Allegato B
Seduta n. 142 dell'11/4/2007

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INTERNO

Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'interno, il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, per sapere - premesso che:
l'interrogazione a risposta orale Misuraca 3-00178 presentata il 2 agosto 2006, già segnalava che dopo l'assegnazione, con gara d'appalto da parte dell'Ambito Territoriale Ottimale (ATO) di Caltanissetta, della gestione del servizio idrico integrato di tale Provincia per i prossimi trent'anni, al raggruppamento di imprese Aqualia, si era verificata una grave anomalia;
tale anomalia consisteva nel fatto che il raggruppamento temporaneo di imprese

IBI, principale concorrente di Aqualia - escluso dalla gara per un cavillo formale - rinunciava al ricorso al Tar, con l'intenzione di stipulare un'intesa con Aqualia ed entrando nel servizio idrico, sia pure con il 49 per cento delle azioni;
la medesima interrogazione, evidenziando che tale procedura (così come poi si è verificato) ad avviso dell'interrogante è espressamente vietata dal «Codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi o forniture in attuazione delle direttive 2004/17/CE e 2004/18/CE», come pure confermato dal Comitato per la vigilanza sull'uso delle risorse idriche, organo della Pubblica amministrazione, chiedeva ai Ministri competenti se non fosse opportuno avviare verifiche circa la citata anomalia dell'intesa successiva all'aggiudicazione dell'appalto;
all'interrogazione citata non è ad oggi stata fornita alcuna risposta all'interrogante;
nel frattempo, come soggetto gestore dal Servizio Idrico Integrato dell'ATO di Caltanissetta è stata creata la «Acque di Caltanissetta S.p.A.» costituita da un raggruppamento di imprese (con capofila la Società Aqualia);
«Acque di Caltanissetta S.p.A.» è una società privata, che opera con capitale pubblico e gestisce un servizio pubblico ed è per questo che ad inizio dall'anno 2007 è stato richiesto dalle Organizzazioni Sindacali un incontro sia all'ATO che a «l'Acque di Caltanissetta S.p.A.» per chiarire i primi atti amministrativi del nuovo gestore del servizio idrico integrato di Caltanissetta, con particolare riferimento alla ventilata assunzione di nuove unità lavorative al fine di evitare strumentalizzazioni e speculazioni sull'iter relativo al personale da assumere e per conoscere meglio il piano aziendale;
a tal proposito si registrano diverse rimostranze da parte di dipendenti di alcuni Comuni della Provincia di Caltanissetta, i quali contestano il trasferimento alle dipendenze del gestore idrico «Acque di Caltanissetta SpA» per l'incertezza del loro futuro a seguito della scarsa informazione della dirigenza; si contesta altresì la procedura amministrativa seguita per la ricognizione del personale dipendente soggetto al trasferimento, in quanto non sarebbe rispettata la preventiva concertazione in sede locale con le organizzazioni sindacali competenti;
dopo la messa in liquidazione dell'EAS (Ente Acquedotti Siciliani) il personale adibito in Provincia di Caltanissetta non è stato mai contattato - come risulta da dichiarazioni sulla stampa di rappresentanti sindacali - dalla dirigenza di «Acque di Caltanissetta S.p.A.» per un trasferimento alle proprie dipendenze, nonostante la qualificazione acquisita dopo decenni di lavoro, vedendo così mortificata la propria professionalità;
sembra emergere la totale assenza di una pianta organica che possa essere in grado di definire i reali bisogni per la gestione dei servizi e le concrete necessità dello stesso, prefigurando quindi pesanti ripercussioni sugli utenti e le loro bollette, influendo sulla stessa economicità del servizio;
vi è inoltre la forte preoccupazione, riportata dalla stampa, che la «Acque di Caltanissetta S.p.A.» abbia avviato delle assunzioni senza un preventivo protocollo finalizzato a quantificare i bisogni della gestione, la dotazione organica dell'ATO e quanto necessario ad intraprendere il servizio;
sono migliaia - come consta all'interrogante - i giovani che fanno la fila presso le segreterie politiche per la segnalazione ad una assunzione presse il gestore del servizio idrico e per evitare tale forma di clientelismo è stato più volte sollecitata una maggiore trasparenza;
ad oggi non vi sono atti che rispondono all'impegno preso dalla dirigenza dell'ATO per concertare un protocollo di legalità ed il fatto è tanto più grave nell'imminenza dell'avvio della campagna

