di cui all'articolo l, commi da 247 a 251, della legge n. 266 del 2005, legge finanziaria per il 2006;
la regolare gestione delle aree naturali potrebbe positivamente prevedere anche lo svolgimento di attività innovative dirette al miglioramento dell'opera di prevenzione degli incendi e di conservazione dei territori che eventualmente li abbiano subiti, ciò auspicabilmente tramite una pertinente specializzazione del personale operaio da porre a supporto degli organi competenti per attività di vigilanza ordinaria e straordinaria delle foreste e dei boschi;
sarebbe vantaggioso per l'ambiente forestale e per la collettività, creare nuove figure di tutori delle risorse boschive nel contrasto agli incendi e di esperti nella prevenzione dei fenomeni, soprattutto di carattere socio-culturale, che provocano tali incendi;
in linea con tale aspettativa si potrebbe realizzare, a carico delle risorse finanziarie sopra indicate, un progetto pilota che preveda la selezione culturale e psico-attitudinale di alcune unità di personale non rientrante nelle citate procedure di stabilizzazione, ed in tale ambito istituire delle figure di specialisti dotati della professionalità necessaria allo svolgimento di attività di salvaguardia delle risorse forestali. Si tratterebbe, nello specifico, di attivare dei corsi di formazione ed addestramento che, oltre ad aumentare la sicurezza nelle operazioni, siano in grado di garantire l'uso ottimale delle risorse disponibili e la gestione confacente delle situazioni anche sociali che possono causare l'azione incendiaria;
gli operatori in oggetto dovrebbero ricevere un'accurata formazione volta a permettergli, all'occorrenza, di trasformarsi in vere e proprie squadre antincendio, in grado di mettere a disposizione delle amministrazioni pubbliche nella lotta contro il fuoco, le conoscenze specifiche, la professionalità, i mezzi, le attrezzature;
si tratterebbe di organizzare, utilizzando un gruppo selezionato di personale
non stabilizzato, un programma formativo specifico ed a cui demandare la gravosa responsabilità della vigilanza delle foreste unitamente alla direzione delle operazioni di spegnimento. L'obiettivo principale consisterebbe nel formare e qualificare in maniera sia teorica, sia pratica il personale, elevandone il grado di conoscenza di cultura ambientale, delle tematiche dell'antincendio e degli interventi di recupero delle aree distrutte dal fuoco,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative di indirizzo o di sensibilizzazione, affinché il Corpo forestale dello Stato, nell'ambito degli interventi che potrà realizzare utilizzando la somma di 2 milioni di euro per la gestione delle aree naturali protette attraverso l'impiego del personale operaio con contratto a tempo determinato di cui alla legge 5 aprile 1985, n. 124, come allo scopo previsto dalla presente legge, sia anche contemplato un progetto formativo pilota (cui assegnare, ad avviso dei presentatori, la metà dei finanziamenti) e diretto ad un gruppo selezionato di soggetti da specializzare nelle attività di prevenzione e contrasto degli incendi, nonché in quelle di ottimale recupero dei territori che siano stati colpiti dal fuoco.
9/3256/63. Camillo Piazza, Pellegrino, Zanella, Trepiccione, Cesini, Lion.
La Camera,
premesso che:
nel testo del disegno di legge finanziaria per il 2008 si indica nel rinnovo contrattuale per il biennio 2008-2009 la sede per la soluzione del problema del personale tecnico e ausiliario delle scuole proveniente dagli enti locali,
impegna il Governo
a valutare la possibilità di inserire nella definizione dell'atto di indirizzo per il rinnovo contrattuale disposizioni volte al reperimento delle risorse necessarie per affrontare compitamente in tale biennio il riconoscimento dell'anzianità di servizio del personale in oggetto.
9/3256/64. (Testo modificato nel corso della seduta)Folena, Napoli, Satta, Frigato, Pignataro, Sasso.
La Camera,
premesso che:
questo è l'anno dedicato alle pari opportunità dell'Unione europea ed il Governo nel disegno di legge finanziaria per il 2008 taglia i fondi per la legge 125/1991 che finanzia i progetti per l'occupabilità femminile «Azioni positive per la realizzazione della parità uomo-donna nel lavoro», le cui disposizioni hanno lo scopo di favorire l'occupazione femminile e di realizzare l'uguaglianza sostanziale tra uomini e donne nel lavoro, anche mediante l'adozione di misure , denominate azioni positive per le donne, al fine di rimuovere gli ostacoli che di fatto impediscono la realizzazione di pari opportunità;
il Governo congela la legge n. 215 del 1992 «Azioni positive per l'imprenditoria femminile», pur invocando l'obiettivo di maggiore occupazione femminile per onorare l'obiettivo di Lisbona del 60 per cento;
in merito vi è una situazione di stallo, con uno scarso 46 per cento che relega l'Italia in fondo alle classifiche comunitarie e mondiali nel campo dell'occupazione femminile;
la manovra finanziaria è di carattere modestamente espansivo, non riduttivo del disavanzo e non generosa nei confronti dei lavoratori e delle donne,
impegna il Governo
ad adottare iniziative volte a stanziare, con ulteriori provvedimenti, risorse per lo sviluppo dell'occupazione e dell'imprenditoria femminile, soprattutto per quella svantaggiata del Mezzogiorno, che costituisce
una risorsa fondamentale per lo sviluppo delle piccole e medie imprese e per la crescita occupazionale delle donne nel nostro Paese.
9/3256/65. Pelino, Cioffi.
La Camera,
premesso che:
il disegno di legge finanziaria per il 2008 contiene diverse disposizioni dirette a stabilizzare i contratti di lavoro a tempo determinato e le collaborazioni coordinate e continuative presso le pubbliche amministrazioni;
alcune disposizioni obbligano le pubbliche amministrazioni a predisporre una nuova programmazione triennale dei fabbisogni al fine di provvedere all'assunzione del personale con contratto di lavoro flessibile impiegato negli ultimi anni nelle pubbliche amministrazioni;
tali disposizioni devono essere applicate nel rispetto delle disposizioni costituzionali in materia di accesso ai pubblici uffici e in particolare delle sentenze della Corte Costituzionale n. 34 del 2004, n. 205 del 2006 e n. 363 del 2006,
impegna il Governo:
ad emanare direttive rivolte alle pubbliche amministrazioni in materia di programmazione triennale dei fabbisogni al fine di dare priorità nelle assunzioni ai soggetti vincitori e idonei dei concorsi pubblici;
ad adoperarsi affinché il Ministro per le riforme e le innovazioni nelle pubbliche amministrazioni vigili attraverso gli uffici competenti del dipartimento della funzione pubblica in modo che sia assicurato il prevalente accesso per concorso pubblico nelle amministrazioni;
ad emanare attraverso il Ministro per le riforme e le innovazioni nelle pubbliche amministrazioni apposite direttive volte ad assicurare che le procedure di stabilizzazione vengano effettuate previo esperimento di adeguate procedure selettive;
a presentare una relazione al Parlamento sullo stato delle procedure di assunzione dei vincitori e idonei di concorsi pubblici, per il tramite del Ministro per le riforme e le innovazioni nelle pubbliche amministrazioni.
9/3256/66. Misuraca, Fabbri, Marinello.
La Camera,
premesso che:
l'assunto contenuto nel comma 418, dell'articolo 2, del disegno di legge finanziaria per il 2008, che motiva gli interventi per il rilancio e l'efficienza della scuola con la finalità di «una maggiore qualificazione dei servizi scolastici», sembrerebbe contraddetta dalla previsione di interventi sulla formazione delle classi nei licei e in generale nell'istruzione secondaria di secondo grado che, stando a quanto contenuto nella relazione tecnica, comporteranno il taglio di circa 1800 cattedre, mettendo peraltro a rischio l'attivazione di indirizzi di studio diversificati e senza prevedere alcuna forma di raccordo con le deliberazioni degli enti locali competenti a programmare l'offerta formativa e la rete scolastica sul territorio;
la riconversione professionale del personale in soprannumero, da completarsi entro l'anno scolastico 2009/2010, è prefigurata con modalità forzose e dalle discutibili ricadute sulla qualità scolastica, data la previsione che essa possa avvenire anche a prescindere dal possesso dello specifico titolo di studio previsto per il reclutamento;
le economie di spesa già previste dalla legge finanziaria per il 2007 sono rimodulate nella loro cadenza temporale, ma non muta sostanzialmente l'obiettivo di un forte ridimensionamento delle dotazioni organiche, stimabile in 14.000 posti in meno nel prossimo anno scolastico, nonostante un andamento in crescita della popolazione scolastica;
in attesa di verificare la reale portata delle misure volte a ridefinire la dotazione organica dei docenti di sostegno, desta forte preoccupazione l'abrogazione delle norme che consentono oggi l'istituzione di posti «in deroga»;
la delega al Ministro della pubblica istruzione ed al Ministro dell'università e della ricerca per l'adozione di un regolamento che definisca la disciplina procedurale del reclutamento, previa abrogazione dell'articolo 5 della legge 53/2003 e del relativo decreto attuativo (decreto legislativo 227/2005), avviene in un contesto nel quale il sovrapporsi di diverse disposizioni legislative rende necessario individuare con più chiarezza quali siano i requisiti che verranno richiesti per l'accesso alle procedure concorsuali ordinarie,
impegna il Governo:
ad adoperarsi nel reperire fondi aggiuntivi per evitare il taglio di cattedre, prevedendo soprattutto forme di coordinamento le deliberazioni degli enti locali, competenti a programmare l'offerta formativa scolastica sul territorio;
a valutare la possibilità di effettuare la riconversione professionale del personale soprannumerario dando priorità ai soggetti in possesso dello specifico titolo di studio previsto per il reclutamento;
a riconsiderare la possibilità che per i docenti di sostegno permangano norme che consentano l'istituzione di posti «in deroga», anche pervenire incontro alle esigenze dei diversamente abili;
a far si che, pur nel sovrapporsi delle diverse disposizioni legislative in tema di scuola ed istruzione, si individuino con chiarezza i requisiti richiesti per l'accesso alle,procedure concorsuali ordinarie.
9/3256/67. Grimaldi, Misuraca, Fabbri.
La Camera,
premesso che:
il comma 154 dell'articolo 1 del disegno di legge finanziaria per il 2008 ha introdotto la definizione agevolata dei debiti già iscritti a ruolo che il concessionario non ha recuperato in via definizione agevolata;
sono noti il disagio e la tensione sociale creati ai cittadini dall'inoltro di cartelle esattoriali non esenti da errori materiali quali imposte o contravvenzioni già pagate, annullate dal giudice di pace, prescritte, ed altro;
il disagio e la tensione sociale sono vieppiù aumentati dalle sanzioni previste in caso di mancato pagamento da parte del cittadino degli importi di cui alla cartella esattoriale (fermo amministrativo dei mezzi - ipoteca casa da 100 euro in su da parte del concessionario - vendita coattiva della casa per i debiti oltre gli 8.000 euro e ciò indipendentemente dal valore dell'immobile - pignoramento quinto stipendio o pensione - pignoramento crediti verso terzi);
per motivi di equità sia in ordine alla citata agevolazione della finanziaria 2008, sia in ordine al fatto che i reati di qualunque tipo e genere, tranne le multe per divieto di sosta, sono stati oggetto da parte del legislatore di condoni e/o agevolazioni;
per motivi di utilità per i comuni che acquisirebbero la certezza sull'entità degli importi che effettivamente incasseranno, sollevandosi dai rilevantissimi costi attinenti alle procedure esecutive e coatte, alle numerosissime cause perse davanti ai giudici di pace, evitando di mettere a bilancio gli importi risultanti dalle cartelle esattoriali, incassandone però, al lordo delle spese, circa il 30 per cento;
per motivi di necessità in ordine all'eliminazione del grave stato di disagio e di tensione sociale per i motivi di cui alle premesse da parte dei cittadini, derivante oltre che dalle sanzioni, anche dai tempi lunghi delle notifiche;
la Commissione Bilancio ha approvato un emendamento del per cui Equitalia,
le sue controllate e gli altri concessionari che si occupano di riscuotere i tributi «non possono svolgere attività finalizzate al recupero di somme, di spettanza comunali, iscritte in ruoli, relative a sanzioni amministrative per violazione del codice della strada, per i quali la cartella di pagamento non era stata notificata entro due anni dalla consegna a ruolo»,
impegna il Governo
a sensibilizzare i comuni ad applicare agevolazioni per il versamento degli importi indicati nelle cartelle esattoriali e relativi alle multe per divieto di sosta (articoli 157 e 158 C.d.S.) o verbalizzate a tutto il settembre 2005, ivi compresi gli effetti economici accessori già prodotti dalle sanzioni inflitte per permettere al cittadino di regolarizzare la sua posizione debitoria nei confronti del comune o del suo concessionario sullo schema dell'articolo 12 della finanziaria per il 2003, in data certa e con la previsione di rateizzazione.
9/3256/68. Caparini.
La Camera,
premesso che:
la lotta agli infortuni sui luoghi di lavoro appare sempre più come una assoluta priorità nazionale da perseguire attraverso il ricorso a tutti gli strumenti idonei, da un lato rafforzando le misure di prevenzione ed i controlli e, dall'altro, sostenendo e premiando i comparti nei quali la collaborazione tra lavoratori e parte datoriale ha prodotti buoni risultati;
la gestione separata dell'artigianato presso l'Inail ha evidenziato negli anni passati risultanze molto positive, in particolare nel quinquennio 2002-2006, con un avanzo di gestione crescente dal 2000. I dati testimoniano che i programmi di prevenzione varati dalle imprese artigiane, nei quali la parte datoriale è direttamente coinvolta nel processo produttivo, si sono dimostrati efficaci;
si è creata una situazione paradossale dal momento che con una parte degli avanzi di esercizio delle gestioni separate dell'Inail (che riguardano prevalentemente il settore dell'artigianato) sono, in parte, finanziati i programmi di prevenzione delle imprese e, per la restante parte rientrano nella disponibilità generale del bilancio dello Stato e finalizzati al risanamento dei conti pubblici. Inoltre, tali programmi di prevenzione risultano essere appannaggio pressoché esclusivo delle medie e grandi imprese (il 90 per cento dei benefìci) a causa della complessità delle procedure che l'istituto impone per l'utilizzo dei benefìci;
la legge finanziaria per il 2007 (legge 27 dicembre 2007, n. 296) all'articolo 1, comma 779 ha previsto una prima riduzione dei premi in favore della gestione separata dell'artigianato presso l'Inail, per un importo pari a 100 milioni di euro, considerato l'ottimo andamento di tale gestione negli anni precedenti e gli evidenti risultati positivi dell'impegno delle imprese artigiane per garantire la sicurezza sul lavoro, del quale fanno fede la costante flessione nella dinamica infortunistica;
la delibera dell'Inail, prevista dal comma 779 è stata adottata, ma non è stato ancora emanato il decreto interministeriale che consente l'attuazione della norma e, a causa di ciò, si è creata una situazione di grave incertezza, con riferimento alle riduzioni dei premi che le imprese, in base alle disposizioni della legge finanziaria per il 2007 ed alle circolari dell'Inail, hanno attuato in sede di acconto e per aver applicato le quali, in assenza dei decreto, rischiano di essere sanzionate;
la legge finanziaria per il 2007 (legge 27 dicembre 2007, n. 296) all'articolo 1, comma 780 ha previsto, sempre con riferimento alla gestione artigianato, la riduzione, dal 1o gennaio 2008, dei premi dovuti dai datori di lavoro all'Inail, nel limite complessivo di 300 milioni di euro, stabilendo che tale riduzione dei
premio venga attuata «nel limite complessivo di un importo pari alle risorse originate da un tasso di incremento del gettito contributivo complessivo relativo alla gestione unitaria dell'ente accertato in sede di bilancio consuntivo per l'anno 2007 superiore al tasso di variazione nominale del prodotto inferno lordo indicato per il medesimo anno nella relazione revisionale e programmatica per l'anno 2007 e, comunque, per un importo non superiore a 300 milioni di euro»;
il meccanismo individuato dalla legge finanziaria per il 2007 (legge 27 dicembre 2007, n. 296) all'articolo 1, comma 780, pur presentando elementi di aleatorietà e complessità tecnica tali da rendere incerta la riduzione dei premi, secondo le prime stime effettuate, produrrebbe, nell'anno 2007, una disponibilità per la riduzione dei premi di circa 200 milioni di euro;
detta riduzione, in attuazione del successivo comma 781, è destinata a tutte le imprese artigiane, prioritariamente per quelle che non abbiano registrato infortuni negli ultimi due anni e che «abbiano adottato piani pluriennali di prevenzione per l'eliminazione delle fonti di rischio e per il miglioramento delle condizioni di sicurezza e di igiene nei luoghi di lavoro, concordati da associazioni dei datori e prestatori di lavoro comparativamente più rappresentative sul piano nazionale e territoriale, anche all'interno degli enti bilaterali, e trasmessi agli ispettorati del lavoro»;
tale specificazione, al fine di rendere fruibile per il 2008 la riduzione dei premi, impone l'individuazione di meccanismi e procedure più agevoli per le piccole imprese volti a favorire l'adozione e la diffusione dei piani di prevenzione presso le stesse;
la riduzione si rende tanto più necessaria in considerazione dell'ottimo andamento dell'anno 2006 della gestione separata dell'artigianato presso l'Inail, che ha registrato un avanzo di gestione pari a 1.019,8 milioni di euro, al netto degli interessi derivanti dai prestiti alla gestione agricoltura, pari a 176 milioni di euro;
impegna il Governo:
ad adottare iniziative volte ad emanare tempestivamente il decreto interministeriale, conseguente alla delibera Inail, già adottata per la riduzione dei premi per l'anno 2007, in modo da rendere le aziende in condizione di fruire di detta riduzione in sede di saldo per il versamento dei premi Inail per il 2007;
a individuare meccanismi e procedure più agevoli per le piccole imprese per l'effettiva fruibilità della riduzione dei premi Inail.
9/3256/69. (Testo modificato nel corso della seduta)Fluvi, Delbono, Motta, Lulli, Tenaglia.
La Camera,
premesso che:
metà delle scuole non è ancora in possesso delle certificazioni di sicurezza e di idoneità scolastica;
la messa in sicurezza degli edifici scolastici pubblici rappresenta un obiettivo deteminante e una priorità necessaria ad assicurare l'incolumità di utenti e operatori nonché a consentire ai responsabili delle istituzioni scolastiche di assolvere gli obblighi previsti dalle normative in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro;
l'abbattimento delle barriere architettoniche consente alle scuole di essere un luogo realmente accogliente e fruibile per gli alunni disabili;
considerato che:
l'artico 2, comma 282, della legge finanziaria 2008, incrementa di 20 milioni di euro il fondo per l'adeguamento strutturale ed antisismico degli edifici del sistema scolastico;
agli enti locali, per le proprie specifiche competenze, spettano gli interventi
edilizi di adeguamento strutturale e la costruzione di nuovi edifici scolastici,
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di adottare ulteriori iniziative normative volte a che gli investimenti destinati all'adeguamento strutturale ed antisismico degli edifici del sistema scolastico siano esclusi dal patto di stabilità.
9/3256/70. Lenzi, Ghizzoni, Froner, Rusconi, De Biasi, Colasio, Giachetti, Tocci, Volpini, Villari, Giulietti, Benzoni.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 1, comma 218, della legge 23 dicembre 2005, n. 266, con una interpretazione «autentica» che stravolge l'articolo 8 della legge n. 124 del 1999, riduce le retribuzioni del personale di ruolo proveniente dagli enti locali e trasferito nei ruoli statali del personale amministrativo tecnico e ausiliario (Ata) e nei ruoli statali degli insegnanti tecnicopratici (Itp) e disconosce i diritti acquisiti di questi lavoratori;
la Corte di cassazione ha ripetutamente riconosciuto il diritto ad una giusta retribuzione per il servizio prestato e - secondo quanto disposto dall'articolo 2, comma 8, della legge n. 124 del 1999, che riconosce al personale in questione «ai fini giuridici ed economici l'anzianità maturata presso l'ente locale di provenienza» - ha emesso numerose sentenze in base alle quali centinaia di lavoratori Ata e Itp della scuola hanno ottenuto uno stipendio corrispondente all'attività lavorativa prestata;
l'articolo 3, comma 146, del disegno di legge finanziaria per il 2008 stabilisce che in sede di rinnovo contrattuale del personale della scuola relativo al biennio economico 2008-2009 venga esaminata anche la posizione giuridico-economica del personale ausiliario, tecnico e amministrativo trasferito dagli enti locali allo Stato in attuazione della legge n. 124 del 1999,
impegna il Governo
in sede di contrattazione nazionale a individuare le risorse finalizzate ad evitare situazioni di disparità tra lavoratori e ad adottare i provvedimenti necessari ad inquadrare il suddetto personale nelle qualifiche funzionali e nei profili professionali dei corrispondenti ruoli statali, sulla base dell'anzianità maturata nell'ente locale di provenienza.
9/3256/71. Marchi, Ghizzoni, Rusconi, Froner, Benzoni, De Biasi, Volpini, Colasio, Tocci, Tessitore, Giulietti, Fogliardi.
La Camera,
premesso che:
in seguito all'approvazione della legge 27 settembre 2007, n. 165, «Delega al Governo in materia di riordino degli enti di ricerca», l'Istituto nazionale di fisica della materia (Infm) è confluito nel Consiglio nazionale della ricerca (Cnr),
la legge reca diverse norme in favore della ricerca scientifica;
appare necessario adottare iniziative, volte a ricostituire l'Istituto nazionale di fisica della materia (Infm), anche mediante l'accorpamento con il Consorzio nazionale interuniversitatio per le scienze fisiche della materia (Cnism).
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di dare seguito a quanto indicato in premessa.
9/3256/72. Tocci, Ghizzoni, Froner, Rusconi, Benzoni, Volpini, Colasio, De Biasi, Tessitore, Giulietti, Chiaromonte.
La Camera,
premesso che:
il disegno di legge finanziaria per il 2008 prevede importanti provvedimenti a favore del sistema dell'università e della ricerca, con particolare riferimento all'aumento dell'assegno di dottorato di ricerca, alla costituzione di un nuovo apposito Fondo di promozione della ricerca di base, al vincolo di una quota non inferiore al 10 per cento del Fondo per gli investimenti nella ricerca scientifica e tecnologica (First) destinata alle ricerche di base proposte da giovani ricercatori, all'incremento del Fondo ordinario di funzionamento degli enti pubblici di ricerca vigilati dal Ministero dell'università e della ricerca;
i criteri del finanziamento incentivante e della programmazione connessa alla valutazione trovano, con il disegno di legge finanziaria per il 2008, concreta applicazione nel nostro sistema universitario, poiché le risorse aggiuntive al Fondo di funzionamento ordinario saranno assegnate con l'adozione di un piano programmatico, nel quale il Ministero dell'università e della ricerca si impegna a trasferire adeguate risorse tenendo conto del tasso di inflazione e delle dinamiche delle retribuzioni mentre gli atenei, sottoposti a valutazione, si vincolano al rispetto di strategie di razionalizzazione della spesa, all'adozione di un sistema programmatorio degli interventi, al miglioramento della qualità dei servizi e dell'offerta didattica;
l'articolo 3, comma 150, del disegno di legge finanziaria per il 2008 prevede una riduzione lineare, per un importo di euro 190 milioni per gli anni 2008 e 2009 e di euro 320 milioni per l'anno 2010, delle dotazioni di parte corrente indicate nella Tabella C;
la dotazione di parte corrente del Ministero dell'università e della ricerca indicata nella suddetta Tabella concorre, per il 2008, per 9.156.415 miliardi di euro su un totale di 19.115.405 miliardi;
sulla medesima dotazione di parte corrente del Ministero dell'università e della ricerca sono contenute le risorse per il diritto allo studio e gravano spese obbligatorie e non comprimibili, quali gli oneri stipendiali del personale, e pertanto la riduzione lineare prevista incide gravemente sul funzionamento delle università e degli enti di ricerca e sul sostegno agli studenti capaci, meritevoli e privi di mezzi,
la dotazione del Ministero per i beni e le attività culturali - attesa la vastità degli interventi e delle competenze - appare meritevole di particolare considerazione,
impegna il Governo
a destinare in modo prioritario le risorse ulteriori che dovessero rendersi disponibili, già nei primi mesi dell'anno venturo, in favore dell'università, della ricerca, nonché della tutela e valorizzazione dei beni culturali e delle attività culturali, ivi compreso il settore dello spettacolo.
9/3256/73. Ghizzoni, Tocci, De Biasi, Froner, Rusconi, Benzoni, Volpini, Colasio, Tessitore, Giulietti, Chiaromonte.
La Camera,
premesso che:
la possibilità per le persone immigrate di veder tutelato il diritto all'istruzione costituisce l'aspetto essenziale di una politica di accoglienza e di inclusione;
l'Italia ha scelto la piena integrazione di tutti nella scuola, «ivi compresi i minori stranieri presenti nel territorio dello Stato», attraverso lo strumento dell'educazione interculturale;
l'educazione interculturale, con particolare riguardo alla didattica dell'italiano come seconda lingua, richiede una continua crescita professionale di tutto il personale della scuola e di conseguenza risorse mirate,
impegna il Governo
a realizzare interventi volti ad assegnar agli istituti scolastici ulteriori finanziamenti, con lo scopo di consolidare la padronanza della lingua italiana come veicolo di comunicazione e di conoscenza e
di migliorare l'integrazione degli alunni stranieri nel contesto sociale e culturale del nostro Paese.
9/3256/74. Froner, Ghizzoni, Rusconi, Benzoni, Volpini, Colasio, Tocci, De Biasi, Tessitore, Giulietti, Chiaromonte, Frias.
La Camera,
premesso che:
al fine di provvedere al sostentamento del sistema dell'Alta formazione artistica e musicale (Afam), l'articolo 2, comma 442, autorizza per il triennio 2008- 2010 la spesa annua di 10 milioni di euro,
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di individuare ulteriori risorse finalizzate all'ampliamento, alla ristrutturazione, al restauro, alla manutenzione straordinaria degli immobili utilizzati, con priorità verso gli immobili di proprietà pubblica e demaniale e al funzionamento amministrativo e didattico del sistema stesso.
9/3256/75. (Testo modificato nel corso della seduta)De Biasi, Ghizzoni, Froner, Rusconi, Benzoni, Volpini, Colasio, Tocci, Tessitore, Giulietti.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 2, comma 577, del disegno di legge finanziaria per il 2008 esclude gli istituti e le scuole di ogni ordine e grado, le istituzioni educative e quelle universitarie tra le amministrazioni statali che devono ricorrere a Consip s.p.a per gli acquisti, in qualità di stazione appaltante;
con l'approvazione della legge 27 settembre 2007, n. 165, «Delega al Governo in materia di riordino degli enti di ricerca», si garantisce autonomia, trasparenza ed efficienza nella gestione degli enti pubblici di ricerca;
impegna il Governo
a valutare, previo monitoraggio degli effetti applicativi del provvedimento, la possibilità di adottare successivi provvedimenti volti ad escludere gli enti di ricerca dal servizio Consip, garantendo a questi la stessa autonomia che hanno le scuole e le università.
9/3256/76. Chiaromonte, Ghizzoni, Tocci, De Biasi, Froner, Rusconi, Benzoni, Volpini, Colasio, Tessitore, Giulietti, Bianco.
La Camera,
premesso che:
l'Unione accademica nazionale è una istituzione scientifica che raccorda le undici accademie nazionali del nostro Paese, ad iniziare dall'Accademia nazionale dei lincei, un cui socio la presiede;
l'Unione accademica nazionale fu istituita nel 1923 per garantire adeguata presenza delle strutture organizzative della ricerca nazionale rispetto all'attività scientifica internazionale, nello specifico ambito delle scienze umanistiche ed infatti l'Unione accademica nazionale rappresenta il nostro sistema accademico nella Union academique internazionale;
l'Unione accademica nazionale svolge, in collaborazione con istituzioni scientifiche non nazionali ed attraverso comitati scientifici tutti di composizione internazionale, un'intensa attività nell'ambito delle scienze umanistiche (ad esempio, Corpora delle iscrizioni greche e latine; la Tabula imperii romani; il Corpus philosophorum medii aedi; il Corpus vasorum antiquorum; il Dizionario latino medievale; i Dizionari sumeri-assiri ed altro
il contributo finanziario in sostegno dell'Unione accademica nazionale è assai poco consistente,
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di escludere l'Unione accademica nazionale dall'elenco degli «enti inutili», correggendo, in tal modo, un'evidente errore di carattere culturale destinato ad intaccare la identità nazionale.
9/3256/77. Tessitore, Ghizzoni, Froner, De Biasi, Rusconi, Benzoni, Volpini, Colasio, Tocci, Giulietti, Chiaromonte.
La Camera,
premesso che:
le associazioni sportive dilettantistiche rappresentano un elemento fondamentale per la formazione e l'educazione giovanile attraverso la pratica sportiva;
i servizi offerti dalle suddette associazioni sono da considerarsi un patrimonio prezioso per le famiglie e l'intera comunità sociale;
la possibilità da parte dei contribuenti di decidere a chi destinare una quota del 5 per mille si è rilevata a livello nazionale una misura utile per molti settori;
i commi da 3 a 8 dell'articolo 3 del suddetto disegno di legge, riproponendo la norma della scorsa legge finanziaria, estende la misura alle associazioni senza scopo di lucro, agli enti della ricerca scientifica e dell'università e della ricerca sanitaria;
la legge 29 novembre 2007, n. 222, all'articolo 20 ammette, al riparto della quota del 5 per mille Irpef per gli anni 2006 e 2007, le associazioni sportive dilettantistiche in possesso del riconoscimento ai fini sportivi rilasciato dal Coni a norma di legge,
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di adottare iniziative, per estendere per il 2008 la misura della quota del 5 per mille alle associazioni sportive dilettantistiche affiliate alle federazioni e agli enti di promozione sportiva che sono in possesso del riconoscimento ai fini sportivi rilasciato dal Coni a norma di legge.
9/3256/78. (Testo modificato nel corso della seduta)Rusconi, Ghizzoni, Froner, Benzoni, De Biasi, Tessitore, Colasio, Tocci, Villari, Giulietti, Volpini.
La Camera,
premesso che:
la Fondazione per l'istruzione agraria di Perugia, istituita al fine di amministrare, conservare e incrementare Lo sviluppo del patrimonio monumentale e fondiario appartenente alla Comunità benedettina cassinese di Perugia, è stata ritenuta dal Ministero dell'università e della ricerca scientifica come un ente morale;
la suddetta Fondazione, soddisfacendo esigenze di interesse generale, perché dotata di personalità giuridica, con il consiglio d'amministrazione costituito da membri dei quali più della metà è designato dallo Stato e dagli enti pubblici territoriali, è in realtà a tutti gli effetti un organismo di diritto pubblico e non un ente morale.
nella discussione del disegno di legge finanziaria per il 2007 è stato approvato un ordine del giorno n. 9/1746-bis/265 che ha impegnato il Governo a promuovere ogni iniziativa utile a sostenere la formazione in materia agraria e la possibilità di convertire la Fondazione per l'istruzione agraria in Perugia in ente pubblico confluendo nell'università di Perugia,
impegna il Governo
a verificare la possibilità di promuovere ogni iniziativa utile per inglobare la Fondazione per l'istruzione agraria in Perugia e l'azienda agraria di proprietà della medesima nell'università di Perugia.
9/3256/79. Ruta, Rusconi.
La Camera,
premesso che:
la comunità scientifica nazionale e internazionale si prepara a celebrare nel 2009 il quattrocentesimo anniversario delle prime osservazioni astronomiche con un cannocchiale, eseguite da Galileo Galilei nel 1609;
nel luglio 2003 l'International astronomical union - Iau, comprendente circa 9.000 astronomi di oltre 70 Paesi, in vista del quarto centenario della scoperta galileiana, ha deciso di richiedere all'Unesco e alle Nazioni Unite di proclamare il 2009 «Anno dell'astronomia»;
in occasione di questa ricorrenza è previsto un programma di eventi internazionali coordinati dall'International astronomical union attraverso un gruppo di lavoro;
l'Italia avrà un ruolo leader in tali prestigiose celebrazioni internazionali che non dovranno essere limitate a mostre e convegni, sia pure di altissimo livello, ma sono previste realizzazioni di strutture di ricerca e di diffusione della cultura scientifica che andranno a fare parte del patrimonio del nostro Paese;
per la realizzazione delle opere, degli interventi e delle iniziative dell'anniversario del cannocchiale galileiano è stato costituito il «Comitato nazionale per le celebrazioni nel 2009 al 400o anniversario del cannocchiale di Galileo Galilei»,
impegna il Governo
a individuare, attraverso opportune iniziative, anche normative, un contributo straordinario al «Comitato nazionale per le celebrazionì nel 2009 al 400o anniversario del cannocchiale di Galileo Galilei», volto a sostenere la realizzazione delle opere, degli interventi e delle iniziative dell'anniversario.
9/3256/80. Filippeschi, Colasio, Mariani, Ghizzoni, Cordoni, Fluvi, Froner, Rusconi, Benzoni, Volpini, Tocci, De Biasi, Tessitore, Giulietti.
La Camera,
premesso che:
gli istituti scolastici hanno incontrato dal 2002 gravissime difficoltà a far fronte degli impegni economici assunti per spese non comprimibili obbligatorie di personale e funzionamento, in particolare per il pagamento di supplenze, esami di Stato, corsi per aree formative professionalizzanti, Tarsu;
la situazione di difficoltà evidenziata è da ricercarsi in primo luogo nei pesanti tagli effettuati dal 2002 al 2006, con una riduzione del 46,6 per cento per spese supplenze, del 72,6 per cento per compensi esami di Stato, del 53 per cento per funzionamento amministrativo e didattico;
a tale stato di cose ha, altresì, contribuito l'aumento del fabbisogno determinato da disposizioni contrattuali e da determinazioni della Corte costituzionale in merito a retribuzioni relative ad astensione obbligatoria per maternità e a congedi per maternità e paternità;
il monitoraggio attuato dal Ministero della pubblica istruzione nell'aprile 2007 ha evidenziato che le scuole avevano accumulato dal 2002 al 2006 circa un miliardo di debiti per le spese sopra indicate, mentre risultavano significative giacenze di cassa nelle contabilità speciali degli uffici scolastici provinciali;
il Governo e il Parlamento hanno svolto nel 2006 e nel 2007 un'azione importante per far fronte anche in modo strutturale alla situazione illustrata, con provvedimenti sia amministrativi che legislativi che hanno elevato le risorse per gli esami di Stato, hanno assegnato per l'anno in corso ulteriori fondi agli istituti con l'assestamento di bilancio e il decreto-legge n. 81 del 2007, hanno previsto dal 2008 l'imputazione diretta ai capitoli di spesa del Ministero della pubblica istruzione delle spese per la sostituzione del personale assente per maternità che non graveranno più sulle scuole, hanno determinato
l'accreditamento alle scuole delle giacenze di cassa sulle contabilità speciali;
il Ministero, ha altresì, effettuato un nuovo monitoraggio delle spese sostenute nel primo semestre 2007 e ha avviato un confronto con l'Anci per portare a soluzione il problema della Tarsu e sgravare le scuole di questo onere anche in considerazione delle previsioni normative del disegno di legge Atto Camera n. 2272-ter approvato alla Camera dei deputati e in discussione al Senato della Repubblica;
nonostante l'entità e l'opportunità dei provvedimenti assunti, a fronte di un fabbisogno così elevato, permangono ancora, in modo particolarmente acuto in alcune regioni, situazioni di grave difficoltà nella gestione dei bilanci delle istituzioni scolastiche e motivate preoccupazioni dei responsabili delle stesse di non poter far fronte alle esigenze di funzionamento didattico e amministrativo e di salvaguardare la qualità dell'offerta formativa,
impegna il Governo
a definire un piano pluriennale di assegnazione e trasferimento agli istituti scolastici delle risorse necessarie per una soluzione definitiva e stabile del problema evidenziato.
9/3256/81. Benzoni, Ghizzoni, Froner, Rusconi, Codurelli, Tolotti, Cinzia Maria Fontana.
La Camera,
premesso che:
dal 1o gennaio 2008 entrerà in vigore il nuovo accordo internazionale sui requisiti patrimoniali delle banche, noto come «Basilea 2»;
l'approvazione dell'accordo di Basilea 2 può mettere in grave crisi gli operatori dello spettacolo e soprattutto quelli più piccoli che non hanno alle spalle beni immobiliari a garanzia del credito,
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di adottare, anche avvalendosi di un tavolo di concertazione, allargato all'Associazione bancaria italiana (Abi), tra il Ministero per i beni e le attività culturali e il Ministero dell'economia e delle finanze, misure volte a sostenere le imprese del comparto culturale nell'accesso al credito, anche attraverso possibili agevolazioni di garanzia pubblica.
9/3256/82. (Testo modificato nel corso della seduta)Colasio, Ghizzoni, Tocci, De Biasi, Froner, Rusconi, Benzoni, Volpini, Tessitore, Giulietti.
La Camera,
impegna il Governo
per quanto di sua competenza, a valutare l'opportunità affinché siano adottate quelle misure che, sulla base della oggettiva e giuridica distinzione che caratterizza il ruolo e le responsabilità della società insolvente e dell'assuntore del concordato, assicurino che non si vanifichino i risultati sin qui conseguiti.
9/3256/83. (Testo modificato nel corso della seduta)Motta.
La Camera,
premesso che:
il comma 44 dell'articolo 3 del disegno di legge Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2008) prevede, ai primi tre periodi, che «Il trattamento economico onnicomprensivo di chiunque riceva a carico delle pubbliche finanze emolumenti o retribuzioni nell'ambito di rapporti di lavoro dipendente o autonomo con pubbliche amministrazioni statali di cui all'articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, agenzie, enti pubblici anche economici, enti di ricerca, università, società non quotate a totale o prevalente partecipazione
pubblica nonché le loro controllate, ovvero sia titolare di incarichi o mandati di qualsiasi natura nel territorio metropolitano, non può superare quello del primo presidente della Corte di cassazione. Il limite si applica anche ai magistrati ordinari, amministrativi e contabili, ai presidenti e componenti di collegi e organi di governo e di controllo di società non quotate, ai dirigenti. Il limite non si applica alle attività di natura professionale e ai contratti d'opera, che non possono in alcun caso essere stipulati con chi ad altro titolo percepisce emolumenti o retribuzioni ai sensi dei precedenti periodi, aventi ad oggetto una prestazione artistica o professionale che consenta di competere sul mercato in condizioni di effettiva concorrenza.»;
la norma, sia pure con una formulazione non chiara, esclude dal tetto degli emolumenti le attività professionali;
tale lettura è coerente con la ratio della norma stessa in quanto il limite ivi previsto non avrebbe alcun senso per le attività professionali, non comportando alcun risparmio per le casse pubbliche: raggiunto da un professionista il tetto massimo, infatti, l'amministrazione pubblica e le società partecipate sarebbero costrette a richiedere la prestazione ad un altro professionista, con ciò restando gravemente limitate nella scelta delle migliori professionalità presenti nel mercato e gravate dai maggiori costi derivanti dalla frammentazione degli incarichi;
il testo votato dalla V Commissione è stato esplicito nel senso di cui sopra avendo espressamente chiarito, al terzo periodo della disposizione citata, che «Il limite non si applica alle attività il cui compenso è basato su tariffe professionali; non si applica altresì ai contratti d'opera, che non possono in alcun caso essere stipulati con chi ad altro titolo percepisce emolumenti o retribuzioni ai sensi dei precedenti periodi, aventi ad oggetto una prestazione artistica o professionale che consenta di competere sul mercato in condizioni di effettiva concorrenza»,
impegna il Governo
a monitorare la corretta applicazione del citato comma onde valutare l'opportunità di assumere iniziative normative nel senso sopra indicato.
9/3256/84. (Testo modificato nel corso della seduta)Angelo Piazza, Lusetti.
La Camera,
premesso che:
dal 2003 ad oggi presso il sito industriale della Valbasento in provincia di Matera si sono persi circa settecento posti di lavoro, con la definitiva smobilitazione di importanti gruppi industriali della chimica italiana: Dow Chemical, Snia, Enichem che arrivarono in Valbasento ad inizio degli anni 90 per sostituire la progressiva e definitiva andata via dell'Eni dalla Valle;
in provincia di Matera la crisi del comparto della chimica si associa ad una più ampia situazione di crisi dell'economia che investe anche altri settori a partire da quello del mobile imbottito;
i vari progetti di rilancio che si sono susseguiti nel tempo (Accordo di programma Valbasento e il bando Treviso) non hanno affatto portato i risultati sperati rivelandosi del tutto inefficaci a fronteggiare una crisi strutturale di tale portata;
è mancata la prospettiva di un rilancio che andasse ben oltre l'accesso agli ammortizzatori sociali;
per le centinaia di famiglie estromesse dai cicli lavorativi è del tutto insufficiente per vivere quanto erogato attraverso casse integrazioni e mobilità;
ciò alimenta un circuito perverso di esclusione sociale, di marginalità e di lavoro sommerso che mortifica un intero territorio. La richiesta di lavoro è pressante, il numero dei disoccupati e degli inoccupati è spesso sottostimato e le statistiche ufficiali non fotografano la vera
emergenza che il territorio materano si trova ad affrontare con grave ripercussioni sulle scelte strategiche;
è purtroppo ripreso il fenomeno migratorio sia dei giovani e sia dei 40/50enni;
questa è la triste fotografia della più importante e infrastrutturata area industriale dell'intera regione Basilicata,
appare opportuno convocare, entro il 31 gennaio, come avvenuto per altre aree industriali del comparto chimico (Priolo, Gela, Manfredonia) un «tavolo», presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, con le parti sociali territoriali e nazionali, con la Regione e gli Enti Locali, per il rilancio dell'area industriale della Valbasento sulla base della presenza di quest'area nell'ambito del piano nazionale per il rilancio della chimica («Tavolo della chimica») ed inserire la Valbasento tra le aree d'intervento, cui applicare le previsioni dell'articolo 2, comma 528, della legge finanziaria.
impegna il Governo
a dare seguito a quanto indicato in premessa
9/3256/85. Burtone, Vico, Intrieri.
La Camera,
premesso che
l'articolo 2, comma 263, prevede ulteriori finanziamenti per la prosecuzione delle opere strategiche della legge obiettivo;
il sistema infrastrutturale italiano, nel suo complesso, deve avere lo scopo primario di assicurare per l'Italia un ruolo di ponte tra Unione europea e Paesi del bacino mediterraneo, e di cerniera tra Est e Ovest, e di garantire per i territori del Nord Italia un ruolo centrale nell'ambito del crescente traffico europeo e dell'economia internazionale;
ai fini dello sviluppo economico del Paese e soprattutto al fine di evitare di rendere vulnerabile la competitività economica dell'Italia e prevenire fenomeni di marginalizzazione del Paese nel contesto europeo e mediterraneo, investe importanza primaria la realizzazione dei grandi assi di collegamento dei corridoi paneuropei e delle loro diramazioni e trasversali peninsulari, nonché dei collegamenti transalpini;
a tal fine, occorre sostenere il completamento e la funzionalità, nel più breve tempo possibile, di alcune opere improcrastinabili per il nord del Paese, come i corridoi paneuropei che interessano il nostro Paese ed in particolare il corridoio multimodale n. 5 (sistema infrastrutturale multimediale che dovrebbe collegare Barcellona a Kiev, passando per Lione, Torino, Milano e Trieste), quale principale via di comunicazione per la libera circolazione di beni e di persone tra l'est e l'ovest europeo, nonché i necessari collegamenti trasversali e i valichi alpini, al fine di facilitare il superamento della barriera naturale delle Alpi verso l'Europa centrale,
impegna il Governo
nell'ambito della ripartizione delle risorse destinate agli interventi di realizzazione delle opere strategiche di preminente interesse nazionale della legge obiettivo, a garantire l'attribuzione delle risorse necessarie al completamento degli assi di collegamento del territorio nazionale con le principali tratte viarie europee, quali il corridoio multimodale n. 5, l'asse pedemontano, e i collegamenti trasversali e dei valichi alpini.
9/3256/86. Dussin.
La Camera,
premesso che:
all'articolo 3, comma 5, del testo in esame stabilisce che, per l'anno finanziario 2008, una quota pari al 5 per mille può essere destinata dal contribuente al sostegno delle associazioni riconosciute che
operano senza scopo di lucro in alcuni settori, fra cui lo sport dilettantistico;
il comma in questione è la riproduzione letterale di una norma contenuta all'articolo 1, comma 1234 della legge finanziaria per il 2007;
l'Agenzia delle entrate, attraverso la circolare del 22 maggio 2007, ha interpretato la disposizione contenuta nella Finanziaria dell'anno passato in senso restrittivo, osservando che per «associazioni riconosciute» si intendono le associazioni con personalità giuridica iscritte nei registri delle prefetture se non diversamente specificato;
l'interpretazione della norma da parte dell'Agenzia delle entrate ha di fatto impedito alle molte associazioni dilettantistiche, regolarmente iscritte al «Registro delle associazioni e società sportive dilettantistiche», tenuto in forma telematica dal CONI, di poter beneficiare del riparto del 5 per mille;
per manifestare la ratio della norma contenuta nella Finanziaria per il 2007, il decreto legge 1o ottobre 2007, n. 159, ha ritenuto indispensabile apportare un chiarimento all'articolo 1, comma 1234, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, in cui si specifica che «sono ammesse al riparto della quota del 5 per mille IRPEF le associazioni sportive dilettantistiche in possesso del riconoscimento ai fini sportivi rilasciato dal CONI a norma di legge»;
così come formulato, il comma del provvedimento oggi in esame perpetua nell'ambiguità già espressa l'anno passato, facendo in modo che le associazioni sportive dilettantistiche riconosciute dal CONI possano beneficiare del riparto del 5 per mille per l'anno finanziario 2007, ma non per l'anno finanziario 2008;
questa politica fiscale non prende in considerazione un settore che rappresenta oltre quindici milioni di cittadini praticanti e contribuenti in tutta Italia, che vedrebbero riconosciuto uno strumento sussidiario alla propria attività;
la direzione assunta dal testo della legge finanziaria in discussione sta provocando forti tensioni all'interno del mondo dilettantistico e presenta segnali preoccupanti, come la possibilità paventata dalla Lega nazionale dilettanti della F.I.G.C, che da sola vanta oltre 1,5 milioni di tesserati, di fermare i propri campionati per protesta;
questo governo ha dimostrato di non dare la giusta importanza alle fondamenta dello sport, rappresentate dallo sviluppo dei vivai e dalla tutela dello sport dilettantistico, già svantaggiando questi settori nella distribuzione delle risorse dei diritti televisivi e ora anche negando loro l'accesso al riparto del 5 per mille;
la possibilità di destinare il 5 per mille alle associazioni dilettantistiche non comporta alcun aggravio al bilancio dello stato ma costituisce uno strumento sussidiario all'attività sportiva di base:
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di adottare iniziative per estendere per il 2008 la misura della quota del 5 per mille alle associazioni sportive dilettantistiche affiliate alle federazioni ed agli enti di promozione sportiva che sono in possesso del riconoscimento ai fini sportivi rilasciato dal Coni a norma di legge.
9/3256/87. (Testo modificato nel corso della seduta)Dozzo.
La Camera,
premesso che:
sul territorio italiano già incide un numero considerevole di grandi impianti di raffinazione che interessano ben 16 comuni (Augusta, Busalla, Cremona, Falconara Marittima, Gela, Livorno, Mantova, Milazzo, Pantano-Roma, Porto Marghera, Priolo Gargallo, Ravenna, Sannazzaro, Sarroch, Taranto e Tricate), con vistosi effetti urbanistici, viari ed ambientali;
l'articolo 113 della legge 23 dicembre 2000, n. 388 prevedeva la possibilità di riconoscere un diritto di compartecipazione degli enti locali, sedi di impianti di produzione e di stoccaggio, ai tributi erariali gravanti sui prodotti di combustibile di origine fossile per finalità ambientali e commisurata in ragione degli oneri necessari alla gestione del territorio interessato dalla presenza di detti impianti;
tale disposizione non ha trovato applicazione e le amministrazioni interessate si sono trovate a dover far fronte esclusivamente con i propri bilanci agli oneri conseguenti alla presenza di dette strutture industriali;
la spesa per l'attuazione di dieci milioni di euro non rappresenta un cifra elevata;
il Governo accolse l'ordine del giorno in materia presentato alla finanziaria dello scorso anno, ma finora non sono state adottate iniziative;
impegna il Governo
ad adottare ogni utile iniziativa volta a dare attuazione alla citata disposizione o, comunque, a individuare misure alternative che consentano alle amministrazioni locali di rispondere alle esigenze della cittadinanza e alla salvaguardia del territorio.
9/3256/88. Maderloni, Attili, Lomaglio, Rotondo, Cesini, Andrea Ricci, Vannucci, Lion.
La Camera,
premesso che:
gli effetti patogeni e cancerogeni legati alla esposizione all'amianto persisteranno ancora a lungo nel tempo;
molti lavoratori del comparto difesa e sicurezza sono o sono stati esposti in ambienti a forte presenza di amianto, in particolare quelli che hanno operato od operano presso i unità navali e arsenali della Marina;
le norme in materia di benefici per i lavoratori soggetti all'amianto non vengono applicate al personale militare determinando una ingiustificata disparità di trattamento;
la legge Finanziaria 2008 ha istituito un fondo per le vittime di patologie correlate all'esposizione all'amianto ma non prevede espressamente l'estensione di tale fondo alle vittime appartenenti al personale militare;
appare necessario, pertanto, superare una evidente quanto iniqua disparità di trattamento;
impegna il Governo:
ad accertare il numero dei soggetti esposti da considerarsi a rischio, nonché la situazione nel comparto difesa e sicurezza riferita alla presenza di amianto negli ambienti di lavoro con particolare riguardo agli arsenali militari, stabilimenti militari ed alle unità navali;
ad attivare tempestive ed idonee misure per l'eliminazione del rischio;
ad individuare idonee misure assistenziali e previdenziali a favore dei soggetti interessati
9/3656/89. Tucci, Bosi
La Camera,
premesso che:
una delle maggiori cause che ostacolano o frenano la decisione dei giovani al matrimonio è costituita dalla indisponibilità di una abitazione;
spesso, poi, le giovani coppie non posseggono i requisiti necessari per accendere un mutuo, perché non dispongono della somma iniziale per l'acconto necessaria e le banche finanziano in genere solo una cifra pari al 70-80 per cento della somma totale;
sarebbe opportuno prevedere un contributo per aiutare i giovani in tale difficile passo;
alcune regioni si sono già attivate per sostenere le giovani coppie nel loro percorso: Lombardia, Molise, Marche (fra le Regioni statuto ordinario), Sardegna, Valle d'Aosta, Friuli Venezia Giulia e provincia di Bolzano (per gli enti a statuto speciale) con contributi in conto capitale o agevolazioni sul mutuo,
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di individuare e predisporre iniziative utili volte a dare priorità, nella ripartizione delle risorse del Fondo di solidarietà per i mutui per l'acquisto della prima casa, di cui al comma 482 dell'articolo 2 del disegno di legge in esame, alle giovani coppie di età inferiore a 35 anni.
9/3256/90. Lucchese.
La Camera,
premesso che:
l'elemento economico è tra le cause che ancora impediscono o contribuiscono alle difficoltà di accesso o di completamento dei corsi di studio universitari da parte degli studenti italiani;
tale difficoltà aumentano da parte di quegli studenti che hanno la volontà o il desiderio di effettuare soggiorni di studio o di perfezionamento presso università di paesi stranieri, soprattutto di quelli appartenenti all'Unione europea;
è necessario, pertanto, predisporre strumenti idonei a sostenere le legittime aspirazioni dei nostri studenti anche in una prospettiva di una loro maggiore competitività sul mercato del lavoro rispetto ai loro omologhi europei;
l'intervento dovrebbe comunque responsabilizzare chi ne beneficia attraverso un suo rimborso rateizzato a partire dall'anno d'inizio dell'attività lavorativa;
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di adottare iniziative idonee alla predisposizione di strumenti finanziari che consentano agli studenti , nel rispetto di requisiti che saranno definiti con apposito provvedimento, di avviare o terminare corsi di studi universitari o di specializzazione, anche presso università straniere, ai fini del conseguimento di un diploma di laurea legalmente riconosciuto.
9/3256/91. Formisano.
La Camera
premesso che:
Special olympics Inc, è una organizzazione riconosciuta dal Comitato olimpico internazionale, al pari del Comitato paralimpico, ma mentre questi opera coerentemente con i criteri dei giochi olimpici con gare competitive riservate ai migliori, Special olympics, ovunque nel mondo e ad ogni livello (locale, nazionale ed internazionale), è un programma educativo, che propone ed organizza allenamenti ed eventi solo per persone con ritardo mentale e per ogni livello di abilità. Le manifestazioni sportive sono aperte a tutti e premiano tutti, sulla base di regolamenti internazionali continuamente testati e aggiornati;
il Comitato italiano paralimpico è l'ente individuato dal legislatore quale distributore di benessere e quale responsabile dello svolgimento della pratica sportiva da parte della popolazione disabile a qualunque livello e per qualsiasi tipologia di disabilità e, dunque, quale soggetto deputato a riconoscere e coordinare le federazioni, le organizzazioni e le discipline sportive riconosciute dall'IPC e dal CIO e comunque operanti sul territorio nazionale che curino prevalentemente l'attività sportiva per disabili.
il disegno di legge in esame, ha disposto un contributo di 2 milioni di euro per il 2008 e di un milione di euro per il
2009 e 2010, in favore del Comitato italiano paraolimpico, senza prevedere alcun contributo sia per la Federazione italiana sport silenziosi che per Special olympics;
impegna il Governo
ad adottare ulteriori iniziative normative volte a prevedere, nell'ambito degli stanziamenti assegnati al Comitato italiano Paraolimpico, una ripartizione che assegni alla Federazione italiana sport silenziosi e al programma Special Olympics le risorse necessarie alla loro missione consistente nella promozione degli allenamenti e della pratica dello sport olimpico per soggetti con particolari difficoltà, al fine di fornire loro la possibilità di diventare cittadini utili alla società e quindi accettati, apprezzati, e rispettati dall'intera comunità.
9/3256/92. Ciocchetti.
La Camera
premesso che:
in attuazione di quanto disposto dall'articolo 8 della legge n. 124 del 1999, con decreto ministeriale del 23 luglio 1999 sono stati stabiliti i criteri e le modalità per il passaggio del personale ATA alle dipendenze dello Stato;
l'articolo 9 del citato decreto prevede, altresì, ad ogni 1o gennaio il subentro dello Stato nelle convenzioni stipulate dagli enti locali con i soggetti imprenditoriali, comprese le cooperative, per la stabilizzazione di quei progetti per lavori socialmente utili e/o lavori di pubblica utilità che erano in atto nelle istituzioni scolastiche statali prima del 25 maggio 1999, anche se rinnovati successivamente, per lo svolgimento di funzioni ATA demandate per legge all'ente locale in sostituzione dello Stato;
anche per il 2007 è stata autorizzata la proroga dei contratti di appalto trasferiti allo Stato dagli enti locali ai sensi della citata normativa;
particolare rilevanza è assunta dai cosiddetti «contratti storici» degli ex lavoratori di pubblica utilità che, a differenza di quanto avvenuto per i lavoratori socialmente utili, attendono che si chiarisca la loro situazione in modo definitivo, senza ricorrere ogni anno alla proroga dei contratti e senza dover occuparsi delle inevitabili incombenze fiscali e previdenziali connesse al loro status di soggetti privati,
impegna il Governo
ad adottare ulteriori iniziative idonee a consentire al personale impiegato in cooperative operanti nelle istituzioni scolastiche di cui alla citata legge n. 124 del 1999 di uscire da una situazione che li pone in una condizione di indesiderabile precariato.
9/3256/93. Drago, Ruvolo.
La Camera
premesso che:
ai sensi dell'articolo 212, comma 8 del decreto legislativo n. 152 del 2006, a partire dal 29.aprile del 2006 tutti coloro che trasportano in conto proprio i rifiuti prodotti dalla propria azienda devono iscriversi all'Albo nazionale gestori ambientali- sezione regionale;
le conseguenze di tale adempimento sono molteplici e vanno dal pagamento di diversi tributi, dall'obbligo di iscrizione alla CCIAA, fino all'obbligo di rispettare una serie di disposizioni in ordine al trasporto dei rifiuti;
le spese sostenute dalle aziende agricole che trasportano comunque rifiuti pericolosi fino a 30 kg o litri al giorno sono molto esose per quanto concerne le procedure di trasporto e messa in sicurezza dei mezzi;
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di adottare iniziative normative, finalizzate ad agevolare le
imprese agricole che trasportano rifiuti pericolosi in quantità non superiore ai trenta chilogrammi/litri al giorno, che prevedano l'esonero dall'iscrizione all'Albo Nazionale gestori ambientali.
9/3256/94. Martinello.
La Camera
premesso che:
in diverse regioni, a partire dalla Sicilia, in forza della legge n. 109 del 1996 e successive modificazioni, recante disposizioni in materia di gestione e destinazione di beni sequestrati o confiscati, sono stati assegnati beni agricoli sequestrati alla mafia;
detti beni costituiscono patrimonio indisponibile dello Stato o dei comuni e non possono, pertanto, essere utilizzati per costituire garanzia sugli affidamenti bancari necessari allo sviluppo degli investimenti da parte delle imprese costituite dai soggetti destinatari;
le azioni di danneggiamento poste in atto dalla criminalità organizzata nei confronti dei soggetti ai quali sono stati assegnati i beni confiscati al fine di scoraggiarne l'attività, sono una voce che pesa sui bilanci di queste nuove realtà imprenditoriali,
la ricostituzione del tessuto produttivo e della legalità economica e sociale, grazie all'impiego e all'impegno di risorse umane ed imprenditoriali presenti nei territori maggiormente colpiti dalla criminalità organizzata, costituisce sembra ombra di dubbio il migliore ausilio all'azione di contrasto e repressione dello Stato,
impegna il Governo
a valutare, anche al fine di rafforzare l'efficacia della legge n. 109 del 1996, la possibilità di istituire un fondo finalizzato al sostegno degli investimenti effettuati dai soggetti assegnatari di beni confiscati alle mafie e per ovviare alle gravi conseguenze derivanti dalle azioni di danneggiamento poste in atto dalla criminalità organizzata per affliggerne e demoralizzarne l'attività imprenditoriale.
9/3256/95. Romano, Drago, D'Alia, Ruvolo, Lucchese.
La Camera
premesso che:
l'articolo 30 della Costituzione sancisce che «è dovere e diritto dei genitori, mantenere, istruire ed educare i figli»;
ogni anno, tuttavia, le famiglie italiane, sono costrette a spendere, sommando al costo dei libri di testo quello del corredo scolastico, della refezione e dello scuolabus, quasi mille euro;
mla spesa sarebbe di circa 800 euro per la prima classe della scuola superiore, di 400 euro per le secondarie di primo grado, senza conteggiare la mensa e il trasferimento in classe, di 250 euro per la scuola elementare, mentre nella scuola dell'infanzia dove la refezione scolastica è diffusissima (nel 90 per cento delle sezioni/classi), i costi lievitano a 450 euro;
alla scuola elementare i libri sono gratuiti, ma il corredo costa di più, mentre sebbene alla media la fornitura dei libri di testo (con tetti di spesa fissati dallo Stato) è semigratuita, spesso, il rimborso arriva con mesi di ritardo, per cui le famiglie devono approntare le spese per l'acquisto dei libri.
impegna il Governo
a valutare la possibilità di adottare le opportune iniziative volte a garantire che il diritto allo studio non diventi un onere troppo gravoso per le famiglie, soprattutto di quelle numerose e a basso reddito, prevedendo la possibilità di introdurre un sistema di detrazioni dall'imposta sul reddito delle persone fisiche, entro un certo
limite, delle spese sostenute dalle famiglie per l'acquisto dei libri di testo e del corredo scolastico.
9/3256/96. (Testo modificato nel corso della seduta)Mereu, Galletti.
La Camera
premesso che:
i caratteri della demanialità vengono talvolta contestati in quanto i beni non sono permanentemente destinati all'uso pubblico e i privati, impossessandosene e mantenendo tale condizione con possesso ultraventennale, tendono ad acquisire tali beni fidando nella distrazione o nelle negligenza dei pubblici amministratori;
è opportuno rendere non usucapibile ogni bene dello Stato e degli enti pubblici in modo da evitare danno all'erario e alla collettività,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte a prevedere la possibilità per lo Stato o l'ente pubblico di poter rivendicare il diritto alla restituzione del bene indipendentemente dalla procedura amministrativa di base o dalla cosiddetta «sdemanializzazione» tacita, anche per agevolare i procedimenti di contrasto alla criminalità mafiosa e non, allorquando il bene sfugga ad una precisa ed analitica indicazione nel provvedimento giudiziario e non venga incluso tra i beni del demanio pubblico.
9/3256/97. Ruvolo.
La Camera
premesso che:
la legge finanziaria per il 2006 ha introdotto, a livello sperimentale, la facoltà per i contribuenti di destinare una quota, pari al 5 per mille, dell'Irpef a soggetti «di interesse o rilevanza sociale e culturale»;
il successo dell'iniziativa, tenuto conto che 16 milioni circa di contribuenti si erano avvalsi di tale facoltà per un versamento pari a 345 milioni di euro, aveva convinto il Governo a reiterare la norma;
per il 2007 è stata garantita la copertura di 400 milioni di euro grazie all'integrazione di spesa autorizzata con il decreto 1o ottobre 2007, n. 159, convertito con modificazioni dalla legge 29 novembre 2007, n. 222, per il finanziamento del 5 per mille;
anche per il 2009 è stato fissato un tetto di spesa pari a 380 milioni di euro;
tuttavia i beneficiari lamentano il mancato versamento di quanto loro destinato dai contribuenti, fatto che impedisce loro di poter programmare la propria attività o di non poter attuare quanto programmato in funzione proprio delle donazioni fatte dai contribuenti;
fissando un tetto nella misura suddetta si opera, di fatto, una riduzione della quota destinata ai soggetti beneficiari,
impegna il Governo
ad adottare in tempi celeri le necessarie iniziative volte a rendere strutturale e l'utilizzo del 5 per mille in quanto rispondente alla volontà di oltre 15 milioni di contribuenti nonché a disporre rapidamente l'erogazione dei contributi relativi ai precedenti anni .
9/3256/98. (Testo modificato nel corso della seduta)Peretti, Volontè, Galletti.
La Camera
impegna il Governo
ad adottare iniziative volte ad evitare le disparità evidenziate nelle premesse ristabilendo l'equità dell'imposta, in favore delle famiglie prevedendo che la detrazione fissa venga modulata sul numero dei componenti il nucleo familiare;
a valutare l'opportunità di:
adottare provvedimenti finalizzati ad aiutare le giovani coppie sposate, nel momento dell'acquisto della prima casa, prevedendo un'esenzione totale triennale per le unità immobiliari abitate da giovani coppie sposate.
9/3256/99. (Testo modificato nel corso della seduta)Galletti, Capitanio Santolini.
La Camera
impegna il Governo:
a verificare la possibilità di potenziamento ed ampliamento del piano decennale, individuando le infrastrutture strategiche mancanti e necessarie per il rilancio e lo sviluppo del Mezzogiorno;
ad estendere ed incrementare l'attività di contrasto alla criminalità organizzata diretta al controllo del sistema degli appalti.
9/3256/100. (Testo modificato nel corso della seduta)Tassone, D'Ippolito Vitale.
La Camera
premesso che:
la legge 27 dicembre 2006, n. 296, ha introdotto alcune misure specifiche per la defiscalizzazione delle spese di produzione, digitalizzazione e promozione di registrazione fonografiche o videoclip musicali per le opere prime o seconde di artisti emergenti;
si tratta di una iniziativa importante per il rilancio della musica italiana, da tempo richiesta dall'intero comparto musicale;
il mercato tradizionale è in forte calo sia per la dilagante pirateria che per la crescente diffusione della musica via internet e tramite telefonia mobile e sia per una imposizione fiscale svantaggiosa (IVA al 20 per cento);
le ripercussioni di questa crisi sulle imprese e sui livelli occupazionali sono rilevanti e preoccupanti,
impegna il Governo
a monitorare l'applicazione della misura agevolativa prevista dalla legge finanziaria per l'anno 2007, al fine di valutare l'opportunità di una sua rimodulazione nel senso di allargare l'ambito di applicazione del credito di imposta non solo alle piccole e medie imprese e di eliminare il divieto di accesso al beneficio per quelle imprese che superano il budget annuo di 15 milioni di euro, in quanto penalizza quelle imprese del settore che maggiormente investono nelle ricerca di nuovi artisti.
9/3256/101. Barbieri.
La Camera
premesso che:
il turismo accessibile è rappresentato dall'insieme dei servizi e infrastrutture che consentono alle persone con esigenze speciali, quali i disabili, le persone con esigenze dietetiche o con problemi di allergie e gli anziani, la fruizione della vacanza e del tempo libero senza ostacoli o difficoltà;
si tratta pertanto di un obiettivo complesso che richiede un'elevata qualità degli operatori e dei servizi offerti;
il progetto «Italia per tutti», contenente una guida sull'accessibilità turistica italiana con una descrizione dettagliata delle strutture ricettive in grado di fornire alle persone con difficoltà uno strumento sicuro e agevole, necessita di un aggiornamento della banca dati per inserire o eliminare quelle strutture ricettive che presentano o hanno perso quelle caratteristiche tecniche e logistiche necessarie a sostenere tale particolare domanda turistica,
impegna il Governo
ad adottare ogni utile iniziativa di propria competenza volta a consentire un aggiornamento della banca dati del progetto «Italia per tutti» al fine di promuovere e diffondere il turismo accessibile consentendo alle persone con esigenze speciali la fruizione della vacanza e del tempo libero senza ostacoli o difficoltà.
9/3256/102. Greco, Formisano.
La Camera
premesso che:
nonostante la legge 10 marzo 2000, n. 62, abbia chiarito che il sistema nazionale dell'istruzione è costituito dalla scuole statali e dalla scuole paritarie, esistono ancora resistenze e retropensieri ad un affronto libero della problematica;
sono fuori luogo le ricorrenti accuse di favoritismo ogni qualvolta si parli di finanziamento della scuola paritaria in generale e di quella cattolica in particolare;
secondo uno studio dell'A.Ge.S.C., al contrario, proprio grazie alla presenza di questi istituti le casse statali registrano un risparmio di oltre 6 miliardi di euro;
infatti, lo Stato spende rispettivamente 6.116 euro per ogni bambino alle materne, 7.366 euro per ogni alunno delle primarie, 7.688 per ogni alunno delle medie e 8.108 euro per ogni studente delle superiori mentre per gli studenti che frequentano le scuole paritarie spende 584 euro per le materne, 866 euro per la primarie, 106 per la medie e 51 euro per le superiori;
considerate queste cifre, uno Stato che non vede la convenienza a mantenere un efficiente canale paritario è uno Stato «incosciente»;
è assurdo, ad avviso dei presentatori, che la scuola non possa rientrare tra i settori interessati dalle liberalizzazioni tanto evocate dal Governo come avviene invece nel resto dei Paesi dell'Unione;
l'articolo 33 della Costituzione recita: «Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato. La legge, nel fissare i diritti e gli obblighi delle scuole non statali che chiedono la parità, deve assicurare ad esse piena libertà e ai loro alunni un trattamento scolastico equipollente a quello degli alunni di scuole statali.»,
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di istituire un voucher per le famiglie che intendono affidare la formazione scolastica ad istituti paritari piuttosto che pubblici, rientrando tale scelta fra i diritti costituzionalmente garantiti, o, comunque, a verificare la possibilità di finanziamento a regime diretto alle scuole paritarie.
9/3256/103. Volontè.
La Camera
premesso che:
i maggiori organismi sanitari nazionali e internazionali (O.M.S., 1996, A.C.S.M., 1998 e 2002, Reports of the Surgeon General, 1996) giudicano economicamente vantaggioso e politicamente necessario l'investimento preventivo sull'attività fisica per una corretta idea di salute e di benessere, invitando le realtà territoriali ad operare per offrire una rete di opportunità al servizio dei cittadini;
è indubbio, però, che se questa attenzione comincia a rendersi evidente nell'intervento dei servizi socio-sanitari rivolti alle persone anziane, tarda ancora a farsi strada tra le prassi educative che istituzionalmente vengono offerte alle persone con disabilità intellettivo-relazionale che utilizzano i servizi socio-sanitari regionali e nazionali;
l'attività motoria adattata è strumento e prassi imprescindibile per la
prevenzione e la tutela della salute, nonché per l'instaurarsi di percorsi d'integrazione, e supporta la rete sociale che tenta di dare risposte al vuoto istituzionale che la persona con disabilità e la sua famiglia patiscono nel tempo generalmente definito «libero», ma che per questi soggetti risulta spesso vuoto e solitario;
impegna il Governo
ad elaborare, d'intesa con le regioni, progetti e programmi per la sperimentazione di protocolli e modelli organizzativi di attività motorie e sportive per il benessere e l'integrazione delle persone con disabilità al fine di contrastare l'insorgenza, ovvero migliorare le condizioni, di patologie come l'obesità, il diabete e le malattie cardiovascolari che attualmente rappresentano un grave problema di salute pubblica e migliorare la qualità della vita della persona disabile attraverso percorsi educativi centrati sulla motricità e sullo sport, oltre a migliorare la qualità della vita della famiglia della persona con disabilità in quanto, oltre all'inserimento del familiare in attività tipiche dei coetanei o delle persone «normalmente attive», permette momenti di svago, di relax e di socializzazione normalmente molto positivi.
9/3256/104. Marcazzan.
La Camera
premesso che
l'impianto di depurazione della città di Imperia prevede un innovativo sistema di biofiltrazione approvato ed autorizzato sotto ogni aspetto sia tecnico che ambientale;
il costo complessivo dell'opera ammonta a 33.890.000 euro di cui risultano finanziati 18.400.000 euro;
nonostante le positive assicurazioni fornite dal Governo per iscritto in Commissione Ambiente, rispondendo, tramite il sottosegretario di Stato al Ministero dell'Ambiente e della tutela del territorio e del mare, ad un'interrogazione a riposta immediata, mancano le ulteriori risorse per il completamento e l'avviamento dell'impianto e per la realizzazione di tutto ciò che è necessario alla depurazione dei reflui per Imperia e i comuni minori del comprensorio,
appare improcrastinabile l'adozione, anche al fine di agevolare lo sviluppo dell'economia e dell'occupazione nel settore delle risorse idriche, Di provvedimenti necessari all'erogazione delle risorse necessarie alla realizzazione degli interventi sull'impianto di depurazione di Imperia, superando le problematiche finora incontrate nella definizione e utilizzo dei fondi previsti da precedenti disposizioni di legge.
impegna il Governo
a dare sollecita attuazione a quanto indicato in premessa.
9/3256/105. Adolfo, Mereu.
