Allegato B
Seduta n. 142 dell'11/4/2007

RIFORME E INNOVAZIONI NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

Interrogazioni a risposta immediata:

LEONE e PIZZOLANTE. - Al Ministro per le riforme e le innovazioni nella pubblica amministrazione. - Per sapere - premesso che:
nella legge finanziaria per il 2007, al comma 577 dell'articolo 1, sono stabilite, al fine del contenimento del trattamento economico dei dirigenti pubblici, riduzioni del 10 per cento degli stipendi dei dirigenti pubblici;
successivamente numerosi enti pubblici, tra i quali l'Enit, sono stati destinatari di circolari, allo scopo di ridurre le spese fisse almeno del 20 per cento;
risulta agli interroganti che nell'ultimo consiglio di amministrazione dello stesso Enit sarebbe stato approvato l'aumento della retribuzione del direttore generale, da 114 mila euro a 190 mila euro. L'aumento consiste in circa il 66 per cento dello stipendio precedente -:
se il Ministro interrogato non ritenga che questa condotta da parte del consiglio di amministrazione dell'Enit sia in totale contraddizione con le disposizioni e, soprattutto, con lo spirito del predetto comma 577 e quali iniziative intenda intraprendere al fine di risolvere questa palese contraddizione.
(3-00801)

LA RUSSA, BOCCHINO, GIANFRANCO FINI, LEO, FILIPPONIO TATARELLA, MIGLIORI, MENIA, AIRAGHI, ALEMANNO, AMORUSO, ANGELI, ARMANI, ASCIERTO, BELLOTTI, BENEDETTI VALENTINI, BONGIORNO, BONO, BRIGUGLIO, BUONFIGLIO, BUONTEMPO, CASTELLANI, CASTIELLO, CATANOSO, CICCIOLI, CIRIELLI, CONSOLO, GIORGIO CONTE, CONTENTO, GIULIO CONTI, COSENZA, DE CORATO, FOTI, FRASSINETTI, GAMBA, GASPARRI, GERMONTANI, ALBERTO GIORGETTI, HOLZMANN, LAMORTE, LANDOLFI, LISI, LO PRESTI, MANCUSO, MARTINELLI, MAZZOCCHI, MELONI, MINASSO, MOFFA, MURGIA, ANGELA NAPOLI, NESPOLI, PATARINO, PEDRIZZI, ANTONIO PEPE, PERINA, PEZZELLA, PORCU, PROIETTI COSIMI, RAISI, RAMPELLI, RONCHI, ROSITANI, SAGLIA, SALERNO, GARNERO SANTANCHÈ, SCALIA, SILIQUINI, TAGLIALATELA, TREMAGLIA, ULIVI, URSO e ZACCHERA. - Al Ministro per le riforme e le innovazioni nella pubblica amministrazione. - Per sapere - premesso che:
con le sentenze nn. 103 e 104 del 2007, la Corte costituzionale, innovando il suo orientamento giurisprudenziale, ha dichiarato l'incostituzionalità di alcune recenti normative nazionali e regionali, che, sia pure in modo transitorio, hanno introdotto nell'ordinamento forme di spoil system una tantum, con riferimento alle figure apicali della dirigenza pubblica;
con le importanti decisioni sopra richiamate i giudici della Corte costituzionale hanno inteso stigmatizzare, di fatto, per la prima volta, il processo di «privatizzazione» del rapporto di impiego pubblico della dirigenza, avviato, come è noto, con la legge-delega n. 421 del 1992, in attuazione della quale, a suo tempo, l'Esecutivo ritenne di dover superare il tradizionale regime pubblicistico per approdare alla disciplina giuslavoristica di diritto privato, ritenuta più idonea alla realizzazione delle esigenze di flessibilità nella gestione del personale;
le riforme successive al decreto legislativo 3 febbraio 1993, n. 29, hanno, soprattutto, evidenziato come il profilo relativo al conferimento degli incarichi dirigenziali costituisca uno snodo cruciale e, insieme, uno dei punti di maggiore criticità, dal momento che sono evidenti i limiti giuridico-costituzionali a cui soggiace il vigente sistema normativo, che si caratterizza in quanto fa emergere una forte accentuazione della componente fiduciaria nel rapporto tra l'autorità politica e la dirigenza pubblica;

