Allegato B
Seduta n. 225 del 17/10/2007

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ECONOMIA E FINANZE

Interrogazione a risposta orale:

RONCONI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
in data 16 ottobre 2007, a quanto si apprende dalla stampa locale, l'inchiesta legata al costruttore Giombini iniziata con 8 indagati, a conclusione delle indagini vede coinvolti 15 possibili imputati divisi in tre diversi tronconi: il primo riguardante false fatturazioni per 17 milioni di euro, il secondo il riciclaggio di denaro all'estero e il terzo l'appropriazione indebita ossia denaro sottratto alle società;
fra le 15 persone oltre al costruttore sono coinvolti vertici di Coop Centro Italia, ad iniziare dal Presidente Giorgio Raggi passando per il vice Paolo Grazi fino a scendere a Roberto Oglialoro, presidente della Immobiliare Centri Commerciali;
le presunte responsabilità degli indagati sono scritte in trenta pagine e ammontano a complessivi 17 milioni di euro per false fatturazioni, riciclaggio per 11 milioni di euro e appropriazione indebita

per oltre 2 milioni di euro (Giombini alla sua società e Raggi e gli altri alla Coop Centro Italia);
quanto ricevuto dagli indagati nei giorni scorsi si tratterebbe di avvisi di conclusione delle indagini;
sembrerebbe a questo punto opportuno, al fine di tutelare gli interessi dei soci delle cooperative, arrivare al commissariamento delle stesse;
in relazione alle vicende sopra menzionate e all'intera indagine complessiva erano stati presentati diversi atti di sindacato ispettivo (3-00929 e 2-00135);
sarebbe opportuno che, visti i ruoli ricoperti dal Presidente della Coop. Centro Italia nell'ambito di istituti bancari e consigli di amministrazione e vista l'ipotesi di reato di appropriazione indebita attribuita allo stesso Raggi, il caso fosse segnalato alla Banca d'Italia al fine di sospendere, quantomeno per tutto il periodo della vicenda giudiziaria la posizione dello stesso, nell'ambito degli istituti di credito -:
se non ritengano opportuno sollecitare immediatamente i poteri ispettivi dei ministeri competenti.
(3-01358)

Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:
V Commissione:

PERETTI e FORMISANO. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
l'articolo 1, comma 389, della legge finanziaria per il 2007, ha istituito un fondo di 5 milioni di euro destinati all'erogazione di contributi ai gestori di attività commerciali per le spese documentate e documentabili sostenute entro il 31 dicembre 2007 per l'eliminazione delle barriere architettoniche nei locali, aperti al pubblico;
la norma prevede altresì che, entro settanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge il Ministro dell'economia e delle finanze, con proprio decreto, adottato d'intesa con i Ministri dello sviluppo economico e della solidarietà sociale, definisca le modalità ed i criteri per l'attribuzione dei contributi medesimi;
nel corso di una prima riunione tecnica indetta in data 13 aprile 2007 presso la Conferenza Stato-Regioni, por definire lo schema di decreto da emanarsi, si è concordato, in considerazione dell'esiguità delle somme e della competenza regionale in materia di commercio, di attribuire direttamente alle Regioni e Province autonomie la gestione delle risorse con la connessa individuazione delle modalità di attribuzione e di erogazione dei contributi ai beneficiari;
si è inoltre stabilito di individuare con il medesimo decreto: i soggetti beneficiari nei gestori degli esercizi di vicinato (come definiti dall'articolo 4, comma 1, lettera d) del decreto legislativo n. 114/98), la percentuale di copertura delle spese (50 per cento) ed il limite massimo di contributo erogabile per ciascun beneficiario (20.000), il criterio di riparto delle risorse tra le Regioni e le Province autonome (una quota fissa di 50.000 euro ed una quota variabile in proporzione alla popolazione residente), il pagamento di un'anticipazione alla quota fissa ed al 60 per cento della quota variabile entro sessanta giorni ed il pagamento a saldo dopo la presentazione della rendicontazione al Ministero dello sviluppo economico della realizzazione degli interventi;
risulta che la bozza di decreto predisposta dal Ministero dell'economia e delle finanze sia stata inoltrata solo in data 11 luglio scorso alle Amministrazioni concertanti, per acquisirne il parere prima dell'inoltro formale alla Conferenza Stato-Regioni -:
quali siano i tempi di attesa per l'emanazione del decreto attuativo tanto atteso dai gestori di attività commerciali per la realizzazione di interventi di abbattimento delle barriere architettoniche strutturali e audiovisive.
(5-01624)

