Allegato B
Seduta n. 218 del 5/10/2007

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PUBBLICA ISTRUZIONE

Interrogazioni a risposta scritta:

EVANGELISTI e RAITI. - Al Ministro della pubblica istruzione. - Per sapere - premesso che:
come riportato dagli organi di stampa, la situazione dell'Istituto ITI-ITIPA «L. da Vinci» di Firenze si fa sempre più nebulosa;
l'Istituto ITI-ITIPA «I. da Vinci» è stato statalizzato, su iniziativa dell'Amministrazione Comunale di Firenze;
ai precari statali, però, non è stato possibile presentare domanda per entrare nella scuola, per mancanza del numero meccanografico da affiancare all'istituto prescelto;
questo crea un vulnus giuridico giacché la scuola è passata allo Stato ed i precari statali hanno la precedenza rispetto ai professori comunali, perché vincitori di un concorso;
se i precari statali presentassero un ricorso al TAR verrebbero integrati nel corpo docente con un provvedimento d'urgenza da parte del giudice;
a questo punto, i professori comunali, in quanto assunti come dipendenti comunali, verrebbero ricollocati all'interno dell'amministrazione di appartenenza, che, non avendo altre scuole superiori in cui far loro espletare mansioni di docenza, non avrebbe altra possibilità che adibirli a funzioni diverse e comunque inferiori a quelle attualmente svolte con conseguente necessaria applicazione del contratto degli altri dipendenti comunali e la relativa perdita della qualifica di insegnanti;
è evidente come tale situazione all'Istituto statale «Leonardo Da Vinci» non tuteli i precari statali e i professori comunali anzi crea una condizione di contrasto -:
se il Ministro sia conoscenza di quanto esposto;
se intenda adottare iniziative, anche normative, affinché sia predisposta una graduatoria unica per entrare all'Istituto tecnico statale «Leonardo Da Vinci» per i precari statali e per il corpo docente comunale.
(4-05134)

MANCINI. - Al Ministro della pubblica istruzione. - Per sapere - premesso che:
nel corrente anno scolastico 2007-2008 si sono verificate rilevanti anomalie burocratiche che hanno indotto il sistema amministrativo al taglio dei servizi nei confronti dei soggetti diversamente abili;
l'attuale legislazione in materia di handicap (legge 5 febbraio 1992, n. 104) prevede l'assegnazione di un insegnante di sostegno alla classe solo nel caso in cui uno degli alunni venga segnalato e successivamente certificato;
questo «obbligo» ha costretto molti soggetti con disabilità «lievi» (dislessia, disturbi lievi di iperattività, ritardo lieve, eccetera) a dovere di fatto rinunciare all'aiuto dell'insegnante di sostegno, in quanto non tutti i bambini che ricevono una diagnosi vengono poi necessariamente certificati: la famiglia o gli specialisti territoriali possono anche non ritenerlo necessario. In questi casi lo studente non beneficia di un insegnante di sostegno; eppure questa tipologia di alunni potrebbe migliorare significativamente l'andamento scolastico con un minimo sforzo da parte della scuola evitando possibili interruzioni o rallentamenti della didattica dannosi per tutti gli studenti;
il mancato intervento di recupero nei confronti di questi soggetti nell'età scolare avrà per costoro pesanti conseguenze sociali e professionali. Non vi sarà inoltre un

«risparmio» per il Sistema Sanitario Nazionale che si troverà un domani a dover erogare servizi di cura e riabilitazione per sopperire ai deficit non curati;
contestualmente il taglio di 12.000 cattedre di sostegno divise in modo proporzionale su tutto il territorio nazionale non comporterà altro che un ulteriore peggioramento della situazione precedentemente descritta;
in seguito alla riduzione delle cattedre di sostegno gli uffici scolastici provinciali sono stati costretti ad eliminare in modo indiscriminato e immotivato le ore di sostegno ai disabili;
a Reggio Calabria, inoltre, la pubblicazione delle disponibilità delle cattedre di sostegno sono state rese note il giorno stesso delle convocazioni degli insegnanti di sostegno per incarico del CSA, probabilmente per evitare le proteste anticipate, dei docenti e delle famiglie dei ragazzi diversamente abili;
molti uffici scolastici provinciali, in seguito alle proteste formali e in alcuni casi alle denunce da parte delle famiglie di alunni disabili (documentate in un articolo uscito su Calabria Ora del 29 settembre 2007) sono costretti a procedere con la nomina in deroga di altri insegnanti di sostegno, spesso senza titolo specifico, generando «un caos organizzativo» nell'assegnazione dei casi ai singoli insegnanti;
in molti casi infatti i dirigenti scolastici, non essendo ancora pronte le graduatorie d'istituto relative al biennio 2007-2009 sono costretti ad attribuire temporaneamente gli incarichi attingendo alle vecchie graduatorie. Ciò comporterà dei gravissimi danni per gli alunni diversamente abili che dovranno cambiare più volte docente;
se a questo si aggiunge che il disegno di legge «Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriannuale dello Stato», legge finanziaria per il 2008, varato dal Governo prevede che dall'anno prossimo il numero dei posti di sostegno per l'integrazione degli alunni disabili «non può superare complessivamente il 25 per cento del numero delle sezioni e delle classi previste nell'organico di diritto dell'anno scolastico 2006-2007» (articolo 50, comma 3 del disegno di legge) ciò che di fatto annulla quasi totalmente i diritti dei ragazzi diversamente abili -:
se sia a conoscenza dei fatti come sopraesposti;
se intenda intervenire per evitare che sia incentivata la dispersione e l'abbandono della scuola da parte degli studenti disabili e che non sia loro garantita la possibilità di essere seguiti tempestivamente da insegnanti qualificati in grado di fornire misure educative e didattiche idonee;
se non ritenga opportuno, per concretizzare quanto previsto all'articolo 3 della nostra Costituzione, che più risorse siano dirottate per garantire il diritto allo studio delle categorie più deboli.
(4-05137)

