Allegato B
Seduta n. 155 del 10/5/2007
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INFRASTRUTTURE
Interrogazioni a risposta in Commissione:
MARGIOTTA e IANNUZZI. - Al Ministro delle infrastrutture. - Per sapere - premesso che:
da oltre 20 anni è in fase di realizzazione, da parte dell'ANAS, la superstrada cosiddetta «Bussentina», che congiunge il casello autostradale Padula-Buonabitacolo della Salerno-Reggio Calabria con Policastro;
l'opera è di grande importanza ai fini della fruizione di un largo comprensorio turistico, che comprende nel golfo di Policastro centri di grande richiamo quali Maratea, Scario, e, nel parco del Cilento, località quali Palinuro, Camerota, Acciaioli ed altre ancora;
si è proceduto per successivi lotti; non è ancora utilizzabile il primo tronco, che parte dal comune di Buonabitacolo e termina immediatamente a valle dell'abitato di Sanza; esso appare, almeno a vista, ultimato da mesi, dotato di segnaletica orizzontale e verticale e di guard rail;
l'approssimarsi della stagione estiva rende utile e necessario giungere all'apertura del tratto in questione -:
quali siano i motivi di impedimento alla transitabilità completa dell'opera e quali iniziative intenda assumere il Governo per il superamento degli stessi.
(5-01021)
ALESSANDRI. - Al Ministro delle infrastrutture, al Ministro dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
la soc. Autostrade per l'Italia ha iniziato i primi lavori di sbancamento dei terreni per la realizzazione del nuovo casello del Comune di Ceprano, sull'autostrada A1, in attuazione di un progetto dei primi anni 90, ormai non più adeguato alle esigenze locali;
l'amministrazione comunale di Ceprano, al fine di garantire l'attuazione dell'opera, ha proposto, in primis, l'adeguamento della struttura sino ad ora costruita e, solo in ultima istanza, lo spostamento più a nord rispetto al realizzando casello;
i lavori subiscono continui ritardi, anche per l'insufficienza dei finanziamenti messi a disposizione per la realizzazione dello svincolo e per i relativi espropri, nonché per l'inadeguatezza degli strumenti amministrativi di regolazione dei rapporti tra ANAS, Società Autostrade per l'Italia, Comune di Ceprano e cittadini proprietari delle aree interessate dagli espropri;
purtroppo, a causa delle continue interruzioni e dei ritardi sull'andamento dei lavori si teme che il completamento dell'opera non potrà rispettare la data iniziale di fine lavori, prevista per la fine dell'anno;
come risulta dalla risposta all'interrogazione 5-00091 del 13 luglio 2006, presentata dal gruppo parlamentare della Lega Nord, la convenzione regolatrice dei reciproci impegni dei soggetti coinvolti alla realizzazione dell'opera (sottoscritta il 3 giugno 1999 e integrata il 29 maggio 2002) prevede, all'articolo 3, l'impegno per il Comune di Ceprano ad acquisire ed asservire, a propria cura e spese, tutte le aree occorrenti per la esecuzione degli interventi;
diversamente da quanto previsto nella sopraccitata convenzione, negli ultimi tempi, gli oneri per l'acquisizione delle aree finalizzate alla costruzione di lavori autostradali sono assunti direttamente dall'ANAS, dall'Autostrade per l'Italia e dalla Regione;
tenuto conto dell'inadeguatezza dei fondi indirizzati alle indennità di esproprio, il Comune ha portato avanti trattative con i proprietari interessati dalle procedure espropriative, ipotizzando anche di utilizzare le entrate derivanti dalla affrancazione degli usi civici che la Soc. Autostrade dovrà pagare al Comune medesimo per i terreni occupati con i lavori di realizzazione della terza corsia;
tuttavia, le somme accantonate da Soc. Autostrade per tale scopo non sono più attuali e devono divenire anche esse oggetto di rivalutazione;
sono sempre più evidenti i disagi per gli abitanti della zona, causati dall'esecuzione dei lavori, e soprattutto per i residenti e proprietari dei terreni direttamente interessati dalla costruzione dell'opera che vedono stravolgere la propria proprietà e l'intero comprensorio fino ad oggi utilizzato per l'esclusivo uso agricolo;
occorre rivedere le convenzioni in atto ai fini di una rivalutazione delle indennità di esproprio, concentrando soprattutto l'attenzione sui risarcimenti dovuti ai cittadini, in quanto tali risarcimenti devono essere commisurati ai disagi subiti, alle reali perdite e ai danni arrecati alle proprietà che sono comunque destinate a perdere la propria vocazione agricola -:
se il Ministro non ritenga opportuno intervenire immediatamente per individuare le risorse integrative ai finanziamenti a disposizione, necessarie per far fronte agli oneri conseguenti sia alle indennità di esproprio, sia ai risarcimenti degli eventuali danni subiti dalle proprietà residenziali e agricole dei cittadini interessati, nonché occorrenti per la rivalutazione delle somme dovute per l'affrancazione degli usi civici.
