Allegato B
Seduta n. 225 del 17/10/2007

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ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interrogazioni a risposta scritta:

JANNONE. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
in questi giorni si parla, spesso con approcci demagogici, di «costi della politica alle stelle»;
sono 1253 gli esperti e consulenti pagati dal governo Prodi (di media 43 a dicastero) tra cui figurano giuristi, ginnasti, creativi, cinofili, professori, ambasciatori, webmaster, giornalisti e rettori;
solo la Presidenza del Consiglio conta 120 contratti di consulenza pagati da 6.000 euro a 40.000 euro;
il Ministero dell'ambiente usufruisce di 344 consulenti e quello dei beni culturali 436 -:
quali misure intenda intraprendere per ridurre tali costi, anche ricorrendo alle risorse umane interne già disponibili presso gli uffici dei dicasteri interessati;
quali misure intenda intraprendere al fine di sensibilizzare le amministrazioni regionali e locali ad attuare un comportamento più virtuoso in tema di spese per consulenze esterne.
(4-05267)

SALERNO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
il sito www.governoitaliano.it pubblica l'elenco dei consulenti della Presidenza del Consiglio indicando per ognuno di essi il nome, cognome, ufficio di assegnazione, scadenza contrattuale e compenso riconosciuto;

non farebbe parte di questo elenco un consulente che risulterebbe invece incaricato di lavorare alla stesura della Legge sul Riordino delle Authority;
tale consulente non indicato e pubblicato in questo elenco risponderebbe al nome di Giulio Napolitano;
è indispensabile per la trasparenza e la correttezza istituzionale che non vi siano omissioni né assenze che possano ingenerare dubbi e sospetti di parzialità di sorta -:
se risulti essere consulente della Presidenza del Consiglio il dott. Giulio Napolitano;
per quale motivo non risulti indicato nell'elenco citato in premessa.
(4-05284)

COSTA. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
con il referendum abrogativo del 1987 è stato di fatto sancito l'abbandono, da parte dell'Italia, del ricorso al nucleare come forma di approvvigionamento e di produzione di energia elettrica;
in ottemperanza al decreto legislativo n. 79 del 16 marzo 1999, il 1o novembre 1999 (12 anni dopo il referendum) è stata istituita la SOGIN (Società Gestione Impianti Nucleari Spa) che ha incorporato le strutture e le competenze dell'Enel applicate alla gestione complessiva della localizzazione, progettazione, costruzione, esercizio delle 4 centrali elettronucleari italiane;
secondo il mandato statutario della Società, la SOGIN ha oggi per oggetto tutte le attività relative al decommissioning (declassamento, decontaminazione, smantellamento e ripristino del sito) delle 4 centrali dismesse dopo il referendum del 1987 (Trino Vercellese, Caorso, Latina Borgo Sabotino e Garigliano) e degli impianti di trattamento e fabbricazione del combustibile nucleare (EUREX di Saluggia, impianto di Bosco Marengo, OPEC e IPU della Casaccia, ITREC di Rotondella);
l'attività della SOGIN è sottoposta alla valutazione dell'Autorità per l'energia elettrica e il gas, che ne dovrebbe controllare l'efficienza;
il costo complessivo del programma di decommissioning elaborato da SOGIN era di 2,65 miliardi di euro con completamento delle operazioni in venti anni per le centrali e di 0,6 miliardi di euro in 10 anni per gli altri impianti;
la copertura dei costi è assicurata da un fondo di 333,11 milioni di euro conferito all'atto dello scorporo dall'ENEL e da una componente tariffaria sul prezzo dell'energia elettrica (attualmente 0,04 centesimi di euro al kwh);
il 3 ottobre 2007 alle ore 8,30 circa è andata in onda, su Radio 1 della RAI, una intervista ad un portavoce dalla SOGIN -:
se risponda al vero che le centrali elettronucleari di cui trattasi hanno sul territorio un impatto ambientale assolutamente identico sia che siano inattive (o dismesse, come ora) che in produzione o che, addirittura, i rischi di eventuale contaminazione siano maggiori ad impianti fermi;
se risponda al vero che a tutt'oggi la SOGIN abbia effettuato all'incirca soltanto il 6 per cento delle attività previste dai programmi iniziali;
se risponda al vero che per completare le attività occorrerà, sempre in una prospettiva ventennale, una somma stimabile in almeno 5 miliardi di euro (il doppio di quanto inizialmente previsto);
se risponda al vero che le attività istituzionali della SOGIN allo stato attuale procedano con estrema lentezza e non possono procedere più celermente perché, come ha affermato il portavoce della SOGIN nella citata intervista «Il sistema Italia attualmente non lo consente»;
se non ritenga che la società SOGIN, con tutte le sue strutture operative, i suoi apparati, il suo personale ed i suoi organi di controllo, visti gli scarsi risultati prodotti sino ad oggi rapportati agli enormi

costi di gestione interamente gravanti sui contribuenti, debba costituire oggetto di profonda revisione tanto nell'organizzazione, quanto negli obiettivi e nelle modalità di lavoro.
(4-05295)