HOLZMANN e ZACCHERA. - Al Ministro della pubblica istruzione. - Per sapere - premesso che:
nel territorio della provincia di Bolzano esiste, ed è sentito, il problema dell'apprendimento della seconda lingua, sia da parte della popolazione di lingua tedesca che di quella italiana;
le esperienze pregresse hanno dimostrato che la migliore età per apprendere una seconda lingua è quella infantile ed a tale riguardo sono state fatte esperienze molto significative in ogni parte d'Europa;
il modello di scuola bilingue sarebbe utilissimo se lo si potesse trasferire alle scuole in lingua tedesca ed italiana della provincia di Bolzano, così come già avviene per la scuola ladina dove il trilinguismo è una realtà consolidata da decenni e produce risultati assai positivi;
la Giunta provinciale di Bolzano si ostina, purtroppo, a dare un'interpretazione restrittiva dell'articolo 19 dello Statuto

di autonomia, che prevede l'insegnamento nella lingua madre degli studenti;
l'articolo di cui sopra venne concepito per dare una solida garanzia alla popolazione di lingua tedesca che durante il fascismo venne privata delle proprie scuole e che si oppose a tale limitazione organizzando le cosiddette «Katacomben Schule», ovvero scuole clandestine dove si insegnava la lingua tedesca;
pur condividendo, nella sostanza, l'articolo 19 dello Statuto e la necessità di consentire ai giovani di mantenere la propria identità culturale tedesca od italiana con la possibilità di frequentare liberamente le scuole del proprio gruppo linguistico, si ritiene che qualche passo in avanti potrebbe essere fatto migliorando l'attività didattica d'insegnamento della seconda lingua;
in questi giorni la stampa locale e nazionale ha dato ampio risalto alla notizia che alcune scuole materne di lingua tedesca hanno organizzato lezioni di italiano a pagamento e fuori orario, su esplicita richiesta dei genitori;
tale fenomeno si riscontrava, da alcuni anni, anche nelle scuole materne di lingua italiana che però, a partire dal 1999, hanno predisposto un orario che prevede, dall'età di 5 anni, cinque ore di lezione in lingua tedesca;
la Giunta Provinciale di Bolzano, per bocca del suo Presidente, afferma che tali iniziative non sono condivise e neppure autorizzate, e vanno svolte soltanto a pagamento ed al di fuori dell'orario;
a parere dell'interrogante, l'esplicita volontà delle famiglie di offrire maggiori e migliori opportunità di apprendimento ai loro figli è stata mortificata da atteggiamenti politici che hanno più il sapore di irresponsabile propaganda elettorale che di reale volontà di creare un clima di pacifica convivenza e di migliore integrazione tra i gruppi linguistici -:
se il Ministro interrogato, cui l'articolo 19 dello Statuto di autonomia riconosce poteri di vigilanza in materia di scuole materne, non ritenga che le competenze della Provincia di Bolzano - nella loro applicazione concreta - siano eccedute al punto di violare l'autonomia scolastica, che invece consente di avviare sperimentazioni al fine di migliorare l'apprendimento della seconda lingua;
se, ove ritenga che la predetta applicazione restrittiva dell'articolo 19 dello Statuto di autonomia leda gli interessi dei giovani e delle loro famiglie, non intenda assumere le necessarie ed urgenti iniziative che pur sempre al ministro competono ai sensi del medesimo articolo citato.
(4-05142)