Allegato B
Seduta n. 249 del 26/11/2007

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):

I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere - premesso che:
con interrogazioni urgenti dell'interrogante nelle date 13 febbraio, 20 marzo e 2 agosto 2007, si è chiesto al Governo di intervenire riguardo alla straordinaria gravità della situazione economico-finanziaria del Comune di Catania;
la Giunta guidata dal professor Umberto Scapagnini ha tentato di risolvere inutilmente la crisi attraverso il ricorso a un'operazione di trasferimento del proprio patrimonio immobiliare a una società interamente controllata dal Comune medesimo denominata Catania Risorse s.r.l.;
tale operazione secondo gli interpellanti presentava plurimi e notevoli aspetti di illegittimità, in particolare il trasferimento di beni immobili di non immediata commerciabilità perché appartenenti al patrimonio storico, architettonico e artistico della città;
a seguito delle suddette interrogazioni il Governo ha disposto l'invio di due Ispettori del Ministero del tesoro, nelle persone dei dottori Luciano Cimbolini e Attilio Vallante, che in data 4 luglio 2007 hanno depositato una corposa relazione circa lo stato finanziario dell'ente locale;
è stato così accertato dai suddetti Ispettori come la Giunta di Catania abbia sovente violato princìpi e norme in materia di contabilità pubblica degli enti locali e che complessivamente la situazione del Comune di Catania appaia talmente grave da far temere possibili ripercussioni sulla credibilità dell'intero settore della finanza pubblica nazionale;
a proposito di Catania Risorse s.r.l. gli Ispettori ministeriali hanno evidenziato che, funzionando tale società come un ufficio comunale, essa diventa soltanto uno schermo per operazioni illegittime, a cominciare dall'aggiramento del divieto di utilizzazione dei proventi per il ripiano del disavanzo dell'esercizio 2003, pena una nuova violazione dell'articolo 193 TUEL, oltre alla violazione dell'articolo 119 comma 6 della Costituzione da cui discende la non utilizzabilità dei proventi derivanti dal trasferimento dei beni per far fronte a gravi deficienze di cassa, soprattutto quando esse discendono da un disavanzo della gestione corrente;
tale operazione appare dunque inquadrabile più come indebitamento che come vendita di immobili;
nonostante tali appunti il Comune di Catania noncurante è andato avanti prevedendo una seconda e una terza tranche di beni immobili da trasferire, pur non avendo neppure ripianato se non con artifizio illegittimo il disavanzo del 2003; e senza tuttavia ancora l'accensione dei mutui essere giunta a buon fine;
taluni fornitori creditori del Comune di Catania dinanzi all'insolvenza dello stesso hanno già cominciato ad aggredire il patrimonio della Catania Risorse s.r.l. attraverso il pignoramento delle quote sociali;
la situazione economica inevitabilmente è ulteriormente peggiorata dal non aver il Consiglio Comunale adottato in sede di approvazione di bilancio preventivo quei necessari interventi strutturali, secondo quanto auspicato dagli Ispettori ministeriali e secondo quanto disposto dalla Corte dei Conti con relazione del luglio scorso inviata al Sindaco e al Consiglio Comunale;
il bilancio preventivo per l'anno 2007 è stato approvato, per la quinta volta

consecutiva, alla fine dell'anno con oggettiva grave violazione dei termini prescritti dalla legge il 29 settembre 2007;
le tariffe dei servizi a domanda individuale (dalla refezione scolastica agli asili nido, dai servizi cimiteriali agli impianti sportivi) sono aumentati enormemente, come se si operasse in regime di dissesto finanziario;
è esplosa l'emergenza rifiuti per lo sciopero dei netturbini per la mancata percezione degli stipendi, gettando nel caos la città; mentre un'altrettanto clamorosa protesta si prepara dai lavoratori delle cooperative sociali da sette mesi in attesa degli stipendi;
secondo organi di stampa il Banco di Sicilia (BdS) avrebbe peraltro diramato una nota in cui ordina a tutte le agenzie di non accettare più fatture in sconto relative a contratti con il Comune;
nella risposta all'interpellanza urgente n. 2-00370, il sottosegretario Rosato comunicava, nella seduta dell'8 marzo 2007, che «la prefettura di Catania sta seguendo la vicenda e, ove riscontri irregolarità, quali, ad esempio la mancata adozione della delibera di dissesto, ove necessaria, provvederà ad attivare i competenti organi regionali e ad adottare eventuali provvedimenti in merito -:
se non ritenga, alla luce di quanto indicato in premessa, di attivare, tramite la prefettura di Catania, i competenti organi regionali perché pongano rimedio alle descritte irregolarità a fronte di una situazione di oggettiva ed enorme gravità.
(2-00861) «Licandro, Sgobio».

