Allegato A
Seduta n. 162 del 31/5/2007
INTERPELLANZE URGENTI
(Sezione 1 - Rispetto dei diritti umani delle persone omossessuali e transgender in Russia)
A)
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro degli affari esteri, per sapere - premesso che:
il 27 maggio 2007 a Mosca doveva tenersi il gay pride, marcia per il riconoscimento dei diritti delle persone gay, lesbiche e transessuali, organizzato nel giorno in cui in Russia, 14 anni fa, l'omosessualità fu cancellata dal codice penale;
la marcia, come nel 2006, era stata vietata dal sindaco di Mosca, Iuri Luzhkov, che nel mese di gennaio 2007 non aveva esitato a definirla «opera di Satana»;
tutta la stampa nazionale del 28 maggio 2007 ha dato diffusamente notizia che un gruppo di una cinquantina di persone, per lo più composto da parlamentari e attivisti provenienti da altri Paesi, si sono recati «alle dieci di mattina davanti agli uffici di Luzhkov, con l'obiettivo di consegnare una lettera firmata da 40 europarlamentari di 15 Paesi, che chiedeva al sindaco di autorizzare la manifestazione, facendo appello alla Convenzione europea sui diritti umani, firmata anche dalla Russia» (La Stampa - pagina 8);
però la piazza davanti al municipio era bloccata dalla polizia e da gruppi di estremisti, un mix di naziskin, filomonarchici, nazionalisti e pure preti ortodossi, che gridavano insulti e hanno lanciato uova, sassi e bottiglie, aggredendo i partecipanti con calci e pugni. Il tutto sotto gli occhi degli Omon, gli agenti antisommossa, che, presenti in numero consistente, hanno deliberatamente mancato di proteggere il gruppo composto dai parlamentari e dagli attivisti;
come già denunciato nell'interrogazione n. 3-00274 del 2 ottobre 2006 sulle violenze e gli incidenti occorsi nel 2006 , lo stato dei diritti civili della comunità omosessuale russa desta notevoli preoccupazioni in ambito internazionale;
nella seduta del 3 ottobre 2006, rispondendo all'interrogazione, il Governo aveva testualmente riconosciuto che: «molto deve essere ancora fatto affinché gli omosessuali siano considerati parte integrante della società russa, con pari dignità ed uguali diritti. Ciò ha fatto sì che il numero delle violenze nei confronti degli omosessuali aumentasse considerevolmente del corso degli ultimi anni. In larghi strati della popolazione russa si guarda infatti con condiscendenza alle manifestazioni di intolleranza nei confronti della minoranza omosessuale, comprese quelle violente. Il rapporto dell'Alto commissario del Consiglio d'Europa per i diritti umani, presentato nel 2005, relativo alla sua missione in Russia, aveva già rilevato l'effettivo dilagare dell'omofobia in Russia attraverso incitazioni verbali all'odio pronunciate non solo da gruppi estremisti, ma anche da autorità, quali la Chiesa ortodossa, e, altresì, sotto forma di episodi di violenza e aperta discriminazione. Il Commissario rilevò con preoccupazione l'esistenza di una proposta di legge, presso la Duma, volta a ripristinare il reato di omosessualità (proposta di legge che non ha poi avuto, fortunatamente, seguito). Nel corso degli ultimi mesi si è assistito ad un ulteriore deterioramento della situazione,
con un incremento degli atti di violenza nei confronti della comunità omosessuale che desta legittima preoccupazione»;
in particolare, la proibizione dell'annuale marcia del gay pride contravviene al principio della libertà di espressione sancito dall'articolo 11 dalla Convenzione europea dei diritti umani, sottoscritta dalla Russia nel 1998. Thomas Hammarberg, commissario per i diritti umani del Consiglio d'Europa, ha stigmatizzato con forza la discriminazione contro le persone omosessuali ed ha invitato ad una «più forte reazione contro quei funzionari che prendono decisioni contrarie alla legge, per esempio vietando dimostrazioni pacifiche, o che usano la propria posizione per diffondere pregiudizi contro le persone a causa del proprio orientamento sessuale»;
