Allegato B
Seduta n. 174 del 21/6/2007

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SVILUPPO ECONOMICO

Interrogazioni a risposta scritta:

DIOGUARDI. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
la Midial, società leader nel settore della bio-medicina ha deciso di smobilitare i propri stabilimenti produttivi di Trapani per spostarli in Tunisia, con il risultato che a 117 lavoratori sono arrivate le lettere di licenziamento;
tale decisione, in una azienda che finora ha usufruito delle agevolazioni previste dalla legge n. 488 del 1992 e di altri incentivi e misure legati all'occupazione come i PIP (piani di inserimento professionale) e i contratti di apprendistato, non trova origine da un situazione di crisi ma va ricercata nelle strategie di delocalizzazione al fine di usufruire di mano d'opera a basso costo;
a Trapani dovrebbero restare soltanto operai specializzati e gli uffici commerciali con una forte diminuzione del personale;
tale realtà produttiva era tra le poche di dimensioni apprezzabili esistenti nel trapanese e le scelte operate rischiano di affossare definitivamente l'esistenza stessa del polo industriale in quell'area;

a tutto ciò si aggiunge il tentativo, ben visto anche in alcune aree politiche, della proprietà della Midial di modificare la destinazione d'uso degli stabilimenti, siti all'interno del polo industriale di Trapani;
se ciò avvenisse la città di Trapani si troverebbe totalmente impreparata ad affrontare un possibile sviluppo economico in vista dell'appuntamento del 2010 con l'area di libero scambio, mentre la stessa potrebbe essere un punto di incontro fondamentale per uno scambio sia economico che culturale con i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo;
tutto ciò, non va dimenticato, sta producendo nuova disoccupazione (con particolare riferimento a quella femminile dato che la Midial occupa all'80 per cento delle donne) tenuto conto che tali lavoratrici, che hanno acquisito una professionalità specifica, non avranno alcuna speranza di essere reinserite nel mercato produttivo locale;
ciò non farà altro che accrescere il divario tra il Nord e il Sud del Paese in materia di occupazione femminile e ci allontanerà ancora di più dagli obiettivi previsti dalla conferenza di Lisbona confermando ciò che accade quotidianamente nel Mezzogiorno dove, in mancanza di una vera programmazione dello sviluppo industriale, si continua a speculare sulle spalle dei lavoratori e si percepiscono, finché fa comodo, i contributi e le agevolazioni previste dalle leggi dello Stato -:
se, non si ritenga urgente e necessario convocare, presso il Ministero, un tavolo di confronto fra le parti al fine di verificare la possibilità di rilanciare un piano produttivo atto a rafforzare il polo industriale di Trapani e affinché sia garantito ai lavoratori messi in cassa integrazione e a rischio licenziamento di usufruire di tutti gli strumenti previsti per legge a sostegno delle aziende in crisi.
(4-04124)

GIORDANO. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
la Elmec viene costituita nell'anno 1986 da alcuni soggetti privati e dall'Imer spa società del gruppo Espi. Nel 1993 la Regione dismette la propria partecipazione e la società assume la denominazione di Elmec Elettromeccanica spa Costruzioni e Ricerca;
la Elmec si specializza nel campo delle costruzioni elettromeccaniche ed in particolare nella progettazione e produzione di sistemi ed apparecchiature per la distribuzione dell'energia in media tensione per l'Enel e per aziende primarie anche estere che operano nel campo della distribuzione dell'energia elettrica. Si dota pertanto di un cospicuo patrimonio di brevetti, di certificazioni di qualità, di know-how, anche per la presenza di un valido laboratorio di ricerca e raggiunge il numero di oltre 140 dipendenti;
nell'autunno del 2004 i soci in possesso del 66,66 per cento cedono le loro quote ad un azionista esterno. All'inizio del 2005 la Elmec ha un debito con l'Irfis per 1.400.000 e di 9.120.000 nei confronti dell'erario per oneri fiscali non versati in virtù dei provvedimenti di sostegno alle imprese per gli eventi sismici. Alla fine di un durissimo conflitto sindacale, nell'agosto del 2005, la direzione aziendale mette in mobilità 5 impiegati dei 25 dipendenti originariamente dichiarati. Nel contempo si trasferiscono, con il parere contrario delle organizzazioni sindacali, attraverso il meccanismo della cessione del ramo d'azienda, i dipendenti della Elmec spa ad una nuova società appena costituita la Elmec D.E.. Questa società assume in affitto le attività della Elmec spa, che diventa quindi una scatola vuota in possesso, pur tuttavia, del considerevole patrimonio immobiliare originariamente conferito dall'Imer spa;
il 16 dicembre del 2005 la Elmec spa vende tutti gli immobili in suo possesso alla Atlantica Real Estate srl (società unipersonale, socio unico la madre dell'amministratore

