Allegato B
Seduta n. 225 del 17/10/2007

SALUTE

Interrogazioni a risposta scritta:

BENZONI e CODURELLI. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
si apprende da organi locali di stampa del 31 maggio 2007 che, presso l'ospedale Sant'Anna di Como, una donna di 33 anni è stata costretta ad un travaglio di 12 ore senza anestesia epidurale per partorire una bambina che aveva cessato di vivere in grembo al termine della gravidanza;
lo sapevano i medici, le ostetriche, i genitori stessi;
i genitori avevano chiesto l'anestesia epidurale per alleviare, almeno fisicamente, lo strazio a cui sarebbe stata sottoposta la madre durante il travaglio;
durante il travaglio, però, è stato detto dai medici presenti in sala parto che l'anestesia epidurale non è praticata, presso l'ospedale Sant'Anna di Como, nei casi di parto e pertanto questa pratica sanitaria è stata negata, nonostante l'eccezionalità della situazione;
la donna ha dovuto quindi subire la sofferenza di un lungo e doloroso travaglio per partorire un corpicino privo di vita;
l'anomalia della risposta terapeutica data dall'ospedale alla paziente è confermata anche dalla apertura di una inchiesta interna promossa dalla stessa azienda ospedaliera;
il diniego appare inspiegabile data la drammaticità del caso, che avrebbe dovuto indurre la struttura sanitaria ad assumere provvedimenti straordinari, come avviene per le emergenze;
una particolare attenzione dovrebbe essere dedicata dalle strutture ospedaliere ai diritti delle partorienti e alla promozione del parto senza dolore, anche alla luce del dibattito in corso in Parlamento per l'approvazione di norme in materia (T.U.C. 589 e abb.) e dei contenuti del documento «Verso un piano di azioni per la promozione e la tutela della salute delle donne e dei bambini» pubblicato dal Ministero della salute l'8 marzo 2007 -:
come sia possibile, secondo il ministro, il verificarsi di una situazione simile presso una azienda ospedaliera importante come il Sant'Anna di Como, e in una Regione, la Lombardia, delle cui strutture sanitarie è continuamente vantata l'eccellenza;
come intenda intervenire il ministro per evitare che possano verificarsi nuovamente casi analoghi, nelle more dell'approvazione in Parlamento del disegno di legge citato in premessa.
(4-05275)

PINI. - Al Ministro della salute, al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
la zanzara tigre è conclamata protagonista nel veicolare il virus «Chikungunya» ed altri virus patogeni per l'uomo;
durante l'ultima stagione estiva il citato virus si è manifestato in tutta la sua pericolosità colpendo centinaia di persone in molte località della Romagna;
le stesse autorità sanitarie locali hanno confermato che il virus «Chikungunya» è arrivato da noi per mezzo di un immigrato e che la zanzara tigre è stato il veicolo per cui si è arrivati alla contaminazione in massa;
le tempistiche di prevenzione adottate dalle locali Ausl hanno lasciato ampi margini di dubbio sulla reale efficienza del sistema sanitario atteso che dal conclamarsi del primo caso all'adozione di interventi volti a impedire la diffusione del virus sembrano essere trascorsi ben due mesi;
i due mesi di cui alla precedente premessa stranamente coincidono con il clou della stagione balneare ed il conseguente picco delle presenze di turisti;

pure senza il conclamarsi del virus «Chikungunya», il problema di una abnorme presenza di zanzare tigre era già noto durante la precedente stagione balneare, ma non pare esser stato affrontato adeguatamente, mettendo così a rischio la salute dei cittadini;
l'igiene ambientale nelle aree interessate in premessa, è compito assegnato sia alle Ausl competenti, sia alla società multiservizi Hera;
se da parte di Ausl risulta all'interrogante una pesante responsabilità riguardo i ritardi con i quali si sono attivate le procedure di profilassi e prevenzione alla diffusione del virus, è altresì palese come da parte di Hera vi sia stato - secondo l'interrogante in ossequio al profitto - un decadimento del livello dei servizi riguardo la frequenza della raccolta rifiuti e la cura del verde;
quanto in premessa imputato alle Ausl ed Hera ha contribuito e tuttora contribuisce alla proliferazione della zanzara tigre che unita al problema di una immigrazione senza controlli sanitari, crea e creerà seri pericoli per la salute dei cittadini;
il problema del proliferare della zanzara tigre è stato palesemente sottovalutato;
gli addetti alla disinfestazione di Hera, da notizie di stampa sembrano solo sperare nell'arrivo dell'inverno, con il rischio quasi certo di trovarsi l'anno prossimo con le stesse problematiche;
il pericolo per la salute pubblica, ed il rischio di un tracollo è concreto che il comparto turistico della Romagna potrebbe subire per la prossima stagione;
se sia a conoscenza dei fatti in premessa;
se corrisponda al vero, come risulta da numerosi articoli di stampa, che i tempi intercorsi tra la prima segnalazione di un caso conclamato di «Chikungunya» e l'attivazione di una profilassi siano stati superiori ai due mesi citati in premessa;
quanto tempo sia intercorso dalla diagnosi del cosiddetto «caso zero» - attribuito ad un immigrato - alla segnalazione obbligatoria da parte della competente Ausl all'Istituto superiore della Sanità;
se il citato Istituto Superiore di Sanità abbia impartito istruzioni specifiche per i casi di «Chikungunya» verificatesi in Romagna e quando, nel caso, queste istruzioni siano state diramate alle competenti Ausl;
quali misure urgenti intenda il Ministro della Salute adottare per affrontare con metodi efficaci al fine di scongiurare il divulgarsi di virus patogeni quali il «Chikungunya»;
se non ritenga il Ministro dell'interno adottare misure atte a verificare preventivamente lo stato di salute, con particolare riferimento a malattie virali, degli immigrati extracomunitari in ingresso nel paese.
(4-05276)