CIRINO POMICINO. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
l'andamento del fabbisogno della pubblica amministrazione in base ai dati disponibili del primo semestre segnala una riduzione del fabbisogno più ampia di quella registrata per il settore statale;
il miglioramento per il settore pubbliche amministrazioni dei conti nazionali è di oltre 17 miliardi di euro (da oltre 44 circa nel primo semestre 2006 a circa 27 in quello 2007), a fronte di circa 7 per il comparto statale (da 33,4 a 26,6) -:
se questo miglioramento sia attribuibile, in base ai dati delle amministrazioni decentrate che dovranno essere noti con la Relazione di cassa, ad un blocco temporaneo delle erogazioni o ad una riduzione della spesa e dei servizi pubblici forniti alla collettività più ampia del previsto o, piuttosto, ad una forte aumento delle entrate come reazione ai tagli apportati ai trasferimenti in loro favore.
(5-01625)

Interrogazioni a risposta scritta:

PEDRIZZI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
la legge finanziaria del 2007 ha previsto, all'articolo 1, commi 195 e seguenti, la possibilità per i comuni di esercitare direttamente, anche in forma associata, a decorrere dal 1o novembre 2007, le funzioni catastali loro attribuite dall'articolo 66 del decreto legislativo n. 112 del 1998, relativo al conferimento di funzioni e compiti amministrativi dello Stato alle Regioni ed agli enti locali;
il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri dello scorso 14 giugno, attuativo delle previsioni contenute nella legge finanziaria del 2007, nel dettare «le modalità di gestione delle funzioni catastali ed i termini di espressione e comunicazione delle scelte comunali», (articoli 2 e 10), ha stabilito che i comuni potranno decidere se provvedere o meno alle funzioni catastali, scegliendo tra una gestione diretta autonoma o associata ad altri comuni, oppure tra una gestione diretta da parte delle comunità montane o affidata all'Agenzia del Territorio, secondo un ordine progressivo e crescente di responsabilità da parte dell'ente;
in particolare, i comuni, indicata la forma di gestione ritenuta più adeguata, dovranno operare una scelta tra tre opzioni di livelli funzionali: i primi due comprendono attività di consultazione e rilascio di certificazioni catastali, mentre il terzo, include, oltre alle predette attività, anche quella di aggiornamento della banca dati catastale, sulla base delle proposte di parte;
questa terza opzione, pertanto, entrando nel merito dei classamenti, darà la possibilità ai comuni di decidere l'entità delle imposte, delle aliquote e dei valori impositivi, influendo, così, indirettamente sul gettito delle imposte erariali;
secondo quanto riportato dagli organi di stampa (cfr. Il Sole 24 Ore del 4 ottobre 2007), il 45,7 per cento dei capoluoghi di provincia avrebbe dichiarato di voler optare per tale terzo livello di funzioni;
entro il termine del 3 ottobre scorso, i comuni avrebbero dovuto trasmettere, alla sede centrale dell'Agenzia del Territorio, le specifiche delibere esecutive approvate dai relativi Consigli comunali, indicanti le forme gestionali ritenute più adeguate -:
quante amministrazioni comunali, nel rispetto del suddetto termine, abbiano effettuato tale scelta e secondo quale opzione;
se il Ministro interrogato non ritenga che la discrezionalità conferita ai comuni, riguardo alla revisione dei valori catastali, anziché rappresentare uno strumento a servizio del cittadino, non rischi, invece, di compromettere l'unitarietà del procedimento di aggiornamento degli estimi catastali e la conseguente equità fiscale nazionale.
(4-05283)

JANNONE. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
nei giorni scorsi Joaquin Almunia, commissario agli Affari economici e monetari, intervenendo alla riunione dei ministri finanziari europei, ha ribadito che l'Italia deve rispettare gli accordi sottoscritti a Berlino per la riduzione del deficit, in quanto il debito pubblico italiano è insostenibile ed è il più elevato dell'Unione europea;
la Finanziaria prevede solo lo 0,2 per cento di correzione del deficit nel 2008, una correzione di gran lunga inferiore allo 0,5 per cento previsto dal patto Ue e ben al di sotto delle indicazioni concordate in seno all'Eurogruppo;
la totalità delle istituzioni monetarie europee e mondiali, unitamente alla Banca d'Italia hanno richiamato il governo del nostro Paese ad una politica di rigore più efficace di quella fin qui adottata -:
quali misure il Ministro intenda intraprendere per riavvicinare i dati macroeconomici italiani ai parametri richiesti dalle citate istituzioni monetarie e previsti dai trattati sottoscritti dall'Italia.
(4-05287)

