Allegato B
Seduta n. 155 del 10/5/2007
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COMUNICAZIONI
Interpellanza:
Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro delle comunicazioni, per sapere - premesso che:
da diversi mesi i locali dell'ufficio postale di Ariano Capoluogo in via G. Matteotti, n. 43, (Rovigo), in attività sin dal 1991, versano in uno stato di degrado e in condizioni igieniche molto precarie al
limite della tolleranza, sia per i dipendenti che per i cittadini utilizzatori dei servizi postali;
il comune di Ariano ha da tempo avviato la richiesta al Ministero delle comunicazioni di trasferire gli uffici interessati, in un immobile il cui canone di affitto mensile è tra l'altro inferiore (450 euro) rispetto al canone (1.000 euro) dei locali attuali e con una superficie maggiore;
nonostante la predetta vantaggiosa richiesta sia stata avanzata da oltre 6 mesi agli uffici competenti per territorio di Mestre (area territoriale immobiliare del nord-est) e questo abbia dato parere positivo al trasferimento, il Ministero delle comunicazioni, ed in particolare i responsabili della rete di supporto del territorio, non hanno invece risposto alla proposta avanzata -:
se non ritenga necessario ed urgente provvedere a dar seguito alla richiesta esposta in premessa, di trasferimento dell'ufficio postale di Ariano Capoluogo, in considerazione sia del risparmio in termini economici che ne deriverebbe, sia della migliore vivibilità all'interno dei nuovi locali che si intendono utilizzare, tutto ciò al fine di migliorare la condizione di lavoro dei dipendenti postali e di rendere più agevoli i servizi offerti alla comunità del luogo.
(2-00521) «Giuseppe Fini».
Interrogazioni a risposta scritta:
BURGIO. - Al Ministro del lavoro e della previdenza sociale. - Per sapere - premesso che:
risulta agli interroganti che Poste Italiane SpA stia attuando, nella provincia di Pavia, e precisamente nei centri di Vigevano, Voghera e Pavia, una riorganizzazione della mansione di recapito della corrispondenza basata sul principio del raggruppamento dei portalettere sparsi nei paesi più piccoli in centri maggiori di distribuzione;
tale piano di riorganizzazione comporterebbe, per i portalettere, un aumento significativo di chilometraggio nell'esercizio della loro mansione;
a causa dell'assenza di un parco autovetture adeguato alle esigenze, ciò si tradurrebbe nel fatto che spesso i portalettere sarebbero costretti a percorrere più di 50 chilometri al giorno a bordo di motocicli;
nei centri principali della provincia di Pavia tale riorganizzazione produrrebbe una riduzione delle zone di recapito del 10 per cento;
la nuova organizzazione causerebbe, inoltre, un drastico peggioramento delle condizioni di lavoro dei portalettere, i quali da un lato non riuscirebbero a distribuire, nell'arco del normale orario di lavoro, la corrispondenza loro assegnata e, dall'altro, si vedrebbero costretti a lavorare ore in più che non sarebbero loro riconosciute;
la nuova organizzazione causerebbe, infine, un consistente peggioramento del servizio ai cittadini, conseguenza del fatto che i portalettere si vedrebbero costretti a distribuire la posta solo in una parte della zona loro assegnata, raddoppiando, nei fatti, i tempi di consegna;
i lavoratori hanno riscontrato da parte dell'azienda una sostanziale indisponibilità a ridiscutere con loro i termini della nuova organizzazione del lavoro -:
se il ministro in indirizzo sia a conoscenza della vicenda in parola;
se il ministro, sulle base delle considerazioni svolte, non ritenga opportuno assumere a riguardo ulteriori informazioni, anche inerenti all'eventuale attuazione di piani analoghi al di fuori della provincia di Pavia;
quale sia il giudizio del ministro interrogato in ordine alla riorganizzazione produttiva di Poste Italiane SpA sopra descritta, soprattutto con riguardo al rispetto degli obblighi inerenti lo svolgimento del Servizio universale.