La Camera
premesso che:
a fronte dei ripetuti eventi calamitosi che hanno colpito negli ultimi decenni numerose aree del territorio nazionale, con gravi danni per la popolazione civile e per l'economia dei territori interessati, i provvedimenti legislativi che nel tempo si sono succeduti per il finanziamento degli interventi di ricostruzione e a sostegno delle comunità locali rimangono tuttora parzialmente inattuati, riproponendo annualmente la necessità di disporre nuove misure per la prosecuzione degli interventi già avviati ovvero il rifinanziamento della legislazione speciale vigente,
impegna il Governo
nell'ambito delle sue prerogative e competenze, ad assicurare la massima priorità all'adozione dei provvedimenti amministrativi e normativi necessari al completamento, in tempi ravvicinati, di tutti i
programmi tuttora in corso a sostegno delle comunità locali colpite da eventi calamitosi negli ultimi decenni, prevedendo altresì le necessarie risorse finanziarie, con ciò provvedendo al definitivo superamento dei programmi di ricostruzione e riattazione aperti su tutto il territorio nazionale, a partire dai seguenti:
a) eventi sismici degli anni 1980, 1981 e 1982 in Campania e in Basilicata;
b) eventi sismici in Abruzzo e Molise;
c) crisi sismica in Umbria e Marche del 1997;
d) crisi sismica delle province di Campobasso e Foggia;
e) alluvione del novembre 1994 in Piemonte;
f) alluvione dell'ottobre 2000 in Valle d'Aosta;
g) alluvione dell'ottobre 2007 nella provincia di Teramo;
h) alluvioni del 2007 nell'Oltrepò Pavese;
i) alluvioni del 2007 nelle province di Treviso, Venezia e Padova, nonché tutti gli altri eventi calamitosi verificatisi negli ultimi anni;
l) eventi sismici in Belice;
m) alluvione del 2005 ad Osimo.
9/3256/106. Forlani, Galeazzi.
La Camera
premesso che:
a seguito della riduzione dei tribunali militari operanti in Italia, verranno soppressi quelli di Torino, Padova, La Spezia, Bari, Palermo e Cagliari,
la soppressione del tribunale militare di Cagliari produrrebbe l'effetto contrario a quello voluto: invece di ridursi, le spese aumenteranno;
poiché, infatti, le competenze del tribunale militare di Cagliari passeranno al tribunale militare di Roma, il che significa che per i reati militari commessi in Sardegna i processi verranno svolti a Roma, il pubblico ministero per poter svolgere le indagini dovrà partire da Roma per recarsi in Sardegna o dovrà convocare a Roma le persone informate sui fatti per poterle interrogare;
tutti questi spostamenti comportano delle spese non indifferenti: basti pensare solo al rimborso delle spese di viaggio per i testimoni che potrebbero raddoppiarsi in caso di rinvio delle udienze per cause improvvise,
impegna il Governo
a monitorare gli effetti applicativi della disposizione recante la soppressione del tribunale militare di Cagliari valutando eventualmente l'opportunità, pur nella logica del contenimento della spesa pubblica, del suo mantenimento in vita come sezione distaccata del tribunale di Roma, possibilità, peraltro, già prevista dal disegno di legge sulla riforma dell'ordinamento giudiziario della scorsa estate, dal quale la riforma della giustizia militare venne stralciata.
9/3256/107. Oppi, Mereu, Cogodi.
La Camera
premesso che
l'Accademia di belle arti «Pietro Vannucci», fondata nel 1573 dal pittore Orazio Alfani e dall'architetto e matematico Raffaello Sozi, è uno degli istituti superiori di istruzione artistica più antichi d'Italia nonché l'unica accademia di belle arti presente nella regione Umbria;
la biblioteca dell'Accademia, con oltre 15.000 unità bibliografiche, rappresenta un grande patrimonio letterario arricchitosi notevolmente durante il secolo XIX con interessanti opere a carattere storico artistico;
recentemente è stata creata la Fondazione accademia di belle arti «Pietro Vannucci», che ha come scopo, oltre all'attività di tutela e valorizzazione del vasto patrimonio museale dell'Accademia, la gestione dell'istituzione didattica;
l'Accademia è, infatti, una delle accademie di belle arti più vivaci culturalmente e si connota come il luogo ideale per tutti quei giovani che sentono di possedere un talento creativo e vogliono svilupparlo in un clima di ricerca e sperimentazione delle arti,
appare necessario prevedere idonei stanziamenti atti a sostenere il funzionamento e l'ordinaria amministrazione dell'Accedmia di belle arti «Pietro Vannucci» di Perugia, una delle più antiche istituzioni operanti nel campo della didattica artistica, oltre che depositaria di un importante patrimonio letterario.
impegna il Governo
ad adottare le iniziative idonee a dare seguito a quanto indicato in premessa.
9/3256/108. Ronconi.
La Camera
premesso che:
il tema della sicurezza è considerato dai cittadini la principale emergenza da affrontare;
le maggiori preoccupazioni e allarme tra i cittadini sono generati dal crescente fenomeno della microcriminalità;
la riduzione delle risorse a disposizione per i Corpi di polizia rende l'attività di contrasto al fenomeno ardua e dal risultato incerto,
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di adottare iniziative volte a riconoscere la possibilità di concedere al cittadino la facoltà di destinare volontariamente la quota del cinque per mille dell'imposta sul reddito, così come previsto per il sostegno alla ricerca e al volontariato, alle Forze di polizia, sia ad ordinamento civile che militare, che la utilizzeranno per soddisfare le primarie esigenze tecnico-logistiche ed operative.
9/3256/109. Pisacane, Galletti.
La Camera
premesso che:
con la legge finanziaria per il 2001 (legge n. 388 del 2000) il Parlamento, per premiare l'elevata partecipazione dei comuni al bando URBAN II e per non vanificare lo sforzo progettuale sostenuto, ha ritenuto di finanziare con il Programma URBAN ITALIA, ulteriori venti programmi di comuni inseriti nella graduatoria generale di merito e, pertanto, con decreto ministeriale del 7 agosto 2003 sono stati approvati e finanziati i programmi stralcio dei seguenti venti comuni: 1) Aversa 2) Bagheria 3) Bitonto 4) Brindisi 5) Caltagirone 6) Campobasso 7) Catanzaro 8) Cava dei Tirreni 9) Cinisello Balsamo 10) Ercolano 11) Livorno 12) Messina 13) Rovigo 14) Savona 15) Seregno 16) Settimo Torinese 17) Trapani 18) Trieste 19) Venaria Reale 20) Venezia;
in tempi insolitamente celeri e con ottima efficienza tutti i suddetti comuni hanno eseguito e rendicontato i lavori con grande e positivo impatto per la rivitalizzazione economica e sostenibile di quelle stesse città;
un ulteriore finanziamento del programma URBAN ITALIA consentirebbe agli stessi comuni di completare il quadro progettuale originario e soprattutto la positiva opera di riqualificazione urbana avviata e purtroppo non integralmente definita per l'insufficienza del finanziamento originario,
impegna il Governo:
ad adottare le opportune iniziative, anche normative, volte a prevedere il ri
finanziamento del Programma URBAN ITALIA al fine di consentire ai comuni compresi nella relativa graduatoria di ammissione come riportata in premessa di completare i piani di intervento previsti per non vanificare l'elevata qualità dello sforzo progettuale compiuto;
a valutare l'opportunità di riprogrammare per l'anno 2008 un nuovo bando in favore di tutti i comuni interessati, con gli stessi presupposti e le medesime finalità previste nel suddetto Programma URBAN ITALIA.
9/3256/110. D'Alia.
La Camera
premesso che:
in Italia sono più di 1.000.000 di pazienti in terapia anticoagulante, (soggetti che hanno subito operazioni cardiovascolari o sono stati colpiti da ictus);
tale cifra è in continuo aumento, ed è destinata a superare 1.500.000 entro il 2008, perché cresce il numero di persone sottoposte ad interventi cardiochirurgici e anche perché grazie al trattamento anticoagulante si sta riducendo il tasso di mortalità di questi pazienti;
i pazienti in TAO sono considerati pazienti a rischio dalle vigenti disposizioni di legge (articolo 5, comma 1, lettera a) - decreto legislativo 29 aprile 1988 n. 124);
la terapia anticoagulante viene utilizzata per tenere sotto controllo la fluidità del sangue, in modo tale da mettere al riparo dal rischio di trombosi (prima causa di morte in Italia) o di emorragia;
per un corretto uso dei farmaci anticoagulanti sono necessari controlli periodici della fluidità del sangue attraverso l'analisi di laboratorio o test autodiagnostici;
sono quindi necessari test coagulativi periodici;
l'attività anticoagulante si è rilevata particolarmente efficace riducendo il tasso di mortalità dei pazienti;
il sistema di sorveglianza dei pazienti sottoposti a TAO si esplica attraverso una serie di strumenti che vanno dall'attività di laboratorio, alle prescrizioni di adeguata posologia, al controllo e al trattamento delle complicanze;
diversamente da quanto accade negli altri paesi dell'Unione Europea, la sorveglianza dei pazienti TAO in Italia è svolta in modo sostanzialmente disorganico. Essa attualmente è effettuata dai Centri di sorveglianza (l'80 per cento operante nel centro nord e solamente il 20 per cento nel centro sud e nelle isole), spontaneamente costituiti presso istituti ospedalieri e riunitisi spontaneamente nella Federazione centri sorveglianza anticoagulati (FCSA) i pazienti per dare un sostegno alla loro situazione si sono organizzati in libere associazioni non-profit (A.I.P.A), che di fatto hanno dato origine alla FEDER-AIPA. (Federazione dei pazienti in terapia anticoagulante);
ciò avviene nel più completo disinteresse degli organismi preposti a dare soluzioni organizzative razionali ed efficaci ai problemi sanitari;
esistono peraltro, anche nelle grandi città, tantissimi pazienti lasciati a loro stessi perché non opportunamente informati dalle istituzioni sanitarie;
impegna il Governo:
ad adottare, per quanto di competenza, le opportune iniziative volte a:
predisporre nell'ambito del piano sanitario nazionale, progetti-obiettivo, azioni programmate dirette a fronteggiare le malattie congenite o acquisite che comportano trombofilia e che richiedono un monitoraggio della coagulazione del sangue;
riconoscere ed istituzionalizzare i centri di sorveglianza affinché, in coordinamento con i servizi sanitari distrettuali
possano individuare e programmare gli interventi per le patologie che necessitano di terapia anticoagulante;
riconoscere l'esenzione dalla partecipazione al costo delle prestazioni sanitarie, di farmaci e dispositivi medici autodiagnostici.
9/3256/111. Zinzi, Pisacane.
La Camera
premesso che:
l'articolo 25 della Dichiarazione Universale dei diritti dell'uomo sancisce che «Ogni individuo ha il diritto ad un tenore di vita sufficiente a garantire la salute e il benessere proprio e della sua famiglia, con particolare riguardo all'alimentazione, al vestiario, all'abitazione, e alle cure mediche e ai servizi sociali necessari, ed ha diritto alla sicurezza in caso di disoccupazione, malattia, invalidità vedovanza, vecchiaia o in ogni altro caso di perdita dei mezzi di sussistenza per circostanze indipendenti dalla sua volontà»;
a fronte di svariati interventi legislativi a tutela di quasi tutte le situazioni di disagio, la condizione di vedovanza è totalmente trascurata dallo Stato;
ciò ha creato un forte divario tra il modus vivendi della famiglia tradizionale e quello della famiglia con situazioni di vedovanza che non vede riconosciuti e quindi tutelati i propri diritti;
la famiglia non scompare con la morte del coniuge ma anzi necessita maggiormente di sicurezze e di sostegni sul piano normativo;
sono circa cinque milioni le famiglie in situazioni di estrema difficoltà economica, oltre a quelle prive di pensione perché colpite da morte precoce del coniuge e che vivono al limite della soglia di povertà,
impegna il Governo:
a valutare le modalità per porre fine a questo iniquo vuoto legislativo, ad adottare le opportune iniziative normative volte a:
non penalizzare con una imposizione fiscale molto elevata la categoria debole delle famiglie vedove, al fine anche di scoraggiare il fenomeno del «lavoro nero»;
consentire ai superstiti di mantenere lo stesso tenore di vita precedente alla scomparsa del coniuge, dal momento che la pensione di reversibilità si configura come un «bene» che il defunto lascia, a volte, come unico estremo ricordo concreto ai propri eredi;
tutelare fortemente i minori rimasti orfani.
9/3256/112. (Testo modificato nel corso della seduta)Compagnon, Capitanio Santolini.
La Camera,
premesso che:
la legge 21 novembre 2000, n. 353 ha affiancato alle attività di protezione civile finalizzate alla previsione e spegnimento degli incendi le azioni di contrasto ai reati di incendio boschivo per la tutela dell'incolumità della popolazione e la difesa del patrimonio forestale nazionale;
l'articolo 423-bis del codice penale, introdotto dalla legge n. 353 del 2000, ha potenziato gli strumenti investigativi a disposizione della polizia giudiziaria per il contrasto ai reati di incendio boschivo;
nel periodo 2000-2007 le attività di lotta a tali reati, effettuate dai Comandi territoriali del Corpo forestale dello Stato, hanno consentito di segnalare all'Autorità Giudiziaria circa tremila persone per incendio boschivo, di cui un centinaio tratte in arresto in flagranza di reato o sottoposte a custodia cautelare;
per contrastare questo fenomeno complesso, che si presenta con multiformi
matrici motivazionali e con un numero di reati pari a circa 8.000 l'anno, sarebbe opportuno migliorare l'azione che dal 2000 viene svolta dal Nucleo Investigativo Antincendi Boschivi (N.I.A.B.) del Corpo Forestale dello Stato,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte a potenziare non solo il sistema organico di lotta agli incendi boschivi in tutte le sue componenti (attività di prevenzione, di manutenzione del territorio, di spegnimento degli incendi), ma anche la struttura investigativa del Corpo Forestale dello Stato.
9/3256/113. (Testo modificato nel corso della seduta)Ciro Alfano.
La Camera,
premesso che:
le vertenze degli ultimi tempi riguardanti le case di cura e le residenze per anziani vertono sull'applicabilità alle medesime del divieto di intermediazione di manodopera;
la legge n. 1369 del 1960 ha stabilito per gli imprenditori (comprese le aziende dello Stato e gli enti pubblici) il divieto di affidare, in appalto, subappalto o in altre forme atipiche, l'esecuzione di mere prestazioni di lavoro mediante impiego di manodopera assunta e retribuita dall'appaltatore;
il Ministero del lavoro e delle politiche sociali con circolare n. 44 dell'1 agosto 2002 ha confermato l'inapplicabi lità ditale divieto agli enti pubblici che esercitano attività non economiche e prive di contenuto imprenditoriale;
il predetto Ministero, rispondendo ad una richiesta di chiarimenti da parte di un ente ecclesiastico, con parere del 2002, prot. 1611, ha inoltre precisato che «anche agli enti ecclesiastici possano applicarsi i principi della circolare del Ministero del lavoro e delle politiche sociali n. 44 del 2002, purché sia sempre verificata la sussistenza dei requisiti di riferimento riportati nella circolare stessa, e cioè lo svolgimento, da parte dell'ente, di attività di natura pubblicistica correlate ai fini istituzionali dello stesso, e che le attività svolte non siano espressione, sotto il profilo operativo-sostanziale, dell'esercizio dell'impresa in senso stretto secondo i principi individuati dalla giurisprudenza»;
il decreto legislativo n. 276 del 2003, meglio conosciuto come «legge Biagi», ha abrogato la legge n. 1369 del 1960, ma contiene a sua volta un divieto di somministrazione di manodopera al di fuori dei casi consentiti e da parte di soggetti non iscritti ad apposito albo;
il medesimo decreto legislativo non è applicabile alle pubbliche amministrazioni, con le conseguenti difficoltà interpretative circa la normativa ad esse applicabile in materia di intermediazione,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative legislative volte ad escludere le case di cura e le residenze per anziani, siano esse pubbliche o private, in virtù dell'attività di particolare rilievo sanitario, socio sanitario e sociale da esse svolta e della natura non commerciale dell'attività medesima, dal divieto di intermediazione di manodopera, recependo l'orientamento più volte espresso in materia dalla giurisprudenza e dallo stesso Ministero del lavoro.
9/3256/114. D'Agrò, Di Virgilio, Morrone, Capitanio Santolini, Fasolino, Luciano Rossi.
La Camera,
premesso che:
risulta evidente la disuguaglianza tra chi accoglie in adozione un minore straniero e tutte le altre forme di genitorialità;
la coppia adottiva di uno o più minori all'estero è costretta, infatti, a pagare
interamente tutti i costi procedurali, oltre alle spese di viaggio e permanenza all'estero, potendo godere attualmente solo di un contributo da parte dello Stato, legato comunque al reddito familiare, e di altre forme di sostegno, quali la deducibilità del 50 per cento dei costi sostenuti, che lasciano a carico della famiglia comunque un costo oneroso da dover affrontare;
ciò non accade né per l'adozione nazionale i cui costi sono completamente a carico dell'amministrazione pubblica e giudiziaria né per la genitorialità biologica, per la quale lo Stato garantisce attraverso il Servizio sanitario nazionale i servizi prima, durante e dopo il parto;
è paradossale come, allo stato attuale, il diritto alla famiglia di tutti i minori in concreto stato di abbandono in un Paese straniero, possa essere esercitato solo attraverso il pagamento di tutte le spese da parte delle coppie accoglienti,
impegna il Governo
ad adottare soluzioni in linea con le azioni che l'Italia pone in essere nell'ambito della cooperazione con i Paesi in via di sviluppo e, più in generale, con la politica estera italiana, stabilendo, per esempio, la rimborsabilità delle spese sostenute dalle coppie, considerato che l'adozione internazionale si configura come intervento di emer genza a favore dei minori orfani o privi della potestà genitoriale.
9/3256/115. (Testo modificato nel corso della seduta)Capitanio Santolini, Mazzoni, Giovanardi.
La Camera
premesso che:
il comma 263 dell'articolo 2 autorizza la concessione di contributi quindicennali a decorrere da ciascuno degli anni 2008, 2009 e 2010, per la prosecuzione degli interventi di realizzazione delle opere strategiche previste dalla legge 21 dicembre 2001, n 443;
'allegato Infrastrutture del Documento di programmazione economica e finanziaria 2008-2012 (DPEF) riporta lo priorità infrastrutturali nazionali che interessano il territorio della Toscana. Il documento, messo a punto dal Ministero delle infrastrutture, recepisce le indicazioni di priorità segnalate dalla Regione Toscana e rappresenta il coerente risultato di una attenta e concertata valutazione portata avanti fra gli enti locali territoriali ed il Ministero competente;
secondo gli ultimi dati relativi alla rete stradale nazionale (anno 2002) nell'area centrale dell'Italia (Toscana, Umbria, Marche e Lazio), sono presenti 1.116,7 km di autostrade, pari a soltanto il 17 per cento del dato complessivo del paese. Tale tratte sono gestite per L'81 per cento da Autostrade, per l'11 per cento da altra Concessionaria e per il restante 8 per cento dall'Anas;
il Programma di Sviluppo Regionale 2006-2010 della Toscana, messo a punto sulla base di una diagnosi strutturale dell'economia locale, individua nelle politiche per la mobilità una delle strategie portanti per il rilancio economico e la coesione sociale e territoriale;
le strategie di pianificazione regionale della mobilità e delle infrastrutture, presenti nel programma sopracitato, sono state sviluppate nel corso degli anni in coerenza con le strategie e gli indirizzi predisposti in sede sia comunitaria che nazionale, quali i corridoi o le reti transeuropee, il corridoio 1, il corridoio 5, le autostrade del mare, gli itinerari europei tirrenico E80 e l'itinerario europeo E78 di collegamento tra i due mari Tirrenico e Adriatico;
il completamento a tipologia autostradale del corridoio tirrenico sull'Asse autostradale A12 - tratta Rosignano-Civitavecchia è tra le maggiori priorità infrastrutturali presenti tanto nel DPEF 2008 -
2012, che nel Programma di sviluppo regionale 2006-2010 della Toscana. Tale opera è necessaria per ultimare il corridoio plurimodale tirrenico previsto nelle reti transeuropee di trasporto, superando le attuali carenze infrastrutturali e mettendo in sicurezza il tracciato che presenta ancora condizioni di pericolosità (secondo i dati in alcuni tratti la media annuale di incidenti è quasi doppia rispetto a quella nazionale);
il progetto preliminare per la realizzazione del «Corridoio Tirrenico», presentato dalla concessionaria dell'opera Sat (Società autostrade toscane), è attualmente in discussione al CIPE. Tale progetto che recepisce le prescrizioni della Regione Toscana, in accordo con gli enti e le comunità locali, e del Ministero dei beni culturali, ha già avuto il parere favorevole della Commissione VIA il 31 marzo 2006 per quanto riguarda il tracciato costiero. Va poi sottolineato che il completamento dell'opera prevede un piano finanziario a costo zero per la finanza statale o concilia le esigenze di sicurezza, di tutela dell'ambiente e della mobilità;
l'itinerario europeo E78 rappresenta il collegamento trasversale tra il Mar Tirreno ed il Mare Adriatico, attraversando le Regioni Toscana, Umbria e Marche; tale collegamento riveste un ruolo strategico per le connessioni tra i territori interessati. Per il completamento del suo adeguamento a quattro corsie nel tratto Grosseto-Siena sono stati previsti, nel DPEF 2008-2012, 430 milioni di euro nell'ambito della programmazione Anas. Per il tratto del nodo di Arezzo sono in progettazione due lotti: il Lotto San Zeno-Santa Maria delle Grazie compreso raccordo Battifolle e svincolo Arezzo per un importo di 145 milioni di euro ed il Lotto Santa Maria delle Grazie - Palazzo del Pero per un importo di 110 milioni di euro;
il tratto umbro toscano «Monterchi-Selci Lama», dove si incontra l'E45 (Orte-Ravenna) insieme agli altri tratti umbri marchigiani fino a Fano, saranno realizzati con project financing, dopo una puntuale e sollecita definizione dei lotti relativi al tratto umbro toscano e al tratto umbro «Selci Lama-Galleria Guinza»;
l'ammodernamento e la messa in sicurezza della del raccordo autostradale Siena-Firenze è presente nel piano Anas 2007-2001 nel Programma di Sviluppo Regionale 2006-2010 della Toscana; il tratto Siena-Firenze, i cui interventi di adeguamento sono inoltre inseriti nel DPEF 2008-2012, è una infrastruttura viaria che riveste una importanza rilevante per la viabilità del centro Italia collegando in particolar modo l'E78 con l'A1.
impegna il Governo:
a valutare la possibilità di completare il «Corridoio Tirrenico» sull'Asse Autostradale A12- tratta Rosignano-Civitavecchia, rimarcando la piena condivisione dell'ipotesi progettuale consegnata al CIPE e l'urgenza di velocizzare tutte le procedure per la realizzazione dell'opera, ad adottare le opportune iniziative per giungere all'approvazione, da parte del CIPE, dell'attuale progetto preliminare - che riscuote anche il consenso di tutti i soggetti interessati a partire dal Ministero per le infrastrutture - e poi come previsto dalla nota conclusiva della valutazione di impatto ambientale e dalla nota del Ministero dei beni culturali, a procedere in maniera aperta agli approfondimenti necessari verso il progetto definitivo: ciò in coerenza con l'esito della seduta del CIPE del 23 novembre scorso, durante la quale il Ministro delle infrastrutture ha comunicato che il tavolo di lavoro, avviato con le Regioni ed i Ministeri competenti, valuterà la fattibilità dell'opera entro la metà del prossimo mese di gennaio per le conseguenti determinazioni di competenza del Comitato;
per quanto riguarda l'itinerario europeo E78: a destinare le risorse, di cui al comma 266 dell'articolo 2 del disegno di legge in esame, che le assegna a tale infrastruttura, al finanziamento del lotto Olmo-Arezzo-Palazzo del Pero, del quale è
in corso la progettazione definitiva per appalto integrato, e che sarà cantierabile entro il 2008: ciò al fine di rendere più spedita la realizzazione di un tratto strategico per l'intera arteria e contribuire, come già previsto, con ulteriori risorse pubbliche - in aggiunta a quelle già stanziate con il DPEF 2008-2012 per il completamento del raddoppio su tutto il tratto Siena-Grosseto - alla sostenibilità dell'intervento con ricorso a finanza di progetto che non può prescindere da una adeguata quota di sostegno dalla finanza statale;
per quanto riguarda il raccordo autostradale Siena-Firenze, che rappresenta anche un asse strategico di collegamento tra la E78 e l'A1, il cui adeguamento e messa in sicurezza in sede è già previsto nel piano Anas delle opere infrastrutturali di nuova realizzazione, per il quinquennio 2007-2011, con un primo stanziamento di 76,667.060 milioni di euro, a valutare l'opportunità che il Ministero delle infrastrutture promuova un concorso di progettazione, di livello internazionale, per far emergere le proposte di nuovo tracciato per il collegamento tra le città di Firenze e Siena, collocando t'intervento nella pianificazione territoriale e per il quale si valuti anche di individuare una nuova denominazione che richiami la storia e la cultura dei territori di particolare pregio ambientale e paesaggistico, culturale e monumentale nei quali si inserisce.
9/3256/116. (Testo modificato nel corso della seduta)Ceccuzzi, Nannicini, Velo, Franci, Mariani, Filippeschi, Lulli, Ventura, Cordoni, Fluvi.
La Camera
premesso che:
l'anno 2007 è stato designato l'Anno europeo delle pari opportunità per tutti e come anche evidenziato nelle linee direttrici del Ministero del commercio internazionale per l'attività promozionale ICE 2007, l'imprenditoria femminile rappresenta uno strumento importante per lo sviluppo dei rapporti economico commerciali internazionali;
incrementare l'imprenditoria femminile significa contribuire al raggiungimento dell'obiettivo di una maggiore e migliore occupazione delle donne, obiettivo riconosciuto quale fondamentale valore economico-sociale dall'Unione europea; ciò nonostante nell'UE le imprenditrici rappresentano solo il 30 per cento dell'imprenditoria e il 37 per cento delle lavoratrici autonome;
l'Italia si trova ancora nelle ultime posizioni in Europa rispetto alla media dell'Unione europea in materia di occupazione femminile che, in base ad uno degli obiettivi della strategia di Lisbona, dovrebbe raggiungere il 60 per cento entro il 2010;
l'Europa ci impone, pertanto, un'accelerazione in materia di politiche in favore delle donne mediante un incremento dell'occupazione femminile e incentivi all'imprenditoria femminile; l'UE considera tali politiche strumenti essenziali per la crescita, la prosperità e la competitività di ciascun paese;
anche le Nazioni Unite nel loro ultimo rapporto sui «Millennium Development Goals, gli obiettivi di progresso globale al 2015» hanno sottolineato il cambiamento che ha investito il mercato del lavoro: «tra il 1990 e il 2005, la quota delle donne sul totale dei lavoratori nelle attività non agricole è cresciuta dal 36 al 39 per cento nel mondo, dal 44 al 47 per cento nei paesi più sviluppati»;
i Paesi con scarsa partecipazione delle donne al mercato del lavoro, come l'Italia, sono quelli che otterrebbero dall'aumento dell'occupazione femminile un maggior vantaggio in termini di crescita del prodotto interno lordo;
recenti studi statistici hanno dimostrato, per esempio, che il contributo dell'imprenditoria femminile artigiana nella struttura produttiva del Paese è circa il 2,2 per cento del valore aggiunto nazionale e il
18,3 per cento di quello artigiano, con un valore che complessivamente ammonterebbe a circa 27,5 miliardi di euro, non trascurando le altre realtà imprenditoriali;
alla data odierna a seguito della parziale abrogazione della legge 215 del 1992 da parte del Codice delle Pari Opportunità, ad eccezione degli articoli 10.6 e 12 e 13, non esiste uno strumento nazionale dedicato agli incentivi per l'imprenditoria femminile;
considerata la necessità di garantire la restituzione delle eccedenze relative ai bandi di cui alla legge 215 del 1992;
considerata la compartecipazione ai finanziamenti da parte delle regioni e delle province autonome;
considerata la necessità di ottimizzare l'utilizzazione delle risorse per l'avvio e lo sviluppo delle imprese femminili;
impegna il Governo:
a mantenere in capo alle regioni e alle province autonome le eccedenze relative ai bandi di cui alla legge n. 215 del 1992 o a riassegnare le stesse eccedenze alle regioni o province autonome che, totalmente o in parte, abbiano già restituito le relative somme, al fine di mantenere tali risorse destinate all'avvio e allo sviluppo delle imprese femminili;
a valutare l'opportunità di destinare ulteriori risorse, presenti nel Bilancio dello Stato, ai Fondi esistenti e già destinati al sostegno di iniziative di imprenditoria femminile ai sensi della legge 25 febbraio 1992, n. 215.
9/3256/117. Ottone, D'Ippolito Vitale, Bafile, Balducci, Bellanova, Benzoni, Bianchi, Bimbi, Chiaromonte, Cioffi, Codurelli, Cordoni, Fasciani, Cinzia Maria Fontana, Froner, Ghizzoni, Incostante, Intrieri, Lenzi, Mariani, Mazzoni, Motta, Pinotti, Rampi, Rossi Gasparrini, Samperi, Schirru, Sereni, Servodio, Suppa, Velo, Zanella, Ottone, Cardano, Bellillo, Mura.
La Camera,
premesso che:
risulta quanto mai necessario ed urgente conferire operatività alla disposizione di cui all'articolo 74 comma 4, della legge 23 dicembre 2000, n. 388 (legge finanziaria per il 2001) ai sensi della quale per i dipendenti degli enti il cui ordinamento del personale rientri nella competenza propria o delegata della regione Valle d'Aosta e delle province autonome di Trento e Bolzano, la corresponsione del trattamento di fine rapporto avviene da parte degli enti di appartenenza e contemporaneamente cessa ogni contribuzione previdenziale in materia di trattamento di fine servizio comunque denominato in favore dei competenti enti previdenziali;
si tratta in sostanza di un regime differenziato, rispetto a quello stabilito a livello nazionale, di gestione del TFR per i pubblici dipendenti. Mentre a livello nazionale gli enti sono tenuti a versare all'INPDAP le relative contribuzioni e questo procede all'accantonamento del TFR in capo ai singoli lavoratori ed alla successiva corresponsione al momento della cessazione del rapporto di lavoro, in Valle d'Aosta e nelle province autonome di Trento e di Bolzano gli enti pubblici non verserebbero più le contribuzioni all'INPDAP ma procederebbero direttamente agli accantonamenti e successivamente alla corresponsione delle liquidazioni. Gli enti pubblici in questione verserebbero le quote di TFR ai fondi pensione territoriali di riferimento;
'articolo della finanziaria del 2001 fa riferimento all'attuazione della disposizione stessa tramite le norme emanate ai sensi dell'articolo 107 del testo unico delle leggi costituzionali concernenti lo Statuto speciale per il Trentino Alto-Adige, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 31 agosto 1972, n. 670 e dell'articolo 48-bis dello Statuto speciale della Valle d'Aosta approvato con legge costituzionale 26 febbraio 1948, n. 4;
in più occasioni dal 2001 al 2007 la Valle d'Aosta e le province di Trento e Bolzano hanno presentato bozze di norma di attuazione in sede di Commissione paritetica senza giungere mai all'approvazione della stessa per la contrarietà manifestata dai rappresentanti di parte statale sulla base di pareri negativi dei tecnici della Ragioneria generale dello Stato e del Ministero del lavoro dovuti al fatto che la norma di attuazione non rispetterebbe l'ultimo periodo dell'articolo 74 che prevede l'invarianza degli oneri;
i pareri tecnici presentati sulle proposte di norme di attuazione della Valle d'Aosta e di Trento e Bolzano non hanno sino ad oggi, preso nella dovuta considerazione l'effetto netto per l'INPDAP nel medio e nel lungo periodo, che sulla base dei calcoli effettuati sarebbe invece positivo,
impegna il Governo
a porre in essere tutte le iniziative necessarie affinché la questione venga affrontata nuovamente in Commissione paritetica, fornendo i presupposti affinché la nuova trattativa vada finalmente a buon fine.
9/3256/118. Nicco, Widmann, Brugger, Zeller, Bezzi.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 28, comma 4-bis, dell'originario disegno di legge finanziaria in esame, prevede un'integrazione del Fondo per le aree svantaggiate confinanti con le Regioni a Statuto speciale di cui all'articolo 6, comma 7, della legge n. 81 del 2007, pari a 10 milioni di euro per l'anno 2008 e a 5 milioni di euro per gli anni 2009 e 2010;
tale disposizione attiene solo ed esclusivamente alle aree di confine con le Regioni a Statuto speciale;
la condizione di disagio socio-economico in cui versano i comuni di confine con le regioni autonome riguarda anche i comuni confinanti con la Confederazione Elvetica e l'Austria, oltre che i comuni limitrofi ai comuni propriamente «di confine»;
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di adottare ulteriori iniziative normative volte a garantire lo stanziamento di ulteriori risorse finanziarie a vantaggio dei comuni confinanti con la Confederazione Elvetica e l'Austria, nonché dei comuni limitrofi a quelli confinanti con le Regioni a Statuto speciale, con la Confederazione Elvetica e l'Austria.
9/3256/119. Montani.
La Camera,
premesso che:
i comma da 452 a 456, dell'articolo 2, del disegno di legge finanziaria per il 2008 (atto Camera 3256) reca disposizioni finalizzate ad inserire nel nostro ordinamento la disciplina dell'azione collettiva risarcitoria a tutela dei consumatori;
trattandosi di disciplina che innova gli strumenti di tutela giurisdizionale dei diritti, in base ai principi generali dell'ordinamento giuridico italiano essa dovrebbe applicarsi ai fatti successivi alla sua entrata in vigore;
il mercato non può peraltro correre il rischio che tale assunto sia esposto a interpretazioni divergenti in sede giudiziaria;
inoltre, sono attualmente in corso numerosi procedimenti, tanto giudiziali quanto conciliativi, il cui ordinato e corretto svolgimento potrebbe risultare compromesso dalla mancata precisazione, in termini di legge, circa il momento a partire dal quale la nuova disciplina è da considerarsi applicabile,
impegna il Governo
ad adottare, nel più breve tempo possibile, e comunque entro il termine entro cui diverranno efficaci le disposizioni di cui ai comma da 452 a 456, dell'articolo 2, del disegno di legge finanziaria per il 2008 (fissato in centottanta giorni dalla entrata in vigore della medesima legge finanziaria), ogni idoneo provvedimento e/o iniziativa legislativa al fine di chiarire che l'azione collettiva risarcitoria può essere esperita esclusivamente per le controversie relative a fatti plurioffensivi successivi alla data di entrata in vigore della legge.
9/3256/120. Leddi Maiola.
La Camera,
premesso che:
il disegno di legge finanziaria per il 2008 prevede la possibilità da parte del Ministero della difesa di individuare beni immobili di proprietà dello Stato da cedere agli enti territoriali, anche per la riqualificazione delle aree interessate;
nel corso del vertice intergovernativo italo-russo, svoltosi a Bari il 14 marzo 2007, il Governo italiano si è impegnato a cedere la proprietà dei locali della Chiesa russo-ortodossa di Bari al popolo russo, con ciò dando seguito a precedenti iniziative nella stessa direzione;
come prospettato dallo stesso Presidente del Consiglio dei ministri, l'attuazione di tale impegno internazionale non può non accompagnarsi alla contestuale adozione di misure compensative in favore del comune di Bari, proprietario del suddetto immobile, e in particolare la cessione di immobili demaniali e la destinazione delle risorse necessarie alla riqualificazione degli stessi e delle aree in cui sono ubicati,
appare opportuno adottare, nei tempi più solleciti, le iniziative necessarie per l'attuazione dell'impegno assunto nei confronti della federazione russa, previa l'individuazione e la effettiva messa in atto delle opportune misure compensative nei confronti della città di Bari.
impegna il Governo
ad adottare opportune iniziative volte a dare seguito a quanto indicato in premessa.
9/3256/121. Servodio, Sasso, Vico, Grassi, Bellanova, Tomaselli, Carbonella, Balducci, Pisicchio.
La Camera,
premesso che:
il contratto servizio energia, definito nel decreto del Presidente della Repubblica 26 agosto 1993, n. 412, ha dimostrato nel tempo la propria efficacia nel sostenere e nel promuovere gli investimenti per la messa a norma delle centrali termiche, nel diffondere combustibili più puliti, nel sollevare amministratori e famiglie da complessi adempimenti legati alla sicurezza e alla responsabilità civile e penale degli impianti;
l'efficienza ed il risparmio energetico ottenuti attraverso lo sviluppo del mercato dei servizi energia ha comportato significativi vantaggi in termini di bilancio energetico nazionale, nonché risparmi per le famiglie, per la pubblica amministrazione e per gli enti locali;
l'interpretazione fornita dell'Agenzia delle entrate tesa a limitare l'agevolazione Iva alle soli fonti energetiche rinnovabili ha comportato effetti negativi in conseguenza del blocco degli investimenti finalizzati alla riduzione delle fonti energetiche di tipo non rinnovabile con la conseguente stagnazione di tutte le attività legate al comparto, comprese quelle oggetto di agevolazione fiscale,
impegna il Governo
ad adottare le necessarie iniziative normative e interpretative, volte ad applicare l'Iva agevolata a tutti i contratti di servizio energia al fine di incentivare l'efficienza energetica di edifici ed apparecchiature cosi come previsto nel documento di programmazione
economico finanziaria 2008-2011 e come espressamente riportato nel piano di azione italiano per l'efficienza energetica.
9/3256/122. Albonetti, Crisci, Franci.
La Camera,
premesso che:
la complessità e la potenziale pericolosità degli effetti determinati sulla salute psichica e sullo sviluppo dei bambini e degli adolescenti dall'uso improprio di psicofarmaci;
le indicazioni provenienti dalla autorità scientifiche e di controllo sul dato per cui il 60 per cento dei farmaci prescritti ai bambini sono off label in quanto di essi non si conosce né l'efficacia né la sicurezza;
in particolare le ricerche segnalate dalla Food and drug administration sulla frequenza inaccettabile dei suicidii e di tentati suicidii verificati nei bambini e negli adolescenti trattati con farmaci antidepressivi ed il richiamo, di conseguenza, inviato a tutti i medici e pediatri americani di non prescrivere psicofarmaci ai bambini;
per ciò che riguarda l'Italia la mancanza di un obbligo di sperimentazione sui bambini dei farmaci, che a loro vengono somministrati, dopo che la sperimentazione è stata fatta nell'adulto con un semplice adeguamento di dosaggio, e la precarietà di un sistema di sperimentazione che valuta su periodi brevi di somministrazione la tossicologia di farmaci come questi per cui si prevedono, abitualmente, somministrazioni di lunga durata;
i costi delle prescrizioni improprie di psicofarmaci per i minori ricadono sul servizio sanitario nazionale;
drammatica diffusione, fra gli adolescenti italiani ed europei, di un uso e di un abuso di psicofarmaci legali spesso collegato a quello di altre sostanze illegali,
impegna il Governo:
ad assumere iniziative volte a restringere le prescrizioni di psicofarmaci a soggetti minori alle sole situazioni in cui la necessità della somministrazione sia accertata da centri specializzati autorizzati dalle regioni;
ad affidare all'istituto superiore di sanità una sorveglianza attenta sull'efficacia e sulla eventuale tossicità a breve, medio lungo termine, di tutti i trattamenti con psicofarmaci effettuati sui minori.
9/3256/123. Poretti, Cancrini.
La Camera,
premesso che:
il problema del trattamento di integrazione salariale dei lavoratori addetti alle prestazioni di lavoro temporaneo occupati con contratti a tempo indeterminato nelle imprese e agenzie portuali di cui ai commi 2 e 5, dell'articolo 17, della legge 28 gennaio 1994, n. 84, attende ancora una organica e stabile soluzione, nonostante le pur condivisibili innovazioni previste dal disegno di legge di attuazione del protocollo del 23 luglio 2007;
nel richiamato disegno di legge su previdenza, lavoro e competitività, equità e crescita sostenibile, si risolve per l'anno 2008 il riconoscimento per tali lavoratori di una indennità pari a un ventiseiesimo del trattamento massimo di integrazione salariale straordinaria, nonché la relativa contribuzione figurativa e gli assegni familiari, per ciascuna giornata lavorativa di mancato avvio al lavoro,
impegna il Governo
ad individuare, nell'esercizio delle deleghe sul welfare, con il coinvolgimento dei soggetti sociali ed istituzionali interessati, le modalità per addivenire ad una soluzione stabile alle richiamate misure, anche per gli anni successivi al 2008, prevedendo
le corrispondenti soluzioni contributive necessarie per il relativo sostegno finanziario.
9/3256/124. (Testo modificato nel corso della seduta)Velo, Lovelli.
La Camera,
premesso che:
il disegno di legge finanziaria per il 2008 contiene una serie di interventi di varia natura,
impegna il Governo:
a prevedere in un prossimo intervento uno stanziamento consistente - pari almeno a euro 500,000 per l'anno 2008 - alla provincia di Genova, al fine di garantire il finanziamento di opere di particolare interesse locale per la prosecuzione dei lavori dell'allargamento della strada provinciale n. 586 in Località Borgonovo Ligure (comune di Mozzanego), finalizzato alla risoluzione del difficilissimo passaggio all'innesto della strada provinciale n. 586 (verso Piacenza) da una parte e della strada provinciale n. 26 bis Valmogliana (verso Parma), per cui l'intervento è di vitale importanza per la comunicazione tra le due regioni.
9/3256/125. Mondello.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 1, comma 1120, lettera g), della legge 27 dicembre 2006, n.296 (finanziaria per il 2007) ha abrogato l'articolo 1, comma 71 della legge 23 agosto 2004, n. 239 (che prevedeva tra l'altro il diritto alla emissione dei certificati verdi anche per l'energia elettrica prodotta da impianti di cogenerazione abbinati al teleriscaldamento, limitatamente alla quota di energia termica effettivamente utilizzata per il teleriscaldamento), creando situazioni di forte disagio soprattutto nei confronti degli agricoltori che in alcune aree del Paese in difficoltà per il declino industriale o di forte disoccupazione - e soprattutto nel Mezzogiorno - gestiscono strutture attinenti al teleriscaldamento di ambienti a destinazione agricola o serre;
in molte realtà infatti la produzione di energia prodotta da impianti di cogenerazione abbinati al teleriscaldamento, apporterebbe benefici socioeconomici per la popolazione residente, soprattutto in quelle zone interessate da gravi crisi occupazionali e per le quali vengono applicati appositi contratti d'area;
per quanto riguarda il teleriscaldamento di ambienti a destinazione agricola o serre, l'articolo 14, comma 1, del decreto legislativo 8 febbraio 2007, n. 20, rende assolutamente non attuabili i progetti di tale ambito agricolo, poiché i tempi stabiliti per l'entrata in funzione sono assolutamente non congrui con le tempistiche di realizzazione e non tengono conto dei ritardi accumulati nell'emanazione delle norme di settore;
l'energia prodotta da impianti di cogenerazione, abbinati al teleriscaldamento, dovrebbe tornare ad essere incentivata con i certificati verdi, anche perché una tale ipotesi non determinerebbe nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica,
impegna il Governo:
a valutare l'opportunità di adottare iniziative, anche normative, per incentivare l'energia prodotta da impianti di teleriscaldamento per ambienti a destinazione agricola e serre con l'emissione di certificati verdi, considerando eventualmente la possibilità di limitarli a quelle aree a «rischio ambientale» dove esistono contratti di programma per il settore agricolo e serre;
a valutare l'opportunità di adottare iniziative, anche normative, per differire, per i soli impieghi connessi al teleriscaldamento di ambienti a destinazione agricola e serre, la data di entrata in esercizio
prevista dall'articolo 14, comma 1, del decreto legislativo 8 febbraio 2007, n. 20, al 31 dicembre 2012;
a valutare la possibilità di non applicare la limitazione percentuale del 20 per cento di cui all'articolo 14, comma 3, del decreto legislativo 8 febbraio 2007, n. 20 ai certificati verdi prodotti da impianti di teleriscaldamento per ambienti a destinazione agricola e serre.
9/3256/126. Licastro Scardino, Misuraca, Marinello, Iannarilli, Paolo Russo, Giuseppe Fini, Grimaldi, Giro, Romele, Lomaglio.
La Camera,
premesso che:
le risorse finanziarie destinate ai contributi e alle provvidenze per le imprese del settore editoriale risultano di entità notevolmente inferiore a quelle necessarie;
tale criticità di ordine finanziario ha inevitabili riflessi sull'assetto gestionale di un delicato settore dell'economia del Paese che attualmente versa in una situazione di profondo disagio, soprattutto sotto il profilo occupazionale, dovendo anche pervenire alla conclusione della vicenda contrattuale da tempo;
è necessario incentivare adeguatamente investimenti che favoriscano l'innovazione tecnologica e la competitività del settore;
il sostegno dello Stato all'editoria giornalistica rappresenta uno strumento essenziale per la difesa del pluralismo dell'informazione e per la crescita democratica del nostro Paese,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte ad integrare le risorse a disposizione per le erogazion ial settore.
9/3256/127. (Testo modificato nel corso della seduta)Carra.
La Camera
vista la relazione sul disegno di legge finanziaria approvata dalla Commissione affari costituzionali il 26 novembre scorso;
viste le modifiche introdotte dalla Commissione bilancio nel testo del disegno di legge finanziaria e confermate dal Governo nei suoi emendamenti, finalizzate al miglioramento della conoscenza sullo stato delle pubbliche amministrazioni e al rafforzamento del sistema dei controlli, con particolare riguardo ai commi 51-bis, da 59 a 64 e da 66 a 73 dell'articolo 3;
considerato che il Governo non ha invece inserito nei suoi emendamenti le norme procedurali introdotte dalla Commissione bilancio al fine di porre le basi di una disciplina organica e coerente in tema di limiti massimi alle retribuzioni e ai compensi pubblici, in grado di reggere nel tempo e regolare su basi di razionalità, equità e trasparenza l'insieme delle diverse posizioni interessate, senza eccezioni di sorta;
considerata la necessità di utilizzare appieno le opportunità offerte dalla nuova classificazione del bilancio per missioni e per programmi quale strumento di conoscenza dello stato e del funzionamento delle pubbliche amministrazioni in rapporto alle finalità perseguite, e a radicarla nell'attività amministrativa e nel sistema dei controlli, per meglio consentire una graduale razionalizzazione dell'attività amministrativa e un più consapevole riscontro, in ambito sia amministrativo, sia politico-parlamentare, delle misure da adottare e dei risultati ottenuti;
ritenuta la necessità di orientare i sistemi di controllo interno ed esterno, nonché il programma di analisi e valutazione della spesa delle amministrazioni centrali previsto dal comma 480 dell'articolo 1 della legge finanziaria per il 2007, verso gli obiettivi prioritari di riqualificazione della spesa pubblica e di razionalizzazione delle pubbliche amministrazioni;
considerata l'esigenza di attivare pienamente e di portare a regime il sistema
della programmazione strategica e dei servizi di controllo interno, rafforzando il collegamento con le amministrazioni e con le istituzioni competenti in materia di valutazione, nonché valorizzando il controllo strategico quale strumento di accountability non rivolto solo all'interno dell'amministrazione ma destinato all'intera collettività nazionale;
rilevata, con riguardo alla Corte dei conti, l'esigenza di favorire la ripresa del processo di riforma nella direzione dello sviluppo dei controlli sulla gestione e della valorizzazione del ruolo costituzionale della Corte, quale organo ausiliario nei confronti del Parlamento;
ritenuto necessario estendere la medesima logica di sistema alle amministrazioni degli enti territoriali, attraverso l'individuazione di prassi e di strumenti operativi che, nel rispetto delle sfere di autonomia costituzionalmente tutelate, consentano un rafforzamento e un approfondimento dei princìpi di coordinamento e di piena e reciproca informazione;
considerata l'insufficienza, con riferimento a vari profili, di dati statistici e informativi consolidati sulla qualità della gestione della spesa e sull'andamento dei servizi pubblici nell'ambito delle pubbliche amministrazioni, e rilevata la necessità di adeguare e aggiornare gli strumenti di coordinamento e i criteri di standardizzazione per la produzione e lo scambio dei dati tra le pubbliche amministrazioni stesse,
impegna il Governo:
a) ad attivare fin dal gennaio 2008 i sistemi di controllo interno per l'attuazione dei commi 67 e 68 dell'articolo 3;
b) a presentare, nell'ambito della relazione indicata al comma 51-bis dell'articolo 3, uno studio che, sulla base di una analisi di tutte le diverse posizioni interessate, formuli proposte, anche alternative, per una nuova disciplina della materia dei limiti e della pubblicità dei trattamenti economici corrisposti da pubbliche amministrazioni, trattata nei commi da 44 a 51 dell'articolo 3, la quale:
1. sviluppi coerentemente la logica dei tetti per la determinazione di compensi per gli incarichi individuali, e comunque ripristini e tenga fermo il principio della previa disciplina normativa di ogni compenso pubblico;
2. preveda tetti ancorati a un dato certo e collegato al sistema della contrattazione collettiva degli stipendi pubblici, quale la media delle retribuzioni dei dirigenti statali di prima fascia;
3. preveda tetti differenziati, idonei ad equiparare le situazioni equivalenti e a differenziare i parametri per le diverse tipologie di incarico, nonché a disciplinare in modo realistico la questione dei compensi ai manager distinguendo la situazione di chi opera in regime di concorrenza e ancorando i compensi ai risultati della gestione,
c) a promuovere, in seno alla Conferenza unificata Stato-Regioni-città e autonomie locali, oltre alle intese previste dal comma 70. dell'articolo 3, anche l'adozione di criteri e orientamenti comuni circa il sistema retributivo e i limiti dei compensi corrisposti da parte delle pubbliche amministrazioni
d) a adottare iniziative per promuovere e coordinare la produzione e lo scambio dei dati informativi concernenti le pubbliche amministrazioni tra le pubbliche amministrazioni stesse e tra queste e i cittadini, attraverso l'uso delle tecnologie informatiche e telematiche e la necessaria standardizzazione dei dati.
9/3256/128. Duilio, Violante, Incostante, Ventura.
La Camera,
premesso che:
la legge finanziaria per il 2007 ha inserito il completamento del raddoppio della linea ferroviaria Pontremolese tra le
opere prioritarie, e all'articolo 1, comma 965, autorizza la spesa di 48 milioni di euro (24 milioni per ciascuno degli anni 2007 e 2008) per «la progettazione definitiva del raddoppio dell'intero tracciato della linea ferroviaria Parma-La Spezia (Pontremolese), funzionale al rafforzamento del corridoio plurimodale Tirreno-Brennero»;
è da considerare l'importanza dell'opera, la cui sola progettazione prevede tempi tecnici non inferiori ai due anni per l'esecuzione del progetto, per la valutazione di impatto ambientale, per la fase successiva di approvazione da parte del territorio e per la valutazione di impatto ambientale;
l'esecuzione dei lavori potrà e dovrà sicuramente essere fatta per lotti funzionali in rapporto alle risorse disponibili,
impegna il Governo:
a presentare al più presto il progetto all'approvazione del Cipe;
ad affidare i lavori per la progettazione definitiva del raddoppio dell'intero tracciato della linea ferroviaria Parma -La Spezia (Pontremolese) così come recita anche il parere della IX Commissione Trasporti della Camera dei deputati sullo schema di contratto di programma fra il Ministero delle infrastrutture e la Rete ferroviaria italiana s.p.a.
9/3256/129. (Testo modificato nel corso della seduta)Andrea Orlando, Cordoni, Ceccuzzi, Fluvi, Franci, Mariani, Velo, Evangelisti, Motta, Olivieri, Mario Ricci, Rigoni.
La Camera,
premesso che:
a far data dal 1o gennaio 2008 cesserà, per le regioni Umbria e Marche, lo stato di emergenza proclamato a seguito della crisi sismica che ha colpito le due regioni nel settembre 1997;
ciò non significa che la ricostruzione sia terminata, ma solo che cessa per le due regioni la possibilità di usufruire degli istituti normativi particolari previsti per gli stati di emergenza;
la stima del danno per le due regioni, determinata formalmente subito dopo il sisma, ammontava a 8.442 milioni di euro per l'Umbria e a 4.374 milioni di euro per le Marche;
il fabbisogno stimato dopo la crisi sismica non è mai aumentato nel corso degli anni, e che, se si prendesse a riferimento tale stima, per completare la ricostruzione occorrerebbero ancora 3.219 milioni di euro per l'Umbria e 1.514 milioni di euro per le Marche;
le due regioni, nella consapevolezza della significativa entità dei finanziamenti ancora occorrenti, sono disponibili a ridefinire tale fabbisogno nell'ambito delle risorse occorrenti a chiudere gli interventi di ricostruzione ritenuti indispensabili;
al fine di definire congiuntamente il percorso di fuoriuscita dall'emergenza e di completamento della ricostruzione, è stato istituito un tavolo nazionale presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, del quale fanno parte, oltre che i rappresentanti del Governo, i rappresentanti delle regioni Marche ed Umbria, dei comuni interessati, nonché quelli delle forze economiche e del sindacato;
nel corso dell'ultima riunione del tavolo di cui sopra si era concordemente deciso che la legge finanziaria per il 2008 avrebbe previsto un ulteriore rifinanziamento degli interventi, che permettesse alle due regioni di continuare, senza soluzione di continuità, l'opera di ricostruzione, e, assolto questo impegno, sarebbe stata convocata una nuova riunione del tavolo nazionale al fine di definire con le regioni il quantitativo delle risorse ritenute necessarie per chiudere la ricostruzione e, sulla base di questa nuova definizione del fabbisogno, costruire una ipotesi pluriennale a chiusura, da formalizzare nella
legge finanziaria per il 2009 o in altro provvedimento utile che intervenisse nel frattempo;
il comma 107, dell'articolo 2, del disegno legge in esame, ha previsto, ai fini della prosecuzione degli interventi di ricostruzione, contributi quindicennali di 5 milioni di euro a decorrere da ciascuno degli esercizi 2008, 2009 e 2010, che tuttavia non risultano sufficienti al completamento della ricostruzione,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative affinché venga rapidamente riconvocato il tavolo nazionale presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, al fine di definire congiuntamente l'entità delle risorse ritenute necessarie per chiudere la ricostruzione e, sulla base di questa quantificazione del fabbisogno, costruire una ipotesi pluriennale di finanziamento per il completamento della ricostruzione, da formalizzare nella legge finanziaria per il 2009 o in altro provvedimento utile che intervenisse nel frattempo.
9/3256/130. Sereni, Bocci, Di Girolamo, Galeazzi, Giovanelli, Lusetti, Merloni, Morri, Stramaccioni, Vannucci.
La Camera,
premesso che:
a seguito della crisi sismica che ha colpito le regioni Umbria e Marche nel settembre 1997, i soggetti colpiti dal sisma hanno usufruito, per un periodo minimo di 6 mesi e massimo di 2 anni, della sospensione dei termini dei versamenti delle somme dovute a titolo di tributi, in base alle disposizioni previste dall' articolo 14, commi 1, 2 e 3 dell'ordinanza 28 settembre 1997, n. 2668, dall'articolo 2, comma 1, dell'ordinanza 22 dicembre 1997, n. 2728, dall'articolo 2, comma 2, dell'ordinanza 30 dicembre 1998, n. 2908, del Ministro dell'interno, delegato per il coordinamento della protezione civile e della sospensione dei pagamenti dei contributi previdenziali, assistenziali ed assicurativi, in base alle disposizioni previste dall'articolo 13 dell'ordinanza n. 2668 del 28 settembre 1997, del Ministro dell'interno, delegato per il coordinamento della protezione civile;
la ripresa dei versamenti delle somme di cui sopra è stata prorogata di anno in anno, per tutta la durata dello stato di emergenza;
a far data dal 1o gennaio 2008, cesserà per le due regioni lo stato di emergenza, il che non significa che la ricostruzione sia terminata, ma solo che cessa la possibilità di usufruire della normativa prevista per gli stati di emergenza, caratterizzata da istituti particolari quali le ordinanze di protezione civile;
al fine di definire congiuntamente il percorso di fuoriuscita dall'emergenza e di completamento della ricostruzione è stato istituito un tavolo nazionale presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, del quale fanno parte, oltre che i rappresentanti del Governo, i rappresentanti delle regioni Marche ed Umbria, dei comuni interessati, nonché rappresentanti delle forze economiche e del sindacato;
il comma 109, dell'articolo 2, del disegno legge in esame, stabilisce che i soggetti di cui sopra possono definire la propria posizione relativa al periodo interessato dalla sospensione, corrispondendo l'ammontare dovuto per ciascun tributo e contributo oggetto della sospensione al netto dei versamenti già eseguiti nella misura e con le modalità da stabilire, nei limiti di 50 milioni di euro a decorrere dall'anno 2008, con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dell'economia e delle finanze;
i soggetti colpiti dal sisma del 13 e 16 dicembre 1990, che ha interessato le province di Catania, Ragusa e Siracusa e quelli colpiti dagli eventi alluvionali del novembre 1994 in Piemonte, destinatari di eguali provvedimenti agevolativi, hanno avuto la possibilità di definire la loro posizione in materia di versamento delle somme dovute a titolo di tributi e contributi,
versando il 10 per cento degli importi dovuti, in base all'articolo 9, comma 17, della legge 27 dicembre 2002 n. 289 e all'articolo 4, comma 90, della legge 24 dicembre 2003, n. 350;
l'eccezionale trattamento agevolativo di cui hanno goduto i contribuenti siciliani e piemontesi operava nell'ambito del più ampio provvedimento di condono, all'epoca ancora attivo ed oggi non più in vigore, dal momento che i termini di quel provvedimento, di carattere assolutamente straordinario, sono attualmente chiusi e che attualmente la situazione della finanza pubblica è del tutto diversa, anche in riferimento ai vincoli posti dall'Unione europea nei riguardi dell'indebitamento dello Stato;
tuttavia, l'articolo 3 della Costituzione italiana stabilisce che tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge, senza distinzioni e ciò vale tanto di più in materia fiscale e contributiva, essendo questa una parte fondante del patto di reciprocità fra lo Stato ed i cittadini;
è da considerarsi l'opportunità di garantire un uguale trattamento fra cittadini colpiti da calamità simili;
impegna il Governo:
affinché i contenuti del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, che dovrà definire la misura e le modalità di restituzione da parte dei cittadini e delle imprese dei tributi e contributi sospesi, vengano discussi congiuntamente al tavolo nazionale istituito presso presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri;
affinché il medesimo decreto preveda una percentuale di restituzione dei contributi e tributi non versati per effetto delle sospensioni vicina al 10 per cento, con una rateizzazione che vada oltre i 10 anni, al fine di garantire che tale restituzione non vada a gravare in modo insostenibile sui redditi più bassi e sulle imprese.
9/3256/131. Lusetti, Sereni, Bocci, Di Girolamo, Galeazzi, Giovanelli, Merloni, Morri, Stramaccioni, Vannucci.
La Camera,
premesso che:
il disegno di legge finanziaria per il 2008 prevede, per il finanziamento delle opere di preminente interesse strategico nazionale di cui alla legge obiettivo, contributi quindicennali a decorrere dal 2008, 2009 e 2010 di 99,6 milioni di euro, che consentiranno di attivare 3,29 miliardi di euro;
l'importo, pure di rilievo, è però dimezzato rispetto alle previsioni del documento di programmazione economico finanziaria;
ciò fa nascere qualche timore e qualche perplessità sull'effettiva possibilità di portare a termine il programma compreso nella legge obiettivo;
inoltre si profila il rischio che, dovendo necessariamente completare le opere già cantierizzate, che sono fino ad oggi in massima parte concentrate nell'area settentrionale del Paese, non si possano avviare nuovi lavori nel Mezzogiorno, assolutamente necessari per ridurre il gap infrastrutturale nel Meridione;
la Basilicata necessita di importanti interventi nel settore della mobilità, in particolare con riferimento ai collegamenti ferroviari della città di Matera, ed alla trasversale Lauria - Candela,
impegna il Governo
a porre in essere ogni possibile azione al fine di incrementare gli investimenti nel settore infrastrutturale nell'intero territorio nazionale, con particolare riguardo al Mezzogiorno (almeno secondo le previsioni percentuali di legge pari al 33 per cento), ed alla Basilicata.
9/3256/132. Margiotta.
La Camera,
impegna il Governo
a valutare la possibilità di assumere le opportune iniziative affinché si creino condizioni di maggiore certezza e trasparenza per le aziende agricole interessate dalle problematiche esposte in premessa, permettendo alle stesse di superare definitivamente le criticità che le riguardano.
9/3256/133. (Testo modificato nel corso della seduta)Grassi, Servodio, Vico, Tomaselli.
La Camera,
premesso che:
l'università italiana continua da anni a soffrire una situazione di crisi per la riduzione delle risorse che vi sono destinate, con riflessi negativi sia sugli studenti, sia per tutti coloro che all'interno dell'università sono impegnati nella produzione scientifica;
il nostro Paese è da sempre agli ultimi posti per investimenti in ricerca scientifica, che non supera l'1 per cento del PIL;
secondo dati raccolti dal CNR, l'Italia è in coda tra i paesi Ocse e molto lontano dal 3 per cento del PIL proposto a Lisbona come obiettivo della politica comunitaria;
l'università e la ricerca sono elementi essenziali per l'innovazione, la crescita di qualità e lo sviluppo anche economico dell'Italia;
negli ultimi anni non è stato fatto nessuno sforzo reale per aumentare i fondi pubblici per la ricerca, specie quella di base e per l'università;
con gli emendamenti sui quali il Governo ha posto la fiducia si è attuato addirittura un taglio delle risorse per università e ricerca, che erano stanziate nel testo originario del disegno di legge finanziaria depositato dal Governo in Parlamento,
impegna il Governo
ad esperire tutte le iniziative necessarie al fine di incrementare costantemente le risorse a disposizione dell'università e della ricerca, provvedendo prioritariamente a reintegrare le risorse da ultimo ridotte.
9/3256/134. Sasso, Di Salvo, Aurisicchio, Zanotti, Nicchi, Leoni, Buffo.
La Camera,
premesso che:
la legge 4 giugno 2004, n. 143, all'articolo 2 (recante disposizioni speciali per il conseguimento dell'abilitazione all'insegnamento), comma 1, lettera a), b), c), c-bis) e c-ter) e commi 1-bis e 1-ter, istituisce una serie di corsi speciali di durata annuale, riservati a diverse categorie di insegnanti in servizio che, per motivi diversi, risultano sprovvisti dell'abilitazione;
tali corsi sono stati attuati con due diversi decreti ministeriali: il decreto ministeriale n. 21 del 9 febbraio 2005 e il decreto ministeriale n. 85 del 18 novembre 2005;
a corredo del decreto ministeriale n. 85 del 2005 sono state emanate una serie di note successive: la nota prot. 2064 del 21 novembre 2005, la nota prot. 643 del 30 marzo 2006, la nota prot. 1098 del 5 giugno 2006 e infine le note prot. 1943 (Ministero della pubblica istruzione) e 2310 (Ministero dell'università e della ricerca), rispettivamente del 18 e19 dicembre 2006, con le quali si invitano le università e le scuole di specializzazione all'insegnamento secondario a rimodulare i corsi per far sì che, omogeneamente, i corsisti espletino l'esame di ammissione nelle date di gennaio (secondarie) e marzo (primaria) 2008;
il protrarsi di questa vicenda danneggia fortemente sia coloro che hanno già concluso il corso di formazione, sia coloro le cui università non hanno ancora definito un termine conclusivo dei corsi e pregiudica il loro diritto a essere presenti senza riserva nelle graduatorie ad esaurimento,
impegna il Governo
a risolvere anche per via amministrativa tale questione
9/3256/135. Trupia, Sasso, Pettinari.
La Camera,
premesso che:
la legge finanziaria in esame (articolo 1, comma 167) prevede la proroga al 31 dicembre 2008 per il definitivo pensionamento della tassa raccolta rifiuti (TARSU), introdotta dal decreto legislativo n. 507 del 1993, e per la sua sostituzione con una tariffa che nelle intenzioni del legislatore dovrebbe costituire il corrispettivo per l'effettivo servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti reso dai comuni;
il comma 184 dell'articolo 1 della legge n. 296 del 2006 (legge finanziaria per il 2007) aveva disposto, nelle more dell'attuazione del codice ambientale, di mantenere invariato per il 2007 il prelievo adottato per il 2006;
sono passati oramai dieci anni dall'introduzione della tariffa con il cosiddetto decreto Ronchi (decreto legislativo n. 22 del 1997);
con l'emanazione del Codice dell'ambiente (decreto legislativo n. 152 del 2006) non ancora operativo per mancanza dei decreti attuativi, è stata prevista una nuova versione della tariffa e abrogato il decreto legislativo n. 22 del 1997;
l'ostacolo principale incontrato per il varo della nuova tariffa, che dovrebbe garantire la copertura integrale del costo del servizio, è rappresentato dal notevole aumento che la sua introduzione comporterebbe;
l'articolo 7 del decreto-legge n. 61 del 2007, recante interventi straordinari per superare l'emergenza nel settore dello smaltimento dei rifiuti nella regione Campania, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 81 del 2007, ha introdotto una disciplina derogatoria, rispetto a quella prevista dall'articolo 238 del decreto legislativo n. 152 del 2006, relativa alla tariffa rifiuti nella regione Campania, creando una situazione paradossale che vede i comuni della Campania costretti ad applicare la tariffa di cui sopra, mentre il resto d'Italia ne viene esentato,
impegna il Governo
a valutare la possibilità di adottare le opportune iniziative normative al fine di evitare che dal 1o gennaio 2008, per i comuni della Campania, l'intero costo del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti sia caricato per intero sulla TARSU e quindi sui cittadini, valutando anche l'opportunità di abrogare l'articolo 7 del decreto-legge n. 61 del 2007.
9/3256/136. (Testo modificato nel corso della seduta)Aurisicchio, Scotto, Lomaglio, Bandoli.
La Camera,
premesso che:
i provvedimenti della manovra finanziaria per il 2008 contengono misure per il sostegno e il rilancio dell'edilizia residenziale pubblica e dell'edilizia a canone agevolato, fortemente attese, in particolare nei grandi centri urbani;
nel comune di Roma sta assumendo un aspetto di particolare disagio la vendita, imprevista ed improvvisa, degli alloggi costruiti secondo i dettami dell'edilizia agevolata per gli agenti della polizia di Stato ed assegnati in locazione secondo graduatoria;
impegna il Governo
a valutare la possibilità di prevedere misure e ad adottare iniziative idonee ad evitare la perdita del diritto all'alloggio e a vigilare sulla correttezza delle procedure di vendita per gli agenti della polizia di Stato.
9/3256/137. (Testo modificato nel corso della seduta)Nicchi, Pettinari, Fumagalli
La Camera,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte a prevedere misure idonee a consentire alle imprese il recupero degli importi decurtati nel 2007 per effetto di una applicazione di criteri di calcolo difformi rispetto allalegislazione vigente, non imputabile in alcun modo alle imprese stesse.
9/3256/138. (Testo modificato nel corso della seduta)Leoni, Rotondo, Sasso, Maderloni, Aurisicchio.
La Camera,
premesso che:
è imminente l'inizio dell'iter parlamentare di approvazione di un disegno di legge del governo di riforma dell'editoria che dovrà promuovere un salto di qualità nell'intervento pubblico;
il supporto pubblico all'editoria no-profit e di partito è una misura tesa ad attuare l'articolo 21 della Costituzione, cioè il diritto ad informare ed essere informati attraverso pluralismo e libertà;
in un quadro generale che vede le risorse pubblicitarie confluire in maggioranza (56 per cento) al duopolio televisivo, mentre la restante parte (35 per cento) è patrimonio dei grandi gruppi editoriali, l'attività dei giornali no-profit, di idee e politici rischia una crisi profonda e questo sarebbe un colpo molto grave per il pluralismo dell'informazione;
l'informazione è infatti una «merce» particolare, che deve essere strettamente connessa alla qualità della democrazia, che non può quindi essere lasciata in balia del mercato;
garantire la possibilità del finanziamento pubblico al settore significa dunque alimentare un pluralismo comunicativo concepito come il «sale» di una società moderna ed avanzata; vanno adottate con la riforma norme e controlli al fine di combattere ogni abuso ed uso improprio di risorse pubbliche;
la spesa per l'editoria è comunque passata da un fabbisogno pari a 650 milioni di euro a 480 milioni;
attualmente, lo stanziamento triennale previsto nel bilancio dello Stato, per tale scopo, anche tenuto conto della integrazione approvata dalla Commissione bilancio, è del tutto insufficiente;
in particolare, la cifra calcolata e richiesta dalla Presidenza del Consiglio dei ministri, Dipartimento editoria, per assicurare l'erogazione dei contributi diretti del 2006, quindi il pagamento dei debiti pregressi, è di 98 milioni, mentre il decreto-legge 1o ottobre 2007, n. 159, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 novembre 2007, n. 222, collegato alla finanziaria, ne ha resi disponibili, all'articolo 10, comma 9. solo 50;
non è possibile lasciare le aziende del settore nell'incertezza più assoluta,
impegna il Governo
a valutare la possibilità di adottare le opportune iniziative volte a integrare le risorse a disposizione delle erogazioni per il settore dell'editoria.
9/3256/139. (Testo modificato nel corso della seduta)D'Antona, Sasso, Aurisicchio, Fumagalli, Rotondo, Maderloni.
La Camera,
premesso che:
il grave incidente verificatosi alla Thyssenkrupp di Torino, che ha riportato l'attenzione di tutto il Paese sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, è stato causato dall'incuria dell'azienda nella manutenzione degli impianti;
i dati delle morti sul lavoro in Italia sono purtroppo ancora molto preoccupanti: 1.274 nel 2005 (di cui 866 nell'industria e i servizi, 124 in agricoltura e 6 nell'amministrazione statale), 1.302 nel 2006 (924 in industria e servizi, 115 in agricoltura e 8 nell'amministrazione statale) e 774 nel 2007 (dati aggiornati a settembre);
le cifre degli incidenti sono particolarmente preoccupanti nel settore dell'edilizia: 333 morti nel 2006, 189 nel 2007 (dato provvisorio che non tiene conto dei casi mortali riconosciuti dall'INAIL dopo il decesso);
quanto alle irregolarità registrate, sulla base di primi dati del Ministero del lavoro e della previdenza sociale (27.571 cantieri ispezionati) risulta come a fronte di un 57 per cento a livello nazionale, ci siano aree a maggiore irregolarità (ad esempio in provincia di Milano sono state riscontrate irregolarità nel 64,5 per cento dei cantieri ispezionati);
il dato del calo degli infortuni del 13 per cento nel periodo da gennaio ad ottobre rispetto allo stesso periodo del 2006, in seguito all'aumento nei controlli del 37 per cento e nelle sanzioni del 40 per cento, mostra che l'intervento in materia produce effetti senz'altro positivi;
la legge numero 123 approvata nel corso di quest'anno ha reso più efficace la norma in materia di disciplina della sicurezza sui luoghi di lavoro, ma ancora deve essere completata con la delega da attuare entro maggio 2008, che deve intervenire sulla riformulazione delle sanzioni amministrative e penali, in particolare per la determinazione della misura dell'ammenda e dell'arresto; sulla definizione di azioni di prevenzione e dei progetti formativi; sulla revisione della normativa in materia di macchine e attrezzature da lavoro; sulla modifica del sistema di assegnazione degli appalti pubblici al fine di garantire che l'assegnazione non determini la diminuzione del livello di tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori;
dal prossimo anno saranno assunti altri 300 ispettori del lavoro in modo da completare l'organico di 3.750 unità,
impegna il Governo:
ad accelerare i tempi per l'adozione del decreto legislativo previsto dalla legge n. 123 del 2007, provvedendo ad approvarlo anche prima della scadenza massima prevista dalla legge;
ad accelerare l'assunzione degli ispettori del lavoro;
a rendere immediatamente operativi alcuni degli indirizzi già presenti nel testo per la sicurezza approvato ad agosto, e precisamente: l'esclusione dei lavoratori precari dalle lavorazioni pericolose; l'indicazione nella richiesta degli appalti del valore delle misure di sicurezza applicate, al fine di evitare il massimo ribasso; l'estensione e rafforzamento del ruolo dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza, anche prevedendo un aumento dei permessi sindacali al riguardo;
a prendere le opportune iniziative per ridefinire i limiti per l'orario di lavoro giornaliero sapendo che la trasposizione in Italia della direttiva europea ne ha tolto sostanzialmente i limiti;
a prendere le necessarie iniziative per la creazione di un fondo di sostegno alle famiglie dei lavoratori morti in seguito ad incidenti sul lavoro.