PEDRIZZI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro per gli affari regionali e le autonomie locali. - Per sapere - premesso che:
negli ultimi anni, il progressivo esaurimento dei fondi statali per il finanziamento di opere pubbliche ha spinto gli enti locali a ricercare, da un lato, nuove forme di finanziamento e, dall'altro, a perseguire politiche di gestione attiva dell'indebitamento;
gli strumenti che solitamente vengono utilizzati nei processi di ristrutturazione del debito sono costituiti dai prodotti di finanza derivata (swap), il cui fine dovrebbe essere quello di consentire una gestione oculata dei rischi finanziari ed una presenza attiva e dinamica nei confronti della variabilità dei tassi di interesse;
in realtà, per gli amministratori locali il vantaggio più immediato di tali operazioni è quello di far cassa senza rappresentarla come passività nei bilanci e di dilazionare il debito su periodi più lunghi del ciclo politico;
la Corte dei conti ha messo in evidenza come tali operazioni, di fatto, rappresentino una accumulazione di debito che peserà sulle generazioni future, rilevando come i nuovi debiti ammontino, oggi, a 10,5 miliardi di euro; in particolare, risulta che la Regione maggiormente indebitata sia il Piemonte, seguita dalla Liguria, dalla Campania e dalla Calabria: tutte Regioni amministrate dalla sinistra;
un richiamo specifico al contratto di swap è contenuto nell'articolo 41 della legge 28 dicembre 2001, n. 448 (legge finanziaria 2002), che prevede la possibilità, per gli enti pubblici territoriali, di emettere titoli obbligazionari e di fare ricorso a strumenti derivati con un piano che, come quello dei mutui convenzionali, permette un rimborso, sia di capitale che di interessi, o con cadenza semestrale (emissione ammortizing), oppure in un'unica soluzione alla scadenza (emissione bullet);
pertanto, dall'esposizione degli enti territoriali deriva l'altro aspetto da molti ignorato, cioè quello dei profitti indiretti delle banche: infatti, la legge, in caso di emissione bullet, al fine di assicurare alla banca la restituzione del capitale alla scadenza, pone in capo all'ente l'obbligo di accantonare, ogni anno, quote di capitale in un apposito fondo di ammortamento denominato sinking fund che sarà gestito dalla stessa banca erogatrice del prestito con strumenti derivati e alimentato con le risorse degli enti locali;
con questo meccanismo, pertanto, le banche potranno lucrare in maniera considerevole, in quanto avranno la possibilità

di effettuare investimenti su qualsiasi titolo di credito emesso da società o enti pubblici dell'Unione europea, mentre gli enti si troveranno maggiormente esposti a conseguenze disastrose: come, per esempio, sarebbe accaduto in Puglia, dove, per la questione dell'acquedotto pugliese, la Regione avrebbe perso 20 milioni di euro a causa di investimenti fallimentari delle banche (cfr. Il Sole-24 Ore del 7 settembre 2007, n. 245);
numerosi sono gli Enti territoriali che, per gestire il proprio debito, hanno già fatto ricorso agli strumenti finanziari derivati, ma, spesso, gli stessi dirigenti dei competenti dipartimenti locali, a causa della complessità delle operazioni, non sono in grado, in realtà, di valutare fino in fondo i rischi finanziari connessi a questo genere di investimenti; inoltre, nonostante l'inserimento, nella legge 27 dicembre 2006, n. 296 (legge finanziaria 2007), di un apposito obbligo di comunicazione preventiva riguardo alle relative operazioni finanziarie, il rischio di abuso nell'utilizzo dei derivati è sempre costante -:
a quanto ammonti l'esposizione totale di tutti gli enti locali (Comuni, Province e Regioni) nei confronti del sistema bancario nazionale e straniero;
quali siano gli enti maggiormente indebitati e quale sia l'entità delle singole esposizioni;
a quanto ammonterebbe, ad oggi, il rischio assunto dai singoli enti e quale dovrebbe essere, alla scadenza, l'importo da rimborsare;
se risulti quale sia stato il guadagno, da parte degli istituti di credito sulle singole operazioni, che gli amministratori ritengono, invece, essere a costo zero;
quali interventi i Ministri interrogati intendano attuare per limitare gli abusi e se il Ministro dell'economia, non ritenga opportuno istituire un apposito servizio centralizzato nazionale, composto daesperti del settore, che funga da centro di supporto e monitoraggio degli enti territoriali con riguardo ai prodotti derivati loro offerti.
(4-05291)