Allegato A
Seduta n. 184 del 5/7/2007

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(Sezione 6 - Orientamenti del Governo in materia di immigrazione, anche in relazione alle recenti dichiarazioni del capo della polizia)

MARONI, COTA, DOZZO, GIBELLI, ALESSANDRI, ALLASIA, BODEGA, BRICOLO, BRIGANDÌ, CAPARINI, DUSSIN, FAVA, FILIPPI, FUGATTI, GARAVAGLIA, GIANCARLO GIORGETTI, GOISIS, GRIMOLDI, LUSSANA, MONTANI, PINI e STUCCHI. - Al Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. - Per sapere - premesso che:
il neo capo della polizia Antonio Manganelli, nel corso della sua audizione svoltasi presso la Commissione affari costituzionali del Senato della Repubblica il 3 luglio 2007, ha indicato tra le priorità che si propone di affrontare nello svolgimento del suo nuovo incarico quello di contrastare la criminalità che si sta registrando, nel Nord-Italia, in stretta connessione con l'immigrazione clandestina;
in particolare il neo capo della polizia ha dichiarato: «ci preoccupa la situazione del Nord Italia dove la criminalità legata all'immigrazione clandestina é ormai una realtà»;
il successore di De Gennaro, nel fornire dati sulla criminalità in rapporto all'immigrazione, ha evidenziato che gli autori di reati di criminalità diffusa «si attestano al 30 per cento nel rapporto immigrati clandestini-cittadini del nostro Paese». Un dato che, se disaggregato, «al Nord diventa 50,60 per cento», determinando una fondata percezione che la situazione di allarme criminalità al Nord sia soprattutto collegata alla presenza di immigrati e principalmente di clandestini;
a fronte della situazione descritta da una così autorevole fonte e dell'annuncio da parte del capo della polizia che sono allo studio nuove misure, il Governo dovrebbe presentare, proprio in questi giorni, alle Camere il disegno di legge di delega per la riforma del testo unico sull'immigrazione approvato dal Consiglio dei ministri nella seduta del 28 giugno 2007 (cosiddetto «disegno di legge Amato-Ferrero») che rappresenta il tentativo di distruggere tutti gli istituti più qualificanti della cosiddetta «legge Bossi-Fini»: la programmazione degli ingressi, il contratto di soggiorno, le misure di contrasto all'immigrazione clandestina, i centri di permanenza temporanea finalizzati all'effettiva espulsione dei clandestini;
la reintroduzione dell'istituto dello sponsor, la possibilità che lo stesso immigrato si faccia garante di se stesso (autosponsor) pur non disponendo di un contratto di lavoro, il venir meno della connessione necessaria tra ingresso e lavoro, lo smantellamento degli istituti introdotti dalla cosiddetta «legge Bossi-Fini» contro l'immigrazione clandestina, costituiscono i tasselli di una politica dell'immigrazione che favorirà l'ingresso indiscriminato degli

stranieri con enormi impatti negativi sulla già allarmante situazione della sicurezza soprattutto nel Nord del Paese -:
se il Governo non ritenga di dover tenere nella massima considerazione l'allarme lanciato da capo della polizia, di tradurlo in misure concrete e di rivedere, in particolare, i propri indirizzi in materia di immigrazione come prefigurati dal disegno di legge citato in premessa. (3-01053)