(4-03592)
CARDANO. - Al Ministro delle comunicazioni. - Per sapere - premesso che:
è stato riscontrato nelle Province di Novara e del Verbano-Cusio-Ossola un disagio diffuso rispetto al servizio di recapito postale;
i portalettere in servizio sui territori delle due province sono in numero insufficiente per poter smaltire la quantità di corrispondenza che giace negli uffici postali, e sono sottoposti a continui straordinari pur in presenza di un accumulo eccessivo di ferie non godute per gli anni 2005 e 2006;
Poste Italiane ha ridotto il personale di circa 80.000 unità in un decennio, il complesso della forza lavoro occupata in Italia, passando dai 234.000 assunti del 1994 ai 153.000 del 2004 (con conseguente abbassamento del costo del lavoro, sceso dall'88 per cento del 1994 al 56 per cento del 2005, inferiore alla media europea) e presentato un piano che prevede 2250 «zone» di recapito in meno in Italia (per il Piemonte si passa da 3.458 a 3.100). Questa situazione comporta un aumento del carico di lavoro per i portalettere in territori spesso montuosi o collinari, nei quali ad ogni zona corrisponde poco più di un postino;
da metà febbraio è stata avviata in via sperimentale la riorganizzazione del recapito postale estesa ad un terzo della rete, all'interno di un piano aziendale che avrebbe dovuto migliorare la qualità del servizio e dei tempi di consegna sviluppando così nuovi servizi in vista della liberalizzazione del 2009. In realtà le conseguenze sono evidenti, sia dalle lamentele che arrivano da parte degli utenti che dalla protesta dei lavoratori, provenienti da varie realtà italiane;
nelle province di Novara e del Verbano-Cusio-Ossola la riorganizzazione ha determinato un progetto partito il 6 aprile scorso relativo a logistica, collocazione degli uffici di recapito, indirizzari, organizzazione e lavoro dei portalettere. Il risultato di questo progetto è che in decine di comuni la posta non viene recapitata o viene consegnata a singhiozzo con conseguenze assai gravi per l'utenza, e la situazione, già difficile negli scorsi mesi, soprattutto in alcuni comuni, è ulteriormente peggiorata come risulta evidente anche dalla stampa locale (La Stampa del 15 e 25 aprile, Il Corriere di Novara del 28 aprile, del 3 e 5 maggio 2007);
il ricorso ai contratti di lavoro a tempo determinato è poco utile a risolvere i problemi in modo definitivo. Spesso infatti i portalettere si trovano ad operare in zone che non conoscono, e che, quando imparano a conoscere, devono abbandonare per scadenza del contratto;
risulta all'interrogante che a Cerano sono state recapitate fuori tempo massimo le bollette del gas, a Pernate (frazione di Novara) non sono arrivate quelle dell'ENEL. Episodi simili si sono verificati anche a Bellinzago, contenziosi si registrano per le località del Cusio e del borgomanerese tra Borgomanero ed Arona, nel Verbano-Cusio-Ossola (anche successivamente all'assunzione di 14 portalettere a tempo determinato). Questa situazione si estende anche a grandi centri come di Verbania, Gravellona Toce e Omegna e, ovviamente, ancora di più nelle valli minori. Anche la posta istituzionale inviata dai Comuni subisce ritardi con conseguenze negative per tutto il funzionamento della pubblica amministrazione. A questi disagi si aggiunge inoltre l'assenza del timbro sulle buste che almeno testimoniava la data di ricezione;
Generazione Attiva, associazione nazionale di difesa dei consumatori, ha presentato a tal proposito un esposto all'Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni, per difendere quei cittadini che risultano ora in mora per pagamenti non effettuati entro le scadenze dovute a causa dei ritardi postali. Anche le organizzazioni sindacali CGIL CISL e UIL denunciano da tempo l'insufficienza dell'organico per il recapito, che ha come conseguenza anche l'accumulo di ferie non godute dal 2005 (in alcune zone si arriva ad una media di ferie
arretrate di 90 giorni) e l'impossibilità di sostituire chi è in infortunio, chiedendo assunzioni di personale a tempo indeterminato;
alcuni comuni, come Pettenasco, Invorio (dove la situazione è insostenibile già da dicembre) e Bellinzago, si sono rivolti al Prefetto di Novara;