elettorale per le elezioni amministrative in 12 comuni su 22 della provincia di Caltanissetta;
più volte la «Acque Caltanissetta Spa» e l'ATO sono state sollecitate da rappresentanze istituzionali, politici e sindacali a portare a pubblica conoscenza le varie fasi come si andranno ad attuare quali i rapporti con i Comuni, l'assunzione del personale, i costi per l'utenza ed in particolare il relativo programma industriale nelle sue varie componenti, senza peraltro ottenere mai una risposta;
tutti i Sindaci della Provincia di Caltanissetta compongono l'Assemblea dei Soci dell'ATO, e molti di essi sono membri del Consiglio di Amministrazione;
presso il Ministero dell'ambiente è istituito il Comitato per la Vigilanza sull'uso delle Risorse Idriche, organo indipendente della Pubblica Amministrazione istituito dalla legge 5 gennaio 1994, n. 36, il quale riferisce annualmente al Parlamento circa lo stato del settore, relativamente al servizio idrico integrato comprensivo dei servizi di acquedotto, fognatura e depurazione;
tra i compiti fondamentali affidati al Comitato vi è anche quello di garantire l'osservanza dei principi della legge di riforma dei servizi idrici, con particolare riferimento all'efficienza, efficacia ed economicità del servizio;
a tale Comitato è attribuito il potere di proporre azione innanzi alle Autorità competenti contro gli atti posti in essere in violazione della legge, nonché di esercitare l'azione di responsabilità nei confronti degli amministratori e di risarcimento dei danni a tutela dei diritti dell'utente -:
se siano a conoscenza dei fatti suesposti;
se non ritengano opportuno intervenire con immediatezza, informando il Comitato di vigilanza di cui in premessa, nei confronti della Società «Acque di Caltanissetta S.p.A.» per verificare la regolarità nei comportamenti amministrativi - efficienza, efficacia ed economicità del servizio, in particolare chiedendo di rendere pubbliche le procedure del piano industriale;
se non ritengano opportuno, in vista della tornata elettorale, intervenire per suggerire di sospendere temporaneamente le procedure di assunzione, almeno fino alla chiusura della campagna elettorale;
in considerazione del fatto che molti sindaci controllano, in qualità di consiglieri e amministratori dell'ATO, il gestore idrico;
se non sia opportuno, considerato come si legge dalla stampa il notevole numero di assunzioni previste, vigilare sulla pubblicità dei provvedimenti relativi alle assunzioni, ai subappalti e alla fornitura di servizi e al costo del servizio da applicare ai cittadini di Caltanissetta.
(2-00456)
«Misuraca, Fallica, Boscetto, Cicu, Testoni, Palmieri, Romele, Licastro Scardino, D'Ippolito Vitale, Santelli, Germanà, Giuseppe Fini, Ceroni, Fasolino, Osvaldo Napoli, Uggè, Lazzari, Garagnani, Caligiuri, Angelino Alfano, La Loggia, Giudice, Mormino, Baiamonte, Martino, Prestigiacomo, Stagno d'Alcontres, Floresta, Palumbo, Minardo, Grimaldi, Fedele, Mario Pepe».