la raccomandazione 211 (2007) del Congresso degli enti locali e regionali del Consiglio d'Europa sulla libertà di riunione e di espressione per le persone lesbiche, gay, bisessuali e transgender raccomanda, inter alia, di investigare con tutto il rigore a disposizione ogni caso di violenza o incitamento all'odio durante iniziative lgbt, per determinare se l'omofobia o la discriminazione può aver avuto un peso nel commettere un crimine ed assicurare l'istituzione di un procedimento legale contro i responsabili; di assumere, ove necessario, misure positive come richiesto dalla Corte europea dei diritti dell'uomo, per garantire un'effettiva libertà di riunione e di espressione attraverso i propri territori nazionali a livello statale, locale e regionale; che gli organizzatori di eventi su cui sono state poste restrizioni o che sono stati vietati abbiano il diritto all'accesso ad una corte o tribunale indipendente, in modo da poter ricorrere contro tali restrizioni;
la mancata protezione, così come l'arresto immotivato, si configurano come una violazione dei diritti umani a carico di cittadini italiani ed europei, alcuni dei quali rappresentanti eletti dal popolo italiano;
inoltre, l'arresto degli attivisti russi e il loro processo per direttissima potrebbe costituire un'azione in spregio al rispetto dello stato di diritto;
a seguito dell'accordo raggiunto nel vertice Unione europea-Russia del novembre 2004, l'Unione europea e la Russia hanno avviato consultazioni sui diritti umani dal 1o marzo 2005;
il Parlamento europeo nella cosiddetta «risoluzione Agnoletto», sulla clausola relativa ai diritti dell'uomo e alla democrazia negli accordi dell'Unione europea, approvata dal Parlamento europeo il 14 febbraio 2006, richiama l'attenzione del Consiglio e della Commissione sulla necessità di includere sistematicamente una clausola sui diritti dell'uomo in tutti gli accordi settoriali di nuova generazione, come gli accordi commerciali, «in modo da incoraggiare maggiormente la protezione, la promozione e il rispetto dei diritti dell'uomo tra gli obiettivi di tali accordi». Il Parlamento europeo insiste, poi, sulla necessità di stabilire un meccanismo di controllo, una valutazione periodica del rispetto degli obblighi in materia di diritti umani e un sistema graduale di sanzioni per inadempienza, come elementi necessari per ottenere la corretta applicazione della clausola sui diritti umani e la democrazia prevista dagli accordi dell'Unione europea con i Paesi terzi;
Terry Davis, segretario generale del Consiglio d'Europa, ha dichiarato il 12 maggio 2007 che «se si permette ad individui o istituzioni con la responsabilità di applicare la legge di diffondere l'intolleranza, non sono solo i diritti umani di gay e lesbiche che sono a rischio. La democrazia, i diritti umani, lo stato di diritto non possono funzionare in una società che tollera il bigottismo, il pregiudizio e l'odio. Se continuiamo a guardare dall'altra parte, lo scoppio della violenza omofobica è solo una questione di tempo» -:
quali azioni intenda intraprendere per ottenere che venga assicurato il rispetto dei diritti umani dei cittadini russi organizzatori del pride di Mosca arrestati dalle autorità;
quali azioni intenda intraprendere nell'ambito del Comitato dei ministri del Consiglio d'Europa, a fronte delle ripetute violazioni avvenute in Russia della Convenzione europea dei diritti umani;
se, in occasione dei prossimo G8 del giugno 2007, in Germania, non intenda chiedere al Presidente della Federazione russa Vladimir Putin il rispetto degli impegni assunti con la sottoscrizione della Convenzione europea dei diritti dell'uomo e sollecitare iniziative tese ad una riduzione della discriminazione e dell'omofobia nel Paese;
quali azioni intenda intraprendere per sollevare il tema del rispetto dei diritti umani delle persone omosessuali e transgender in Russia nell'ambito delle consultazioni sui diritti umani Unione europea- Russia;
quali azioni intenda intraprendere nell'ambito del Consiglio dei ministri dell'Unione europea affinché clausole stringenti sui diritti umani, ivi compresi i diritti delle persone omosessuali e transgender, vengano inserite in tutti i futuri accordi commerciali con la Russia;
quali azioni intenda intraprendere nei confronti della autorità russe a tutela della sicurezza di tutti i cittadini italiani che si trovano in territorio russo, inclusi i molti cittadini italiani che ivi svolgono attività economiche e commerciali.
(2-00554) «Grillini, Di Salvo».
(29 maggio 2007)