unico della Elmec). Quindici giorni dopo la Atlantica cede lo stabilimento Elmec alla Leonard srl di Milano, quattro giorni dopo la Leonard srl rivende lo stabilimento alla Recta Capital srl di Trento e il 29 marzo quest'ultima cede l'immobile alla 3DN srl di Milano;
dal mese di gennaio 2006 l'attività produttiva dello stabilimento è stata interrotta nonostante il portafoglio ordini assommi ad oltre 7.000.000 di euro;
in data 21 giugno 2006 la direzione aziendale avvia la procedura di mobilità per 62 dipendenti su 118 restanti. Il 19 luglio 2006, con accordo sottoscritto presso l'ufficio del lavoro, l'azienda accetta di mutare il provvedimento di mobilità con il ricorso alla CIG/O per 80 dipendenti. Infine, il 28 agosto 2006, al rientro dalle ferie, l'Elmec fa trovare i cancelli chiusi e colloca in ferie forzate i lavoratori non ancora in CIG/O;
nel frattempo, tra la fine di luglio e l'inizio d'agosto, l'Elmec mette in programma ulteriori modifiche nell'assetto societario e nella ragione sociale. Il 25 settembre 2006 poi, scadenza della CIGO, la proprietà fa trovare i cancelli chiusi. I lavoratori entrano ugualmente in azienda e vi rimangono in presidio permanente a salvaguardia della stessa;
successivamente, il 27 settembre 2006, si tiene a Roma presso l'Ufficio Iniziative Imprese in Crisi del Ministero dello sviluppo economico un incontro per il salvataggio, tramite il sostegno dello stesso ministero, del sito produttivo di Piano Tavola. Questo progetto di risanamento si basa principalmente sull'intervento di soggetti imprenditoriali nuovi e di sicura affidabilità;
a gennaio 2007 il tribunale fallimentare dichiara fallita la Elmec spa e a marzo 2007 fallisce anche la Elmec D.E. e i lavoratori sono collocati in CIGS. Il curatore fallimentare riprende i contatti con il Ministero dello sviluppo economico da dove viene confermato l'impegno a favorire la realizzazione di un programma di rilancio delle attività per la ripresa produttiva e la continuità occupazionale;
le maestranze, che presidiano l'azienda da molti mesi, versano in precarie condizioni economiche perché da oltre cinque mesi sono senza reddito. Esse portano avanti con grande determinazione la loro mobilitazione e la loro protesta. Le prospettive future di ripresa della Elmec, infatti, dipendono in gran parte dallo stato degli immobili in cui risiede lo stabilimento e dalle attrezzature in esso contenute; il presidio permanente da parte dei lavoratori si propone pertanto l'obiettivo di tutelare lo stabilimento e le attrezzature presenti, allo scopo di evitare l'intervento di malintenzionati interessati a vandalizzare l'azienda e di distruggerla per impedire il salvataggio del sito produttivo. Tutto ciò accade inoltre in un contesto territoriale dove la disoccupazione è molto alta e dove questo sito produttivo rappresenta il fattore di sviluppo prioritario a cui sono connesse tante attività;
il confronto con il MSE continua, anche se al momento attraversa una fase di stagnazione. Nessuno dei soggetti imprenditoriali, di cui il MSE ha fatto menzione fino ad ora, ha presentato concreti progetti di riavvio produttivo. I tempi di ripresa dell'attività diventano stringenti anche riguardo alle disponibilità espresse dall'Enel tramite il MSE. Decisivo in questo quadro è il destino dei capannoni, la cui regolarità dei passaggi di proprietà dovrebbe essere all'esame della magistratura onde evitare possibili operazioni di speculazione finanziaria ed edilizia -:
quali iniziative intenda mettere in atto in tempi rapidi affinché si possa determinare un rilancio industriale in grado di garantire e tutelare i livelli occupazionali e in grado di non disperdere uno straordinario patrimonio di risorse tecnologiche ed umane.
(4-04131)