Allegato B
Seduta n. 174 del 21/6/2007

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AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE

Interrogazione a risposta in Commissione:

DUSSIN e FAVA. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
in data 16 luglio 2002, la società IES ha inoltrato agli uffici competenti una richiesta di autorizzazione per un intervento di «Adeguamento tecnologico unità Thermal Craking - nuova sezione Mild Hidrocraking - recupero zolfo. Raffineria IES» da realizzare presso lo stabilimento di Mantova;
in data 25 luglio 2002, il Dirigente dell'Area Servizi alla Città del Comune di Mantova ha espresso parere favorevole

alla richiesta di autorizzazione, ai sensi dell'articolo 7 del decreto del Presidente della Repubblica 203/88 per la costruzione di un nuovo impianto (Unità Thermal Craking - nuova sezione Mild Hidrocraking -- unità recupero zolfo); il parere favorevole viene rilasciato a condizione che «il sito in cui si intende realizzare il nuovo impianto non risulti inquinato come sito ad uso industriale ai sensi del decreto ministeriale n. 471 del 25 ottobre 1999...»;
in data 24 settembre 2002, con atto prot. 0021896, il Dirigente della D.G. Qualità dell'Ambiente della Regione Lombardia ha autorizzato la società IES all'inserimento nell'impianto esistente di una nuova sezione di Mild Hidrocraking della capacità di 1.900 t/g e ad un maggior recupero di zolfo da 65 a 80 t/g;
in data 30 settembre 2002, con decreto n. 17731, il Dirigente della Struttura Protezione Aria della Regione Lombardia autorizza la società IES «all'adeguamento tecnologico dell'unità Thermal Craking, nuova sezione Mild Hydrocraking, recupero zolfo»;
tale decreto viene trasmesso con nota prot. 022589 in data 2 ottobre 2002, dal Dirigente della Struttura Protezione Aria della Regione Lombardia alla Raffineria IES, all'ARPA di Mantova e al Comune di Mantova con l'esplicita avvertenza che tale decreto «è complementare ad altri provvedimenti che devono essere rilasciati dalle autorità competenti, eventualmente tramite lo Sportello Unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica n. 447 del 1998, al fine dell'esercizio dell'impianto, le cui emissioni sono autorizzate col medesimo decreto in oggetto»;
in data 12 dicembre 2002, con atto n. 130/02 il Dirigente dello Sportello Unico del Comune di Mantova rilascia l'autorizzazione paesistica alla raffineria IES per intervento di «Demolizione e adeguamento tecnologico»;
in data 16 dicembre 2002, la società IES presenta la Denuncia di Inizio Attività edilizia (DIA) per «opere civili per adeguamento tecnologico della raffineria IES spa ...»;
in data 5 luglio 2004, la società IES comunica a Comune di Mantova e ARPA di Mantova, ai sensi dell'articolo 8 del decreto del Presidente della Repubblica n. 203 del 1988 la messa in esercizio dell'unità recupero zolfo;
in data 19 agosto 2004, la società IES comunica a Comune di Mantova e ARPA di Mantova, ai sensi dell'articolo 8 del decreto del Presidente della Repubblica n. 203 del 1988 la messa in esercizio della nuova sezione Mild Hydrocraking;
in data 27 agosto 2004, la società IES presenta richiesta di atto autorizzativo unico ex decreto del Presidente della Repubblica del 20 ottobre 1998 n. 447;
in data 31 agosto 2004, il dirigente dello Sportello Unico del Comune di Mantova con provvedimento autorizzativo unico autorizza la società IES «all'adeguamento tecnologico dell'unità Thermal Craking, nuova sezione Mild Hydrocraking, recupero zolfo a condizione che vengano rispettate modalità e prescrizioni riportate nell'allegato Decreto della Regione Lombardia n. 17731 del 30 settembre 2002»;
nell'ottobre del 2004 la nuova sezione Mild Hydrocraking, appena messa in esercizio, è oggetto di una esplosione;
in data 7 ottobre 2004, con nota dell'ASL di Mantova prot. 83083 viene segnalato al Comune di Mantova e alla Procura della Repubblica quanto segue: «nell'ambito dell'indagine è stato accertato che la ditta IES, prima della costruzione dell'impianto in parola, ha inviato Denuncia di Inizio Attività Edilizia allo Sportello unico del Comune di Mantova in data 16 dicembre 2002. La denuncia si limita alla descrizione generica di opere civili per adeguamento tecnologico della raffineria IES costituenti in demolizioni di impianti preesistenti e successive opere di palificazione del terreno, funzionali a nuova fondazioni non comprendendo di fatto la realizzazione dell'impianto tecnologico

