Allegato B
Seduta n. 239 del 9/11/2007
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PUBBLICA ISTRUZIONE
Interrogazione a risposta in Commissione:
DE SIMONE, DURANTI e FOLENA. - Al Ministro della pubblica istruzione. - Per sapere - premesso che:
in data 17 e 18 giugno è apparso sul quotidiano del grande Salento, «Senzacolonne», un articolo su «Record di bocciati all'Itis Fermi di Francavilla Fontana»; l'articolo ha riportato i dati, non confortanti, relativi alle bocciature: su 721 studenti solo 261 hanno superato l'anno, i respinti sono stati 123, 300 i promossi con debito infine 15 sono stati gli studenti non ammessi agli esami;
nella comunità questa vicenda ha suscitato molto scalpore e anche all'interno della segreteria del consiglio d'istituto non tutti i docenti avevano condiviso questa linea «dura», considerandola come pedagogicamente inutile oltre che dannosa;
in data 20 giugno sempre, sullo stesso quotidiano, appare un altro articolo relativo alla vicenda dell'Itis di Francavilla Fontana, questa volta l'articolo riporta un'intervista al professor G. Trisolino, che oltre ad insegnare lettere nell'istituto, svolge anche attività critica, di studioso e di recensore, infatti nella zona è noto pubblicista iscritto all'albo, ha pubblicato cinque libri, ha in attivo circa 500 pubblicazioni su quotidiani e riviste nazionali di letteratura;
nell'articolo il professor Trisolino prende posizione contro la decisione presa dalla maggioranza dei docenti ritenendola un doppio fallimento, pedagogico e didattico, da avocarsi non solo agli studenti respinti, ma anche alla scuola stessa e al corpo docente dell'Itis Enrico Fermi;
le dichiarazioni rilasciate al quotidiano locale dal professor Trisolino sono state date nella convinzione che le stesse fossero rese nell'ambito di un sereno e ordinario contraddittorio e scambio di opinioni proprio con il D.S. dell'ITIS «Enrico Fermi», nella persona del professor Giovanni Semeraro, che, su affermazione della giornalista Sonia Gioia, era stato contattato dalla redazione, ma che, secondo la redazione, si era rifiutato di rilasciare alcuna dichiarazione;
in data 24 luglio, dopo oltre un mese dalla pubblicazione dell'articolo, al professor Trisolino viene inviata dal D.S. professor G. Semeraro una nota di contestazione di addebiti riferito alle dichiarazioni dello stesso comparse nell'articolo del 20 giugno;
nella nota il D.S. ritiene «comportamento non conforme alle responsabilità, ai doveri ed alla correttezza inerenti alla funzione di dipendente pubblico» le dichiarazioni rese dal professor Trisolino perché fonte di discredito «agli occhi del lettore e dunque della collettività, del buon andamento e dell'efficienza dell'ITIS «Enrico Fermi» di Francavilla Fontana, nonché di creare un chiaro danno all'immagine della stessa Istituzione scolastica»;
secondo l'interrogante invece il professor Trisolino ha semplicemente esercitato il diritto dovere di critica e di cronaca garantiti dalla Costituzione e dalle leggi dello Stato, nell'ambito di un sistema democratico, nel quale la libertà di parola e di pensiero sono cardini essenziali -:
se sia a conoscenza dei fatti;
cosa intenda fare per ribadire che, in un sistema democratico, le opinioni di dissenso interni agli organismi scolastici, qualora vengano anche esternate a mezzo organi di stampa, soprattutto se espressi in forma civile ed adeguata, non possano costituire un pretesto per azioni disciplinari.
