Allegato A
Seduta n. 174 del 21/6/2007

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(Sezione 2 - Risoluzione)

La Camera,
premesso che:
negli ultimi mesi nuovi e gravissimi avvenimenti hanno segnato la realtà turca. Tali avvenimenti non possono non avere un riflesso sui negoziati di adesione della Turchia all'Unione europea e devono essere tenuti in grande considerazione dai membri del Consiglio europeo, sui quali ricade la responsabilità di ogni decisione relativa al negoziato;
il 18 aprile 2007 tre persone, tra cui un cittadino tedesco, hanno subito a Malatya, all'interno della casa editrice in cui lavoravano, un atroce martirio, per poi essere sgozzati da fanatici musulmani. La loro unica colpa era di essere cristiani e di stampare anche libri di contenuto religioso. Pare accertato che le forze dell'ordine sono intervenute solo con grave ritardo e dopo che il massacro era stato compiuto e che non abbiano preventivamente protetto la casa editrice, già oggetto di minacce e manifestazioni di odio da parte degli stessi assassini, poi arrestati. La tragedia testimonia l'esistenza di un pesante clima di odio contro la minoranza cristiana e allo sasso tempo la mancanza di un'effettiva tutela delle minoranze religiose da parte dello Stato;
nel maggio 2007 ben due elezioni presidenziali in Turchia sono state annullate, la prima direttamente dalla Corte costituzionale davanti al palese tentativo del Premier islamico Erdogan di imporre alla Presidenza della Repubblica il fidato ministro degli esteri Gul, mossa che avrebbe consegnato l'intero potere politico nelle mani del partito islamico. Il paese ha rischiato la completa empasse politica, ma mentre la popolazione scendeva in piazza contro le mosse di Erdogan, chiedendo elezioni anticipate, i rappresentanti delle istituzioni europee hanno contribuito alla paralisi e alla confusione, divulgando dichiarazioni contro l'esercito turco che minacciava di mobilitarsi contro il progetto islamista, ma senza riconoscere che il grande pericolo era il monopolio del partito islamico;
dopo la mancata elezione del presidente, costretto a rassegnarsi ad elezioni politiche anticipate, il partito islamico ha reagito, approvando in 10 giorni una pesante riforma costituzionale, con la quale spera di perpetrare la propria supremazia;
contemporaneamente, nelle cancellerie europee si sta affermando l'idea che il futuro della Turchia non debba essere quello di membro dell'Unione europea. Lo ha detto il più chiaramente possibile il nuovo Presidente francese Nicolas Sarkozy, che ha espresso la posizione della Francia rispetto all'adesione di Ankara in questi termini, semplici ed inequivocabili: «la Turchia non è Europa, è Asia Minore». La proposta del Capo dell'Eliseo, di un'unione mediterranea nella quale il ruolo di Ankara possa essere ampio e centrale, e una valida alternativa alla forzatura dell'adesione;
il quadro negoziale tra Turchia ed Unione europea approvato dal Consiglio europeo del 3 ottobre 2005 resta un documento non vincolante in termini di risultato e il Consiglio europeo, come 1a controparte, ha piena facoltà di sospendere il negoziato stesso, di interromperlo definitivamente o di proporre forme di partenariato alternative all'adesione;
pur chiedendo da anni l'adesione, la Turchia non ha garantito progresso significativo nel campo delle libertà civili e politiche, nemmeno dopo l'apertura del negoziato. Resta tutt'oggi in vigore il tanto vituperato articolo 301 del codice penale, repressivo della liberta di opinione ed

espressione, e non è stata dimostrata da Ankara alcuna buona volontà nel tentativo di trovare un compromesso sul riconoscimento di Cipro;

impegna il Governo:

a proporre in seno al Consiglio europeo di interrompere i negoziati di adesione con la Turchia e ad adoperarsi in favore di forme alternative ed innovative di partenariato con i Paesi del Mediterraneo, nella quale la Turchia possa esprimere meglio le proprie caratteristiche culturali e politiche.
(6-00017) «Maroni, Pini, Cota, Dozzo, Gibelli, Alessandri, Allasia, Bodega, Bricolo, Brigandì, Caparini, Dussin, Fava, Filippi, Fugatti, Garavaglia, Giancarlo Giorgetti, Goisis, Grimoldi, Lussana, Montani, Stucchi».