vero e proprio. Lo scrivente ha ragione di credere che in realtà la costruzione di un impianto tecnologico complesso quale quello realizzato in raffineria necessitasse di atto autorizzativo del comune di Mantova e non di semplice DIA»;
l'intervento realizzato dalla Raffineria IES ricade in zona sottoposta a vincolo paesistico ai sensi della legge 29 giugno 1939, n. 1497 e legge 431 del 1985 e successivo decreto legislativo 29 ottobre 1999, n. 490 e decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42;
l'impianto Mild Hydrocracking realizzato dalla Raffineria IES ha una potenzialità di 1.900 t/giorno; calcolando 320 giorni lavorativi l'anno, la potenzialità annua raggiunge le 608.000 t/anno;
tale impianto rientra tra le categorie previste all'all. A del decreto del Presidente della Repubblica 12 aprile 1996, «Atto di indirizzo e coordinamento per l'attuazione dell'articolo 40, comma 1, della legge 22 febbraio 1994, n. 146, concernente disposizioni in materia di valutazione di impatto ambientale»: « d) trattamento di prodotti intermedi e fabbricazione di prodotti chimici per una capacità superiore alle 35.000 t/anno di materie prime lavorate»;
tale impianto, pertanto, doveva essere sottoposto a valutazione di impatto ambientale o, quantomeno, alla procedura di verifica come risulta da una serie di atti emessi dal Ministero dell'Ambiente: 1) atto del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio - Direzione Generale per la Salvaguardia Ambientale - DSA/2004/13234 avente ad oggetto «Verifica di esclusione dalla procedure di VIA per il progetto di adeguamento degli impianti di produzione di benzina e gasoli finiti con 50 e 10 ppm di zolfo della Raffineria ISAB impianti Nord di Priolo Gargallo (Siracusa), proposto dalla società ERG Raffinerie Mediterranee Srl» 2) atto del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio - Direzione Generale per la Salvaguardia Ambientale - DSA/2004/17397 avente ad oggetto «Verifica di esclusione dalla procedura di VIA per il progetto di adeguamento degli impianti di produzione di benzina e gasoli finiti con 50 e 10 ppm di zolfo della Raffineria ISAB SUD di Priolo Gargallo (Siracusa), proposto dalla società ERG Raffinerie Mediterranee Srl» 3) atto del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio - Direzione Generale per la Salvaguardia Ambientale - DSA/2004/18770 avente ad oggetto «Verifica di esclusione dalla procedura di VIA per il progetto di adeguamento dell'impianto di Cracking Catalitico (FCC) per la produzione di benzina finita con 50 e 10 ppm di zolfo della Raffineria di Gela (Caltanissetta), proposto dalla Società Raffineria di Gela Spa» 4) atto del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio - Direzione Generale per la Salvaguardia Ambientale - DSA/2004/13232 avente ad oggetto Verifica di esclusione dalla procedura di VIA per il progetto di adeguamento e di ammodernamento del ciclo di desolforazione gasolin attuazione della direttiva "Auto - Oil" della Raffineria di Falconara Marittima (Ancona), proposto da API Spa»;
le motivazioni degli interventi proposti dalle varie Raffinerie rispondono alla finalità di produrre gasoli a basso tenore di zolfo, conformi alle disposizioni delle Direttive 98/70/CE e 03/17/CE recepite dal Governo italiano con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri n. 343 del 2000 e legge 31 ottobre 2003, n. 306;
tutti gli interventi proposti sono stati esaminati dalla Commissione Nazionale VIA la quale si è espressa con pareri n. 585 del 20 maggio 2004, n. 599 dell'8 luglio 2004, n. 612 del 22 luglio 2004 e n. 583 del 6 maggio 2004;
l'esclusione dalla procedura di VIA è stata motivata dal Ministero dell'Ambiente con la necessità di procedere rapidamente alla conversione di tutte le Raffinerie italiane al fine di ottemperare agli obblighi di cui alla Direttiva 03/17/CE recepita con legge 31 ottobre 2003, n. 306; tuttavia va

