Allegato A
Seduta n. 231 del 25/10/2007

(A.C. 3116 - Sezione 6)

ORDINI DEL GIORNO

La Camera,
premesso che:
vi è una decennale e costante non applicazione da parte dell'Unione europea dell'elemento essenziale degli accordi sottoscritti dall'Unione europea con i paesi terzi, la cosiddetta «clausola democratica», la quale prevede che i contributi finanziari dell'Unione europea siano condizionati al rispetto dei diritti umani, dei principi democratici e dello stato di diritto da parte del paese terzo ricevente;
nell'accordo interno che modifica l'accordo di Cotonou firmato il 23 giugno 2000, che regola il rapporto tra Unione europea e il gruppo di Paesi ACP (Africa, Caraibi e Pacifico), il rispetto della «clausola democratica» viene ulteriormente indebolito sul piano formale e pertanto sul piano sostanziale risulterà completamente annullata la forza di elemento essenziale degli accordi,

impegna il Governo

ad adottare le opportune iniziative volte a promuovere, presso le istituzioni europee, il rafforzamento e il pieno rispetto della cosiddetta «clausola democratica» negli accordi già sottoscritti, in via di sottoscrizione e in quelli che sottoscriverà l'Unione europea con Paesi terzi.
9/3116/1.Turco, D'Elia, Beltrandi, Mellano, Poretti.

La Camera,
premesso che:
l'accordo di partenariato di Cotonou, tra i membri dei Paesi ACP e gli Stati membri dell'Unione europea, costituisce uno dei più importanti atti riguardanti gli aiuti allo sviluppo, sia per il numero di Paesi coinvolti che per l'ampiezza del finanziamento, pari a 22.682.000.000 euro;
la quota versata dall'Italia, nell'ambito del predetto accordo, è pari a 2.916.905.200 euro;
le modifiche apportate nel regime delle preferenze (articolo 26), favoriscono una partecipazione, quanto più possibile ampia, delle persone fisiche e giuridiche degli Stati ACP all'esecuzione degli appalti istituiti dal fondo, istituito dall'accordo di Cotonou (X FES), allo scopo di consentire un'utilizzazione ottimale delle risorse materiali ed umane dei predetti Stati ACP;
si stanno per concludere i negoziati tra Unione europea e Paesi ACP sugli accordi di partnership economica (EPA) il cui obiettivo è stabilire «nuovi aggiustamenti negli scambi, compatibili con le regole dell'Organizzazione Mondiale del Commercio, che rimuovano progressivamente le barriere agli scambi tra Unione europea e Paesi ACP», che dovrebbero costruire «iniziative di integrazione regionale tra i Paesi ACP» e «promuovere lo sviluppo sostenibile contribuendo in quegli stessi Paesi allo sradicamento della povertà»;
la società civile dei Paesi ACP, soprattutto dei Paesi africani meno avanzati, si è mobilitata per attrarre l'attenzione del mondo politico e dell'opinione pubblica sui rischi connessi a questi accordi sotto il profilo di un minor accesso ai servizi e di una minore sicurezza alimentare;
gli EPA mettono in concorrenza realtà economiche fortemente diverse tra di loro per forza e capacità, mettendo a repentaglio la sopravvivenza di milioni di piccoli produttori di Africa, Caraibi e pacifico;
i fondi del FES rischiano di essere utilizzati come contropartita per indurre i paesi ACP ad accettare di sottoscrivere gli EPA;

le modifiche degli articoli 96 e 97 attenuano gli automatismi e conseguentemente l'efficacia della condizionalità posta per il livello di democraticità e di rispetto dei diritti umani che gli stati ACP devono dimostrare di aver raggiunto per ottenere gli aiuti richiesti,

impegna il Governo:

ad un'accurata verifica della politica commerciale della UE rispetto ai Paesi in via di sviluppo, in particolare ad una valutazione delle ricadute degli EPA sulle popolazioni dei paesi ACP;
a garantire un regime di preferenze pari a quello previsto dall'Accordo di Cotonou;
a valutare con molta attenzione, dove sia possibile, l'attuazione o meno delle liberalizzazioni dei servizi essenziali;
ad assicurare la non reciprocità per prodotti di particolare interesse (GSP) vale a dire cruciali per la vita delle popolazioni;
ad adottare le opportune iniziative volte a promuovere, presso le istituzioni europee, il rafforzamento e il pieno rispetto della cosiddetta «clausola democratica» negli accordi già sottoscritti, in via di sottoscrizione e in quelli che sottoscriverà l'Unione europea con Paesi terzi;
a porre nelle opportune sedi dell'Unione europea il problema di un monitoraggio più efficace e più frequente delle opzioni e delle realizzazioni da effettuare nel quadro dell'accordo di Cotonou;
a studiare le modalità per ottenere un coinvolgimento del Parlamento italiano nelle procedure di monitoraggio sopraindicate;
a programmare, sin d'ora, un'opportuna sensibilizzazione a tutti i livelli politici competenti, italiani ed europei, per studiare le possibili evoluzioni nell'impostazione del prossimo accordo che finanzierà l'XI FES.
9/3116/2.Paoletti Tangheroni, Forlani, Siniscalchi, Giancarlo Giorgetti, Turco, De Zulueta, Zacchera, Marcenaro, Gianni Farina, Azzolini, Licastro Scardino, Venier.