secondo il responsabile dei servizi di comunicazione territoriale nord-ovest delle Poste, la situazione creerà disagi solo fino a giugno, perché, almeno nel novarese, da luglio la riorganizzazione dovrebbe essere ristabilita visto che si tratta di una necessaria fase di transizione (La Stampa/Novara, 15 aprile 2007);
il periodo elettorale prossimo è altresì destinato a peggiorare la situazione;
come afferma il Sindaco di Bellinzago, Mariella Bovio, intervistata sul Corriere di Novara del 3 maggio 2007: «È inutile che le Poste pubblicizzino tanti servizi se non si soddisfano quelli essenziali»;
le preoccupazioni sul servizio universale sono state al centro delle discussioni effettuate negli scorsi mesi nelle commissioni competenti della Camera dei deputati (Unione Europea e Trasporti), relative alla fase ascendente della futura direttiva europea sulla liberalizzazione del servizio postale -:
se sia a conoscenza della situazione sopra descritta;
se non ritenga che i fatti descritti in premessa esulino dagli standard necessari per un pubblico servizio e che gli utenti avrebbero dovuto essere informati delle possibili conseguenze della riorganizzazione in corso;
quali iniziative urgenti intenda adottare a fronte di un'evidente sottodimensionamento del personale in considerazione della pubblica utilità dei servizi svolti da Poste Italiane e della problematicità e delicatezza delle conseguenze che possono scaturire per i cittadini a causa della lentezza e/o intermittenza del servizio di recapito, al fine di provvedere al ripristino di una situazione di normalità sul territorio delle province coinvolte;
se non ritenga che, fatta salva l'autonomia gestionale di Poste Italiane S.p.A, sia necessario assumere le opportune iniziative affinché vengano tutelati i diritti dei lavoratori (godimento ferie, sostituzioni in caso di necessita, eccetera) e affinché, conformemente alle indicazioni programmatiche di contrasto alla precarietà del lavoro, vengano favorite le assunzioni a tempo indeterminato;
se non ritenga opportuno intervenire o assumere iniziative, anche normative, perché siano tutelati i diritti dei cittadini che, a causa dei ritardi di Poste Italiane S.p.A., sono incorsi in more rispetto alle scadenze di vari tipi di utenza o altri pagamenti dovuti;
se non ritenga opportuno aprire un confronto con Poste Italiane, in vista del processo di liberalizzazione del servizio postale previsto per il 2009, in modo da chiarire la strategia del gruppo in ordine al servizio universale.
(4-03604)
GASPARRI. - Al Ministro delle comunicazioni. - Per sapere - premesso che:
è apparsa nei giorni scorsi sulla stampa la notizia che la Regione Sardegna disporrà di 36 milioni di euro per lo sviluppo della banda larga, lo Stato finanzierà il programma con 22 milioni, che saranno trasferiti alla Regione in due tempi, 12 milioni di euro entro 60 giorni dalla stipula dell'accordo e 10 milioni entro il 30 giugno 2008, data entro la quale tutti gli interventi previsti dall'intesa dovranno essere completati;
la Regione cofinanzierà le opere con 14 milioni e la banda larga dovrà raggiungere anche i comuni con meno di 2.000 abitanti;
la proprietà degli interventi realizzati sarà esclusiva per la Regione;
dagli organi di stampa si apprende che è la prima volta che la titolarità delle infrastrutture, incluso indirizzo e monitoraggio, viene affidata dal ministero delle Comunicazioni ad una Regione;
il Ministro delle Comunicazioni ha firmato il testo di un accordo in tal senso in data 30 marzo 2007;
sul sito Internet della Regione Autonoma della Sardegna è riportata la delibera 11/6 del 20 marzo 2007 nella quale si enuncia che esistono recenti accordi con il Ministero delle comunicazioni che riguardano la disponibilità di risorse statali aggiuntive a favore dell'accelerazione del programma di diffusione della banda larga in Sardegna;
nella delibera si evidenzia la disponibilità di risorse pari a 22 milioni di euro che consentiranno di estendere l'intervento fino a includere tutti i comuni di popolazione maggiore a 2000 abitanti;
per la realizzazione dell'intervento sarà stipulato l'Accordo di programma tra la Regione Sardegna ed il Ministero delle comunicazioni, riportato in allegato alla delibera che, estratto e letto, evidenzia, secondo l'interrogante, palesi incongruenze ed interessi di parte;
