Allegato A
Seduta n. 225 del 17/10/2007

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(Sezione 8 - Stato dell'edilizia carceraria, con particolare riferimento alle recenti notizie relative all'esistenza di carceri ultimate ma non utilizzate)

PISICCHIO. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
la ragione fondamentale per cui il Parlamento si determinò nel 2006 alla decisione di approvare il provvedimento di indulto, che realizzò lo sconto di pena per più di ventimila condannati in stato di detenzione, venne dettata dalla constatazione dell'abnorme e insostenibile sovraffollamento delle carceri italiane, che - di fatto - rendeva incompatibile la pena con i principi sanciti nell'articolo 27 della Costituzione, relativi all'umanità delle pene e alla loro finalizzazione tesa alla rieducazione;
il provvedimento di clemenza applicato ai condannati per reati di minore allarme sociale, dunque, apparve alla maggioranza dei parlamentari come l'unica

alternativa praticabile alla mancanza di spazio vitale nelle carceri, considerato che da lunghi anni non venivano più edificati nuovi istituti di pena;
a fronte delle motivazioni che sostennero le scelte del Parlamento nella decisione non facile di adottare l'indulto e a fronte anche della mancanza di nuovi interventi di edilizia carceraria, appaiono in stridente contrasto le informazioni che i mass media in queste ultime settimane hanno divulgato circa ventitré carceri distribuite su tutto il territorio nazionale, finanziate, realizzate in tutto o in grandissima parte, in alcuni casi persino arredate con suppellettili ed ogni altro necessario elemento strutturale e poi abbandonate al degrado;
si tratterebbe di penitenziari e case circondariali situate a Revere in Lombardia, a Codigoro in Emilia Romagna, a Pescia e Montremoli in Toscana, a Capanne in Umbria, a Gragnano in Campania, a San Valentino in Abruzzo, a Mileto e Propalati in Calabria, a Gela e Villalba in Sicilia, a Monopoli, Minervino Murge, Accadia, Bovino, Castelnuovo della Daunia, Volturara Appula in Puglia, Arsina, Rotondella, Lagonegro, Pisticci, Avigliano, Chiaromonte in Basilicata, senza contare le numerose strutture finanziate, costruite e poi non più utilizzate coerentemente alla destinazione originaria, come il carcere di Monopoli in provincia di Bari o di Tempio Pausania in Sardegna, solo per citare alcuni casi;
si tratta di informazioni allarmanti, testimonianze di sprechi ingenti - si pensi che solo l'edificazione delle strutture carcerarie della Basilicata sarebbe costata non meno di 32 milioni di euro - che lasciano allarmato il cittadino ed anche il legislatore -:
quali urgenti interventi il Ministro interrogato intenda assumere per chiarire alla pubblica opinione e al Parlamento l'effettivo stato dell'edilizia carceraria, con riferimento particolare ai casi denunciati dai mass media.(3-01345)