sottolineato che nei casi sopra richiamati si è comunque svolta una procedura di verifica che ha portato la Commissione Nazionale VIA ad esaminare i progetti presentati e ad emettere i pareri citati;
la Raffineria IES di Mantova, per quanto concerne il proprio intervento di «Adeguamento tecnologico unità Thermal Craking - nuova sezione Mild Hidrocraking - recupero zolfo», non ha attivato né la procedura di VIA, né la procedura di verifica di esclusione dalla VIA; la mancata attivazione della procedura di VIA (o quantomeno della procedura di verifica di esclusione dalla procedura di VIA) da parte della Raffineria IES risulta incomprensibile ed ingiustificata;
tale mancata attivazione risulta oltremodo incomprensibile atteso che la richiesta di autorizzazione per l'intervento «Adeguamento tecnologico unità, Thermal Craking - nuova sezione Mild Hidrocraking - recupero zolfo» della Raffineria IES è datata 8 marzo 2002, ossia una data ampiamente anteriore alla data di approvazione della legge n. 306 (avvenuta il 31 ottobre 2003) di recepimento della Direttiva 03/17/CE;
il sito produttivo nel quale è stato realizzato l'intervento «Adeguamento tecnologico unità Thermal Craking - nuova sezione Mild Hidrocraking - recupero zolfo» da parte della Raffineria IES risulta compreso nel sito da bonificare di interesse nazionale denominato «Laghi di Mantova e Polo Chimico» - vedi decreto ministeriale 7 febbraio 2003;
secondo quanto risulta agli interroganti, l'intervento di adeguamento tecnologico è stato realizzato dalla Raffineria IES senza che si siano ancora concluse le procedure di caratterizzazione e bonifica dei terreni ai sensi del decreto ministeriale 471 del 1999 (vedi anche Verbale della Conferenza di Servizi convocata presso il Ministero dell'Ambiente in data 14 giugno 2005);
l'attenzione del Ministero dell'Ambiente alle procedure di bonifica di tale sito risulta confermata dal seguente passo estratto dal verbale della Conferenza di Servizi convocata presso il Ministero dell'Ambiente in data 14 giugno 2005: «per quel che concerne l'area oggetto di future installazioni si precisa che qualunque utilizzo del suolo dovrà essere subordinato all'esame in Conferenza di Servizi dei risultati della caratterizzazione e della relativa validazione degli Enti di Controllo. Solo qualora le suddette risultanze fossero conformi alle CLA previste dal decreto ministeriale 471 del 1999 per la specifica destinazione d'uso del sito, sarà possibile procedere alla restituzione dell'area agli usi legittimi e quindi alla realizzazione delle future installazioni, altrimenti sarà necessario procedere alla bonifica dell'area medesima, prima di effettuare la predetta realizzazione» -:
se il Ministro non ritenga opportuno verificare la legittimità dell'intervento di «Adeguamento tecnologico unità Thermal Craking - nuova sezione Mild Hidrocraking - recupero zolfo» da parte della Raffineria IES di Mantova anche in considerazione del fatto che lo stesso è stato realizzato in assenza di procedura di VIA e della procedura di verifica di esclusione di VIA.
(5-01168)

