Allegato B
Seduta n. 231 del 25/10/2007

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ECONOMIA E FINANZE

Interpellanza:

Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere - premesso che:
la banca Romanelli di Firenze ottenne l'11 ottobre del 2000 dal tribunale di Firenze il decreto di omologa per potersi iscrivere al registro delle imprese, iscrizione avvenuta il 21 novembre 2000;
l'omologa non può essere concessa senza previa autorizzazione della Banca d'Italia;
sulla base di questa iscrizione la banca ha cominciato ad operare l'8 aprile 2002;

nello stesso anno la Banca d'Italia ha diffuso comunicati stampa nei quali si sosteneva che la Banca Romanelii stava operando senza autorizzazioni;
a causa di questi comunicati ci sono stati ritiri di depositi e blocco di operazioni che hanno causato una crisi di liquidità in base alla quale la banca nel gennaio del 2003 ha sospeso di sua iniziativa la sua attività;
nel marzo 2003 la banca Romanelli è stata dichiarata fallita dal tribunale di Firenze -:
se non intenda adottare iniziative per risarcire i risparmiatori dei danni derivanti dai fatti sopra esposti.
(2-00807)
«Giovanardi».

Interrogazione a risposta orale:

SANTORI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
già da diverse settimane, anche attraverso le pagine della stampa locale, è stata resa nota una inspiegabile vicenda occorsa a danno dei lavoratori dello stabilimento Vdc Technologies S.p.A. di Anagni a causa di una inesatta interpretazione normativa doganale;
dallo scorso mese di luglìo, quindi, un contenzioso verificatosi per un erroneo riferimento doganale vede bloccati nel porto di Napoli 110 containers di materie prime indispensabili alla produzione di televisori al plasma lcd e di quant'altro produce la ditta Vdc Technologies, impedendo in tal modo, di fatto, l'approvvigionamento necessario all'azienda;
i danni, considerati ad oggi, ammontano a circa 15 milioni di euro per un'impresa che ha materie prime bloccate per un valore di circa 30 milioni di euro;
allo svantaggio per la mancata produzione di reddito patito dall'impresa, si aggiunge anche la grave quanto fondata preoccupazione da parte degli operai che temono per la perdita del loro lavoro;
la Vdc Technologies S.p.A. di Anagni impegna un numero elevato di dipendenti che, sia in forma diretta che mediata, risultano essere circa 1.500;
una certa apprensione si era già palesata a causa del taglio dei contributi del Governo, passati dagli iniziali 70 milioni di euro agli attuali 36 milioni a causa del grave ritardo nella sottoscrizione del contratto di programma da parte dell'attuale Governo;
se il contenzioso in atto non verrà sbloccato con tempestività, necessariamente la problematica in corso porterà all'interruzione totale di tutte le attività lavorative dell'azienda comportando inevitabilmente, in seguito, il paventato licenziamento dei lavoratori con le prevedibili drammatiche conseguenze economiche e sociali per l'intero territorio -:
se ritenga di dover intervenire prontamente in merito, con una soluzione chiarificatrice del nocivo contenzioso doganale creatosi;
se ritenga di doversi adoperare a favore dei lavoratori tutelando il loro posto di lavoro e la conseguente economia territoriale;
se ritenga di interloquire tempestivamente con le preposte Autorità doganali al fine di consentire il proseguimento del completamento del piano industriale di riconversione a cui l'impresa Vdc Technologies S.p.A. di Anagni ha aderito, investendo notevoli capitali.
(3-01382)

Interrogazioni a risposta scritta:

LUCCHESE. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere:
se ritenga giusto, legittimo e morale, che una società pubblica in pre-fallimento come Alitalia possa nominare consulenti e con compensi di elevata entità;

se giustifichi che Alitalia abbia un nutrito ufficio stampa oltre a vari collaboratori esterni;
quando ritenga che possa esaurirsi questa farsa della vendita Alitalia, ben sapendo che costa alla collettività svariati milioni di euro al giorno.
(4-05403)

DATO. - Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
il Ministero dell'economia e delle finanze, dipartimento della ragioneria generale dello Stato, come si legge nella notizia del giornale dello spettacolo dell'AGIS, con due circolari la n. 28 e la n. 29 rispettivamente del 6 agosto e del 4 settembre ha invitato le amministrazioni pubbliche a dare applicazione immediata all'articolo 48-bis del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 602, il che significa che, con decorrenza immediata, tutte le aziende che abbiano dei debiti con il Fisco (cartelle esattoriali pendenti) non potranno più riscuotere i contributi o le somme maturate nei confronti delle pubbliche amministrazioni (Stato, Regioni, Province, Comuni), perché gli stessi saranno girati al Fisco;
tale provvedimento potrebbe avere una sua logica se tutti i contributi e tutte le somme fossero libere da vincoli. Infatti, per quanto riguarda le Compagnie teatrali, esiste una convenzione tra il Ministero dei Beni Culturali e la Banca Nazionale del Lavoro, per la quale, visto il ritardo con il quale il Ministero liquida i contributi maturati, la Banca Nazionale del lavoro anticipa l'80 per cento del contributo, bloccandolo tuttavia per il 100 per cento per sua garanzia. Tutto ciò avviene con una cessione di credito notarile da parte delle Compagnie teatrali. A questo punto il Ministero non può più girare il contributo maturato dalla Compagnia al fisco, perché esso appartiene alla Banca;
come conseguenza di quanto premesso le somme rimangono bloccate, non vanno al fisco, non vanno alle Compagnie, non vanno alla Banca;
le Compagnie non possono più svolgere la loro attività, soprattutto le compagnie teatrali di ricerca che spesso sono destinate a chiudere con gravi conseguenze finanziarie -:
quali provvedimenti il Ministro intenda intraprendere per sanare questa situazione e se intenda almeno revocare le circolari nei confronti dello Spettacolo, considerando le compagnie teatrali categorie deboli, da proteggere o se non ritenga opportuno rinviare di un anno l'applicazione delle circolari per dare modo alle Compagnie di organizzarsi, o liberandosi del debito con il Fisco o organizzandosi in modo da non cedere il proprio credito alla Banca e, quindi, poter pagare il debito con il Fisco cedendogli il proprio contributo: in questo secondo caso il Fisco ci guadagnerebbe perché otterrebbe il pagamento del suo credito.
(4-05414)