Allegato A
Seduta n. 252 del 29/11/2007

...

(Sezione 2 - Misure di contrasto alla diffusione del virus dell'AIDS, con particolare riferimento alle iniziative per garantire l'accesso gratuito e anonimo al test HIV, nonché iniziative per l'inclusione sociale delle persone sieropositive)

B)

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della salute, per sapere - premesso che:
va riconosciuto al Ministro interpellato coerenza e coraggio nell'aver promosso una campagna di informazione su hiv/aids, che riavvicina il Paese agli standard europei, e che finalmente il ministero

della salute ha adottato il preservativo, unico presidio preventivo, quale oggetto della campagna;
l'Italia paga purtroppo il prezzo di una politica preventiva assolutamente inesistente durata più di venti anni;
una buona campagna preventiva sui media, che faccia finalmente dimenticare i messaggi o terroristici o esageratamente edulcorati e moraleggianti delle campagne passate, comunque non esaurisce la vastità e la complessità dei problemi posti in essere dalla diffusione della pandemia hiv/aids;
tra i più urgenti segnaliamo l'accessibilità al test, come ha sottolineato una inchiesta del mensile Pride e del mensile Il Cassero, che ravvisano, proprio rispetto all'accessibilità al test, gravi alterazioni;
l'accesso al test diagnostico viene segnalato in preoccupante diminuzione, con pericolose conseguenze sulla ricostruzione del quadro epidemiologico, e, in caso di sieropositività, con rischio di ritardo nella diagnosi e nel conseguente inizio della terapia, con maggiori difficoltà nella preservazione e ricostituzione del sistema immunitario;
le difficoltà di accesso al test derivano in buona misura dall'inadempimento delle norme del decreto ministeriale del 1o febbraio 1991 e della legge n. 135 del 1990, che qualificano il test come gratuito, anonimo e volontario;
in molte regioni deroghe consentite dal 1995 attribuiscono un costo al test e da anonimo lo ridefiniscono come «confidenziale»;
lo stesso sito del ministero della salute non può evitare di segnalare quanto sopra riportato, ma si evidenzia che tali deroghe determinano gravissime disparità di trattamento tra i cittadini e scoraggiano, in moltissimi casi, soprattutto nei piccoli centri, l'accesso al test;
le difficoltà a reperire sul territorio nazionale centri che offrano il test in maniera gratuita e anonima paiono insormontabili, tanto che il test stesso appare «scoraggiato»;
lo stesso ministero della salute e l'Istituto superiore della sanità offrono un elenco lacunoso e datato di centri ai quali rivolgersi per sottoporsi al test (risale al 2006 e molti centri segnalati sono ora chiusi) e di difficile accessibilità sul web (alle pagine: www.iss.it/publ/stru/cont.php?id=2081 &lang= 1&tipo= 7&anno=2006 e www.ministerosalute.it/hiv/paginaInternalliv.jsp?id= 183&menu=strumentieservizi);
più volte l'associazionismo che lotta contro al diffusione dell'aids (Lila, Asa, Ala, Anlaids, Nadir, Nps e Arcigay per la popolazione omosessuale) ha sottolineato, nel corso delle riunioni della Commissione lotta all'aids, che il costo del preservativo è troppo elevato e che andrebbe calmierato e che al preservativo tradizionale si stanno affiancando forme di prevenzione diversificate, che in Italia stentano a diffondersi, come il preservativo femminile;
l'aids si sta avviando a diventare, grazie ai farmaci, una malattia cronica e molti Paesi hanno adottato campagne informative che mettono in luce, in positivo, l'esperienza di vita delle persone sieropositive. È il caso, ad esempio, di una campagna tedesca con lo slogan «I sieropositivi hanno una sessualità»;
in Italia non si è mai lavorato sulla condizione di sieropositività declinata in positivo, ma, al contrario, abbiamo assistito nel corso degli anni a campagne vergognosamente colpevolizzanti per le persone contagiate;
le stesse, oltre a combattere contro il virus, si sono scontrate, molto spesso con esisti disastrosi, con violenta discriminazione, esclusione sociale e pregiudizio -:
se intenda garantire la piena applicazione della del decreto ministeriale del 1o febbraio 1991 e della legge n. 135 del 1990, al fine di assicurare in tutti i centri del territorio nazionale, senza eccezioni, un accesso al test pienamente gratuito, anonimo e volontario e promuovere l'accessibilità al test anche sulla base di

esperienze pilota, come quella di Arcigay Bologna, che per la campagna di accessibilità ha scelto lo slogan «facile come fare il test hiv»;
se intenda promuovere la visibilità e la reperibilità dei centri per le malattie trasmesse sessualmente e delle strutture pubbliche che offrono accesso al test hiv gratuito, anonimo e senza impegnativa del medico;
se intenda sostenere un rilancio autentico della prevenzione attraverso il finanziamento di progetti per la distribuzione di grandi quantitativi di preservativi;
se intenda porre in essere interventi per calmierare il costo dei preservativi e se intenda promuovere l'uso e la diffusione, previa verifica scientifica della sua sicurezza, del preservativo femminile;
se il ministero della salute non intenda promuovere, in via immediata, campagne informative che affrontino il problema dell'inclusione sociale delle persone sieropositive e iniziative pratiche per la lotta alla discriminazione dei sieropositivi.
(2-00862)
«Grillini, Spini, Baratella, Brugger».