9/3256/140. Di Salvo, Buffo, Leoni, Fumagalli, Bandoli, Zanotti, Nicchi, Sasso, Trupia, D'Antona, Scotto, Aurisicchio, Attili, Lomaglio, Maderloni, Pettinari, Rotondo, Cialente, Poletti.
La Camera,
impegna il Governo
ad adottare le ulteriori opportune iniziative per consentire anche ai lavoratori esposti alla fibra «fiberfrax» di poter usufruire delle medesime provvidenze previste per i lavoratori danneggiati dall'amianto di cui all'articolo 13 della legge 27 marzo 1992, n. 257, e successive modificazioni.
9/3256/141. (Testo modificato nel corso della seduta)Rotondo, Aurisicchio, Di Salvo, Buffo, Pettinari, Fumagalli, Bandoli, Lomaglio, Maderloni.
La Camera,
premesso che:
la legislazione dei governi della passata legislatura ha cancellato il limite di durata massima giornaliera dell'orario di lavoro, ad avviso dei presentatori in violazione della Costituzione;
occorre ripristinare questo elemento minimo di civiltà del lavoro, con tutta l'urgenza resa necessaria dai drammatici fatti di Torino, in cui hanno perso la vita quattro operai giunti alla dodicesima ora consecutiva di lavoro;
ciò deve tradursi, in attuazione dei principi di cui agli articoli 32 e 36 della Costituzione e, in particolare, dell'obbligo della Repubblica di tutelare la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, nell'integrazione della vigente disciplina legale dell'orario di lavoro,
è opportuno che la durata normale massima della prestazione lavorativa giornaliera sia fissata in misura non superiore alle 8 ore, fermi restando i limiti inferiori eventualmente stabiliti dalla contrattazione collettiva, e nel rispetto della durata massima settimanale di 48 ore, fissata dalla direttiva comunitaria 2003/88/CE, e che alla durata normale giornaliera dell'orario non possano cumularsi più di due ore di lavoro straordinario,
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di adottare le necessarie ed urgenti iniziative per stabilire una nuova disciplina legale dell'orario di lavoro improntate al riconoscimento degli elementi minimi di regolazione della materia come quelli indicati, in particolare, nell'ultimo capoverso delle premesse.
9/3256/142. Buffo, Pagliarini, Rocchi, Pellegrino, Di Salvo, De Cristofaro, Burgio.
La Camera,
premesso che:
nel 1980 il Parlamento chiedeva al Governo di dare un'adeguata risposta ad un'esigenza sempre più sentita e diffusa, quella di approfondire, analizzare e chiarire i tanti problemi che sorgono con la presenza delle Forze armate nelle varie Regioni d'Italia;
il 5 e 6 maggio 1981 si teneva a Roma la Conferenza nazionale sulle servitù militari, indetta dal Ministero della difesa, d'intesa con le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano, attuando una precisa volontà del Parlamento;
in quella sede maturarono i primi orientamenti per le iniziative da assumere, con il fine ultimo di realizzare un riequilibrio nazionale dei gravami militari;
nel programma dell'Unione sottoposto agli elettori e, successivamente, nell'esposizione delle linee programmatiche del Governo al Parlamento, è stata indicata la necessità di «arrivare ad una ridefinizione delle servitù militari che gravano sui nostri territori, con particolare riferimento alle basi nucleari» e quella di «dare impulso alla seconda Conferenza nazionale sulle servitù militari, coinvolgendo l'Amministrazione centrale della Difesa, le Forze Armate, le Regioni e gli Enti
Locali, al fine di arrivare ad una soluzione condivisa che salvaguardi gli interessi della difesa nazionale e quelli altrettanto legittimi delle popolazioni locali»;
attualmente, è giunta nelle fasi conclusive, dopo un lungo e articolato percorso, l'indagine conoscitiva sulle servitù militari avviata dalla Commissione difesa, finalizzato ad una valutazione precisa e puntuale del sistema delle servitù militari ed al loro riordino complessivo;
esiste una molteplicità di istanze e richieste che proviene dalle autorità e dalle popolazioni locali;
appare giunto il momento per una revisione generale dello strumento militare e di una pianificazione della distribuzione delle forze militari sul territorio nazionale, che risponda alla massima trasparenza e persegua la massima armonizzazione con le esigenze dei territori,
impegna il Governo
a convocare entro la prima metà del 2008 la II Conferenza nazionale sulle servitù militari.
9/3256/143. Scotto, Deiana, Duranti, Trupia, De Zulueta, Galante.
La Camera,
premesso che:
la legge finanziaria al nostro esame contiene, anche in seguito a modifiche inserite nel testo dal Senato e dalla Camera, misure per affrontare il tema della sicurezza dei cittadini in tutti i suoi aspetti: dalle norme riguardanti i mezzi ed il personale delle forze dell'ordine a quelle concernenti la protezione civile;
a tale scopo altrettanto opportuni ed utili risulterebbero i provvedimenti volti a consentire ai comuni di rafforzare la qualità ed il numero dei vigili urbani, per consolidare un rapporto ravvicinato delle istituzioni con la cittadinanza e costituire un essenziale presidio del territorio,
impegna il Governo
ad adottare le opportune ulteriori iniziative per consentire ai comuni di procedere ad assunzioni di personale del corpo della Polizia municipale, al fine di fronteggiare le emergenze derivanti dalla presenza di un organico in servizio ridotto rispetto a quanto previsto dai regolamenti, anche in deroga alla normativa vigente e compatibilmente con le risorse finanziarie disponibili dei singoli enti locali.
9/3256/144. Cialente, Aurisicchio, Rotondo, Maderloni, Attili.
La Camera,
premesso che:
il consumo idrico mondiale è in costante crescita a causa dell'uso civile, industriale e agricolo delle risorsa acqua, tale che alla fine del XX secolo il suo fabbisogno è risultato sette volte superiore a quello stimato al suo inizio;
l'attività agricola consuma mediamente il 46 per cento della risorsa idrica, contro il 19 per cento della produzione elettrica, il 18 per cento delle forniture idriche e il 17 per cento dell'industria;
l'Italia impiega in scopi irrigui (agricoltura e allevamenti) circa il 60 per cento dei circa 56 miliardi di metri cubi annui di consumi di acqua dolce, ed è al primo posto in Europa sia per i consumi di acqua per abitante, sia per la maggiore estensione agricola irrigata, pari a 4.500.000 di ettari;
è necessario il passaggio al sistema d'irrigazione a goccia per ridurre al minimo le perdite di acqua,
impegna il Governo
ad adottare ogni utile iniziativa di propria competenza volta a incentivare la sostituzione di impianti di irrigazione di tipo dispersivo con quelli di irrigazione «a goccia».
9/3256/145. Bandoli, Maderloni, Lomaglio, Rotondo.
La Camera,
premesso che:
la violenza alle donne non è un problema che riguardi la sfera privata, ma si manifesta come uno dei segni più brutali delle disuguaglianze esistenti nella nostra società;
esiste una definizione tecnica della sindrome della donna maltrattata che consiste «nelle aggressioni sofferte dalla donna come conseguenza dei condizionamenti socioculturali che agiscono sul genere maschile e femminile, collocandola in una posizione di subordinazione all'uomo e che si manifesta in tre sfere basiche del rapporto personale: maltrattamenti in seno ai rapporti di coppia, aggressione sessuale nella vita sociale e molestie in ambito lavorativo»;
i poteri pubblici non possono ignorare questo tipo di violenza, che costituisce uno degli attacchi più forti a diritti fondamentali quali la libertà, l'uguaglianza, la vita, la sicurezza e la non discriminazione, proclamati dalla nostra Costituzione;
l'inserimento nella legge finanziaria di uno specifico articolo che prevede, e finanzia, lo sviluppo di un Piano contro la violenza alle donne appare come un primo segnale di richiamo verso una attenzione ed una sensibilità nuove;
gli aspetti giuridici, assistenziali, di protezione sociale e sostegno economico sono determinanti per portare un concreto aiuto alle donne che subiscono abusi e soprusi;
impegna il Governo
a prestare la massima attenzione, nell'elaborazione del Piano contro la violenza alle donne, agli aspetti preventivi, educativi e sociali, anche con un concreto riferimento ai mezzi di comunicazione ed al settore pubblicitario, affinché si affermi un'immagine della donna che ne rispetti l'uguaglianza e la dignità.
9/3256/146. Zanotti, Di Salvo, Nicchi, D'Antona, Trupia, Bandoli, Buffo, Sasso, Pettinari, Fumagalli, Aurisicchio, Rotondo, Lomaglio, Scotto, Maderloni, Leoni, Attili, Cialente.
La Camera,
premesso che:
la legge finanziaria in esame destina le risorse per il rinnovo dei contratti dei pubblici dipendenti ai soli arretrati per il biennio 2006-2007 e per i comparti degli enti locali, sanità, università e ricerca (ulteriori 1.081 milioni di euro dal 2008 e 220 milioni dal 2009), mentre il decreto-legge 1o ottobre 2007, n. 159, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 novembre 2007, n. 222, ha messo a disposizione 1 miliardo per anticipare gli arretrati delle vertenze chiuse entro il 1o dicembre, relative ai ministeri (200.000 unità) e agli enti pubblici non economici (60.000 lavoratori);
al comma 130 dell'articolo 3 del provvedimento in esame sono specificate le risorse per la scuola per il biennio 2006-2007, per fare in modo che i lavoratori di questo comparto possano beneficiare da subito delle somme risultanti dal rinnovo del loro contratto;
la legge finanziaria, per il biennio 2008-2009, stanzia le risorse solo per l'indennità di vacanza contrattuale e non per il rinnovo dei contratti del pubblico impiego per i 3,5 milioni di dipendenti pubblici (700 milioni per il 2008 e 1,2 miliardi per gli anni seguenti). Lo stesso comunicato del Governo considera «di difficile attuazione» la chiusura delle trattative entro il 31 marzo 2008;
il Governo in più occasioni si è impegnato a trovare le «occorrenti disponibilità finanziarie» per i rinnovi contrattuali;
secondo stime di fonte sindacale, se all'inflazione programmata per il triennio 2008-2010 (4,7 per cento) si aggiunge la produttività, si arriva ad un 6 per cento di
aumento. Per assicurare la copertura del triennio servirebbero dunque, complessivamente, 9,6 miliardi (1,6 miliardi per ogni punto percentuale);
i sindacati hanno proclamato un riuscito sciopero del settore e vedono in questa mancanza di risorse nella legge finanziaria il tentativo di forzare la mano per la triennalizzazione dei contratti del pubblico impiego, con conseguente ulteriore difficile rincorsa a posteriori dell'inflazione che erode il potere d'acquisto dei lavoratori;
rispondere alle aspettative dei lavoratori pubblici rappresenterebbe il segnale migliore anche per i milioni di lavoratrici e lavoratori del settore privato, anch'essi in attesa del rinnovo del proprio contratto nazionale di lavoro,
impegna il Governo
ad adottare ogni utile iniziativa al fine di attivare con urgenza un tavolo di confronto con le organizzazioni sindacali per rinnovare i contratti del pubblico impiego per il biennio 2008-2009 in attuazione dell'Intesa tra esecutivo, enti territoriali e sindacati del 29 maggio scorso ed a reperire le somme necessarie allo scopo di concludere in tempi rapidi le trattative con le organizzazioni sindacali, possibilmente entro i primi mesi dell'anno 2008.
9/3256/147. Pettinari, Di Salvo, Buffo, Aurisicchio, Rotondo, Fumagalli, D'Antona, Nicchi, Lomaglio, Maderloni.
La Camera,
premesso che:
i contratti di lavoro a progetto in Italia coinvolgono il 5,7 per cento dei lavoratori, secondo quanto emerge dall'ultimo rapporto elaborato dall'ISFOL su dati ISTAT. Il totale del lavoro atipico in Italia riguarda dai 3,5 ai 4,5 milioni di persone, soprattutto donne e giovani, e ben il 47 per cento del totale è rappresentato da cittadini sotto i trent'anni;
tra i lavoratori cresce il malcontento e i lavori reali si allontanano sempre di più dalle aspettative delle persone a causa della precarietà, delle esigue retribuzioni e delle scarse possibilità di carriera. Dati statistici confermano che sovente il ricorso ai contratti precari più che contribuire alla flessibilità del lavoro si configura come sfruttamento di una manodopera a costi contenuti che è contrario alla cultura della civiltà del lavoro;
i contratti a progetto lasciano i lavoratori sprovvisti di diritti essenziali quali un'adeguata indennità di disoccupazione, così che se un lavoratore perde il lavoro, contro la sua volontà, è lasciato in balia di se stesso e non viene assistito;
nel disegno di legge in esame è stata inserita una disposizione che prevede, per l'anno 2008 e a solo titolo sperimentale, l'istituzione di un assegno formativo per i periodi di disoccupazione dei lavoratori atipici;
nel disegno di legge che recepisce il Protocollo del 23 luglio 2007 su previdenza, lavoro e competitività, attualmente all'esame del Senato, si prevede l'aumento dei contributi per i lavoratori atipici iscritti alla gestione speciale presso l'INPS di cui all'articolo 2, comma 29, della legge 8 agosto 1995, n. 335, senza prevedere l'estensione piena a questi lavoratori delle garanzie sociali quali le indennità di malattia e di maternità, nonché di quella di disoccupazione,
impegna il Governo
ad adottare ulteriori iniziative, anche normative, per aumentare le tutele dei lavoratori atipici che prevedano, tra l'altro, la corresponsione di un'indennità di disoccupazione e di adeguate indennità di malattia e maternità.
9/3256/148. Fumagalli, Zanotti, Di Salvo, Leoni, Bandoli, Buffo, Nicchi, Sasso, Trupia, D'Antona, Scotto, Aurisicchio, Attili, Lomaglio, Maderloni, Pettinari, Rotondo, Cialente.
La Camera,
premesso che:
i parchi naturali hanno una grande importanza per la tutela del territorio nazionale e per la sua valorizzazione e costruire una rete estesa e funzionante è importante per uno sviluppo reale del Paese;
l'istituzione di un parco offre un'importante opportunità per coniugare la tutela del patrimonio culturale ed ambientale con i nuovi indirizzi economici e di sviluppo e per creare sviluppo sostenibile e nuova occupazione qualificata;
è già stato avviato alla Camera dei deputati l'iter di approvazione delle proposte di legge istitutive del Parco della laguna di Venezia, del Parco geominerario delle zolfare di Sicilia, del Parco dell'Appennino dauno e del Parco di Portofino;
il 21 novembre scorso il Governo ha accolto un ordine del giorno presentato da numerosi parlamentari, espressione di forze politiche diverse, che impegna il Governo ad adottare le opportune iniziative volte ad istituire, con la Regione siciliana, il «Parco nazionale geominerario delle zolfare di Sicilia»;
il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, peraltro, rispondendo, nel corso dello svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata della stessa seduta di mercoledì 21 novembre, ad un'interrogazione parlamentare, aveva assunto l'impegno, anche a nome del Governo, a reperire nell'ambito della legge finanziaria, le risorse sufficienti a rispondere positivamente alla richiesta di istituzione dei parchi di: Portofino, della laguna di Venezia, delle Zolfare di Sicilia e dell'Appennino dauno, di cui è stato già avviato l'iter alla Camera dei deputati;
nel provvedimento in esame si dispone un ulteriore finanziamento a favore delle aree protette;
nell'autunno 2008 si terrà la Conferenza nazionale sulla biodiversità e a seguire la Conferenza nazionale sulle aree protette,
impegna il Governo
ad adottare le necessarie e concrete iniziative per l'istituzione, il primo avviamento e la gestione dei Parchi nazionali di Portofino, della laguna di Venezia, geominerario delle zolfare di Sicilia, dell'Appennino dauno.
9/3256/149. Lomaglio, Bandoli, Maderloni, Rotondo, Misuraca.
La Camera,
premesso che:
la manutenzione e la riqualificazione della porzione di arenile destinata a «spiaggia libera» è una funzione attribuita ai Comuni costieri;
è un'attività di grande rilievo sociale sia per gli interventi di difesa delle coste che per quelli di tutela delle spiagge;
la pulizia, la sicurezza e la riqualificazione della «spiaggia libera» implica costi rilevanti, per coprire i quali spesso i Comuni non dispongono di risorse sufficienti, in particolare quando tali enti intendono mantenere l'attuale quota di spiagge libere, anche per garantire e migliorare l'accessibilità alle aree demaniali marittime date in concessione;
per garantire la manutenzione, l'accesso e l'utilizzo delle spiagge libere - anche a fine stagione - occorrono consistenti risorse;
impegna il Governo
a valutare le iniziative necessarie ad assicurare ai comuni costieri turistici le risorse necessarie alla copertura dei costi connessi allo svolgimento delle funzioni istituzionali.
9/3256/150. (Testo modificato nel corso della seduta)Crisci, Fincato.
La Camera,
premesso che:
nel provvedimento in esame sono previsti l'istituzione presso l'Inail del Fondo per le vittime dell'amianto (articolo 1, comma 242) e l'incremento della dotazione del Fondo di sostegno per le famiglie delle vittime di gravi infortuni sul lavoro (articolo 2 comma 541);
l'Inail, Istituto nazionale per l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro, negli anni dal 2002 al 2007 ha chiuso i suoi bilanci con avanzi consolidati di amministrazione, pari a circa 2 miliardi di euro all'anno (1,7 miliardi nel 2007);
gli avanzi di bilancio dell'Inail ammonterebbero a circa 13 miliardi di euro, depositati presso il Ministero dell'economia e delle finanze, ma utilizzati dal Tesoro per diminuire la propria esposizione nel mercato finanziario;
le prestazioni erogate dall'Inail dal 2000 al 2006 risultano essere diminuite di circa 300.000 unità, passando da 1,2 milioni del 2000 alle 917.000 nell'anno in corso;
numerose sono le nuove malattie professionali dovute a mutati cicli produttivi ed a nuove tecnologie non tabellate come indennizzabili;
risulta che l'Inail non sia più in condizione di garantire una tutela adeguata alle vittime del lavoro, in quanto erogherebbe prestazioni peggiori rispetto al passato, e che non riesca a svolgere interventi sanitari adeguati, a causa delle esigue risorse a sua disposizione
impegna il Governo
a valutare la possibilità di garantire la rivalutazione degli assegni di invalidità;
ad accogliere le domande, riconosciute valide, per il godimento ai fini pensionistici dei benefici previsti dalla legge 27 marzo 1992, n. 257, e successive modificazioni;
ad assicurare interventi sanitari e misure efficaci per il reinserimento lavorativo dei lavoratori infortunati;
ad aggiornare le tabelle INAIL in funzione dell'evoluzione del lavoro;
a destinare interamente gli avanzi consolidati di amministrazione dell'Inail al Fondo di cui all'articolo 1, comma 1187, della legge 27 dicembre 2006, n. 296.
9/3256/151. (Testo modificato nel corso della seduta)Burgio, Rocchi, De Cristofaro, Duranti.
La Camera,
premesso che:
la legge finanziaria per il 2008 prevede una serie di disposizioni fiscali per il sostegno delle famiglie e del lavoro dipendente;
l'Unione Europea ritiene incompatibile con il diritto comunitario la nostra normativa che stabilisce età pensionabili diverse per uomini e donne;
non è pensabile che la situazione muti da un giorno all'altro, ma i firmatari del presente atto sono consapevoli che un percorso di equiparazione deve pur essere iniziato, fermo restando il diritto della donna ad avere maggiori tutele, che necessitano di una adeguata regolamentazione, onde poter soddisfare l'esigenza di conciliare il lavoro con la vita familiare;
l'equiparazione dell'età pensionabile delle donne a quella degli uomini come richiede l'Unione europea rende sempre più indispensabili interventi normativi che favoriscano l'occupazione femminile attraverso il riconoscimento di vantaggi pensionistici erogabili anche sotto forma di un bonus previdenziale pari ad un anno per ciascun figlio, con l'estensione di tali benefici anche alle lavoratici autonome;
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di concedere un bonus alle lavoratrici madri pari al riconoscimento di un anno di anzianità pensionistica
per ciascun figlio ai fini di meglio conciliare gli impegni familiari con il lavoro.
9/3256/152. Widmann, Bezzi, Brugger, Zeller, Nicco.
La Camera,
premesso che:
la legge finanziaria per il 2008 detta disposizioni sulla dotazione organica degli Enti parco nazionali;
il Consorzio del Parco nazionale dello Stelvio da anni ha la necessità di stabilizzare il personale operaio svolgente mansioni impiegatizie già assunto dal Consorzio nella prima fase di avvio della gestione consortile;
il personale civile di cui sopra, proveniente dall'ex Azienda di Stato per le foreste demaniali, composto da circa 18 persone, è stato assunto dal Consorzio del Parco nazionale dello Stelvio al momento del passaggio della gestione in una fase di assenza di norme e direttive da parte del Ministero dell'ambiente e ha garantito al nuovo Consorzio una soluzione di continuità nella gestione del Parco dello Stelvio;
al momento dell'assunzione da parte del Consorzio del Parco nazionale dello Stelvio, il personale di cui sopra è passato da un contratto di natura privatistica per operai addetti ai lavori idraulici, forestali ed agrari, ad un contratto pubblicistico applicato agli enti pubblici non economici per mansioni impiegatizie, il quale ha previsto l'aggiunta nel trattamento economico di un «assegno ad personam», oggetto del contenzioso;
il nuovo decreto interministeriale del 14 luglio 2006 del Ministro dell'ambiente, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, che ha rivisto il precedente decreto interministeriale del 2 ottobre 1998, prevede l'inserimento nella pianta organica del Consorzio di questo personale con efficacia retroattiva e con la conservazione del trattamento economico e di tutti i diritti acquisiti dal momento dell'assunzione, con ciò risolvendo l'ormai annoso contenzioso tra Consorzio e Ministero dell'ambiente;
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di intervenire quanto prima per risolvere l'annosa questione della stabilizzazione del personale dell'ex Azienda di Stato per le Foreste Demaniali (ASFD) assunto dal Consorzio del Parco nazionale dello Stelvio con mansioni impiegatizie al momento del passaggio alla gestione in forma consortile del Parco.
9/3256/153. Bezzi, Brugger, Zeller, Widmann, Nicco.
La Camera,
premesso che:
il provvedimento in esame, all'articolo 2, comma 187, autorizza la spesa di 1 milione di euro per ciascuno degli anni 2008 e 2009 in favore del Comitato nazionale italiano permanente per il microcredito, istituito presso la Presidenza del Consiglio con decreto-legge 10 gennaio 2007, n. 2, convertito con modificazioni dalla legge n. 81 dell'11 marzo 2006;
tra le funzioni del Comitato nazionale italiano permanente per il microcredito rientra l'agevolazione dell'esecuzione tecnica dei progetti di cooperazione a favore dei Paesi in via di sviluppo;
già da tempo, i progetti di cooperazione italiani sia governativi che non governativi, utilizzano il microcredito come strumento di lotta alla povertà e di promozione delle fasce economicamente più deboli, in particolare delle donne, anche traendo esempio dalla Grameen Bank di Mohamed Yunus, premio Nobel per la Pace,
impegna il Governo
a fornire al Parlamento, entro il 31 dicembre 2008, una relazione sulle attività
del Comitato nazionale italiano permanente per il microcredito.
9/3256/154. Siniscalchi, De Zulueta, Pettinari, Mattarella, D'Elia.
La Camera,
premesso che:
in attesa della riforma degli ammortizzatori sociali il provvedimento in esame interviene con misure relative ai trattamenti di integrazione salariale straordinaria, di mobilità e di disoccupazione speciale (articolo 2, commi 528 e seguenti);
l'indennità di mobilità è adeguata in misura pari all'aumento dell'indennità di contingenza dei lavoratori dipendenti e non, a differenza delle altre misure a sostegno della disoccupazione, sulla base dell'indice Istat dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati;
essendo venuto meno il meccanismo di adeguamento in seguito all'abolizione dell'indennità di contingenza, gli importi dell'indennità di mobilità non possono variare nell'arco temporale di fruizione della stessa;
impegna il Governo
nell'ambito della delega del welfare a prendere opportune iniziative tese a adeguare l'indennità di mobilità all'aumento derivante dalla variazione dell'indice Istat dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati al fine di eliminare una disparità di trattamento nei confronti dei lavoratori interessati.
9/3256/155. (Testo modificato nel corso della seduta)Rocchi, Burgio, De Cristofaro.
La Camera,
premesso che:
il programma di Governo prevede di omogeneizzare la tassazione delle rendite finanziarie prevedendo un'aliquota unica, riducendo di conseguenza l'aliquota attualmente al 27 per cento - prevista ad esempio per i depositi in conto corrente - e innalzando quella del 12,5 per cento;
la traduzione concreta di questo intendimento costituisce un importante obiettivo di giustizia fiscale e di riequilibrio della tassazione, visto il maggior peso fiscale che grava sul lavoro dipendente e autonomo, sul reddito di impresa e sulle altre fonti di reddito;
le maggiori entrate derivanti da specifiche modalità di attuazione dell'aliquota unica dovrebbero essere destinate a ridurre contestualmente la tassazione sulle persone fisiche con riferimento prioritario ai redditi da lavoro dipendente, che in questi anni hanno visto una perdita consistente di potere d'acquisto;
è in discussione presso questa Camera il disegno di legge AC 1762 che, all'articolo 1, si occupa di rendite finanziarie;
dal summenzionato articolo 1 - che prevede anche la pur condivisibile equiparazione della tassazione dei fondi mobiliari italiani a quelli esteri, più altre previsioni relative allo status fiscale delle rendite - lo scorso mese di aprile è stato stralciato il punto relativo all'omogeneizzazione delle aliquote, con l'impegno di risolvere alcuni problemi tecnici relativi all'introduzione dell'aliquota unica;
la sola unificazione delle aliquote si sarebbe potuta introdurre anche nella Legge Finanziaria per il 2008, nel caso in cui in questo lasso di tempo il disegno di legge AC. 1762 fosse stato già approvato dai due rami del Parlamento e sempre che si fosse trovata adeguata soluzione ai problemi tecnici relativi all'impatto della nuova aliquota su alcune tipologie di rendite;
tale provvedimento è fermo in Aula dal 29 giugno scorso,
impegna il Governo
a reintrodurre in tempi brevi la previsione dell'aliquota unica di cui all'articolo 1 del citato disegno di legge A.C. 1762 così come già richiesto da un ordine del giorno approvato nell'altro ramo del Parlamento con l'obiettivo di riprendere anche la discussione dell'A.C. 1762.
9/3256/156. Mungo, Lomaglio, Vacca, Fundarò.
La Camera,
in sede di esame del disegno di legge finanziaria per l'anno 2008;
premesso che:
l'obiettivo del rilancio economico e sociale di aree interessate da crisi industriali assume caratteri di straordinaria rilevanza per alcuni contesti territoriali, molti dei quali situati nelle regioni del mezzogiorno;
come noto, nel nostro ordinamento sono stati adottati provvedimenti volti a favorire la reindustrializzazione delle realtà colpite da crisi industriali e occupazionali, tra cui quelli previsti dai commi 8 e 9 dell'articolo 11 del decreto legge n. 35 del 14 marzo 2005, convertito con modificazioni, dalla legge 14 maggio 2005, n. 80;
le risorse finanziarie destinate per gli interventi previsti dal citato decreto legge appaiono ancora inadeguate ad affrontare l'ampiezza e la diffusione del fenomeno,
impegna il Governo
ad individuare, già a partire dai prossimi provvedimenti di carattere economico-finanziario, ulteriori risorse per il rilancio del tessuto produttivo e occupazionale delle aree interessate da crisi industriale.
9/3256/157. Bellanova.
La Camera,
in sede di esame del disegno di legge finanziaria per l'anno 2008;
premesso che:
la tragica sequenza delle morti sul lavoro, ripropostasi in tutta la sua drammatica gravità, a seguito della strage dell'acciaieria Thyssen Krupp di Torino merita il massimo sforzo normativo, finanziario ed organizzativo per consentire il concretizzarsi delle condizioni per una incisiva azione di controllo e prevenzione da parte dei diversi soggetti preposti a tali funzioni;
la recente approvazione della legge 3 agosto 2007, n. 123 rappresenta certamente un concreto passo in avanti del nostro quadro normativo in materia di tutela della salute e della sicurezza sul lavoro, così come più che condivisibili appaiono gli interventi, presenti anche nella legge finanziaria per l'anno 2008, volti a potenziare l'organico degli ispettori del lavoro;
tuttavia, come noto, le competenze in materia di igiene e medicina del lavoro, nonché di prevenzione degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali, sin dal 1978 sono state attribuite alle aziende sanitarie locali con la legge n.833;
sotto tale ultimo profilo, i dati appaiono del tutto non rassicuranti alla luce della consistente e costante diminuzione del numero dei tecnici della prevenzione nell'ambiente e nei luoghi di lavoro in servizio nelle ASL, come conseguenza del blocco delle assunzioni operate con leggi statali. È stato calcolato che i circa 2000 tecnici operanti su tutto il territorio nazionale, a fronte degli oltre 5 milioni di aziende, possono ispezionare una azienda solo ogni 33 anni;
già in occasione dell'esame della citata legge n. 123 del 2007, fu accolto dal Governo l'ordine del giorno 9/2849/10 avente ad oggetto proprio il tema del ruolo e della dotazione degli organici dei tecnici della prevenzione nell'ambiente e nei luoghi di lavoro,
impegna il Governo:
ad individuare, già a partire dai prossimi provvedimenti di carattere economico-finanziario, misure normative e le relative risorse finanziarie che consentano, in deroga al blocco per le assunzioni delle pubbliche amministrazioni, l'incremento degli organici dei tecnici della prevenzione nell'ambiente e nei luoghi di lavoro;
a definire, d'intesa con la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano, livelli di organizzazione e di destinazione delle risorse finanziarie adeguate ed omogenee sul territorio nazionale per l'esercizio delle competenze in materia di igiene e medicina del lavoro spettanti alle ASL;
ad informare periodicamente il Parlamento circa gli esiti di dette iniziative.
9/3256/158. Vico, Bellanova, Tomaselli.
La Camera,
premesso che:
il 18 ottobre 2007 l'ordine del giorno 9/2161/4 riguardante il personale in posizione di comando e fuori ruolo della pubblica amministrazione, è accolto dal Governo come raccomandazione;
nel citato ordine del giorno si evidenziava la necessità di «porre allo studio iniziative normative volte alla stabilizzazione del personale civile, non dirigenziale, in comando e fuori ruolo, presso la pubblica amministrazione», con particolare riguardo per coloro che sono in forza presso la Presidenza del Consiglio;
nel provvedimento in esame sono previste misure volte alla stabilizzazione dei rapporti di lavoro, sia nel settore privato che nel settore pubblico;
impegna il Governo
a dare attuazione all'impegno già preso nei termini piu rapidi possibili e possibilmente entro il 31 gennaio 2008.
9/3256/159. Ferrara, Rocchi, Burgio.
La Camera,
premesso che:
la legge finanziaria per il 2008, tra le misure a tutela delle fasce più deboli, prevede all'articolo 2, comma 507 una particolare disposizione per il finanziamento dei maggiori oneri a carico della Gestione per l'erogazione delle pensioni, assegni e indennità agli invalidi civili, ciechi e sordomuti;
nel nostro ordinamento permane una discriminazione relativa alle maggiorazioni sociali delle pensioni per le persone disagiate;
in particolare, l'incremento fino a 580 euro mensili delle pensioni in favore degli invalidi civili totali o sordomuti o ciechi civili assoluti previsto dall'articolo 38, comma 4, della legge 28 dicembre 2001, 448, come modificato dall'articolo 5 del decreto-legge 2 luglio 2007, n. 81, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2007, n. 127, riguarda i soli soggetti di età pari o superiore a sessanta anni;
ad avviso dei firmatari del presente atto la previsione di tale requisito anagrafico contrasta non solo con i nostri principi costituzionali e, in particolare, con il principio di uguaglianza di cui all'articolo 3 della Costituzione, ma anche con direttive della Comunità europea sulla protezione delle persone portatrici di un particolare handicap recepite dall'Italia, tra le quali la 2000/78/CE;
tale direttiva prevede che la discriminazione diretta ed indiretta, in particolare sull'handicap, sia vietata agli Stati membri e, a riguardo, si sottolinea che la Commissione europea ha aperto una procedura di infrazione contro il nostro Paese per la mancata completa trasposizione della direttiva nel suddetto decreto n. 216/2003,
impegna il Governo
a valutare la possibilità di adottare le opportune iniziative legislative tese a corrispondere, a decorrere dal 1o gennaio 2008, l'incremento pensionistico previsto dall'articolo 38, comma 4, della legge 28 dicembre 2001, n. 448, come modificato dall'articolo 5 del decreto-legge 2 luglio 2007, n. 81, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2007, n. 127, anche agli invalidi civili totali, al sordomuti o ai ciechi civili assoluti che abbiano un'età inferiore ai limiti stabiliti dalla citata legge n. 448 del 2001, e dunque a prescindere dall'anno di nascita.
9/3256/160. (Testo modificato nel corso della seduta)Guadagno detto Vladimir Luxuria, Rocchi.
La Camera,
premesso che:
con il comma 35 dell'articolo 3 del disegno di legge è autorizzata la proroga fino al 31 dicembre 2008 del termine per il completamento delle iniziative agevolate finanziate sugli strumenti di programmazione negoziata;
numerose iniziative già finanziate per importi superiori a 250.000 euro sono state completate, tuttavia le imprese titolari sono in attesa da lungo tempo di ricevere il saldo che corrisponde al 10 per cento del totale dell'agevolazione concessa;
secondo l'attuale normativa l'erogazione del saldo finale è subordinata all'effettuazione dei collaudi da parte di una commissione di nomina ministeriale ma, a seguito dei ritardi che si sono cumulati nell'espletamento della procedura, le erogazioni sono di fatto bloccate costringendo le imprese titolari a sopportare oneri finanziari notevolissimi che ne stanno mettendo a repentaglio la stessa sopravvivenza;
analoga situazione si è determinata per i programmi agevolati di cui alla legge 19 dicembre 1992, n. 488, ma, in tale caso, si è ovviato con il comma 1 dell'articolo 8-bis del decreto legge 2 luglio 2007, n. 81, convertito con modificazioni dalla legge 3 agosto 2007, n. 127, che ha autorizzato una procedura alternativa per l'erogazione finale a saldo;
impegna il Governo
a valutare la possibilità di assumere tutte le iniziative necessarie a far sì che vengano erogati i saldi finali alle imprese che ne hanno diritto anche, ove necessario, attraverso una specifica iniziativa legislativa che renda applicabili ai programmi agevolati finanziati ai sensi della legge 23 dicembre 1992, n. 662 disciplinati dalla delibera CIPE del 21 marzo 1997 e successive modificazioni, le disposizioni contenute nel comma 1 dell'articolo 8-bis del decreto legge 2 luglio 2007, n. 81 convertito con modificazioni dalla legge 3 agosto 2007, n. 127.
9/3256/161. (Testo modificato nel corso della seduta)Piro, Piscitello, Raiti.
La Camera,
premesso che:
occorre apportare una necessaria correzione al decreto legislativo 30 marzo 2006 n. 163 recante il Codice dei contratti pubblici a causa di una palese incoerenza del dettato normativo recato dal Codice stesso (articoli 75 e 113 - Garanzie a corredo dell'offerta) in considerazione del fatto che sono state riunite le regole per appalti pubblici aventi ad oggetto l'acquisizione di servizi, prodotti, lavori e opere;
più precisamente, nel decreto legislativo 30 marzo 2006, n. 163 non è stata definita con chiarezza ai fini della presentazione delle offerte pubbliche e della partecipazione alle gare se le garanzie fidejussorie pari al 2 per cento per le offerte ed al 10 per cento per la partecipazione alle gare (partecipazione e non aggiudicazione) debbano coprire la totalità dei valori economici dei bandi e dei contratti o i singoli lotti per i quali le aziende concorrono;
la non chiarezza ha portato molti enti pubblici a richiedere garanzie fidejussorie per la totalità dei valori economici, anche ad aziende di servizi e di fornitura che partecipano a singoli lotti dei bandi;
ciò sta comportando l'impossibilità per centinaia di aziende medio-piccole a partecipare ai bandi ed alle gare per servizi e forniture,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative normative volte a rivedere l'attuale normativa recata dal decreto legislativo 30 marzo 2006 n. 163 in materia di presentazione delle offerte pubbliche e di partecipazione alle gare per servizi e forniture, per evitare disparità di trattamento e danni economici per le ditte fornitrici offerenti.
9/3256/162. Pizzolante.
La Camera,
premesso che:
secondo numerose inchieste locali pubblicate e dati raccolti da vari comuni, negli ultimi due anni, in tutte le regioni italiane, la presenza di persone senza fissa dimora è aumentata per effetto dei processi di impoverimento, di precarizzazione e di immigrazione;
a titolo esemplificativo si riportano i dati del «Dossier 2007 sulle povertà in Toscana», pubblicato a cura della Caritas, in cui si afferma che «.su 16.600 persone che si sono presentate ai centri d'ascolto della Caritas, il 20 per cento afferma di essere senza fissa dimora e di abitare normalmente in alloggi di fortuna, come tende, treni, case abbandonate, auto ed altro». Tali dati sono confermati da quelli forniti dal Progetto Horneless, pubblicati a cura della Società della Salute di Pisa, che sostiene che nella sola Pisa nell'ottobre 2007 fossero presenti «ben 259 persone senza fissa dimora, in prevalenza stranieri». La Comunità di Sant'Egidio, in un rapporto diffuso il 12 dicembre 2007, sostiene che a Roma i senza fissa dimora sono almeno 3000, che altre 3.000 persone sono ricoverate in strutture di sostegno del Comune ed altre 1000 vivono in baracche e container;
considerando i dati relativi alla Toscana e a Roma indicativi, come altri aspetti di fenomeni demografici e di andamento dell'immigrazione, di una tendenza media nazionale, si può stimare tra i 65.000 e 100.000 la presenza in Italia di persone senza fissa dimora;
il fenomeno dei senza fissa dimora rientra in quello più generale dell'esclusione abitativa e riguarda, oltre i cittadini italiani, anche i cittadini rom e stranieri e parte dei malati psichici;
l'articolo 67-ter del provvedimento in esame è istituito un Fondo al fine di incrementare il patrimonio immobiliare destinato alla locazione di edilizia abitativa a canone sostenibile;
l'Unione Europea ha recentemente richiamato l'Italia per la mancata applicazione della «Direttiva contro la discriminazione basata sulla razza e le origini etniche» (2000143/CE), segnalando che la presenza delle popolazioni Rom nel territorio italiano, e la loro stessa vita, sono a rischio;
la Commissione eropea contro il rzzismo e l'itolleranza (EGRI), nel suo terzo rapporto sull'Italia del 16 maggio 2006, oltre a raccomandare alle autorità italiane di «prestare maggiore attenzione ai problemi della discriminazione diretta e indiretta in materia di alloggio cui sono
esposti ì gruppi minoritari in Italia sia nel settore privato che in quello pubblico», sollecita anche le autorità italiane ad istituire «una politica globale a livello nazionale per risolvere la situazione di emarginazione, svantaggi e discriminazioni delle popolazioni Rom e Sinti» e raccomanda vivamente di «affrontare la questione dell'alloggio delle popolazioni Rom e Sinti in collaborazione con le comunità stesse»;
le istituzioni locali tendono ad allontanare i minori dalle famiglie che non hanno una casa, in completa inosservanza delle leggi che obbligano innanzitutto ad intervenire sulle condizioni di vita e di esistenza di tutta la famiglia; inoltre esse spesso si limitano a risolvere il problema della residenza dei senza fissa dimora istituendo in maniera emergenziale residenze fittizie o provvisorie, e provocando ulteriore esclusione e discriminazione,
impegna il Governo
a programmare ed attuare l'impiego delle risorse del Fondo citato in modo da favorire le persone senza fissa dimora, nonché a programmare adeguati interventi sociali a loro favore;
ad adottare le opportune iniziative volte a garantire a tutti i senza fissa dimora una residenza anagrafica anche al fine di assicurare loro una maggiore tutela dei diritti sociali.
9/3256/163. Frias, Perugia, Duranti, Siniscalchi, Mungo, Lombardi, Mascia, Dioguardi.
La Camera,
premesso che:
gli enti per l'edilizia residenziale pubblica, comunque denominati in seguito alle diverse leggi regionali di trasformazione, svolgono sostanzialmente il ruolo di gestori di un patrimonio immobiliare a fini non lucrativi, in quanto la destinazione di tali beni è quella di promuovere, e quindi di assicurare, il diritto alla casa per le categorie sociali più svantaggiate;
risulta necessario favorire gli enti per l'edilizia residenziale pubblica: occorre in particolare liberare i fondi che tali istituzioni destinano direttamente o indirettamente all'imposta comunale sugli immobili (ICI) per finanziare le ristrutturazioni degli alloggi;
l'articolo 7, comma 1, lettera a), del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 504 esenta dal pagamento dell'ICI organi il cui interesse pubblico è meno immediato, quali le camere di commercio;
impegna il Governo:
a valutare l'opportunità di rivedere la normativa sull'imposta comunale sugli immobili in maniera tale da esentare dal pagamento della stessa le aziende territoriali per l'edilizia residenziale pubblica o istituti autonomi per le case popolari, comunque denominati.
9/3256/164. Acerbo, Provera, Iacomino, Pedrini.
La Camera,
premesso che:
nel testo del disegno di legge finanziaria in esame licenziato dal Senato, all'articolo 62, comma 23, era contenuta una disposizione, in base alla quale, veniva autorizzata la spesa di 20 milioni di euro per l'anno 2008 e di ulteriori 10 milioni di europei ciascuno degli anni 2009 e 2010 in favore di Trenitalia Spa per l'avvio di un programma finalizzato alla realizzazione di interventi volti alla rimotorizzazione delle automotrici con motori diesel ancora utilizzate per il trasporto regionale su linee non elettrificate, in modo da contribuire alla realizzazione degli obiettivi di risparmio energetico e di riduzione delle emissioni inquinanti, in conformità, con la direttiva 2004/126/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 21 aprile 2004;
la suddetta disposizione prevedeva per il 2008 un'autorizzazione di spesa di 20 milioni di euro in considerazione del fatto che gli interventi di rimotorizzazione da finanziare sono sin d'ora immediatamente realizzabili, non dovendosi attendere alcun lasso di tempo per procedere all'installazione dei nuovi motori, che sono già disponibili sul mercato;
nel corso dell'esame presso la Commissione Bilancio della Camera dei deputati, a seguito dell'approvazione di un emendamento che recava copertura incidente proprio sul comma 23 dell'articolo 62, è stata soppressa l'autorizzazione di spesa riferita al 2008;
la soppressione dell'autorizzazione di spesa a valere sul 2008 comporterà la vanificazione dell'obiettivo di risparmio energetico che la norma originariamente approvata in Senato programmava, nell'arco del triennio 2008-2010 e quantificava, a regime, con un valore netto di 233 milioni di curo, con la conseguente riduzione delle emissioni inquinanti di oltre 40.000 tonnellate, già a partire dal prossimo anno;
impegna il Governo
al fine di realizzare gli obiettivi di risparmio energetico e di riduzione delle emissioni inquinanti attesi dalla disposizione richiamata in premessa, ad adottare ulteriori iniziative normative volte a rifinanziare in altro modo la spesa di 20 milioni di euro per il 2008 di cui al citato comma 23 dell'articolo 62 del testo approvato dal Senato: ciò risulta tanto più necessario ed urgente in quanto i rilevanti obiettivi di risparmio energetico e di riduzione delle emissioni inquinanti perseguiti con la disposizione de qua impongono l'immediato avvio dell'intervento di rimotorizzazione, avvio senz'altro possibile sin d'ora, stante la disponibilità sul mercato dei nuovi e più efficienti motori da installare ma, di fatto, irrealizzabile senza la disponibilità di risorse finanziarie già a partire dal 2008.
9/3256/165. Mario Ricci, Olivieri, Locatelli.
La Camera,
premesso che:
numerose volte il Parlamento si è occupato della situazione delle unità immobiliari ad uso residenziale degli enti previdenziali pubblici;
nel collegato fiscale alla legge finanziaria per il 2006, ovvero il decreto legge n. 203 del 2005, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 248 del 2005, il Governo, preso atto di numerose risoluzioni presentate sia dalla maggioranza che dall'opposizione, concesse una sanatoria solo ad una parte minoritaria dei conduttori senza titolo, mentre rimase aperto il contenzioso relativo alla gran parte delle occupazioni senza titolo avvenute in data successiva al novembre 2001;
durante la discussione sul collegato fiscale in oggetto fu approvato un ordine del giorno in cui veniva recepita la necessità di allargare la sanatoria a tutti gli occupanti senza titolo, purché in regola con i versamenti dell'indennità di occupazione, che non fossero proprietari dì altri alloggi e che si fossero resi disponibili all'acquisto accettando il prezzo stabilito dall'ente venditore come «prezzo base d'asta»;
risulta al presentatore che tale ordine del giorno non abbia mai trovato applicazione, con il risultato che migliaia di persone nel nostro Paese, in un situazione che permane oltremodo critica sul fronte abitativo, rischiano di ritrovarsi in mezzo ad una strada incrementando di fatto il fronte dell'emergenza casa,
impegna il Governo
a verificare, con la dovuta urgenza, stante la delicatezza della situazione, la possibilità di adottare ulteriori iniziative normative volte a modificare quanto previsto all'articolo 7-bis del decreto legge 30 settembre 2005, n. 203, al fine di allargare i diritti di opzione e di prelazione di cui all'articolo 3 del decreto legge 25 settembre
2001, n. 351, convertito, con modificazioni, dalla legge 23 novembre 2001, n. 410, e successive modificazioni.
9/3256/166. (Testo modificato nel corso della seduta)Smeriglio.
La Camera,
premesso che:
il comma 225 dell'articolo 1 del disegno di legge in esame ha previsto l'abrogazione del comma 6 dell'articolo 52 del decreto legislativo 15 dicembre 1997, n. 446, il quale prevede che «la riscossione coattiva dei tributi e delle altre entrate di spettanza delle province e dei comuni viene effettuata con la procedura di cui al decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 602, se affidata ai concessionari del servizio di riscossione di cui al decreto del Presidente della Repubblica 28 gennaio 1988, n. 43, ovvero con quella indicata dal regio decreto 14 aprile 1910, n. 639, se svolta in proprio dall'ente locale o affidata agli altri soggetti menzionati alla lettera b) del comma 4»;
considerato che le correzioni apportate, tuttavia, anche per effetto della stratificazione degli interventi modificativi apportati al testo in Senato, non risultano coordinate con l'assetto normativo di riferimento, in quanto sembrerebbe soppressa ogni possibilità di più efficiente riscossione delle entrate degli enti pubblici diversi dallo Stato, con grave pregiudizio per le ragioni soprattutto degli enti locali;
la soppressione della citata disposizione non è coerente in particolar modo per i successivi interventi operati nel contesto dei lavori parlamentari e per le modifiche del quadro originario del disegno di legge presentato dal Governo;
la mancata discussione presso la Camera, a seguito della posizione della questione di fiducia da parte del Governo, non ha consentito di individuare ed analizzare analiticamente le gravi conseguenze pregiudizievoli derivanti da un mero difetto di coordinamento, tale che, dal primo gennaio 2008, non sarebbe più permesso agli enti pubblici diversi da quelli statali di riscuotere le loro entrare con i più snelli strumenti attualmente esistenti - si tratta, in particolare della procedura esattoriale e di quella (sostanzialmente analoga, negli effetti ultimi) prevista dal regio decreto n. 639 del 1910 - imponendo invece il ricorso ai mezzi di riscossione dell'ordinario diritto civile, con conseguenti effetti negativi anche di carattere patrimoniale;
l'abrogazione della disposizione di cui ai comma 6 dell'articolo 52 del decreto legislativo 15 dicembre 1997, n. 446 è irragionevole, tant'è che ha già suscitato la forte presa di posizione dell'ANCI e delle altre organizzazioni maggiormente rappresentative, anche perché, qualora la volontà del legislatore nazionale fosse stata quella che sembrerebbe essersi concretizzata con la disposizione in esame, sarebbe stato necessario quantomeno prevedere le opportune forme di copertura finanziaria a favore delle Autonomie locali improvvisamente private degli strumenti essenziali per garantire il mantenimento dei servizi erogati alla collettività e che in mancanza di tale copertura ed in presenza di un brusco calo delle proprie entrate, dovrebbero o finanziarsi altrimenti, ovvero ridurre le proprie prestazioni, ovvero ancora effettuarle con nuovi e non coperti oneri finanziari;
impegna il Governo
a valutare attentamente gli effetti applicativi della disposizione abrogativa richiamata in premessa, al fine di d adottare ulteriori iniziative normative, anche di natura interpretativa, volte a prevedere che la riscossione delle entrate delle autonomie locali continui attraverso gli strumenti giuridici attualmente in essere, in modo da assicurare l'efficacia, l'efficienza e l'economicità dell'azione amministrativa.
9/3256/167. Cirino Pomicino, Fabris, Garavaglia, Crosetto, Barani.
La Camera,
premesso che:
la programmazione 2008 degli investimenti nel settore mezzi aerei prevede un finanziamento di 93,2 milioni di euro per lo sviluppo del velivolo di attacco aria-suolo Joint Strike Fighter (JSF), facente capo ad un programma guidato dagli USA e con la partecipazione di altri paesi; il programma Joint Strike Fighter è relativo allo sviluppo, industrializzazione e supporto alla produzione di un velivolo multiruolo in sostituzione, a partire dal 2015, degli attualmente in servizio Tomado, AM-X e AVSB; gli oneri globali, relativi alla sola fase di sviluppo, sono pari a circa 1.028, 48 milioni di dollari;
il software di gestione dati del JSF (ALIS, Autonomic Logistics Information System), che rimane sotto l'esclusivo controllo Usa, permetterà a questi ultimi di monitorare costantemente ogni velivolo; l' ALIS, infatti, fornirà automaticamente al centro di elaborazione, situato negli Usa, i dati relativi ad ogni F-35 esistente: in questo modo, giustificandolo con esigenze di «manutenzione remota», si stabilisce il controllo americano sui sistemi di difesa dei paesi che aderiscono al progetto;
il programma JSF distoglierà, negli anni futuri, fondi ed attenzione dallo sviluppo di velivoli europei, mettendo in forse la costituzione di una industria europea della difesa e in seria pericolo la capacità dell'industria italiana ed europea di mantenersi al passo tecnologicamente e di costruire velivoli completi;
il programma JSF risulterà molto costoso (il costo per singolo velivolo è cresciuto dai 60 milioni di dollari, prospettati inizialmente dal costruttore, fino ad almeno 120-150 milioni), ma avrà limitate ricadute sull'industria aeronautica italiana e sull'occupazione, e sicuramente non proporzionali all'entità della spesa statale. Lo Stato, inoltre, finanzierà la linea di assemblaggio dei velivoli F-35 a Carceri, ma gli apparecchi lì prodotti saranno commercializzati da Loockheed Martin, che raccoglierà gli ordini e venderà direttamente i velivoli prodotti. Loockheed Martin, dunque, venderà, anche all'Italia i velivoli che noi stessi assembleremo a Cameri;
molte cittadine e cittadini stanno protestando contro l'assemblaggio dei suddetti velivoli, come hanno dimostrato in più iniziative e manifestazioni nell'ultimo anno;
appare opportuno esplorare possibili soluzioni alternative in collaborazione con quelle Forze armate europee che avranno nei prossimi anni esigenze analoghe a quelle italiane, come ad esempio Spagna, Francia e Germania, tenendo anche conto che il volume operativo complessivo derivante dall'acquisizione del programma supera di gran lunga le esigenze della difesa relativamente agli impegni strategici attuali su cui la discussione non è aperta,
impegna il Governo
a riprendere in considerazione complessivamente gli impegni assunti, verificando l'opportunità di una moratoria in modo da effettuare approfondimenti sull'opportunità di procedere agli acquisti degli F35.
9/3256/168. Deiana, Galante, Duranti, Cardano, Scotto, De Zulueta.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 16, comma 2-ter, del decreto legislativo 17 novembre 1997, n. 398, ha previsto l'emanazione di un decreto interministeriale, mai emanato, per la riduzione ad un anno della durata della frequenza al corso post-universitario della scuola di specializzazione per le professioni legali per coloro che conseguono la laurea specialistica per la classe delle scienze giuridiche, corso la cui frequenza è obbligatoria per la partecipazione al concorso di aspirante uditore giudiziario;
i primi laureati quinquennali, ragionevolmente confidando nella durata annuale della specializzazione postuniversitaria, hanno oramai ultimato il primo anno di corso, e sono ad oggi costretti a frequentare un secondo anno che avrebbero il diritto di evitare, quantomeno in virtù del legittimo affidamento dagli stessi maturato nell'ordinamento annuale,
impegna il Governo:
a mettere in pratica ogni iniziativa, anche a livello di legislazione d'urgenza, per preservare il buon diritto acquisito dai laureati quinquennali in giurisprudenza che abbiano già superato con profitto il primo anno di specializzazione nelle scuole per le professioni legali, convalidando l'anno di corso dagli stessi frequentato e procedendo all'immediato rilascio dei diplomi finali, ripristinando in questo modo la condizione fisiologica cui dovrebbe ambire ogni ordinamento giuridico, la certezza dei diritto;
a garantire la fruibilità dei corsi annuali per tutti i laureati quinquennali in giurisprudenza già a decorrere dall'anno accademico 2007-2008, consentendo alle scuole per le professioni legali di adeguare autonomamente il proprio piano di studi alla durata annuale, riducendo proporzionalmente il monte ore attribuito alle singole discipline ed eventualmente modulando la frequenza dei laureati quinquennali sui corsi già attivati per il curriculum biennale, ma in ogni caso permettendo loro l'acquisizione dei diploma specialistico entro un anno.
9/3256/169. Mellano.
La Camera,
premesso che:
gli arsenali militari e gli stabilimenti a carattere industriale della Difesa sono stati sottoposti negli anni a diversi processi di ristrutturazione che li hanno divisi in tre distinti gruppi: da un lato quelli di Tabella A e D, ritenuti strategici (arsenale di Taranto e sua sede distaccata di Brindisi, arsenale di La Spezia e di Augusta; polo di mantenimento di Nola e quello di Piacenza, quello di armi leggere di Terni, dei mezzi di elettronici di Roma e di munizionamento avanzato di Aulla), dall'altro quelli di Tabella C, dipendenti dall'Agenzia Industrie Difesa, infine gli stabilimenti di Pavia e Capua che dipendono da Segredifesa;
oggi la situazione in cui tali strutture si trovano presenta gravi problematiche che riguardano in particolare lo stato delle infrastrutture e gli organici del personale civile a causa di mancati interventi e di tagli continui di risorse per il funzionamento e l'esercizio;
è allo studio del Ministero un progetto di riforma che prevede una loro radicale trasformazione in un nuovo modello organizzativo e ordinamentale (ente pubblico economico) di tipo privatistico, basato esclusivamente su criteri di economicità ed efficienza;
gli stabilimenti e arsenali a carattere industriale della Difesa rivestono una funzione di carattere nazionale e di interesse strategico per il Paese, al fine del mantenimento in efficienza dello strumento militare navale, terrestre ed aereo,
impegna il Governo
a perseguire soluzioni e a mettere in campo strumenti che ne assicurino il funzionamento, rafforzandone il ruolo e il carattere pubblico, valutando prioritario l'interesse della Difesa alla valorizzazione e al mantenimento dell'area tecnico industriale, scongiurando in tal modo la possibilità che le industrie private degli armamenti acquisiscano anche il settore delle manutenzioni e della logistica che, appunto, per il suo carattere strategico, non può essere affidata al mercato.
9/3256/170. Duranti, Deiana, Scotto, Galante.
La Camera,
premesso che:
nel Ministero della difesa opera personale civile con rapporto di lavoro temporaneo, segnatamente i docenti civili degli istituti di formazione militare, le professionalità sanitarie e i lavoratori precari per le esigenze del Genio campale;
il Ministro della difesa, nel corso dell'esame del disegno di legge finanziaria 2008, presso la Commissione Difesa della Camera, ha affermato che è di interesse del Dicastero procedere alla stabilizzazione del personale civile con rapporto di lavoro temporaneo;
nella Commissione Difesa della Camera, durante l'esame del citato disegno di legge, è stato presentato e approvato un emendamento a firma di tutti i capigruppo di maggioranza della Commissione medesima che andava nel senso dianzi indicato;
impegna il Governo:
a valutare la possibilità di provvedere, attraverso gli opportuni strumenti normativi, al mantenimento in servizio del suddetto personale e alla stabilizzazione del loro rapporto di lavoro.
9/3256/171. (Testo modificato nel corso della seduta)Papini, Duranti, Deiana, Scotto, Pinotti, Vico, Sgobio, Satta.
La Camera,
premesso che:
con sentenza del GUP presso il Tribunale militare di Roma, passata in giudicato, è stato accertato che la notte fra il 5 ed il 6 agosto 2004, a Nassiryah, alcuni militari italiani della task force «Serenissima», schierati a difesa del ponte «Charlie», lungo il fiume Eufrate, hanno aperto il fuoco contro un'ambulanza, che tentava di attraversare il ponte per portare all'Ospedale di Nassiryah, una donna in procinto di partorire, provocando la morte della partoriente (JLUD QUTTI Halema e del nascituro), del fratello (JLUD QUTTI Thaer), della madre (HABSH IRKES Khadmea) e di una vicina di casa (ZYAER THEJELK Khamesa);
il Governo italiano, rispondendo ad una interpellanza parlamentare, in data 8 novembre 2007, ha ammesso che i fatti si sono svolti come accertato dall'autorità Giudiziaria ed ha riconosciuto che non è stato dato esito alle richieste di risarcimento presentate dai familiari delle vittime;
un evento così grave ed ingiusto comporta la necessità che sia compiuto un gesto di riparazione nei confronti dei familiari delle vittime, attraverso il risarcimento del danno subito dagli stessi;
l'Italia si è assunta la responsabilità di provvedere al risarcimento dei danni subiti dai familiari delle vittime dell'affondamento della nave albanese Kate I Rader, disponendo un apposito stanziamento disposto con la Legge finanziaria 2001 (articolo 82, comma 3, Legge 388/2000),
impegna il Governo
a dare sollecita attuazione alle decisioni dell'autorità giudiziaria in merito alle istanze di risarcimento del danno e comunque ad esaminare con la necessaria disponibilità la possibilità di corrispondere il richiesto aiuto economico alle famiglie dei deceduti.
9/3256/172. (Testo modificato nel corso della seduta)Falomi, Deiana, Duranti.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 3, comma 88, prevede fondi per l'assunzione di che le disposizioni vigenti attribuiscono efficacia per almeno 18 mesi alle graduatorie dei candidati idonei; (ai sensi dell'articolo 15 del decreto del Presidente della Repubblica n. 487 del 9 maggio 1994 e dell'articolo 39, commi 13 e 16, legge 27 dicembre 1997, n. 449;
negli anni dal 1992 al 2005, sono stati avviati ai corsi di formazione, in aggiunta ai posti previsti nei bandi di concorso in atto, anche gli idonei non vincitori delle graduatorie degli anni precedenti relative ai concorsi pubblici ed interni per il ruolo di Commissari;
con l'approvazione della legge 31 maggio 2005, n. 89, veniva disposta, tra l'altro, l'autorizzazione alle assunzioni degli idonei non vincitori dei concorsi per l'accesso alla qualifica di commissario della Polizia di Stato, con l'avvio al corso di formazione, in aggiunta ai 50 posti già previsti per l'anno 2005 dal bando di concorso, di ulteriori 12 idonei non vincitori del concorso interno ed altri 27 idonei non vincitori dei concorso pubblico, banditi nell'anno 2004;
all'esito delle procedure concorsuali relative ai concorsi interni, per titoli ed esami, a 10 posti per l'accesso al ruolo dei Commissari della Polizia di Stato, indetto con decreto ministeriale 1o febbraio 2005, sono risultati idonei non vincitori tre candidati e sono altresì risultati idonei non vincitori due candidati a 10 posti per l'accesso al ruolo dei Commissari della Polizia di Stato, indetto con decreto ministeriale 6 febbraio 2006;
in in data 28 dicembre 2006, sono stati avviati al corso di formazione 37 vincitori delle procedure concorsuali espletate nell'anno 2006, a fronte di un totale di n. 40 posti banditi (Concorso pubblico e concorso interno), mentre risulta che nel corso dell'anno accademico alcune unità abbiano rinunciato;
con i citati concorsi l'Amministrazione della Pubblica Sicurezza ha reso evidente la necessità di coprire i posti vacanti in organico, senza però considerare la validità e l'efficacia delle precedenti graduatorie tuttora valide, contravvenendo così alla ratio delle norme relative alla vigenza delle graduatorie nei concorsi ed ai criteri di economicità, efficienza e ragionevolezza;
nella seduta n. 50 del 10 ottobre 2006 la Camera ha approvato l'Ordine del Giorno 9/1704/1, così come riformulato in corso di seduta su esplicita richiesta del rappresentante del Governo, con cui, alla lettera c) si impegna il Governo a verificare la possibilità di assumere tre candidati risultati idonei al concorso interno per 10 posti per l'accesso al ruolo dei commissari della Polizia di Stato, indetto con decreto ministeriale del 1o febbraio 2005;
a seguito dell'interrogazione n. 4-02499, a firma Santelli ed altri, presentata nella seduta del 7 febbraio 2007 e coerentemente con i contenuti dellla mozione n. 1-00152 (Franceschini e altri) approvata nella seduta n. 148 del 23 aprile 2007; l'Amministrazione della Pubblica Sicurezza sta espletando nel corrente anno due nuovi concorsi per il ruolo dei Commissari della Polizia di Stato, rispettivamente a 40 posti con procedura pubblica e 10 posti con procedura riservata, evidenziando ancora una volta la necessità di ulteriori coperture di posti in organico nel ruolo dei Commissari,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte ad autorizzare l'Amministrazione della Pubblica Sicurezza ad avviare ai prossimi corsi dì formazione previsti al termine delle procedure concorsuali in atto, oltre ai vincitori dei concorsi in essere, anche i tre candidati risultati idonei al concorso interno a 10 posti per l'accesso al ruolo dei commissari della Polizia di Stato, indetto con decreto ministeriale 1o febbraio 2005, nonché i due candidati risultati idonei al concorso interno a 10 posti per l'accesso al ruolo dei commissari della Polizia di Stato, indetto con decreto ministeriale del 6 febbraio 2006.
9/3256/173. Ciccioli, D'Ippolito Vitale, Tassone, Mazzocchi, Antonio Pepe.
La Camera,
considerato che:
la modifica introdotta con il decreto-legge del 4 luglio 2006, n. 223 e successive modifiche ed integrazioni all'articolo 51 comma 2-bis del decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917 ha determinato per le aziende una imprevedibilità della incidenza sul costo del lavoro non quantificabile essendo legato alle plusvalenze realizzate in concreto dai dipendenti dal momento che queste vengono considerate redditi da lavoro dipendente, con i correlati oneri previdenziali oltreché per i riflessi sugli elementi indiretti della retribuzione (tfr; mensilità accessorie; indennità), con un effetto indotto che ha portato le aziende a non più utilizzare tale strumento di incentivazione e di fidelizzazione nel rapporto di lavoro;
inoltre, l'assimilazione delle plusvalenze al reddito da lavoro dipendente determina una incertezza sul diritto previdenziale provocando aggravi di costo per gli enti previdenziali senza copertura,
impegna il Governo
ad effettuare un monitoraggio sui risultati conseguiti con la modifica introdotta e a valutare, quindi, l'opportunità di apportare i necessari correttivi alfine di eliminare gli effetti sopra indicati, senza aggravi per l'erario.
9/3256/174. Musi.
La Camera,
premesso che:
il limite massimo di reddito complessivo che il familiare deve possedere per essere considerato «a carico» è fissato dall'articolo 12, comma 2 del decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917 in 2.840,51 euro (5.550.000 delle vecchie lire);
detta soglia di reddito, calcolata al lordo degli oneri deducibili, è ferma ormai da oltre 10 anni;
occorre fissare una nuova soglia di reddito adeguata ad individuare una condizione di dipendenza economica dal nucleo familiare che tenga conto, altresì, dell'aumento del costo della vita che si registrato nel passato decennio,
impegna il Governo
a valutare la possibilità di adottare iniziative, anche di carattere legislativo, finalizzate ad elevare la soglia massima di reddito per essere considerati fiscalmente «a carico».
9/3256/175. (Testo modificato nel corso della seduta)Naccarato, Musi.
La Camera,
premesso che:
nel 1978 è stato istituito il cosiddetto «Fondo di rotazione», con l'obiettivo di consentire l'accesso degli operatori privati al Fondo Sociale Europeo, esprimendo le finalità «privatistiche» del Fondo con la definizione di «rotazione», trattandosi di risorse che, versate dai datori di lavoro privati, agli stessi sarebbero state ridistribuite;
nel 1993 é stata effettuata una prima modifica del predetto Fondo, determinata dalla presa d'atto che le risorse raccolte dall'INPS venivano di fatto assegnate al finanziamento della formazione professionale in generale, con l'istituzione del «Fondo per la formazione professionale e per l'accesso al Fondo sociale europeo» le cui risorse vengono destinate per 113 al Ministero del Lavoro e per 213 al Fondo, per le iniziative di competenza, rispettivamente, di quel Ministero e delle Regioni;
la legge n.196 del 1997 ha cambiato in maniera radicale e definitiva il Fondo di rotazione e le sue finalità, destinando le relative risorse ai costituendi Fondi delle
parti sociali per la formazione continua e riconoscendo agli stessi natura privatistica, stabilendo altresì che in funzione di questa nuova destinazione, devono essere individuati i meccanismi di rifinanziamento del Fondo di rotazione per il cofinanziamento comunitario;
nelle leggi Finanziarie per il 2001, per il 2003 e per il 2005, sono state individuate modalità e termini per l'istituzione dei Fondi paritetici interprofessionali nazionali per la formazione continua, con il relativo trasferimento delle risorse già accantonate negli anni precedenti, avviando così quel progressivo trasferimento delle risorse al sistema «privato» gestito dalle parti sociali, mantenendo solo per le annualità pregresse gli impegni nei confronti dell'ex Fondo di rotazione;
la normativa vigente prevede che il contributo integrativo dello 0,30 per cento del monte retribuzioni, versato dai datori di lavoro che effettuano l'adesione ai Fondi paritetici interprofessionali per la formazione continua, sia interamente destinato ai Fondi stessi, facendo salvi i diritti relativi al rimborso dei costi amministrativi dovuti all'attività di raccolta delle adesioni e integrale trasferimento dei versamenti delle aziende al Fondo indicato dalle stesse;
la legge configura chiaramente in termini negoziali il processo istitutivo dei Fondi paritetici per la formazione continua e disciplina esclusivamente su base volontaria l'adesione delle imprese, ma il contributo dello 0,30 per cento, del monte retribuzioni, versato tramite l'INPS dalle aziende che aderiscono ai Fondi, conserva natura obbligatoria;
i Fondi sono oramai a regime e vi è quindi l'esigenza di una norma che collochi definitivamente il modello di funzionamento e di finanziamento dei Fondi all'interno dell'autonomia negoziale delle parti che lo compongono e delle imprese che vi aderiscono, in un quadro di piena coerenza con la programmazione pubblica in materia di formazione continua,
impegna il Governo:
ad adottare provvedimenti finalizzati a specificare la natura privatistica dei modello di funzionamento dei Fondi paritetici interprofessionali per la formazione continua e delle risorse che li alimentano;
ad esonerare le imprese che decidono di parteciparvi dall'obbligo di legge del versamento del contributo integrativo;
ad attribuire alle parti sociali che costituiscono i Fondi la compiuta responsabilità delle condizioni e degli strumenti volti al raggiungimento degli obiettivi, assegnati dal legislatore, di sviluppo della formazione professionale continua, in un ottica di competitività delle imprese e di garanzia di occupabilità dei lavoratori ed in coerenza con la programmazione regionale e con le funzioni di indirizzo e di vigilanza attribuite dalla legge al Ministero del Lavoro e della P.S.;
ad attribuire la competenza in merito alle adesioni e ai relativi versamenti dei datori di lavoro all'INPS.
9/3256/176. Ossorio, Musi.
La Camera,
premesso che:
è necessario dare piena attuazione ai disposti dell'articolo38, commi 2 e 4, del Decreto Legge n. 223 del 4 luglio 2006, per perseguire gli obiettivi di ampliamento della rete di raccolta dei giochi pubblici, di salvaguardia di tutti i punti vendita già attivi, di reale prevenzione e contrasto del gioco illegale, nonché l'obiettivo di evitare ripercussioni notevoli in termini di calo della raccolta dei tradizionali concorsi pronostici legati allo sport ed all'ippica nazionale e conseguenti minori entrate erariali ed, infine, di tutela degli interessi del mondo sportivo in generale e delle risorse da destinarsi in particolare al settore ippico,
impegna il Governo
ad assumere tutte le idonee iniziative di carattere normativo volte a consentire ai titolari dei punti vendita autorizzati alla raccolta dei concorsi pronostici, c/o dell'ippica nazionale alla data di entrata in vigore del presente atto, che non siano già in attività ai sensi del suddetto articolo 38 commi 2 e 4, di poter proseguire nella raccolta di detti giochi, dandone comunicazione all'AAMS, per il tramite del Concessionario prescelto, entro e non oltre la data del 31 gennaio 2008, indicando con quale dei Concessionari autorizzati intendano proseguire l'attività di raccolta del gioco.
9/3256/177. Tolotti, Fincato.