Interrogazioni a risposta immediata:

MARONI, COTA, DOZZO, GIBELLI, ALESSANDRI, ALLASIA, BODEGA, BRICOLO, BRIGANDÌ, CAPARINI, DUSSIN, FAVA, FILIPPI, FUGATTI, GARAVAGLIA, GIANCARLO GIORGETTI, GOISIS, GRIMOLDI, LUSSANA, MONTANI, PINI, POTTINO e STUCCHI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
le immagini registrate clandestinamente dalla giornalista Maria Grazia Mazzola nelle due moschee di Torino di via del

Cottolengo e via Saluzzo, mandate in onda da Michele Santoro nella trasmissione televisiva Anno zero, hanno ribadito in modo inequivocabile come in Italia ci sia la presenza di un radicato fondamentalismo islamico, che incita alla guerra santa, alla sottomissione delle donne e alla conseguente islamizzazione del nostro Paese;
è importante ricordare che l'attuale imam della moschea di via del Cottolengo era uno stretto collaboratore del suo predecessore, Bouiriqi Bouchta, espulso nel settembre del 2005 dal Ministro Beppe Pisanu per «grave turbamento dell'ordine pubblico e pericolo per la sicurezza dello Stato»;
l'allora capo dell'opposizione, Romano Prodi, in merito alla citata espulsione di Bouiriqi Bouchta, si indignò a tal punto (considerando il fatto una questione politica) da chiedere, con atti ufficiali, chiarimenti al Governo Berlusconi sui motivi dell'espulsione;
nel nostro Paese le indagini sul terrorismo internazionale hanno portato a numerosi arresti e hanno dimostrato, senza ombra di dubbio, la presenza in Italia di cellule eversive del terrorismo islamico legate al movimento di Al Qaeda;
è noto che la moschea, oltre ad essere sede di attività religiosa, diventa anche centro della vita sociale, politica e talvolta militare della comunità musulmana. Lo stesso sostituto procuratore Dambruoso, quando era impegnato nelle indagini sul terrorismo di matrice islamica, ha dichiarato in una intervista «che le moschee sono dei punti critici che fungono in alcuni casi da catalizzatori divenendo punto di aggregazione dei terroristi»;
in virtù dell'antico principio del «chi paga comanda» è opportuno anche chiedersi chi finanzia la costruzione e il mantenimento delle moschee in Italia. Non è un segreto per nessuno che gran parte delle moschee e dei centri islamici d'Europa vengono finanziati da Governi stranieri, in particolare l'Arabia Saudita, che impone anche imam di sua fiducia;
è assordante e colpevole il silenzio delle comunità musulmane presenti in Italia dinanzi a casi così eclatanti;
è inaccettabile che la Consulta per l'islam italiano, istituita con decreto del Ministro dell'interno, che tanta influenza dovrebbe avere sulle comunità musulmane presenti nel nostro Paese, non si prodighi per stigmatizzare tali episodi, prendendo una posizione ufficiale di condanna;
mentre oramai è palese che anche in Italia all'interno delle comunità islamiche si annida la presenza di gruppi eversivi, allo stesso tempo non è invece facilmente riscontrabile una collaborazione con le forze dell'ordine e la magistratura da parte di quei musulmani che si dichiarano moderati e che continuano a chiedere diritti, dimostrando la volontà di volersi integrare nella nostra società;
è stato più volte documentato da fonti giornalistiche come molto spesso in occasione di funzioni religiose gli imam predicano odio nei confronti della cultura occidentale e sentenziano condanne contro tutti coloro che non si comportano secondo i dettami coranici (inutile ribadire come questi, in molti casi, siano antitetici ai principi e ai valori sui cui è fondata la nostra tradizione culturale, che come tali si ritrovano anche nella Costituzione italiana) -:
se il Ministro interrogato non ritenga necessario provvedere all'immediata espulsione degli imam delle moschee di Torino e di tutti i possibili fiancheggiatori del terrorismo fondamentalista islamico presenti in Italia, procedendo a controlli severi anche sugli ingressi temporanei nei confronti di chi proviene da Paesi islamici, e adottare iniziative, anche normative, perché si proceda alla redazione di appositi registri di tutte le guide spirituali musulmane presenti nel nostro Paese e se non ritenga, inoltre, indispensabile che vengano predisposti controlli approfonditi in tutte le moschee e centri islamici presenti sul territorio italiano, chiudendo immediatamente quelli al cui interno si riscontrano presenze eversive.
(3-00803)