Interrogazioni a risposta scritta:

MELLANO. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
notizie di stampa comunicano che il cucciolo di delfino nato il 9 giugno scorso nel Parco di Oltremare (Riccione) è morto dopo soli dieci giorni di vita;
non ci sono responsabilità dirette nella morte del cucciolo di delfino da parte degli operatori della struttura di Oltremare, ma la causa sembra risalire, anche per ammissione dei portavoce della struttura, alla cattività;
dalla letteratura scientifica emerge il dato allarmante circa le percentuali di mortalità in cattività che sono agghiaccianti,

mentre in natura, nonostante i sempre maggiori pericoli come pesca e catture accidentali, uso dei sonar a bassa frequenza, inquinamento eccetera, i delfini sopravvivono fino ad oltre 40 anni;
per quante amorose cure gli operatori dei delfinari vogliano dare loro, la vita di un delfino non appartiene né all'uomo né ai pochi metri cubi d'acqua salata artificialmente;
il tragico evento lascia intendere che evidentemente la madre del cucciolo, Blue, non abbia imparato il comportamento materno dalle altre femmine del gruppo al quale sarebbe appartenuta, se fosse anch'essa nata in natura e che quindi, la causa della morte del cucciolo, potrebbe essere ascrivibile anche alla carenza di informazioni e di comportamenti non acquisiti dalla madre riguardo la gestione e la cura della prole;
quanto accaduto dimostra sempre di più la follia umana nella gestione degli animali, ignorando ciò che l'etologia e la cetologia ci insegnano, e ancora una volta a farne le spese sono animali innocenti;
il giorno 20 giugno 2007, l'ufficio stampa del Ministero dell'Ambiente e della tutela del Territorio e del Mare ha reso noto che è stato disposto un controllo in tutti i delfinari nazionali per verificare la corretta applicazione del decreto relativo alla gestione ed al mantenimento dei tursiopi in cattività (decreto ministeriale 469/2001) e del decreto sugli zoo (decreto legislativo 73/2005 e successive modifiche) e che tali controlli verranno effettuati dalle autorità preposte, come i carabinieri del Noe e il Corpo forestale dello Stato, oltre che da esperti qualificati della Commissione Cites -:
quali notizie siano in possesso del Ministero relativamente all'accaduto esposto in premessa;
quali iniziative il Ministro voglia intraprendere per impedire che simili episodi si ripetano.
(4-04117)

NICOLA COSENTINO. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
da notizie riportate dalla stampa è prevista la riapertura del sito di stoccaggio nell'area espropriata all'Ecobat nel comune di Marcianise, individuato a novembre scorso dal Commissario per l'emergenza dei rifiuti;
la popolazione della cittadina di Marcianise è particolarmente allarmata per la vicinanza del sito alle abitazioni circa 300 metri, ed è vicino ad importanti insediamenti produttivi commerciali quali Oromare e Polo della qualità e soprattutto per gli eventuali danni alla salute che potranno derivare dalla localizzazione del sito;
rappresenterebbe per la città di Marcianise un biglietto da visita poco gratificante trovandosi il sito al centro di una importantissima rete stradale, ed inoltre tale territorio è stato gia mortificato, dalla presenza di Aziende che sono ad alto rischio d'impatto ambientale, inoltre vi sono numerosi focolai di discariche esempio in località Santaveneranda, oppure la presenza ai confini con Caivano di Ecoballe, e sullo stesso territorio la già presenza di Ecoballe presenti ed abbandonate da circa 10 anni, inoltre ai confini di Marcianise vi sono discariche a cielo aperte esempio quella di Gricignano, oppure la presenza di due CDR;
la popolazione è allarmata da questa grave situazione che interessa tutta la Regione Campania e compromette inevitabilmente anche la salute dei cittadini;
la situazione dei rifiuti in Campania ha assunto, soprattutto negli ultimi giorni, toni allarmanti e anche le istituzioni locali sono particolarmente preoccupate per l'emergenza dei rifiuti e per la tutela della salute dei cittadini;
è necessario, quindi, che le istituzioni competenti intervengano urgentemente per garantire un equilibrato ritorno alla «normalità»