Interrogazioni a risposta scritta:

BUEMI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'interno, al Ministro della difesa, al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
in data 17 settembre 2007 è stata presentata una interpellanza a firma Boato, Buemi ed altri sulle medesime vicende;
il 20 settembre 2007, presso il Tribunale di Monza i giornalisti Renzo Magosso e Umberto Brindani sono stati condannati rispettivamente a euro 1.000 e euro 300 di multa e, in solido, di un risarcimento di euro 240.000 alle parti civili, per aver scritto quanto loro riferito in ordine all'omicidio Tobagi da Dario Covolo, all'epoca dei fatti brigadiere dell'antiterrorismo di Milano;
durante il dibattimento Covolo ha confermato, parola per parola, quanto riportato da Magosso nell'intervista, ovvero che Covolo ricevette con mesi d'anticipo da Rocco Ricciardi, varesino, informatore e confidente, i nomi di chi ha poi ucciso Tobagi, e ne riferì ai suoi superiori e che nel corso del dibattimento Covolo ha additato in aula il generale in pensione Alessandro Ruffino, querelante, con queste parole: «Ebbi una discussione con Ruffino poche ore dopo il delitto Tobagi, gli disse che gli avevo dato i nomi in anticipo e che non aveva fatto nulla per salvare il giornalista». A queste parole non hanno replicato né il generale, né gli avvocati di parte civile;
Magosso, nella sua deposizione, ha riferito come l'allora direttore del Corriere della Sera Franco Di Bella lo informasse di un colloquio col generale Carlo Alberto dalla Chiesa, durante il quale l'ufficiale informava Di Bella del fatto che stavano indagando il figlio di un alto dirigente della Rizzoli-Corriere della Sera, ovvero Marco Barbone figlio di Donato Barbone, talché Di Bella incaricava Magosso di trovare conferma del fatto; e di come Magosso ebbe un successivo colloquio con l'allora capitano Umberto Bonaventura che gli rivelò che «la fonte sui nomi degli assassini era sicura e proveniva da Varese». Ovviamente, Magosso all'epoca non poteva immaginare che il riferimento, esplicito, fosse a Rocco Ricciardi, il «postino di Varese» informatore di Dario

Covolo, la cui esistenza venne rivelata alla stampa solo successivamente. A conferma dei fatti, Magosso ha prodotto in aula i testi di due articoli pubblicati sul quotidiano l'Occhio, datati 26 e 27 settembre 1980, nei quali si faceva esplicito riferimento a «Varese» per le indagini e si raccontavano retroscena emersi soltanto molto tempo più tardi negli atti dell'inchiesta giudiziaria;
Marco Barbone ammise la responsabilità dell'omicidio Tobagi soltanto il 5 ottobre, cioè, dieci giorni dopo quegli articoli, e la sua confessione viene definita agli atti come «inaspettata», «del tutto spontanea», «suscitando grande sorpresa negli inquirenti» -:
se i Ministri interrogati intendano, con ogni misura di loro competenza, rintracciare e rendere note - a fronte dei riferimenti espliciti e inequivocabili, fatti durante il dibattimento davanti al Tribunale di Monza, a carteggi che fornivano con anticipo di mesi i nomi dei terroristi che stavano progettando l'attentato a Tobagi, e che poi effettivamente lo uccisero - le parti del fascicolo personale di Dario Covolo, e di quelli intestati a Caterina Rosenzweig, Marco Barbone e Paolo Morandini, custoditi presso gli archivi dell'allora sezione antiterrorismo, ora Ros, della Legione dei carabinieri di Milano, relative al periodo tra il marzo 1979 e a tutto dicembre 1980.
(4-05760)

FABRIS, NUCARA, BARANI e DEL BUE. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
da articoli di stampa emerge l'ipotesi che la nomina di Franco Bernabè come amministratore delegato di Telecom Italia risulti essere gradita alla Presidenza del Consiglio;
sono inoltre adombrati sulla stampa possibili elementi di pressione sul management di Mediobanca da parte di ambienti istituzionali -:
se risulti al Governo che i maggiori azionisti di Telecom Italia si apprestino a nominare il dottor Bernabè amministratore delegato;
se il gruppo FB Group di proprietà del dottor Franco Bernabè è presente con partecipazioni di peso in alcune società tra cui la Telit Communications e la Xaltia che sono clienti e fornitori di Telecom e delle sue attività tra cui la telefonia mobile lasciando così emergere notevoli conflitti di interesse;
se vi siano state pressioni improprie sul comitato nomine di Mediobanca facendo leva su note vicende giudiziarie e riducendo così la libertà delle decisioni.
(4-05762)