La Camera,
premesso che:
in materia di apparecchi e congegni da divertimento ed intrattenimento, di cui al comma 6 dell'articolo110 del Testo Unico 18 giugno 1931, n. 773 delle leggi di Pubblica Sicurezza, si pone l'esigenza di assicurare piena e completa tutela dell'interesse pubblico al regolare svolgimento dei servizi inerenti la raccolta ed il riversamento del Prelievo Unico Erariale, affidati a soggetti giuridicamente individuati e qualificati come terzi incaricati/gestori,
invita il Governo
a valutare tutte le tempestive iniziative di carattere normativo, per il tramite del Ministero dell'Economia e finanze - AAMS, volte a definire modalità e procedure di inibizione alla raccolta del gioco alla quale devono attenersi i gestori degli apparecchi e gli esercenti nella loro qualità di terzi incaricati delle attività di raccolta, nelle ipotesi di mancato riversamento ai concessionari delle somme agli stessi dovute, quali ad esempio quelle raccolte a titolo di Prelievo Unico Erariale. Tali provvedimenti dovranno definire le idonee procedure di blocco, di inibizione al gioco e di notifica, che dovranno essere poste in essere sino ad integrale pagamento del debito da parte dei terzi incaricati, ovvero, in caso di mancato pagamento del debito, le idonee procedure di cancellazione del terzo incaricato dal registro dei terzi incaricati.
9/3256/178. (Testo modificato nel corso della seduta)Stramaccioni, Tolotti.
La Camera,
premesso che:
valutata l'esigenza di un intervento tempestivo sul comparto dei giochi da intrattenimento, al fine di assicurare il preminente perseguimento dell'interesse pubblico al regolare espletamento del servizio in funzione di prevenzione e contrasto dell'uso illegale di apparecchi e congegni da divertimento ed intrattenimento, di cui al comma 6 dell'articolo 110 del Testo Unico 18 giugno 1931, n. 773 delle leggi di Pubblica Sicurezza, nonché per la salvaguardia delle conseguenti entrate erariali e del consumatore finale, come già previsto dalla Risoluzione 7-00254, Nannicini, approvata dalla Commissione Finanze della Camera dei Deputati, in data 26 luglio 2007,
impegna il Governo:
a) a procedere, per il tramite del Ministero dell'economia e delle finanze-AAMS, alla immediata revisione delle convenzioni di concessione per l'attivazione e gestione operativa delle reti telematiche degli apparecchi, di cui al decreto del Ministro dell'Economia e delle finanze 12 marzo 2004, n. 86;
b) ad adottare tutte le necessarie iniziative, anche di carattere normativo, volte a prevedere che l'eventuale applicazione di penali sia disposta sulla base di parametri concreti, tenuto conto anche delle modalità di attivazione e funzionamento degli apparecchi rispetto ai criteri di verifica adottati.
9/3256/179. Nannicini, Tolotti.
La Camera,
premesso che:
la dismissione del patrimonio immobiliare degli enti previdenziali pubblici attraverso la cartolarizzazione scip 2 procede con estrema lentezza e potrebbe indurre le agenzie internazionali ad un taglio dei rating;
alcune migliaia di inquilini sono lasciati in possesso precario di casa dietro il corrispettivo di una indennità di occupazione;
si aggrava il gigantesco contenzioso instaurato presso i tribunali civili, amministrativi e il Consiglio di Stato da cittadini locatari di immobili residenziali classificati di pregio secondo criteri di dubbia oggettività;
la definizione dei contenzioso e l'adozione di opportuni provvedimenti consentirebbe di concludere in tempi brevi l'operazione di cartolarizzazione Scip 2, di garantire un gettito certo, nonché un notevole risparmio di onerosi interessi sulle obbligazioni, determinando principi di assoluta equità tra chi ha già acquistato gli immobili e chi non ha potuto farlo per una loro dubbia qualificazione di pregio;
impegna il Governo:
a valutare l'opportunità di introdurre modifiche all'articolo 3 del decreto-legge 25 settembre 2001 n. 351, convertito con modificazioni dalla legge 23 novembre 2001 n. 410 e successive modificazioni, con lo scopo di assicurare anche agli inquilini degli immobili di cui al comma 13 del medesimo articolo condizioni pari a quelle di cui hanno goduto tutti gli inquilini degli immobili pubblici soggetti a cartolarizzazione;
a riconoscere un indennizzo del 30 per cento a coloro che, alla data di entrata in vigore delle presenti norme, hanno acquistato gli immobili di pregio di cui erano già inquilini, alienati nell'ambito della seconda operazione di cartolarizzazione effettuata dalla Scip, purché ne mantengano l'effettiva proprietà o l'usufrutto alla data di entrata in vigore delle presenti norme.
9/3256/180. Ferrari, Tolotti, Motta, Lenzi.
La Camera,
premesso che:
è sempre più urgente intervenire per arginare il crescente fenomeno delle frodi nel settore del credito al consumo;
l'ufficio centrale antifrode dei mezzi di pagamento ha provveduto a costituire un gruppo di lavoro ad hoc con una duplice finalità: coinvolgere tutti gli attori interessati al fenomeno e individuare quali informazioni, in possesso del comparto pubblico, possono essere utilizzate per prevenire le frodi in questo specifico settore, anche istituendo un apposito archivio;
nell'ambito dei lavori del citato gruppo, le associazioni di categoria abi, assofin ed aisrec hanno ribadito più volte che esiste una precisa volontà, da parte del mondo finanziario e delle imprese che offrono agli enti finanziatori servizi assimilabili alla prevenzione sul piano amministrativo delle frodi, di partecipare sul piano economico alla realizzazione dell'iniziativa, in sostanza condividendo l'impostazione di subordinare la consultazione dell'istituendo archivio al pagamento di un contributo; le stesse associazioni hanno confermato tale volontà anche in sede di audizione informale presso la VI Commissione del Senato della Repubblica;
per quanto concerne la struttura a cui verrà affidata la titolarità del sistema di prevenzione, l'articolo 17 del decreto ministeriale n. 112 del 30/04/2007 attribuisce all'Ucamp la competenza in materia di prevenzione delle frodi «sugli strumenti attraverso i quali viene erogato il credito al consumo» e, sul piano organizzativo, istituisce un'apposita area operativa,
impegna il Governo
a prendere le opportune iniziative per istituire un sistema di prevenzione delle frodi nel settore del credito al consumo e dei pagamenti dilazionati o differiti, finalizzato a tutelare, direttamente, le società finanziarie e le banche, nonché indirettamente il consumatore, senza nuovi oneri a carico del bilancio dello Stato, sia in quanto vi si potrebbe provvedere con le risorse umane, già esistenti presso l'amministrazione del Ministero dell'economia e delle finanze, addette ad attività di prevenzione e contrasto delle frodi sulle carte di pagamento, sia perché le somme necessarie alla realizzazione del sistema sono già state stanziate con l'articolo 39, comma 4 del decreto-legge 262/2006, convertito dalla legge n. 286 del 2006.
9/3256/181. Testa, Tolotti.
La Camera,
premesso che:
presso i centri di prima accoglienza e comunità della giustizia minorile istituite con il decreto legislativo 28 luglio 1989 n. 272, articoli 9 e 10, per mancanza di personale di ruolo, presta servizio, in qualità di lavoratore di cooperative appaltatrici di servizi esternalizzati ed internalizzati presso le predette strutture, personale specializzato nel campo dei disagio adolescenziale, svolgendo attività di sorveglianza, di assistenza educativa e di animazione;
va considerata la professionalità acquisita in anni di servizio;
va considerata la carenza di personale di ruolo appartenente alle qualifiche di «operatore di vigilanza»;
va considerato che l'esperienza professionale con i minorenni a disposizione della giustizia non è fungibile con altre di collaborazione amministrativa,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte a consentire al personale che presta servizio, da almeno 3 anni, presso tali strutture, l'immissione in ruolo, attraverso una procedura concorsuale riservata, al fine di accertare il possesso dei requisiti e delle conoscenze relative alle funzioni da espletare.
9/3256/182. Cogodi.
La Camera,
premesso che:
ai sensi del decreto legge 21 novembre 2000 n. 335, recante misure per il potenziamento della sorveglianza epidemiologica della encefalopatia spongiforme bovina, si è proceduto al potenziamento dei servizi di prevenzione del Ministero della salute attraverso l'assunzione di personale precario sanitario (medici veterinari);
le finalità del sopraccitato provvedimento risultano tutt'ora attuali, ed in particolare l'azione di sorveglianza epidemiologica e il rafforzamento dei controlli nella movimentazione degli animali attraverso il potenziamento del sistema di identificazione e registrazione di cui al decreto legislativo 22 maggio 1999, n. 196, e ai regolamenti comunitari in materia, rivestono importanza cruciale ai fini della tutela della salute pubblica,
impegna il Governo
già a partire dai prossimi provvedimenti di carattere economico-finanziario, ad adottare le opportune iniziative per la stabilizzazione, previo espletamento di procedure selettive, del personale veterinario addetto alle funzioni di cui in premessa, nonché ad individuare le relative risorse finanziarie.
9/3256/183. Viola.
La Camera,
premesso che:
il disegno di legge finanziaria per il 2008 proroga per un triennio gli effetti del comma 347, dell'articolo 1, della legge finanziaria per il 2007;
tali benefici sono estesi anche «per le spese sostenute per la sostituzione intera o parziale dell'impianto di climatizzazione invernale non a condensazione entro il 31 dicembre 2009 ed entro i limiti previsti»;
l'applicazione di tale disposizione è assolutamente lodevole e condivisibile per favorire la messa a norma degli impianti ed il risparmio energetico;
per quanto riguarda la tipologia del teleriscaldamento, utilizzato prevalentemente nelle province di Ferrara e Brescia ed in altre realtà del territorio nazionale, non esiste l'uso della caldaia a condensazione per ogni singola abitazione, in quanto la «caldaia» è in capo al fornitore di calore;
per effetto di questa particolarità gli utenti, che sono tenuti all'installazione della contabilizzazione del calore per ogni singola unità immobiliare nei complessi condominiali serviti dal teleriscaldamento, non sono ammessi a beneficiare delle disposizioni previste dalle norme sopra citate,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative, anche normative, nel più breve tempo possibile, al fine di includere formalmente gli impianti di teleriscaldamento nei benefici previsti dalla normativa vigente.
9/3256/184. Cinzia Maria Fontana, Ottone, Tolotti, Franceschini, Frigato, Mariani.
La Camera,
premesso che:
i commi 259 e 260 dell'articolo 2 del disegno di legge finanziaria 2008 individuano le modalità con cui definire i casi nei quali il servizio di trasporto ferroviario di viaggiatori e merci sulla media e lunga percorrenza sia espletato in regime di liberalizzazione o tramite l'affidamento di contratti di servizio pubblico;
nelle more della stipula di nuovi contratti fra il Ministero dei trasporti e la società Trenitalia spa sono fissati i criteri per corrispondere alla stessa le somme dovute ai sensi della vigente normativa comunitaria, tenendo conto dell'ulteriore stanziamento di 104 milioni di euro per l'anno 2008 previsto al comma 258 dell'articolo 2, del disegno di legge in esame;
sono state segnalate nei mesi scorsi, da parte delle regioni e delle associazioni dei pendolari, molte problematiche in merito alla riorganizzazione degli orari ferroviari e alla efficienza e puntualità del servizio sia sulle tratte interregionali sia su quelle regionali,
impegna il Governo:
a valutare la possibilità di vigilare affinché nella fase di definizione da parte del Cipe dei «servizi di utilità sociale, in termini di frequenza, copertura territoriale, qualità e tariffazione, e che sono mantenuti in esercizio tramite l'affidamento di contratti di servizio pubblico», sia assicurata la più ampia partecipazione e discussione con le istituzioni e le associazioni interessate al fine di corrispondere in particolare all'esigenza del trasporto pendolare regionale e interregionale, tenendo conto sia delle ragioni sociali sia degli obiettivi di salvaguardia ambientale raggiungibili solo attraverso l'incentivazione della modalità di trasporto ferroviario in alternativa al trasporto su gomma;
a vigilare affinché i livelli di servizio in essere siano nel frattempo garantiti e affinché le decisioni già prese in base al
piano industriale delle Ferrovie dello Stato spa in materia di tariffe, consentano di destinarne effettivamente i proventi al miglioramento dei servizi a favore degli utenti.
9/3256/185. (Testo modificato nel corso della seduta)Lovelli.
La Camera,
premesso che:
oggi le imprese devono farsi carico di responsabilità che vanno oltre quella del semplice profitto, esigenza questa emersa anche a seguito delle crisi finanziarie ed etiche di alcune grandi aziende profit che hanno mostrato tutti i limiti dei modelli che ignorano la creazione di valore nel tempo a favore delle speculazioni immediate;
la responsabilità sociale non è un costo o un vincolo all'attività, bensì un investimento che, con il tempo, contribuisce fortemente allo sviluppo dell'impresa, creando valore per tutti gli attori coinvolti e perseguendo l'obiettivo di uno sviluppo sostenibile;
il bilancio sociale è lo strumento principale di gestione della responsabilità sociale, a disposizione delle imprese, per affermare il proprio ruolo e la propria funzione sociale oltre che economica;
l'indagine di Unioncamere - Ministero del lavoro «I modelli di responsabilità sociale nelle imprese italiane» del luglio 2004 mostra come gli strumenti di rendicontazione sociale, seppur limitati dal punto di vista numerico, sono in costante crescita negli ultimi anni e che oltre alle grandi aziende, anche le piccole e medie imprese stanno sviluppando approcci e strumenti per la gestione degli aspetti sociali e ambientali nell'ambito delle proprie attività strategiche e competitive;
nella cooperazione la partecipazione e la sensibilizzazione alla dimensione sociale non è un elemento accessorio, ma è strutturale e riporta necessariamente al concetto di mutualità;
per l'impresa cooperativa, contrariamente a quella profit, la natura multi stakeholder è ad essa connaturata, dato che accanto all'assunzione di obiettivi economici e non, verso i soci, si uniscono finalità legate ai terzi non soci ed infine alla collettività, determinando così un evoluzione della mutualità interna verso una mutualità esterna;
va considerata la necessità di evitare «alcuni fenomeni distorsivi» dell'utilizzo della forma di impresa cooperativa che altererebbero il concetto etico di «fare impresa» connaturato alla cooperazione;
va considerato l'importante contributo che le imprese cooperative sono in grado di apportare in quanto antesignane di una gestione responsabile del fare impresa;
il ruolo di rappresentanza, assistenza e tutela riconosciuto giuridicamente alle associazioni del movimento cooperativo è espressione della funzione sociale che l'articolo 45 della Costituzione italiana riconosce alla cooperazione a base mutualistica,
impegna il Governo:
a valutare la possibilità di adoperarsi affinché le associazioni di rappresentanza, assistenza e tutela del movimento cooperativo, giuridicamente riconosciute e presenti presso il Cnel, siano dotate di un'idonea dotazione finanziaria da destinare all'implementazione e all'informazione, nel modo più ampio e capillare, dello strumento del bilancio sociale al fine di garantire una cultura etica del «fare impresa»;
a considerare le associazioni di rappresentanza, assistenza e tutela del movimento cooperativo, giuridicamente riconosciute e presenti presso il Cnel, quali partecipanti attivi alla conferenza nazionale sulla responsabilità sociale di impresa.
9/3256/186. (Testo modificato nel corso della seduta)D'Ulizia.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 2, comma 298, del disegno di legge finanziaria per il 2008 conferisce un contributo a decorrere dal 2008 per il sistema ferroviario metropolitano regionale veneto pari a 10 milioni di euro;
in diversi strumenti programmatori del comune e della provincia di Bergamo nonché in diversi studi promossi da soggetti competenti (Teb), aventi per oggetto il sistema della mobilità in provincia di Bergamo, si sostiene la necessità e l'urgenza di attuare un nuovo servizio, denominato servizio ferroviario metropolitano, in risposta ai problemi del traffico e dei livelli alti di congestione che caratterizzano un'area a fortissima conurbazione;
il sistema urbano di Bergamo si caratterizza, in particolare, per una alta densità del traffico veicolare, una domanda di mobilità crescente e diffusa, un servizio ferroviario locale inadeguato rispetto ad una domanda e potenzialità di sviluppo di questa modalità di trasporto molto forte. Da qui la necessità di attivare un modello di servizio ferroviario comprensoriale in analogia con le più moderne esperienze europee mediante una piano di interventi di riqualificazione e di potenziamento delle capacità infrastrutturali e di servizio in essere. Buona parte di questi interventi sono realizzabili senza dover ricorrere a interventi di infrastrutturazione pesante, tramite il potenziamento o il recupero di tratte dimesse (così come si sta facendo per la metrotranvia della Valeriana);
gli interventi previsti, in considerazione delle esigenze del territorio e della domanda di traffico, fanno riferimento oltre che alla necessità di un miglioramento dei collegamenti con Milano e con altri capoluoghi di provincia (Brescia, Lecco, Cremona) alla necessità di un miglioramento delle relazioni da e per Bergamo con il territorio della provincia, mediante la realizzazione di una rete di linee ferroviarie suburbane, secondo una strategia di significativo trasferimento modale del mezzo privato al mezzo pubblico;
il piano degli interventi recentemente proposto dal comune di Bergamo prevede, tra l'altro come prioritario, il ripristino del sistema tranviario della Val Brembana (oltre che il completamento del sistema tranviario della Valeriana), la realizzazione di un servizio a carattere metropolitano sulla linea Ponte S.Pictro-Bergamo-Montello, la realizzazione di un collegamento ferroviario con l'aeroporto di Orio al Serio,
impegna il Governo:
ad adoperarsi per la realizzazione di obbiettivi che perseguano il miglioramento della mobilità e del sistema urbano attraverso il moderno servizio ferroviario metropolitano riguardante l'area di Bergamo;
a promuovere le opportune iniziative per realizzare le condizioni di fattibilità economica di concerto con le indicazioni e le disponibilità già presenti a livello di enti del governo territoriale.
9/3256/187. Locatelli, Mario Ricci, Olivieri, Sanga, Misiani, Tremaglia.
La Camera,
premesso che,
la legge finanziaria per il 2007 - legge 27 dicembre 2006 n. 296 - nell'articolo 1, comma 519, ha affrontato la stabilizzazione dei personale precario dei corpo dei vigili del fuoco e, in questo ambito, la stabilizzazione dei personale volontario;
la scelta di potenziare un servizio di protezione civile è strategica, in specie, per le regioni meridionali che patiscono per tutto l'arco della stagione estiva disastrosi incendi;
l'utilizzo di vigili del fuoco volontari è in queste aree molto più discontinuo e saltuario a causa di siffatte repentine esigenze;
l'articolo 3, comma 90, del disegno di legge finanziaria 2008, che limita il parametro per l'ottenimento della stabilizzazione pari a 120 giorni nel quinquennio anteriore alla data del 1o gennaio 2007, è potenzialmente molto penalizzante per i lavoratori delle regioni menzionate;
impegna il Governo
a valutare la possibilità di adottare idonee iniziative per predisporre, di concerto con le regioni del Sud, un piano straordinario pluriennale per l'assunzione di vigili del fuoco volontari da destinare alle zone in questione.
9/3256/188. (Testo modificato nel corso della seduta)De Cristofaro, Caruso, Iacomino, Duranti.
La Camera,
premesso che:
biblioteche, consorzi culturali per la gestione di università, consorzi socio-assistenziali, di tutela del patrimonio territoriale ed ambientale e di valorizzazione delle tipicità locali, ed altro sono una realtà viva del territorio italiano;
tra questi soggetti rientrano anche gli enti culturali degli istituti storici della resistenza e della società contemporanea in provincia di Alessandria, Asti, Cuneo, Novara, Verbano-Cusio-Ossola e Ravenna, associati alla rete Insmli (istituto nazionale per la storia dei movimento di liberazione in Italia «Ferruccio Parri», riconosciuto con legge 3 del 16 gennaio 1967, e per quanto riguarda i piemontesi, riconosciuti anche con legge regionale 28/1980, che peraltro non detta norme sulle modalità di gestione degli stessi), amministrati in forma consortile tra comuni e province;
tali istituti della rete Insmli non prevedono alcun gettone di presenza o altri emolumenti per i componenti dei loro consigli di amministrazione;
tali istituti svolgono da decenni un importante servizio di documentazione, ricerca, didattica e divulgazione storica sul territorio, conservando patrimoni bibliografici e archivistici di notevole valore per le comunità di riferimento e per l'intera collettività nazionale;
tali istituti, per la loro storia e la loro specificità, difficilmente potrebbero essere gestiti in forma diversa da quella associativa tra gli enti locali del territorio di riferimento,
impegna il Governo:
a vagliare con particolare attenzione singoli casi di associazioni tra comuni che, per la loro rilevanza, la specificità dei servizi svolti sul territorio e per il fatto stesso di non prevedere oneri aggiuntivi di gestione (come gettoni di presenza per i consiglieri d'amministrazione), abbiano diritto a rientrare nelle categorie di enti esentati dall'applicazione delle disposizioni normative previste dall'articolo 2, comma 28, del disegno di legge finanziaria per il 2008, alla pari di altre forme associative già indicate nel testo dello stesso comma (consorzi per la «gestione del servizio idrico integrato e del servizio di gestione dei rifiuti» e «consorzi istituiti o resi obbligatori da leggi nazionali e regionali»);
previo monitoraggio degli effetti applicativi del provvedimento in esame, a valutare l'opportunità di adottare iniziative per inserire tra le forme associative comunali, esentate dall'applicazione delle disposizioni del citato articolo 2, comma 28, del disegno di legge finanziaria per il 2008, biblioteche, consorzi culturali per la gestione di Università, consorzi socio-assistenziali, di tutela del patrimonio territoriale ed ambientale e di valorizzazione delle tipicità locali;
previo monitoraggio degli effetti applicativi del provvedimento in esame, a valutare l'opportunità di adottare iniziative per inserire tra le forme associative comunali, esentate dall'applicazione delle disposizioni dell'articolo 2, comma 28, del disegno di legge finanziaria (atto Camera 3256), gli istituti storici della resistenza e della società contemporanea in provincia
di Alessandria, Asti, Cuneo, Novara, Verbano-Cusio-Ossola e Ravenna, associati alla rete Insmli (istituto nazionale per la storia del movimento di liberazione in Italia «Ferruccio Parri», riconosciuto con legge 3 del 16 gennaio 1967, e per quanto riguarda i piemontesi, riconosciuti anche con legge regionale 28/1980), amministrati in forma consortile tra comuni e province.
9/3256/189. Cardano, Ghizzoni, Rampi, Tranfaglia, Burgio, Franco Russo, Folena, De Simone, Boato, Sasso.
La Camera,
premesso che:
il Governo in sede di esame del disegno di legge finanziaria per il 2008 in Commissione bilancio della Camera dei deputati, ha presentato un emendamento, il 10.37, interamente sostitutivo dell'articolo 10 del testo presentato e approvato dal Senato della Repubblica, in materia di trasporto pubblico locale;
il testo originario prevedeva un fondo di 500 milioni di euro per l'anno 2008 di cui 220 destinati all'adeguamento dei trasferimenti statali alle regioni al fine di garantire l'attuale livello dei servizi, ivi incluso il recupero dell'inflazione;
questo intervento destinato a tutte le regioni veniva incontro alle necessità, lamentate da anni sia dalle regioni a statuto ordinario che dalle regioni a statuto speciale, di risorse finanziarie aggiuntive al fine di garantire l'attuale livello dei servizi di trasporto pubblico locale, ivi incluso il recupero dell'inflazione;
l'emendamento del Governo approvato in Commissione, prevede la strutturalità degli interventi nel settore del trasporto pubblico locale e, in particolare, la sostituzione degli attuali trasferimenti destinati al settore con la fiscalità, ovvero si riconosce alle regioni a statuto ordinario la compartecipazione al gettito dell'accisa sul gasolio per autotrazione;
dal 2008 al 2010 la compartecipazione sostituisce le risorse precedentemente assegnate alle regioni a statuto ordinario, ma non solo, in quanto queste vengono anche notevolmente integrate, come si evince dalla relazione tecnica del Governo allegata all'emendamento 10.37, di 255 milioni di euro per le tre annualità, con il comma 3 e con il comma 4 si attribuisce, sempre alle regioni a statuto ordinario, un'ulteriore quota dell'accisa sul gasolio impiegato come carburante per autotrazione al fine di adeguare le risorse destinate ai servizi ferroviari di interesse regionale e locale di 240 milioni di euro per il 2008, 264 per il 2009 e 284 per il 2010;
la provincia di Bolzano ha, per statuto, la disponibilità dell'accisa sui carburanti, che in tutti questi anni non ha mai visto un adeguamento all'inflazione, mentre i costi dei contratti del trasporto pubblico locale, il costo del personale e il costo dei carburanti sono in costante crescita come per le regioni a statuto ordinario,
impegna il Governo
a porre in essere tutte le iniziative necessarie affinché, dopo l'intervento previsto nel disegno di legge finanziaria 2008 in favore del trasporto pubblico locale per le regioni a statuto ordinario, dal 2009 si possa risolvere anche la problematica relativa alle regioni a statuto speciale garantendo anche ad esse un adeguamento dei mezzi finanziari per garantire l'attuale livello dei servizi, nonché il recupero dell'inflazione.
9/3256/190. Brugger, Zeller, Widmann, Nicco, Bezzi.
La Camera,
premesso che:
il provvedimento in esame prevede uno stanziamento di fondi per programmi di cancellazione del debito dei Paesi poveri (articolo 2, comma 380);
risulta importante assicurare trasparenza e certezza rispetto ai processi di indebitamento dei Paesi in via di sviluppo e presunzione di una condotta responsabile dei Paesi creditori (responsabile lending);
il tema ha raccolto l'unanime consenso dei commissari della Commissione III nell'ambito della discussione del provvedimento in esame;
impegna il Governo
ad istituire presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri un comitato ad hoc per lo studio e l'analisi della situazione creditizia dell'Italia verso i Paesi in via di sviluppo al fine di determinare qualità, efficacia ed efficienza dei crediti considerando gli aspetti legali e finanziari, nonché gli effetti economici, sociali ed ambientali.
9/3256/191. Khalil detto Alì Raschid, De Zulueta, Pettinari, Leoluca Orlando, D'Elia.
La Camera,
premesso che:
nella legge finanziaria per il 2007 è stato istituito il fondo per la competitività, che anticipava le disposizioni del disegno di legge cosiddetto «industria 2015»;
presso la Camera dei deputati, Commissione X, è in corso la discussione della proposta di legge «Norme per la tutela e la valorizzazione delle botteghe storiche di interesse artistico e degli antichi mestieri. Atto Camera 154 Mazzocchi, atto Camera. 914 Rugghia, atto Camera. 994 Stucchi» della quale è stato elaborato dal comitato ristretto un testo unificato adottato come testo base;
il testo unificato si prefigge l'obiettivo di tutelare e valorizzare le botteghe storiche di interesse artistico e gli antichi mestieri onde salvaguardare alcune attività commerciali e artigianali che, altrimenti, rischiano di scomparire, attraverso l'istituzione, presso il Ministero dello sviluppo economico, di un Fondo nazionale per la tutela e la valorizzazione delle botteghe e dei locali storici, delle botteghe d'arte e degli antichi mestieri, con una dotazione finanziaria di 40 milioni di euro per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009;
per la salvaguardia delle botteghe storiche è vitale l'accesso al credito,
impegna il Governo:
ad attuare iniziative, in attesa dell'auspicata approvazione del richiamato testo unificato, volte a favorire prioritariamente l'accesso delle botteghe storiche alle prestazioni dei Confidi.
9/3256/192. Mazzocchi, Proietti Cosimi, Pedrizzi.
La Camera,
premesso che:
la danza e il balletto sono parte fondamentale del patrimonio e dell'identità storico culturale italiana, ma si sta seriamente rischiando di vedere sparire presto la produzione di balletto in Italia, dal momento che sono già stati chiusi molti dei corpi di ballo stabili e che i rimanenti potrebbero seguire la stessa sorte in mancanza di politiche di sostegno e di risorse economiche adeguate,
impegna il Governo
ad adottare opportune iniziative al fine di contribuire al sostegno dell'attività della danza effettuata dalle compagnie stabili componenti gli organici delle fondazioni lirico sinfoniche, destinandovi adeguate risorse.
9/3256/193. Spini, Grillini, Baratella.
La Camera,
premesso che:
il virus dell'hiv, nonostante gli sforzi fatti per combatterlo, continua ha diffondersi nella popolazione e le rilevazioni
più recenti mostrano un aumento dei casi di infezione, ma ancora oggi in Italia non è disponibile un sistema di sorveglianza nazionale delle nuove diagnosi di infezione da hiv;
il preservativo si è rivelato il principale presidio sanitario capace di frenare la diffusione del virus dell'hiv;
l'Iva sui preservativi in Italia attualmente è al 20 per cento, mentre le norme comunitarie impongono ai Paesi membri un'imposta minima del 5 per cento;
i prezzi dei preservativi ancora oggi in Italia sono estremamente elevati, scoraggiandone sovente l'acquisto e l'utilizzazione,
impegna il Governo
a favorire la maggiore diffusione possibile del preservativo tra la popolazione, adottando iniziative per ridurre l'Iva sui profilattici e promuovendo in sede di conferenza Stato-regioni un'intesa, ai sensi dell'articolo 8, comma 6, della legge 5 maggio 2003, n. 131, sentite le aziende produttrici o distributrici di profilattici, al fine di ottenere sconti al massimo ribasso in relazione al rapporto prezzo-qualità del profilattico maschile e femminile.
9/3256/194. Grillini, Spini, Baratella.
La Camera,
premesso che:
il testo della legge finanziaria per il 2008 (articolo 3, commi 19-21) stabilisce il divieto generalizzato del giudizio arbitrale relativamente a tutti i contratti pubblici aventi ad oggetto lavori, forniture e servizi;
tale disposizione priva le amministrazioni pubbliche di uno strumento giudiziale di celere risoluzione delle controversie, considerato che il termine del giudizio arbitrale è di gran lunga inferiore a quello ordinario;
la materia dei contratti pubblici è altamente specialistica in quanto nella stessa sono strettamente compenetrati profili giuridici, profili tecnici e profili economici e ciò richiede una elevata specializzazione da parte del soggetto giudicante;
tale soggetto potrebbe essere previsto presso i Tribunali ordinari con l'istituzione di apposite sezioni specializzate;
tale provvedimento non è di immediata attuazione ma richiederà tempi connessi ai necessari provvedimenti organizzativi;
impegna il Governo
a valutare la possibilità di assumere iniziative normative volte alla istituzione di sezioni specializzate in materia di contratti pubblici, di cui al decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163, presso i Tribunali ordinari, nonché a monitorare gli effetti dell'applicazione del divieto di giudizio arbitrale come descritto in premessa onde valutare l'opportunità di assumere ulteriori iniziative normative volte a differire l'entrata in vigore del divieto di giudizio arbitrale sino all'avvenuta istituzione delle apposite sezioni specializzate.
9/3256/197. (Testo modificato nel corso della seduta)Pisicchio, Mura, Misiti, Evangelisti, Balducci, Boscetto, Lupi.
La Camera,
premesso che:
secondo l'articolo 1 del decreto legislativo 11 agosto 1993, n. 374, sono considerati lavori usuranti quelli per il cui svolgimento è richiesto un impegno psicofisico particolarmente intenso e continuativo, condizionato da fattori che non possono essere prevenuti con misure idonee;
ai fini dell'individuazione delle mansioni particolarmente usuranti e della determinazione delle aliquote contributive da definire secondo i criteri attuariali riferiti all'anticipo dell'età pensionabile,
finalizzate alla copertura dei conseguenti oneri, le organizzazioni sindacali dei datori di lavoro e dei lavoratori maggiormente rappresentative sul piano nazionale, hanno individuato tali mansioni, determinandone le aliquote contributive, secondo regole improntate anche alla valutazione dell'attesa di vita al compimento dell'età pensionabile e all'esposizione ad agenti chimici, fisici, biologici, individuati secondo la normativa di prevenzione vigente;
in ragione di tali parametri, i medici specialisti in anestesia e rianimazione, dovrebbero rientrare tra le categorie che presentano tali caratteristiche di maggiore gravità dell'usura, poiché svolgono una delicatissima attività che presenta tutte le peculiarità previste dalla legislazione vigente in materia, sotto il profilo dell'incidenza della stessa sulle aspettative di vita, sui turni lavorativi particolarmente logoranti, sull'esposizione al rischio professionale di particolare intensità, sull'esposizione ad agenti fisici, chimici e biologici;
i benefici pensionistici previsti dall'ordinamento, per chi svolge queste particolari attività, hanno la ratio di bilanciare la loro minore aspettativa di vita rispetto a tutti gli altri lavoratori:
impegna il Governo
ad operarsi, anche con un apposito intervento normativo, per una modifica della lista delle categorie lavorative che l'ordinamento qualifica come usuranti, prevedendo l'inserimento della categoria dei medici specialisti in anestesia e rianimazione, in attuazione anche dell'articolo 3, comma 1, lettera f), della legge 23 ottobre 1992, n. 421, relativo ai benefici per le attività usuranti.
9/3256/198. Castellani.
La Camera,
premesso che:
il comma 1011 dell'articolo 1 della legge 27 dicembre 2006, n. 296 (legge finanziaria 2007), stabiliva che ai soggetti destinatari dell'Ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri 10 giugno 2005, n. 3442, interessati dalla proroga dello stato di emergenza nella provincia di Catania, stabilita per l'anno 2006 con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 22 dicembre 2005, fosse consentita la definizione della propria posizione entro il 30 giugno 2007, relativamente ad adempimenti e versamenti, corrispondendo l'ammontare dovuto per ciascun tributo e contributo a titolo di capitale, al netto dei versamenti già eseguiti a titolo di capitale ed interessi, diminuito al 50 per cento, ferme restando le vigenti modalità di rateizzazione;
con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 27 dicembre 2006, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 6 del 9 gennaio 2007, è stato prorogato lo stato di emergenza nella provincia di Catania per l'anno 2007;
la Corte di Cassazione, con sentenza 1 ottobre 2007, n. 20641, Sez. Trib., ha stabilito - per una analoga fattispecie - che in favore dei soggetti residenti in un territorio colpito da eventi calamitosi e a cui sono stati riconosciuti benefici fiscali, sia attribuito il diritto alla restituzione di quanto versato in eccesso rispetto al dovuto;
impegna il Governo
a intraprendere le necessarie iniziative da un punto di vista normativo per prorogare al 30 giugno 2008, relativamente ai soli versamenti, il termine di cui al citato comma 1011 dell'articolo 1 nonché per consentire ai soggetti destinatari dell'OPCM n. 3442/2005, la ripetizione di quanto versato in eccesso rispetto al 50 per cento del dovuto ai sensi della medesima norma, ciò anche mediante un credito d'imposta da utilizzare nella dichiarazione dei redditi, nel caso in cui l'ammontare dei versamenti già eseguiti a titolo di capitale ed interessi sia superiore all'importo dovuto diminuito al 50 per cento.
9/3256/199. Catanoso, Scalia, Airaghi.
La Camera,
premesso che:
il disegno di legge finanziaria istituisce presso il Ministero della salute un registro dei dottori in chiropratica;
le medicine non convenzionali, essendo una realtà ormai diffusa nel nostro paese, necessitano di essere regolamentate;
l'insegnamento delle medicine non convenzionali è già un dato di fatto in molte università italiane;
al fine di non creare confusione, occorre tuttavia tenere presente che le medicine, in quanto tali - anche quelle non convenzionali - possono e devono essere esercitate solo da soggetti laureati in medicina e chirurgia ed abilitati dallo Stato all'esercizio di tale professione;
spetta alla professione medica la capacità di individuare e diagnosticare le malattie, di prescriverne la cura, di somministrare i rimedi, così come più volte ribadito dalla Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri;
chiunque esprima giudizi diagnostici ed appresti interventi curativi senza essere abilitato dallo Stato all'esercizio della professione medica - anche se tale attività si concreti nell'impiego di mezzi non tradizionali o non convenzionali (si pensi, per esempio, all'agopuntura o all'omeopatia) - commette il reato di abusivo esercizio della professione di cui all'articolo 348 del codice penale;
tutto ciò è stato confermato da innumerevoli sentenze tra cui, da ultima, la n. 34200 del 6 agosto 2007 della Suprema Corte di Cassazione che non lascia dubbio sul fatto che pratiche innovative (quali chiropratica, omeopatia, osteopatia, ecc.), siano un'esclusiva dei medici;
non è immaginabile pensare di aggirare un serio percorso formativo, creando un registro dei dottori in chiropratica per poi poter sostenere che il suo riconoscimento per legge debba voler significare l'esistenza di una professione sanitaria;
la disposizione contenuta nel testo del disegno di legge - secondo cui «il chiropratico può essere inserito o convenzionato nelle o con le strutture del Servizio Sanitario nazionale nei modi e nelle forme previste dall'ordinamento» - non fa intravedere una volontà di regolamentazione ma piuttosto l'obiettivo di raggiungere interessi specifici non consentiti titolo di studio;
il rischio che si vuole evitare è che un chiropratico, con alle spalle magari un corso di studi di qualche mese, possa compiere attività assimilabili a quelle proprie della professione medica (quali l'elaborazione d'anamnesi e di diagnosi, la lettura di radiografie o la prescrizione di cicli di terapie);
impegna il Governo
al fine di conseguire una maggiore tutela della salute pubblica, ad individuare - in sede di emanazione della normativa di dettaglio - chiari e precisi criteri tesi a garantire un adeguato percorso formativo di tipo universitario (di durata non inferiore ai 6 anni) che permetta un corretto esercizio delle medicine non convenzionali.
9/3256/200. Scalia, Catanoso, Lisi, Ulivi, Airaghi.
La Camera,
premesso che:
il 7 febbraio 1985, a Castellaneta (TA), 34 persone trovarono la morte a seguito del crollo del palazzo in cui abitavano, per il cedimento delle strutture portanti dell'edificio;
per quella tragedia vari gradi di giudizio avevano accertato le responsabilità del progettista autore dei calcoli del cemento armato, del Sindaco e dell'assessore
ai lavori pubblici del comune e del responsabile di un'impresa che aveva compiuto lavori edili nei pressi dello stabile, che a diverso titolo venivano giudicati colpevoli dei reati di disastro e omicidio colposo e condannati in solido tra loto al pagamento del risarcimento specifico nella sentenza stessa. Contro tale pronuncia il comune interessato aveva proposto appello, chiedendo ed ottenendo, in particolare, l'integrazione del contraddittorio nei confronti del Ministero dell'interno;
nella seduta del 2 agosto 2006, il sottoscritto firmatario del presente ordine del giorno presentava una interpellanza urgente, con la quale chiedeva al Governo iniziative concrete per una rapida liquidazione dei danni relativi al predetto crollo;
il Governo, nella persona del Sottosegretario di Stato per l'Interno, prof. Alessandro Pajno, dopo aver risposto: «l'interrogazione solleva una questione verso la quale il Ministero dell'interno guarda con il massimo rispetto, non solo per il dolore dei familiari delle vittime del disastro, ma anche per il gravissimo disagio che essi hanno dovuto sopportare anche a causa dei tempi lunghi della Giustizia, che non hanno ancora consentito il risarcimento dei danni a distanza di tanti anni dall'evento...» concludeva affermando: «... si dichiara disponibile a collaborare alla ricerca di una soluzione che venga incontro alle esigenze dei familiari...»;
impegna il Governo
a valutare la possibilità di rendersi promotore di un intervento legislativo mirato, che, viste le ristrettezze di natura economica, consenta allo Stato di adottare misure finanziarie che rendano possibile il conseguimento del ristoro da parte degli interessati.
9/3256/201. (Testo modificato nel corso della seduta)Patarino, Antonio Pepe, Rositani.
La Camera,
impegna il Governo
nella qualità di titolare dell'iniziativa legislativa, a garantire, per il prosieguo delle sue attività normative, il rispetto delle vigenti regole finalizzate ad assicurare una più alta qualità della legislazione.
9/3256/202. (Testo modificato nel corso della seduta)La Russa.
La Camera,
premesso che:
il Ministro degli affari esteri ha ufficializzato il sostegno della Farnesina alla candidatura della città Milano per ospitare l'Expo 2015 tenendo conto dell'importanza del tema scelto da Milano: «Nutrire il Pianeta, energia per la vita»;
l'Esposizione Universale rappresenta un evento di straordinaria importanza non solo per il capoluogo lombardo ma per la promozione di tutta l'Italia nel mondo;
per conseguire questo importante obiettivo è necessaria una intensa e capillare attività promozionale, che si dovrà rafforzare ulteriormente soprattutto in vista della decisione finale,
impegna il Governo
a stanziare risorse aggiuntive per l'anno 2008 per lo svolgimento di attività promozionali a sostegno delle candidature di Milano ad ospitare l'Expo 2015.
9/3256/203. De Corato, Ronchi, Gamba, Frassinetti.
La Camera,
premesso che:
le nuove norme in tema di deducibilità, nella determinazione del reddito d'impresa, degli interessi passivi sono state
recepite dal sistema tedesco il quale prevede una franchigia dell'importo di un milione di euro;
le nuove modalità di deduzione degli interessi passivi penalizzeranno fortemente le imprese di dimensioni medio-piccole, soprattutto nel Mezzogiorno d'Italia;
le nuove norme creano una ingiustificata disparità di trattamento tra le società di persone e le imprese individuali (meno penalizzate) e le società di capitali (più penalizzate), con conseguenti fenomeni di arbitraggio fiscale;
impegna il Governo
ad intervenire nel senso dell'eliminazione della suddetta ingiustificata disparità di trattamento tra società di capitali e società di persone quanto alla deducibilità degli interessi passivi, introdunedo altresì, una franchigia di 1 milione di euro al di sotto della quale gli interessi risultino completamente deducibili.
9/3256/204. Lamorte, Leo.
La Camera,
premesso che:
gli studi di settore non dimostrano una verità empirica ma sono basati su prove presuntive che muovono da fatti rilevati dall'Amministrazione Finanziaria per giungere in via induttiva al fatto incerto ovverosia i ricavi attribuibili ai contribuenti;
l'Agenzia delle entrate, in alcune pronunce interpretative (cfr., ad esempio, la C.M. 27 giugno 2002 n. 58/E), ha evidenziato come gli studi di settore rappresentano delle presunzioni legali relative con la conseguenza che un eventuale scostamento dalle risultanze degli stessi sarebbe di per se stesso una variabile idonea a giustificare un avviso di accertamento;
tale tesi non trova pieno accoglimento nella giurisprudenza la quale, in più di una occasione (cfr. Corte di Cassazione, pronunce 2891/2002 e 19163/2003), ha affermato l'inammissibilità di una determinazione automatica del reddito del contribuente (in contrasto, peraltro, con l'articolo 53 della Corte Costituzionale) e l'inidoneità degli studi a legittimare di per sé stessi l'accertamento tributario (cfr. Corte di cassazione, sentenza 9 febbraio 2006 n. 17229);
la risoluzione della Commissione Finanze del Senato del 1o agosto scorso ha evidenziato come per gli studi di settore spetta sempre all'Amministrazione finanziaria l'onere della prova;
molte sono l'incertezze degli operatori economici,
impegna il Governo
a chiarire, mediante una norma di interpretazione autentica ai sensi dell'articolo 1, comma 2, della legge 27 luglio 2000, n. 212, che gli accertamenti di cui all'articolo 39, primo comma, lettera d), del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 600 e successive modificazioni, e 54 del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633 e successive modificazioni, possono fondarsi sugli studi di settore solo in presenza di gravi incongruenze tra i ricavi o i compensi dichiarati e quelli desumibili dagli studi di settore medesimi e che lo scostamento, in assenza di ulteriori elementi probatori, fra l'ammontare dei ricavi o compensi dichiarati rispetto a quelli determinabili sulla base degli studi di settore costituisce presunzione priva dei requisiti di gravità, precisione e concordanza.
9/3256/205. Leo, Migliori.
La Camera,
premesso che:
gli ultimi incidenti sul lavoro, che hanno causato la morte di molti lavoratori ed hanno sollevato indignazione, hanno causato un forte allarme sociale;
il Governo dovrebbe perseguire, come obiettivo imprescindibile, la tutela dei lavoratori, anche tramite metodi di concertazione con le parti sociali, per arginare soprattutto il fenomeno degli infortuni sul lavoro e le morti bianche;
i sindacati di settore segnalano turni massacranti (dalle 07,00 alle 24,00 quasi ogni giorno), continue variazioni dei turni e dei posti di servizio, una mobilità selvaggia, la mancata concessione dei riposi settimanali, l'assoluta assenza di igiene, salubrità e sicurezza nei luoghi di lavoro;
la giusta pretesa dei lavoratori ad un rinnovo contrattuale coerente con l'obiettivo di garantire - come prescritto dall'articolo 36 della Costituzione - una retribuzione proporzionata e sufficiente alla qualità e quantità di lavoro svolto, è un diritto che, se garantito, diviene sicuro sintomo di salubrità per lo Stato e via di soluzione per arginare il triste fenomeno sopra esposto:
impegna il Governo
ad intervenire per sollecitare il coinvolgimento delle parti sociali per il rinnovo dei contratti collettivi del lavoro privato e pubblico, scaduti ormai da anni, al fine di introdurre ed approfondire interventi capaci di promuovere, da un lato le esigenze di qualità, d'efficacia e di massima fruibilità dei lavori offerti, in piena consonanza con la crescita organizzativa delle imprese, e dall'altro, la valorizzazione della tutela, dell'impegno e della salute del lavoratore.
9/3256/206. Lo Presti, Angeli, Murgia, Porcu.
La Camera,
premesso che:
malgrado lo stanziamento annuale di fondi pubblici, le azioni di lotta e prevenzione del randagismo, a sedici anni dall'emanazione della legge n. 281 del 1991, non hanno portato alla soluzione dei connessi problemi di sanità animale e di sanità pubblica;
l'utilizzo di questi fondi pubblici è talvolta risultato scarsamente pianificato e coordinato e, pertanto, ne sono derivate esperienze di gestione occasionale ed estemporanea del randagismo, con evidenti sprechi, destinazioni improprie e controproducenti;
pur senza disporre di dati certi sul fenomeno del randagismo, la Legge Finanziaria 2007 ha incentivato le amministrazioni comunali ad investire i fondi di provenienza regionale, ripartiti sulla base di quanto disposto dalla legge n. 281 del 1991, dando priorità agli interventi di sterilizzazione. Ciò nonostante, il dettato legislativo non ha prodotto conseguenze apprezzabili,
impegna il Governo:
ad un sistematico monitoraggio dell'impiego delle risorse economico-finanziarie di cui alla legge n. 281 del 1991 e di cui al comma 829 della Legge Finanziaria 2007 e dei risultati conseguiti, al fine di adottare le opportune iniziative volte alla realizzazione di un sistema per l'erogazione di prestazioni di medicina veterinaria di base in regime di convenzione, che, ricorrendo alle strutture veterinarie private autorizzate, consenta un impiego razionale delle risorse economiche esistenti, eviti ulteriori inutili ed inefficaci investimenti pubblici e, nel perseguimento delle finalità della legge n. 281 del 1991, si avvantaggi delle competenze e dell'organizzazione presenti nelle strutture veterinarie private.
9/3256/207. Mancuso, Mellano.
La Camera,
premesso che:
il sisma del 23 novembre 1980 ha investito fortemente la Regione Basilicata, provocando, in una vasta area di territorio, distruzione e lutti;
sono trascorsi ben 27 anni dall'evento sismico, ma l'opera di ricostruzione non risulta ancora ultimata, nonostante la legge 14 maggio 1981, n. 219, dichiari «di preminente interesse nazionale l'opera di ricostruzione e sviluppo delle zone delle regioni Basilicata e Campania disastrate per effetto del terremoto del novembre 1980 e del febbraio 1981»;
la Regione Basilicata contribuisce al fabbisogno petrolifero nazionale nella misura del 15 per cento e, secondo recenti stime, la zona estrattiva in questione risulta essere l'ottava area petrolifera mondiale;
nonostante tali ricchezze la Regione Basilicata è tra le più povere d'Italia, attraversata da una grave crisi economica e sociale e continuamente esposta a crescenti rischi ambientali e paesaggistici derivanti dalle attività estrattive;
la finanziaria per il 2008 non prevede alcuno stanziamento di risorse per il completamento delle opere di ricostruzione;
in alcune regioni d'Italia i cittadini già usufruiscono di una riduzione delle accise sugli idrocarburi,
impegna il Governo
a varare, nel più breve tempo possibile, un piano per l'ultimazione dei lavori di ricostruzione delle aree terremotate della Regione Basilicata, stanziando i relativi fondi necessari, nonché ad operare una riduzione del prezzo delle accise per l'acquisto degli idrocarburi.
9/3256/208. Martinelli, Lamorte.
La Camera,
premesso che:
le ultime stime elaborate dall'ISTAT per l'anno 2007 hanno confermato come si sia consolidata in Italia la tendenza al progressivo invecchiamento della popolazione;
con riguardo ai livelli di fecondità, il confronto internazionale vede l'Italia - con un tasso di 1,35 figli per donna nel 2006 - ancora al di sotto della media degli Stati membri dell'Unione europea, e soprattutto molto lontana dai livelli raggiunti da Francia (1,94) e Regno Unito (1,77), naturali partner di riferimento;
alla luce di questi dati e sulla scia delle riforme attuate in altri paesi europei, oggi è più che mai necessario garantire alle donne italiane strumenti in grado di sostenerle nella conciliazione dei tempi di vita e di lavoro;
è in progressivo aumento il numero delle famiglie che vivono in situazioni di povertà relativa (2.623.000 nel 2006, pari all'11,1 per cento delle famiglie residenti); un fenomeno, questo, particolarmente diffuso tra i nuclei familiari monoreddito e con figli;
impegna il Governo
a intraprendere le necessarie iniziative legislative per tutelare la maternità, intesa nel suo significato sociale, per sostenere la natalità, nonché per applicare un sistema di tassazione più equo a favore delle famiglie con figli, valutando in particolare la possibilità di introdurre l'istituto del quoziente famigliare, anche in via sperimentale per l'anno 2008.
9/3256/209. (Testo modificato nel corso della seduta)Meloni, Cioffi, Pignataro.
La Camera,
premesso che:
preso atto che nel 2005 il Ministero per l'ambiente e la tutela del territorio e la regione Toscana hanno approvato il Piano di assetto idrogeologico del Fiume Arno, a 40 anni dalla catastrofica alluvione del 4 novembre 1966;
tali interventi, diversi dei quali già cantierabili, saranno gestiti dall'Autorità di bacino e richiedono certezze organizzative e tempistiche;
preso atto che il 4 novembre 2006 il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e la regione Toscana hanno siglato un nuovo accordo che prevede lo stanziamento di 7 milioni per l'Arno largamente insufficienti rispetto all'obiettivo del Piano per il fiume:
impegna il Governo
a reperire risorse congrue a consentire la celere attuazione delle opere inserite nel piano di assetto idrogeologico del fiume Arno.
9/3256/210. Migliori.
La Camera,
impegna il Governo:
a valutare l'opportunità di adottare, tempestivamente, ulteriori iniziative di carattere normativo, volte a garantire, conformemente a quanto stabilito dall'articolo 37 della Costituzione, le pari opportunità tra uomini e donne;
a valutare l'opportunità di aumentare l'affidamento di incarichi di funzione dirigenziale di prima e seconda fascia, conferiti a persone estranee ai ruoli della pubblica amministrazione, ai sensi del comma 6 dell'articolo 19 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, tenendo conto di quanto stabilito dall'articolo 51 della Costituzione, che afferma il principio delle pari opportunità tra donne e uomini.
9/3256/211. (Testo modificato nel corso della seduta)Germontani, Cioffi.
La Camera,
premesso che:
la programmazione energetica, in un panorama sempre più composito, appare essere uno dei compiti di cui il Governo non può privarsi per dare coerenza al percorso di sviluppo e di incentivi delle fonti rinnovabili;
la realtà italiana, gravata storicamente da problemi e costi per l'approvvigionamento di fonti di energia, ha bisogno di guardare al futuro secondo prospettive chiare, in modo da permettere agli operatori un impegno che faccia affidamento su una definizione degli interessi strategici del Paese;
se le accese divisioni politiche non consentono di pensare ad una definizione di piani di sviluppo circa fonti come il nucleare, essi appaiono una necessità per altre risorse quali i biocombustibili;
se è innegabile che un impegno bipartisan ha contribuito in questi anni ad agevolare l'utilizzo dei combustibili da biomasse nel mercato energetico, questo percorso è avvenuto, spesso, senza una strategia di largo respiro;
impianti per la produzione di bioenergia sono nati in modo caotico sul territorio nazionale, registrando a volte anche l'opposizione delle popolazioni locali;
la varietà anche climatica e della flora del territorio italiano richiedono una seria riflessione sull'opportunità di favorire una produzione selvaggia di biocombustibili o di bioenergia, senza tener conto delle specificità:
impegna il Governo
a redigere, di concerto con le autonomie locali, un Piano Energetico Nazionale per gli impianti che impiegano biocarburanti e a prevedere un sistema regolamentare che ponga in essere una razionalizzazione della produzione di biomasse e biocombustibili in modo da rispettare le specificità colturali, ambientali e sociali di ogni singolo territorio.
9/3256/212. Bellotti.
La Camera,
premesso che:
con la nomina del Presidente e Direttore Artistico, su indicazione da parte del Ministro dei Beni Culturali, si è ritenuto di avviare un procedimento straordinario di trasformazione organizzativa del Festival dei Due Mondi di Spoleto, che resta una delle massime e più stimolanti realtà culturali ed artistiche italiane, con importanti relazioni che lo legano ed ancor più lo possono legare ad analoghi fetivals delle arti di varie capitali della cultura nel mondo;
questo processo riorganizzativo non risulta, al momento, accompagnato da un corrispondente rafforzamento del contributo finanziario dello Stato, senza il quale la stessa nuova fase di rilancio della eminente manifestazione rischia di naufragare e di mancare il suo obbiettivo;
impegna il Governo
a prevedere, in tempi ravvicinati, comunque in tempo utile prima dell'allestimento dell'edizione 2008 del Festival dei Spoleto, quale che ne sarà l'esatta denominazione, strumenti ordinari e straordinari di più cospicuo finanziamento statale della illustre manifestazione rispetto alla misura, invero limitata, dell'attuale contributo.
9/3256/213. Benedetti Valentini, Mancuso.
La Camera,
premesso che:
in base all'articolo 19, comma 6, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, é possibile conferire, nell'ambito di ciascuna amministrazione centrale dello Stato, incarichi dirigenziali di prima e seconda fascia a soggetti estranei alla pubblica amministrazione, vale a dire a persone che non appartengono ai ruoli dirigenziali dei ministeri, in quanto non vincitori di pubblici concorsi;
l'applicazione indiscriminata della succitata normativa si è tradotta più in un escamotage per aggirare la trasparenza delle procedure concorsuali, che in un metodo per la selezione meritocratica della classe dirigente non di ruolo della pubblica amministrazione;
l'eccesso di personale dirigenziale proveniente dall'esterno, non selezionato in base a condivisi ed adeguati criteri meritocratici, ha contribuito, in primo luogo, a ledere la suscettibilità professionale del personale di ruolo dello Stato;
la possibilità di conferire incarichi a persone estranee alla pubblica amministrazione dovrebbe essere limitata soltanto agli incarichi di segretario generale dei ministeri, nonché agli incarichi di direzione di strutture articolate al loro interno in uffici dirigenziali generali e a quelli di livello equivalente di cui all'articolo 19, comma 3, del decreto legislativo n. 165 del 2001;
il Governo, in risposta a numerosi atti di sindacato politico-ispettivo presentati da parlamentari appartenenti al Gruppo parlamentare di Alleanza Nazionale, ha sempre dichiarato a parole, ma non nei fatti, di voler modificare, in senso restrittivo, la normativa di cui al comma 6 dell'articolo 19 del decreto legislativo n. 165 del 2001,
impegna il Governo
anche al fine di contenere i costi della pubblica amministrazione, ad intervenire urgentemente per introdurre nell'ordinamento una normativa ancora più restrittiva in materia di accesso alle funzioni dirigenziali da parte di soggetti che non sono pubblici dipendenti.
9/3256/214. (Testo modificato nel corso della seduta)Bocchino, Filipponio Tatarella.
La Camera,
premesso che:
la legge 3 agosto 2004, n.206, recante «Nuove norme in favore delle vittime del terrorismo e delle stragi di tale matrice» prevede una serie di benefici a favore delle vittime del terrorismo;
a seguito degli incontri che le Associazioni delle vittime del terrorismo e dei loro familiari hanno avuto con i rappresentanti del Governo presso la Presidenza del Consiglio dei ministri è stata posta in rilievo l'esigenza di una modifica relativa alla normativa sulle provvidenze alle vittime del terrorismo;
in particolare, è stato posto l'accento sull'attuazione di norme pensionistiche agevolative, sull'estensione, ai familiari degli invalidi, di tutti i benefici riconosciuti ai familiari delle vittime decedute ed, in generale, su ogni equiparazione dei familiari delle vittime dal punto di vista del riconoscimento dei diritti,
è necessario riconoscere gli stessi benefici anche ai familiari delle vittime della mafia,
invita il Governo
ad assumere idonee iniziative per recepire gli accordi con le Associazioni delle vittime del terrorismo.
9/3256/215. (Testo modificato nel corso della seduta)Briguglio, Ascierto, Buonfiglio, Cirielli, Pedrizzi.
La Camera,
premesso che:
nell'ambito del processo di conferimento di funzioni e compiti agli enti locali territoriali, è stato consentito alle Regioni, nel 1998, e ai Comuni, nel 1999, di imporre ai contribuenti, aventi il domicilio fiscale nel rispettivo territorio di competenza, un'addizionale all'imposta sul reddito delle persone fisiche;
il personale delle Forze di polizia e delle Forze armate, in relazione ai peculiari compiti ed alle funzioni attribuite, è chiamato ad operare, in condizioni di disagio ambientale, nelle diverse parti del territorio nazionale in virtù di provvedimenti autoritativi adottati a garanzia del funzionamento dei reparti e nell'interesse delle comunità locali ove i reparti insistono;
impegna il Governo
ad assumere tutte le iniziative necessarie affinché siano abolite le addizionali comunali e regionali a carico del personale delle Forze di Polizia e delle Forze Armate, impossibilitato peraltro a determinare autonomamente la propria sede residenziale, al fine di favorire la continua ottimizzazione delle condizioni di sicurezza pubblica e di controllo del territorio e migliorare le condizioni di vita degli operatori per la sicurezza e delle loro famiglie, contribuendo in tal modo al riconoscimento della specificità del personale del Comparto Difesa - Sicurezza e dimostrando una maggiore sensibilità nei confronti delle esigenze di questa specifica categoria di dipendenti pubblici.
9/3256/216. Cirielli.
La Camera,
premesso che:
il Porto di Taranto rappresenta uno dei più importanti strumenti di sviluppo economico dell'intero Mezzogiorno ed una risorsa fondamentale per un'area socio-territoriale come quella jonica, che sta vivendo un passaggio di particolare criticità;
esso rischia di essere di fatto declassato dall'insufficienza della profondità dei suoi attuali fondali, che non superano i 14 metri e mezzo a fronte dei 16 necessari per i porta-containers di nuova generazione;
questa ed altre insufficienze strutturali hanno già ridotto nell'ultimo anno dell'11 per cento il numero di navi attraccate a suddetto Porto, in un declino che - se non contrastato con adeguato provvedimenti - rischia di divenire inarrestabile;
impegna il Governo:
ad assumere ogni iniziativa, direttamente e nei confronti delle altre Istituzioni interessate, anche istituendo all'uopo un apposito tavolo tecnico-politico di concertazione, perché si provveda, definendo risorse e progetti, nei tempi più rapidi ad un radicale dragaggio dei suddetti fondali del Porto di Taranto, rimuovendone tutti i fanghi ed i detriti al netto dei quali essi sarebbero ampiamente sufficienti a garantire la preservazione e l'ampliamento del suo attuale traffico-containers;
ad accelerare tutte le procedure in atto ed, all'occorrenza, ad attivarne di nuove, per un adeguato ammodernamento e potenziamento delle strutture portuali e retro-portuali del più importante Porto commerciale del Sud, ottimizzandone le potenzialità di volàno dello sviluppo dell'intero Mezzogiorno.
9/3256/217. Giorgio Conte, Patarino, Moffa, Lisi, Antonio Pepe, Rositani.
La Camera,
impegna il Governo
ad assumere tutte le iniziative necessarie volte al reperimento di risorse economiche adeguate, al fine di elevare un settore fondamentale del nostro sistema istituzionale, qual è, appunto, quello che attiene all'amministrazione della giustizia, agli standard degli altri paesi europei.
9/3256/218. (Testo modificato nel corso della seduta)Consolo.
La Camera,
premesso che:
la Croce rossa italiana, ai sensi del regio-decreto 10 febbraio 1936, n. 484 dispone, per l'espletamento dei suoi servizi del tempo di guerra e di pace, di un Corpo Militare che, a termini di legge ed in osservanza delle convenzioni internazionali, è ausiliario delle Forze armate dello Stato;
gli iscritti nei ruoli del Corpo militare della Croce rossa italiana, sia permanentemente in servizio che richiamati in servizio, hanno lo status di militari a tutti gli effetti, tanto che sono soggetti alle particolari norme del regolamento di disciplina militare;
il Corpo militare vanta attualmente la presenza di 867 unità permanentemente in servizio nonché 385 unità con richiamo a tempo determinato prorogato da diversi anni;
dal punto di vista normativo, tale collegamento giuridico-economico è garantito dall'articolo 116 del citato regio-decreto 10 febbraio 1936, n. 484, che prevede che: «il personale militare della Croce rossa italiana riceve le competenze per ciascun grado, salvo provvedimenti da adottarsi dalla Presidenza Generale, in analogia a quanto venga praticato per i personali militari e delle amministrazioni statali»;
la Suprema Corte, chiamata nel 1999 ad esaminare uno dei tanti ricorsi presentati dal personale (che ha visto soccombere l'Amministrazione della CRI), nel rimettere comunque agli Organi dell'Ente Croce Rossa l'adeguamento del trattamento economico dei militari CRI, ha contestualmente riconosciuto l'esistenza di un vuoto legislativo;
occorre quindi procedere con immediatezza al riconoscimento dello status giuridico ed economico di detto personale, riconoscimento che, tra l'altro, non prevede alcun aggravio di spesa in quanto il personale è già in servizio (come peraltro
inequivocabilmente sancito dal DPCM 4 giugno 2004 e dall'Avvocatura generale e dalla Direzione «Previmil» del Ministero della difesa, nell'anno in corso);
impegna il Governo
a risolvere definitivamente le problematiche del personale appartenente al Corpo militare della Croce rossa italiana in servizio attivo, al quale deve essere esteso il trattamento economico, previdenziale e di quiescenza, nonché le norme sullo stato giuridico in vigore per i pari grado delle FFAA, permettendo il ripianamento delle vacanze del contingente permanentemente in servizio mediante la graduale stabilizzazione del nucleo di 385 militari richiamati, in alcuni casi, da oltre 18 anni.
9/3256/219. Holzmann.
La Camera,
impegna il Governo
a compiere attento monitoraggio sugli effetti della riforma che introduce l'azione collettiva, allo scopo di approfondire e valutare gli aspetti e riferirne l'esito alla Commissione Giustizia della Camera anche in occasione dell'esame delle proposte di legge in materia ancora in corso presso questa ultima.
9/3256/220. (Testo modificato nel corso della seduta)Contento, Consolo, Bongiorno, Benedetti Valentini, Pedrizzi.
La Camera,
premesso che:
attualmente l'INPS eroga prestazioni previdenziali e assistenziali collegate al reddito sulla base del reddito del nucleo familiare prodotto nell'anno solare precedente il 1 luglio di ogni anno ed ha valore fino al 30 giugno dell'anno successivo;
tuttavia, qualora il reddito del nucleo familiare non venga comunicato all'INPS precedentemente al 1 luglio, in mancanza di una norma che lo stabilisca in modo compiuto, l'Istituto continua ad erogare le prestazioni concesse fino al 30 giugno finché non arrivi la nuova comunicazione sul reddito;
questo meccanismo è in molte occasione causa di esborsi non giustificati che pesano sulle casse dell'INPS,
impegna il Governo
ad assumere iniziative normative che stabiliscano in modo compiuto che ai pensionati che omettono di presentare la comunicazione reddituale entro il termine tassativo del 30 giugno viene sospesa l'erogazione della prestazione collegata al reddito a partire dal rateo del mese di settembre;
comunque a prevedere, in caso di presentazione della comunicazione reddituale di riferimento entro il termine previsto per la successiva comunicazione reddituale annuale, che la medesima prestazione sarà ripristinata a partire dal mese successivo con l'erogazione degli arretrati;
a stabilire infine che, qualora la presentazione della comunicazione reddituale all'INPS non venga ancora effettuata entro il termine di cui al precedente impegno, non si darà in ogni caso luogo alla corresponsione di alcun arretrato.
9/3256/221. Giulio Conti, Amoruso.
La Camera,
premesso che:
appare necessario ed opportuno migliorare l'organizzazione dei mercati di vendita dei prodotti alimentari e tutelare l'interesse dei consumatori in ordine all'acquisto di prodotti che abbiano un legame diretto con il territorio di origine;
tale obiettivo può essere raggiunto mediante l'utilizzo di un marchio di origine definito con le parole «mercato degli agricoltori»;
impegna il Governo
a far adottare l'utilizzo della denominazione «Mercato degli agricoltori» nei mercati istituiti su iniziativa dei comuni, delle Camere di commercio industria, artigianato ed agricoltura, di enti operanti in agricoltura e di imprenditori agricoli singoli e associati su superfici all'aperto e in locali aperti al pubblico in cui sono posti in vendita esclusivamente prodotti agricoli provenienti da aziende agricole ubicate nel territorio della regione ove sono situati i mercati.
9/3256/222. Cosenza.
La Camera,
premesso che:
è ormai noto il fenomeno della c.d. «fuga di cervelli», giovani neolaureati, dottorati e ricercatori italiani che si trasferiscono all'estero per lavorare in università e centri di ricerca, soprattutto statunitensi, dal momento che manca, a tutt'oggi, un adeguato piano di sostegno economico che induca ad investire seriamente sulla ricerca e lo sviluppo scientifico;
la «fuga» di molti dei migliori ricercatori italiani, i quali, non avendo prospettive di lavoro e di ricerca nelle università italiane, sono stati chiamati da istituti di ricerca ed università straniere per i meriti acquisiti con i loro studi e le loro pubblicazioni, arreca danni rilevanti alla cultura e all'economia del Paese;
la mancanza di risorse umane specializzate in determinate discipline scientifico-tecnologiche, di cui il mercato italiano ha bisogno per diventare più competitivo, è da tempo denunciata anche dagli industriali italiani, che chiedono a gran voce un intervento del Governo al fine di rilanciare la formazione tecnico-scientifica, così da ridurre la propria dipendenza dalla ricerca realizzata all'estero:
impegna il Governo
ad assumere tutte le iniziative necessarie volte a sostenere, in modo concreto, la preziosa attività culturale e scientifica dei giovani ricercatori italiani, così da fronteggiare un'emergenza non più sostenibile, che impedisce al nostro Paese di crescere in termini di progresso scientifico, a vantaggio di tutti gli altri Paesi industrializzati.
9/3256/223. Filipponio Tatarella.
La Camera,
premesso che:
il disegno di legge finanziaria prevede misure per la riqualificazione e il recupero dei centri storici;
le finalità delle predette misure risultano quanto mai opportune, ma occorre fare in modo che esse siano prioritariamente finalizzate a rimettere in risalto le caratteristiche architettoniche delle città e dei borghi antichi, adottando specifici criteri di intervento per l'arredo urbano, anche al fine di un miglioramento estetico degli stessi;
è necessario, pertanto, puntare con determinazione all'attivazione di progetti, strumenti e azioni integrati, che non possono essere lasciati solo all'autonomia degli organi comunali, ma devono poter contare - considerata anche la finalità di tutela dei beni culturali e territoriali - su una chiara cornice di inquadramento di carattere generale e su un contributo attivo di quei soggetti privati che possono sostenere in misura adeguata gli sforzi per il recupero migliorativo dei centri storici;
la Camera ha approvato all'unanimità, nello scorso mese di ottobre, un importante progetto di legge (A.C. 550-A e abb.), che prevede l'attivazione di sinergie tra pubblico e privato per la realizzazione dei predetti interventi di riqualificazione dei centri storici,
impegna il Governo
a garantire che le risorse per il recupero dei centri storici privilegino, in particolare, gli interventi posti in essere mediante la realizzazione di interventi integrati pubblici e privati, finalizzati alla riqualificazione urbana e al miglioramento del decoro urbano.
9/3256/224. Foti.
La Camera,
premesso che:
la legge Finanziaria in esame ha autorizzato, prevedendo un fondo specifico per l'edilizia scolastica, la spesa di 20 milioni di curo, in aggiunta a quella già stanziata nella Finanziaria precedente;
tale importo risulta ancora del tutto insufficiente al fabbisogno delle migliaia di scuole che non sono ancora a norma, nonostante gli enti locali concorrano nella misura del 50 per cento al completamento delle attività di messa in sicurezza e di adeguamento normativo degli edifici scolastici;
sarebbero necessarie maggiori risorse per risolvere le reali esigenze delle scuole, anche e soprattutto in considerazione del fatto che, relativamente alle opere di messa in sicurezza e di adeguamento a norma, è stata rinviata la scadenza del termine per il completamento delle opere al 31 dicembre 2009, previa sottoscrizione di un «patto per la sicurezza» tra il Ministro della pubblica istruzione, le regioni e gli enti locali della medesima regione,
impegna il Governo
ad adottare iniziative normative volte a prevedere l'adeguamento a norma in un settore così importante per la sicurezza e la qualità dell'educazione dei giovani e a destinare a ciò nuove ulteriori risorse.
9/3256/225. Frassinetti.
La Camera,
impegna il Governo
a reintrodurre il credito d'imposta per gli investimenti nel mezzogiorno incrementando le spese per infrastrutture specie nel Sud e nelle Isole.
9/3256/226. (Testo modificato nel corso della seduta)La Loggia, Bertolini, Biancofiore, Boscetto, Bruno, Carfagna, Cicchitto, Fitto, Santelli, Verdini.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 1, comma 366, della legge 23 dicembre 2005, n. 266 (legge finanziaria 2006), ha istituito i distretti produttivi, quali libere aggregazioni di imprese articolate sul piano territoriale e sul piano funzionale, con l'obiettivo di rafforzare il sistema socio-economico produttivo del Paese, secondo principi di sussidiarietà verticale ed orizzontale;
la Corte costituzionale, a seguito del ricorso di legittimità costituzionale sollevato dalle Regioni Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia e Toscana, ha dichiarato, con la sentenza n. 165 dell'11 maggio 2007, l'illegittimità costituzionale dell'articolo 1, commi 366 e 368, della legge finanziaria 2006, nella parte in cui non prevede che:
i decreti ministeriali di cui al predetto articolo 1, commi 366 e 368, lettera b), numeri 1 e 2, siano adottati di intesa con la Conferenza Stato-Regioni;
il decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri, recante la definizione dei criteri e delle modalità per lo svolgimento delle attività istituzionali dell'Agenzia per la diffusione delle tecnologie per l'innovazione, sia adottato di intesa con la Conferenza Stato-Regioni,
impegna il Governo
a valutare l'esigenza di intervenire normativamente affinché le disposizioni dell'articolo 1, commi 366 e 368, lettera b)
numeri 1 e 2, della legge 23 dicembre 2005, n. 266, vengano dettati i principi della sentenza della Corte Costituzionale dell'11 maggio 2007, n. 165.