(5-01022)
ALESSANDRI. - Al Ministro delle infrastrutture. - Per sapere - premesso che:
il manto stradale del tratto ferrarese della Strada Statale n. 16 e della superstrada Ferrara-Mare versa in disastrose condizioni, anche a causa della scarsa efficacia di precedenti interventi di manutenzione;
la serie di buche e di avvallamenti mettono in serio pericolo la vita dei cittadini, provocando continui incidenti stradali;
quale soluzione provvisoria, per limitare il crescente numero degli incidenti stradali, sono stati abbassati i limiti di velocità a 50 Km/h, trasformando, di fatto, un'arteria ad alta frequentazione in semplice percorso urbano;
tale soluzione provoca una moltiplicazione delle multe, a scapito dei cittadini utenti che, oltre a dover subire i disagi per il dissesto della strada, si vedono vessati dalla mancanza di equità e congruità nei limiti imposti -:
se il Ministro intendo intervenire per garantire l'impegno dell'ANAS nel realizzare nei tempi più brevi possibili la sistemazione del manto stradale nel tratto ferrarese della SS 16 e della superstrada Ferrara-Mare, rimuovendo le condizioni indecorose e di estremo pericolo per i cittadini.
(5-01024)
CRISCI e D'ELPIDIO. - Al Ministro delle infrastrutture. - Per sapere - premesso che:
nel 1990, a seguito di gara d'appalto indetta dall'Anas, vennero affidati i lavori all'Impresa Sparaco Spartaco per la realizzazione di una strada tangenziale extraurbana a Teramo («Lotto zero» - Variante tra Teramo e Giulianova alla SS 80);
anche a seguito di una serie di iniziative di dissenso verso l'opera, vennero fermati i lavori appena iniziati e fu revocata l'aggiudicazione con provvedimento ministeriale per «gravi motivi di interesse pubblico»;
avverso tale provvedimento l'impresa Sparaco Spartaco, con ricorso al TAR e successivo appello al Consiglio di Stato, ottenne nel 1995 la sentenza per la ripresa dei lavori;
l'Anas, prendendo atto della sentenza del Consiglio di Stato, essendo passati cinque anni, chiese al Comune di Teramo se vi fosse ancora la necessità di realizzare l'opera;
il Comune di Teramo rispose affermativamente e s'incaricò di rielaborare il progetto con alcune sostanziali modifiche;
nel 1997 il progetto definitivo rielaborato fu approvato dal Comune di Teramo ed ottenne successivamente tutte le autorizzazioni dopo ulteriori sostanziali varianti;
nel dicembre del 1999 furono riavviati i lavori con affidamento degli stessi all'ATI Sparaco Spartaco (mandataria) - Coop Costruttori (mandante), con previsione della ultimazione dei lavori entro il mese di dicembre 2001;
l'avanzamento dei lavori, a fasi alterne, ha incontrato difficoltà sia di carattere tecnico che amministrativo;
durante la fase degli scavi delle gallerie in prossimità del centro abitato di Teramo sono stati danneggiati diversi edifici pubblici e privati;
nel 2004 la Coop Costruttori (impresa mandante) è stata sottoposta a procedura di amministrazione straordinaria ed ha abbandonato il cantiere e nel 2005 la Sparaco Spartaco (impresa mandataria) ha ceduto il contratto dei lavori, previa autorizzazione dell'Anas, all'impresa Cogel Infrastrutture SpA;
la realizzazione dell'opera è in fase avanzata, ma i lavori procedono con estrema lentezza;
il ritardo nel completamento di tale opera sta determinando gravi danni all'economia del territorio della provincia di Teramo -:
se e quali siano le cause dei ritardi ed entro quanto tempo si preveda il completamento dell'opera e la riconsegna dei lavori;
