Allegato B
Seduta n. 217 del 4/10/2007

ECONOMIA E FINANZE

Interpellanza:

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'economia e delle finanze per sapere - premesso che:
il 12 maggio scorso oltre un milione e mezzo di persone parteciparono a Roma al Family Day per ricordare che occorre difendere la famiglia attraverso misure audaci e innovative;
la famiglia riveste un ruolo centrale nella società per la tenuta dell'economia, della coesione sociale, dell'educazione, dell'assistenza, della continuità generazionale e della solidarietà;
il crollo della natalità mette a rischio la tenuta del nostro sistema previdenziale, rompendo il patto generazionale su cui si era mantenuto in equilibrio nel corso degli anni;
non si possono spacciare per politiche per la famiglia interventi microsettoriali e non tenere in conto soprattutto le il peso della presenza di figli nell'ambito delle politiche per la famiglia-:
se ritenga che le attuali disposizioni e quelle che si appresta a discutere siano in grado di realizzare le politiche familiari attese da quel milione e mezzo di persone che hanno invaso pacificamente il 12 maggio scorso Piazza San Giovanni a Roma.
(2-00771) «Volontè».

Interrogazione a risposta orale:

PROIETTI COSIMI, LAMORTE, ANTONIO PEPE, GERMONTANI, LEO, FILIPPONIO TATARELLA, BUONFIGLIO, FRASSINETTI, PEDRIZZI e MOFFA. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
da molto tempo, ormai, il Gruppo parlamentare di Alleanza Nazionale è impegnato nel chiedere al Governo di attivarsi per abrogare esplicitamente l'articolo 19, comma 6, del decreto legislativo n. 165 del 2001, e successive modificazioni, che consente a persone estranee alla pubblica amministrazione di diventare titolari di incarichi dirigenziali di prima e seconda fascia rinnovabili all'infinito, il cui costo, per le casse dell'Erario, è di difficile giustificazione a fronte di una pletora di dirigenti di ruolo che ben potrebbero, invece, esercitare tali funzioni;
l'applicazione dell'articolo 19, comma 6, del succitato decreto è stata fallimentare, poiché oltre ad avere leso, irrimediabilmente, la suscettibilità professionale dei dirigenti vincitori di concorso pubblico, ha dimostrato il grado di modestia tecnico-professionale di molti di coloro ai quali sono stati conferiti lucrosi incarichi di livello dirigenziale generale e non generale;
sulla base di quanto risulta agli interroganti, il Governo si accinge ad approvare un disegno di legge di delega in materia di riforma del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, con cui, come si legge nell'articolo 1, comma 1, lettera e), dello schema di disegno di legge, si provvede a stabilire, a livello di principio, la revisione in senso restrittivo, sotto il profilo quantitativo, della normativa (articolo 19, comma 6, del decreto legislativo n. 165 del 2001) sull'affidamento di funzioni dirigenziali a soggetti non appartenenti ai ruoli dirigenziali delle amministrazioni interessate;
agli interroganti risulterebbe che, durante tutta la fase della predisposizione tecnica del disegno di legge governativo sulla finanziaria 2008, il Ministero della Funzione Pubblica ha rappresentato più volte al Ministero dell'Economia e delle Finanze l'esigenza di inserire in finanziaria una disposizione di legge volta a riformare, in senso restrittivo, la normativa relativa all'affidamento degli incarichi dirigenziali a soggetti estranei alla pubblica amministrazione nella parte in cui prevede che i suddetti incarichi possano essere conferiti da ciascuna amministrazione entro

il limite del 10 per cento della dotazione organica dei dirigenti appartenenti alla prima fascia dei ruoli dell'amministrazione che conferisce l'incarico e dell'8 per cento della dotazione organica di quelli appartenenti alla seconda fascia -:
se risponda al vero che il Ministero dell'Economia e della Finanze si sia opposto alla richiesta del Ministro della Funzione pubblica di modificare, in senso restrittivo, la normativa prevista dall'articolo 19, comma 6, del decreto legislativo n. 165 del 2001, e successive modificazioni;
quanti e quali siano gli incarichi dirigenziali di prima e seconda fascia conferiti, nell'ambito del Ministero dell'Economia e delle Finanze, a soggetti estranei alla pubblica amministrazione.
(3-01295)

