Allegato A
Seduta n. 217 del 4/10/2007

...

(Sezione 14 - Progetto di realizzazione di una moschea nel comune di Bologna)

P)

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'interno, per sapere - premesso che:
si fa riferimento al recente arresto dell'imam della moschea di Perugia e di alcuni complici coinvolti in azioni eversive e tendenti all'estremismo, per le connessioni evidenti con il terrorismo islamico, confermate dalle dichiarazioni del Ministro interpellato, che ha sostanzialmente affermato - a parere degli interpellanti - che in Italia le moschee rischiano di non essere più luoghi di culto, ma di incitamento alla violenza;
si rammenta, infine, l'auspicio che la giunta di Bologna receda da una decisione sempre più incomprensibile a danno della collettività, che ha il diritto di sentirsi garantita di fronte a pericoli evidenti per la propria incolumità, che da tempo, per sua esplicita ammissione, lo stesso Governo, in una risposta ad un'interpellanza presentata dal primo firmatario del presente atto di sindacato ispettivo, ha ammesso la presenza di cellule eversive islamiche nella città di Bologna, che - ad avviso degli interpellanti - per quanto riguarda il centro di permanenza temporanea di via Mattei sono collegate all'ambiente dell'estrema sinistra locale, e che, luoghi simbolo di Bologna, come la basilica di San Petronio, sono tuttora sotto controllo delle forze dell'ordine per minacce di attentati; per non parlare dell'emblematica espulsione di quattro marocchini accusati di connivenza con il terrorismo islamico, il tutto a dimostrazione del fatto che Bologna è al centro di manovre eversive, che dovrebbero essere prese in serie considerazione da chi ha responsabilità di governo -:
quali ulteriori iniziative di controllo (proprio in riferimento alle citate affermazioni del Ministro interpellato, particolarmente significative ed emblematiche dei rischi che il nostro Paese corre per il proliferare di moschee che svolgono in minima parte funzioni religiose) intenda intraprendere in tutto il Paese e, in particolare, a Bologna, ove è prevista una moschea con annesso centro islamico su un'area di oltre 6000 metri quadri, destinata a diventare la più grande del Nord Italia e potenziale centro aggregativo di eversione, con una scuola islamica della quale non si conoscono i programmi, che non prevedono, inoltre, l'adesione alle leggi fondamentali della Repubblica italiana;
di quali informazioni disponga (nel rispetto dell'autonomia dell'ente locale,

che, comunque, a parere degli interpellanti, con una leggerezza ed imprudenza politica che sfiora l'irresponsabilità nei confronti dei cittadini, ha concesso i necessari permessi senza una verifica approfondita della provenienza dei fondi e dei garanti effettivi, non nominali, della rispondenza della moschea a pura finalità religiosa) sulla natura dei promotori e finanziatori del suddetto luogo di culto e sulla disponibilità di forze dell'ordine per controllare, nell'interesse della cittadinanza, questa realtà, e precisamente l'afflusso di molte persone estranee alla realtà bolognese, ove la comunità islamica non supera i 7000 appartenenti, la qual cosa contrasta con la dimensione eccezionale della moschea situata in zona Caab.
(2-00678)
«Garagnani, Leone, Bondi, Osvaldo Napoli, Brusco, Fasolino, Pescante, Caligiuri, Tortoli, Simeoni, Di Cagno Abbrescia, Floresta, Zanetta, Fedele, Galli, Fratta Pasini, Pili, Mondello, Minardo, Marinello, Misuraca, Uggè, Gregorio Fontana, Jannone, Ceroni, Verro, Di Centa, Fabbri, Gelmini, Baiamonte, Bocciardo, Mazzaracchio, Gardini, Giuseppe Fini, Romagnoli, Di Virgilio, Pelino».