9/3256/227. (Testo modificato nel corso della seduta)Armani, Patarino, Lisi.
La Camera,
premesso che:
il problema della sicurezza è oggi quanto mai sentito, tristemente protagonista della cronaca quotidiana, e riguarda abitazioni, esercizi commerciali ed uffici;
circa 6 miliardi di euro fatturati dal comparto sicurezza nel 2005 mostrano come gli italiani spendano quantità sempre più ingenti di risorse economiche per cercare di difendersi dagli atti criminosi ai loro danni;
non è giusto che i costi per l'utilizzo di servizi di vigilanza e per l'installazione e manutenzione sempre aggiornata di casseforti, porte corazzate, cassette di sicurezza, porte antintrusione, bussole antirapina, serrature di sicurezza, sistemi di allarme e di video-sorveglianza ricadano sulle spalle dei cittadini privati,
impegna il Governo
a valutare iniziative normative e finanziarie per concedere detrazioni fiscali per le spese effettuate da proprietari e locatari di abitazioni, da proprietari e gestori di negozi e da proprietari e locatari di uffici per l'utilizzo di servizi di vigilanza e per l'installazione e manutenzione dei sistemi di sicurezza.
9/3256/228. Amoruso.
La Camera,
premesso che:
una delle priorità del Governo dovrebbe essere costituita dall'attenzione costante da attribuire alla necessità di sostenere ed incentivare lo sport per i giovani, anche a livello dilettantistico, per il suo fondamentale ruolo di crescita, di educazione e di integrazione sociale e di solidarietà, anche rispetto alla disabilità fisica o mentale, nonché per il suo forte legame col territorio;
lo sport si fonda su valori sociali, educativi e culturali ed è un fattore di inserimento, di partecipazione alla vita sociale e la sua pratica deve essere accessibile a tutti, mettendo in atto programmi volti a facilitare l'inserimento delle persone diversamente abili, preso atto che le società e le associazioni dilettantistiche esaltano i valori morali, umani e sociali dello sport attraverso un'attenta opera di reclutamento dei giovani, sostenendo l'azione della famiglia e della scuola,
impegna il Governo
ad adottare ulteriori iniziative volte a destinare una quota delle risorse allo sviluppo del settore giovanile, al recupero delle situazioni di disagio sociale e all'inserimento dei diversamente abili, per incentivare politiche indirizzate a valorizzare il carattere sociale dello sport.
9/3256/229. (Testo modificato nel corso della seduta)Airaghi.
La Camera,
premesso che:
la crescita dell'Italia passa attraverso una rapida modernizzazione delle infrastrutture di rete; è sempre più necessario affrontare i vincoli strutturali che frenano la penetrazione della banda larga a favorire la realizzazione di infrastrutture organiche ed evolute, soprattutto nelle aree sottoutilizzate del Paese in cui il mercato non è in grado di fornire tali servizi;
al fine di rendere fruibile dall'intera popolazione italiana la televisione nella nuova tecnologia digitale, occorre destinare maggiori risorse per il finanziamento degli interventi quali le incentivazioni
per i fornitori di contenuti di particolare valore in tecnica digitale; le attività di verifica e monitoraggio dello stato di trasformazione degli impianti; concessione di un bonus alle famiglie economicamente e socialmente disagiate per l'acquisto di un apparato idoneo a consentire la ricezione di segnali televisivi in tecnica digitale terrestre, via cavo o satellitare;
in alcuni Paesi europei, già si è avviata una graduale uscita dal mercato dei televisori analogici, in modo da convogliare gli acquisti del consumatore verso gli apparecchi televisivi digitali;
alla luce dell'approssimarsi della transizione dalla trasmissione analogica a quella digitale, le emittenti locali saranno chiamate ad una sfida competitiva a livello tecnologico:
impegna il Governo
a stanziare, per l'immediato futuro, ulteriori ed adeguate risorse economiche, così da rendere, in questo settore, il nostro Paese maggiormente competitivo a livello europeo.
9/3256/230. Landolfi.
La Camera,
premesso che:
la criminalità comune nel nostro Paese, colpisce ogni giorno cittadini di ogni grado od estrazione sociale;
a fronte dell'adozione di provvedimenti di clemenza, di cui usufruiscono i criminali, per le vittime, che si sentono abbandonate dalle istituzioni, non esiste invece alcuna tutela economica;
accade spesso infatti che, nel corso del procedimento penale, il responsabile di un reato abbia la possibilità di usufruire del difensore d'ufficio mentre le vittime debbano provvedere da loro al pagamento del legale per costituirsi parte civile. Inoltre nella stragrande maggioranza dei casi il risarcimento per la parte offesa, al termine dell'iter giudiziario, non avviene in quanto il reo risulta essere disoccupato e nullatenente,
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di istituire un «Fondo per le vittime della criminalità comune» in favore delle vittime di atti criminosi che abbiano riportato, come conseguenza degli stessi, gravi danni fisici o materiali. In caso di decesso, il Fondo erogherebbe una prestazione economica ai familiari superstiti delle vittime.
9/3256/231. Taglialatela, Ascierto.
La Camera,
premesso che:
l'inarrestabile flusso migratorio dai Paesi del basso Mediterraneo colpisce la nostra coscienza e le nostre responsabilità di fronte a popoli la cui crescita demografica non è conciliabile con tassi di disoccupazione che si aggirano oltre l'80 per cento della popolazione attiva in cerca di lavoro;
il calcolo delle tendenze di accrescimento demografico dal 1987 al 2015 ha messo in evidenza che, a fronte dell'aumento della popolazione dell'Unione europea, stimato in 13 milioni di unità, quello delle popolazioni del Nord Africa è stimato in oltre 170 milioni di nascite in un contesto di crisi permanente sul piano del lavoro e dell'occupazione;
questi gravissimi squilibri di sproporzionata crescita demografica vanno messi in rapporto ad una disoccupazione di oltre l'80 per cento della popolazione attiva in cerca di lavoro;
questa situazione costituisce un pericolo vero di invasione dell'Europa da parte di popoli che sono alla fame e in preda ad un'inarrestabile disoccupazione; il loro arrivo massiccio in Italia contribuisce ad aggravare il problema della sicurezza
ed a ingrossare fenomeni di criminalità, quali lavoro nero, traffico di droga, e reati di varia gravità;
il deputato Tremaglia, il 14 ottobre 1995, in rappresentanza dell'Unione interparlamentare italiana, ha presentato a Bucarest un testo, approvato da 127 Paesi, che prevedeva un intervento diretto dell'Europa a favore dei Paesi del Nord Africa con investimenti economici a lungo termine;
nonostante queste obbligazioni e successive prese di posizione parlamentari in Italia, che impegnavano pure il Governo italiano e l'Europa a dare attuazione ai programmi sottoscritti anche sul piano internazionale, non si è mai dato seguito agli impegni assunti;
si ritiene indispensabile puntare con decisione all'unica soluzione vera, concreta, indispensabile, cioè quella di dare lavoro agli africani in Africa, per la quale soluzione diviene indispensabile una grande azione di investimenti economici europei in Africa;
sarebbe opportuno, a tal fine, organizzare una Conferenza internazionale per predisporre un piano di investimenti in Africa, in modo da creare nuovi posti di lavoro;
si affronterebbe così il problema di fondo, dando nuovo impulso produttivo ai Paesi più poveri, nella prospettiva di ridurre le enormi differenze economiche che si sono create all'interno dell'area mediterranea,
impegna il Governo
ad organizzare una Conferenza internazionale del lavoro e della cooperazione con la partecipazione dei Ministri del lavoro e degli affari esteri dell'Unione europea, con la rappresentanza dei Paesi del Nord Africa, nonché con quelli della Lega araba e dei Parlamenti europei, per discutere e attuare un piano trentennale di investimenti europei in Africa al fine di creare 20 milioni di posti di lavoro per gli africani in Africa e di fermare, quindi, l'emigrazione selvaggia verso l'Europa.
9/3256/232. Tremaglia.
La Camera,
premesso che:
il 17 ottobre 2007 all'interno del tribunale di Reggio Emilia un cittadino albanese durante la propria causa di separazione ha sparato e ucciso la moglie ed il cognato ferendo il legale della donna uccisa;
a Reggio Emilia i magistrati da tempo chiedono più sicurezza all'ingresso: già nel 2002 un uomo era entrato con la pistola durante un'udienza di separazione;
il livello di sicurezza degli uffici giudiziari italiani è troppo basso e la maggior parte dei tribunali italiani è priva di qualunque sistema di sicurezza che possa permettere di identificare chi entra e l'eventuale introduzione di armi od oggetti atti ad offendere;
l'associazione degli avvocati matrimonialisti chiede da tempo che le forze dell'ordine assistano anche alle cause familiari, così come assistono alle udienze penali, proprio per il gran numero di delitti familiari che si stanno consumando;
il decreto ministeriale 28 ottobre 1993 all'articolo 2, comma 1, recita: « Compete al procuratore generale presso la corte di appello adottare i provvedimenti necessari ad assicurare la sicurezza interna delle strutture in cui si svolge attività giudiziaria. Salvo che nei casi di assoluta urgenza, i provvedimenti sono adottati sentito il prefetto e i capi degli uffici giudiziari interessati»;
l'attività del procuratore generale in materia di sicurezza è stata in seguito specificata dalla circolare applicativa n. 4 del 28 marzo 1994 e dalle modifiche ed integrazioni ad essa apportate dalla successiva circolare n. 10 del 9 settembre 1997. Secondo la chiara definizione della circolare in questione, il procuratore generale
resta individuato quale «organo a cui è deputata la funzione di coordinamento tra le esigenze di tutela della struttura e quelle che riguardano la persona dei magistrati cosiddetti a rischio»;
inoltre la circolare del 1994 e le successive integrazioni del 1997 individuano, con riguardo al tema della sicurezza delle strutture giudiziarie, tre grossi ambiti di intervento di competenza del procuratore generale: l'organizzazione e l'utilizzo di materiali di protezione di cui gli uffici siano già dotati; l'individuazione e la scelta dello strumento in concreto più idoneo a conseguire la specifica tutela e l'acquisizione di strumenti di protezione nuovi o diversi da quelli di cui gli uffici siano già dotati;
il servizio di vigilanza esterna degli uffici giudiziari disposto su richiesta del procuratore generale, è regolamentato dalla circolare ministeriale n. 6/4056/01/20A del 25 giugno 2001; il servizio può essere affidato alle forze dell'ordine su disposizione del prefetto e, ove ciò non sia possibile, è affidato ad istituti di vigilanza privata, attualmente a carico del comune nel cui territorio ha sede l'ufficio giudiziario,
impegna il Governo:
a prevedere la possibilità di effettuare un monitoraggio all'interno degli uffici giudiziari, per valutare la reale efficienza dei sistemi di sicurezza adottati;
a valutare la possibilità di adottare provvedimenti urgenti, volti anche a modificare il decreto ministeriale 28 ottobre 1993, affinché siano messe in sicurezza le aule dei tribunali e più in generale siano meglio protetti i luoghi dove si amministra la giustizia;
a valutare la possibilità di potenziare le necessarie dotazioni di sicurezza, quali metal detector, telecamere a circuito chiuso e personale di vigilanza all'interno dei tribunali.
9/3256/233. (Testo modificato nel corso della seduta)Minasso, Germontani, Bongiorno.
La Camera,
premesso che:
è necessario prevedere specifici interventi a favore dei soggetti non autosufficienti garantendo agli stessi la possibilità di accesso ai servizi di trasporto,
impegna il Governo
a destinare adeguate risorse per finanziare interventi destinati alla realizzazione di un parco ferroviario per il trasporto in Italia e all'estero dei disabili assistiti dalle associazioni di volontariato operanti sul territorio italiano, anche attraverso l'istituzione di un apposito Fondo per la mobilità dei disabili.
9/3256/234. Moffa, Lisi, Menia, Castellani, Ulivi, Patarino, Mancuso, Angela Napoli, D'Ippolito Vitale, D'Elpidio, Cioffi, Pedrizzi.
La Camera,
premesso che:
il Consiglio di facoltà di scienze politiche dell'università degli studi di Cagliari, in conseguenza del decreto ministeriale 3 luglio 2007, n. 362, e del decreto ministeriale 31 ottobre 2007, n. 544, ha deciso di concentrare i propri corsi solo nell'ateneo del capoluogo sardo, provocando in questo modo la chiusura dei nuovi corsi triennali di scienze dell'amministrazione e di scienze del servizio sociale precedentemente attivi nella sede universitaria gemmata della città di Nuoro;
in base alle disposizioni previste dai citati decreti ministeriali, l'università degli studi di Cagliari è stata costretta a penalizzare la città di Nuoro razionalizzando l'offerta formativa in relazione a criteri di efficienza e di qualità stabilite dal Ministero dell'università e della ricerca
e privando, di conseguenza, la provincia nuorese di corsi formativi universitari seguiti da molti giovani sardi;
gli studenti che seguivano i corsi universitari citati nei precedenti capoversi della premessa presso la sede gemmata di Nuoro saranno costretti a frequentare gli stessi corsi nelle sedi universitarie di Cagliari con evidenti disagi sia sul piano dei trasporti che sul piano economico;
per il ripristino dei corsi di scienze dell'amministrazione e di scienze del servizio sociale nella sede universitaria gemmata di Nuoro sarebbe necessario accreditare all'Università degli studi di Cagliari 500.000 euro,
impegna il Governo
ad assumere tutte le iniziative necessarie affinché siano riattivati i corsi universitari di scienze dell'amministrazione e di scienze del servizio sociale nella sede universitaria gemmata della città di Nuoro e affinché sia promossa ed incrementata l'offerta formativa universitaria nella stessa provincia sarda.
9/3256/235. Murgia.
La Camera,
premesso che:
la dipendenza dell'Italia da fonti energetiche non rinnovabili, ha comportato negli anni un aumento esponenziale della spesa sostenuta per sopportare la cosiddetta «bolletta energetica», in conseguenza dell'aumento del costo delle materie prime utilizzate, petrolio e gas, per alimentare la nostra rete energetica;
si ritiene necessario ed urgente che si producano tutti gli sforzi utili per diminuire il più possibile la dipendenza energetica dell'Italia da fonti non rinnovabili e non inquinanti anche nel rispetto di trattati internazionali e comunitari condivisi e sottoscritti,
impegna il Governo
ad adottare tutti i provvedimenti utili per determinare che le spese sostenute ed i cofinanziamenti disposti dai comuni e dalle province per investimenti tesi alla realizzazione di impianti fotovoltaici e per altre fonti energetiche pulite e rinnovabili non siano computate ai fini del calcolo dei coefficienti di spesa del patto di stabilità.
9/3256/236. Nespoli.
La Camera,
premesso che:
il disegno di legge in esame, al comma 3, articolo 98, prevede che l'Agenzia per la protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici (APAT), per sopperire alle carenze di organico e per far fronte ai propri compiti istituzionali ed alle esigenze connesse alla protezione civile, fino al 31 dicembre 2008 possa continuare ad avvalersi del personale in servizio, con contratto a tempo determinato o con contratti di collaborazione, alla data del 28 settembre 2007, nel limite massimo di spesa complessivamente stanziata nell'anno 2007 per lo stesso personale della predetta Agenzia;
lo stesso testo prevede inoltre che l'Agenzia per la protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici (APAT), per far fronte ai propri compiti istituzionali ed alle esigenze connesse con la protezione civile, anche ai fini della stabilizzazione, sia autorizzata a bandire concorsi, per titoli ed esami, e a procedere all'assunzione di personale a tempo indeterminato nel limite della dotazione organica approvata con decreto del direttore generale n. 122 del 2005;
l'Agenzia per la protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici (APAT), con disposizione DG n. 915 del 2004 ha bandito un concorso, per personale laureato, regolarmente concluso nel 2005;
allo stato attuale, risulta redatta una graduatoria contenente i nominativi del personale idoneo che, tuttavia, non è mai stato assunto dall'Agenzia, nonostante
- come è espressamente dichiarato nel testo della legge finanziaria in esame - sia stata riscontrata carenza di organico;
si comprende la necessità, in capo alla stessa Agenzia, di bandire concorsi per titoli ed esami, anche ai fini di stabilizzazione del personale precario;
risulterebbe tuttavia più opportuno, ai fini della maggiore speditezza ed economicità nell'acquisizione di nuove risorse umane, avvalersi in primo luogo della graduatoria degli idonei ad un concorso già espletato;
infatti, l'assunzione di personale risultato idoneo non comporterebbe alcun aggravio di spesa per l'Agenzia, dal momento che il concorso è già stato esperito e i fondi necessari per la sua realizzazione appartengono a capitoli di bilancio ascrivibili al passato;
inoltre, nella seduta del 27 novembre 2007 in Commissione ambiente della Camera dei deputati, era stato presentato un emendamento che intendeva dare priorità, nella stabilizzazione del personale dell'APAT, agli idonei del concorso espletato nel 2005;
nel corso della predetta occasione, è stato chiesto il ritiro dell'emendamento in questione ma, contestualmente, il Sottosegretario di Stato al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ha preannunciato la disponibilità del Governo all'accoglimento di un eventuale atto di indirizzo in materia,
impegna il Governo
nell'ambito delle procedure di stabilizzazione del personale dell'Agenzia per la protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici (APAT), a tener conto e a dare priorità al personale risultato idoneo al concorso bandito dalla stessa Agenzia, con decreto del direttore generale n. 915 del 2004.
9/3256/237. Angela Napoli, Minasso.
La Camera,
impegna il Governo
a valutare la possibilità di adottare iniziative normative volte a introdurre un regime fiscale ad aliquota unica forfettaria sui redditi di locazione.
9/3256/238. (Testo modificato nel corso della seduta)Pedrizzi.
La Camera,
premesso che:
la bonifica delle aree inquinate, oltre a costituire uno strumento indispensabile per la tutela delle risorse ambientali e della salute dell'uomo, riveste un ruolo fondamentale ai fini della valorizzazione del territorio e dello sviluppo socioeconomico dello stesso. La dimensione del problema delle bonifiche è estremamente rilevante in Italia. Secondo gli esperti, riuniti a «Bosicon 2006», la Conferenza internazionale sulla bonifica dei siti contaminati che si è tenuta nel febbraio 2007, le aree potenzialmente inquinate in Italia, secondo i dati del 2004 forniti dall'APAT, risultano ben 12 mila. Fra queste almeno 4.400 risultano contaminate e solo il 10 per cento è stato bonificato. Le aree ad elevato rischio ambientale in Italia sono 217: di queste 49 sono comprese nel Piano nazionale delle bonifiche, 110 nel Piano straordinario, mentre sono 58 i siti ad alta presenza di amianto. A queste aree vanno poi aggiunti circa 1500 siti minerari abbandonati, resi noti dal censimento completato nel marzo 2004;
in riferimento al profilo di costo, si consideri, ad esempio, che solo per gli oneri collegati alla bonifica dei 50 siti di interesse nazionale (APAT, 2004) si ipotizza un importo pari a circa 5 miliardi di euro. Più in generale, è possibile stimare in oltre 30 miliardi di euro l'entità economica necessaria per procedere al disinquinamento di tutte queste aree, al netto dei costi di reinsediamento, che sono di difficile quantificazione a causa delle in
certezze dei piani urbanistici territoriali locali e delle dinamiche del mercato immobiliare;
a fronte di una realtà così critica, è necessario consolidare un vero e proprio business industriale legato alle bonifiche. A tal fine, è opportuno sviluppare una visione complessiva sul tema, che superi gli approcci parziali e improntati ad una logica emergenziale, che hanno sin qui caraterrizzato in prevalenza il comparto,
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di adottare tutte le iniziative utili, anche normative, con l'obiettivo di istituire un'Autorità indipendente nel settore delle bonifiche per rispondere all'esigenza di garantire la ripresa delle attività di bonifica nonché l'efficienza (certezza di tempi in un'ottica di cost saving) e l'efficacia (certezza dei risultati) dell'azione amministrativa nel settore stesso.
9/3256/239. Castiello.
La Camera,
premesso che:
occorre favorire l'inserimento effettivo dei disabili nella società e sostenere le famiglie degli stessi che si fanno carico di costi per attrezzature e cure che in uno Stato moderno dovrebbero essere a carico della fiscalità generale,
impegna il Governo
ad individuare ulteriori sistemi utili per aiutare i soggetti diversamente abili ed adottare le opportune iniziative normative volte a introdurre agevolazioni anche fiscali per famiglie che hanno al loro interno soggetti con handicap gravi.
9/3256/240. (Testo modificato nel corso della seduta)Antonio Pepe, Porcu, Patarino.
La Camera,
premesso che:
il decreto-legge n. 663 del 1979, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 33 del 1980, prevede che, il requisito reddituale del diritto alla pensione di inabilità, previsto per gli invalidi totali venga calcolato sulla base dei redditi coniugali o da altri componenti il nucleo familiare;
e che tutto ciò si traduce in una grave disparità di trattamento degli invalidi totali rispetto a tutte le altre categorie di invalidi (invalidi parziali, cechi civili e sordomuti), mentre sarebbe invece necessario stabilire che agli effetti dell'IRE sia escluso il reddito percepito da altri componenti del nucleo familiare di cui il soggetto interessato fa parte;
impegna il Governo:
ad adottare le opportune iniziative normative volte a far sì che a decorrere dal 1o gennaio 2008 il limite di reddito per il diritto alla pensione in favore dei mutilati e degli invalidi civili, di cui agli articoli 12, 13 e 17 della legge 30 marzo 1971, n. 118, e successive modificazioni ed integrazioni, sia calcolato su base personale, senza computare alcun reddito percepito dal coniuge e dagli altri componenti del nucleo familiare.
9/3256/241. Porcu, Pedrizzi.
La Camera,
premesso che:
il primo Piano biennale transitorio di sviluppo 1981-1983 indicava il Polo Universitario Jonico come Polo decentrato dell'Università di Bari;
con la legge n.662 del 96 venivano assegnati al Polo Universitario Jonico n. 53 posti di ruolo tra professori di I e II fascia e di ricercatori;
attualmente funzionano a Taranto 19 corsi di studio di primo livello, 4 corsi di II livello afferenti a 7 Facoltà: Economia,
Giurisprudenza, Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali, Lettere e Filosofia, Medicina e Chirurgia, Medicina Veterinaria;
da questo anno accademico l'Università di Bari ha istituito e attivato a Bari le seconde facoltà di Giurisprudenza, Scienze ed Economia con sede didattica a Taranto;
sono oltre 6.000 gli studenti che frequentano i vari Corsi di studio del Polo Universitario Jonico dipendenti dall'Università di Bari, ai quali sono da aggiungere i 1500 studenti della II Facoltà di Ingegneria di Taranto del Politecnico di Bari;
la Regione Puglia ha istituito l'EDISU di Taranto;
la legge Finanziaria 2007 «fa divieto, per gli anni dal 2007 al 2009 incluso, di istituire e attivare Facoltà o Corsi di studio in Comuni diversi da quello ove l'ateneo ha la sede legale e amministrativa»;
il MIUR ha emanato, in data 3 luglio 2007, il decreto ministeriale n. 367 relativo alla programmazione universitaria 2007/2009;
lo stesso MIUR con decreto ministeriale del 26 luglio 2007, ha dettato le linee guida in attuazione dei decreti ministeriali 16 marzo 2007;
impegna il Governo:
a considerare, per effetto delle valutazioni in premessa, la non applicabilità delle restrizioni previste dalle norme citate per quel che riguarda la istituzione a Taranto di nuove Facoltà e Corsi di Studio e ciò ai fini del consolidamento del polo universitario jonico;
a impegnare, conseguentemente, il Ministero dell'Università ad autorizzare:
a) la trasformazione, a partire dall'anno accademico 2008 -2009, della sede didattica di Taranto delle Seconde Facoltà di Giurisprudenza, Scienze ed Economia dell'Università di Bari, in seconde Facoltà di Taranto;
b) ad istituire e attivare nuove Facoltà e Corsi di studio a Taranto, nell'ambito della razionalizzazione del sistema universitario pugliese;
c) a disporre ogni utile provvedimento per il riconoscimento dell'autonomia dell'Università di Taranto e, nelle more, da prevedere lo stanziamento per ciascuno degli anni 2008, 2009, 2010 di una spesa di 10 milioni di euro al fine di realizzare lo sviluppo e il consolidamento del Polo Universitario Jonico, utilizzando allo scopo parzialmente l'accantonamento relativo al Fondo speciale dello stato di previsione del Ministero dell'economia.
9/3256/242. Rositani, Patarino.
La Camera,
premesso che:
l'Italia è il Paese dell'Unione europea che dipende maggiormente dalle importazioni di gas naturale, utilizzato in larga misura per alimentare le centrali termoelettriche;
le infrastrutture per l'importazione sono carenti, in particolare in Italia esiste un unico terminale di rigassificiazione per il gas naturale liquefatto a Panigaglia con una capacità di soli 3,5 miliardi di metri cubi;
la situazione dell'approvvigionamento di gas risulterà ancora più critica di oggi al 2015 e al 2020 quando la mancanza di nuove infrastrutture di ricezione del gas e la riduzione della produzione nazionale metteranno a rischio la copertura di una domanda di gas in forte crescita e prevista di arrivare a 100 miliardi di metri cubi nel 2015 ed a 112 miliardi di metri cubi nel 2020;
a causa della mancata realizzazione di terminali per la rigassiflcazione di gnl l'Italia è costretta ad utilizzare per il gas importato dalla Nigeria addirittura un
impianto situato in Francia sostenendo alti costi che si riflettono sulla bolletta del consumatore finale;
da tempo giacciono al Ministero dello sviluppo economico dieci progetti per la realizzazione di altrettanti terminali le cui autorizzazioni sono bloccate da anni;
all'inizio del 2006 era stata costituita una cabina di regia presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri con l'obiettivo di dare risposta alle domande di autorizzazione entro il 30 agosto 2006;
il Governo aveva predisposto una norma per semplificare le procedure autorizzative inserita prima nel decreto-legge 159/2007 poi nella legge finanziaria ed ora eliminata definitivamente a causa delle diverse impostazioni proposte dai ministri competenti;
risulta urgente predispone una norma che istituisca la procedura autorizzativa unica che contenga le varianti necessarie agli strumenti urbanistici territoriali e portuali, escluda dall'iter il Consiglio superiore dei lavori pubblici, essendo organo meramente consultivo, e comprenda nel procedimento le autorizzazione necessarie alle opere connesse (opere marittime, dragaggi e gasdotto di collegamento), consentendo agli Enti competenti di intervenire esclusivamente attraverso lo strumento della conferenza dei servizi,
impegna il Governo
a convocare con urgenza la cabina di regia presso la Presidenza del Consiglio dei ministri affinché i ministeri dello sviluppo economico, dell'ambiente e delle infrastrutture adottino un provvedimento che semplifichi la procedura autorizzativa relativa alla costruzione e all'esercizio di rigassificatori nell'ottica di un'autorizzazione unica valida per l'intero territorio nazionale.
9/3256/243. Saglia.
La Camera,
premesso che:
il disegno di legge finanziaria per il 2007 prevedeva un drastico taglio degli importi delle tariffe massime praticabili per le prestazioni di diagnostica dì laboratorio rese dalle strutture private accreditate;
tale abbattimento ha avuto come conseguenza, uno scadimento a livello qualitativo delle prestazioni e servizi erogati dalle strutture suddette e, cosa assai grave, una riduzione sul territorio della presenza delle stesse;
altra grave conseguenza è il danno arrecato ai pazienti che possono incorrere in servizi scadenti a livello qualitativo e di sicurezza;
il provvedimento in esame, stabilendo un ulteriore drastico taglio degli importi, provocherà la dispersione del patrimonio professionale, tecnico e scientifico di primissimo ordine, che pone allo stato attuale il nostro Paese in una posizione leader in Europa;
impegna il Governo:
ad attivarsi immediatamente per rivedere il nomenclatore tariffario di tutte le prestazioni specialistiche ambulatoriali;
a convocare sollecitamente un tavolo tecnico di confronto tra Governo, Regioni e associazioni di categorie pubbliche e private, al fine di risolvere i problemi normativi ed economici che riguardano la specialistica ambulatoriale.
9/3256/244. Ulivi.
La Camera,
premesso che:
la situazione energetica italiana pone oggi delle questioni pressanti che non possono più essere eluse;
lo scenario attuale vede l'Italia al primo posto al mondo per dipendenza dall'estero, con una produzione energetica
che deriva quasi esclusivamente dall'approvvigionamento di gas naturale dalla Russia e dall'Algeria;
questo problema è strutturale ed è destinato a peggiorare nel tempo e ad influenzare negativamente lo sviluppo del Paese, considerando, inoltre, che il carbone e il nucleare sono, rispettivamente, la prima e la seconda fonte di produzione di energia elettrica in Europa, e la seconda e la prima fonte negli Stati Uniti d'America;
la diversificazione delle fonti per l'Italia costituisce certamente una priorità,
impegna il Governo:
a promuovere azioni dirette alla realizzazione del risparmio energetico, all'uso appropriato delle fonti di energia, anche convenzionali, al miglioramento dei processi tecnologici che utilizzano o trasformano l'energia, all'uso e allo sviluppo delle fonti rinnovabili di energia, alla sostituzione delle materie prime energetiche di importazione e al ricorso all'energia nucleare;
a finanziare progetti di ricerca, anche privati, per la concezione di impianti nucleari di nuova generazione per la produzione di energia a scopi pacifici, e anche al fine della transizione degli odierni sistemi energetici basati su combustibili fossili a futuri sistemi energetici ambientalmente sostenibili.
9/3256/245. Urso, Pedrizzi.
La Camera,
premesso che:
il disegno di legge finanziaria contiene alcuna disposizioni in materia di tutela dell'ambiente e dei beni culturali;
si rende quanto mai opportuno ampliare gli interventi previsti allo scopo di tutelare il paesaggio e ridare nuova dignità urbanistica alle periferie delle città, rendendole vivibili e a misura d'uomo, e sviluppando nuove idee per riconvertire l'espansione edilizia in riqualificazione urbanistica;
gli interventi auspicati dovrebbero prevedere il risanamento e il recupero del patrimonio edilizio da parte di privati, la realizzazione o la sostituzione di opere pubbliche o di interesse pubblico, compresa la manutenzione straordinaria dei beni pubblici già esistenti da parte dell'ente locale, nonché il miglioramento e l'adeguamento dei servizi urbani e gli interventi finalizzati al consolidamento statico e antisismico degli edifici storici;
già in passato è stata sollecitata l'adozione di iniziative per contrastare il fenomeno del degrado delle periferie, in special modo nelle grandi aree urbane, e risulta ormai indispensabile l'adozione di misure concrete volte a favorire una miglior qualità della vita e a garantire la sicurezza della popolazione ivi residenti;
verifcata la necessità di intervenire tenendo conto dei seguenti criteri elaborati in sede europea:
a) l'alto valore della continuità storica, intesa come rispetto del contesto urbano in cui si inserisce l'opera nonché della cultura e delle tradizioni locali;
b) la combinazione del nuovo e dell'antico, come sintesi efficace tra conoscenza storica e progresso scientifico e tecnologico;
c) la qualità degli spazi edificati, costituiti da paesaggi urbani, architettura, alloggi, servizi e zone commerciali, condizione essenziale per un nuovo rinascimento urbano;
d) la convivenza di vari strati sociali, intesa come lotta all'esclusione e alla ghettizzazione di alcune parti della città;
e) la ricchezza della diversità urbana, nelle sue forme di diversità istituzionale, culturale, della forma urbana, del tipo di abitazione, di attrezzature e di servizi, quale risorsa contro la banalizzazione e per la valorizzazione dei diversi modi di vivere la città;
f) il rispetto dell'identità dei luoghi, costituita da edifici che assumono la forma delle linee morfologiche del territorio, dall'uso dei materiali locali, con conseguente differenziazione dei caratteri architettonici, dagli elementi stilistici e scultorei, dalle tecniche costruttive;
g) la gerarchia delle funzioni, che si concretizza nel riservare importanti localizzazioni ai palazzi rappresentativi, monumentali, pubblici e caratteristici con i quali gli edifici rispettano il loro contesto di appartenenza;
h) la riconfigurazione delle periferie in condizioni di degrado all'interno di una coerente regione urbana, nella quale i quartieri possono essere riorganizzati come città o villaggi con i loro propri confini urbani;
i) il concetto delle città come insieme di quartieri tradizionali, compatti, multifunzionali e organizzati;
l) la necessità dell'esistenza di una relazione tra arte del costruire e fare comunità.
impegna il Governo
ad attuare un programma triennale di riqualificazione ambientale ed urbanistica delle aree metropolitane, anche tramite interventi di sostituzione edilizia e recupero delle periferie degradate, secondo le linne indicate in premessa
9/3256/246. Rampelli.
La Camera,
premesso che:
la famiglia italiana, individuata, dalla Costituzione, come «società naturale fondata sul matrimonio», deve essere agevolata «con misure economiche ed altre provvidenze», soprattutto nella fase della «formazione e» in quella dell'«adempimento dei compiti relativi, con particolare riguardo alle famiglie numerose»;
attualmente, la solidità della famiglia italiana è quotidianamente sottoposta «a prove onerose», in quanto la cura dei figli come l'assistenza degli anziani rimangono, a dispetto di un'impressione diffusa relativa a un presunto eccesso di «Stato assistenziale», a carico delle famiglie;
in quest'ottica, per il numero dei componenti del nucleo familiare e nella prospettiva della famiglia quale soggetto unico fiscale, va sottolineato come il ruolo fondamentale della famiglia, nel sostegno ai componenti non completamente autosufficienti, siano essi giovani, o molto anziani, o disabili, sia accompagnato da una penalizzazione fiscale anomala sulla scena europea, ingiusta nei confronti delle famiglie con figli, e soprattutto poco comprensibile in un Paese in cui le principali tradizioni culturali e politiche hanno sempre riconosciuto l'indiscussa centralità della famiglia;
impegna il Governo
ad introdurre a fini di equità fiscale, il modello tributario fondato sulla tassazione del reddito familiare in base al numero di componenti, denominato metodo del «quoziente familiare», tenendo conto della spesa minima di mantenimento indicata dall'istituto nazionale di statistica, di guisa che i soggetti con coniuge, figli o altri familiari a carico possano dedurre, per ciascuno di tali soggetti, una somma indicata annualmente, che contestualmente ridefinisce l'importo delle detrazioni e il livello di reddito previsti dall'articolo 12 del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, e successive modificazioni, concernente detrazioni per carichi di famiglia.
9/3256/247. Angeli, Pedrizzi, Ceccacci Rubino, Fallica, Gardini, Paoletti Tangheroni, Di Virgilio, Luciano Rossi, Lisi, Garagnani, Galletti.
La Camera,
premesso che:
ai sensi dell'articolo 1, comma 174 della legge 30 dicembre 2004, n. 311, le regioni sono tenute ad adottare i provvedimenti necessari a rispettare l'equilibrio economico-finanziario qualora si prospetti, sulla base del monitoraggio trimestrale, una situazione di squilibrio;
l'articolo 2, comma 46 del provvedimento in esame prevede una serie di norme volte a dare attuazione agli accordi stipulati tra il Governo e le regioni Lazio, Campania, Molise e Sicilia, che impegnano le regioni interessate al risanamento strutturale dei relativi servizi sanitari regionali, anche attraverso la ristrutturazione dei debiti contratti;
vi sono regioni, come ad esempio la Puglia, che, pur trovandosi in una situazione di disavanzo a causa di precedenti gestioni dissennate, non usufruiscono di misure straordinarie come quelle previste nel provvedimento in esame;
impegna il Governo
a valutare la possibilità di adottare provvedimenti per consentire alle regioni in disavanzo e che non sono state favorite da provvedimenti straordinari, di prevedere la copertura all'interno del bilancio regionale mediante piano dì rientro di durata triennale, anche evitando la penalizzazione dei 5 per cento nella ripartizione del Fondo sanitario nazionale.
9/3256/248. (Testo modificato nel corso della seduta)Lombardi, Andrea Ricci, Migliore, Duranti.
La Camera,
premesso che:
il 1o agosto 2007 il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali ha firmato un protocollo d'intesa con la Provincia Autonoma di Bolzano, l'UNIRE e il Comune di Merano al fine di rilanciare la ristrutturazione dell'ippodromo di Merano, unico ippodromo di rilevanza nazionale per il settore ostacolistico;
nella predetta convenzione il ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali si è impegnato a reperire i fondi necessari per poter finanziare la quota di parte statale mentre la residua parte dell'impegno complessivo di circa 25 milioni di euro è a carico del Comune di Merano e della Provincia Autonoma di Bolzano;
per consentire al ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali di far fronte al predetto impegno, durante l'esame della legge finanziaria 2008 in questo ramo del Parlamento, è stata incrementata la Tabella C, voce ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali, legge 549 del 1995 è stata incrementata di 2,5 milioni di euro per ciascuno degli anni 2008, 2009 e 2010;
impegna il Governo
a destinare all'UNIRE i maggiori fondi stanziati nella Tabella C, voce: ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali, legge 549 del 1995, pari a 2,5 milioni di euro per ciascuno degli anni 2008, 2009 e 2010, con il vincolo di impegnare il predetto contributo per il Comune di Merano al fine di ristrutturare e rilanciare l'ippodromo di Merano-Maia.
9/3256/249. Zeller, Brugger, Widmann, Bezzi, Nicco.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 1, comma 266 destina risorse per gli interventi di completamento della strada di grande comunicazione E78 Fano-Grosseto meglio nota come strada dei due mari collegando Adriatico e Tirreno;
l'opera è giustamente prevista come «strategica» dalla legge 21 dicembre 2001 n. 443;
è opinione diffusa che occorra fare ogni sforzo per il suo completamento considerato che risulta realizzata per oltre il 70 per cento e rappresenta l'unica possibilità di collegamento trasversale dell'Italia centrale;
l'allegato infrastrutture dei DPEF esplicitamente indica per il tratto Arezzo-Fano che collegherebbe due autostrade: la A1 con la A14 la scelta di procedere con lo strumento della finanza di progetto;
nello stesso documento era previsto che il bando di gara per il project financing fosse pubblicato entro il mese di luglio 2007 ma che ad oggi non risulta alcuna pubblicazione;
da informazioni raccolte in sede Anas il ritardo sarebbe dovuto alla mancata concertazione per la definizione del tracciato in territorio umbro e toscano che non permetterebbe la quantificazione economica dell'opera e la fattibilità tecnica;
nel tratto marchigiano risulta completata la galleria della Guinza che non può però essere messa in funzione a seguito di modificate normative europee e che anche nella percezione dei cittadini rappresenta una «incompiuta»;
il completamento di detto stralcio risulta strategico in quanto permetterebbe di collegare subito il tratto marchigiano alla superstrada E45;
impegna il Governo
a valutare la possibilità di iniziative per accelerare le procedure per l'emissione del bando di concorso per il tratto Arezzo-Fano utilizzando, se necessario, tutti gli strumenti in proprio possesso per la definizione del tracciato e delle procedure attuative, consentitigli dalla legge e, in attesa di definizione del contratto di finanza di progetto, a dare assoluta priorità al completamento del tratto Fano-superstrada E45 che non presenta problematiche di definizione di tracciato e di procedure.
9/3256/250. (Testo modificato nel corso della seduta)Vannucci.
La Camera,
premesso che:
il comma 258 dell'articolo 2, destina importanti risorse per garantire il finanziamento dei servizi pubblici ferroviari sulla media e lunga percorrenza;
Trenitalia ha annunciato la modifica dell'orario ferroviario dal 12 dicembre che vedrebbe drastici tagli per la tratta Rimini - Roma;
Trenitalia ha giustificato tali scelte con la carenza di risorse e subordinando la rivisitazione dell'orario stesso alla previsione di finanziamenti che con la legge finanziaria sono stati decisi come richiesto;
fra i previsti tagli i più eclatanti sono quelli che riguardano, Pesaro (seconda città delle Marche), il capoluogo di regione Ancona, Senigallia e la fermata di Fossato di Vico-Gubbio;
la stazione di Fossato di Vico serve territori delle Marche e dell'Umbria da Urbino a Cagli oltre all'alta provincia di Ancona e dell'Umbria centrale; aree che non godono di efficienti alternative infrastrutturali e di trasporto,
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di sollecitare la rivisitazione da parte di Trenitalia, eventualmente anche adottando ulteriori iniziative volte a subordinare l'erogazione dei finanziamenti citati in premessa a tale operazione, con l'attenzione che i segnalati casi di Pesaro, Senigallia, Ancona e Fossato di Vico trovino positiva soluzione.
9/3256/251. Morri, Vannucci.
La Camera,
premesso che:
la legge finanziaria per il 2007 è intervenuta sulla riduzione degli uffici territoriali del Ministero dell'economia e delle finanze;
il Ministero di cui trattasi ha emanato il previsto regolamento che all'articolo 24 tratta il tema degli uffici territoriali prevedendo la soppressione di 80 sedi periferiche;
le Commissioni competenti di Camera e Senato si sono espresse in merito, in particolare la V e VI Commissione riunite dal Senato, che hanno espresso il relativo parere invitando a valutare ipotesi alternative;
le modifiche sul tema introdotte dal Senato nel testo della finanziaria per il 2008 non trovano riscontro nell'emendamento del Governo,
impegna il Governo
a valutare in alternativa alle soppressioni l'ipotesi di accorpamento in ogni provincia della Direzione servizi vari e delle Ragionerie Provinciali, oltreché delle Commissioni Tributarie, al fine di verificare la possibilità di ottenere risparmi e maggiore funzionalità.
9/3256/252. Baratella, Vannucci, Motta, Marchi.
La Camera,
premesso che:
è in discussione presso la commissione affari costituzionale il disegno di legge A.C. 1812, recante disposizioni per favorire la ricerca delle persone scomparse e istituzione del Fondo di solidarietà per i familiari delle persone scomparse;
la citata proposta di legge riveste notevole importanza, riguardando un tema particolarmente drammatico, atteso anche l'aumento di persone scomparse;
appare necesssario trovare idonea copertura finanziaria al citato disegno di legge,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte a reperire le necessarie risorse a favore della ricerca delle persone scomparse.
9/3256/253. Provera, Frias, Codurelli, Dato.
La Camera,
impegna il Governo
a valutare gli effetti applicativi delle disposizioni di cui al comma 308 dell'articolo 2, al fine di adottare ulteriori iniziative normative volte ad assegnare all'Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni il potere di stabilire, con proprio regolamento, i criteri per la concessione di deroghe rispetto alla disciplina stabilita dal citato comma 308, rispetto alle emittenti televisive, ai fornitori di contenuti televisivi e ai fornitoti di programmi in pay per view, indipendentemente dalla codifica delle trasmissioni, che in ciascuno degli ultimi due anni di esercizio, non abbiamo realizzato utili o che abbiano una quota di mercato riferita ai ricavi da pubblicità, da televendite, da sponsorizzazioni, da contratti e convenzioni con soggetti pubblici e privati, da provvidenze pubbliche, o da offerte televisive a pagamento, inferiori all'1 per cento o che editino canali tematici.
9/3256/254. Olivieri, Falomi.
La Camera,
premesso che:
il disegno di legge finanziaria prevede misure in favore di soggetti con disabilità, fra cui, ad esempio, quelle dirette a garantire loro il libero esercizio del diritto fondamentale alla mobilità attra
verso la garanzia dell'accesso al trasporto ferroviario a condizioni comparabili a quelle degli altri cittadini;
la mancanza di risorse e le difficoltà interpretative della legge 9 gennaio 1989, n. 13, recante disposizioni per favorire il superamento e l'eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici privati, insieme al mutato quadro ordinamentale conseguente alla riforma del Titolo V della Costituzione, rischiano, da un lato, di svuotare di contenuto effettivo la legge indicata e dall'altro di determinare un'intollerabile disparità di trattamento tra persone disabili residenti nelle diverse regioni del Paese, in ordine al grado di tutela effettiva del loro diritto fondamentale di accedere agli edifici;
impegna il Governo
ad adottare ulteriori iniziative normative volte a garantire in tempi rapidi il congruo rifinanziamento della citata legge n. 13 del 1989, nonché ad estendere a favore delle persone disabili, in aggiunta ai contributi previsti dall'articolo 9 della legge n. 13 del 1989, l'ulteriore misura di sostegno della detrazione dall'imposta lorda, per una quota pari al 55 per cento, delle spese effettuate per realizzare le opere previste al medesimo articolo 9 della citata legge n. 13 del 1989.
9/3256/255. Schirru, Mariani, Codurelli.
La Camera,
premesso che:
il disegno di legge finanziaria prevede rilevanti finanziamenti per la realizzazione di infrastrutture strategiche e in particolare per realizzazione di infrastrutture ferroviarie su tutto il territorio nazionale;
occorre dare certezza sia sui tempi di realizzazione di tali opere sia sulle risorse a tal fine disponibili, garantendo, in via prioritaria, il completamento delle opere già avviate e, in particolare, delle tratte Alta velocità/Alta capacità già in corso di realizzazione;
fra tali tratte riveste un'importanza strategica particolare l'Alta Velocità Bologna-Firenze, per la quale esistono diversi atti di programmazione che hanno stabilito precise risorse da utilizzare per il completamento dell'opera;
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte a garantire la sollecita erogazione dei finanziamenti previsti dall'addendum del 19 luglio 2002 e dall' accordo procedimentale della tratta Alta Velocità Bologna-Firenze.
9/3256/256. Mariani, Fluvi, Franci, Cordoni, Ventura, Lulli, Nannicini, Filippeschi, Ceccuzzi, Velo.
La Camera,
premesso che:
il disegno di legge finanziaria in esame non è riuscita ad incidere sull'urgenza della riduzione del debito pubblico italiano e lo stesso, pur riducendo la spesa in conto capitale, aumenterà la spesa corrente di circa 5 miliardi;
la pubblica amministrazione nei conti pubblici peserà ancora troppo: con questa finanziaria avremo un esborso di circa 4, 5 miliardi, pari al 2,1 per cento del PIL, rispetto al 1,8 per cento che avremmo avuto senza manovre aggiuntive;
le previsioni di crescita più ottimistiche sono state ridimensionate: secondo l'Istat infatti il tasso di crescita economica dell'Italia si è fermato ad un deludente 0,1 per cento nel secondo trimestre 2007, il più basso dalla fine del 2005, anno a crescita zero, che proietta l'aumento del PIL tra l'1,5 per cento e l'1,8 per cento su base annua, quindi al di sotto del 2 per cento auspicato dal Governo;
le maggiori entrate emerse durante l'anno in corso, il famoso extragettito di
7,829 miliardi di euro, sono state destinate ad accrescere le erogazioni, non spezzando quel circolo vizioso che attanaglia l'Italia da decenni;
l'instabilità del mercato internazionale ci costringe a non posticipare ulteriormente i tagli della spesa corrente e la riduzione del debito, poiché nei prossimi mesi ed anni potrebbero verificarsi congiunture economiche meno favorevoli che renderebbero impossibile l'auspicabile risanamento delle casse italiane;
una vera riforma del welfare è condizione preliminare a qualsiasi azione volta a includere più forze lavoro strettamente necessarie alla crescita del Paese, all'incremento del PIL e quindi alla riduzione del debito pubblico;
accelerare l'incremento delle forze lavoro in Italia mediante azioni di inclusione sociale di donne, giovani e anziani, anticipando l'entrata e ritardando l'uscita dal mercato del lavoro, sono ormai obiettivi indicatici da tempo dalla Strategia di Lisbona;
la riduzione del debito pubblico è un obiettivo improcrastinabile che grava sull'economia e la crescita del nostro paese e sul presente e futuro delle nuove generazioni,
impegna il Governo a:
istituire un organismo che coordini le iniziative finalizzate alla riduzione del debito pubblico; si fa riferimento, in particolare a: privatizzazioni di aziende pubbliche nazionali e locali; privatizzazione o valorizzazione congiunta con operatori privati dei patrimoni immobiliari statali, regionali, provinciali e comunali; confisca dei beni della criminalità organizzata, comune e finanziaria, anche con modifica e accelerazione delle norme; utilizzo di parte del gettito riveniente dalla lotta all'evasione fiscale;
spingere, nell'ambito delle proprie competenze, gli enti territoriali (Regioni, Province e Comuni) a privatizzare i propri patrimoni mobiliari e immobiliari attraverso un sistema di premio-punizione: in pratica, il Governo dovrebbe quantificare il patrimonio di ciascun ente territoriale, applicandovi un tasso di rendimento medio del 4-5 per cento;
avviare un nuovo programma di privatizzazioni di aziende statali comprendenti: la fusione di Eni ed Enel e la cessione di un ulteriore 10-15 per cento della nuova società Eni-Enel; la cessione di ulteriori quote della Cassa Depositi e Prestiti; la cessione di Raiuno e Raidue con la trasformazione di Raitre in canale pubblico informativo e culturale senza canone e senza pubblicità, finanziati dall'1 per cento del gettito pubblicitario delle tv commerciali;
stabilire criteri di efficacia ed efficienza nella Pubblica amministrazione attraverso indicatori di produttività; avviare una completa digitalizzazione delle pratiche e dei dati negli uffici pubblici, che permetterebbero risparmi notevoli per le Pubbliche amministrazioni; estendere a tutti gli uffici pubblici il protocollo informatico, procedura e sistema in grado di individuare problemi gestionali e combattere eventuali storture, malfunzionamenti o negligenze nei servizi da parte degli impiegati, inserendo anche nella Pubblica amministrazione meccanismi di monitoraggio e meritocrazia tra i dipendenti;
prevedere l'innalzamento e l'equiparazione dell'età pensionabile di uomini e donne vincolando le risorse alla creazione di un unico ammortizzatore sociale esteso a tutte le categorie di lavoratori e a servizi di cura e assistenza per gli anziani e di child care, come previsto dal disegno di legge n. 2484, recante una «delega al Governo per la riforma del sistema degli ammortizzatori sociali e della disciplina dei contributi sociali, nonché per l'istituzione dell'Agenzia nazionale per la gestione dell'indennità di disoccupazione e il reinserimento dei lavoratori disoccupati. Elevazione del requisito anagrafico per l'accesso alla pensione di anzianità e parificazione
dell'età pensionabile delle lavoratrici e dei lavoratori».
9/3256/257. D'Elia, Beltrandi, Mellano, Poretti, Turco.
La Camera
premesso che:
il comma 225 dell'articolo 1 del disegno di legge in esame ha previsto l'abrogazione del comma 6 dell'articolo 52 del decreto legislativo 15 dicembre 1997, n. 446, il quale prevede che «la riscossione coattiva dei tributi e delle altre entrate di spettanza delle province e dei comuni viene effettuata con la procedura di cui al decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 602, se affidata ai concessionari del servizio di riscossione di cui al decreto del Presidente della Repubblica 28 gennaio 1988, n. 43, ovvero con quella indicata dal regio decreto 14 aprile 1910, n. 639, se svolta in proprio dall'ente locale o affidata agli altri soggetti menzionati alla lettera b) del comma 4»;
considerato che le correzioni apportate, tuttavia, anche per effetto della stratificazione degli interventi modificativi apportati al testo in Senato, non risultano coordinate con l'assetto normativo di riferimento, in quanto sembrerebbe soppressa ogni possibilità di più efficiente riscossione delle entrate degli enti pubblici diversi dallo Stato, con grave pregiudizio per le ragioni soprattutto degli enti locali;
la soppressione della citata disposizione non è coerente in particolar modo per i successivi interventi operati nel contesto dei lavori parlamentari e per le modifiche del quadro originario del disegno di legge presentato dal Governo;
la mancata discussione presso la Camera, a seguito della posizione della questione di fiducia da parte del Governo, non ha consentito di individuare ed analizzare analiticamente le gravi conseguenze pregiudizievoli derivanti da un mero difetto di coordinamento, tale che, dal 1o gennaio 2008, non sarebbe più permesso agli enti pubblici diversi da quelli statali di riscuotere le loro entrare con i più snelli strumenti attualmente esistenti - si tratta, in particolare della procedura esattoriale e di quella (sostanzialmente analoga, negli effetti ultimi) prevista dal regio decreto n. 639 del 1910 - imponendo invece il ricorso ai mezzi di riscossione dell'ordinario diritto civile, con conseguenti effetti negativi anche di carattere patrimoniale;
l'abrogazione della disposizione di cui ai comma 6 dell'articolo 52 del decreto legislativo 15 dicembre 1997, n. 446 è irragionevole, tant'è che ha già suscitato la forte presa di posizione dell'ANCI e delle altre organizzazioni maggiormente rappresentative, anche perché, qualora la volontà del legislatore nazionale fosse stata quella che sembrerebbe essersi concretizzata con la disposizione in esame, sarebbe stato necessario quantomeno prevedere le opportune forme di copertura finanziaria a favore delle Autonomie locali improvvisamente private degli strumenti essenziali per garantire il mantenimento dei servizi erogati alla collettività e che in mancanza di tale copertura ed in presenza di un brusco calo delle proprie entrate, dovrebbero o finanziarsi altrimenti, ovvero ridurre le proprie prestazioni, ovvero ancora effettuarle con nuovi e non coperti oneri finanziari;
impegna il Governo
a valutare attentamente gli effetti applicativi della disposizione abrogativa richiamata in premessa, al fine di d adottare ulteriori iniziative normative, anche di natura interpretativa, volte a prevedere che la riscossione delle entrate delle autonomie locali continui attraverso gli strumenti giuridici attualmente in essere, in modo da assicurare l'efficacia, l'efficienza e l'economicità dell'azione amministrativa.
9/3256/258. Mancini.
La Camera
premesso che:
il disegno di legge finanziaria per il 2006 introduce importanti disposizioni a favore del potenziamento del Sistema pubblico di connettività (SPC);
in tale ambito si attribuisce al CNIPA il compito di individuare le «idonee soluzioni tecniche e funzionali» per la «salvaguardia dei dati e delle applicazioni informatiche nonché la continuità operativa dei servizi informatici e telematici»;
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte a garantire che tali soluzioni tecniche e funzionali siano addizionali rispetto a quelle già fruibili dalle pubbliche amministrazioni, mediante il ricorso agli appalti SPC, facendo salvi gli appalti del Sistema Pubblico di Connettività già aggiudicati, anche al fine di evitare possibili contenziosi.
9/3256/259.Buemi.
La Camera
premesso che:
il regolamento CE n. 178 del 2002, istitutivo dell'Autorità europea per la sicurezza alimentare, prevede che la predetta Autorità agisca in stretta collaborazione con gli organi competenti che negli Stati membri svolgono funzioni analoghe alle sue;
con decreto interministeriale 26 luglio 2007, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 231 del 4 ottobre 2007, è stato istituito il Comitato nazionale per la sicurezza alimentare;
il comma 363, dell'articolo 2 del disegno di legge in esame prevede che detto Comitato assuma la denominazione di «Autorità nazionale per la sicurezza alimentare» avvalendosi di una sede referente operante nella città di Foggia;
peraltro tale assetto organizzativo è inadeguato, avendo il Comitato compiti di consulenza scientifica;
infatti la Commissione Bilancio aveva approvato, all'articolo 48, comma 6-bis, l'istituzione di apposita Agenzia in Foggia;
pertanto è necessario rafforzarne le funzioni trasformando la suddetta autorità in Agenzia nazionale per la sicurezza alimentare, con sede in Foggia, fatta salva la titolarità in capo al Ministero della salute delle competenze generali in materia di sicurezza alimentare;
impegna il Governo
a valutare gli effetti applicativi del citato comma 363, al fine di adottare ulteriori iniziative normative volte a trasformare l'Autorità in Agenzia nazionale per la sicurezza alimentare, con sede in Foggia.
9/3256/260. Di Gioia.
La Camera
premesso che:
il decreto-legge 1o ottobre 2007, n. 159, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 novembre 2007, n. 222, rende applicabile ai progetti di ampliamento dei rigassificatori esistenti le più semplici procedure previste per la costruzione di nuovi impianti;
l'articolo 93 del codice degli appalti pubblici, implica minori tutele nel caso di applicabilità della VIA al progetto preliminare e non al definitivo;
le sentenze della Corte costituzionale n. 303 del 2003, n. 6 del 2004 e n. 27 del 2004, hanno affermato che in caso di decisione rimessa al Consiglio dei Ministri, in presenza di dissensi regionali, la relativa decisione dovrebbe essere adottata secondo lo schema dell'intesa con la Regione interessata;
il rigassificatore esistente nel Comune di Panigaglia si trova in zona non industriale, ed anzi in prossimità di aree abitate e la popolazione residente ha avanzato
richiesta formale di maggiore attenzione alle implicazioni in termini di sicurezza e ambientali,
impegna il Governo
a porre in atto tutte le misure idonee al raggiungimento dei più alti standard di sicurezza e in tema di impatto ambientale, per gli impianti di rigassificazione esistenti, e per ogni eventuale progetto definitivo di ampliamento.
9/3256/261. Dato.
La Camera,
visto il decreto del Presidente della Repubblica n. 34 del 2000;
vista la sentenza del TAR del Lazio n. 1921 del 2 marzo 2007;
premesso che:
il problema dei falsi documentali riscontrati dalle verifiche ispettive dell'Autorità per la vigilanza sui lavori pubblici riguarda solo un piccolo numero di soggetti;
la proposta di regolamento al codice degli appalti, nella parte in cui prevede che le società organismo di attestazione (SOA) non possano ricorrere a prestazioni esterne per l'attività di promozione commerciale, potrebbe generare risvolti occupazionali negativi,
impegna il Governo
a porre in atto tutte le misure idonee alla preservazione della possibilità per le SOA di avvalersi di prestazioni esterne, limitatamente alle attività di promozione commerciale.
9/3256/262. Antinucci.
La Camera,
visto il testo del disegno di legge finanziaria così come approvato dalla V Commissione Bilancio;
considerato l'impegno politico assunto dalla maggioranza e dal Governo a mantenere, nei limiti della doverosa verifica della compatibilità finanziaria, le modifiche al disegno di legge finanziaria operate dal Parlamento;
considerata la particolare rilevanza sociale delle misure previste nei commi 3-undecies e 3-duodecies dell'articolo 42 del testo approvato dalla Commissione Bilancio,
impegna il Governo
a porre in atto tutte le misure idonee all'introduzione nell'ordinamento delle norme illustrate in premessa, anche attraverso un provvedimento d'urgenza, in sede di esercizio dell'apposita delega.
9/3256/263. (Testo modificato nel corso della seduta)Crema.
La Camera,
premesso che:
il decreto legislativo del 31 luglio 2007, n. 137, al comma 4 dell'articolo 1 stabilisce che - in attuazione dell'articolo 3, comma 7, del protocollo d'intesa stipulato tra il Governo e la Regione Friuli Venezia Giulia in data 6 ottobre 2006 - fra le entrate regionali sono comprese, ai sensi e nella misura prevista dall'articolo 49, primo comma, numero 1) della legge costituzionale 31 gennaio 1963, n. 1, le ritenute sui redditi da pensione riferite ai soggetti passivi residenti nella medesima Regione, ancorché riscosse fuori dal territorio regionale;
con il comma 5 dell'articolo 2 del disegno di legge in esame, viene prevista l'assegnazione di una prima tranche di 20 milioni di euro per il 2008 e di 30 milioni di euro per il 2009 per dare seguito a quanto sopra indicato;
con lo stesso comma si prevede che gli ulteriori trasferimenti, a decorrere dal
2010, interverranno contestualmente all'attribuzione di funzioni dallo Stato alla medesima Regione,
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di concertare con la Regione Friuli-Venezia Giulia contenuti, tempi e modalità riferiti all'attribuzione di nuove funzioni dallo Stato alla regione medesima.
9/3256/264. (Testo modificato nel corso della seduta)Strizzolo, Pertoldi, Maran, Cuperlo.
La Camera,
premesso che:
con la legge 9 gennaio 1991, n. 19, conosciuta come «legge sulle aree di confine», al fine di sviluppare e sostenere i rapporti di collaborazione economico-finanziaria con i Paesi del Centro-Est europeo, venivano istituite la Finest spa e la Informest-Centro di servizi e documentazione per la cooperazione economica internazionale;
all'articolo 1 della sopra richiamata legge si cita, tra gli altri Paesi destinatari di possibili forme di collaborazione, anche l'Unione Sovietica che oggi non esiste più;
vi è la necessità di procedere ad una razionalizzazione e ad un coordinamento degli interventi propri delle due istituzioni sopra indicate, anche al fine di conseguire risparmi di spesa pubblica e per ottimizzare gli interventi in un contesto internazionale profondamente mutato,
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di una adeguata iniziativa legislativa per consentire interventi coordinati di Finest Spa e Informest nei Paese della ex Unione Sovietica e nell'area asiatica.
9/3256/265. Maran, Strizzolo, Pertoldi, Cuperlo.
La Camera,
premesso che:
in occasione del disegno di legge finanziaria in esame, è stato approvato al Senato un emendamento che prevede l'abolizione del canone RAI per coloro che, avendo compiuto 75 anni, abbiano un reddito proprio e del coniuge non superiore complessivamente ad euro 516,46 per 13 mensilità, senza conviventi;
tale soluzione appare parziale ed inadeguata, in quanto è giusto che il canone RAI sia abolito totalmente per tutti, trattandosi di una sorta di tassa ormai anacronistica poiché, nel corso degli anni, sono venuti sempre più meno quei presupposti (anche in relazione all'enorme aumento degli introiti pubblicitari) e quelle caratteristiche dell'ente televisivo che giustificavano l'esistenza del canone;
è ancor più inammissibile continuare a vessare gli utenti con l'imposizione del pagamento del canone, quando la RAI procede ad un ingiustificato e considerevole spreco di risorse, affidandosi anche a costose produzioni esterne per i vari programmi televisivi, pur avendo migliaia di dipendenti, con professionalità di rilievo.
impegna il Governo
a valutare la possibilità di riesaminare il canone RAI.
9/3256/266. (Testo modificato nel corso della seduta)Schietroma.
La Camera
premesso che:
la legge 20 maggio 1985, n. 222, disciplina il sistema di ripartizione della quota dell'8 per mille del gettito IRPEF, in favore della Chiesa Cattolica e delle confessioni religiose, i cui rapporti con lo Stato sono regolati in base a leggi vigenti e intese raggiunte;
le norme in questione approvano quanto concordato tra le parti con il Protocollo del 15 novembre 1984, ratificato con legge 20 maggio 1985, n. 206;
la legge in questione garantisce la bilateralità della normativa, comprese ovviamente le modificazioni della medesima, in materia di enti, beni ecclesiastici, e connessi impegni finanziari dello Stato;
la medesima legge n. 222, all'articolo 49, dispone la nomina con cadenza triennale di un'apposita commissione paritetica per la valutazione del gettito della quota IRPEF, al fine di predisporre eventuali modifiche al sistema di ripartizione,
impegna il Governo
nel pieno rispetto delle leggi vigenti e degli accordi intercorsi tra Stato, Chiesa Cattolica e altre confessioni religiose, ad assumere tutte le iniziative necessarie, volte alla modifica dei criteri di ripartizione del gettito dell'8 per mille, al fine di garantire che in caso di scelte non espresse dai contribuenti, le relative risorse siano destinate a scopi di interesse sociale o di carattere umanitario a diretta gestione statale.
9/3256/267. Villetti, Bonelli, Migliore, Di Salvo, Vacca, Nucara.
La Camera,
premesso che:
la disoccupazione, pur essendo diminuita nel corso degli ultimi anni, è un fenomeno ancora consistente che colpisce soprattutto le donne;
una delle cause di tale fenomeno è legata all'impossibilità, in presenza di figli in età minore e stante una insufficiente rete di servizi sociali, di far convivere il proprio ruolo di genitori con gli impegni lavorativi;
per invertire tale fenomeno si rende necessario una modifica ed estensione dei congedi parentali in maniera tale da favorire l'immissione e la permanenza, soprattutto per le donne, nel mondo del lavoro;
andrebbe concesso, nelle aziende con meno di venti dipendenti, per i contributi a carico del datore di lavoro che assume personale con contratto a tempo determinato in sostituzione di lavoratrici e lavoratori in congedo, uno sgravio contributivo del 90 per cento;
il genitore richiedente dovrebbe potersi avvalere della fruizione oraria del congedo parentale, senza che l'astensione oraria possa, in ogni caso, superare la metà dell'orario giornaliero di lavoro. In caso di astensione oraria, la distribuzione dell'orario di lavoro dovrebbe essere concordata tra il richiedente e il datore di lavoro, tenendo anche conto anche delle esigenze del servizio;
sarebbe opportuno prevedere, per i periodi di congedo parentale di cui all'articolo 32 e all'articolo 33 del decreto legislativo 26 marzo 2001, n. 151, che alle lavoratrici e ai lavoratori fosse dovuta fino al terzo anno di vita del bambino, un'indennità pari al 50 per cento della retribuzione, a condizione che il reddito individuale dell'interessato/a sia inferiore a 5 volte l'importo del trattamento minimo di pensione a carico dell'assicurazione generale obbligatoria, per un periodo massimo complessivo tra i genitori di sei mesi, calcolando l'indennità secondo quanto previsto all'articolo 23 del medesimo decreto, ad esclusione del comma 2 dello stesso;
per i periodi di congedo parentale di cui all'articolo 32 ulteriori rispetto a quanto previsto ai commi 1 e 2 dell'articolo 34 del decreto legislativo n. 151 del 2001, sarebbe necessario corrispondere un'indennità pari al 50 per cento della retribuzione, a condizione che il reddito individuale dell'interessato sia inferiore a 5 volte l'importo del trattamento minimo di pensione a carico dell'assicurazione generale obbligatoria. Il reddito è determinato secondo i criteri previsti in materia di limiti reddituali per l'integrazione al minimo.
La lavoratrice o il lavoratore che usufruisca dei periodi di congedo parentale di cui ai commi 1 e 2 del citato articolo 34, dovrebbe poter richiedere all'Ente previdenziale di appartenenza che la propria retribuzione venga integrata fino a percepire il 70 per cento della retribuzione lorda dovuta, per tutto il periodo di 6 mesi, purché tale congedo venga utilizzato per frazioni minime di tre mesi. Tale somma integrativa dovrebbe essere restituita attraverso prelievi frazionati in 24 rate mensili, non superiore al 10 per cento della retribuzione lorda dovuta, nel caso di fruizione dell'intero periodo di sei mesi, o non superiore al 5 per cento della retribuzione lorda dovuta nel caso di fruizione di un periodo di soli tre mesi, a partire dal mese successivo dalla fruizione dell'ultimo periodo;
è giusto prevedere che la lavoratrice o il lavoratore che sia genitore adottivo, per i tre anni successivi all'entrata del minore nel nucleo familiare non possa essere obbligato a prestare lavoro notturno;
alle lavoratrici madri e ai lavoratori padri, anche adottivi o affidatari, con figli fino a 12 anni di età ovvero fino a 15 anni in caso di affidamento o adozione, dovrebbe essere consentita la trasformazione, reversibile e su base volontaria, del rapporti di lavoro a tempo pieno in rapporto di lavoro a tempo parziale;
alle lavoratrici e ai lavoratori iscritti alla gestione separata di cui all'articolo 2, comma 26, della legge n. 355 del 1995, non titolari di pensione e non iscritti ad altre forme obbligatorie previdenziali, andrebbe corrisposta per gli eventi verificatisi a decorrere dal 1o gennaio 2008, l'indennità di congedo parentale da usufruire per un periodo di tre mesi entro i tre anni di vita del bambino o della bambina, ovvero entro tre anni dell'ingresso del minore affidato o adottato. L'indennità spetterebbe nella misura del 50 per cento del reddito percepito dal richiedente nei dodici mesi precedenti l'inizio del periodo di astensione dal lavoro richiesto, a condizione che, in favore dello stesso, risultino attribuite almeno tre mensilità di contribuzione nella misura maggiorata dello 0,5 per cento nei dodici mesi di riferimento,
impegna il Governo
a valutare la possibilità, una volta verificate le coperture finanziarie, di adottare le opportune iniziative normative volte a modificare il decreto legislativo 26 marzo 2001, n. 151, recante il testo unico delle disposizioni legislative in materia di tutela e sostegno della maternità e della paternità, nel senso indicato in premessa.
9/3256/268. Dioguardi, Provera.
La Camera,
premesso che:
la legislazione vigente non è in grado di prevenire con efficacia i drammatici incidenti che si verificano sui luoghi di lavoro e che si configurano sempre più come una grave emergenza sociale;
nonostante nel provvedimento in esame si intervenga in tema di sicurezza sui luoghi di lavoro (articolo 2, commi 539, 540 e 541) si rendono necessarie misure più rigorose a tutela dei lavoratori;
tra le principali cause di infortunio vi è il mancato rispetto delle norme di sicurezza da parte delle aziende;
la debolezza contrattuale dei lavoratori precari e flessibili induce questi ultimi ad accettare compromessi sul piano della sicurezza pur di mantenere il posto di lavoro,
impegna il Governo
a prendere immediati provvedimenti volti a vincolare la concessione di agevolazioni, incentivi o sostegni economici di qualsiasi tipo alle aziende in regola con le norme vigenti in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro escludendo quelle i cui
responsabili siano stati condannati in via definitiva per i reati di omicidio colposo o lesioni personali;
a prendere immediati provvedimenti al fine di impedire che le aziende procedano ad assunzioni con contratto di apprendistato o con contratto a tempo determinato di lavoratori impiegati in attività pericolose.
9/3256/269. Migliore, Rocchi, Burgio, De Cristofaro, Sgobio, Vacca, Venier, Pagliarini, Crapolicchio, Soffritti, Napoletano, Cesini, Longhi, Di Salvo, Pellegrino.
La Camera,
premesso che:
le risorse stanziate nella scorsa legge finanziaria prevedevano un piano straordinario per i servizi socio-educativi e, in particolare, un sistema integrato di asili nido, con l'obiettivo di raggiungere entro il 2010 l'obiettivo del 33 per cento della copertura territoriale fissato dal Consiglio Europeo di Lisbona;
con l'attuale manovra, l'esecutivo avrebbe avuto l'opportunità di completare la riforma, dal momento che si stima che sarebbero bastati nel triennio ulteriori 400 milioni annui - un importo nella piena disponibilità del Governo - per realizzare l'attesa rottura con la tradizione italiana di scarso sostegno concreto alle famiglie;
la copertura sarebbe arrivata al 17 per cento dei bambini, permettendo al nostro Paese di abbandonare le percentuali tipiche dei deboli sistemi di welfare dell'Europa meridionale e di iniziare l'avvicinamento alle più avanzate realtà del Centro-Europa;
questa cifra avrebbe anche consentito di aiutare adeguatamente i comuni nell'affrontare la spesa corrente per i nidi;
il Governo, pur avendo individuato nei sostegni alle famiglie con figli - i nidi e i contributi economici - le aree prioritarie di rinnovamento del welfare, ha deciso, invece, di non completare il piano, limitandosi ad assegnare uno stanziamento simbolico di ulteriori 25 milioni per il solo 2008, oltre che a prorogare per quest'anno la vigente detrazione su parte delle spese sostenute per le rette degli asili,
impegna il Governo
ad adottare ulteriori provvedimenti concreti finalizzati all'incremento delle risorse previste, nonché a completare l'intervento strutturale iniziato l'anno scorso.