BERTOLINI e PAOLETTI TANGHERONI. - Al Ministro della salute, al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
da indiscrezioni di stampa, la giunta regionale toscana intenderebbe creare una tessera sanitaria per gli extracomunitari irregolari per garantire loro non solo prestazioni di urgenza ma esami clinici e l'assistenza di medici di base;
tale intendimento non risulta ancora formalizzato in una proposta di legge regionale;
«Stp», ovvero «Straniero temporaneamente presente» sarebbe lo status, con tanto di tessera, riconosciuto dalla Regione Toscana per gli stranieri irregolari che avranno bisogno di cure mediche, non solo di quelle urgenti ospedaliere, già previste dalla legge nazionale, ma anche analisi di laboratorio o semplici ricette. La tessera Stp garantirà loro una copertura per un periodo di tempo limitato;

a quanto consta agli interroganti la legge dovrebbe essere pronta entro la fine di novembre e, tra l'altro, dovrebbe garantire anche il diritto di voto per gli stranieri, già sancito dallo Statuto regionale, a partire dal 2010. Inoltre l'obiettivo è regolare quattro campi d'intervento: oltre alla salute, la casa, la formazione e l'informazione;
in Italia le cure mediche urgenti sono già garantite a tutti, clandestini compresi, i quali spesso usano in modo improprio il servizio d'urgenza;
a giudizio degli interroganti l'approvazione della proposta in questione provocherebbe di fatto un innalzamento vertiginoso del numero di immigrati clandestini che si riverseranno nelle strutture sanitarie italiane, il che non può non comportare l'automatica riduzione, nella quantità e nella qualità, delle prestazioni sanitarie a favore dei cittadini italiani -:
se siano a conoscenza dei fatti sopraesposti;
se siano informati di ulteriori circostanze di cui vogliano mettere al corrente la Camera dei deputati;
se, nell'ambito della competenza esclusiva in materia di immigrazione e della potestà concorrente in materia di tutela della salute, non intendano definire i limiti di intervento delle regioni in questo settore;
se non intendano assumere le opportune iniziative, nel quadro della Conferenza Stato-Regioni ed Enti locali per formulare apposite linee guida volte a chiarire che eventuali analoghe decisioni possano essere assunte all'esclusiva condizione che non sia pregiudicata l'unità e la sostenibilità del sistema sanitario nazionale anche sotto l'aspetto economico finanziario generale.
(4-05290)

ZANELLA, FRANCESCATO, PELLEGRINO e BONELLI. - Al Ministro della salute, al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
l'anemia infettiva equina è una patologia ritenuta contagiosa che interessa i cavalli;
le norme di riferimento per combattere tale patologia sono il decreto ministeriale 4 dicembre 1976, il decreto del Presidente della Repubblica 11 febbraio 1994, n. 243 e l'ordinanza ministeriale 14 novembre 2006;
Asl e Comuni, nel caso di identificazione di focolai e di animali colpiti da tale malattia ordinano ai proprietari l'abbattimento degli stessi;
a titolo esemplificativo si segnala il caso verificatosi il 30 agosto 2007 nel comune di Sellano (Perugia), ove il sindaco, con ordinanza n. 52/2007, ha ordinato alla signora Quinta Di Alessandro residente a Sellano (Perugia) località Civitella, l'abbattimento di 2 cavalli;
il sequestro sanitario dei cavalli è stato disposto dalla Asl n. 3 della Regione Umbria il 28 agosto 2007;
tali provvedimenti sono stati giustificati richiamando gli articoli 10, 99 e 100 del Regolamento di Polizia Veterinaria 8 febbraio 1954, n. 320;
al momento la ricerca medico-veterinaria e gli esperti di anemia equina non forniscono pareri univoci in merito alle terapie ed alle azioni da intraprendere per contrastare la malattia;
la ricerca medico-scientifica e di conseguenza la normativa sono in evoluzione rispetto a tale patologia -:
se i ministri interrogati non ritengano di chiarire che l'abbattimento degli animali debba essere considerata una misura assolutamente eccezionale;
se la procedura di abbattimento degli animali infetti sia applicata su tutto il territorio nazionale;

se i ministri interrogati non ritengano, infine, di specificare con provvedimento ministeriale che ai cavalli colpiti da anemia equina debba essere riservato l'isolamento in condizioni di sicurezza, con responsabilità a carico del proprietario, e la quarantena e non già la morte, in attesa dell'evoluzione della ricerca e del conseguimento di risultati sul fronte della zooprofilassi, capaci di offrire alternative alla mera soppressione degli animali ammalati.
(4-05294)