la migliore dottrina pubblicistica, nonché alcune pronunce giurisdizionali di merito e di legittimità, hanno da tempo denunciato la non conformità agli articoli 97 e 98 della Costituzione della normativa statale e regionale, che, elevando a sistema il principio della temporaneità dell'esercizio delle funzioni dirigenziali, desta profonde perplessità in ordine all'ipotesi in cui la longa manus dell'autorità politica, titolare dell'indirizzo politico-amministrativo, si estenda anche sulla dirigenza non apicale, vale a dire su quella che maggiormente incarna il principio costituzionale della continuità dell'azione amministrativa;
l'intero impianto ordinamentale manifesta altri punti di criticità, giacché il ricorso sistematico, da parte di ciascuna amministrazione pubblica, al personale non di ruolo, a cui si conferiscono incarichi dirigenziali, lede la suscettibilità professionale della classe dirigente vincitrice di concorso e mortifica, altresì, le aspettative dei funzionari laureati di ruolo che ricoprono posizioni apicali all'interno delle varie amministrazioni;
in molte amministrazioni centrali dello Stato, a seguito dell'entrata in vigore del decreto-legge n. 181 del 2006, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2006, n. 233, si sta procedendo, per l'ennesima volta, a riscrivere l'organizzazione interna dei ministeri e della Presidenza del Consiglio dei ministri, il che può causare gravi problemi sotto il profilo della salvaguardia dei singoli posti di funzione dirigenziale a cui sono preposti i dirigenti di ruolo;
è sempre più urgente procedere ad un'organica riforma di sistema, che, in un'ottica di larga condivisione politica, renda più efficiente ed efficace l'azione dei dirigenti, che, nel rispetto degli indirizzi posti dal vertice politico, devono operare nella piena autonomia di gestione svincolata da qualsiasi condizionamento di ordine politico -:
quali urgenti ed opportune iniziative legislative il Governo intenda assumere al fine di garantire una più evidente separazione tra l'attività di indirizzo politico e quella di gestione all'interno della pubblica amministrazione.
(3-00802)

Interrogazione a risposta scritta:

GASPARRI. - Al Ministro per le riforme e le innovazioni nella pubblica amministrazione, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro delle comunicazioni. - Per sapere - premesso che:
sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana, parte V, n. 23 del 23 febbraio 2007 è stato pubblicato un bando di gara indetto dal CNIPA, denominato «Procedura Ristretta per l'affidamento di servizi professionali a supporto dell'attuazione del Programma per lo sviluppo della Larga Banda nelle Regioni del Mezzogiorno nel rispetto della Delibera Cipe 9 maggio 2003, n. 17, punto B.» dall'importo complessivo di euro 2.100.000,00 IVA esclusa;
l'appalto prevede lo svolgimento di servizi professionali di consulenza ed assistenza qualificata alle regioni ed al CNIPA a supporto dell'attuazione del Programma per lo sviluppo della Larga Banda nelle Regioni del Mezzogiorno, nel rispetto della delibera del CIPE 9 maggio 2003, n. 17, punto B, e delle attività di definizione tecnico-economica, monitoraggio e valutazione per l'attuazione dei Piani di Intervento Regionale per la copertura del «digital divide infrastrutturale», e sono previsti servizi a supporto alle regioni interessate e trasversali di supporto al CNIPA;
l'attuazione del Programma per lo sviluppo delle Larga Banda (in origine per il Mezzogiorno del Paese e successivamente, con legge 80/2005, esteso a tutto il territorio italiano), risulta in fase esecutiva da parte della società Infratel Italia S.p.A, creata su iniziativa del Ministero delle comunicazioni unitamente a Sviluppo Italia,

e finanziato con delibere CIPE e leggi finanziarie per oltre 350 milioni di euro complessivi;
il Programma in attuazione, attraverso l'ampliamento dell'offerta d'infrastrutture di telecomunicazioni organiche ed integrate, prevede la riduzione e, in termini prospettici, l'abbattimento del divario digitale infrastrutturale, l'evoluzione tecnologica e l'incremento delle condizioni di competitività delle aree svantaggiate e quindi di tutto il Paese;
pertanto, l'attuazione del programma, risultante come detto in fase di avanzata esecuzione, presuppone l'espletamento di tutte le attività propedeutiche e strumentali alle fasi esecutive;
è doveroso ed opportuno sottolineare, innanzitutto la gravità delle implicazioni per le casse dello Stato, a seguito del fatto che l'aggiudicazione del bando di gara citato non farebbe che duplicare studi e progetti già elaborati da Infratel Italia che, come detto, risulta stia attuando con successo il Programma e stia riscuotendo palesi consensi;
appare palese all'interrogante lo sperpero di ben 2,1 milioni di euro di fondi pubblici, mentre si dichiara da più parti la sempre più necessaria ed improcrastinabile sobrietà nell'uso delle risorse finanziarie e la concertazione di programmazione;
è altrettanto doveroso sottolineare la «stranezza» di detto bando, in quanto enuncia solamente i criteri d'aggiudicazione, non esplicitati, poiché ne rimanda l'enunciazione alla fase successiva della lettera d'invito, facendo così nascere il legittimo sospetto del ritaglio di criteri su misura, vista la tipologia del bando e poiché in quella fase si conosceranno i partecipanti alla gara e quindi le loro peculiarità e capacità;
si disattendono numerosi atti amministrativi e normativi emanati da strutture dello Stato, compromettendo a detta dell'interrogante la credibilità dei piani programmatici nazionali e delle norme che li sovrintendono -:
se intendano apportare dei correttivi a quanto sopra, e procedere con l'ottimale utilizzo delle risorse, la salvaguardia ed il rispetto dei ruoli e delle responsabilità dei diversi attori che operano per programmi di carattere risolutivo ed essenziale per il nostro Paese;
quali iniziative intendano attivare per sospendere o revocare la procedura di gara ovvero di non dare corso all'aggiudicazione o di non procedere alla sottoscrizione del contratto.
(4-03246)