(5-01737)
Interrogazioni a risposta scritta:
PAROLI, SAGLIA, DELBONO, TOLOTTI, FERRARI, ZIPPONI, RICCARDO CONTI, CAPARINI, ROMELE, GELMINI e MORONI. - Al Ministro della pubblica istruzione. - Per sapere - premesso che:
vi è una evidente crisi che attanaglia il mondo della scuola e, in generale, tutta l'Amministrazione della pubblica istruzione;
l'imprevisto intensificarsi delle cessazioni del personale, con un incremento nel 2006 di circa il 60 per cento in più rispetto all'anno precedente, ha reso particolarmente grave un situazione già difficile, considerato il permanere del blocco delle assunzioni imposto dalle varie Leggi Finanziarie dal 1988 e l'ormai elevata età media del personale in servizio nell'Amministrazione;
secondo una Tabella trasmessa anche alla Presidenza del Consiglio dei ministri-Dipartimento della Funzione Pubblica e al ministero dell'economia e delle finanze - Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato - I.G.O.P. si evince che la situazione dell'Ufficio Scolastico Regionale della Lombardia non si prospetta particolarmente grave, poiché il personale presente risponde generalmente nella stessa proporzione ai tassi concernenti la popolazione residente, il numero degli allievi e il numero delle scuole;
dalla suddetta tabella emerge invece che, al pari di molti uffici periferici, sussiste una situazione piuttosto critica per l'Ufficio Scolastico Provinciale di Brescia, che rappresenta un punto di riferimento per le attività amministrative delle scuole della provincia bresciana e che invece si caratterizza per una percentuale di carenza effettiva del 41 per cento, la più alta in assoluto in Lombardia;
dall'anno 2000 all'anno 2006 l'Amministrazione della Pubblica Istruzione, considerando unificati i due ex ministeri della pubblica istruzione e dell'università e della ricerca scientifica e tecnologica, è passata da 8.906 unità a 7.499 unità di ruolo, con una perdita di ben 1.407 unità di personale, compreso quello con qualifica dirigenziale;
rispetto ad una media di cessazioni di circa 240 unità, fra dirigenti e personale delle Aree, nel 2006 sono cessate 362 unità e quest'anno, almeno 336;
l'Ufficio scolastico provinciale di Brescia, negli anni dal 1997 al 2000, ha effettuato gli ultimi concorsi, che furono banditi per 211 posti, a fronte di un'emergenza di personale, eppure solo con le ultime autorizzazioni concesse nel 2006 si sono potuti nominare tutti i vincitori (23 per l'Amministrazione centrale e 188 per gli Uffici Scolastici Regionali; nell'insieme i bandi prevedevano 122 posti a tempo pieno e 89 a tempo parziale), a fronte di un'emergenza di personale, eppure solo con le ultime autorizzazioni concesse nel 2006 si sono potuti nominare tutti i vincitori;
l'eccessivo procrastinarsi delle autorizzazioni ad assumere, la costrizione ad assumere in part-time anche vincitori della quota di concorso a tempo pieno (le assunzioni sono state concesse per 10 unità a tempo pieno e il resto a tempo parziale) ha fatto sì che al 2006 (cioè dopo ben sei anni dall'ultimo concorso) complessivamente abbiano assunto soltanto 85 unità, dunque il 40,28 per cento, avendo tutti gli altri rinunciato spesso per le difficoltà a vivere in una regione diversa dalla propria con metà dello stipendio;
a fronte delle spese necessarie per organizzare i concorsi, l'efficacia del reclutamento di 2111 unità si è rivelata pressoché nulla;
la gravità di tale situazione coinvolge più settori: innanzitutto l'attuale dotazione di risorse umane (41 impiegati) è oggettivamente limitata, per cui risulta difficile anche assicurare i servizi primari di portineria ed accoglienza; il delicato settore della formulazione delle graduatorie e del reclutamento (vengono esaminati circa 7000 istanze all'anno), si regge sulla esperienza
di un direttore amministrativo (C3), supportato soltanto da due collaboratori (area b); a fronte di un accumulo di arretrati enorme, per la mole di lavoro e per la professionalità necessaria, risulta molto esiguo il numero delle risorse umane disponibili; sono soltanto tre gli addetti (ed il coordinatore di tale area funge anche da vicedirigente vicario) all'area dei servizi istituzionali per le scuole, dove la molteplicità degli interventi coinvolge pure le scuole paritarie -:
quali iniziative, nell'ambito delle competenze, il Ministro in indirizzo intenda adottare per garantire la funzionalità e l'operosità dell'Ufficio scolastico provinciale di Brescia, punto di riferimento per tutte le attività amministrative della scuola in provincia di Brescia.
(4-05586)
PAROLI, CAPARINI, SAGLIA, DELBONO, TOLOTTI, FERRARI, ZIPPONI, RICCARDO CONTI, ROMELE, GELMINI e MORONI. - Al Ministro della pubblica istruzione. - Per sapere - premesso che:
il decreto legislativo n. 147 del 7 settembre 2007 avente ad oggetto: «Disposizioni urgenti per assicurare l'ordinato avvio dell'anno scolastico 2007-2008» all'articolo 1 comma 1 prevede la reintroduzione, nella scuola primaria, dell'organizzazione di classi funzionanti a tempo pieno, secondo il modello didattico già previsto dalle norme previgenti al decreto legislativo 19 febbraio 2004 n. 59, con un orario settimanale di quaranta ore, comprensivo del tempo dedicato alla mensa;
nonostante le continue richieste avanzate dagli utenti, dalle istituzioni scolastiche e le sollecitazioni dell'Ufficio scolastico provinciale, e delle organizzazioni sindacali, in provincia di Brescia non ci sono sufficienti risorse per ampliare il tempo pieno: infatti, la percentuale di classi a tempo pieno si attesta solo al 16,37 per cento delle classi complessive (su un totale di 2943 classi per l'anno scolastico in corso, alla data del 3 ottobre 2007 le classi a tempo pieno sono solo 482) contro quella della provincia di Milano che, invece, supera il 90 per cento;
questa situazione penalizza in maniera grave le scuole della provincia di Brescia ed è resa ancora più difficile a causa di un'articolazione territoriale particolarmente complessa (molti piccoli plessi di montagna, elevatissima percentuale di alunni stranieri) -:
quali iniziative il Ministro in indirizzo intenda intraprendere per reperire le adeguate risorse che consentano di attuare il tempo pieno nelle scuole primarie della provincia di Brescia.
(4-05587)