Interrogazione a risposta scritta:

GENTILI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro delle infrastrutture, al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
la vendita degli alloggi di proprietà del Demanio dello Stato con particolare riferimento a quelli di già di Servizio della Difesa e del Demanio dello Stato sono state avviate a partire dal 2001 secondo la disciplina dettata dalla legge 23 novembre 2001 n. 410 nell'ambito dei programmi di cartolarizzazione e dismissione denominati Scip 1 e Scip 2;
nel 2005 si era inteso avviare per ulteriori blocchi di alloggi il programma cosiddetto Scip 3 particolarmente indirizzato al patrimonio della Difesa e demaniale ugualmente disciplinato dalla citata legge n. 410 del 2001;
una volta interrotto e accantonato questo programma l'Agenzia del Demanio ha avviato procedure di alienazione degli alloggi con riferimento esclusivo alla disciplina dettata dall'articolo 3, comma 109, della legge 23 dicembre 1996 n. 662, come specificamente sta avvenendo nel caso del villaggio S. Barbara ubicato all'interno della scuola superiore dei Vigili del fuoco e costituito da alloggi abitati prevalentemente da vigili in pensione e vedove di vigili;
ad avviso dell'interrogante questa procedura annulla molti specifici contenuti normativi presenti nella legge n. 410 del 2001 e si presenta più complessa e di difficile attuazione per la pubblica amministrazione in particolare:
non è più previsto l'acquisto in blocco a mezzo del mandato collettivo sottoscritto dai conduttori;
sono ridotte le garanzie di durata lunga (novennale) del rinnovo del contratto per le categorie disagiate di conduttori che non possono acquistare;
non è più prevista per i conduttori anziani ultrassessantacinquenni o per nuclei con soggetti portatori di handicap, la possibilità di acquistare il solo usufrutto dell'alloggio abitato;
è previsto un possibile ricorso all'Agenzia del territorio per la rideterminazione del prezzo stimato;
il rischio tangibile di maggiori oneri e svantaggi che si profila riguarda quindi sia la pubblica amministrazione, che gestisce il programma di vendite, sia le famiglie degli inquilini interessati all'acquisto o aventi diritto al rinnovo del contratto;
la prima verosimilmente dovrà sobbarcarsi un iter procedurale delle vendite che, in assenza della modalità di esercizio collettivo del diritto di prelazione da parte dei conduttori, risulterà più complesso, lungo e quindi maggiormente oneroso per la collettività con possibile contenzioso per le impugnazioni tendenti alle richieste di nuove stime all'Agenzia del territorio. Le seconde si vedranno penalizzate dalla mancata applicazione della riduzione di prezzo prevista per l'acquisto a mezzo mandato collettivo, private della garanzia del rinnovo novennale del contratto e della

possibilità di acquisto dell'usufrutto, con palese disparità di trattamento con i conduttori di alloggi appartenenti allo stesso patrimonio dello Stato che hanno potuto, nell'ambito delle operazioni denominate Scip 1 e Scip 2, beneficiarie di più favorevoli condizioni;
le vendite oggi avviate preludono, secondo espliciti intendimenti programmatici enunciati dall'Agenzia del Demanio, ad un più ampio piano di vendite di questo patrimonio alloggiativo pubblico-:
quali iniziative intenda intraprendere il Governo per consentire l'applicabilità a questi programmi delle condizioni previste dalla legge n. 410 del 2001 rimuovendo gli ostacoli che determinano obiettivi intralci e difficoltà alla procedura e crescente disagio sociale tra le famiglie interessate dalle dismissioni.
(4-05119)