9/3256/270. Vietti, Capitanio Santolini.
La Camera,
premesso che:
il settore dell'emittenza televisiva, soprattutto in ambito locale, potrebbe risultare penalizzato da procedimenti istruttori che, coinvolgendo diversi soggetti istituzionali, anche in virtù della complessità dei meccanismi procedurali di specie, possono generare una considerevole dilatazione dei tempi di notifica della violazione ai soggetti televisivi interessati con il rischio che tali violazioni possano involontariamente ripetersi generando un sistema ciclico di accertamenti che, da un lato rappresenta un appesantimento del carico di lavoro demandato agli organismi preposti, e dunque un maggior onere a carico del bilancio dello Stato, e, dall'altro, un aggravio, anche dal punto di vista economico, della situazione dei soggetti interessati all'accertamento della violazione a causa della sovrapposizione delle sanzioni loro comminate;
la contestazione all'accertamento della presunta violazione da parte dell'emittente nel confronti dell'Autorità accertatrice, può rappresentare un momento critico del processo istruttoria allorché siano trascorsi periodi superiori a quelli previsti dalla vigente normativa in materia di conservazione delle registrazioni televisive di messa in onda da parte della stessa emittente televisiva,
impegna il Governo
all'adozione dei provvedimenti necessari, sentite le associazioni di categoria maggiormente rappresentative nel settore dell'emittenza televisiva, per assicurare omogeneità e certezza dei tempi e delle modalità di svolgimento delle procedure di istruttoria volte alla verifica delle eventuali violazioni da parte di soggetti esercenti l'attività di diffusione televisiva.
9/3256/271. Delfino, Tassone.
La Camera,
premesso che:
la promozione dello sport deve recuperare autonomia e indipendenza da ingerenze di qualsiasi natura, a partire da quelle politiche;
l'autonomia del CONI deve essere un valore condiviso da tutti e in favore di tutti;
poiché non c'è autonomia decisionale se non preesiste un'autonomia finanziaria è indispensabile un ripristino dell'automatismo di finanziamento per garantire programmazione e sviluppo delle attività istituzionali del CONI;
per il bene e per il rilancio dello sport, occorre ritornare con maggiore slancio propositivo al passato con la restituzione di quella autonomia finanziaria che il Coni stesso ha avuto per tanti anni;
sarebbe opportuno che il CONI potesse contare su mezzi finanziari stabili e certi, attraverso un meccanismo automatico sulle quote dei prelievi sui giochi e concorsi a pronostico e sulle scommesse sportive; in tal modo il CONI potrebbe attuare, programmare e rilanciare la sua «mission» in modo da assicurare certezza e serenità nella programmazione delle attività dello sport italiano,
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di svincolare l'ente dal rituale annuale dell'erogazione di fondi con la manovra di bilancio, dando seguito a quanto indicato in premessa.
9/3256/272. Dionisi, Ciocchetti.
La Camera,
premesso che:
le risorse del «Fondo unico di amministrazione», costituito presso ciascuna amministrazione ai sensi degli articoli 31 e 32 del Contratto collettivo nazionale di lavoro - Comparto Ministeri - del 16 febbraio 1999, sono intese, tra l'altro, a compensare l'esercizio di compiti che comportano specifiche responsabilità, rischi, disagi, gravose articolazioni dell'orario di lavoro, nonché ad incentivare la produttività collettiva per il miglioramento dei servizi;
il notevole impegno delle Forze armate nelle missioni internazionali per la pace comporta, per il personale civile del Ministero della difesa appartenente alle aree funzionali, una costante lievitazione dell'impegno lavorativo per svolgere la necessaria attività di supporto collegata alla maggiore operatività delle Forze armate;
in tale contesto, il citato personale ha assunto sempre più numerosi e qualificati incarichi, in precedenza ricoperti dal solo personale militare, al quale non è più possibile ricorrere in via esclusiva, stanti i molteplici impegni operativi e il contestuale processo di graduale riduzione degli organici in atto;
lo svolgimento di tali incarichi richiede un maggior impegno lavorativo, non solo sotto il profilo quantitativo, ma anche e soprattutto sotto quello qualitativo in relazione alla connessa assunzione di specifiche superiori responsabilità;
l'articolo 4, comma 8-bis, del decreto-legge 31 gennaio 2007, n. 4, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 marzo 2007, n. 38, in relazione alle esigenze connesse con l'intensificarsi delle
attività di supporto alle Forze armate impiegate nelle missioni internazionali, ha destinato la somma di 10 milioni di euro all'incentivazione della produttività del personale civile della difesa per il solo anno 2007,
impegna il Governo
a valutare la possibilità di rendere stabile, a partire dall'anno 2008, l'incremento del Fondo unico di amministrazione attribuito al personale civile appartenente alle aree funzionali del Ministero della difesa per l'anno 2007.
9/3256/273. Farinone, Stramaccioni, Rugghia.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 3, comma 123, del disegno di legge in esame prevede la possibilità di stipulare accordi di mobilità, anche intercompartimentali, ai fini della ricollocazione di dipendenti pubblici in situazioni di esubero e ciò nell'ottica di accrescere la funzionalità degli uffici della pubblica amministrazione, attraverso il più razionale utilizzo delle risorse disponibili;
il comma 125 dello stesso articolo, prevede che possano essere stipulati i citati accordi di mobilità per il trasferimento, anche temporaneo, di contingenti di marescialli dell'Esercito, della Marina e dell'Aeronautica in esubero, da ricollocare in un ruolo speciale ad esaurimento del personale delle Forze di polizia ad ordinamento civile e militare; ciò tenuto conto dell'attuale situazione di esubero presente nel ruolo dei marescialli, a fronte della necessità di dotare le Forze di polizia di un maggior numero di personale per le esigenze connesse alla tutela dell'ordine pubblico, alla prevenzione e al contrasto del crimine;
tale disposizione non prevede espressamente che i citati trasferimenti possano essere disposti con il consenso dell'interessato;
tale condizione deve ritenersi ineludibile, considerato che si tratta di provvedimenti che incidono sulla libertà dei soggetti di continuare a svolgere il tipo di attività lavorativa prescelta al momento dell'accesso nella pubblica amministrazione, nonché sulle loro legittime aspettative di progressione di carriera,
impegna il Governo
in sede di applicazione della disposizione di cui al comma 125 dell'articolo 3, a fare in modo che i trasferimenti dei contingenti di marescialli dell'Esercito, della Marina e dell'Aeronautica in esubero, da ricollocare nei ruoli ad esaurimento delle Forze di polizia ad ordinamento civile e militare, siano disposti, di preferenza, con il consenso dell'interessato.
9/3256/274. Garofani, Stramaccioni, Rugghia.
La Camera,
premesso che:
il potere d'acquisto di salari, stipendi e pensioni del lavoro dipendente (pubblico e privato) è stato eroso dal continuo aumento dei prezzi e da inadeguate concessioni salariali dei rinnovi contrattuali;
siffatta questione salariale è acuita da una sperequazione tra il trattamento economico della classe dirigente italiana e quello di lavoratori e pensionati: basti citare, a titolo esemplificativo, che presidenti e amministratori delegati di Alitalia sono arrivati a guadagnare anche 100 volte il reddito medio di un operaio;
l'articolo 3, commi 44, 45 e 46 ha previsto un trattamento economico massimo di molto superiore al livello medio di reddito pro capite, giacché esso corrisponde a quello del primo Presidente della Corte di cassazione;
la concessione di un'eccezione per 25 top level managers rispetto al tetto stipendiale fissato dall'articolo 3 comma
44 risulta irragionevole ed impopolare giacché a queste persone è consentito ricevere somme di denaro indefinibili a priori e talmente ingenti da essere percepite nel senso comune come incredibili,
impegna il Governo:
a determinare i criteri generati con cui autorizzare la deroga per il limite nel trattamento economico sentite le Commissioni bilancio di Camera e Senato;
a sentire le Commissioni affari costituzionali di Camera e Senato prima dell'emanazione del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri autorizzante la deroga sulla ragionevolezza e rispondenza ai criteri individuati e dalla proposta nominativa.
9/3256/275. Andrea Ricci, Mascia, Franco Russo, Caruso.
La Camera,
premesso che:
il nuovo codice dell'ambiente di cui al decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, ha abrogato la cosiddetta legge Galli (legge 5 gennaio 1994, n. 36, recante disposizioni in materia di risorse idriche) e ha riproposto l'istituto dell'accordo di programma, prevedendolo soltanto laddove si verifichi il trasferimento di acqua tra distretti idrografici;
questa limitazione nell'utilizzo degli accordi di programma da un lato non evidenzia l'importanza delle intese interregionali per i trasferimenti idrici, dall'altro provoca un vuoto normativo che porta ad una serie di divergenze tra le stesse regioni;
con il decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112, all'articolo 89, comma 1, lettera i), le funzioni ed i compiti amministrativi dello Stato, inerenti la gestione del demanio idrico, sono state trasferite alle regioni,
impegna il Governo
ad assumere le iniziative di propria competenza affinché tutti i trasferimenti di acqua tra regioni diverse siano sottoposti alla disciplina degli accordi di programma, a prescindere da eventuali travalicazioni di confini distrettuali e, considerato il nuovo impianto normativo di tutela e gestione delle acque, la titolarità della concessione idrica sia attribuita direttamente alla regione in cui è localizzata la sorgente con la relativa opera di captazione, anche al fine di una più efficace ed equa tutela delle risorse.
9/3256/276. Picano, Giuditta, Morrone.
La Camera,
premesso che:
il decreto legislativo 8 maggio 1998, n. 178, ha previsto l'istituzione delle facoltà e dei corsi di laurea e di diploma in scienze motorie, a norma dell'articolo 17, comma 115, della legge 15 maggio 1997, n. 127;
il corso di laurea in scienze motorie è finalizzato all'acquisizione di adeguate conoscenze di metodi e contenuti culturali, scientifici e professionali nelle seguenti aree:
a) didattico-educativa, finalizzata all'insegnamento nelle scuole di ogni ordine e grado;
b) della prevenzione e dell'educazione motoria adattata, finalizzata a soggetti di diversa età e a soggetti disabili;
c) tecnico-sportiva, finalizzata alla formazione nelle diverse discipline;
d) manageriale, finalizzata all'organizzazione e alla gestione delle attività e delle strutture sportive;
ad oggi l'inquadramento del ruolo professionale del laureato in scienze motorie resta di difficile definizione dato che non è stata varata una specifica normativa a livello nazionale;
in estrema sintesi si può affermare che il laureato in scienze motorie ha competenze relative alle caratteristiche funzionali dell'apparato muscolare in tutte le sue forme (contrattilità, forza, velocità, controllo neurale, eccetera) ed ha una cognizione specialistica per le tecniche di motricità del complessivo sistema muscolare e per quel che riguarda la sua educazione e rieducazione motoria sia in campo sportivo che a livello ergonomico generale,
impegna il Governo
a valutare la possibilità di attuare misure volte a riconoscere tali competenze del laureato in scienze motorie anche nel campo socio-sanitario, sia ai fini del mantenimento della migliore efficienza fisica nelle diverse fasce di età e nei confronti delle diverse abilità, sia quelli di socializzazione, di prevenzione e rieducazione.
9/3256/277. Li Causi, Fabris, Adenti, Affronti, Capotosti, Cioffi, Del Mese, D'Elpidio, Giuditta, Morrone, Picano, Rocco Pignataro, Rossi Gasparrini, Satta.
La Camera,
premesso che:
la categoria dei docenti civili di materie non militari delle Scuole sottufficiali della Marina militare di Taranto e di La Maddalena è legata all'amministrazione della difesa, senza soluzione di continuità, da tantissimi anni, per mezzo di convenzioni, previste dai decreti ministeriali 20 dicembre 1971 e 3 gennaio 1995, n. 165, emanati dal Ministro della difesa;
nonostante i tantissimi anni di servizio alle dipendenze della suddetta amministrazione (per alcuni anche più di trent'anni), gli insegnanti in questione hanno sempre vissuto in uno stato di precarietà storica che non trova eguali in nessun'altra categoria di dipendenti dello Stato;
ad una condizione di incertezza del lavoro si è aggiunto il disagio economico, derivante dal fatto che gli stessi non hanno maturato alcuna anzianità di servizio, per cui sono sempre stati retribuiti con quanto previsto per gli insegnanti della pubblica istruzione di prima nomina;
il Governo, attraverso il Ministro della difesa, nella seduta del 21 novembre scorso presso la Commissione difesa della Camera dei deputati, ha ribadito l'impegno di procedere alla stabilizzazione dei docenti civili negli istituti di formazione militare,
impegna il Governo
a procedere, in tempi rapidi, alla definitiva stabilizzazione dei docenti civili di materie non militari delle Scuole sottufficiali della Marina militare di Taranto e di La Maddalena.
9/3256/278. Satta, Sgobio, Giuditta, Del Mese, Picano, D'Elpidio, Duranti, Vico.
La Camera,
premesso che:
il protocollo di intesa sulla sicurezza negli stadi firmato da Ministero dell'interno, CONI e FGCI, prevede l'affidamento a steward, opportunamente formati, della vigilanza sulla sicurezza all'interno degli impianti, mentre alle forze di polizia rimane solo il compito di occuparsi di ciò che accade all'esterno degli impianti stessi;
il suddetto protocollo stabilisce quindi il principio per cui il compito primario delle forze di polizia riguarda esclusivamente l'esterno dello stadio, mentre alle società sportive, attraverso la figura degli steward, è delegata ogni responsabilità rispetto al controllo interno delle strutture;
ne consegue che, ove il servizio di controllo interno degli stadi continui invece ad essere svolto dalle forze di polizia,
gli oneri derivanti da tale servizio dovrebbero essere posti a carico delle società sportive,
impegna il Governo
a valutare la possibilità che gli oneri derivanti dalle prestazioni di lavoro delle Forze di polizia in servizio all'interno degli stadi in occasione dello svolgimento di competizioni calcistiche ufficiali della Lega nazionale professionisti siano posti a carico delle Società calcistiche di Serie A e B.
9/3256/279. Adenti.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 2, comma 470, del provvedimento in esame istituisce un fondo destinato alla predisposizione di un Piano contro la violenza alle donne;
la violenza alle donne è un fenomeno in costante crescita, stimato da una recente indagine ISTAT in 6.500.000 di casi di donne/cittadine vittime di violenza, che sta assumendo i contorni di una vera e propria emergenza sociale di tipo complesso;
in particolare, risultano implicati anche settori, comportamenti e realtà che a prima vista potrebbero sembrarne esclusi, come nel caso delle vittime del racket: pur in mancanza di dati concernenti le vittime di tale fenomeno rilevati secondo un'ottica di «genere», si possono stimare, per difetto, in almeno 50.000 i casi annuali di donne imprenditrici vittime del racket;
in simili situazioni, la violenza assume contorni peculiari, ma comunque non tali da sottrarre la fattispecie al fenomeno generale della violenza alle donne: infatti, se è vero che il racket utilizza strumenti di coercizione ormai studiati e monitorati, per le donne imprenditrici, vittime di tale fenomeno, il contesto si fa più inquietante perché agli «usuali» strumenti vengono associati abusi e violenze legati alla sfera sessuale,
impegna il Governo
a valutare la possibilità di prevedere, nell'ambito della dotazione del fondo destinato al Piano contro la violenza alle donne, azioni specifiche orientate al sistema delle imprese femminili a favore delle imprenditrici vittime del racket.
9/3256/280. Cioffi, Samperi, Poretti, Dato, Incostante, Ceccacci Rubino, Cinzia Maria Fontana, Leddi Maiola, Cordoni, Sasso, Rossi Gasparrini, Servodio, Li Causi, Bertolini, Bianchi, Ottone, Zanotti, De Biasi, Fasciani, Cuperlo, Codurelli, Carlucci, Licastro Scardino, Formisano, Lussana, Morrone, Ravetto, Balducci, Suppa, Pelino, Mistrello Destro, Deiana, Mura.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 1, comma 1076, della legge 27 dicembre 2006, n. 296 (legge finanziaria 2007), nell'introdurre modifiche all'articolo 1, comma 9-bis, della legge n. 233 del 2006 ne ha fornito da un lato l'interpretazione autentica e nello stesso tempo ha imposto al commissario liquidatore dei consorzi agrari di «chiudere la liquidazione entro il 31 dicembre 2007, depositando gli atti di cui all'articolo 213 del regio decreto 16 marzo 1942, n. 276»;
la norma così formulata è di fatto priva di effetti giuridici, data la impossibilità di pervenire, entro la predetta data, alla chiusura delle liquidazioni ai sensi dell'articolo 213, poiché significherebbe abbandonare le cause attive, dare acquiescenza alle pretese, anche infondate, oggetto di cause passive e svendere il patrimonio in presenza della condizione imprescindibile di effettuare la cessione al più tardi entro la metà di dicembre;
ancora più grave sarebbe il danno per le imprese agricole che perderebbero,
in questo modo, quel servizio di calmieramento del mercato che i consorzi svolgono in favore di decine di migliaia di imprenditori agricoli, soci e non soci, del consorzio ma che della sua attività beneficiano;
nei 18 consorzi in liquidazione e nei 3 formalmente in bonis ma sui quali pende il giudizio di secondo grado o di cassazione, operano circa 500 dipendenti che si vedrebbero licenziati dal 1o gennaio 2008 e tra agenti dei consorzi agrari e loro dipendenti, altre 1300 persone dovrebbero cercarsi un'altra attività, con ulteriori incidenze negative sull'indotto (imprese fornitrici, trasportatori ed altri) che subirebbe il danno dell'improvvisa cessazione di una attività che movimenta merci per un fatturato annuo di oltre 450 milioni di euro,
impegna il Governo
ad adottare iniziative per modificare il comma 9-bis della legge n. 233 del 2007 al fine di prevedere che entro il 31 dicembre 2008 l'autorizzazione all'esercizio provvisorio delle attività di impresa sia revocata a tutti quei consorzi che non sono stati autorizzati a presentare una proposta di concordato per oggettiva impossibilità di tornare in bonis.
9/3256/281. D'Elpidio, Fabris.
La Camera,
impegna il Governo
ad adottare iniziative per promuovere correzioni e modifiche «migliorative» alle regole del patto, in considerazione della necessità di sostenere e sviluppare i servizi resi dalle forze di polizia alla collettività e di rendere agevole e meno oneroso il finanziamento degli investimenti e delle opere pubbliche di interesse locale, tra le quali le caserme in uso alle forze dell'ordine.
9/3256/282. (Testo modificato nel corso della seduta)Fabris, D'Elpidio, D'Agrò.
La Camera,
premesso che:
è da ritenere oramai storica, nonché cronica, la carenza di reti infrastrutturali della regione Umbria, con particolare riguardo all'aggancio dell'Umbria ai grandi corridoi internazionali, quindi, in particolare, al corridoio 1, al corridoio 5, al corridoio 8, e alle cosiddette «Autostrade del Mare»;
si verificano difficoltà di movimentazione da e per l'Umbria, nonché internamente alla stessa, sia per quanto concerne le merci, sia per quanto attiene alle persone;
lo status quo di tutte le arterie presenta gravi carenze, dovute anche alle complessità del sistema, senza esclusione di sorta; dette difficoltà manutentive interessano sia le reti di interesse internazionale, sia quelle di rilievo locale, a tutti i livelli;
senza infrastrutture efficienti e trasporti adeguati ai bisogni dei cittadini e delle imprese, non ci può essere un vero futuro di modernità e sviluppo per la regione Umbria;
è stata presentata all'Anas una proposta di project financing per la realizzazione in modo unitario dell'intero corridoio di viabilità autostradale e dorsale centrale Mestre-Orte-Civitavecchia, relativa all'ex strada statale 55, la ex strada statale 45 e la strada statale 675;
il potenziamento del corridoio di viabilità autostradale, dorsale e centrale, Mestre, Orte e Civitavecchia è teso a rappresentare non solo un'arteria di attraversamento, ma anche un'occasione per dare un nuovo impulso alla competitività delle tradizionali, così come delle nuove attività economiche, ponendosi quale spina dorsale del nuovo sistema infrastrutturale della regione;
diversi soggetti anche istituzionali hanno richiesto la creazione di una bretella veloce di collegamento con Roma, attraverso il tratto Terni-Fiano, via Passo Corese, per consentire un rapido accesso a Roma nord;
il consiglio di amministrazione dell'Anas ha approvato il progetto preliminare predisposto dal promotore ai sensi dell'articolo 37-bis della legge n. 109 del 1994, costituito dal raggruppamento di imprese, composte da società Gefip Holding, Banca Carige, Egis Project, Efitbanca, Mec S.r.l., Technip Italy, Transrot Intemational;
tale collegamento si rende sempre più necessario non solo al fine di incentivare ed intensificare il turismo ma anche semplificare i collegamenti con Roma, a quanti si recano nella capitale per motivi di studio e di lavoro,
impegna il Governo
ad adottare tutte le opportune iniziative volte a porre in essere un rapido ammodernamento delle infrastrutture umbre, con particolare riferimento all'asse di collegamento con Roma, attraverso il tratto Terni-Fiano, via Passo Corese, come sopra menzionato, anche in considerazione del fatto che tale rinnovamento infrastrutturale si pone quale elemento strategico per il vero rilancio dello sviluppo dell'Umbria.
9/3256/283. Capotosti.
La Camera,
premesso che:
la legna da ardere è un prodotto tradizionale dei nostri boschi, già capillarmente diffuso e con un'interessante filiera locale, in fase di crescita;
tale risorsa meriterebbe maggior attenzione, anche alla luce delle nuove tecnologie termotecniche, che consentono rese più elevate ed emissioni più contenute rispetto agli impianti tradizionali;
a fronte della costante crescita di prezzo dei prodotti petroliferi, l'incentivazione al consumo della legna da ardere consentirebbe di mettere in circolo risorse bloccate sul territorio, favorendo le economie locali delle aree svantaggiate e incrementandone l'autosufficienza energetica;
la legna da ardere è l'assortimento legnoso più trattato a livello locale nella filiera foresta-legno delle aree montane e collinari;
in tale mercato è però diffusa l'attività di operatori abusivi (per lo più non iscritti alla camera di commercio), che impongono condizioni e prezzi insostenibili per le imprese regolari;
si stima che l'incidenza del sommerso tocchi il 90 per cento degli scambi;
in tali condizioni il settore delle imprese boschive è in grave crisi e i comportamenti irregolari sono in crescita;
essi sono ampiamente tollerati e l'azione di controllo delle istituzioni è inesistente;
il gettito per il fisco risulta, inoltre, ridotto ai minimi termini;
la diffusione di lavoro irregolare a basso grado di professionalità determina danni all'ambiente e all'economia montana, oltre ad un livello molto basso di sicurezza sul lavoro;
risulta necessario favorire la crescita di imprese che lavorino nel rispetto delle leggi, incentivando la compravendita di legna da ardere regolarmente fatturata e scoraggiando il sommerso,
impegna il Governo
ad adottare iniziative al fine di ridurre l'aliquota I.V.A., oggi al 10 per cento, sulla legna da ardere e consentire la detraibilità fiscale delle fatture di acquisto della medesima allo scopo di allineare i prezzi degli operatori regolari a quelli degli abusivi e incoraggiare l'acquirente ad esigere la fatturazione, producendo quali conseguenze,
da un lato l'emersione del sommerso, dall'altro l'incentivazione a comportamenti regolari senza il ricorso a misure repressive.
9/3256/284. Rossi Gasparrini, Capotosti.
La Camera,
impegna il Governo
a valutare la possibilità di adottare iniziative volte a consentire maggiori sgravi contributivi in favore di quei datori di lavoro che assumono con contratto di apprendistato, nell'esercizio della delega prevista.
9/3256/285. (Testo modificato nel corso della seduta)Rocco Pignataro, Capotosti.
La Camera,
premesso che:
con l'articolo 1, commi 219, 220 e 221, della legge 23 dicembre 2005, n. 266 (legge finanziaria per il 2006), sono state abrogate tutte le disposizioni che ponevano le spese di cura per causa di servizio dei dipendenti pubblici a carico dell'amministrazione di appartenenza, fatta eccezione per le prestazioni dovute dall'amministrazione della difesa al personale delle Forze armate o appartenente ai Corpi di polizia che abbia contratto malattia o infermità nel corso di missioni compiute al di fuori del territorio nazionale;
l'articolo 1, comma 555 della legge 27 dicembre 2006, n. 296 (legge finanziaria per il 2007), ha tuttavia fatto salve, dalla suddetta abrogazione, le spese di cura, comprese quelle per ricoveri in istituti sanitari e per protesi, sostenute dal personale del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, delle Forze armate e di polizia e conseguenti a ferite o lesioni riportate nell'espletamento di servizi di polizia o di soccorso pubblico, ovvero nello svolgimento di attività operative o addestrative, riconosciute dipendenti da causa di servizio;
lo stesso comma 555 appena citato esclude peraltro dalle spese di cura poste a carico dell'amministrazione le cure balneo-termali, idropiniche e inalatorie;
tale esclusione si palesa del tutto ingiustificata in considerazione dell'importanza che le terapie termali rivestono nella cura di numerose infermità dipendenti da causa di servizio in cui incorre il personale delle Forze armate, tanto più se si considera che con riferimento al personale che abbia contratto infermità nel corso di missioni internazionali, dette cure termali risultano invece a carico del Ministero della difesa in virtù del citato articolo 1, comma 221 della legge finanziaria per il
2006;
si rende quindi necessario riequilibrare la condizione di disuguaglianza determinatasi tra gli appartenenti ai Corpi armati dello Stato a seconda che abbiano o meno contratto un'infermità per causa di servizio in Italia o all'estero,
impegna il Governo
a valutare la possibilità di adottare iniziative per estendere a tutto il personale delle Forze armate in attività di servizio, che abbia subito ferite, lesioni o infermità riconosciute dipendenti da causa di servizio, classificate, singolarmente o nel loro complesso, fino alla sesta categoria della tabella A di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 dicembre 1981, n. 834, la possibilità di effettuare un ciclo di cure termali, con oneri a carico dell'amministrazione della difesa, prevedendo altresì che le cure siano effettuate presso strutture del Ministero della difesa o, in caso di carenza logistica, presso strutture convenzionate con l'amministrazione della difesa, con un rimborso per le spese sostenute per un importo forfettario di trentacinque euro giornalieri, per un massimo di tredici giorni.
9/3256/286. Affronti.
La Camera,
premesso che:
con il disegno di legge finanziaria per il 2008 il Governo ha manifestato la volontà di mettere le imprese al centro del proprio progetto di crescita, e in questo quadro un'attenzione particolare deve essere rivolta al settore del turismo, e in special modo del turismo nautico, al fine di promuovere un'autentica «cultura del mare», come d'altronde il Governo si era già impegnato a fare con la legge finanziaria per il 2007;
in particolare, la definizione di impresa turistica contenuta all'articolo 7, comma 1, della legge 29 marzo 2001, n. 135, allo stato attuale non prevede esplicitamente i porti turistici, con il risultato che i servizi prestati dalle società concessionarie che gestiscono i porti turistici sono attualmente esclusi dall'applicazione dell'Iva al 10 per cento, e ciò costituisce una grave lacuna, considerata l'importanza che la nautica da diporto riveste per il turismo di un Paese come l'Italia, il cui territorio è per l'80 per cento circondato dal mare;
inoltre, con la legge finanziaria per il 2007 sono stati aumentati in maniera esponenziale (fino a dieci volte) i canoni delle concessioni demaniali marittime, sia per gli stabilimenti balneari che per i porti turistici e le strutture nautiche: una misura con un forte impatto negativo sulle imprese di questo settore, sia sotto il profilo dei nuovi investimenti, sia sotto quello della competitività del turismo nautico italiano rispetto agli altri Paesi mediterranei;
a ciò si aggiunga che, sempre con la legge finanziaria per il 2007, la durata massima delle concessioni demaniali marittime è stata fissata in 20 anni, sia per gli stabilimenti balneari che per i porti turistici, senza tenere conto dei maggiori investimenti cui soggiacciono i porti rispetto agli stabilimenti balneari,
impegna il Governo:
a valutare la possibilità di adottare iniziative normative volte a promuovere il settore del turismo nautico, e segnatamente a:
a) introdurre nella definizione di impresa turistica anche le imprese aventi ad oggetto la realizzazione e gestione di strutture dedicate alla nautica da diporto;
b) differire fino al 1o gennaio 2009 il termine di cui al comma 3 dell'articolo 3 del decreto-legge 5 ottobre 1993, n. 400, convertito, con modificazioni, nella legge 4 dicembre 1993, n. 494, per la rideterminazione dei canoni demaniali marittimi per le strutture dedicate alla nautica da diporto, al fine di consentire l'esecuzione dei necessari accertamenti tecnici, d'intesa con le regioni e le organizzazioni sindacali delle categorie interessate, anche in relazione al numero, all'estensione ed alle tipologie delle concessioni esistenti ed all'abusivismo;
c) escludere le concessioni rilasciate per la realizzazione e la gestione dei porti turistici dall'applicazione del limite temporale di 20 anni di cui al comma 4-bis dell'articolo 3 del citato decreto-legge n. 400 del 1993;
d) consentire il trasferimento ad altri soggetti, diversi dal soggetto titolare della concessione, del diritto di superficie sugli immobili realizzati nell'ambito di una concessione demaniale marittima avente ad oggetto la realizzazione e gestione di strutture dedicate alla nautica da diporto, sempre che sussista apposita autorizzazione dell'autorità competente e che venga conservata da chi acquista il diritto di superficie (e dai successivi acquirenti), la destinazione degli immobili realizzati prevista nell'atto di concessione.
9/3256/287. Del Mese, Cioffi, Francesco De Luca, Barani, Germontani, Castellani, Bertolini, Licastro Scardino, Paoletti Tangheroni, Carlucci, Pellegrino, Gioacchino Alfano, Ceccacci Rubino, Codurelli, Crisci, Gentili, Maroni, Li Causi,
D'Elpidio, Rocco Pignataro, Dato, Villari, Bianchi, Cinzia Maria Fontana, Tortoli, Incostante, Servodio, Ottone, Balducci, Cordoni, Zanotti, Samperi, Morrone, Galati, Rossi Gasparrini, Carbonella, Suppa, Fabbri, Pelino, Mistrello Destro, Picano, Mura, D'Ippolito Vitale.
La Camera,
premesso che:
nella regione Campania, le strutture commissariali, istituite per porre termine alle «emergenze» e per questo dotate di funzioni straordinarie, a distanza di anni non sono riuscite a trovare una soluzione sostenibile e percorribile per risolvere le problematiche esistenti nelle varie aree della regione;
il loro numero è notevolmente cresciuto nel corso degli anni anche a causa degli eventi calamitosi che hanno flagellato il territorio campano, per cui, tralasciando il commissariato di Governo relativo all'emergenza rifiuti, attualmente essi sono:
a) il commissariato straordinario ex articolo 11, comma 18 della legge 22 dicembre 1984, n. 887 per il piano intermodale dell'area Flegrea;
b) il commissariato di Governo l'emergenza bonifiche e tutela delle acque nella regione Campania istituito ex art, 11 della legge 23 agosto 1988, n. 400;
c) i commissariati di Governo per l'emergenza idrogeologica nella regione Campania costituiti mediante ordinanza del Ministro dell'interno 3158/2001 e 3258/2001, ex ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri 3322/2003, ex ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri 3484/2005, ex ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri 3521/2006 ed ex ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri 3532/2006;
d) il commissariato straordinario per il contenzioso e trasferimento delle opere di cui al titolo VII della legge 14 maggio 1981 n. 219;
e) il commissariato di Governo l'emergenza idrogeologica nella regione Campania istituito ex articolo 11 della legge 23 agosto 1988, n. 400;
f) il commissariato di Governo l'emergenza socio-economico-ambientale del bacino idrografico del fiume Sarno istituito ex articolo 11 della legge 23 agosto 1988, n. 400;
g) il commissariato straordinario ex legge 18 aprile 1984, n. 80 per piani regionali di sviluppo previsti dall'articolo 4 della medesima legge;
h) il commissariato di Governo per la gestione delle aree del territorio del comune di Castel Volturno previsto dal decreto del Presidente della Repubblica 3 agosto 1999;
la gestione commissariale in questi territori, nel corso degli anni, si è rivelata inefficiente non solo perché non ha portato al superamento della crisi, ma soprattutto perché non ha fatto altro che creare delle inutili sovrapposizioni politico-amministrative sia in termini di competenze che di strutture, che hanno appesantito e fortemente compromesso l'effettivo superamento delle emergenze in atto;
le vicende legate ai commissariamenti e le inefficienze operative e strutturali di queste strutture, hanno contribuito a radicare nei cittadini campani un forte senso di sfiducia e di inaffidabilità nei confronti delle istituzioni;
una regione che vuole affermare la propria politica, avendo da anni importanti settori commissariati non riesce a recuperare il proprio spazio e a salvaguardare la propria credibilità, ma continua a dare l'immagine di un'istituzione inefficiente ed incapace di affrontare le problematiche esistenti in diverse aree del suo territorio,
impegna il Governo
a prevedere il superamento della fase dei commissariamenti nella regione Campania e ad affidare all'ente regione la gestione sia
dell'ordinario che dello straordinario nelle aree in cui persiste l'emergenza, anche in considerazione del fatto che le istituzioni locali rappresentano gli unici interlocutori capaci di avviare un aperto confronto con le popolazioni interessate e ad individuare gli interventi necessari per superare le emergenze in atto.
9/3256/288. Giuditta.
La Camera,
premesso che:
il disegno di legge finanziaria per il 2008, nel modificare la disciplina in materia di alloggi di servizio per il personale militare, affida al Ministero della difesa la predisposizione di un nuovo programma pluriennale per la costruzione, l'acquisto e la ristrutturazione dei suddetti alloggi;
in particolare, il comma 636, dell'articolo 2, del disegno di legge in esame prevede l'abrogazione del comma 11-quater dell'articolo 26 del decreto-legge 30 settembre, n. 269, convertito con modificazioni dalla legge 24 novembre 2003, n. 326, che ha disposto l'alienazione degli alloggi militari occupati dal personale con titolo scaduto, non ubicati nelle infrastrutture militari o, se ubicati, non operativamente posti alloro diretto e funzionale servizio;
tali immobili, in attuazione del citato articolo 26, comma 11-quater, sono stati individuati con decreto del Ministero della difesa del 2 marzo 2006, registrato dalla Corte dei Conti, in numero pari a 4493 per essere destinati alle procedure di vendita, mediante cartolarizzazione;
nel corso di questi anni, la mancata vendita dei 4493 alloggi ha comportato un notevole disagio per gli inquilini interessati all'acquisto che non solo non hanno potuto riscattare l'immobile da essi abitato, ma hanno dovuto anche pagare il canone di locazione, oltre a sostenere le spese di manutenzione ordinaria e straordinaria degli alloggi, prima spettanti al Ministero stesso;
il sopracitato comma 636, dell'articolo 2, del disegno di legge in esame, dopo aver disposto l'abrogazione della disciplina vigente in tema di alienazione mediante cartolarizzazione degli alloggi di cui al comma 11-quater dell'articolo 26 del decreto-legge 30 settembre, n. 269, stabilisce altresì che gli immobili originariamente individuati per essere destinati alle procedure di vendita rimangono nelle disponibilità del Ministero della difesa per l'utilizzo o per l'alienazione;
detta previsione di fatto restituisce al Ministero della difesa i 4493 immobili di cui era stata autorizzata la vendita, privando definitivamente circa 4500 famiglie non solo di una casa, ma anche della possibilità di riscattare l'immobile nel quale hanno abitato per anni;
è lecito supporre che, in conseguenza di ciò, i cittadini interessati ricorreranno alla giustizia amministrativa, coinvolgendo il Ministero della difesa in numerosi contenziosi giudiziari, con dispendio ulteriore di risorse per le casse delle Stato;
gli immobili in uso all'amministrazione della difesa, benché in molti casi bisognosi di adattamenti funzionali ed architettonici, costituiscono un patrimonio di indiscutibile valore;
si tratta, per la maggior parte dei casi, di caserme, capannoni, magazzini, ex-piazze d'armi, ex-calzaturifici, terreni, ex-arsenali, depositi munizioni, torrioni, ex-ospedali, ex-case cantoniere, basi logistiche, poligoni, poderi, aeroporti, ex-polveriere, ex-aziende agrarie, ex-gallettifici e batterie;
soprattutto in seguito alla sospensione del servizio di leva obbligatorio ed alla ristrutturazione delle Forze armate, nonché dei mutati fabbisogni dell'amministrazione della difesa, molti di questi beni non più utilizzati o ampiamente sottoutilizzati, sono stati messi in vendita e gli incassi ricavati sono stati volti alla riduzione del debito pubblico;
nel corso degli anni la cronica insufficienza dei bilanci pubblici e l'inerzia con cui si è provveduto all'individuazione e alla vendita ditali beni ha esposto quest'ultimi a condizioni di degrado e di incuria, con effetti negativi sul tessuto urbano, economico e sociale delle realtà in cui insistono;
poter vendere beni immobili del demanio o dello Stato non può essere considerato un atto di finanza pubblica volto a ridurre il debito, ma deve essere considerata una decisione volta a consentire il riutilizzo dei proventi, allo scopo di valorizzare il predetto patrimonio immobiliare in uso alla stessa amministrazione;
risulta necessario accelerare le procedure per la dismissione del patrimonio immobiliare in uso all'amministrazione della difesa, anche in deroga a quanto previsto dalle norme vigenti in materia di dismissione e valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico,
impegna il Governo
nell'ambito delle procedure di alienazione di cui al disegno di legge finanziaria per il 2008 (comma 636, articolo 2, del disegno di legge in esame), a provvedere prioritariamente all'alienazione degli immobili già individuati per la vendita con decreto del Ministro della difesa del 2 marzo 2006, registrato dalla Corte dei Conti, in data 21 marzo 2006 e nel contempo ad individuare, sulla base di un programma triennale, beni immobili non più utili ai fini istituzionali da inserire in appositi programmi di dismissione e valorizzazione predisposti dal Ministero della difesa, da alienare sulla base del prezzo di vendita determinato d'intesa con l'agenzia del demanio, consentendo, la sostituzione della consegna dei documenti previsti dalle vigenti normative in materia urbanistica, tecnica e fiscale con apposita dichiarazione, al fine di garantire un più rapido svolgimento delle procedure di dismissione di tali beni.
9/3256/289. Morrone, Giuditta.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 44, comma 9 del decreto-legge 30 settembre 2003, n. 269, convertito dalla legge 24 novembre 2003, n. 326 prevede che i sostituti d'imposta, tenuti al rilascio della certificazione unica (cud), trasmettono mensilmente agli enti previdenziali, in via telematica (direttamente o tramite gli incaricati), entro l'ultimo giorno del mese successivo a quello di riferimento, i dati retributivi e le informazioni necessarie per il calcolo dei contributi, per l'implementazione delle posizioni assicurative individuali e per l'erogazione delle prestazioni;
l'articolo 1, commi 121, 122 e 123, del disegno di legge finanziaria per il 2008 aggiunge al flusso mensile dei dati retributivi dei lavoratori, gestito dall'Inps e dall'Inpdap, anche un flusso di dati e d'informazioni necessarie per il calcolo delle ritenute fiscali e dei relativi conguagli, con la trasmissione mensile dei flussi telematici in un unico canale;
il comma 122 dell'articolo 1 del disegno di legge finanziaria per il 2008 rinvia ad un apposito decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, di concerto con il Ministro del lavoro e della previdenza sociale, la definizione delle modalità attuative della disposizione di cui al comma 121, nonché le modalità di condivisione dei dati tra l'istituto nazionale della previdenza sociale (Inps), l'istituto nazionale di previdenza per i dipendenti dell'amministrazione pubblica (Inpdap) e l'agenzia delle entrate;
le attuali modalità di trasmissione mensile dei flussi retributivi consentono:
a) la continua disponibilità dei dati sugli assicurati, garantendo l'aggiornamento dell'anagrafe dei lavoratori occupati e l'erogazione tempestiva delle prestazioni pensionistiche e a sostegno del reddito;
b) la corretta emissione dell'estratto conto ai lavoratori e la certificazione della data di accesso alla pensione;
c) l'immediato rilascio della dichiarazione unica di regolarità contributiva (DURC), con conseguente rafforzamento dell'azione dì lotta all'evasione e omissione contributiva;
d) l'efficiente applicazione della legge 27 dicembre 2006, n. 296, riguardo alle modalità di adesione alla previdenza complementare e all'avvenuta destinazione del trattamento di fine rapporto di lavoro;
va tenuta in considerazione la finalità di razionalizzazione e semplificazione del quadro dei flussi informativi fiscali e previdenziali, ma, al contempo, della necessità di evitare appesantimenti burocratici a carico delle imprese,
impegna il Governo
al fine di realizzare un sistema sinergico tra gli enti interessati a definire, nel decreto attuativo della disposizione di cui all'articolo 1, comma 121 del disegno di legge finanziaria per il 2008, una disciplina che garantisca l'obbligo di contestuale e diretto invio telematico dei dati, da parte dei sostituti di imposta, agli enti previdenziali e all'agenzia delle entrate, nel quadro di un'unica piattaforma informatica condivisa tra gli enti medesimi e l'agenzia delle entrate, per consentire la disponibilità immediata dei flussi contributivi a tutela della tempestività nell'erogazione delle prestazioni e della contestuale implementazione sia del casellario centrale delle posizioni previdenziali attive di cui all'articolo 1, comma 23, lettere a), b), c), d) ed e), della legge 23 agosto 2004, n. 243 sia per il coerente sviluppo delle funzioni del casellario centrale dei pensionati.
9/3256/290. Marantelli, Musi, Cordoni.
La Camera,
premesso che:
nel provvedimento in esame sono stati stanziati fondi per favorire sviluppo economico, assetto territoriale e organizzazione dei trasporti;
il collegamento ferroviario tra l'aeroporto di Orio al Serio, le principali stazioni milanesi (Centrale, Lambrate, Porta Garibaldi) costituisce un tassello decisivo del disegno regionale che prevede la messa in rete degli aeroporti lombardi attraverso infrastrutture su ferro;
tale intervento dà risposta a fondamentali bisogni di mobilità provinciale e regionale;
gli enti locali e la società Sacbo spa (società che gestisce l'aeroporto di Milano-Orio al Serio) hanno manifestato la disponibilità a cofinanziare l'infrastruttura in oggetto (6 Km.),
impegna il Governo
ferma ogni altra valutazione in termini di programmazione infrastrutturale e sempre che ne sia riconosciuta la legittimità e convenienza economica ad assumere i provvedimenti necessari per finanziare la realizzazione del collegamento ferroviario, attraverso un linea a doppio binario, del tratto stazione di Bergamo aeroporto di Orio al Serio.
9/3256/291. (Testo modificato nel corso della seduta)Sanga, Misiani, Locatelli.
La Camera,
premesso che:
il decreto-legge 262 del 3 ottobre 2006 (cosiddetto decreto Visco-Bersani), convertito dalla legge n. 286 del 24 novembre 2006, prevede all'articolo 2 commi da 33 a 46, che: «i trasferimenti erariali in favore dei comuni seno ridotti in misura pari al maggior gettito derivante, in relazione all'imposta comunale sugli immobili, dalla disposizioni dei commi (....), secondo modalità da stabilire con decreto dal Ministro dell'economia e delle finanze»;
in particolare, lo stesso provvedimento individua cinque fattispecie di presunte maggiori entrate per i comuni relativamente a:
a) variazioni colturali non dichiarate;
b) fabbricati che per effetto delle nuove disposizioni abbiano perso il requisito della ruralità e quindi dell'esenzione Ici;
c) corretto classamento dei fabbricati compresi all'interno delle unità immobiliari censite nelle categorie catastali E1-E9 e destinati ad uso commerciale, industriale, ufficio privato o ad usi diversi, qualora presentino autonomia funzionale o reddituale;
d) immobili non dichiarati in catasto;
e) adeguamento dei moltiplicatori per gli immobili rientranti nella categoria B;
tale riduzione è stata ribadita dall'articolo 3 comma 2 del decreto-legge n. 81 del 2 luglio 2007 convertito nella legge n. 127 del 3 agosto 2007, che per l'anno 2007 dispone "che i contributi a valere sul fondo ordinario spettanti ai comuni sono ridotti in misura proporzionale alla maggior base imponibile per singolo ente comunicata al Ministero dell'interno dall'agenzia del territorio entro il 30 settembre 2007 e per un importo complessivo di euro 609.4 milioni di euro;
la direzione centrale della finanza locale del Ministero dell'interno, il 13 novembre 2007, ha provveduto alla pubblicazione sul sito internet dello stesso Ministero dei dati relativi al taglio ai contributi ordinari spettanti a ciascun comune in attuazione delle predette norme;
tale riduzione è avvenuta non in misura proporzionale alla maggior base imponibile per singolo ente quantificata dall'agenzia del territorio entro il 30 settembre 2007, ma in misura proporzionale ai contributi ordinari concessi a ciascun comune, sino alla concorrenza dell'importo complessivo indicato dalla sopracitata norma;
l'agenzia del territorio, in data 28 settembre 2007 - come riferito in Parlamento dal Governo lo scorso 21 novembre 2007 - ha invece inviato al Ministero dell'interno una nota da cui risulta che il gettito stimato risulta di molto inferiore all'importo dei tagli effettuati dal Ministero dell'interno;
tutto ciò è avvenuto indipendentemente dal coinvolgimento dei comuni e dall'esame degli aspetti pratici della questione, poiché è tecnicamente più che probabile che all'incremento della base imponibile non corrisponda un aumento di gettito Ici;
per sanare la situazione instauratasi, almeno per ristabilire la necessaria equità per tutti quei comuni che hanno subito un taglio significativo dei trasferimenti erariali loro spettanti, senza parimenti avere nel proprio territorio le fattispecie per cui il decreto Visco-Bersani ha previsto un aumento di gettito Ici e per la salvaguardia degli equilibri di bilancio,
impegna il Governo
a prevedere, attraverso iniziative adeguate, una compensazione delle minori somme certificate dai comuni, rispetto a quelle effettivamente loro ridotte.
9/3256/292. (Testo modificato nel corso della seduta)Misiani, Sanga, Vannucci, Marchi, Giovanelli, Codurelli.
La Camera,
premesso che:
il disegno di legge finanziaria per il 2008 cerca di fornire maggiori mezzi e dotazioni ai vigili del fuoco per l'assolvimento del loro compito tradizionale, la lotta agli incendi;
secondo dati Istat, ogni anno, il problema fuoco causa oltre 45.000 incidenti dovuti a principi di incendio che si sviluppano nelle case degli italiani;
pesanti sono le cifre dei principi di incendio sulle strade di tutta Europa che si sviluppano spesso per un mancato pronto intervento e che contribuiscono a causare circa 50.000 vittime consumate dal fuoco conseguente all'incidente stradale;
si potrebbero arginare i pesanti costi umani e sociali, pagati sino ad oggi, prevedendo la presenza obbligatoria di strumenti per la lotta immediata al fuoco su tutti gli autoveicoli di nuova produzione in circolazione in Italia, equipaggiandoli con un dispositivo manuale e a basso costo di spegnimento di fuoco e con un kit di pronto soccorso,
impegna il Governo
a studiare le conseguenze, i costi e i risparmi per la collettività dell'imposizione di detto obbligo di dotazione di sistemi di sicurezza.
9/3256/293. Salerno.
La Camera,
premesso che:
in relazione a quanto disposto in materia di contenimento e razionalizzazione delle spese è ampiamente condivisa l'esigenza di porre limiti alla costituzione e alla partecipazione in società delle amministrazioni pubbliche;
maggior attenzione è quanto mai opportuna e doverosa per tutelare la gestione delle risorse pubbliche in quelle aree del Paese, soprattutto nel Sud, più vulnerabili da fenomeni di condizionamenti e infiltrazioni della criminalità organizzata e di malagestione;
si dà il caso di comuni che, colpiti da un provvedimento di interdittiva antimafia da parte del prefetto - confermato dal tribunale amministrativo regionale e dal Consiglio di Stato - per infiltrazione della camorra in una società mista di cui il comune è socio al 51 per cento, si siano poi attivati per costituire una nuova società, in house, con totale capitale pubblico per la gestione dei servizi pubblici a partire proprio dalla società mista infiltrata dalla grande criminalità,
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di emanare disposizioni più severe ed intransigenti per le amministrazioni che abbiano già in essere partecipate caratterizzate da situazioni finanziarie debitorie e/o colpite da provvedimenti di interdittiva antimafia (ex articolo 10 decreto del Presidente della Repubblica del 3 giugno 1998).
9/3256/294. Pezzella.
La Camera,
premesso che:
all'articolo 2, comma 373, del disegno di legge finanziaria per il 2008 si occupa del personale civile dell'associazione italiana della Croce rossa;
per la Croce rossa vengono usualmente richiamati in servizio i militari «richiamati temporanei»;
il richiamo temporaneo dura un solo anno ma viene reiterato anno per anno creando una condizione peculiare di lavoro precario di lungo periodo;
la grande maggioranza dei «richiamati temporanei», che sono meno di un migliaio, ricopre incarichi di alta responsabilità ed ha un'anzianità di richiamo superiore al lustro, tanto che alcuni di questi cittadini sono in servizio da oltre 10 anni e altri addirittura da oltre quindici anni;
da anni si tengono in servizio questi lavoratori in divisa senza preoccuparsi
della loro stabilizzazione, creando una insicurezza anche a carico delle loro famiglie;
la stabilizzazione in «servizio continuato» non graverebbe in modo particolare sulle casse dello Stato perché i militari «richiamati temporanei» vengono già pagati allo Stesso livello del pari grado in servizio continuato e si avrebbero indubbi vantaggi sociali a dare a questi cittadini in divisa la stabilità a cui hanno inequivocabilmente diritto,
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di inserire al più presto nell'azione del Governo contro il precariato i provvedimenti per far passare di diritto al servizio continuato il personale militare di cui al regio decreto n, 484 del 10 Febbraio 1936, richiamato in servizio temporaneo che abbia trascorso almeno un periodo continuato di tre anni di richiamo in detto servizio temporaneo.
9/3256/295. Buontempo.
La Camera,
premesso che:
il Paese ha bisogno dello sviluppo di una nuova imprenditorialità giovanile e dell'ampliamento della base produttiva e occupazionale;
la promozione, l'organizzazione e la finalizzazione delle energie imprenditoriali dei giovani tra i venti e i trenta anni che si impegnano a realizzare progetti, da essi predisposti, per la produzione di beni nei settori dell'agricoltura, dell'artigianato e dell'industria, non potrebbe che avere un ritorno per l'intera comunità,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte ad istituire un ulteriore fondo per finanziare almeno per la metà i nuovi progetti dell'imprenditoria giovanile.
9/3256/296. Garnero Santanchè.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 1, comma 347, prevede, tra le altre cose, iniziative volte a potenziare l'amministrazione dello Stato anche al fine di combattere le frodi;
il rafforzamento e la difesa della competitività del Paese passano - oltre che per un crescente investimento sulle conoscenze, sulla ricerca e le nuove tecnologie - per la promozione e la difesa del «marchio Italia». Dal tessile ai prodotti tipici, uno dei fattori principali per l'Italia per vincere le sfide della concorrenza globale è l'affermazione delle proprie peculiarità ineguagliabili: il territorio, l'ambiente, gli stili di vita, le tradizioni, il capitale umano, i beni culturali, la creatività;
numerosi studi realizzati da autorevoli istituti e commissionati dallo stesso Governo nonché da vari organismi pubblici e privati in questi ultimi anni hanno evidenziato, tra l'altro, che a fronte di un valore della produzione agroalimentare Italiana pari a circa 110 miliardi di euro, di cui circa 6,7 derivanti dall'export, il giro d'affari dell'«Italian sounding» si aggira intorno ai 60 miliardi di euro: ovvero, la vendita di prodotti commercializzati utilizzando in modo improprio parole, immagini, marchi e ricette che si richiamano all'Italia risulta essere quasi dieci volte quelle dei prodotti effettivamente italiani;
in particolare, uno studio Indicod-Nomisma alcuni anni addietro ha evidenziato che il mercato retail dei prodotti alimentari «italian sounding» ammontava nei soli Stati Uniti a 17,7 miliardi di dollari. Di questi, soltanto 1,5 miliardi (l'8,6 per cento) facevano riferimento a prodotti italiani, mentre i restanti 16,2 miliardi (il 91,4 per cento) erano relativi a prodotti imitativi. Analoghi livelli di contraffazione si registrano in altre parti del mondo;
il livello di contraffazione è tale che praticamente nessuna industria alimentare italiana è in grado da sola di
allestire sistemi efficaci ed a costi sostenibili e che rischia di far scomparire dai mercati il prodotto reale italiano per lasciare il posto esclusivamente alle imitazioni, non dimenticando, altresì, che anche il mercato interno di prodotti alimentari soffre la pressione delle contraffazioni. A conferma di ciò le continue azioni di repressione portate avanti dalle forze dell'ordine che tuttavia, data la vastità del fenomeno, non sono in grado, da sole di contenerne gli effetti dannosi all'economia del paese;
tale espansione del fenomeno di contraffazione dei prodotti alimentari è giunta ad un livello di allarme nazionale in quanto i danni subiti possono mettere in ginocchio l'economia del paese, come confermato dall'impegno del Governo stesso nella crescente attenzione mostrata in tale senso e nell'impegno profuso dallo stesso Alto commissario per la lotta alla contraffazione;
il raggiungimento degli obiettivi del Governo può essere enormemente rafforzato dall'utilizzo di strumenti tecnologici semplici ed efficaci che consentono sia all'autorità giudiziaria, ma soprattutto a ciascun consumatore di assicurarsi che il prodotto che acquista è effettivamente italiano, mediante strumenti di controllo diretto dell'autenticità di un prodotto;
una delle più semplici ed efficaci tecnologie anticontraffazione consiste nell'applicare alle confezioni di prodotti alimentari un'etichetta olografica numerata (specificamente: DOVID - Diffractive Optically Variatile Image Device) e mettere a disposizione delle autorità e dei consumatori un sistema telematico di controllo dei numeri riportati sulle etichette;
il più importante e qualificato produttore di ologrammi in Italia è il Poligrafico dello Stato Zecca di Stato che ha già utilizzato svariate volte tale tecnologia per la lotta alla contraffazione di documenti e che potrebbe elaborare la realizzazione dell'etichetta olografica riportando congiuntamente il logo dei Marchi Collettivi dei prodotti unitamente al logo della Repubblica Italiana;
a seguito di studi di fattibilità realizzati congiuntamente dallo stesso Poligrafico unitamente ad alcuni Consorzi per la Tutela è stata evidenziata sia la praticabilità tecnica di protezione dei prodotti alimentari sia la sostenibilità economica del sistema e, tuttavia, un intervento pubblico consentirebbe di rendere estremamente più efficace il sistema e consentirebbe la sua estensione ad un ampio comparto di prodotti alimentari italiani, quelli a Denominazione di Origine Protetta, che è il più aggredito dalla contraffazione;
tale strumento sarebbe immediatamente realizzabile e consentirebbe di ottenere importanti benefici, quali: tutti i marchi collettivi riconosciuti operano all'interno di disciplinari approvati dall'Unione Europea e sotto il rigido controllo di organismi indipendenti e dello Stato per cui le medesime strutture eserciterebbero il controllo anche sulla applicazione degli ologrammi disponendo tuttavia di un ulteriore ed efficacissimo strumento;
l'adozione di uno strumento semplice e «collettivo» consentirebbe anche a quelle piccole imprese alimentari, numerosissime proprio nel settore dei prodotti tipici, di proteggere le proprie produzioni a costi sostenibili e variabili in relazione al venduto; qualsiasi consumatore del mondo potrebbe connettersi ad un sito internet dedicato per effettuare in proprio i controlli e segnalare le anomalie eventuali; la presenza dei logo delle Repubblica Italiana aumenterebbe la gravità del reato di un eventuale tentativo di contraffazione perché verrebbe contraffatto anche il logo della Repubblica e tale reato si affiancherebbe a quello di imitazione/frode di prodotti alimentari; la presenza di un medesimo sistema anticontraffazione su diversi prodotti alimentari italiani contribuirebbe a creare un maggior legame tra loro ed un traino commerciale reciproco; il sistema proposto consentirebbe poi di realizzare/promuovere campagne pubblicitarie trasversali che, informando i consumatori su come identificare un prodotto realmente italiano, permetterebbe allo stesso tempo
di pubblicizzare gli stessi nel totale rispetto delle norme sugli aiuti di stato,
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di adottare idonee iniziative volte a promuovere l'adozione della tecnologia citata in premessa, autorizzando l'uso di etichette olografiche riportanti sia il marchio collettivo (riconosciuto dall'Unione Europea o dal Governo Italiano, per le produzioni Nazionali) che il logo della Repubblica Italiana, regolando, conseguentemente, la distribuzione e il controllo dell'applicazione degli ologrammi, anche mediante la implementazione di una banca dati telematica per la tracciabilità delle confezioni di prodotti alimentari protetti con tale ologramma, individuando la struttura a supporto di tale progetto.
9/3256/297. (Testo modificato nel corso della seduta)Tomaselli.
La Camera,
premesso che:
l'Amministrazione degli Archivi Notarili ha gravi carenze di personale sia per il ruolo dirigenziale che, per quello dei conservatori, ed è fondamentale per garantire l'efficienza del servizio ed il normale svolgimento dell'attività ordinaria, reclutare personale, anche in deroga alla normativa vigente;
l'Amministrazione degli Archivi Notarili, ha risorse economiche proprie ed un bilancio in attivo, pertanto, il predetto reclutamento di personale dovrebbe avvenire senza maggiori oneri per il bilancio dello Stato;
a seguito della legge n. 246 del 2005 e del decreto legislativo 249 del 2006, gli Archivi Notarili hanno aumentato il carico di lavoro e, quindi, è diventato fondamentale aumentarne l'organico,
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di adeguare l'organico degli archivi notarili, nei ruoli di dirigenti e conservatori, per sopperire alle mancanze di organico al fine assicurare l'efficacia e l'efficienza del servizio ed il corretto svolgimento della loro attività istituzionale.
9/3256/298. Intrieri.
La Camera,
premesso che:
la legge n. 604 del 1954, all'articolo 4 prevede che: «...le agevolazioni tributarie sono concesse al momento della registrazione, ma entro un anno da tale formalità l'interessato deve presentare all'Ufficio del Registro il certificato definitivo, attestante che i requisiti richiesti sussistevano fin dal momento della stipula dell'atto...»;
la legge 7 agosto 1990 n. 241, come modificata ed integrata dalla legge 11 febbraio 2005 n. 15, all'articolo 18, secondo comma, recita: «I documenti attestanti atti, fatti, qualità e stati soggettivi, necessari per l'istruttoria del procedimento, sono acquisiti d'ufficio quando sono in possesso dell'Amministrazione procedente, ovvero sono detenuti, istituzionalmente, da altre pubbliche amministrazioni. L'amministrazione procedente può richiedere agli interessati i soli elementi necessari per la ricerca dei documenti.»;
a norma delle disposizioni sopra riportate dovrebbe essere pacifico che le agevolazioni recate a favore della piccola proprietà contadina ai sensi della legge sopra citata sono concesse in quanto il richiedente dichiara in atto pubblico la sussistenza dei requisiti richiesti, riscontrabili nel registro la cui tenuta istituzionale è affidata alla provincia, e quindi rende un'autocertificazione ai sensi dell'articolo 18 della legge n. 241 del 1990 e successive modificazioni, mentre la parte della disposizione di cui all'articolo 4 della legge n. 604 del 1954 che recita: «ma
entro un anno da tale formalità l'interessato deve presentare all'Ufficio del Registro il certificato definitivo, attestante che i requisiti richiesti sussistevano fin dal momento della stipula dell'atto», in quanto in contrasto con l'articolo 18 della legge n. 241 del 1990, deve intendersi che sia stata abrogata dalla norma successiva;
in taluni casi, per difficoltà interpretativa, gli ex Uffici del Registro, invece di applicare la norma recata dall'articolo 18 della legge n. 241 del 1990, in assenza di invio entro l'anno dalla registrazione del certificato attestante la sussistenza dei requisiti, provvedono al recupero dei benefici accordati, ponendo in grave difficoltà l'azienda agricola;
appare opportuno assicurare l'applicazione piena delle norme di semplificazione previste dalla legge n. 241 del 1990 e successive modificazioni ed integrazioni,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte a emanare, nei confronti degli uffici dipendenti dall'amministrazione del Ministero dell'economia e delle finanze e di tutte le altre pubbliche amministrazioni coinvolte nel procedimento di applicazione della legge n. 604 del 1954, una direttiva interpretativa con cui si precisi che l'applicazione dell'articolo 18 della legge n. 241 del 1990 prevale sulla disposizione di cui all'articolo 4 della legge n. 604 del 1954, citata in premessa, e di conseguenza si portino a conclusione tutte le situazioni pendenti e non definite per mancanza di inoltro da parte dei richiedenti del certificato definitivo attestante il possesso dei requisiti richiesti e già dichiarati, con autocertificazione in atto pubblico.
9/3256/299. Fiorio, Lovelli.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 2, commi da 35 a 37, ha previsto la riduzione dei componenti dei consigli di amministrazione dei consorzi di bonifica oppure la possibilità per le regioni di provvedere alla soppressione dei consorzi stessi;
tenuto conto della rilevanza, su tutto il territorio nazionale, ai fini dell'azione di tutela idrogeologica del territorio e della razionale utilizzazione e gestione delle acque a usi prevalentemente irrigui, dell'azione dei consorzi di bonifica;
tenuto conto che la Corte costituzionale, con le sentenze nn. 326 del 1998 e 282 del 2004, ha chiarito gli ambiti di competenza statale anche nei confronti dei consorzi di bonifica;
ritenuto necessario operare una revisione della disciplina del sistema dei consorzi che organicamente consenta la migliore efficienza del sistema consortile fondato sull'autogoverno senza che vi sia un gravame per i contribuenti,
impegna il Governo
a intervenire con il primo provvedimento normativo utile sull'articolo 2, comma 36, del provvedimento in esame prevedendo il riordino della disciplina dei consorzi di bonifica con un accordo tra Stato e Regioni in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, e che tale riordino sia finalizzato ad una razionalizzazione del sistema consortile sul territorio con riduzione dei costi di funzionamento e contenimento dei contributi alle proprietà consorziate nei limiti dei costi sostenuti per le attività dei consorzi stessi.
9/3256/300. Turci.
La Camera,
premesso che:
la legge n. 339 del 2003, modificando la disciplina dettata dalla legge n. 662 del 1996, ha reintrodotto nell'ordinamento
l'incompatibilità tra l'esercizio della professione di avvocato con l'esercizio di lavoro pubblico dipendente;
nonostante la disciplina transitoria dettata dall'articolo 2 della legge n. 339 del 2003, tale norma ha posto seri problemi di incostituzionalità, in relazione alle posizioni medio tempore acquisite dai dipendenti part-time della pubblica amministrazione, che in virtù di una disposizione normativa, si erano iscritti all'albo degli avvocati,
impegna il Governo
ad adottare i provvedimenti idonei ad evitare che vengano lesi i diritti di quei soggetti che hanno acquisto posizioni medio tempore, ossia tra l'abolizione dell'incompatibilità stabilita dalla legge n. 662 del 1996 e la sua reintroduzione con la legge n. 339 del 2003.
9/3256/301. Mazzoni.
La Camera,
premesso che:
è obiettivo prioritario dell'azione di Governo dare impulso ad interventi di edilizia pubblica e riqualificazione urbana senza attingere ulteriormente dalle risorse pubbliche, ma attraverso una migliore utilizzazione di quanto finora non impegnato;
con il decreto legge 1o ottobre 2007, n. 159, convertito in legge solo pochi giorni fa, si prevedeva lo stanziamento di ingenti risorse in questo senso e che già in sede di discussione di quel provvedimento erano state respinte tutte le richieste volte a limitare le risorse così, stanziate;
ciononostante, la modifica apportata, per mero errore tecnico, come riconosciuto dallo stesso Governo, dall'articolo 2 comma 451, del provvedimento in esame sembra vanificare questo effetto, limitando significativamente l'ammontare delle risorse così utilizzabili a discapito di tutte le esigenze di riqualificazione urbana con conseguenti effetti positivi in termini di rilancio dell'intero comparto economico di riferimento,
impegna il Governo
ad intervenire per assicurare con il primo provvedimento utile il ripristino del testo originario del comma 1 dell'articolo 21-bis del decreto-legge 1o ottobre 2007, n. 159 così come definitivamente approvato dal Parlamento, sopprimendo la modifica apportata ai sensi dell'articolo 2, comma 451, dal disegno di legge in esame.
9/3256/302. Soro.
La Camera
premesso che:
con decreto del presidente del Consiglio dei ministri è stato dichiarato, fino al 31 dicembre 2007, lo stato di emergenza per lo stabilimento Stoppani di Cogoleto (Genova);
l'area dell'impianto, che lavora da un secolo alla produzione di bicromato di sodio, solfato basico di cromo, solfato di cromo e acido cromico, prodotti ricavati con un ciclo di lavorazione basato sulla trasformazione del cromo trivalente presente nel minerale cromite in cromo esavalente, si trova infatti in uno stato di inquinamento gravissimo. Lo stabilimento inoltre è uno degli oltre cinquanta siti contaminati inseriti nel 1998 dal ministero dell'Ambiente nel Programma nazionale di bonifica;
nel corso degli anni sono state documentate alterazioni dello stato di salute degli addetti alle lavorazioni e di una particolare e ricorrente causa di decesso di dipendenti o ex dipendenti dell'azienda stessa;
tramite indagini espletate dalla Procura della Repubblica è emerso che, oltre ai decessi, un gran numero di lavoratori presentava, oltre a dermatiti e patologie delle vie respiratorie, la perforazione del setto nasale, lesioni, queste
ultime, da collegarsi indubbiamente all'effetto corrosivo dei composti di cromo esavalente;
l'allargamento delle indagini, conseguente alle prime segnalazioni di alcuni casi di morte per tumore polmonare, ha portato inoltre alla individuazione di un consistente numero di lavoratori dell'azienda Stoppani deceduti per la stessa causa;
dalla suddetta storia processuale si evince che nel citato stabilimento si è consumata negli anni una indubbia esposizione al rischio per la salute dei lavoratori con conseguenze letali per un elevato numero di essi, determinando un tasso di mortalità , come è stato per l'azienda Acna di Cengio (Sv), a valori di significativa evidenza;
si può affermare, dunque, che siamo di fronte ad una storia di vittime il cui numero è sottostimato e procrastinato nel tempo, considerato anche il periodo di latenza dell'azione delle sostanze cancerogene a cui i lavoratori sono stati esposti e per i quali è stata accertata una più che attendibile relazione causale;
con la legge n. 350 del 2003, (articolo 3, comma 133) è stato previsto a favore dei lavoratori dell'Acna di Cengio esposti al rischio chimico, un beneficio previdenziale consistente in una maggiorazione contributiva con coefficiente 1,5, identica a quella dei lavoratori esposti ad amianto;
la particolarità del beneficio , che decorre dal 1o gennaio 2004, è data dall'esplicito riconoscimento che nel suddetto stabilimento chimico tutti lavoratori sono stati esposti ad un rischio tale da determinare un'aspettativa di vita inferiore alla media, per l'alta incidenza dei tumori,
impegna il Governo
a valutare la possibilità di adottare le opportune iniziative volte a riconoscere anche ai lavoratori dell'azienda ex Stoppani di Cogoleto (Ge) esposti a rischio chimico da cromo, il legittimo riconoscimento, già previsto per i lavoratori dell'Acna di Cengio (Sv), con le caratteristiche di cui all'articolo 3, comma 133, della legge n. 350 del 2003, dei benefici previdenziali di cui all'articolo 13, comma 8, della legge n. 257 del 1992 e successive modificazioni.
9/3256/303. (Testo modificato nel corso della seduta)Venier, Longhi.
La Camera,
premesso che:
i beni di uso civico di demanio collettivo amministrati dai comuni, quando manca l'ente esponenziale delle collettività degli abitanti, non vengono, ovviamente, assoggettati al pagamento dell'ICI;
tale analogo privilegio non viene applicato dai Comuni verso gli enti esponenziali delle collettività titolari dei beni, quando questi non si trovano nella condizione di esentabilità prevista dall'articolo 7, comma 1 lettera h) della legge n. 504 del 1992;
la natura degli immobili assoggettati all'imposta è la stessa, sia che vengano amministrati dal comune, sia che vengano amministrati dall'ente agrario esponenziale della collettività degli abitanti titolari,
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di provvedere affinché i beni demaniali di proprietà collettiva di uso civico siano esentati dal pagamento dell'ICI.
9/3256/304. Longhi, Olivieri.
La Camera,
premesso che:
la situazione relativa all'emergenza abitativa ha assunto proporzioni preoccupanti;
più volte il Governo ha avuto la necessità di intervenire al fine di porre termine alla esecuzione degli sfratti e tutelare il diritto all'abitazione soprattutto delle fasce deboli;
in questo contesto la situazione di oltre un centinaio di famiglie di Taranto, non appare un caso isolato;
tali famiglie, avendo aderito nel 1982 al bando di concorso dell'Istituto Case Popolari per l'assegnazione degli alloggi menzionati, ed avendo iniziato anche il pagamento delle rate del mutuo trentacinquennale, si trovano attualmente sottoposte ad esecuzione immobiliare per cui la vendita degli alloggi loro precedentemente assegnati è stata fissata, nell'udienza del tribunale di Taranto del 23 ottobre scorso, al prossimo 23 settembre 2008;
la situazione appare dunque carica di incertezze, soprattutto perché l'ente medesimo ha rifiutato la restituzione di quanto già percepito dalle famiglie in questione, per cui le stesse si troverebbero contemporaneamente a perdere la casa ed il denaro anticipato,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte a individuare una soluzione alle problematiche delle famiglie di Taranto, citate in premessa, la cui situazione, comunque non appare un caso isolato, al fine di non aggravare la situazione abitativa, già critica, della città.
9/3256/305. Sgobio, Vico.
La Camera,
premesso che:
la legge 5 febbraio 1992 n. 104, sancisce il diritto per la persona disabile al pieno rispetto della dignità umana, favorendo, ove possibile, una serie di interventi, prestazioni e servizi mirati alla prevenzione, alla cura e alla riabilitazione del soggetto con handicap;
ciò è maggiormente realizzabile all'interno del contesto familiare; la famiglia, in altissima percentuale, costituisce dunque il perno dell'assistenza e della cura della malattia , nonché della tutela della salute della persona disabile anche in relazione alla inadeguatezza dei servizi socio-sanitari insufficienti a soddisfare le problematiche esigenze del portatore di handicap;
di conseguenza, laddove è presente una persona affetta da disabilità grave o gravissima, oltre alla normale attività di sostentamento per il lavoratore o le lavoratrici conviventi si accumula il carico e la tensione dovuta alla pressione della cura quotidiana del familiare disabile con il relativo logoramento del tutto assimilabile a quello provocato dai lavori usuranti;
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di estendere gradualmente le necessarie iniziative volte ad attribuire a coloro che accudiscono un familiare convivente al quale è stata riconosciuta una percentuale di invalidità pari 100 per cento ai sensi dell'articolo 3, comma 3, della legge 5 febbraio 1992, n. 104, le disposizioni relative al lavoro usurante concedendo tutti i benefici pensionistici che si traducono nella riduzione dell'età anagrafica e di contribuzione.