in modo da assicurare la tutela della salute dei cittadini ed evitare il ripetersi dei fenomeni drammatici, con proteste da parte delle popolazioni locali, che si sono avuti negli ultimi giorni;
i Consiglieri comunali di Marcianise della Casa delle libertà in un incontro tenutosi presso il commissariato straordinario dei rifiuti della Campania hanno proposto una localizzazione del sito di stoccaggio in un luogo alternativo gia operativo per lo stoccaggio dei rifiuti -:
quali misure urgenti intende adottare per scongiurare la riapertura della discarica Eco-bat di Marcianise;
quali interventi urgenti e nel rispetto delle proprie competenze, intenda promuovere per garantire il ritorno alla «normalità» in una Regione come la Campania dove ormai da molti mesi dura una situazione di emergenza legata allo smaltimento dei rifiuti.
(4-04123)

CASSOLA. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
dai vari dati forniti da lega ambiente, la regione Calabria offre più del 20 per cento dell'intera disponibilità di spiagge balenabili dell'intera Penisola italiana: la lunghezza delle spiagge balneabili della Calabria è superiore a quella complessiva delle sette regioni Friuli, Veneto, Emilia Romagna, Marche, Abruzzo, Molise, Basilicata;
un'ampia varietà di preziosi aspetti naturalistici ed ambientali sono fonte di notevole interesse scientifico e sempre più oggetto di visite, ricerche e studi;
da sempre, questo patrimonio ambientale costituisce la vera fonte di entrate per la regione Calabria che basa la sua economia prevalentemente sul turismo attratto dalla bellezza delle coste, ma soprattutto da un mare limpido e pulito;
tuttavia, dall'esame dei più recenti dati sulla balneazione pubblicati dal Ministero della Salute e relativi alle ultime analisi della acque della stagione 2006, emerge un quadro eterogeneo e mutevole, che vede vari e crescenti i divieti di balneazione rispetto al passato: ad esempio nella provincia di Reggio Calabria i divieti ammonterebbero a 33.774 metri (vale a dire il 16,64 per cento di costa disponibile);
un caso eclatante sembrerebbe quello verificatosi nella provincia di Crotone lungo il torrente Puzzofieto ove ignoti avrebbero realizzato una barriera di cemento per deviarne il corso e ove avvengono, tra l'altro, continui scarichi abusivi, con gravissimi rischi ambientali. Il pericolo è quello difortissimo inquinamento costiero per la provincia di Crotone, verificabile, tra l'altro per un fenomeno fangoso che rende l'acqua inavvicinabile lungo il tratto costiero di Cutro (Crotone);
gli episodi di inquinamento dei mari calabresi nascono da vari fattori: sia dallo smaltimento illegale dei rifiuti, sia dalla cattiva gestione dei fondi pubblici destinati alla depurazione del mare. Quest'ultimo fattore risulterebbe essere il principale elemento di nocumento alla stagione balneare degli ultimi due anni, come si evince anche da numerosi articoli di giornali in cui il presidente della regione porgeva le scuse ai turisti per «avere trovato un mare sporco» (cfr. Corriere della sera 31 agosto 2005) -:
se sia a conoscenza di quanto esposto in premessa, e se non ritenga di adottare gli adeguati strumenti economici e legislativi per il risanamento delle coste calabresi e l'attuazione di programmi annuali di intervento per la difesa del mare (Convenzione di Barcellona del 1976) assumendo altresì ogni iniziativa affinché sia avviato nell'immediato, un monitoraggio sul corretto funzionamento dei depuratori.
(4-04134)