se la stazione appaltante abbia acquisito le fatture quietanzate dei subappaltatori ai sensi dell'articolo 18 della legge n. 55 del 1990 e successive modificazioni;
se risulti alla stazione appaltante l'esistenza di crediti dei subappaltatori maturati e non liquidati ed in caso affermativo quali misure intenda assumere per pagare il corrispettivo previsto per le prestazioni eseguite;
se e quali interventi e/o provvedimenti si intenda adottare per assicurare il risarcimento in tempi rapidi ai cittadini le cui abitazioni sono state danneggiate o rese inagibili in conseguenza dell'esecuzione dell'opera.
(5-01025)
ZANETTA. - Al Ministro delle infrastrutture. - Per sapere - premesso che:
la scelta di derogare dalle procedure della Legge Obiettivo (legge n. 443 del 2001) per la realizzazione della parte italiana della nuova ferrovia ad alta velocità Torino-Lione che, a sua volta, costituisce parte essenziale del corridoio 5 tra Lisbona e Kiev, secondo l'interrogante, è ingiustificata e pericolosa, in quanto
espone il nostro Paese, qualora le scelte definitive non saranno compiute entro il 30 settembre del corrente anno, alla perdita degli ingenti finanziamenti europei per la realizzazione di questa fondamentale opera ed all'esclusione dell'Italia dal corridoio 5 che, in tal caso, passerebbe a nord delle Alpi, tagliandoci fuori da fondamentali linee di collegamento europee;
l'aver ricominciato le procedure ordinarie per l'approvazione della linea Torino-Lione, attraverso conferenze dei servizi, la costituzione di un tavolo politico e di un osservatorio tecnico comporta tempi lunghi, tanto più che non è stata fatta, né si farà a breve, la scelta fondamentale tra le 4 soluzioni tecniche alternative di cui la prima, è bene ricordarlo, è costituita dall'opzione zero, cioè non fare nulla;
l'eventuale mancata realizzazione della Torino-Lione farebbe perdere al nostro Paese un'occasione storica di sviluppo ed accentuerebbe l'isolamento della nostra economia per la sempre più grave congestione dei trafori e valichi alpini, ormai insufficienti a garantire comunicazioni agevoli con il resto d'Europa;
recentemente le organizzazioni produttive della Regione Piemonte hanno ribadito chiaramente l'assoluta esigenza di avviare la realizzazione del corridoio 5, strumento indispensabile per lo sviluppo economico della Regione Piemonte e di tutta la Valle Padana, ed hanno sottolineato l'esigenza di completare tutte le procedure di autorizzazione della Torino-Lione entro il termine massimo del 30 settembre 2007, come indicato dalle istituzioni comunitarie -:
entro quale termine si intenda compiere la scelta definitiva tra le varie ipotesi ancora sul tappeto e se non si ritenga assolutamente indispensabile impegnarsi in modo chiaro e solenne nei confronti del Paese e dell'Europa che l'opera si farà comunque e che saranno superate quelle che all'interrogante appaiono tattiche dilatorie delle forze politiche di estrema sinistra, che fino ad oggi hanno avuto, purtroppo, un grande successo;
se si ha piena consapevolezza del fatto che il trasporto su ferro è quello di gran lunga meno inquinante, per cui non hanno senso per l'interrogante le resistenze irrazionali di molti ambientalisti i quali non considerano, evidentemente, che è molto più inquinante il trasporto su gomma, che comporta il transito per le nostre valli e montagne di innumerevoli autotreni rispetto, ad una linea ferroviaria posta in parte notevole in galleria;
se non si ritenga assolutamente indispensabile non sacrificare alle esigenze di tenuta della coalizione di maggioranza un'opera fondamentale per il nostro Paese, quale è il corridoio 5.