9/3256/306. (Testo modificato nel corso della seduta)Bellillo.
La Camera,
premesso che:
ai dipendenti pubblici, maturata l'età per il collocamento a riposo al compimento del 65 anno di età ex articolo15-nonies, comma 1, del decreto legislativo n. 502 del 1992 è data l'opportunità di rimanere in servizio per ulteriori due anni in forza dell'articolo 16 del decreto legislativo n. 503 del 1992;
rientrano nella suddetta categoria i dirigenti medici del SSN che di conseguenza
perfezionerebbero il diritto alla pensione al raggiungimento del sessantasettesimo anno di età;
al personale medico universitario, invece, in forza del comma 2 del decreto legislativo n. 502 del 1992 è stato consentito di permanere al lavoro fino ai sessantasette anni ai quali si aggiungono i due previsti dal citato articolo16 del decreto legislativo n. 503 del 1992;
successivamente la legge n. 230 del 2005 all'articolo 1, comma 17, disciplinava un ulteriore slittamento, disponendo, per i professori ordinari ed associati, il collocamento a riposo al conseguimento del settantesimo anno,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte ad ottenere l'equiparazione, in relazione al collocamento a riposo, tra i dirigenti medici del SSN (ivi compresi i responsabili della struttura complessa) e il personale medico universitario, al fine di sanare tale disparità di trattamento anche incidendo sull'articolo 15-nonies, comma 1, del decreto legislativo n. 502 del 1992, consentendo di differire di un anno l'età pensionabile fatta salva l'applicazione del citato decreto legislativo 30 dicembre 1992 n. 503.
9/3256/307. Soffritti, Crapolicchio
La Camera
premesso che:
l'inserimento degli alunni disabili e la conseguente eliminazione delle classi differenziali risponde pienamente alle più illuminate esigenze di equità sociale e trovano formale attuazione nella legge n. 517 del 1977;
in relazione alla necessità di una migliore qualità dell'apprendimento, gli alunni portatori di handicap sono affiancati dall'insegnante di sostegno deputato a vigilare ed a intervenire per una reale integrazione anche di coloro che vivono una condizione di obiettiva difficoltà;
la recente strategia del Governo, espressione di una esigenza di contenimento della spesa pubblica, ha comportato un'allarmante riduzione dei servizi prevedendo tagli nell'ambito scolastico, non tenendo fede ai principi ispiratori del programma della coalizione del centro sinistra;
ma se, da un lato, recenti statistiche hanno evidenziato una progressiva riduzione della popolazione scolastica a causa del basso indice di natalità, dall'altro, si è verificato l'aumento del numero degli alunni portatori di handicap, ancorché di alunni che si trovano nella condizione di dover affrontare temporanee problematiche e linguistiche e di inserimento,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte a incrementare nei futuri anni scolastici la dotazione organica degli insegnanti di sostegno prevedendo una equanime distribuzione sul territorio correlata alla reale presenza di alunni diversamente abili o con particolari difficoltà, ovvero mantenendo comunque l'attuale organico già ritenuto insufficiente a fronteggiare situazioni che per la loro complessità richiedono la presenza costante di personale motivato e qualificato.
9/3256/308. Tranfaglia.
La Camera
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di prevedere, nell'emanando decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri di cui all'articolo 3, comma 95, della legge finanziaria per l'anno 2008, in relazione alle tipologie contrattuali di lavoro flessibile non contemplate dal processo di stabilizzazione di cui al comma 93 dello stesso articolo,
modalità di valutazione da applicare in sede di procedure selettive analoghe a quelle previste per i contratti a tempo determinato e le collaborazioni coordinate e continuative, anche nella forma del riconoscimento di punteggio;
a monitorare gli sviluppi, le modalità di attuazione ed il corretto andamento dei percorsi di stabilizzazione avviati n sinergia, con la manovra economica per il 2007 e quella per il 2008, verificando, inoltre che vi sia completa continuità tra i due processi.
9/3256/309. (Testo modificato nel corso della seduta)Diliberto, Sgobio, Pagliarini.
La Camera,
premesso che:
la tragica sequenza delle morti sul lavoro ha assunto il carattere di una vera e propria emergenza sociale: il recente e gravissimo infortunio accaduto presso l'impresa Thyssenkrupp di Torino è soltanto l'ultimo anello di una catena interminabile di incidenti sul lavoro;
dall'inizio del 2007 ad oggi i morti sul lavoro sono stati 995, ma gli infortuni registrati nel complesso sono stati oltre 995mila e quasi 25mila lavoratori sono rimasti invalidi;
la cifra stimata dall'Inail per la copertura assicurativa degli infortuni sul lavoro è di 40 miliardi annui;
mediamente muoiono sul lavoro circa quattro lavoratori al giorno: basterebbe questo dato a segnare la necessità di porre un freno immediato al fenomeno degli incidenti sul lavoro al fine di stroncare la piaga delle cosiddette «morti bianche».
è oramai ineludibile da parte delle istituzioni raccogliere i reiterati appelli del Presidente della Repubblica ed accelerare il riassetto normativo già avviato con la legge n. 123 del 3 agosto 2007, provvedimento grazie al quale Governo e Parlamento hanno iniziato a dare corso ad un intervento di contrasto sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, che risponde innanzitutto ad un bisogno di civiltà, e fornendo un sostegno legislativo ad ogni iniziativa necessaria a sconfiggere la piaga degli infortuni sul lavoro;
nel corso di quest'anno, tra gennaio e agosto, sono state chiuse nel settore dell'edilizia 1.760 aziende a causa dell'accertata presenza di lavoratori in nero, cifra che aiuta a comprendere l'esigenza che un deciso intervento contro gli infortuni non debba fermarsi al mondo istituzionale, ma debba comprendere a pieno titolo gli altri soggetti coinvolti nel processo, a partire da quelli deputati ai controlli al mondo delle imprese;
nello stesso tempo si pone con forza il problema di assicurare un adeguato e tempestivo sostegno ai familiari delle vittime di gravi incidenti sul lavoro anche per i casi in cui le vittime medesime risultino prive della copertura assicurativa obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali;
l'articolo 2, comma 541, del provvedimento prevede che, al fine di assicurare un adeguato e tempestivo sostegno ai familiari delle vittime di gravi incidenti sul lavoro, lo stanziamento di cui all'articolo 1, comma 1187, della legge finanziaria per il 2007 è incrementato di 2,5 milioni di euro per ciascuno degli anni 2008 e 2009 e di 10 milioni di euro a decorrere dal 2010, cifre comunque ancora insufficienti a coprire le domande di indennizzo;
ogni anno in Italia, su circa un milione di infortuni e denunce di malattie professionali, l'Inail eroga circa 40.000 indennizzi;
il decreto legislativo n. 38 del 2000, recante disposizioni in materia di assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali, con l'introduzione del danno biologico e la nozione di menomazione dell'integrità psicofisica del lavoratore, ha previsto due diverse tipologie di indennizzo (con liquidazione in capitale e con l'indennizzo in rendita);
l'indennizzo sociale del danno biologico riconosciuto dall'Inail si attua attraverso un sistema tabellare, ed è costituito da una prestazione di carattere economico, che viene riconosciuta in luogo della rendita per inabilità. Sin dal primo anno di applicazione, la maggior parte degli indennizzi liquidati dall'Inail sono risultati quelli con indennizzo in capitale. I dati ufficiali dell'Inail indicano per l'anno 2006 circa 33.000 indennizzi in capitale e quasi 6.000 costituzioni di rendite. Dall'entrata in vigore del citato decreto legislativo n. 38 del 2000, a causa di una lacuna normativa laddove non si prevede un meccanismo di adeguamento tabellare, gli importi degli indennizzi in capitale non sono mai stati rivalutati, con la conseguenza che gli infortuni odierni vengono indennizzati nella stessa misura di quelli occorsi nel 2000;
l'articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, recanti misure in tema di tutela della salute e della sicurezza sul lavoro, e delega il Governo al riassetto e la riforma della normativa in materia") delega il Governo ad adottare, entro il mese di maggio del 2008, uno o più decreti legislativi per il riassetto e la riforma delle disposizioni vigenti in materia di salute e sicurezza dei lavoratori nei luoghi di lavoro che non potranno disporre un abbassamento dei livelli di protezione, di sicurezza e di tutela o una riduzione dei diritti e delle prerogative dei lavoratori e delle loro rappresentanze;
impegna il Governo
a valutare la possibilità di adottare le opportune iniziative volte a:
imprimere una forte accelerazione all'esercizio della delega di cui al predetto articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, dando piena attuazione ai criteri ed ai principi direttivi generali dallo stesso previsti al comma 2;
stanziare risorse finanziarie adeguate, in sede di esercizio della delega di cui al citato articolo 1 della legge n. 123 del 2007 e di monitoraggio dell'attuazione della delega stessa, al fine di realizzare la promozione della cultura e delle azioni di prevenzione degli infortuni, di progetti formativi, con particolare riferimento alle piccole, medie e micro imprese, alla promozione e alla divulgazione della cultura della salute e della sicurezza sul lavoro all'interno dell'attività scolastica ed universitaria;
incrementare ulteriormente ed in misura significativa il fondo di cui al comma 1187 della legge 27 dicembre 2006, n. 296, al fine di assicurare un sostegno effettivo alle famiglie dei lavoratori vittime del lavoro;
intervenire, anche attraverso provvedimenti normativi adeguati, al fine di colmare la lacuna contenuta nel decreto legislativo n. 38 del 2000, prevedendo meccanismi di rivalutazione degli importi degli indennizzi in capitale degli infortuni sul lavoro;
prevedere che parte dei maggiori avanzi di gestione dell'Inail vengano destinati a politiche ed attività di promozione della cultura e delle azioni di prevenzione degli infortuni nei luoghi di lavoro.
9/3256/310. (Testo modificato nel corso della seduta)Pagliarini, Sgobio, Diliberto.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 135 del decreto del Presidente della Repubblica n. 309 del 1990 prevede che il Ministro di Grazia e Giustizia, di concerto con i Ministri della Sanità e per gli Affari Sociali, approvi uno o più programmi finalizzati alla prevenzione ed alla cura dell'AIDS, al trattamento socio-sanitario, al recupero e al successivo reinserimento dei tossicodipendenti detenuti e che possa realizzare i suddetti programmi, anche avvalendosi di strutture esterne, mediante apposite convenzioni,
tanto per i detenuti in espiazione di pena, quanto per i detenuti in attesa di giudizio;
nell'Atto di Intesa Stato Regioni del 5 agosto 1999 viene stabilito che le Regioni definiscono i criteri e gli standard di qualità per l'accreditamento degli enti o associazioni e che l'accreditamento costituisce requisito preliminare per l'instaurazione di rapporti contrattuali ed economici fra gli enti, le associazioni gestori e le aziende del Servizio sanitario nazionale;
l'Atto di Intesa stabilisce inoltre le linee di indirizzo per l'accreditamento degli enti e delle associazioni che effettuano attività di prevenzione, cura e riabilitazione per le persone con uso o dipendenza da sostanze stupefacenti;
nell'albo del Ministero della Giustizia sono iscritte anche una serie di comunità terapeutiche che non hanno i requisiti di personale e di strutture richiesti dal Servizio Sanitario Nazionale per assicurare il valore terapeutico delle prestazioni che in esse vengono erogate;
nel presente provvedimento si riconferma il principio per cui ai detenuti devono essere assicurati gli stessi livelli di assistenza sanitaria assicurati agli altri cittadini disponendo il trasferimento al Servizio Sanitario Nazionale delle attività di medicina penitenziaria in carico, fino ad ora, al Ministero di Giustizia,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte a far sì che le convenzioni con strutture esterne che si occupano di prevenzione e cura dell'AIDS, del trattamento socio-sanitario, del recupero e del successivo reinserimento dei tossicodipendenti detenuti vengano stipulate solo con strutture convenzionate con il Servizio Sanitario Nazionale in quanto in possesso dei requisiti richiesti per l'accreditamento previsti nell'ambito dello Schema dell'Atto di intesa Stato-Regioni del 5 agosto 1999.
9/3256/311. Cancrini, Ferdinando Benito Pignataro.
La Camera,
premesso che:
la legge n. 44 del 1988 della Regione Sardegna prevedeva la concessione di finanziamenti agevolati al settore agricolo utilizzati dalle aziende agricole sarde anche per il ripianamento di passività pregresse nei confronti del sistema creditizio;
la mancata notifica della legge da parte della Regione Sardegna all'Unione Europea ha determinato la cassazione delle norme ivi previste e la successiva apertura da parte di quest'ultima di una procedura di infrazione sotto il profilo della concorrenza nel pagamento degli interessi, provocando la conseguente lievitazione dei tassi d'interesse dal 3-3,5 al 15-18 per cento, a carico dei mutuatari, generando quella che è subito apparsa come la più grande emergenza finanziaria nazionale dopo la crisi della Parmalat;
gli istituti di credito a fronte dell'insolvenza dei piccoli imprenditori agricoli, non solo per la parte da essi stessi dovuta, ma anche per la parte che avrebbe dovuto devolvere la Regione, hanno avviato le azioni esecutive e predisposto la vendita all'asta delle relative aziende agro-pastorali, circa cinquemila, determinando il tracollo di un settore economico ed il fallimento di un sistema che riveste un'importanza strategica nel processo di crescita dell'economia isolana, incidendo sullo sviluppo del territorio più di qualsiasi soggetto di programmazione economica;
l'articolo 2, comma 125, del provvedimento in esame prevede l'istituzione, con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, di una Commissione di esperti avente il compito di formulare proposte al governo, entro il 31 luglio 2008, per la ristrutturazione dei debiti
contratti dagli imprenditori agricoli sardi secondo un programma di rientro di lungo termine;
la stessa norma precisa poi che fino a quella data, e cioè fino al 31 luglio 2008, sono sospesi i giudizi pendenti e le esecuzioni forzose relative ai suddetti mutui, già risultanti al 1ogennaio 2008;
la norma, che è intervenuta di fatto per bloccare i procedimenti di esecuzione forzosa dei debiti, rappresenta la risposta alle migliaia di imprenditori che stanno vivendo il dramma di vedersi vendere all'asta i propri beni;
ci sono comunque ancora migliaia di agricoltori sardi che fino ad oggi sono riusciti a resistere alla morsa degli istituti di credito, onorando i debiti, ma che ,anche se ancora indenni dai provvedimenti esecutivi, rischiano comunque il tracollo per l'intervenuta l'antieconomicità della loro attività imprenditoriale,
impegna il Governo
ad adottare, per quanto di competenza, iniziative volte a prevedere e sollecitare il sistema bancario e la Regione Sardegna affinché sostengano tutte le aziende agro-pastorali che hanno dovuto rinegoziare con le banche la rifusione dei prestiti loro concessi, comprese quelle che hanno onorato i loro debiti per evitare le esecuzioni da parte delle banche, quelle che hanno perduto beni per effetto di aste già espletate, ciò tanto con riferimento alle procedure già in essere alla data del 1ogennaio 2008 quanto con riguardo a quelle che dovessero eventualmente essere attivate oltre tale data per gli effetti generati dall'abrogazione della succitata legge regionale n. 44 del 1988.
9/3256/312. Vacca, Diliberto, Cesini.
La Camera,
premesso che:
le amministrazioni pubbliche continuano ad avvalersi di personale dirigenziale in servizio a tempo determinato per coprire in modo precario un vuoto di decisionalità gestionale che è interesse della pubblica amministrazione recuperare sotto il profilo strutturale;
molti di tali dirigenti svolgono da anni le attività dirigenziali previste dalle dotazioni organiche dei singoli settori del comparto pubblico allargato in virtù di contratti a tempo determinato che sono la risultante di procedure selettive e/o comparative;
la stabilizzazione di tale tipologia di figure dirigenziali si configurerebbe come una misura di trasparenza sotto il profilo procedimentale e rappresenterebbe, al tempo stesso, una misura di modernizzazione necessaria per migliorare l'efficienza della pubblica amministrazione;
tale stabilizzazione sarebbe una estensione al comparto pubblico del Decreto legislativo 6 settembre 2001, n. 368, concernente l'attuazione della direttiva 1999/70/CE relativa all'accordo quadro sul lavoro a tempo determinato concluso dall'UNICE, dal CEEP e dal CES;
tale stabilizzazione non comporterebbe oneri finanziari aggiuntivi, né immediati né futuri, poiché si tratta di coperture fisiologiche di esigenze dell'apparato pubblico il cui costo è già oggi sopportato per consentire il corretto funzionamento dell'azione amministrativa. È ipotizzabile anche che attraverso tale misura si realizzi un risparmio perché si porrebbe fine alle indennità speciali ad personam che molto spesso accompagnano le prestazioni di lavoro dirigenziale a tempo determinato, e che a volte sono molto più onerose rispetto alle normali indennità di posizione percepite dai dirigenti pubblici regolati da contratti a tempo indeterminato,
impegna il Governo
a valutare la possibilità di adottare le opportune iniziative volte ad autorizzare le pubbliche amministrazioni per l'anno
2008 ad attivare idonee procedure di stabilizzazione del proprio personale dirigenziale in servizio a tempo determinato nelle situazioni in cui ciò sia di interesse della pubblica amministrazione dal punto di vista della funzionalità e della spesa.
9/3256/313. (Testo modificato nel corso della seduta)Crapolicchio, Cancrini.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 2, comma 178, prevede l'erogazione di contributi quindicennali per il finanziamento di addestratori avanzati di terza generazione, satelliti di comunicazione militari;
la programmazione per il 2008 degli investimenti nel settore sistemi missilistici prevede un finanziamento di 86,1 milioni di euro per lo sviluppo di un sistema missilistico superficie/aria di nuova generazione per la Difesa aerea di area, denominato «ATBM Meads» (Medium extended air defence system), allo scopo di fronteggiare anche la minaccia di missili balistici tattici. Gli oneri globali sono pari a circa 595 milioni di Euro;
il sistema Meads rientra all'interno del progetto più complessivo di «scudo spaziale» che l'amministrazione Usa sta portando nella fase operativa, con la motivazione di costituire una difesa alla minaccia posta da eventuali missili balistici provenienti dall'Iran. L'Italia ha, all'inizio dell'anno, firmato un memorandum d'intesa con il Pentagono in merito alla sua partecipazione allo «scudo spaziale». Il comandante dell'agenzia missilistica del Pentagono, generale Henry Obering, ha affermato, riferendosi al memorandum d'intesa, che «...con il Governo italiano abbiamo siglato un accordo quadro che definisce linee principali e meccanismi sulla base dei quali collaboreremo a questo progetto»;
l'introduzione dello scudo spaziale in Europa si è tradotta in due accordi bilaterali con due paesi Ue, uno per l'installazione di rampe di missili con la Polonia e, l'altro, per la costruzione di un sistema radar con la Repubblica Ceca. In questo modo, il sistema missilistico polacco viene posizionato a grande distanza dall'Iran, ma quasi a ridosso dei confini russi. Inoltre, il radar ceco permetterà di tenere sotto controllo tutto il sistema di difesa russo fino agli Urali;
conseguentemente, tali progetti hanno sollevato le proteste della Russia, che ha proposto di spostare il radar in Asia centrale, cioè più vicino all'area da dove, secondo l'ipotesi statunitense, potrebbero partire i missili balistici. Dinanzi alla indisponibilità Usa a modificare il posizionamento del radar, la Russia ha deciso di abbandonare il trattato di non proliferazione delle armi convenzionali;
la partecipazione di Italia e Germania nel progetto Meads rappresenta dunque il coinvolgimento di una parte importante della Ue in un progetto che sta già provocando una nuova corsa al riarmo sul suolo europeo. Inoltre, la situazione di nuova «guerra fredda», che si sta creando, mette in difficoltà i rapporti economici e commerciali non solo dell'Italia e della Germania ma di tutta la Ue con un fondamentale e strategico partner economico e politico, quale è la Russia;
i rischi politici e diplomatici collegati a questa operazione e soprattutto la cooperazione a tre tra Italia, Germania e Usa tradiscono non solo la necessità di una azione comune di politica estera a livello europeo, ma anche l'obiettivo europeo di un coordinamento in tutta l'Unione per lo sviluppo di sistemi d'arma operabili da tutti gli Stati membri, sfruttando le sinergie così ottenute. Con il Meads, infatti, si vanifica lo scopo della Agenzia di difesa europea, creata proprio per favorire una vera difesa comune a livello europeo e si fuoriesce da una logica coerente di politica industriale europea;
infine, va rilevato che i costi dello «scudo antimissile» sono enormi, ammontando a circa 11 miliardi di dollari solo per l'anno fiscale 2008. Il coinvolgimento
dei Paesi europei, anche al di là del Meads, è un modo, da parte del Pentagono, non solo per coinvolgere politicamente l'Europa in una pressione strategica sulla Russia, ma anche per suddividere l'enorme investimento;
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte a interrompere l'adesione dell'Italia al programma per lo sviluppo del sistema missilistico denominato ATBM Meads e a destinare i fondi relativi al suo finanziamento, previsti per il 2008 e per gli anni successivi al settore d'investimento della ricerca scientifica, e, in particolare, ai programmi in cooperazione europea, come il programma di ricerca tecnologica ETAP (European technology acquisition programme).
9/3256/314. Galante, Deiana, Duranti, Cardano, Scotto, De Zulueta.
La Camera,
premesso che:
è verificata l'anomalia tutta italiana di una variabilità spesso irragionevole del prezzo dei prodotti farmaceutici che contengono la stessa quantità di principio attivo, alcune dei quali di largo consumo come l'aspirina;
è verificata la differenza di prezzo a sfavore evidente del consumatore italiano e del Sistema Sanitario Nazionale nei casi in cui esso se ne fa carico , di farmaci identici venduti dalle stesse case farmaceutiche negli altri paesi europei;
tale differenza assume, nel caso delle preparazioni omeopatiche livelli del tutto assurdi visto che tali prodotti confezionati in Italia costano al consumatore italiano fino a venti volte di più che a quello francese;
il farmaco deve essere considerato un bene prezioso per la tutela della salute di tutti i cittadini e di riflesso il suo prezzo di vendita non deve mai essere la risultante di atti o processi meramente speculativi,
impegna il Governo:
ad adottare le opportune iniziative volte a:
effettuare con l'ausilio dell'AIFA, ed in rapporto costante con le Commissioni Parlamentari, una ricognizione attenta delle condizioni reali attraverso le quali si perviene alla definizione dei prezzi di vendita dei prodotti medicinali, che siano o meno a carico del Servizio Sanitario Nazionale;
verificare il peso della spesa farmaceutica in tutte quelle situazioni in cui il prezzo dei prodotti farmaceutici a carico del Sistema Sanitario Nazionale non è adeguatamente giustificato;
verificare, in particolare, se sia compatibile con la necessità di lavorare per un contenimento della spesa farmaceutica del Sistema Sanitario Nazionale , l'indicazione della delibera del CIPE dell'1 febbraio 2001, punto 4, per cui l'Amministrazione non deve ma può «nel caso in cui sia già disponibile un prezzo medio europeo, tenerne tendenzialmente conto»;
valutare, d'intesa con il CIPE, e con l'AIFA, tutte le possibilità di assumere le opportune misure per un adeguato controllo dei processi di definizione del prezzo di vendita al pubblico di tutte le specialità medicinali comprese quelle che non sono a carico del Servizio Sanitario Nazionale.
9/3256/315. Ferdinando Benito Pignataro, Cancrini.
La Camera,
premesso che:
nel 2004 è stato siglato l'Accordo di Programma Quadro per il T.A.C. il settore che riunisce tessile, abbigliamento e calzaturiero pugliese attraversato da una difficile
situazione congiunturale alla quale si somma una debolezza di carattere strutturale collegata alla particolare conformazione del settore;
l'Accordo di Programma è stato firmato dal Presidente Fitto per la Regione Puglia e dai rappresentanti di Confindustria Puglia; Confapi Puglia; Confartigianato Puglia; CNA Puglia; CGIL, Cisl e Uil e Cisal;
l'Accordo risulta ancora parzialmente inattuato nonostante siano passati quasi quattro anni dalla sua sottoscrizione,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte ad accelerare l'attuazione dell'Accordo di programma quadro per il settore che riunisce tessile, abbigliamento e calzaturiero pugliese, individuando ove occorra le risorse necessarie al suo completamento.
9/3256/316. Lazzari.
La Camera,
premesso che:
è di recente esplosa la questione dei prodotti finanziari derivati sottoscritti dagli enti locali, che rischiano di produrre ingenti debiti futuri non iscritti a bilancio dagli enti medesimi;
il disegno di legge finanziaria in esame interviene solo in relazione ai derivati sottoscritti dopo la sua approvazione;
tale misura è insufficiente in relazione ai possibili debiti futuri che potrebbero ammontare a decine di miliardi di euro;
impegna il Governo:
a valutare la possibilità, per quanto di competenza, di imporre agli enti territoriali di:
costituire fondi di ammortamento del debito;
provvedere alla conversione dei mutui contratti successivamente al 31, dicembre 1996, anche mediante il collocamento di titoli obbligazionari di nuova emissione o rinegoziazioni, anche con altri istituti, dei mutui, in presenza di condizioni di rifinanziamento che consentano una riduzione del valore finanziario delle passività totali a carico degli enti stessi, al netto delle commissioni;
di informare alla massima trasparenza contrattuale i contratti sottoscritti dagli enti territoriali.
9/3256/317. (Testo modificato nel corso della seduta)Crosetto.
La Camera,
premesso che:
la recente sentenza della Corte di Giustizia Europea, che impone agli Stati membri di riconoscere la libertà di insegnamento e conseguentemente di sovvenzionare le scuole paritarie nello stesso modo di quelle pubbliche, segna un punto imprescindibile nella politica scolastica, anche nell'ottica di un pluralismo educativo e nel rispetto della libertà di scelta da parte delle famiglie che iscrivono i figli a scuola e nella qualità dell'insegnamento;
il monopolio statale nell'insegnamento è quanto di più illiberale e antistorico si possa concepire in questa materia in quanto anche la scuola paritaria svolge un servizio pubblico basato su principi costituzionali consentendo la realizzazione della libertà di scelta nell'educazione da parte delle famiglie e una garanzia per un pluralismo educativo autentico;
il vero problema della scuola italiana è costituito dall'assoluta mancanza di competizione tra progetti formativi diversi ossia della condizione essenziale per assicurare un innalzamento complessivo della
qualità degli studi e dare serie prospettive di crescita culturale alle giovani generazioni;
è necessario un intervento radicale per consentire la costruzione di un sistema scolastico integrato nel rispetto dei valori fondamentali tutelati dalla Costituzione italiana e conseguire finalmente per l'Italia un allineamento con le grandi nazioni dell'Unione Europea. Il principio della parità scolastica, oltre che un diritto, rappresenta un incentivo al miglioramento della qualità educativa e didattica e una possibile ipotesi di riduzione dei costi, a parità del servizio fornito per tutto il sistema scolastico italiano,
impegna il Governo:
a valutare la possibilità di tenere nella debita considerazione quanto disposto dalla sentenza della Corte di Giustizia Europea di cui in premessa, al fine di allineare l'Italia ai paesi dell'Unione Europea, con un adeguamento della legislazione nazionale in materia;
ad adottare le opportune iniziative volte a un'applicazione più estensiva della legge n. 62 del 2000, che disciplinava la parità tra scuola pubblica e privata, al fine di superare la discriminazione in tale ambito.
9/3256/318. Garagnani, Aprea, Adornato, Carlucci, Lainati, Palmieri, Pescante.
La Camera,
premesso che:
la legge 31 dicembre 1982, n. 979, recante disposizioni per la difesa del mare, prevede che per l'istituzione di un'area marina protetta occorre innanzitutto disporre di un aggiornato quadro di conoscenze sull'ambiente naturale d'interesse, oltre ai dati necessari sulle attività socio-economiche che si svolgono nell'area;
più in particolare l'articolo 26, lettera e), della citata legge n. 979 del 1982 prevede che «gli effetti che prevedibilmente deriveranno dalla istituzione della riserva marina sull'ambiente naturale marino e costiero nonché sull'assetto economico e sociale del territorio e delle popolazioni interessate», vadano previamente accertati dalla «Segreteria tecnica per le Aree Marine Protette» costituita in seno al Ministero dell'ambiente, del territorio e del mare, mostrando dunque attenzione alle ricadute sull'economia locale;
il settore della pesca rappresenta una componente fondamentale degli aspetti socioculturali ed economici delle aree marine protette, essendo immediatamente interessato dalla creazione di una nuova AMP, e, pertanto, sarebbe necessaria una maggiore rappresentanza nelle fasi istitutive e gestionali delle aree suddette;
l'articolo 2, comma 346, riduce il numero dei componenti delle commissioni di riserva delle aree marine protette di cui all'articolo 28, terzo comma, della citata legge n. 979 del 1982, e successive modificazioni, non introducendovi, tuttavia, un rappresentante del mondo della pesca marittima;
pur condividendo l'obiettivo di razionalizzare la spesa, non è possibile estraniare il mondo produttivo locale dalle decisioni in merito alla istituzione e alla gestione delle aree marine protette, stanti le ricadute socioeconomiche e i risvolti soprattutto sulle tipologie di pesca più coinvolte - e quindi penalizzate - quali la piccola pesca costiera locale;
per ciascuna area marina protetta sarebbe dunque opportuna la presenza di un rappresentante locale del settore ittico, per le sue conoscenze approfondite delle relative aree di mare,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative normative volte a introdurre, senza nuovi oneri per lo Stato, nelle commissioni di riserva di cui all'articolo 28, terzo comma, della citata legge n. 979 del 1982, un esperto locale designato dalle associazioni
nazionali delle cooperative della pesca maggiormente rappresentative a livello nazionale.
9/3256/319. Pottino, Misuraca, Giuseppe Fini, Giro, Grimaldi, Licastro Scardino, Marinello, Romele, Paolo Russo, Simeoni.
La Camera,
premesso che:
il disegno di legge in esame prevede alcuni incentivi fiscali, tra cui tax shelter e tax credit, per le imprese che decidono di investire nel settore cinematografico, ma trascura altri soggetti che operano nel mondo dello spettacolo dal vivo;
da tempo le categorie dello spettacolo dal vivo sono in stato di agitazione in attesa di una riforma dell'intero settore dello spettacolo dal vivo che riduca l'ingerenza della politica che, in questi ultimi anni, si è fatta eccessivamente pervasiva con società a capitale pubblico, molto spesso municipalizzate, che hanno assunto la veste di principali produttori e organizzatori di eventi, creando condizioni distorsive della concorrenza a danno dell'intero settore e della qualità dell'offerta culturale nel Paese,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte a prevedere un credito di imposta nella misura del 40 per cento per le imprese di produzione di spettacoli musicali e teatrali dal vivo per la produzione di spettacoli dal vivo di artisti di nazionalità italiana.
9/3256/320. Carlucci, Ceccacci Rubino.
La Camera,
premesso che:
il problema della razionalizzazione delle dimensioni territoriali degli enti locali è lungi dall'essere risolto in modo chiaro,
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di sospendere, fino a quando non siano determinati criteri generali equilibrati e ragionevoli, tutti i procedimenti concernenti la revisione delle circoscrizioni provinciali e l'istituzione di nuove province.
9/3256/321. (Testo modificato nel corso della seduta)Paolo Russo.
La Camera,
premesso che:
le scuole paritarie svolgono un ruolo importante nel sistema di istruzione nazionale, ma l'iter legislativo per il pieno riconoscimento della parità scolastica appare incerto e la predisposizione di risorse insufficienti rischia non solo di annullare l'obiettivo della totale equiparazione tra scuola pubblica e privata, ma anche di privare la realtà scolastica italiana dell'arricchimento culturale che le deriva dalla presenza delle suddette scuole;
la legge finanziaria per il 2008 trascura le scuole paritarie, perseverando in una palese azione discriminatoria nei confronti delle famiglie che, nell'ambito di un pluralismo educativo, hanno il diritto di scegliere la scuola da far frequentare ai figli;
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte a reperire risorse economiche adeguate a sostegno della attività delle scuole paritarie di ogni ordine e grado, al fine di giungere alla totale equiparazione delle suddette scuole con quelle pubbliche, nell'ottica di un allineamento con gli altri Paesi europei.
9/3256/322. Aprea, Adornato, Carlucci, Garagnani, Lainati, Palmieri, Pescante.
La Camera,
premesso che:
nelle scuole italiane statali e paritarie di ogni ordine e grado vi è una presenza notevole di alunni stranieri che necessitano di consolidare la padronanza della lingua italiana come veicolo di comunicazione e di conoscenza, nell'ottica di un'integrazione nel contesto socio culturale del Paese;
è necessario a tal fine prevedere l'inserimento nelle scuole di ogni ordine e grado di figure specializzate che, sulla base di appositi studi e percorsi formativi, possano svolgere attività di mediazione culturale nei confronti degli studenti alloglotti,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte a reperire adeguate risorse finanziarie per la stipula di contratti d'opera e contratti a tempo con esperti esterni, al fine di facilitare l'apprendimento della lingua italiana da parte degli studenti alloglotti.
9/3256/323. Giuseppe Fini, Palmieri, Aprea, Adornato, Carlucci, Garagnani, Lainati, Palmieri, Pescante.
La Camera,
premesso che:
il provvedimento trascura le esigenze delle città d'arte e le grandi città a elevata vocazione turistica che rappresentano un patrimonio importante non solo per il nostro Paese ma anche a livello mondiale;
mentre aumenta la presenza turistica in senso assoluto, l'Italia continua a perdere importanti quote di mercato rispetto ai flussi turistici mondiali, per cui è necessario reperire risorse adeguate da destinare alle città d'arte che permettano di far fronte all'enorme afflusso di turisti distribuito durante l'anno, finalizzate al miglioramento dei trasporti e dei servizi, onde potenziare qualitativamente l'offerta turistica, al pari delle grandi capitali europee e mondiali;
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte a reperire risorse economiche adeguate da destinare alle esigenze delle città d'arte e ad elevata vocazione turistica per permettere, attraverso il potenziamento dei servizi pubblici e dei trasporti, di migliorare l'offerta turistica.
9/3256/324. Adornato, Aprea, Carlucci, Garagnani, Lainati, Palmieri, Pescante.
La Camera,
premesso che:
molti alloggi di servizio destinati al personale della Difesa sono arbitrariamente occupati da persone che non hanno o hanno perso il titolo, fatta eccezione per le categorie protette (si veda la legge n. 104 del 1992),
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte a rendere disponibili i suddetti alloggi per coloro che ne hanno il titolo.
9/3256/325. Mormino, Fallica.
La Camera,
premesso che:
il provvedimento in esame destina risorse inadeguate per gli interventi di restauro archeologico delle strutture degli edifici antichi di spettacolo, teatri ed anfiteatri,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte a reperire maggiori risorse che consentano interventi di restauro archeologico delle strutture degli edifici antichi di spettacolo,
teatri ed anfiteatri, che rappresentano un fiore all'occhiello per il patrimonio socio-culturale del nostro Paese.
9/3256/326. Lainati, Adornato, Aprea, Carlucci, Garagnani, Palmieri, Pescante.
La Camera,
premesso che:
il provvedimento in esame prevede che le Regioni definiscano nel dettaglio i criteri per la riduzione del numero delle comunità montane entro sei mesi dall'approvazione del provvedimento stesso;
il termine suddetto risulta estremamente ristretto, non essendo possibile attuare la riorganizzazione del territorio montano in maniera così frettolosa;
impegna il Governo
a valutare gli effetti applicativi della disposizione richiamata in premessa, al fine di adottare ulteriori iniziative volte ad ampliare i tempi necessari al riordino delle comunità montane.
9/3256/327. Romele, Giuseppe Fini, Giro, Grimaldi, Licastro Scardino, Marinello, Misuraca, Pottino, Paolo Russo, Simeoni.
La Camera,
premesso che:
il provvedimento in esame ancora una volta trascura le problematiche legate alle isole minori che, pur rappresentando un settore di notevole importanza per il comparto turistico del nostro Paese, soffrono una persistente carenza a livello infrastrutturale, in particolar modo nei collegamenti marittimi ed aerei, aggravata dalla inadeguatezza dei servizi pubblici essenziali, con conseguenze alquanto negative sia per il turismo sia per l'indotto,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte a reperire maggiori risorse per garantire lo sviluppo dei servizi pubblici essenziali nelle isole minori, tese anche al miglioramento ed allo sviluppo dei collegamenti marittimi ed aerei, al fine di valorizzare le isole minori sviluppandone appieno le potenzialità di crescita economica e sviluppo.
9/3256/328. Fallica, Brusco, Cicu, Colucci, Dell'Elce, Ferrigno, Gregorio Fontana, Ponzo.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 26, comma 3, del decreto-legge 1o ottobre 2007, n. 159, recante interventi urgenti in materia economico-finanziaria, per lo sviluppo e l'equità sociale, prevede che il governo inserisca «annualmente nel DPEF un aggiornamento, predisposto dal Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, sentiti gli altri Ministri interessati, sullo stato di attuazione degli impegni per la riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra, in coerenza con gli obblighi derivanti dall'attuazione del Protocollo di Kyoto e sui relativi indirizzi, anche in relazione al piano di azione nazionale di cui all'articolo 2 della legge 1o giugno 2002, n. 120»;
impegna il Governo
a dare attuazione alla citata previsione, valutando, in particolare, la possibilità di indicare analiticamente:
a) una stima dei costi sostenuti dal sistema produttivo italiano per l'adempimento degli obblighi previsti dal Protocollo;
b) l'onere complessivo per la finanza pubblica, in termini di mancato gettito, di costi eventualmente sostenuti per l'acquisto di permessi di emissione nell'ambito del Sistema europeo di scambio delle quote di emissione, e di maggiori spese derivanti dall'attuazione di programmi di
investimento, di misure di incentivazione o di agevolazione fiscale in materia di produzione di energia da fonti rinnovabili e riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra.
9/3256/329. Bernardo, Di Centa, Fedele, Franzoso, Fratta Pasini, Lazzari, Milanato, Luciano Rossi, Valducci, Alfredo Vito.
La Camera,
impegna il Governo
ad adottare tutte le iniziative volte a realizzare un pieno, completo e tempestivo adeguamento dell'ordinamento interno al quadro normativo comunitario.
9/3256/330. (Testo modificato nel corso della seduta)Caligiuri, Nicola Cosentino, Iannarilli, Nan, Pili, Romagnoli, Stagno d'Alcontres, Tondo, Tremonti.
La Camera,
premesso che:
il Comitato economico e sociale europeo ha adottato nel luglio 2007 un parere di iniziativa sul tema «Occupabilità e imprenditorialità», nel quale sottolinea che è necessario realizzare maggiori riforme nel quadro della strategia di Lisbona, per garantire la partecipazione, in condizioni di parità, delle donne e degli uomini alla creazione di imprese;
in Europa, le donne non dispongono ancora delle stesse opportunità imprenditoriali degli uomini, incontrando maggiori ostacoli nella creazione di imprese;
la Commissione nello scorso ottobre ha presentato la comunicazione «Piccole e medie imprese, essenziali per conseguire una maggiore crescita e rafforzare l'occupazione» nella quale sottolinea che il potenziale imprenditoriale femminile è tuttora per la gran parte sottoutilizzato;
impegna il Governo
ad adottare ulteriori iniziative volte a reperire ulteriori risorse finalizzate ad incrementare la percentuale dell'imprenditoria femminile europea, attualmente al 30 per cento, anche attraverso politiche fiscali di maggior favore.
9/3256/331. Pili, Caligiuri, Nicola Cosentino, Iannarilli, Nan, Romagnoli, Stagno d'Alcontres, Tondo, Tremonti.
La Camera
premesso che:
il disegno di legge finanziaria, dispone l'inserimento dell'Autostrada Nogara-Mare Adriatico e del collegamento dei sistemi tangenziali nelle tratte Peschiera del Garda-Verona e Verona-Padova, ai fini dell'approvazione, nelle procedure previste dal Codice dei contratti pubblici di cui al decreto n 163 del 2006;
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte a sottoporre le opere indicate in premessa alle procedure previste dalla normativa vigente.
9/3256/332. (Testo modificato nel corso della seduta)Zanella, Bonelli, Francescato, Camillo Piazza.
La Camera
premesso che:
la ferrovia Sicignano degli Alburni - Lagonegro, chiusa nel 1987, anche se ufficialmente non risulti soppressa, non è stata mai riattivata;
i numerosi progetti di volta in volta presentati per la sua riattivazione, non hanno tuttavia mai trovato concreta realizzazione;
l'articolo 1, della legge n. 376 del 2003, aveva previsto a tal fine degli stanziamenti per il triennio 2003-2005;
della sua riattivazione come ferrovia, trarrebbero peraltro notevole ed evidente beneficio anche e soprattutto i numerosi pendolari del Vallo di Diano, contribuendo così a ridurre il trasporto su gomma a favore di quello su rotaia;
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di prevedere, di concerto con gli enti locali interessati, la riattivazione della linea ferroviaria indicata in premessa, destinando a tal fine le necessarie risorse finanziarie
9/3256/333. Pellegrino, Bonelli, Zanella.
La Camera
premesso che:
il disegno di legge in esame prevede incentivi e risorse finanziarie per la promozione e il sostegno dello sviluppo del trasporto pubblico locale, con attenzione al riequilibrio modale degli spostamenti quotidiani in favore del trasporto pubblico locale e in particolare per soddisfare la domanda di mobilità pubblica conseguente al fenomeno del pendolarismo;
sempre nell'ambito delle politiche per la mobilità sostenibile, la finanziaria in via di approvazione, prevede l'istituzione di un fondo per avviare un programma di valorizzazione e di recupero delle linee ferroviarie dismesse, da destinare a itinerari ciclo-turistici e la loro conversione a uso ciclabile, individuando le tratte interessate dalla suddetta valorizzazione;
la possibile trasformazione di un sedime ferroviario dismesso in pista ciclo-pedonale non pregiudica, in nessun modo, un successivo, potenziale ripristino del servizio ferroviario, ma anzi consente una più efficace conservazione del tracciato, difendendolo da situazioni di degrado e di abbandono, da abusi e da indebite occupazioni, rendendo inevitabilmente più agevole il recupero dell'originaria destinazione;
impegna il Governo:
a valutare attentamente la specifica situazione di ogni singola tratta, provvedendo all'immediato recupero delle linee dismesse per la realizzazione degli itinerari ciclo-turistici quando non vi sia alcuna possibilità di ripristino del servizio ferroviario, e ad effettuare un'analisi dei costi-benefici relativamente alle tratte che potrebbero essere restituite all'uso ferroviario, tenendo conto degli eventuali tempi di realizzazione;
a valutare gli effetti applicativi delle disposizioni richiamate, al fine di adottare ulteriori iniziative normative volte a rivedere l'elenco delle tratte ferroviarie, modificandolo od integrandolo, sulla base delle considerazioni anzidette.
9/3256/334. Francescato, Bonelli, Zanella.
La Camera
premesso che:
il disegno di legge in esame prevede numerose norme relative al settore energetico, alla diversificazione e incentivazione delle fonti rinnovabili, e alla riduzione dei consumi energetici;
in materia energetica, il decreto legge n. 159 del 2007, collegato alla manovra finanziaria, all'articolo 46, prevede e definisce le procedure di autorizzazione per la costruzione e l'esercizio di terminali di rigassificazione di gas naturale liquefatto;
in tema di rigassificatori, l'Autorità per l'energia elettrica e il gas, con propria delibera n. 178 del 2005 relativa ai Criteri per la determinazione delle tariffe per il servizio di rigassificazione al comma 2, dell'articolo 13 dispone: «Il fattore correttivo di cui all'articolo 10, comma 10.3, è sostituito da un fattore garanzia, FGL, che assicura, anche in caso di mancato utilizzo dell'impianto, la copertura di una quota pari all'80 per cento di ricavi di riferimento RLC. Tale copertura è riconosciuta
dal sistema tariffario del trasporto e ha durata per un periodo di 20 anni.»; sostanzialmente si dispone che anche se il rigassificatore non è utilizzato, gli utenti pagheranno per 20 anni con le bollette del gas, come se l'impianto fosse in regolare funzione;
tale disposizione della suddetta delibera, può spiegare perché di 13 richieste di rigassificatori nel mondo, 12 sono nel nostro Paese,
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di intervenire affinché l'eventuale costo in bolletta sia pagato dagli utenti, solamente e unicamente se correlato all'effettivo funzionamento e utilizzo dell'impianto di rigassificazione.
9/3256/335. (Testo modificato nel corso della seduta)Bonelli, Zanella, Francescato, Camillo Piazza, Cacciari.
La Camera,
premesso che:
si sta chiudendo a Bali 13o Conferenza internazionale sui cambiamenti climatici, la quale ha preso atto che i tempi sono ormai strettissimi per avviare il programma di riduzione delle emissioni di gas serra;
tra i punti centrali della bozza di accordo in discussione, c'è il taglio globale delle emissioni di gas serra per i Paesi industrializzati entro un range che va dal 25 per cento al 40 per cento entro il 2020;
su questo tema è in corso un confronto tra alcuni grandi Paesi industriali e l'Unione europea, la quale di fronte - alla loro opposizione all'introduzione di limiti obbligatori alle emissioni di anidride carbonica - ha lasciato intendere che potrebbe boicottare il summit sul clima convocato dall'amministrazione Usa per il prossimo gennaio;
tuttavia, lo stesso Segretario generale della Convenzione sui cambiamenti climatici De Boer si è detto convinto che non avrebbe senso cominciare a discutere di un regime post Kyoto «senza le principali economie»,
impegna il Governo
a portare avanti una mediazione tra le diverse posizioni per cercare di arrivare ad un compromesso in termini di ragionevolezza e di flessibilità.
9/3256/336. Stagno D'Alcontres, Caligiuri, Nicola Cosentino, Iannarilli, Nan, Pili, Romagnoli, Tondo, Tremonti.
La Camera,
premesso che:
la maggior parte delle misure contenute nel disegno di legge in esame sono finalizzate alla crescita della spesa;
in questa ottica l'articolo 2, commi 1-3, reca disposizioni in materia di imposta comunale sugli immobili (Ici), introducendo una ulteriore detrazione per gli immobili adibiti ad abitazione principale;
la previsione di questa ulteriore detrazione, pur condivisibile nella ratio, comporta - tuttavia - ridotti benefici ai cittadini;
impegna il Governo
ad adottare iniziative per destinare maggiori risorse per l'eliminazione dell'imposta comunale sugli immobili sulla prima casa.
9/3256/337.Iannarilli, Caligiuri, Nicola Cosentino, Nan, Pili, Romagnoli, Stagno D'Alcontres, Tondo, Tremonti.
La Camera,
premesso che:
il comma 225 dell'articolo 1 del disegno di legge 3256 - A (Finanziaria per
l'anno 2008) ha previsto l'abrogazione del comma 6 dell'articolo 52 del decreto legislativo 15 dicembre 1997, n. 446, il quale prevede che «la riscossione coattiva dei tributi e delle altre entrare di spettanza delle province e dei comuni viene effettuata con la procedura di cui al decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 602, se affidata ai concessionari del servizio di riscossione di cui al decreto del Presidente della Repubblica 28 gennaio 1988, n. 43, ovvero con quella indicata dal regio-decreto 14 aprile 1910, n. 639, se svolta in proprio dall'ente locale o affidata agli altri soggetti menzionati alla lettera b) del comma 4»;
le correzioni apportate, tuttavia, anche per effetto della stratificazione degli interventi modificativi appartati al testo in Senato, non risultano coordinate con l'assetto normativo di riferimento, in quanto sembrerebbe per sopprimere ogni possibilità di più efficiente riscossione delle entrate degli enti pubblici diversi dallo Stato, con grave o pregiudizio per le ragioni soprattutto degli enti locali;
pertanto, la soppressione di tale disposizione ove mai sarebbe stata coerente qualora, i successivi interventi operati nel contesto dei lavori parlamentari, non avessero modificato il quadro originario del disegno di legge presentato dal Governo;
la mancata discussione presso la Camera dei deputati, a seguito della proposizione della questione di fiducia da parte del Governo, non ha consentito di individuare ed analizzare analiticamente le gravi conseguenze pregiudizievoli derivanti da un difetto di coordinamento tale che, dal 1o gennaio 2008, non permetterebbe agli enti pubblici diversi da quelli statali di riscuotere le loro entrare con i più snelli strumenti attualmente esistenti - si tratta, in particolare della procedura esattoriale e di quella (sostanzialmente analoga, negli effetti ultimi) offerta dal regio-decreto n. 639 del 1910 - imponendo invece il ricorso ai mezzi di riscossione dell'ordinario diritto civile, con conseguenti effetti negativi anche di carattere patrimoniali;
quindi, l'abrogazione della disposizione di cui al comma 6 dell'articolo 52 del decreto legislativo 15 dicembre 1997, n. 446, è irragionevole, tant'è che ha già suscitato la forte presa di posizione dell'Anci e delle altre organizzazioni maggiormente rappresentative, anche perché, qualora la volontà del legislatore nazionale fosse stata quella che sembrerebbe essersi concretizzata con la disposizione in esame, sarebbe stato necessario quantomeno prevedere le opportune forme di copertura finanziaria a favore delle autonomie locali improvvisamente private degli strumenti essenziali per garantire il mantenimento dei servizi erogati alla collettività e che in mancanza, in presenza di un brusco calo delle entrate proprie, dovrebbero o finanziarsi altrimenti, o ridurre le proprie prestazioni, in ogni caso con nuovi e non coperti oneri finanziari,
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di svolgere un monitoraggio applicativo che consenta il superamento degli effetti della disposizione in esame e ad adottare ogni provvedimento attuativo ed interpretativo diretto a prevedere che la riscossione delle entrate delle autonomie locali continui attraverso gli strumenti giuridici attualmente in essere in modo da assicurare l'efficacia, l'efficienza e l'economicità dell'azione amministrativa.
9/3256/338. (Testo modificato nel corso della seduta)Gianfranco Conte.
La Camera,
premesso che:
nell'ambito delle misure per il rilancio dell'efficienza scolastica non si è tenuto conto della necessità di formare una dirigenza scolastica adeguata alle nuove sfide che la società e l'economia rivolgono alla scuola;
in particolare, conclusi i concorsi ordinari, per quanto riguarda i concorsi riservati, riservati a coloro che avevano almeno un anno di incarico di presidenza si registrano dei ritardi nella loro conclusione, in particolare in Veneto, Friuli e Sicilia per cause non imputabili ai concorrenti;
tali ritardi si traducono in una penalizzazione per i partecipanti, che, oltre ad aver perso un anno di ruolo, potrebbero essere scavalcati nella scelta della sede da un gruppo di vincitori del concorso ordinario che avrebbe dovuto essere nominato successivamente,
impegna il Governo
ad esplicitare con proprio provvedimento che l'interregionalità nel ruolo della dirigenza scolastica deve intendersi come possibilità di accedere al posto in altra regione solo sui posti eventualmente vacanti dopo la nomina di tutti coloro che sono inseriti nelle graduatorie di merito regionali dei concorsi ordinario e riservato.
9/3256/339. Campa, Aracu, Cesaro, Floresta, Pizzolante, Romani, Sanza, Testoni, Uggè, Zanetta.
La Camera,
premesso che:
la ricognizione dei crediti vantati dalle imprese italiane nei confronti della Libia effettuata dal nostro Ministero degli affari esteri, in collaborazione con la banca italo-araba UBAE e con l'Azienda libico-italiana (ALI) nel novembre 2002, come previsto dagli accordi intercorsi tra le parti, portò all'accertamento di crediti per 642 milioni di euro, senza tener presente la rivalutazione monetaria per il tempo trascorso, né gli interessi legali, sebbene previsti nelle sentenze delle stesse corti libiche alle quali i nostri imprenditori si erano rivolti;
il pagamento dei crediti accertati sarebbe dovuto avvenire entro il 31 marzo 2003, ma la Libia venne meno all'impegno assunto e contestò persino il lavoro effettuato dall'ALI e dall'UBAE, banca di diritto italiano, ma con il 52 per cento di proprietà diretta e indiretta dello Stato libico, disconoscendo persino le sentenze passate in giudicato delle sue stesse corti; nelle ultime riunioni del comitato misto italo-libico per i crediti, la delegazione libica ha offerto 281 milioni di euro per una chiusura forfettaria del contenzioso, cifra respinta dalla parte italiana perché insufficiente e non rispettosa del lavoro e del diritto;
le azioni a tutela del lavoro italiano nel mondo, come previsto dall'articolo 35 della Carta costituzionale, sono disattese dalle nostre istituzioni e gli eventuali risarcimenti alla Libia non potranno essere soddisfatti se prima non saranno rispettati i diritti delle imprese italiane danneggiate da quel Paese,
impegna il Governo
a rafforzare l'azione volta a chiudere il contenzioso economico con lo Stato libico e ad adottare iniziative per prevedere un adeguato stanziamento a copertura della garanzia dello Stato per i crediti vantati dai cittadini italiani nei confronti della Libia.
9/3256/340. Fasolino, Di Cagno Abbrescia, Germanà, Lupi, Mondello, Osvaldo Napoli, Paroli, Stradella, Tortoli.
La Camera,
premesso che:
nel corso del 2007 un extra gettito di oltre quindici miliardi di euro è stato disperso in mille rivoli senza nessuna utilità per l'economia del Paese,
impegna il Governo
qualora nel corso del 2008 dovessero manifestarsi extragettiti fiscali, ad adottare
iniziative destinare una quota delle risorse anche alla riduzione del prelievo Irap.
9/3256/341. Cesaro, Aracu, Campa, Floresta, Pizzolante, Romani, Sanza, Testoni, Uggè, Zanetta.
La Camera,
premesso che:
il disegno di legge finanziaria per il 2008, per fronteggiare i problemi di viabilità e di sicurezza derivanti dai lavori di ammodernamento della rete ferroviaria, pur prevedendo le infrastrutture di preminente interesse nazionale (cosiddetta «legge obiettivo»), ha tuttavia stanziato delle risorse insufficienti finalizzate all'ammodernamento dell'importante tratto ferroviario Roma-Pescara;
le condizioni in cui versa la suddetta tratta ferroviaria e, in genere, tutta la rete regionale dell'Abruzzo sono ad oggi inadeguate e rendono molto lenta e difficile la circolazione, soprattutto nei periodi di traffico intenso, creando una situazione di notevole disagio per i viaggiatori;
il provvedimento in esame contiene alcuni stanziamenti per l'organizzazione dei «XVI Giochi del Mediterraneo» che si terranno a Pescara nel 2009, dichiarati oltretutto «grande evento» dal decreto del Presidente della Repubblica del 21 ottobre 2005, ma che non riguardano il miglioramento del collegamento ferroviario tra la capitale e la città di Pescara,
impegna il Governo
a realizzare, in considerazione di un evento di fondamentale importanza quale è appunto quello dei «XVI Giochi del Mediterraneo», già per la primavera del 2009, un miglioramento delle condizioni di viabilità e di sicurezza della rete ferroviaria Roma-Pescara e a destinare maggiori risorse, non soltanto per la città di Pescara, ma anche per i collegamenti ferroviari con la capitale.
9/3256/342. Aracu, Campa, Cesaro, Floresta, Pizzolante, Romani, Sanza, Testoni, Uggè, Zanetta.
La Camera,
premesso che:
tra le indagini di pubblico interesse, gli indici dei prezzi al consumo rappresentano una categoria di primaria importanza, nelle scelte di politica economica del Governo che nella formazione delle aspettative degli agenti economici e nella percezione dello stato generale dell'economia da parte dell'opinione pubblica;
tutte le indagini statistiche di pubblico interesse realizzate dal Sistema statistico nazionale (Sistan) sono comprese nel Programma statistico nazionale (PSN), un documento ufficiale, aggiornato annualmente, predisposto dall'Istat e approvato con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, previa deliberazione del Comitato interministeriale per la programmazione economica;
conformemente a quanto previsto dal regolamento comunitario n. 2214 del 1996 e successive modifiche, che disciplina l'indice armonizzato dei prezzi al consumo (HICP), l'Istat esclude dai tre indici dei prezzi al consumo che annualmente elabora (NIC, POI, IPCA) le spese sostenute dai proprietari di casa per la propria abitazione, sia per quanto concerne le spese di manutenzione che per quanto riguarda le rate dei mutui contratti per l'acquisto dell'immobile;
tale esclusione, motivata dalla considerazione economica secondo cui le spese relative all'abitazione di proprietà non rappresenterebbero un reale consumo, è fonte di un continuo dibattito scientifico, stante soprattutto il peso rilevante di tali spese sul reddito disponibile delle famiglie e l'effetto di sostituzione del consumo che l'aumento ditali spese comporta;
in alcuni Paesi membri dell'Ocse - tra i quali Gran Bretagna, Irlanda e Australia - in aggiunta ad indici dei prezzi al consumo conformi all'HICP, vengono comunque
realizzati indici che includono nel paniere rappresentativo le spese relative all'abitazione di proprietà;
le famiglie italiane proprietarie dell'abitazione principale rappresentano l'81 per cento del totale e per, molte di esse, gli interessi passivi del mutuo contratto per l'acquisto dell'immobile gravano in modo consistente sul reddito disponibile, condizionando le scelte di consumo;
per quanto appena detto, la predisposizione di un tale indice permetterebbe agli agenti economici e all'opinione pubblica di beneficiare di maggiori informazioni sull'effettivo andamento dell'economia italiana,
impegna il Governo
ad invitare l'Istat - in sede di elaborazione del prossimo Programma statistico nazionale (PSN) - alla predisposizione di un quarto indice dei prezzi al consumo che includa le spese sostenute per l'abitazione principale, con particolare riferimento agli interessi passivi dei mutui contratti per l'acquisto dell'immobile.
9/3256/343. Della Vedova, Gioacchino Alfano, Berruti, Brancher, Ceroni, Gianfranco Conte, D'Ippolito Vitale, Jannone, Lenna.
La Camera,
premesso che:
nell'ambito della classificazione delle malattie rare, le tipologie di tali malattie vengono differenziate in classi o gruppi;
in base a tale classificazione, che incide sulla totale o parziale rimborsabilità delle cure, si è venuta a creare una vera e propria discriminazione tra chi è affetto dalle diverse forme di malattia rara,
impegna il Governo
ad attivare un processo di parificazione tra tutte le malattie rare in modo da provvedere ai bisogni di chi è affetto da tali malattie senza fare distinzione di classe o gruppo di appartenenza ed abolire la diversità di accesso alle cure necessarie per tali patologie.
9/3256/344. Baiamonte, Di Virgilio, Bocciardo, Ceccacci Rubino, Crimi, Gardini, Mazzaracchio, Moroni, Palumbo.
La Camera,
impegna il Governo
a mettere in atto comportamenti volti a garantire al Parlamento, in futuro, una discussione serena, approfondita, attenta e consapevole della legge finanziaria e di bilancio da parte di tutti i parlamentari, attraverso proposte chiare, tendenti al superamento dell'attuale disciplina della sessione di bilancio, da far esaminare e approfondire al Parlamento stesso e attraverso un esercizio ponderato della prerogativa costituzionale della posizione della questione di fiducia
9/3256/345. (Testo modificato nel corso della seduta)Baldelli.
La Camera,
premesso che:
il disegno di legge finanziaria per il 2008 ha autorizzato una spesa eccessiva per la partecipazione del Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del Ministero dell'interno ai programmi finanziati dall'Unione europea attraverso i fondi europei in materia migratoria;
la copertura di tale onere avviene riducendo il fondo istituito presso il ministero dell'interno dalla legge finanziaria del 2004 destinato a soddisfare le esigenze correnti di funzionamento dei servizi dell'Amministrazione;
il provvedimento, inoltre, integra il Fondo sociale degli immigrati, istituito
presso il Ministero della solidarietà sociale, destinandogli una somma ingente e sproporzionata rispetto alle esigenze del settore,
impegna il Governo
a rivedere la sua politica di eccessive elargizioni verso gli immigrati e a destinare una maggiore attenzione ai problemi sociali dei nostri cittadini.
9/3256/346. Bertolini, Biancofiore, Boscetto, Bruno, Carfagna, Cicchitto, Fitto, La Loggia, Santelli, Verdini..
La Camera,
premesso che:
la somministrazione di psicofarmaci ai soggetti minori è oggetto di severo e profondo dibattito scientifico;
l'entrata in commercio di nuovi psicofarmaci ha sollevato controversie e dubbi sulla pericolosità di un aumento incontrollato delle prescrizioni,
impegna il Governo:
ad attivare un registro nazionale gestito dall'Istituto superiore di Sanità riguardante tutte le sostanze psicotrope prescritte ai minori;
a rendere obbligatoria una relazione annuale del Ministero della salute al Parlamento sull'impiego degli psicofarmaci sui minori;
a vigilare, attraverso apposito regolamento del Ministero della pubblica istruzione, affinché gli screening comportamentali vengano direttamente effettuati nei centri di neuropsichiatria infantile di riferimento e non nelle scuole da parte degli insegnanti.
9/3256/347. Bocciardo, Di Virgilio, Baiamonte, Ceccacci Rubino, Crimi, Gardini, Mazzaracchio, Moroni, Palumbo.
La Camera,
premesso che:
il disegno di legge finanziaria per il 2008 contiene alcune disposizioni relative gli enti locali e, in particolare, al fine di realizzare l'obiettivo di contenimento della spesa pubblica, si occupa delle comunità montane;
allo scopo di garantire uno sviluppo durevole, omogeneo ed equilibrato del territorio, il provvedimento in oggetto dispone alcune modifiche al testo unico degli enti locali di efficacia in parte discutibile;
se è vero, infatti, che il testo base è stato migliorato con l'attribuzione del riordino alle regioni che hanno ampie facoltà di scelta e armonizzazione, sono stati tuttavia stabiliti effetti, in caso di mancata attuazione, entro sei mesi, troppo rigidi e irrazionali che potrebbero, per di più, condizionare le regioni nelle loro scelte diventando principi ispiratori,
impegna il Governo
a chiarire che gli effetti di cui al comma 20 dell'articolo del disegno di legge in esame non riguardano, a livello di principi, le scelte discrezionali delle regioni effettuate in termine.
9/3256/348. Boscetto, Bertolini, Biancofiore, Bruno, Carfagna, Cicchitto, Fitto, La Loggia, Santelli, Verdini.
La Camera,
impegna il Governo
a stanziare maggiori risorse per permettere un incremento degli effettivi delle forze dell'ordine allo scopo di prevenire e contrastare la criminalità e di garantire la sicurezza dei cittadini e la tutela dell'ordine pubblico nel nostro Paese.
9/3256/349. (Testo modificato nel corso della seduta)Bruno, Bertolini, Biancofiore, Boscetto, Carfagna, Cicchitto, Fitto, La Loggia, Santelli, Verdini.
La Camera,
premesso che:
il disegno di legge finanziaria per il 2008 non dimostra scarsa attenzione ai problemi delle giovani coppie e della famiglia;
nel provvedimento in esame sono presenti soltanto alcune disposizioni che comportano sgravi fiscali per le locazioni stipulate da giovani in età compresa tra i venti e i trent'anni e un esiguo Fondo di solidarietà per i mutui per l'acquisto della prima casa, che è del tutto insufficiente;
pur essendo prevista la possibilità per i mutuatari di sospendere il pagamento delle rate se rispondono a determinati requisiti, rimane pur sempre il problema degli interessi sui mutui che non sono purtroppo alla portata delle giovani coppie che oltretutto spesso fanno parte del precariato,
impegna il Governo
a valutare, previo monitoraggio degli effetti applicativi del provvedimento, l'opportunità di adottare ulteriori iniziative normative volte ad incrementare il suddetto Fondo e a stanziare delle risorse sufficienti a sollevare in particolare le giovani coppie, aventi un'età inferiore ai trent'anni, dal pagamento degli interessi sui mutui contratti per l'acquisto della prima casa.
9/3256/350. Carfagna, Bertolini, Biancofiore, Boscetto, Bruno, Cicchitto, Fitto, La Loggia, Santelli, Verdini.
La Camera,
premesso che:
il papiliomavirus umano (Hpv) è responsabile della quasi totalità dei casi di tumore del collo dell'utero (o cervice uterina) che colpisce ogni anno, in Italia, 3.500 donne e rappresenta la seconda causa di morte nella popolazione femminile, con 1.800 decessi l'anno, dopo il tumore al seno;
è ormai assodato che nel 99,7 per cento dei casi questa malattia ha una origine virale, per trasmissione sessuale, e che per un'efficace prevenzione dal contagio occorre agevolare la diffusione della vaccinazione Hpv prima dell'inizio di rapporti sessuali;
il contributo finanziario alle regioni e alle province autonome, previsto nel disegno di legge finanziaria per il 2008, è limitato all'offerta gratuita del vaccino alle dodicenni, escludendo di fatto le altre fasce di età, in particolare per quelle in età puberale e adolescenziale, che sono di fatto discriminate, considerando gli alti costi del vaccino,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte a eliminare questa discriminazione, ampliando ad altre fasce d'età la distribuzione gratuita del vaccino.
9/3256/351. Ceccacci Rubino, Di Virgilio, Baiamonte, Bocciardo, Crimi, Gardini, Mazzaracchio, Moroni, Palumbo.
La Camera,
premesso che,
il disegno di legge finanziaria per il 2008, reca numerose disposizioni in materia fiscale ed economica che dovrebbero rilanciare la nostra economia e sviluppare l'occupazione del nostro Paese;
è indispensabile avviare serie politiche economiche e sociali per il rilancio dell'occupazione nel Mezzogiorno e del nostro Paese e per contribuire ad eliminare il divario esistente tra in Nord e il Sud dell'Italia soprattutto in Regioni ad alto tasso di disoccupazione,
impegna il Governo
a proseguire nella politica di rilancio del tessuto economico e sociale del Sud del
nostro Paese anche attraverso forme di sostegno alle medie e piccole imprese che costituiscono un fattore estremamente importante per lo sviluppo della nostra economia.
9/3256/352. (Testo modificato nel corso della seduta)Vitali, Licastro Scardino.
La Camera,
premesso che:
il disegno di legge finanziaria per il 2008 contiene disposizioni in materia di accisa;
è opportuno, per ragioni di omogeneità nel trattamento fiscale che si estendano anche ai tabacchi lavorati (sigarette, sigari e trinciati) le disposizioni disciplinanti le irregolarità nella circolazione dei prodotti soggetti ad accisa che, attualmente, trovano applicazione solo agli altri prodotti soggetti ad accisa, quali alcoli e oli minerali;
in particolare, si fa presente che l'articolo 4 del decreto legislativo n. 504 del 1995, oggi applicabile solo agli alcoli ed oli minerali, prevede l'abbuono dell'accisa per tali prodotti laddove si determini una perdita o una distruzione del bene durante il trasporto dovuto a causa fortuita o forza maggiore, ovvero laddove tali eventi siano attribuibili a fatti imputabili a terzi od al soggetto passivo a titolo di colpa non grave;
per coerenza giuridica ed omogeneità di trattamento fiscale e per eliminare una non giustificata discriminazione nel trattamento fiscale per i prodotti gravati da accisa, è necessario estendere anche ai tabacchi lavorati la disciplina prevista per gli alcoli e gli oli minerali,
impegna il Governo
ad applicare anche ai tabacchi lavorati la disciplina contenuta negli articoli 4 e 7 del decreto legislativo n. 504 del 1995 per alcoli e oli minerali in osservanza del principio di omogeneità del trattamento fiscale.
9/3256/353. Nicola Cosentino.
La Camera,
impegna il Governo
ad una verifica approfondita della situazione, a riferirne alle Camere e ad avviare nelle sedi opportune un dialogo con le istituzioni e le amministrazioni interessate finalizzato al raggiungimento di un maggiore equilibrio.
9/3256/354. (Testo modificato nel corso della seduta)Costa.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 2, comma 364, del disegno di legge in esame reca la disciplina del sistema nazionale di educazione continua in medicina;
i programmi di educazione continua in medicina comprendono tutto l'insieme delle attività formative, a livello teorico e pratico, finalizzate a mantenere elevata ed al passo con i tempi la professionalità degli operatori della sanità;
le disposizioni del citato articolo 2, comma 364, prevedono - in particolare - la valorizzazione del ruolo della commissione nazionale per la formazione continua quale organismo di riferimento nazionale di indirizzo e coordinamento del programma educazione continua in medicina, potenziandone l'operatività e gli ambiti di intervento;
a questo proposito, la commissione viene incardinata nell'agenzia per i servizi sanitari regionali, istituita dall'articolo 5 del decreto legislativo 30 giugno 1993, n. 266, e a quest'ultima, contestualmente rinominata «agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali» e definita organo
tecnico-scientifico del servizio sanitario nazionale (con compiti di ricerca e di supporto nei confronti del Ministero della salute, delle regioni e delle province autonome), vengono formalmente trasferiti la gestione amministrativa del programma educazione continua in medicina e il supporto alla sopraccitata commissione;
occorre, tuttavia, prevedere nella suddetta agenzia la figura di un responsabile gestionale e operativo che, pur lavorando in stretto raccordo con il direttore dell'agenzia, sia dotato di una spiccata autonomia operativa e gestionale e di capacità strategica e ciò al fine di evitare che tale organismo sia di fatto impossibilitato a svolgere gli importanti compiti ad esso assegnati;
la previsione di un ufficio di livello dirigenziale generale deve essere, altresì, accompagnata da quella relativa alla collocazione del personale dirigenziale nel comparto dello Stato,
impegna il Governo
ad adottare iniziative volte a rendere effettivamente operativa l'agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali la cui guida deve essere affidata ad un dirigente di prima fascia e dare così un reale nuovo impulso al sistema dell'educazione continua in medicina.
9/3256/355. Crimi, Di Virgilio, Baiamonte, Bocciardo, Ceccacci Rubino, Gardini, Mazzaracchio, Moroni, Palumbo.
La Camera,
premesso che:
il disegno di legge finanziaria per il 2008 contiene disposizioni per il rilancio dell'occupazione e per il miglioramento delle condizioni economiche delle medie e piccole imprese;
le donne costituiscono un valore aggiunto per il mercato del lavoro e, senza dubbio, necessitano di adeguate forme di incentivazione per sviluppare al meglio le loro potenzialità nel settore dell'imprenditoria, soprattutto in aree di particolare criticità, a partire dal Mezzogiorno del nostro Paese dove, infatti, si registra un loro forte impegno e una grande volontà di creare occupazione attraverso l'impresa;
è, importante, per l'Italia, in coerenza con il recepimento di precise direttive europee, avviare politiche di coesione sociale e di sostegno alle donne che decidono di fare impresa e di contribuire, così, allo sviluppo e alla crescita economica ed in particolare a quella del Mezzogiorno, atteso il divario ancora esistente tra Nord e Sud del Paese;
potrebbe, perciò, risultare utile sostenere adeguatamente con forme di microcredito le donne che vogliono costituire impresa, considerando che la costituzione delle medie e piccole imprese, rappresenta un valore fondamentale per la crescita del tessuto socio-economico del Paese e che le donne che vogliono costituire impresa rappresentano una grande risorsa da sfruttare al meglio, soprattutto in regioni dove il tasso di disoccupazione è elevato;
è un dovere dello Stato (articolo 51 della Costituzione) creare tutte le condizioni necessarie per l'attuazione di una seria politica delle pari opportunità,
impegna il Governo
ad attivarsi per creare condizioni adeguate a sostenere con forme di microcredito le donne che vogliono fare impresa, valutando l'opportunità di garantire, o attraverso il fondo unico per le imprese e/o attraverso specifiche convenzioni, bassi tassi di interesse e tempi adeguati di restituzione delle risorse, interagendo per favorire la cooperazione tra enti territoriali, banche, istituti di credito e privati.