BURGIO e FRIAS. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il 14 dicembre 2005, in applicazione dell'articolo 3, comma 4, della cosiddetta «legge Bossi-Fini», il Governo ha varato il decreto flussi 2006, stabilendo in 170.000 la quota dei lavoratori non comunitari ammissibili nel nostro Paese;
successivamente il Governo (con il «decreto flussi bis» del 7 dicembre 2006) ha deciso di avvalersi della possibilità - a seguito dell'acquisizione dei pareri della conferenza Stato-regioni e delle competenti commissioni parlamentari - di riaprire le quote dei flussi d'ingresso per lavoratori non comunitari per l'anno 2006, allo scopo di soddisfare le 400.000 domande presentate dai datori di lavoro per l'impiego di cittadini extracomunitari: ai 170.000 lavoratori del primo decreto se ne sono aggiunti altri 350.000;
il programma elettorale dell'Unione ha sancito con gli elettori l'impegno di superare la legislazione precedente in materia di immigrazione, contrapponendo ad una logica repressiva e restrittiva uno spirito di apertura e di integrazione;
a partire dall'11 dicembre 2005, a seguito di un accordo stipulato tra il ministero dell'interno e Poste italiane, i cittadini stranieri non comunitari, per rinnovare il loro titolo di soggiorno, si sono recati presso gli uffici postali e non più, come accaduto fino da allora, alle questure;
tuttavia, come gli interroganti argomentarono nell'interpellanza urgente n. 2/00336, pubblicata il 30 gennaio 2007, il nuovo sistema, pensato originariamente per ridurre i tempi di rilascio e di rinnovo, appariva da subito rigido, vincolato a passaggi che suscitavano più di una perplessità: le pratiche sarebbero state esaminate da lettori ottici in dotazione al cpa di Poste italiane (rivelatisi inefficaci già nel «decreto flussi» 2005); la stampa dei permessi di soggiorno elettronici sarebbe stata effettuata in esclusiva dall'Istituto poligrafico zecca dello Stato, che appariva impreparato a fronteggiare un simile compito; il rilascio del permesso di soggiorno sarebbe stato consentito solo previo riconoscimento fotodattiloscopico dell'avente diritto, quando era stato dimostrato che il sistema delle impronte fosse fortemente lacunoso;
il nuovo sistema prevedeva che i kit inoltrati tramite Poste italiane alle questure fossero integrati da documentazione rigidamente e univocamente definita in sede ministeriale; se è vero che ciò ha consentito una maggiore uniformità al trattamento delle pratiche, è anche vero che, al contempo, ha impedito al richiedente la produzione di documenti, memorie e atti utili alla valutazione della propria posizione;
il nuovo sistema è stato introdotto in tutto il territorio nazionale dopo essere stato sperimentato per un tempo molto breve in alcune città. Risulta agli interroganti che, nel corso della sperimentazione, sarebbero state inoltrate appena 2.000 pratiche e solo 800 di queste risulterebbero effettivamente reinviate alle questure dal cpa di Poste italiane: da questi dati si evince che la sperimentazione avrebbe dovuto essere come minimo più lunga;
i kit distribuiti alle poste (un milione e 700 mila) nel mese di dicembre 2006 furono esauriti nel giro di pochi giorni, lasciando senza possibilità di disbrigo delle pratiche centinaia di migliaia di cittadini stranieri;
il 4 marzo 2007 il ministero dell'interno ha diffuso i dati relativi alle domande presentate agli sportelli unici: si evince che, su di un totale di 392.077 domande presentate, ne sono state evase soltanto 179.976, il 45,9 per cento del totale;
meno del 46 per cento delle richieste ha, quindi, ottenuto una risposta (sia essa il nulla-osta al lavoro od un rifiuto);
gli stessi dati diffusi dal ministero dell'interno mettono in evidenza come in molte città capoluogo (Arezzo, Bari, Caserta, Gorizia, Milano, Perugia, Pesaro Urbino,