(5-01027)
Interrogazione a risposta scritta:
ZANELLA. - Al Ministro delle infrastrutture, al Ministro dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
il cinque maggio scorso, il tram di Padova è di nuovo deragliato, a pochi metri dal capolinea della stazione dei treni, mentre si stava per immettere nel centralissimo corso del Popolo (Adnkronos);
non è la prima volta che il Translhor, mezzo che si muove sfruttando una sola rotaia, finisce fuori controllo, stavolta però sarebbe stato anche rilevato un ferito, fortunatamente non grave;
il Translhor aveva esordito come primo tram monorotaia in Italia il 24 marzo scorso, dopo quindici anni di progettazione, tre anni di lavori in città e oltre 95 milioni di euro di investimento;
la prima uscita dai binari «ufficiale» del metrobus-metrotram, cioè nel cuore della città di Padova, è avvenuta l'11 ottobre scorso, durante uno degli ultimi test di collaudo;
in quella occasione non ci furono vittime solo grazie ad una fortunata circostanza: il metrobus, infatti, uscito dalla rotaia, percorse almeno sei metri, montando con il «muso» sul marciapiede
nonostante andasse a velocità limitata, visto che non era ancora a pieno regime;
il Comitato Cittadini vittime del metrobus aveva spedito, dopo tale incidente, una lettera al ministro alle infrastrutture Alessandro Bianchi diffidandolo dal concedere l'omologazione al metrotram;
nelle settimane precedenti l'11 ottobre c'era stato almeno un altro deragliamento, avvenuto però lontano dal centro della città, appena fuori dell'officina-deposito della Guizza;
il metrobus in oggetto è un prototipo della Translhor (secondo quanto riportato da il Gazzettino sono in procinto di installarne uno analogo a L'Aquila) che non ha mai corso in nessuna altra città del mondo;
la sua rotaia è particolarmente pericolosa, per bici, moto e pedoni, sia in caso di attraversamento che per il rimbalzo di sassi e altri oggetti che in determinate circostanze sono letteralmente proiettati dai binari al passaggio di un mezzo; le biciclette costituiscono ben l'8 per cento degli spostamenti in città e, in alcuni segmenti della tratta la carreggiata è molto stretta, arrecando grave rischio ai ciclisti;
il Comitato Cittadini vittime del metrobus ha raccolto innumerevoli testimonianze di vittime del metrobus: persone che hanno subito infortuni seri con conseguenti operazioni chirurgiche e una prolungata degenza ospedaliera -:
se il Governo sia al corrente di quanto accaduto, se abbia avviato una procedura per un'analisi approfondita e definitiva delle cause di tali pericolosi disservizi e quali siano le informazioni già in possesso del Ministro sulle cause degli incidenti avvenuti sia in fase di preesercizio che di esercizio del Tram di Padova;
se non si ritenga urgente, visto questo ulteriore deragliamento, una possibile sospensione dell'esercizio con passeggeri, finalizzata ad identificare eventuali soluzioni tecnologiche e gestionali che garantiscano la massima sicurezza verso gli utenti, sottoponendo il mezzo ad un ciclo di ulteriori test e collaudi da effettuarsi con le dovute precauzioni in orari notturni o comunque in condizioni tali da minimizzare ogni possibile rischio per la cittadinanza.
(4-03588)