Allegato A
Seduta n. 174 del 21/6/2007

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(A.C. 1874 - Sezione 6)

ORDINI DEL GIORNO

La Camera,
premesso che:
nel corso degli ultimi mesi il Consiglio europeo è stato impegnato in un dibattito sulla politica dell'Unione europea nei confronti della Repubblica di Cuba e, nel Consiglio affari generali e relazioni esterne previsto per il 18 di giugno, l'Unione europea sarà chiamata ad analizzare le sanzioni diplomatiche che applica nei confronti del governo cubano;
la posizione comune nei confronti di Cuba prevede che l'Unione europea instauri un dialogo politico diretto anche con le forze di opposizione democratica e le organizzazioni della società civile;
alcuni paesi dell'Unione europea e gli Stati Uniti offrono alcuni servizi delle loro ambasciate e sedi di rappresentanza a Cuba alle organizzazioni della società civile nei confronti dei quali il Governo cubano limita fortemente la libertà di espressione e di comunicazione, anche attraverso i controlli della società telefonica ETECSA, di cui la società italiana Telecom detiene circa il 30 per cento delle azioni;
a Cuba l'accesso ad Internet è strettamente controllato e per tale ragione appare opportuno che il Governo si adoperi, anche attraverso le autorità diplomatiche, al fine di garantire l'accesso a tale servizio ai rappresentanti della società civile,

impegna il Governo:

a sostenere in sede europea una posizione tesa a promuovere effettivi progressi delle autorità cubane verso la democrazia ed il rispetto dei diritti umani fondamentali, inclusa la liberazione dei prigionieri politici, e volta al tempo stesso ad accordare a tale processo il proprio appoggio in termini di miglioramento delle relazioni politiche ed economiche ivi comprese le attività di cooperazione allo sviluppo;
a continuare, in linea con la Posizione Comune dell'Unione Europea, l'azione volta a sviluppare regolari e rafforzati contatti diretti con la dissidenza e la società civile da parte dell'Ambasciata d'Italia a L'Avana, favorendo anche la libertà di informazione e di conoscenza di testi fondamentali sui diritti umani, quali la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.
9/1874/1. (Testo modificato nel corso della seduta). D'Elia, Mellano.

La Camera,
premesso che:
il terrorismo è una delle minacce più gravi che, all'inizio di questo millennio, l'umanità affronta e gli Stati nazionali hanno l'obbligo, in questa fase storica, di ricercare il massimo dell'unità possibile per combattere questo «mostro» che rappresenta un pericolo sempre da qualsiasi luogo della terra, da qualsiasi governo, da qualsiasi gruppo, religione o individuo provenga;

considerato che:
il 4 settembre del 1997 una carica di esplosivo C4 pose fine alla giovane vita di Fabio Di Celmo, un imprenditore genovese, un italiano, vittima di un attentato compiuto nell'hotel Copacabana a L'Avana, nella Repubblica di Cuba;
Raul Ernesto Cruz, salvadoregno, arrestato a L'Avana in qualità di confesso esecutore materiale dell'attentato all'hotel Copacabana che causò la morte di Fabio Di Celmo, indicò il mandante e finanziatore dell'attentato nella persona di Luis Posada Carriles;
in una intervista rilasciata al New York Times il 12 luglio 1998, lo stesso Luis Posada Carriles si attribuì la responsabilità diretta di questo e di altri attentati e, a proposito della morte dell'impresario italiano, dichiarò: «la morte del turista italiano è stato solo un incidente imprevisto che non mi turba affatto i sonni. Anzi io dormo come un bambino: l'italiano si trovava nel posto sbagliato nel momento sbagliato»;
Luis Posada Carriles è responsabile dell'attentato avvenuto nell'ottobre 1976 contro un aereo della «Cubana de Aviaciòn» in volo, che provocò la morte di 73 persone e per il quale lo stesso terrorista fu condannato in Venezuela, recluso e poi evaso;
Luis Posada Carriles fu arrestato e condannato a Panama per aver tentato un attentato contro il presidente di Cuba Fidel Castro che avrebbe potuto causare centinaia di morti e che egli fu graziato dall'allora Presidente di Panama Mireya Moscoso sei giorni prima della scadenza del suo mandato;
Luis Posada Carrilles è riapparso nel 2005 negli Stati Uniti dove è stato fermato per violazione delle leggi sull'immigrazione;
l'8 maggio 2007, il giudice statunitense Kathleen Cardone ha disposto la liberazione definitiva del terrorista Luis Posada Carriles, non considerando le imputazioni che il Governo degli Stati Uniti aveva presentato contro di lui per frode e per falso nelle dichiarazioni rese al Servizio immigrazione e doganale del Governo degli Stati Uniti per ottenere la naturalizzazione nel citato paese;
l'avvocato di Carriles, Eduardo Sota, ha presentato domanda di asilo politico agli Stati Uniti con l'argomentazione che Luis Posada Carriles «ha favorito gli interessi degli Usa per 40 anni»;
la Sezione 412 del Patriot Act, che afferma che è proibito liberare un sospettato, se la sua liberazione minaccia la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, della comunità o di qualunque altra persona e la risoluzione 1373 delle Nazioni Unite, votata dopo gli attentati dell'11 settembre 2001 precisa che tutti i terroristi devono essere presentati davanti alla giustizia;
la morte di un cittadino italiano attende giustizia da quasi sette anni e il padre di questo italiano, Giustino Di Celmo, da allora sta combattendo per un diritto che l'onore nazionale dovrebbe tutelare con ogni mezzo;
è necessario adottare le opportune iniziative affinché si segnali al Governo degli Stati Uniti che l'Italia considera inaccettabile l'eventuale concessione dell'asilo politico al terrorista Luis Posada Carriles e che il trattamento di cui gode un terrorista reo confesso mina gravemente la credibilità dell'impegno degli Stati Uniti nella lotta contro il terrorismo;