Reggio Emilia, Roma, Torino, Vicenza) il rapporto tra domande presentate e domande definite sia inferiore al 30 per cento;
a Milano, in particolare, sulle oltre 32.000 pratiche presentate, solo 9.600 sono state definite e, di queste, solo 400, l'1,2 per cento del totale, si sono trasformate in contratti di soggiorno firmati;
a inizio 2007 le prefetture e le direzioni provinciali del lavoro (si confronti Il Sole 24 ore dell'8 gennaio 2007) ipotizzavano di smaltire la totalità delle pratiche entro marzo 2007;
un così lungo prolungarsi dei procedimenti di accoglimento delle richieste di permessi di soggiorno produce, a giudizio degli interroganti, una situazione di grave discriminazione nei confronti di coloro i quali, pur avendo i titoli per poter accedere al contratto dì soggiorno, mantengono - a causa di una legislazione che il programma dell'Unione ha dichiarato di voler superare - il proprio status di precarietà e clandestinità -:
quale sia il giudizio del Ministro interrogato sulla vicenda in parola e quali misure urgenti il Governo intenda adottare per garantire la più rapida evasione delle oltre 200.000 pratiche per l'ottenimento del permesso di soggiorno ancora giacenti.
(3-00804)

VOLONTÈ, RONCONI, D'AGRÒ, DRAGO, PERETTI, LUCCHESE, FORMISANO, MEREU e COMPAGNON. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
nel corso della trasmissione Anno zero di giovedi 29 marzo 2007 su Raidue sono state mostrate, grazie ad una telecamera nascosta, alcune riprese fatte all'interno di due moschee salafite di Torino;
nella moschea di via del Cottolengo, in particolare, l'imam Kohaila è stato filmato mentre predicava di «non integrarsi con gli occidentali», di stare ben lontani dagli «infedeli» ebrei e cristiani e di «tenere sottomessa» la donna;
tra le pubblicazioni distribuite nella moschea sono state trovati anche bollettini di Al Qaeda, scaricati da internet, nei quali si spiega che gli atei «si uccidono e basta» e si loda la capacita organizzativa di Bin Laden di essere comunque forte «nonostante gli arresti»;
immagini di analogo contenuto sono state filmate nella moschea di via Saluzzo;
l'imam Kohaila, ascoltato dai funzionari della digos, ha reclamato la sua innocenza, affermando che avrebbe sempre «predicato tolleranza e pace»;
in un secondo video, lo stesso imam è stato, però, ripreso mentre invocava Allah ad uccidere «tutti i politeisti», assicurando i suoi fedeli che Maometto avrebbe distrutto ebrei e cristiani, oltre ad invocare la distruzione dello Stato di Israele;
dalla procura di Torino non sembrerebbe, tuttavia, esservi nessun indagato a seguito dei fatti riportati da Anno zero;
si segnala, altresì, che nel corso dell'evento di domenica 8 aprile 2007 a Milano organizzato dalla Islamic relief, l'organizzazione che raccoglie fondi per i «resistenti» islamici, alcuni predicatori hanno inneggiato alla guerra santa e all'odio contro gli occidentali -:
per quali motivi non siano stati disposti controlli approfonditi nelle due moschee di Torino da parte della polizia e, tenuto conto delle inequivocabili frasi pronunciate dai due imam, come mai non si sia proceduto all'espulsione dei suddetti, il cui comportamento provoca grave turbamento dell'ordine pubblico e pericolo per la sicurezza dello Stato.
(3-00805)