9/3256/356. D'Ippolito Vitale, Ottone, Servodio, Codurelli.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 2, comma 472, prevede un incremento delle risorse afferenti al fondo per le non autosufficienze, istituito dalla legge 27 dicembre 2006, n. 296 (legge finanziaria per il 2007);
la citata legge n. 296 del 2006 ha previsto, altresì, che gli atti ed i provvedimenti concernenti l'impiego del fondo sono adottati dal Ministro della solidarietà sociale, di concerto con il Ministro della salute, il Ministro delle politiche per la famiglia e il Ministro dell'economia e delle finanze, previa intesa sancita in sede di conferenza unificata;
la dotazione del fondo, nonostante l'incremento previsto, appare risibile dal momento che la platea dei beneficiari aumenta di giorno in giorno e a tutt'oggi non risultano adottati i previsti provvedimenti per l'impiego del fondo stesso,
impegna il Governo
a stanziare risorse adeguate per affrontare il problema della non autosufficienza e a rendere effettivamente operativo il citato fondo, attraverso l'elaborazione di un piano triennale che preveda un aumento di 300 milioni di euro per ciascuno degli anni 2008 e 2009 e di 400 milioni di euro a partire dal 2010.
9/3256/357. Di Virgilio, Baiamonte, Bocciardo, Ceccacci Rubino, Crimi, Gardini, Mazzaracchio, Moroni, Palumbo, Luciano Rossi, Campa, Martinello.
La Camera,
premesso che:
la legge 27 dicembre 2006, n. 269 (legge finanziaria per il 2007) ha previsto all'articolo 1, comma 1166, la possibilità per il Ministero del lavoro e della previdenza sociale di prorogare, limitatamente all'anno 2007, le convenzioni stipulate direttamente con gli enti locali ai fini dello svolgimento delle attività socialmente utili (asu) nonché per l'attuazione di misure di politica attiva del lavoro riferite a lavoratori impiegati in asu nella disponibilità degli stessi enti da almeno un triennio nonché ai soggetti, che provenienti dal medesimo bacino, siano già stati interessati dalle convenzioni di cui all'articolo 10, comma 3, del decreto legislativo 1o dicembre 1997, n. 468 prorogate in attesa di una definitiva stabilizzazione degli interessati;
tale previsione risulta assolutamente indeterminata e fumosa dal momento che non viene proposta alcuna soluzione al problema dell'utilizzo e della eventuale stabilizzazione di questi soggetti anzi se ne procrastina pilatescamente la definizione,
impegna il Governo
a disporre relativamente alla possibilità di stipulare con gli enti locali destinatari degli interventi di cui all'articolo 1, comma 1166 della citata legge n. 269 del 2006, apposite convenzioni a decorrere dall'anno 2008 per lo svolgimento di attività socialmente utili (asu), per l'attuazione di misure di politiche attive del lavoro finalizzate alla stabilizzazione occupazionale dei lavoratori impiegati in attività socialmente utili, nella disponibilità dei comuni da almeno un triennio, nonché dei soggetti utilizzati da quest'ultimi attraverso convenzioni stipulate ai sensi dell'articolo 10, comma 3 1o dicembre 1997, n. 468, estendendo a quest'ultima tipologia di lavoratori i benefici e gli incentivi previsti per i lavoratori socialmente utili;
a prevedere la facoltà per gli enti utilizzatori di tali categorie di lavoratori di procedere, in deroga ai vincoli del patto di stabilità interno relativi al contenimento delle spese per il personale di cui all'articolo 1, comma 557 della legge n. 296 del 2006, ad assunzioni in pianta organica a tempo indeterminato nelle categorie A e B nonché ad assunzioni a tempo determinato, con inquadramento nelle categorie C e D, secondo i profili professionali previsti
dai rispettivi ordinamenti, in ogni caso sempre attraverso procedure selettive.
9/3256/358. Fabbri, Baldelli, Galli, Giacomoni, Mistrello Destro, Pelino, Prestigiacomo, Rosso, Santori.
La Camera,
impegna il Governo
a continuare e a portare a termine rapidamente il miglioramento delle condizioni di viabilità e di sicurezza dell'autostrada Salerno-Reggio Calabria e, in particolare, del tratto Gioia Tauro-Reggio Calabria.
9/3256/359. (Testo modificato nel corso della seduta)Floresta, Aracu, Campa, Cesaro, Pizzolante, Romani, Sanza, Testoni, Uggè, Zanetta.
La Camera,
premesso che,
a pagina 109 del programma con cui il Governo ha raccolto nel Paese i voti e i consensi durante la campagna elettorale è scritto espressamente il seguente impegno: «nell'ambito della cooperazione europea, a sostenere una politica che consenta la riduzione delle spese per armamenti». Malgrado queste promesse elettorali, nelle disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato, non c'è alcun dato di riduzione delle spese per armamenti,
impegna il Governo:
a tagliare drasticamente, per il futuro, le spese militari, in modo particolare a diminuire la consistenza dei finanziamenti al Ministero della difesa per la realizzazione di programmi di investimento pluriennale per esigenze di difesa nazionale, derivanti anche da accordi internazionali;
a ricollocare i diversi miliardi di euro destinati nei prossimi anni alla partecipazione al programma per la progettazione del cacciabombardiere Eurofighter alle spese sociali di sostegno al reddito per disoccupati, precari e fasce sociali deboli.
9/3256/360. Caruso, Acerbo.
La Camera,
premesso che,
la città di Treviglio ospita una sezione distaccata del tribunale di Bergamo e l'ufficio del giudice di pace;
la sezione distaccata di Treviglio riveste rilevante importanza quale presidio a servizio dei cittadini di 41 comuni della Bassa bergamasca, per complessivi 200.000 abitanti circa;
detto presidio è complementare ad altri già esistenti sul territorio quali il commissariato di pubblica sicurezza, la compagnia dei carabinieri, la compagnia della guardia di finanza, il distaccamento della polizia stradale, la polizia ferroviaria, e si aggiunge ad ulteriori servizi della pubblica amministrazione, quali i vigili del fuoco, la protezione civile, scuole di ogni ordine e grado, un'azienda ospedaliera con ospedale di rilevanza regionale, la filiale INPS, la filiale INAIL, la sezione della camera di commercio, l'agenzia delle entrate, in un territorio servito da importanti linee ferroviarie e strade di collegamento;
la sezione distaccata del tribunale è attualmente ospitata in un edificio di proprietà comunale, il cui impianto originario è un antico monastero del 1300 strutturato su tre piani senza ascensori o servoscala o simili, con barriere architettoniche faticose per chi non ha handicap e assolutamente insormontabili per i portatori di disabilità e con resistenze al carico assai modeste, tanto che gli archivi si trovano in altre strutture lontane dagli uffici giudiziari;
l'attuale struttura edilizia è chiaramente insufficiente ed inadeguata con spazi e accessi non più accettabili in un odierno edificio di servizio pubblico, gravemente
carente dal punto di vista della sicurezza e della praticabilità per i disabili;
l'amministrazione comunale di Treviglio ha inserito nel piano triennale delle opere pubbliche la realizzazione di una nuova sede degli uffici giudiziari, in cui convergerebbe anche l'ufficio del giudice di pace;
il comune di Treviglio ha già presentato al Ministero della giustizia, precisamente alla Direzione generale beni e servizi, un progetto preliminare per la realizzazione di un nuovo edificio che dovrebbe ospitare la sezione del tribunale di Treviglio, che sarà inserito in un'area facilmente raggiungibile, nelle vicinanze della stazione ferroviaria e delle future infrastrutture che sorgeranno sul territorio;
il consiglio provinciale di Bergamo ha espresso, con delibera del 30 ottobre 2007 approvata all'unanimità, il proprio sostegno alla realizzazione di una nuova sede per gli uffici giudiziari di Treviglio,
impegna il Governo
ad assicurare che parte degli stanziamenti previsti dalla legge finanziaria a favore delle strutture giudiziarie, siano destinati alla realizzazione delle nuova sede del tribunale di Bergamo, sezione staccata di Treviglio.
9/3256/361. Gregorio Fontana.
La Camera,
premesso che:
l'ordinamento vigente prevede controlli sanitari nei confronti dei lavoratori dipendenti i quali hanno l'obbligo di prendersi cura della propria sicurezza e della propria salute e di quella delle altre persone presenti sul luogo di lavoro;
a questo proposito i lavoratori dipendenti vengono sottoposti dal datore di lavoro all'accertamento e al controllo dell'idoneità fisica e psico-attitudinale;
fra tali controlli non rientrano quelli relativi alla verifica del consumo di sostanze stupefacenti o psicotrope da parte dei lavoratori: questo nonostante il decreto del Presidente della Repubblica 9 ottobre 1990, n. 309, recante il testo unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope, prevenzione, cura e riabilitazione dei relativi stati di tossicodipendenza, all'articolo 125, preveda l'adozione di un apposito decreto da parte del Ministro del lavoro e della previdenza sociale, di concerto con il Ministro della salute, volto ad individuare le mansioni che comportano rischi per la sicurezza, l'incolumità e la salute dei terzi, allo scopo di sottoporre gli appartenenti alle categorie di lavoratori destinati a tali mansioni ad accertamento di assenza di tossicodipendenza prima dell'assunzione in servizio, e successivamente ad accertamenti periodici, nonché volto a determinare la periodicità degli accertamenti e le relative modalità;
lo scorso 15 novembre è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale l'intesa ratificata dalla Conferenza Unificata Stato-regioni il 30 ottobre, con la quale si rendono obbligatori i test antidroga per i lavoratori del settore dei trasporti, i conducenti di autobus, treni, navi, i piloti di aerei, i controllori di volo, gli addetti alla guida di macchine di movimentazione terra e merci, coloro che maneggiano sostanze pericolose, nonché per tutti coloro che svolgono attività, mansioni o funzioni operative di cui all'Allegato I della citata intesa;
con un ritardo di ben diciassette anni si è voluto provvedere, con tale provvedimento, a colmare una grave lacuna normativa in relazione a quanto previsto dall'articolo 125 del citato decreto del Presidente della Repubblica n. 309 del 1990;
come si legge nel comunicato del Ministero della salute: «l'Intesa è stata
fortemente voluta dal Ministro Turco», a garanzia della salute e della sicurezza dei lavoratori con mansioni che possono comportare rischi per sé e per i cittadini;
risulta incomprensibile il fatto che l'accertamento e il controllo dell'idoneità fisica e psico-attitudinale riguardi tutti i lavoratori mentre i controlli relativi all'assunzione da parte dei lavoratori di sostanze stupefacenti e psicotrope debba essere limitato solo ad alcune categorie di essi,
impegna il Governo
ad estendere a tutti i lavoratori dipendenti gli esami relativi all'accertamento di assenza di tossicodipendenza prima dell'assunzione in servizio e i successivi accertamenti periodici e, nel caso il lavoratore risulti positivo a tali controlli, a prevedere un percorso di disintossicazione volontario con conservazione del posto di lavoro.
9/3256/362. Franzoso, Fabbri, Galli, Giacomoni, Mistrello Destro, Pelino, Prestigiacomo, Rosso, Santori.
La Camera,
premesso che:
il disegno di legge in esame, assieme ai provvedimenti collegati, disperdendo in mille rivoli quasi 20 miliardi di euro (se si considera anche il decreto-legge 2 luglio 2007, n. 81, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2007, n. 127) non consente di fatto di ridurre la pressione fiscale arrivata al 43 per cento, il che penalizza le famiglie e le imprese,
impegna il Governo
a rivedere, per il futuro, la propria politica finanziaria, ponendo un freno sostanziale alla dinamica della spesa corrente e riducendo la pressione fiscale.
9/3256/363. Fratta Pasini, Bernardo, Di Centa, Fedele, Franzoso, Lazzari, Milanato, Luciano Rossi, Valducci, Alfredo Vito, Verro.
La Camera,
premesso che:
il provvedimento in esame non contiene alcun accenno ad un'incentivazione delle politiche attive per il lavoro;
la spesa nel nostro Paese al riguardo rimane fra le più basse in Europa e il Governo in carica non sembra voler invertire questo trend;
se l'obiettivo del Governo è quello di procedere sulla strada della modernizzazione del mercato del lavoro, intrapresa nella scorsa legislatura, è necessario passare dalle politiche passive del lavoro (cassa integrazione ordinaria e straordinaria, mobilità) alle politiche attive (volte a garantire un reddito, ma anche formazione e reimpiego dei lavoratori momentaneamente disoccupati o inoccupati),
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di destinare alle politiche attive del lavoro una parte delle risorse che oggi sono impiegate nelle politiche passive.
9/3256/364. Galli, Fabbri, Baldelli, Giacomoni, Mistrello Destro, Pelino, Prestigiacomo, Rosso, Sartori.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 2, comma 470, del disegno di legge in esame istituisce un Fondo con una dotazione di 20 milioni di euro finalizzato allo sviluppo di un Piano contro la violenza alle donne;
tale previsione appare alquanto indeterminata e fumosa dal momento che la violenza contro le donne è una realtà
drammatica purtroppo presente nelle pieghe più nascoste della nostra società;
a questo problema deve essere data una risposta con strumenti concreti e riconoscibili,
impegna il Governo
a non ammettere ai benefici previsti dalla legge 26 luglio 1975, n, 354 (cosiddetta «legge Gozzini»), i condannati per i delitti di violenza di cui ai seguenti articoli del codice penale: 600 (riduzione o mantenimento in schiavitù), 600-bis (prostituzione minorile), 600-ter (pornografia minorile), 600-quinquies (iniziative turistiche volte allo sfruttamento della prostituzione minorile), 601 (tratta di persone), 602 (acquisto e alienazione di schiavi), 609-bis (violenza sessuale) e 609-octies (violenza sessuale di gruppo).
9/3256/365. Gardini, Di Virgilio, Baiamonte, Bocciardo, Ceccacci Rubino, Crimi, Mazzaracchio, Moroni, Palumbo.
La Camera,
premesso che:
il provvedimento in esame prevede nuovamente la stabilizzazione dei cosiddetti «precari» nelle pubbliche amministrazioni;
il comma 93 dell'articolo 3 apporta modifiche al testo licenziato dalla Commissione bilancio tali da prefigurare perfino un ampliamento della platea interessata dalla norma,
impegna il Governo
al potenziamento del Dipartimento della funzione pubblica al fine di monitorare le procedure concorsuali e selettive, in modo da garantire i vincitori di concorsi, e valutare l'impatto organizzativo ed economico, e l'eventuale contenzioso, che tali stabilizzazioni produrranno sul sistema pubblico.
9/3256/366. Giacomoni, Baldelli, Giudice, Fabbri, Galli, Mistrello Destro, Pelino, Prestigiacomo, Rosso, Santori.
La Camera,
premesso che:
il disegno di legge in esame prevede disposizioni in materia di rilancio dei programmi per le infrastrutture;
nel 2005, il giorno 19 luglio, è stato inaugurato il raddoppio ferroviario sulla tratta Bergamo-Treviglio e vi è l'esigenza fondamentale, avvertita dalle istituzioni locali, di raccordare, all'altezza della stazione di Treviglio, i due binari della tratta Bergamo-Treviglio con i due nuovi binari della futura tratta ad alta velocità Milano-Venezia;
la mancanza di tale struttura rischia di rendere inutili i benefici avuti con il raddoppio ferroviario tra Bergamo e Treviglio e del quadruplicamento tra Treviglio e Milano;
è necessario, altresì, considerare che la provincia di Bergamo è la decima, in Italia, per densità della popolazione e nelle stazioni ferroviarie di medie dimensioni, Bergamo risulta essere al quinto posto per quanto riguarda il trasporto dei passeggeri, in particolare dei pendolari, e, secondo i dati forniti da Cento Stazioni, nella stazione di Bergamo il traffico annuo risulta di dieci milioni e trecentomila passeggeri, pari a ventottomila viaggiatori giornalieri,
impegna il Governo
a completare il raddoppio ferroviario della tratta Bergamo-Treviglio stanziando i fondi necessari alla realizzazione dell'opera citata in premessa, che è considerata
di fondamentale importanza e di necessità improrogabile per lo sviluppo della zona.
9/3256/367. Jannone, Gregorio Fontana.
La Camera
premesso che:
la class action è un'azione legale di risarcimento collettivo per i consumatori di origine inglese e diffuso principalmente nei Paesi del common-law, nata dall'esigenza di tutelare i diritti dei consumatori nei confronti delle aziende, sopratutto multinazionali;
il disegno di legge finanziaria in esame la introduce affrettatamente nel nostro ordinamento, nonostante il Parlamento fosse già impegnato, presso la Commissione giustizia della Camera, a discutere compiutamente un provvedimento ad hoc;
nel dibattito parlamentare era già emersa l'esigenza di trovare dei correttivi al sistema che rendessero applicabile e adattabile l'istituto alle particolari condizioni economiche, giudiziarie ed ambientali del nostro Paese;
la disciplina, prevista dal disegno di legge in esame, non chiarendo i limiti temporali per far valere l'azione risarcitoria, rischia di dar vita ad un «eccesso di tutela», che potrebbe turbare fortemente l'equilibrio economico finanziario di non poche aziende,
impegna il Governo:
a monitorare, durante il semestre di vacatio che decorre dall'approvazione della legge, l'impatto col sistema socio-economico dell'applicazione della class action, anche attraverso commissioni di indagine che prevedano la presenza delle parti interessate;
ad introdurre i necessari correttivi legislativi, anche facendo ricorso a provvedimenti d'urgenza, al fine di precisare, anche in via d'interpretazione autentica, che la class action può essere esercitata esclusivamente in riferimento a fatti, atti, rapporti plurioffensivi e controversie, insorti successivamente alla data di entrata in vigore della legge istitutiva.
9/3256/368. Laurini, Pecorella, Armani, Germontani, Luciano Rossi.
La Camera,
premesso che,
il comma 225 dell'articolo 1 del disegno di legge in esame dispone l'abrogazione del comma 6 dell'articolo 52 del decreto legislativo 15 dicembre 1997, n. 446, il quale prevede che «la riscossione coattiva dei tributi e delle altre entrate di spettanza delle province e dei comuni viene effettuata con la procedura di cui al decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 602 , se affidata ai concessionari del servizio di riscossione di cui al decreto del Presidente della Repubblica 28 gennaio 1988, n. 43 , ovvero con quella indicata dal regio decreto 14 aprile 1910, n. 639, se svolta in proprio dall'ente locale o affidata agli altri soggetti menzionati alla lettera b) del comma 4»;
le correzioni apportate, tuttavia, anche per effetto della stratificazione degli interventi modificativi apportati al testo in Senato, non risultano coordinate con l'assetto normativo di riferimento, in quanto sembrerebbero sopprimere ogni possibilità di più efficiente riscossione delle entrate degli enti pubblici diversi dallo Stato, con grave pregiudizio per le ragioni soprattutto degli enti locali;
la soppressione di tale disposizione sarebbe stata coerente qualora i successivi interventi operati nel contesto dei lavori parlamentari non avessero modificato il quadro originario del disegno di legge presentato dal Governo;
la mancata discussione presso la Camera dei deputati, a seguito della proposizione della questione di fiducia da parte del Governo, non ha consentito di
individuare ed analizzare analiticamente le gravi e pregiudizievoli conseguenze derivanti da un mero difetto di coordinamento tale che, dal primo gennaio 2008, non permetterebbe agli enti pubblici diversi da quelli statali di riscuotere le loro entrare con i più snelli strumenti attualmente esistenti; si tratta, in particolare della procedura esattoriale e di quella (sostanzialmente analoga, negli effetti ultimi) offerta dal regio decreto n. 639 del 1910, imponendo invece il ricorso al mezzi di riscossione dell'ordinario diritto civile, con conseguenti effetti negativi anche di carattere patrimoniale;
l'abrogazione della disposizione di cui al comma 6 dell'articolo 52 del decreto legislativo 15 dicembre 1997, n. 446, è irragionevole, tant'è che ha già suscitato la forte presa di posizione dell'ANCI e delle altre organizzazioni maggiormente rappresentative, anche perché, qualora la volontà del legislatore nazionale fosse stata quella che sembrerebbe essersi concretizzata con la disposizione in esame, sarebbe stato necessario quantomeno prevedere le opportune forme di copertura finanziaria a favore delle autonomie locali, improvvisamente private degli strumenti essenziali per garantire il mantenimento dei servizi erogati alla collettività, che, in presenza di un brusco calo delle entrate proprie, dovrebbero o finanziarsi altrimenti, o ridurre le proprie prestazioni, in ogni caso con nuovi e non coperti oneri finanziari,
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di svolgere un monitoraggio applicativo che consenta il superamento degli effetti della disposizione in esame e ad adottare ogni provvedimento attuativo ed interpretativo diretto a prevedere che la riscossione delle entrate delle autonomie locali continui attraverso gli strumenti giuridici attualmente in essere in modo da assicurare l'efficacia, l'efficienza e l'economicità dell'azione amministrativa.
9/3256/369. (Testo modificato nel corso della seduta)Leone, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Marras, Ravetto, Verro, Zorzato.
La Camera,
premesso che,
l'articolo 2, comma 46, del disegno di legge in esame prevede un'anticipazione finanziaria, nei limiti di un ammontare non superiore a 9.100 milioni di euro, da parte dello Stato in favore di quelle regioni che hanno registrato disavanzi in materia sanitaria e che si siano impegnate nel risanamento strutturale dei relativi servizi sanitari anche attraverso l'estinzione dei debiti contratti sui mercati finanziari e dei debiti commerciali;
nel corso degli ultimi mesi sono state numerose le misure varate in favore delle regioni che hanno registrato disavanzi di gestione in materia sanitaria, le quali hanno beneficiato dell'assegnazione di ingenti risorse;
l'articolo 1, comma 796, lettera b), della legge 27 dicembre 2006, n. 296 (legge finanziaria per il 2007) ha stabilito l'istituzione di un fondo transitorio (1.000 milioni di euro nel 2007, 850 milioni di euro nel 2008, 700 milioni di euro nel 2009) destinato alle regioni nelle quali si è registrato un elevato disavanzo nel settore sanitario, prevedendo il concorso straordinario dello Stato nel ripiano dei disavanzi strutturali dei servizi sanitari regionali a condizione che le regioni interessate avessero assolto ad alcuni adempimenti;
con decreto ministeriale del 23 aprile 2007, anche le risorse stabilite nel citato fondo sono state assegnate alle regioni nelle quali si è registrato un elevato disavanzo sanitario;
lo stanziamento delle risorse destinate al ripiano degli sfondamenti della spesa sanitaria di regioni che hanno mal
gestito quanto a loro disposizione, ha di fatto penalizzato le regioni che con difficoltà si sono mantenute nei limiti previsti dal fondo sanitario nazionale secondo gli accordi Stato-regioni,
impegna il Governo
in sede di ripartizione della somma prevista dal comma 46 dell'articolo 2, a valutare la possibilità di considerare beneficiari anche quelle regioni che, pur avendo rispettato il patto di stabilità previsto dagli accordi Stato-regioni, configurino allo stato attuale condizioni di disavanzo regionale nel comparto sanitario.
9/3256/370. Mazzaracchio, Di Virgilio, Baiamonte, Bocciardo, Ceccacci Rubino, Crimi, Gardini, Moroni, Palumbo.
La Camera,
impegna il Governo:
a) porre un freno drastico alla dinamica della spesa corrente;
b) ridurre la pressione fiscale sui cittadini e sulle imprese;
c) aumentare le spese in conto capitale per investimenti in infrastrutture, specie nel Mezzogiorno.
9/3256/371. (Testo modificato nel corso della seduta)Milanato, Bernardo, Di Centa, Fedele, Franzoso, Fratta Pasini, Lazzari, Luciano Rossi, Valducci, Alfredo Vito.
La Camera,
premesso che,
le commissioni o comitati, comunque denominati o collocati, per l'assegnazione di prestazioni di invalidità o inabilità annoverano fra i loro componenti, ove previsto, i rappresentanti delle categorie di invalidi,
impegna il Governo
qualora il soggetto richiedente la prestazione previdenziale sia affetto da malattia rara, a prevedere che le commissioni o i comitati per le assegnazioni delle prestazioni siano integrati da un rappresentante dell'associazione relativa a tale patologia rara o da un medico da essa delegato o da un rappresentante di federazioni di associazioni di malattie rare o da un medico da esse designato.
9/3256/372. Mistrello Destro, Fabbri, Baldelli, Galli, Giacomoni, Pelino, Prestigiacomo, Rosso, Santori.
La Camera,
premesso che,
l'articolo 1, comma 796, lettera o), della legge 27 dicembre 2006, n. 269, relativamente all'attività di specialistica ambulatoriale prevede solo per i laboratori privati, l'applicazione di uno sconto del 2 per cento sulle prestazioni generali specialistiche e del 20 per cento sulla diagnostica di laboratorio;
tale disposizione ha dato luogo a un cospicuo contenzioso ed ha subito la bocciatura da parte di numerosi Tribunali amministrativi regionali, tra cui il Tar Puglia, sezione di Lecce, e il Tar Lazio i quali hanno rilevato che la previsione di uno sconto sull'attività di specialistica ambulatoriale applicato solo ai laboratori privati rappresenta una discriminazione nonché un vero e proprio abuso;
in seguito alla pronuncia della magistratura amministrativa si è determinata l'invalidazione dei deliberati relativi ai tariffari e, conseguentemente, di quelli relativi all'applicazione degli sconti previsti nell'area del privato con gravi ripercussioni sulle prestazioni sanitarie ai cittadini,
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di intervenire in materia con misure che non risultino penalizzanti per il settore privato, anche al fine di evitare che siano i cittadini a fare
le spese della situazione di incertezza determinata dai ricorsi alla magistratura amministrativa e dalle relative pronunce.
9/3256/373. Moroni, Di Virgilio, Baiamonte, Bocciardo, Ceccacci Rubino, Crimi, Gardini, Mazzaracchio, Palumbo.
La Camera,
premesso che,
dopo più di cinque anni di negoziati i capi di Stato e di Governo dei ventisette Stati membri dell'Unione europea hanno firmato a Lisbona il nuovo Trattato che riforma le istituzioni europee adeguandole a un' Unione allargata a ventisette Paesi;
il testo, già approvato formalmente dai Ventisette lo scorso ottobre, dovrebbe contribuire a superare una volta per tutte lo stallo creato dai «no» francese e olandese alla costituzione dell'Unione europea nel 2005 e consentire all'Europa allargata di funzionare con maggiore efficacia;
la speranza è di arrivare alla sua approvazione definitiva entro il 2009, anno in cui ci saranno anche le elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo;
il testo verrà sottoposto alla ratifica dei Parlamenti nazionali, tranne che in Irlanda dove sarà oggetto di referendum;
secondo il Ministro dell'interno Amato il testo, firmato per l'Italia dal Premier Prodi, è stato reso «illeggibile» anche per mascherare tutte le concessioni che sono state fatte ai Paesi euroscettici,
impegna il Governo
a chiarire tempestivamente, in vista della ratifica da parte del Parlamento del testo del nuovo Trattato dell'Unione europea, questo problema di natura politica che si è creato nella sua stessa maggioranza e che si ripercuote sulla credibilità dell'Italia in ambito comunitario.
9/3256/374. Nan, Caligiuri, Nicola Cosentino, Iannarilli, Pili, Romagnoli, Stagno d'Alcontres, Tondo, Tremonti.
La Camera,
premesso che,
è obiettivo interesse sociale ed economico dell'Italia accrescere la diffusione della banda larga, in termini di copertura e di utilizzo, che nel Paese è a livelli molto bassi rispetto a quelli dei nostri partner (e concorrenti) europei;
in questo quadro, appare profondamente iniquo che agli utenti sia addebitato un identico canone di abbonamento, anche nel caso in cui, per scelte economiche e commerciali del fornitore, sia ridotto, qualitativamente o quantitativamente, lo standard dei servizi concretamente attivabili;
a questo fine, appare altresì controproducente che non siano previste agevolazioni IVA per una tecnologia come l'ADSL sempre più essenziale - e in prospettiva decisiva - per ogni attività professionale e di studio e per la piena realizzazione dell'e-government;
impegna il Governo:
ad adottare le opportune iniziative normative volte a:
introdurre modifiche al Codice delle comunicazioni elettroniche finalizzate a prevedere la possibilità da parte dell'Autorità per le comunicazioni di ridurre fino al 50 per cento il canone di abbonamento a favore degli utenti ai quali l'operatore non sia in grado di garantire l'accesso alla tecnologia ADSL per il collegamento a Internet;
modificare il cosiddetto Testo Unico Iva, per l'applicazione dell'IVA ridotta al 10 per cento per i servizi di
collegamento alla rete Internet con tecnologia ADSL.
9/3256/375. Palmieri, Adornato, Aprea, Bonaiuti, Carlucci, Garagnani, Lainati, Martuscello, Pescante.
La Camera,
premesso che,
la vigente normativa riconosce al lavoro svolto dal personale medico ed infermieristico di pronto soccorso il carattere di lavoro usurante, riconoscendo ad essi i relativi benefici previdenziali di cui al decreto legislativo 11 agosto 1993, n. 374;
una incomprensibile discriminazione è al riguardo perpetrata nei confronti del personale medico, ostetrico ed infermieristico di ostetricia e ginecologia che operano in pronto soccorso, al cui lavoro non viene riconosciuto il carattere di lavoro usurante,
impegna il Governo
ad estendere a tutto il personale del ruolo medico, compresi gli anestesisti, e dei profili professionali ostetrici ed infermieristici operanti in unità di terapia intensiva neonatale, in pronto soccorso ostetrico, in sala parto e in sala operatoria i benefici previsti dal decreto legislativo 11 agosto 1993, n. 374 e successive modificazioni, e i provvedimenti attuativi di quanto previsto dall'articolo 12 della legge 23 dicembre 1994, n. 724.
9/3256/376. Palumbo, Baiamonte, Di Virgilio, Bocciardo, Ceccacci Rubino, Crimi, Gardini, Mazzaracchio, Moroni.
La Camera,
premesso che,
l'articolo 105 non affronta in modo adeguato i problemi relativi ai soggetti con disabilità e questo nonostante la maggior parte delle misure presenti nel disegno di legge in esame siano finalizzate alla crescita della spesa,
impegna il Governo
ad attuare una politica per le persone con disabilità grave che sia concretamente a vantaggio questi soggetti.
9/3256/377. Paroli, Di Cagno Abbrescia, Fasolino, Germanà, Lupi, Mondello, Osvaldo Napoli, Stradella, Tortoli.
La Camera,
premesso che,
la situazione del Paese per quanto riguarda l'edilizia carceraria è ancora carente;
infatti, aumentano i detenuti e la popolazione carceraria è sopra la soglia dell'umana tollerabilità; quindi è necessario attuare una seria politica mirata alla costruzione di nuove carceri ed al riammodernamento di quelle già esistenti per consentire ai detenuti di non vivere in condizioni di precarietà,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte ad attuare una politica destinata alla costruzione di nuove carceri in modo da consentire al detenuto di vivere la propria condizione in modo non precario e, comunque, in ogni caso osservando il principio di umanizzazione della pena di cui all'articolo 27 della Costituzione.
9/3256/378. Mario Pepe.
La Camera,
premesso che:
è necessario promuovere lo sviluppo del trasporto pubblico locale con particolare attenzione alla riduzione dell'inquinamento per la tutela della salute dei cittadini;
l'articolo 2, comma 259, autorizza un contributo 10 milioni di euro per l'anno 2009 per la realizzazione della tramvia di Firenze;
il Comune di Firenze sta realizzando un sistema di linee tramviarie o di treno metropolitano di superficie, in parte finanziato dalla «legge obiettivo», e una di queste linee transiterebbe a meno di tre metri dal millenario Battistero di San Giovanni e dalla porta nord del Ghiberti, e a pochissimi metri dal Duomo di Santa Maria del Fiore, dal Palazzo Medici Riccardi di Michelozzo e dal Convento di San Marco con gli affreschi del Beato Angelico;
il centro storico di Firenze è inserito nei siti Unesco considerati «patrimonio dell'umanità» e l'articolo 9 della Costituzione afferma che la Repubblica tutela il patrimonio storico artistico della nazione;
appare quindi imprescindibile salvaguardare la stabilità e l'incolumità dei monumenti sopra descritti dalle vibrazioni prodotte dal passaggio di un treno metropolitano lungo 32 metri e dal peso di 40 tonnellate e che nel primo sottosuolo dell'area interessata sono documentati manufatti romani fondamentali per la storia cittadina quali il decimanus maximus e la porta praetoria che andrebbero perduti per sempre sotto una colata di cemento;
impegna il Governo
a monitorare l'attuazione della norma citata in premessa allo scopo di adottare, in base alle prerogative di tutela del patrimonio storico ed artistico previste dalla Costituzione e fatta salva la necessità di pronta pedonalizzazione della zona del Duomo e la conseguente chiusura al traffico privato e pubblico, le opportune iniziative volte a sospendere i lavori previsti nell'area del Battistero e del Duomo di Firenze e poter quindi valutare la possibilità di identificare un percorso alternativo per il passaggio treno metropolitano.
9/3256/379. Picchi, Paoletti Tangheroni, Tortoli.
La Camera,
premesso che,
il disegno di legge finanziaria per il 2008 contiene disposizioni finanziarie e fiscali;
è indispensabile avviare una politica di contenimento della spesa pubblica e contemporaneamente attivare risorse per il rilancio economico ed occupazionale del Paese;
è, infatti, fondamentale per il Paese rilanciare i consumi e diminuire la pressione fiscale che ha raggiunto livelli allarmanti;
impegna il Governo
ad attivarsi per ridurre la pressione fiscale che grava sui cittadini e a praticare, al contempo, una seria politica di salvaguardia dei salari soprattutto quella dei ceti più svantaggiati della popolazione.
9/3256/380. Germanà.
La Camera,
premesso che,
la maggior parte delle misure contenute nel disegno di legge in esame sono finalizzate alla crescita della spesa;
in teoria questo dovrebbe avere un significato decisamente positivo per i cittadini in termini di maggiori servizi e, dunque, di una risposta più attenta alle loro esigenze;
tuttavia, nel provvedimento in esame non ci sono misure rispondenti alle istanze provenienti dalle famiglie italiane e, in particolare, viene trascurato un grave problema qual è quello relativo del declino della natalità;
a questo proposito nella precedente legislatura era stato introdotto il cosiddetto «bonus bebè» che l'attuale Governo, non ha, in maniera miope, provveduto a riproporre,;
impegna il Governo
ad adottare ulteriori iniziative volte a reintrodurre, per il triennio 2008-2010, l'erogazione di un assegno di 1.000 euro per ogni figlio nato o adottato alle donne residenti, cittadine italiane o comunitarie, con un limite di reddito del nucleo familiare pari a 70 mila euro di reddito annuo.
9/3256/381. Prestigiacomo, Baldelli, Fabbri, Galli, Giacomoni, Mistrello Destro, Pelino, Rosso, Santori.
La Camera,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte a inserire tra le agevolazioni tributarie l'abolizione dell'imposta sostitutiva per i finanziamenti relativi all'acquisto della prima casa di abitazione e delle relative pertinenze, nonché a modificare la normativa di disciplina dell'imposta di bollo che preveda l'inserimento fra gli atti esenti dei contratti di mutuo per l'acquisto della prima casa.
9/3256/382. (Testo modificato nel corso della seduta)Ravetto, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Leone, Marras, Verro, Zorzato.
La Camera,
impegna il Governo:
a valutare l'opportunità di riconsiderare attentamente la decisione, fortemente penalizzante per la Sicilia e il Sud Italia, dell'abbandono della realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina e ad adottare ulteriori iniziative volte:
ad aumentare gli stanziamenti diretti a potenziare le piattaforme logistiche sulle sponde calabrese e siciliana al fine di migliorare l'intermodalità del trasporto sullo Stretto di Messina e la sicurezza della navigazione in tale tratto di mare;
ad incrementare gli stanziamenti per i lavori di ammodernamento dell'autostrada Salerno-Reggio Calabria.
9/3256/383. (Testo modificato nel corso della seduta)Ricevuto, Germanà, Stagno d'Alcontres.
La Camera,
premesso che:
nel provvedimento in esame mancano misure relative alla realizzazione delle reti di trasporto transeuropee (corridoi europei);
la realizzazione di tali opere, ed in particolare del Corridoio 5, aprirebbe per l'Italia prospettive di sviluppo importanti;
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di adottare ulteriori iniziative volte a reperire le risorse per la realizzazione del tratto italiano del Corridoio 5.
9/3256/384. Romagnoli, Caligiuri, Nicola Cosentino, Iannarilli, Nan, Pili, Stagno d'Alcontres, Tondo, Tremonti.
La Camera,
premesso che,
con l'articolo 4 del decreto-legge 14 novembre 2003, n. 314, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 dicembre 2003, n. 368, sono state introdotte misure di compensazione territoriale per i comuni che ospitano centrali nucleari e impianti del ciclo del combustibile nucleare, fino al definitivo smantellamento degli impianti
successivamente questo gettito è stato acquisito per il 70 per cento allo Stato, per motivi di finanza pubblica;
il disegno di legge in esame prevede, al comma 568 dell'articolo 2, l'estensione dell' applicazione delle disposizioni richiamate anche ai comuni confinanti,
qualora situati in province diverse e nel raggio massimo di 10 chilometri dall'impianto medesimo.
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte a dare piena attuazione al disposto dell'articolo 4 del decreto-legge 14 novembre 2003, n. 314, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 dicembre 2003, n. 368 in materia di misure di compensazione per i territori sede di centrali nucleari.
9/3256/385. Rosso, Zanetta, Baldelli, Fabbri, Galli, Giacomoni, Mistrello Destro, Pelino, Prestigiacomo, Santori.
La Camera,
impegna il Governo:
al fine di garantire la sicurezza dei cittadini e il pieno svolgimento dei compiti istituzionali delle forze dell'ordine, ad adottare ulteriori iniziative, anche normative, volte:
a) a finanziare adeguatamente il patto per la sicurezza siglato con le organizzazioni sindacali;
b) ad assicurare il suddetto patto in termini normativi e il riconoscimento della specificità di funzione;
c) a realizzare il riordino delle carriere.
9/3256/386. (Testo modificato nel corso della seduta)Santelli, Bertolini, Biancofiore, Boscetto, Bruno, Carfagna, Cicchitto, Fitto, La Loggia, Verdini.
La Camera,
premesso che,
l'attuazione della direttiva 91/676/CEE, cosiddetta «direttiva nitrati», implica forti investimenti da parte delle aziende agricole per rispettare i limiti imposti, tra cui l'adeguamento degli impianti;
risulta opportuno sostenere le imprese zootecniche nell'adozione delle scelte tecnologiche necessarie per adeguare i processi produttivi ai vincoli derivanti dalla normativa comunitaria in materia di rischio di inquinamento da nitrati delle acque e per favorire il trattamento degli effluenti zootecnici, anche a fini agronomici, energetici o calorici, tali da contenere, per ciascuna azienda, il carico di azoto per ettaro, nei limiti prescritti dalla citata direttiva 91/676/CEE,
impegna il Governo:
a valutare l'opportunità di adottare ulteriori iniziative normative volte ad istituire, nel rispetto del regime comunitario sugli aiuti di Stato, un fondo, eventualmente presso il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, per l'adeguamento dei processi produttivi delle aziende agricole alla direttiva 81/676/CEE, relativa alla protezione delle acque da inquinamento provocato dai nitrati provenienti dalle produzioni agricole;
a promuovere, d'intesa con le Regioni, azioni fondate sulla concessione di incentivi per la realizzazione di impianti finalizzati al trattamento dei reflui.
9/3256/387. Santori.
La Camera,
premesso che,
nel corso del 2007 un extra gettito di oltre quindici miliardi di euro è stato disperso in mille rivoli senza nessuna utilità per l'economia del Paese;
impegna il Governo
qualora nel corso del 2008 dovessero emergere extragettiti tributari, a valutare la possibilità di destinare una quota delle
risorse alla riduzione del prelievo fiscale per tutti i lavoratori non solo dipendenti.
9/3256/388. Testoni, Aracu, Campa, Cesaro, Floresta, Pizzolante, Romani, Sanza, Uggè, Zanetta, Fallica, Bernardo.
La Camera,
premesso che,
il disegno di legge finanziaria in esame prevede norme di natura finanziaria e fiscale che non risolvono affatto i problemi economici del nostro Paese;
appare fondamentale attuare politiche di contenimento della spesa pubblica e di riduzione della pressione fiscale che ha raggiunto livelli elevatissimi e penalizza fortemente i ceti medi
della nostra popolazione;
in particolare, è necessario sostenere la domanda interna ed alleggerire la pressione fiscale sulle imprese;
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte ad attuare il contenimento della spesa corrente in modo da ridurre la pressione fiscale e liberare risorse per il rilancio dell'economia del nostro Paese.
9/3256/389. Tondo.
La Camera,
premesso che,
la recente protesta degli autotrasportatori, che dal 10 al 12 dicembre scorso ha sconvolto l'attività economica italiana, ha provocato anche l'esaurimento delle scorte nei distributori di carburante e delle merci nei negozi e nei supermercati;
nella riunione avuta con le associazioni degli autotrasportatori il 12 dicembre 2007 il Governo ha assunto una serie di impegni per lo sviluppo dell'autotrasporto;
il documento consegnato dal Governo alle associazioni di categoria è solo un documento per titoli, privo di date certe,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte a trasformare gli impegni presi con la categoria degli autotrasportatori in provvedimenti concreti entro il più breve tempo possibile.
9/3256/390. Uggè, Leone, Armani.
La Camera,
premesso che:
il disegno di legge Finanziaria per il 2008 peggiora sia l'indebitamento netto della pubblica amministrazione sia l'obiettivo di riduzione dello stock del debito pubblico, il che rappresenta una connotazione fortemente negativa che conferma la tendenza di questo Governo a dissipare fino in fondo le entrate tributarie aggiuntive rispetto alle previsioni iniziali che si stanno determinando, facendo perdere cosi al Paese un'occasione storica di accelerazione del piano di risanamento della finanza pubblica;
non viene posto alcun freno alla dinamica della spesa pubblica corrente che viaggia su tassi superiori all'aumento corrente del P.I.L.;
viene penalizzato il Sud con l'eliminazione del credito d'imposta per gli investimenti nel mezzogiorno,
impegna il Governo
a riconsiderare a fondo la propria politica finanziaria e di bilancio utilizzando le risorse aggiuntive per ridurre il debito pubblico e per ridurre la pressione fiscale
ormai insostenibile ed a reintrodurre il credito d'imposta per gli investimenti nel mezzogiorno.
9/3256/391. Elio Vito, Azzolini, Boniver, Martino, Paoletti Tangheroni, Picchi, Rivolta, Scajola, Valentini.
La Camera,
premesso che:
nella parte relativa allo sviluppo della montagna e delle isole minori il Governo ha provveduto al rifinanziamento del Fondo per le aree svantaggiate confinanti con le regioni a statuto speciale di cui al comma 7 dell'articolo 6 del decreto-legge 2 luglio 2007, n. 81, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2007, n. 127, istituito per ovviare alle maggiori capacità di sostenere lo sviluppo delle imprese e il sostegno ai cittadini di cui dispongono le Regioni a Statuto speciale, rispetto alle limitrofe regioni a statuto ordinario;
in analoga situazione versano i comuni collocati in aree del territorio nazionale confinanti con la Svizzera, area più dotata finanziariamente e dunque con maggiore attrattiva sotto il profilo dell'offerta economica, culturale e turistica, rispetto ad identiche zone al di là del confine,
impegna il Governo
a valutare la possibilità di estendere l'applicazione del Fondo per le aree svantaggiate confinanti con le regioni a statuto speciale, anche alle aree confinanti con la Svizzera o a istituire un Fondo autonomo destinato allo sviluppo economico, turistico e sociale di tali aree.
9/3256/392. Zanetta, Aracu, Campa, Cesaro, Floresta, Pizzolante, Romani, Sanza, Testoni, Uggè.
La Camera,
premesso che:
con il comma 133 dell'articolo 1 è si prevista l'esclusione del canone RAI per gli anziani ultrasettantacinquenni a basso reddito;
detta sconcerto la sanzione prevista per la violazione dei criteri di accesso all'agevolazione, che è pari ad una somma tra 500 e 2.000 euro per ogni annualità assolutamente spropositata rispetto alla capacità economiche dei soggetti interessati; un anziano che abbia un reddito di 517 euro per tredici mesi, invece che di 516,46 euro potrebbe perdere da 1 a 4 mensilità del proprio reddito per un errore di 54 centesimi di euro;
impegna il Governo
in sede di emanazione del decreto attuativo a valutare le numerose implicazioni problematiche della citata previsione, al fine di non indurre ulteriore sconcerto nei cittadini e sollevare reazioni da parte degli utenti.
9/3256/393. Zorzato, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Leone, Marras, Ravetto, Verro.
La Camera,
premesso che:
la questione della continuità territoriale, che prevede misure di sostegno in favore delle aree più remote dell'Unione Europea per riequilibrare il differenziale economico dato dalla distanza dai mercati, fa parte dello Statuto stesso della UE;
la decisione, adottata con la Finanziaria per il 2007, di demandare la gestione ed il reperimento delle risorse per la continuità territoriale della Sardegna direttamente alla regione solleva perplessità in merito all'applicazione di una norma che la Comunità vuole di interesse nazionale;
impegna il Governo
a monitorare l'applicazione della continuità territoriale della Sardegna e ad individuare le risorse necessarie per sostenerla, prevedendone altresì l'estensione alle merci prodotte sull'isola prevedendo un contributo alle spese di trasporto ferroviario, marittimo e aereo delle merci stesse.
9/3256/394. Marras, Cossiga, Satta.
La Camera,
impegna il Governo
a introdurre con urgenza la tassazione separata dei redditi di locazione, finanziandola con le risorse derivanti da un provvedimento di riemersione dei fitti cosiddetti «in nero».
9/3256/395. (Testo modificato nel corso della seduta)Armosino.
La Camera,
premesso che:
il disegno di legge finanziaria per il 2008 ha previsto un modico contributo decennale di 5 milioni di euro a decorrere dall'anno 2008 a favore dei comuni della Campania e Basilicata colpiti dagli eventi sismici negli anni 1980/81/82, a fronte di un superiore fabbisogno per un importo pari a complessive 75 milioni di euro nel triennio 2008/2010;
era altresì stato richiesto considerare nei riparti dei finanziamenti per gli eventi sismici anche quello verificatosi nel 31 marzo 1982 e che colpì 43 comuni della Campania, Basilicata e Calabria (Ord. della Protezione civile n. 933) individuati con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 30 aprile 1982, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale 5 maggio 1982, n. 121;
numerosi abitanti dei predetti comuni attendono da oltre 21 anni (nel 1986 furono presentate le domande di contributo) l'erogazione dei contributi per il ripristino dell'agibilità delle proprie abitazioni, e per l'adeguamento antisismico;
impegna il Governo
a considerare la possibilità di assumere iniziative normative volte a ricomprendere nei riparti delle risorse stanziate dalle leggi Finanziarie per il 2007 e il 2008 relative ai terremoti degli anni 1980-1982, anche i Comuni individuate con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 30 aprile 1982, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale 5 maggio 1982, n. 121.
9/3256/396. Brusco, Ponzo.
La Camera,
premesso che:
la legge Finanziaria stanzia 350 milioni di euro per la viabilità secondaria della regione Sicilia, sulla base di esigenze già prospettate;
tali finanziamenti sembrano escludere il completamento dell'anello autostradale siciliano e la messa in sicurezza della statale 115 sud occidentale sicula;
impegna il Governo
ad individuare idonee risorse per l'esecuzione del progetto di massima dell'autostrada Gela-Castelvetrano, nell'ottica del completamento dell'anello autostradale siciliano, nonché per la messa in sicurezza della strada statale 115 sud occidentale sicula con particolare riferimento alla tratta Siculiana-Agrigento e Licata-Gela.
9/3256/397. Marinello, Fallica, Li Causi.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 2, comma 78, della Finanziaria in discussione alla Camera è finalizzato al riconoscimento della causa di servizio e di adeguati indennizzi a tutta una serie di soggetti che abbiano contratto
infermità o patologie tumorali connesse all'esposizione e all'utilizzo di proiettili all'uranio impoverito;
nel testo, anche se il riferimento non è esplicito, ci sono tra i soggetti interessati anche le popolazioni residenti nelle zone adiacenti le basi militari sul territorio nazionale,
impegna il Governo
nell'applicazione autentica della norma ad includere anche le popolazioni residenti nelle zone adiacenti le basi militari sul territorio nazionale.
9/3256/398. De Zulueta, Zanella, Duranti, Deiana, D'Ippolito Vitale.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 53 della Costituzione impone a tutti di concorrere alle spese pubbliche in ragione della propria capacità contributiva;
l'articolo 81 del Trattato sull'Unione europea e del Trattato che istituisce la Comunità europea stabilisce il divieto di aiuti di Stato alle imprese, sotto qualsiasi forma, che favorendone talune falsino o minaccino di falsare la concorrenza;
una consolidata giurisprudenza della Corte di giustizia UE, ad esempio la sentenza n. 102 del 1987 e la sentenza 298 del 2000, in particolare il punto 49 della stessa, chiarisce che la normativa in materia di aiuti di Stato si applica a qualsiasi soggetto che eserciti un'attività commerciale, indipendentemente dalla natura no-profit o meno di tale soggetto, avallando con ciò l'orientamento consolidato della Commissione dell'Unione europea nell'esercizio dei poteri di controllo sugli aiuti di Stato che le sono attribuiti dall'articolo 88 del Trattato sull'europea e del Trattato che istituisce la Comunità europea;
il requisito per il ripristino di condizioni minime di equità e parità di trattamento è la netta esclusione di qualsiasi beneficio o privilegio fiscale per le attività che abbiano natura commerciale, anche se non in via esclusiva, e qualsiasi sia il settore in cui operano, ripristinando cosi il criterio di rilievo costituzionale di corretta relazione tra articolazione del prelievo e capacità contributiva;
impegna il Governo
ad abrogare ogni norma che preveda esenzioni o riduzioni fiscali e tributarie a favore di qualsiasi soggetto svolgente un'attività commerciale, ancorché il fine di lucro non connoti in modo principale l'attività della persona giuridica beneficiaria dell'esenzione o della riduzione stessa. In particolare ad abrogare la normativa che consente l'esenzione ICI, la riduzione dell'IRES, dell'IRAP e di qualsiasi fiscalità in genere.
9/3256/399.Turco.
La Camera,
premesso che:
il provvedimento in esame prevede, all'articolo 2, comma 242, una disposizione per assicurare la continuità territoriale da e per Reggio Calabria e da e per l'isola d'Elba;
impegna il Governo
ad assumere iniziative, anche normative, per garantire la continuità territoriale da e per i capoluoghi di provincia della Sicilia e della Sardegna.
9/3256/400. Neri, Minardo, Oliva, Lo Monte, Rao, Reina, Satta.
La Camera,
premesso che:
il provvedimento in esame prevede, all'articolo 2, comma 569 e seguenti, modifiche
alla norma della legge Finanziaria 2007 che prevedeva l'istituzione di Zone Franche Urbane;
il deficit infrastrutturale delle regioni del Mezzogiorno costituisce uno dei principali ostacoli allo sviluppo economico;
impegna il Governo
a prevedere per le aree svantaggiate del Mezzogiorno forme di fiscalità vantaggiose che possano compensare l'endemica carenza di infrastrutture.
9/3256/401. Lo Monte, Minardo, Oliva, Neri, Rao, Reina.
La Camera,
impegna il Governo
ad adottare ulteriori iniziative volte ad individuare con urgenza le risorse per il finanziamento del sistema produttivo e/o economico delle regioni del Mezzogiorno.
9/3256/402. (Testo modificato nel corso della seduta)Oliva, Neri, Minardo, Lo Monte, Rao, Reina.
La Camera,
premesso che:
il provvedimento in esame prevede, all'articolo 2, comma 329 e seguenti, nonne che hanno la finalità di favorire, tra l'altro, il «controllo e la riduzione delle emissioni inquinanti e climalteranti»;
in base agli atti di inchieste giudiziarie, gli impianti industriali dove si utilizza il coke da petrolio, come quello di Gela, rappresentano la causa di malattie gravissime per la popolazione residente, considerato che le percentuali di tumori e di malformazioni prenatali tra la popolazione residente sono enormemente più alte rispetto al normale;
il primo passo obbligato verso la riduzione delle emissioni inquinanti deve riguardare gli impianti petrolchimici all'interno dei quali viene utilizzato il pet coke;
impegna il Governo
ad adottare ulteriori iniziative normative volte a consentire l'uso del coke da petrolio nel luogo di produzione solo se sottoposto a gassificazione mediante tecnologia IGCC (integrated Gasication Combined Cycle).
9/3256/403. Reina, Oliva, Minardo, Lo Monte, Neri, Rao.
La Camera,
premesso che:
il provvedimento in esame prevede numerose norme in favore di manifestazioni ed eventi culturali;
talune di queste iniziative mirano a valorizzare la figura di personaggi che per la loro opera (nella musica, nella letteratura e nell'arte) rappresentano un motivo di orgoglio per l'Italia;
recentemente, importanti rappresentanti delle Istituzioni hanno reso pubblicamente omaggio a Danilo Dolci, importante poeta;
Dolci ha scelto di vivere e dispiegare il suo impegno civile nel comune di Partinico, in provincia di Palermo, ma attualmente non esiste fina fondazione a lui intitolata, che possa testimoniare la sua opera e la sua azione;
impegna il Governo
a valorizzare la figura di Danilo Dolci, valutando l'opportunità di finanziare l'istituzione di una fondazione a lui intitolata nel comune dove ha maggiormente vissuto e operato.
9/3256/404. Rao.
La Camera,
premesso che:
nella finanziaria 2008 è già previsto un finanziamento di 20 milioni di euro per lo sviluppo di un piano contro la violenza alle donne;
tale finanziamento è in linea con la volontà espressa dall'attuale governo e dalla sua maggioranza di attuare politiche specifiche a tutela delle donne vittime di violenze;
nonostante ciò, se si vuole attivare seriamente un piano nazionale antiviolenza, ramificato anche a livello locale, che veda al suo interno corsi di formazione e preparazione specifica per tutti i soggetti che lavorano nei servizi sanitari, sociali e di protezione, in raccordo con i centri antiviolenza per le donne che vanno ulteriormente rafforzati e pubblicizzati, al fine di contrastare efficacemente la violenza contro le donne, tale fondo rischia di rivelarsi insufficiente;
impegna il Governo
ad effettuare un monitoraggio sull'attuazione delle predette disposizioni finalizzato ad incrementare, una volta accertate le reali necessità, il fondo destinato al Piano nazionale contro la violenza alle donne.
9/3256/405. Mascia, Dioguardi, D'Ippolito Vitale.
La Camera,
impegna il Governo
a valutare favorevolmente l'opportunità di porre in essere tutte le misure idonee all'introduzione nell'ordinamento, anche attraverso un provvedimento d'urgenza, di una proroga dal 31 dicembre 2007 al 31 marzo 2008 del termine per la definizione dei tributi sospesi in seguito al terremoto del 1990, per gli esercizi 1990, 1991 e 1992 nelle province di Siracusa, Ragusa e Catania e si riduceva la percentuale dell'imposta originaria da versare dal 30 al 10 per cento.
9/3256/406. (Testo modificato nel corso della seduta)Bono, Alberto Giorgetti.
La Camera,
premesso che:
il provvedimento in esame, all'articolo 2, comma 16 e seguenti, prevede una serie di interventi volti al riordino delle comunità montane;
è necessario il concorso delle regioni per gli obbiettivi di contenimento della spesa pubblica;
il termine di sei mesi previsto al comma 17, dell'articolo 2, appare eccessivamente breve per dare modo alle regioni di procedere in base ai criteri indicati dal comma 18 dello stesso articolo;
l'applicazione delle norme in questione potrebbe comportare un ingiustificabile e frettolosa riduzione del numero delle comunità montane in regioni come la Sicilia, dove ne sarebbero eliminate ben 74 sul 85;
impegna il Governo
a valutare la possibilità di effettuare un monitoraggio dei tempi necessari per l'adozione delle necessarie misure.
9/3256/407. (Testo modificato nel corso della seduta)Minardo, Lo Monte, Rao, Reina, Oliva, Neri.
La Camera,
considerato che:
la Finanziaria ha affrontato il problema dei prodotti finanziari derivati sottoscritti dagli enti locali, ma non quello dei prodotti sottoscritti dalle imprese, in relazione ai quali sono stati rilevanti diversi profili di non conformità alle normative bancarie ed assicurative;
impegna il Governo
a valutare la possibilità di adottare le opportune iniziative finalizzate ad assicurare l'accesso all'azione collettiva per le imprese che si ritengano danneggiate dalla sottoscrizione di strumenti finanziari derivati sottoscritti per limitare i rischi del credito, qualora gli stessi abbiano prodotto il pagamento di oneri non prevedibili ed esorbitanti per le imprese medesime, con particolare riguardo al fenomeno delle commissione occulte, della vendita di prodotti finanziari già in perdita, nonché dell'indeterminatezza o dell'errata comunicazione al cliente del prezzo dei prodotti collocati utilizzando per il tramite delle Camere di Commercio di riferimento che sono legittimate ad agire a tutela degli interessi collettivi nelle forme previste dal presente articolo.
9/3256/408. Fedele, Bernardo, Di Centa, Franzoso, Fratta Pasini, Lazzari, Milanato, Luciano Rossi, Valducci, Alfredo Vito.
La Camera,
premesso che:
la normativa vigente vieta l'esportazione definitiva dei materiali nucleari di III categoria (articolo 3, comma 1-ter, della legge n. 368 del 2003) al di fuori dei Paesi dell'Unione europea;
si vuole consentire al Governo di arrivare ad una certa e rapida chiusura del ciclo del combustibile ed in particolare della fase cosiddetta del decommissioning;
la scelta di sistemare tali materiali in via definitiva all'estero, oltre a non comportare alcun rischio di natura tecnico-scientifica, inciderebbe in maniera inferiore sugli oneri generali afferenti al sistema elettrico, rispetto ai costi maggiori che dovrebbero essere sostenuti per il rientro in Italia dei materiali nucleari,
impegna il Governo:
a considerare l'urgenza di definire prioritaria la messa in sicurezza dei materiali nucleari di III categoria;
nelle sedi opportune, prendere tutte le necessarie misure normative idonee a modificare la normativa vigente.
9/3256/409. Luciano Rossi, Alfredo Vito.
La Camera,
considerato che:
la finanziaria ha istituito un Fondo per le azioni di contrasto alle emissioni climalteranti, mediante l'attuazione di azioni positive;
impegna il Governo
ad adottare ulteriori iniziative normative volte a prevedere l'utilizzo del Fondo anche per la sperimentazione di stazioni di filtraggio delle polveri sottili ed ultra sottili dall'aria, da collocarsi nelle aree urbane a maggior rischio,.
9/3256/410. Di Cagno Abbrescia, Fasolino, Germanà, Lupi, Mondello, Osvaldo Napoli, Paroli.
La Camera,
in sede di esame dell'A.C.3256 A,
premesso che:
il comma 97 dell'articolo 9 del testo approvato dalla Commissione Bilancio, confermato dal comma 285 dell'articolo 1 del maxiemendamento, novella la disposizione contenuta al comma 271 dell'articolo 1 della legge n. 296 del 2006 (legge finanziaria per il 2007), prevedendo il differimento al periodo di imposta 2008 dell'applicazione del regime agevolativo in forma di credito d'imposta per i nuovi investimenti, destinato alle imprese che effettuano investimenti mediante l'acquisizione di nuovi beni strumentali nelle aree sottoutilizzate del Mezzogiorno;
il comma 98 dell'articolo 9 dell'A.C.3256-A, dispone conseguentemente che le maggiori entrate derivanti dal differimento del suddetto regime agevolativo, quantificate in 350 milioni di euro per l'anno 2008, siano iscritte nel Fondo per gli interventi strutturali di politica economica, istituito dall'articolo 10, comma 5, del decreto-legge n. 282 del 2004, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 307 del 2004, al fine di agevolare il perseguimento di obiettivi di finanza pubblica, non necessariamente destinati alle aree sottoutilizzate del mezzogiorno;
il comma 286 dell'articolo 1 del maxiemendamento dispone altresì che anche per l'anno 2009 le maggiori entrate, pari a 280 milioni di euro, siano iscritte nel Fondo per gli interventi strutturali di politica economica, con ciò configurando un'adeguata dotazione per tale Fondo, utilizzata, quale copertura, in compensazione di numerosi interventi disposti nella Finanziaria 2008, in gran parte non localizzati nelle aree sottoutilizzate del mezzogiorno;
le risorse per l'attivazione del credito d'imposta nel 2008 stanziate nel capitolo 7809, UPB 8.1.6, dello Stato di previsione del Ministero dell'Economia e delle Finanze, pari a 377 milioni di euro, dopo il taglio di 350 milioni di euro disposto dal comma 97 dell'articolo 9 del testo approvato dalla Commissione Bilancio e, successivamente, dal comma 285 dei maxiemendamento, sono pari a 27 milioni di euro, del tutto insufficienti all'attivazione della misura nell'anno 2008;
parimenti, le risorse appostate sul medesimo capitolo per la fruizione del credito d'imposta nell'anno 2009, pari a 763 milioni di euro, dopo la decurtazione di 280 milioni di euro disposta dal comma 286 del maxiemendamento, sono pari a 483 milioni di euro, una somma non sufficiente a compensare gli oneri derivanti dall'attivazione del credito d'imposta, anche nell'ipotesi in cui il 2009 si configuri come il primo anno di utilizzo del credito d'imposta maturato nell'anno 2008;
il comma 20 dell'articolo 3 del testo approvato dalla Commissione Bilancio, ora comma 53, non modificato dal maxiemendamento, dispone che i crediti d'imposta di cui al comma 271 della Finanziaria 2007 possano essere utilizzati nel limite annuale di 250.000 euro, sino al 31 dicembre 2009, una soglia analoga a quella stabilita per l'intero territorio nazionale, in deroga alle disposizioni che consentono, nelle aree sottoutilizzate nelle quali è localizzato l'investimento,
l'utilizzo dei crediti d'imposta nei limiti dell'intensità di aiuto concessa dalla disciplina in materia;
considerato che:
la finanziaria 2007 disponeva l'agevolazione a decorrere dal periodo d'imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2006 e fino alla chiusura del periodo d'imposta in corso alla data del 31 dicembre 2013;
gli investimenti agevolati possono essere effettuati in strutture produttive ubicate nelle aree delle regioni Calabria, Campania, Puglia, Sicilia, Basilicata, Sardegna, Abruzzo e Molise ammissibili alle deroghe previste dall'articolo 87, paragrafo 3, lettere a) e c), del Trattato istitutivo della Comunità europea (territori individuati nella Carta italiana degli aiuti a finalità regionale per il periodo 2007-2013);
l'agevolazione come credito d'imposta ha carattere automatico, non essendo richiesta la preventiva autorizzazione da parte dell'Agenzia delle entrate;
alcuni imprenditori con strutture produttive ubicate nelle aree delle regioni Calabria, Campania, Puglia, Sicilia, Basilicata, Sardegna, Abruzzo e Molise hanno avviato e realizzato investimenti, secondo la tipologia agevolata, nell'anno 2007, confidando nella possibilità di fruire del credito d'imposta in sede di dichiarazione, nell'anno 2008;
altri hanno avviato e programmato investimenti per l'anno 2008, confidando
nella possibilità di fruire del credito d'imposta in sede di dichiarazione, nell'anno 2009;
la Finanziaria 2007 ha subordinato l'efficacia dell'agevolazione all'autorizzazione della Commissione europea, ai sensi dell'articolo 88, paragrafo 3, del Trattato istitutivo della Comunità europea;
la Commissione europea non ha ancora autorizzato l'applicazione del regime agevolativo ma la stessa, com'è auspicabile, potrebbe nel prossimo futuro, essere concessa con efficacia retroattiva,
impegna il Governo
ad attivare tutte le iniziative necessarie alla conferma dell'agevolazione che era prevista per gli anni d'imposta 2007, 2008 e 2009.
9/3526/411. (Testo modificato nel corso della seduta) Violante, Raiti, Ossorio, Iannuzzi, Crisafulli, Incostante, Tuccillo, Piro, Cardinale, Musi, Bordo, Latteri, Burtone, Crisci, Samperi, Oliviero, Schirru, Piscitello, Fadda, Sanna, Intrieri, Vico, Villari, Balducci.
La Camera,
considerato che:
l'articolo 3, comma 2, del provvedimento in esame, tra i soggetti destinatari del cinque per mille, non comprende le fondazioni che operano nei settori previsti dall'articolo 10, comma 1, lettera a) dal decreto legislativo 4 dicembre 1997 n. 460;
impegna il Governo
ad adottare ulteriori iniziative normative volte a inserire tra i soggetti destinatari del cinque per mille anche le fondazioni che senza scopo di lucro operano nei settori di cui all'articolo 10, comma 1, lettera a), del decreto legislativo 4 dicembre 1997, n. 460.
9/3256/412. Angelino Alfano, Lupi.
La Camera,
impegna il Governo
ad adottare ulteriori iniziative normative volte a rendere strutturale lo strumento del 5 per mille.
9/3256/413. (Testo modificato nel corso della seduta) Lupi, Albonetti, Saglia.
La Camera,
premesso che:
il settore termale rappresenta una voce importante del settore Turismo;
le cure termali rappresentano per molte patologie un'efficace metodo di cura e prevenzione;
lo sviluppo del settore termale può favorire la crescita in molte aree anche interne del paese e contribuire alla competitività dell'Italia;
la legge 323 del 2000 di riordino del settore termale risulta per molti parti inattuata anche per difficoltà di coordinamento con le regioni;
sarebbe opportuno costituire un vero e proprio osservatorio al fine di monitorare lo stato di attuazione e le potenzialità del settore;
risulta ferma da anni la revisione delle tariffe sulle prestazioni provocando problemi al settore;
pur essendo la materia delle tariffe competenza delle regioni, appare necessario un coordinamento nazionale attraverso i ministeri competenti,
impegna il Governo
a intraprendere sollecite iniziative assieme alle Regioni sul tema delle tariffe, ad adottare ogni iniziativa per dare piena attuazione alla legge 323 del 2000 di
riordino del settore termale e a valutare tutte le possibili azioni di sostegno del settore.
9/3256/414. Sposetti, Vannucci, Albonetti, Ceccuzzi, Affronti.
La Camera,
premesso che:
è necessario garantire l'attuazione dei livelli essenziali delle prestazioni assistenziali su tutto il territorio nazionale a favore dei soggetti non autosufficienti, anche attraverso interventi normativi specifici,
impegna il Governo
a stanziare adeguate risorse finanziarie a favore del «Fondo per le non autosufficienze» di cui all'articolo 1, comma 1264, della legge 27 dicembre 2006, n, 296 e a farsi promotore di un intervento normativo in materia di soggetti non autosufficienti.
9/3256/415. Lisi, Moffa, Menia, Castellani, Ulivi, Mancuso, Patarino, Antonio Pepe, Giulio Conti, Angela Napoli.
La Camera.
premesso che:
il disegno di legge finanziaria ha disposto l'abbandono del credito d'imposta relativo al 2007 per gli investimenti per il Sud, dirottando 350 milioni per il 2008 e 280 milioni per il 2009 al Fondo per gli interventi strutturali di politica economica, anche allo scopo di rimpinguarlo delle risorse precedentemente sottratte per altre ed opinabili spese;
la Confindustria ha chiesto di incontrare il Governo per riportare la questione Meridionale al centro dell'agenda del Paese;
volendo ragionare in termini microeconomici, le imprese che hanno avuto fiducia di quanto deciso dal Governo con la scorsa legge finanziaria si ritrovano a subire un danno che potrebbe anche essere esiziale qualora vi sia un'esposizione finanziaria non sostenibile;
è il sistema produttivo che regge il Paese, e non la politica o la burocrazia; non è possibile continuare a perseguire una politica che scarica sul sistema produttivo le tensioni interne alla maggioranza,
impegna il Governo
ad adottare ulteriori iniziative volte ad individuare con urgenza le risorse per il finanziamento del credito d'imposta per gli investimenti delle imprese nelle regioni meridionali previsto per gli anni 2007, 2008 e 2009; a rassicurare il sistema produttivo riguardo l'approntamento e l'attuazione di concrete politiche di sostegno all'economia del Mezzogiorno.
9/3256/416. (Testo modificato nel corso della seduta)Cicu, Cossiga, Satta, D'Ippolito Vitale.
La Camera.
premesso che:
il disegno di legge finanziaria 2008 ha previsto un fondo per il ripristino delle ferrovie regionali dimesse, anche ai fini dell'attuazione del Protocollo di Kyoto per la riduzione degli inquinanti provenienti dai mezzi di trasporto su gomma,
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di adottare ulteriori inizative volte ad estendere la fruizione dei contributi anche alla tratta tra Sicignano degli Alburni (Salerno) e Lagonegro (Potenza) in modo da favorire lo sviluppo del Cilento e del Vallo di Diano.
9/3256/417. Ponzo, Brusco.
La Camera
premesso che:
il Servizio civile nazionale ha una duplice valenza educativa, da un lato si sostanzia nell'alto valore formativo dell'esperienza, che unisce in sé elementi di volontariato ed elementi professionalizzanti, e dall'altro nell'essere un efficace mezzo di diffusione tra le giovani generazioni dei valori di solidarietà sociale, cittadinanza attiva e legalità;
si tratta di un vero e proprio laboratorio di partecipazione grazie al quale ogni anno migliaia di giovani si fanno portatori, nei loro territori, di questi valori sui quali si basano la Costituzione e le più basilari regole di convivenza civile;
è nelle regioni del Sud Italia, in particolare, che il sistema di servizio civile rileva una forte richiesta di partecipazione da parte dei giovani, fatto che non può e non deve essere visto soltanto alla luce della minore offerta di lavoro, ma che è certamente sintomo ed effetto di una sempre più forte volontà da parte delle giovani generazioni di essere protagoniste del riscatto e del rilancio del Mezzogiorno;
sempre nel Meridione d'Italia, tale apporto risulta essere decisivo anche nella lotta alla malavita organizzata e negli sforzi per diffondere la legalità e la cultura civica;
attraverso il servizio civile è possibile cementare alleanze strategiche sul tema della legalità come quella tra istitutuzioni e mondo del terzo settore, o quella intergenerazionale tra adulti e giovani,
impegna il Governo
a sostenere ed incentivare progetti di servizio civile che abbiano come finalità quelli della promozione della legalità e della lotta alla malavita organizzata.
9/3256/418. Trepiccione, Camillo Piazza, Pellegrino, Zanella, Balducci.