impegna il Governo

ad adoperarsi con sollecitudine per la richiesta di estradizione in Italia di Posada Carriles nel caso in cui il procedimento penale attualmente in corso presso la Procura della Repubblica di Roma portasse ad un'incriminazione nei suoi confronti per l'attentato terroristico a L'Avana in cui perse la vita Fabio Di Celmo.
9/1874/2. (Ulteriore nuova formulazione) Venier, Burgio, Vacca, Pettinari.

La Camera,
premesso che:
il regime castrista a Cuba si basa sulla repressione che soffoca qualunque istanza che si collochi in contrapposizione ad esso, per cui si assiste continuamente alla lesione dei diritti umani, civili, politici, sindacali e religiosi, attraverso il ricorso a forme di violenza e barbarie ingiustificate;
molte denunce di «Amnesty International», provano che il governo dell'Avana ha effettuato nel tempo una serie di incriminazioni per reati contro la sicurezza dello Stato che si sono tradotte nell'incarcerazione di attivisti per i diritti umani, di giornalisti, di bibliotecari e di pacifici oppositori politici i quali si trovano in carcere con la prospettiva di passarvi anche fino a 30 anni, per reati di opinione;
gravi violazioni della libertà di stampa e di comunicazione sono all'ordine del giorno. Secondo il rapporto di «Reporters senza frontiere», Cuba è al penultimo posto per la libertà di espressione, davanti solo alla Corea del Nord. «L'ondata repressiva scatenata nei confronti dei professionisti dei media, - spiega il rapporto - ha fatto di questo paese la più grande prigione del mondo per i giornalisti. A loro viene imputato di pubblicare all'estero degli articoli che fanno il gioco degli «interessi imperialisti»;
esiste nel paese una grande povertà, se non estrema come quella dei paesi africani, tuttavia tale da costituire una difficoltà seria a condurre una vita normale rendendo molto difficile ad potersi permettere una casa, oppure spostarsi da una zona all'altra, del paese;
è inaccettabile che al giorno d'oggi sussista un sistema politico, come quello cubano, improntato sull'oppressione e sul terrore, che investe tutta la vita nazionale, negando anche il semplice diritto d'espressione, creando un clima di paura, delazione e sospetto tra i cittadini, nel quale può perpetuarsi il mantenimento del potere del governo cubano;
l'obiettivo della Convenzione tra l'Italia e Cuba è quello di favorire una collaborazione tra i due Paesi, anche per favorire le esigenze dei numerosi turisti italiani e delle diverse imprese italiane che operano sull'isola;

impegna il Governo

a sostenere in sede europea una posizione tesa a promuovere effettivi progressi delle autorità cubane verso la democrazia ed il rispetto dei diritti umani fondamentali, inclusa la liberazione dei prigionieri politici, e volta al tempo stesso ad accordare a tale processo il proprio appoggio in termini di miglioramento delle relazioni politiche ed economiche ivi comprese le attività di cooperazione allo sviluppo.
9/1874/3.(Testo modificato nel corso della seduta). Paoletti Tangheroni, Rivolta, Boniver, Azzolini, Picchi, Bertolini, Licastro Scardino, Ponzo.