SERENI, QUARTIANI, GIACHETTI, BRESSA, VENTURA e ZACCARIA. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
con la legge finanziaria per il 2007 sono state apportate significative modifi

che e innovazioni alla disciplina del patto di stabilità interno, alcune delle quali, avendo carattere sperimentale, appaiono suscettibili di successivi aggiustamenti e correzioni migliorative;
tali modifiche sono ispirate all'obiettivo, che ha trovato un positivo riscontro da parte degli enti interessati, di riconoscere più ampi spazi di autonomia nelle scelte di competenza degli enti territoriali;
le novità intervenute devono essere valutate in termini favorevoli, in quanto segnano un indubbio progresso sul piano di una corretta e proficua collaborazione istituzionale tra i diversi livelli di governo;
il carattere innovativo del regime introdotto ha, tuttavia, determinato alcune incertezze applicative e qualche difficoltà, per gli enti locali, nella quantificazione in bilancio di entrate e spese da computare nei saldi del patto di stabilità;
in particolare, sono sorte difficoltà, con l'attuale sistema di calcolo dei saldi, nel finanziamento delle spese di investimento da parte degli enti locali, anche in presenza di avanzi di amministrazione, perché non è possibile iscrivere in bilancio gli avanzi di amministrazione ovvero le entrate derivanti da mutui;
appare, inoltre, opportuno escludere integralmente dalle grandezze rilevanti ai fini del patto le calamità naturali - che hanno, sempre, carattere di eccezionalità - sia sotto il profilo contabile che sotto l'aspetto finanziario - e quindi sia dal punto di vista delle entrate che delle spese - «neutralizzando» così gli effetti sul bilancio derivanti da eventi eccezionali ai fini del rispetto del patto di stabilità -:
se il Ministro interrogato ritenga utile, anche in tempi brevissimi (tali da incidere anche sui bilanci in essere), promuovere correzioni e modifiche «migliorative» alle regole del patto, in considerazione della necessità di sostenere e sviluppare i servizi resi dagli enti locali e di rendere agevole e meno oneroso il finanziamento degli investimenti e delle opere pubbliche di interesse locale.
(3-00806)

Interrogazioni a risposta scritta:

DE CORATO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
i vigili del Fuoco svolgono un servizio che ha un'importanza vitale in termini di sicurezza;
Milano e la sua provincia rappresentano un territorio particolarmente a rischio, per l'alta concentrazione di aziende chimiche ad alto potenziale di incidente;
Milano è obiettivo riconosciuto del terrorismo internazionale e che dispone di innumerevoli siti «sensibili» a rischio attentati;
l'attuale dotazione degli organici dei Vigili del Fuoco è sottostimata, come ripetutamente segnalato al ministero dell'interno da parte della Direzione regionale e dei Comandi provinciali;
la pianta organica, nello specifico, è costituita da circa 900 uomini, di cui effettivamente operativi 480, il che vuol dire, in virtù della turnazione, che per ogni periodo di servizio sono addetti al soccorso 60 vigili del fuoco per la città e 60 per la provincia;
la media dell'Unione europea è un pompiere ogni 1000-1500 abitanti;
la provincia di Milano nel rapporto vigili del fuoco/popolazione è penalizzata al confronto con le province di Roma e Napoli, territori meno a rischio, che beneficiano di organici, in proporzione alla densità demografica, più cospicui;
a fronte di un organico insufficiente, si sommano le periodiche mobilità dovute al personale precario non residente (ex ausiliari di leva e volontari), che vive spesso a centinaia di chilometri di distanza, con la conseguenza che il forte turn over vanifica gli investimenti fatti per

migliorare la formazione e la conoscenza del territorio, pregiudicando la sicurezza della città;
la grave carenza di organico mette a rischio di svolgere il necessario aggiornamento professionale -:
se intenda provvedere a un immediato incremento dell'organico, quantificato in almeno 500 pompieri, in modo da riequilibrare la dotazione del personale al confronto con altre città metropolitane e nel maggior rispetto delle medie dell'Unione europea;
se ritenga di favorire l'assunzione dei vigili del fuoco discontinui e di esplicitare, nella stabilizzazione dei 2000 precari prevista dall'attuale Finanziaria relativa al prossimo triennio, quanti saranno quelli relativi al Comando provinciale di Milano.
(4-03218)