risulta all'interrogante che la società Infratel Italia S.p.A., che attua il Programma Banda Larga, stia da tempo operando positivamente per la Sardegna e stia provvedendo alla realizzazione d'infrastrutture in fibra ottica che copriranno con banda larga 11 comuni regionali e circa 60mila abitanti di aree disagiate della stessa Regione, con investimenti di circa 8 milioni di euro -:
se risponda al vero la sottoscrizione dell'accordo citato;
se tale accordo sia autorizzato e siano stati svolti tutti i procedimenti interni ed esterni al Ministero necessari e propedeutici alla sottoscrizione dello stesso;
sulla base di quale ratio e di quale fonte finanziaria si assume l'impegno per il Ministero delle Comunicazioni di erogare fondi entro 60 giorni dalla stipula dell'accordo, poiché risulta all'interrogante che il Ministero non ha altri fondi se non quelli da destinare al Programma Banda Larga che è di pertinenza dell'Amministrazione Centrale per il tramite di una società controllata indirettamente, Infratel Italia e che il Programma Banda Larga attende ancora di essere finanziato con adeguatezza, non solo per il futuro ma anche per quanto riguarda i trasferimenti di cassa di quanto già assegnato dal CIPE; sono ancora ferme costruttive iniziative nelle aree svantaggiate del Centro-Nord del Paese che, a più riprese, chiede di intervenire rapidamente;
sulla base di quale ratio si assegnino investimenti dello Stato per 30 milioni di euro, per coprire in fibra ottica territori e comuni di pochi abitanti su aree purtroppo non ricche di insediamenti industriali e su cui molto c'è da fare in termini di sviluppo economico, prima di costruire cattedrali nel deserto;
per quali motivi si sia proceduto in modo da determinare, ad avviso dell'interrogante, uno spreco di risorse, in quanto risulterebbe molto più utile, a parere dell'interrogante, intervenire adeguatamente ma in maniera diversa, certamente in modo più utile ed efficace, tenendo presenti le risorse disponibili ed allocandole costruttivamente;
quali siano i reali motivi per cui si concorda nell'assegnare 12 milioni di euro praticamente subito, ammesso che vi sia la disponibilità finanziaria, pur sapendo che non servono con immediatezza per la spesa in opere che, invece, troveranno attuazione in futuro, fermo restando che la regione non ne muti la destinazione, una volta fatte proprie;
per quali motivi si sia operato nel modo sopra descrittole, atteso che le risorse assegnate dal CIPE al Ministero non sono affatto destinate ad essere erogate da questo alle regioni che, invece, sono beneficiarie delle opere strategiche;
quali siano i motivi per i quali si assegna la titolarità delle infrastrutture dal Ministero delle Comunicazioni (che però non le ha né le avrebbe a bilancio) ad una regione, e si concorda con essa per assegnazioni esclusive, impropriamente e comunque senza la necessaria concertazione e verifica, sia normativa e regolamentare sia in termini di processo operativo;
per quali motivi si intacchi e depauperi il patrimonio dello Stato distraendo risorse e infrastrutture strategiche e si disattendano accordi che organismi e strutture dell'Amministrazione Statale hanno assunto con la società attuatrice nel dicembre 2005, accordi che sono stati registrati dalla Corte dei Conti, che si rivelano strumentali e fondamentali per la salvaguardia dei beni e degli interessi sovraordinati ed unitari dell'intero Paese;
con quale ratio un Ministro disattende e muta destinazione ad atti amministrativi di Amministrazioni dello Stato, inficiando la credibilità dei piani programmatici nazionali e delle norme che li sovrintendono;
quali iniziative s'intendano assumere per revocare l'accordo tra Ministero delle Comunicazioni e regione Autonoma della Sardegna, che appare all'interrogante incongruente, dannoso e lesivo del patrimonio dello Stato;
se il Governo intenda apportare correttivi per consentire che si proceda come doverso, coerente e congruo con i ruoli e le responsabilità dei diversi attori coinvolti nell'iniziativa di sviluppo delle telecomunicazioni a banda larga e della forza finanziaria necessaria per attuare i piani ed i programmi;
quali iniziative s'intendano assumere per far sì che si possa adempiere con tempestività e pienamente agli impegni assunti e da assumere nei confronti delle ditte appaltatrici di opere, d'importanza vitale per un settore il cui rilancio rappresenta uno dei fattori trainanti della ripresa e sviluppo economico del Paese.
(4-03611)