ALESSANDRI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
sabato 31 marzo 2007, nel sottopasso della Stazione ferroviaria di Reggio Emilia, alle ore 04:00 circa, una donna addetta alle pulizie dei locali è stata stuprata;
il presunto autore del crimine, in base alle tracce biologiche lasciate ed all'identikit fatto dalla vittima, sembrerebbe essere un ragazzo senegalese di diciassette anni;
il giovane di cui sopra è attualmente detenuto presso il carcere minorile di Bologna;
Reggio Emilia non è nuova ad atti di violenza e tentata violenza, sia nella città capoluogo che nei comuni della provincia;
negli ultimi giorni si sono registrati numerosi fatti, riportati poi nelle pagine di cronaca dalle principali testate locali, riguardanti risse, aggressioni e danneggiamenti da parte di cittadini extracomunitari;
la situazione sta assumendo gli estremi di un'emergenza permanente sotto il profilo della sicurezza e dell'ordine pubblico, senza che si riscontri alcun segnale di una volontà delle autorità di ristabilire la legalità ed il controllo del territorio, e questo a dispetto delle numerose richieste di rinforzi espresse anche dagli operatori di polizia, troppo spesso a corto di mezzi e di persone -:
l'opinione del Governo sui fatti descritti nella premessa, quali misure il Governo ritenga opportuno assumere per arginare l'evidente escalation delle violenze nella città e nella Provincia di Reggio Emilia, ripristinando, in particolare, un clima di sicurezza nella zona della stazione, delle aree adiacenti (Via Turri) e di Via Paradisi, per ciò che concerne la città di Reggio Emilia, e monitorando le cittadine di Gualtieri, Guastalla e Novellara che, nelle ultime settimane, hanno dato i maggiori segnali di «nervosismo», in rapporto al difficile obiettivo dell'integrazione e del rispetto delle regole comuni a tutte le società civilizzate;
se il Governo intenda o meno soddisfare le richieste di potenziamento manifestate dagli organici della Polizia Ferroviaria nella città di Reggio Emilia.
(4-03222)

DE CORATO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
lo scorso 28 marzo, durante il question time alla Camera, e più precisamente rispondendo all'interrogazione dell'onorevole Antonello Giacomelli in tema di sicurezza e legalità, il Ministro dell'interno, Giuliano Amato, ha evidenziato un problema di sottodimensionamento delle risorse umane e finanziarie dedicate alla sicurezza;
nello specifico, durante il suo intervento, il Ministro ha rimarcato come, nonostante gli sforzi del Governo nella riorganizzazione delle proprie strutture per eliminare sprechi e scoordinamenti, il settore sicurezza potrebbe comunque trovarsi sottodimensionato nelle dotazioni di cui ha bisogno;

il Ministro ha annunciato che sottoporrà la questione all'attenzione della Commissione Affari costituzionali per affrontare il problema di insufficienza di risorse, affinché i patti per la sicurezza impostati in chiave generale con i sindaci delle undici città metropolitane lo scorso 20 marzo possano concretizzarsi;
nell'arco di sessanta giorni il suddetto patto per la sicurezza dovrà essere tradotto in undici specifici accordi con le città metropolitane, recependo le richieste e le proposte avanzate dai sindaci firmatari per rispondere all'esigenza di maggiore sicurezza dei propri cittadini;
il Sindaco di Milano Letizia Moratti ha sottoposto al Governo da diversi mesi, come anche nell'ultimo incontro tenutosi a Roma con il Ministro Amato, la necessità di incrementare gli organici delle Forze dell'Ordine di 500 unità -:
l'entità del sottodimensionamento delle risorse dedicate alla sicurezza, quantificando con precisione l'entità dei fondi e il numero di uomini che allo stato attuale mancano alle Forze dell'Ordine;
se allo stato attuale sussistano le condizioni affinché gli impegni presi con il Sindaco Letizia Moratti e i sindaci delle altre città metropolitane possano essere rispettati entro i termini stabiliti e soprattutto essere tradotti in iniziative concrete, come appunto l'invio di 500 agenti a Milano.
(4-03223)

MAZZOCCHI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
risulterebbe che, in alcuni negozi di Milano, gestiti da Cinesi e frequentati da extracomunitari, vengano vendute delle schede S.I.M. per un importo pari a 10 Euro, senza che, all'atto di acquisto, siano richiesti i dati identificativi degli acquirenti;
le schede S.I.M. ivi vendute, risulterebbero infatti essere già intestate e attive;
allo stato non è dato conoscere però l'identità degli intestatari delle medesime;
tale procedura risulterebbe illegale giacché viola le norme antiterrorismo;
difatti il decreto-legge n. 144 del 27 luglio 2005 convertito nella legge n. 155 del 31 luglio 2005, noto come pacchetto Pisanu, oltre a introdurre importanti norme per la prevenzione del terrorismo internazionale quali, ad esempio, arresto in flagranza, detenzione di esplosivi, permessi di soggiorno, impone alle imprese che forniscono servizi di telefonia o comunicazione via internet, di conservare per dodici mesi (fino al 31 dicembre 2007) anche le informazioni che prima di tale provvedimento, risultavano cancellabili perché non legate alla fatturazione;
ancora più rilevante risulta la disposizione normativa secondo cui le imprese sono tenute a rendere disponibili, anche per via telematica, al centro di elaborazione dati del Ministero dell'interno, gli elenchi di tutti i propri abbonati e di tutti gli acquirenti del traffico prepagato della telefonia mobile, che sono identificati, prima dell'attivazione del servizio, al momento della consegna o messa a disposizione della occorrente scheda elettronica (S.I.M.). Le predette imprese devono adottare tutte le necessarie misure affinché venga garantita l'acquisizione dei dati anagrafici riportati su un documento di identità, nonché del tipo, del numero e della riproduzione del documento presentato dall'acquirente e devono assicurare il corretto trattamento dei dati acquisiti. L'Autorità giudiziaria ha facoltà di accedere per fini di giustizia ai predetti elenchi in possesso del centro di elaborazione dati del Ministero dell'interno;
tali norme risulterebbero disattese, giacché tali schede S.I.M., sono acquistabili senza che venga richiesto alcun dato anagrafico in quanto già registrate illegalmente o mediante documenti falsi o mediante intestazione a cittadini ignari -:
se i fatti corrispondano al vero, se non ritenga opportuno, tenuto conto della

situazione di illegalità prospettata, tesa ad incentivare fenomeni di terrorismo, peraltro non rintracciabili, intensificare i controlli e, conseguentemente, procedere al sequestro delle schede S.I.M. illegali.
(4-03238)

FUGATTI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
in Trentino-Alto Adige sono accaduti nelle scorse settimane episodi di microcriminalità e aggressione ai danni di titolari di numerosi locali pubblici da parte di giovani extracomunitari, clienti dei locali in questione;
tali episodi di violenza sono già stati segnalati con precedenti interrogazioni da parte dell'interrogante;
è in continua crescita la preoccupazione dei gestori dei locali trentini e bolzanini, che ricorrono con maggiore frequenza all'assunzione di «buttafuori» per il controllo della clientela;
sempre nelle scorse settimane, in un locale bolzanino i gestori non hanno permesso l'ingresso di alcuni giovani extracomunitari ed a seguito di tale iniziativa almeno uno dei titolari dei locali interessati sarebbe stato denunciato;
anche nell'ultimo fine settimana si è verificato a Bolzano un episodio criminoso di cui è stato vittima il proprietario del locale Boulevard di Via Goethe a Bolzano, aggredito da un gruppo di giovani extracomunitari marocchini già invitati dallo stesso titolare a non fumare all'interno del locale;
da notizie di stampa i colpevoli di tale atto criminoso risultano essere già stati assicurati alle autorità giudiziarie da parte delle forze dell'ordine -:
se il Governo sia al corrente dei fatti in questione e se le autorità competenti stiano o meno monitorando la situazione, in particolare controllando i gruppi di giovani extracomunitari che si rendono con frequenza sempre crescente colpevoli degli atti di violenza generalizzati nella premessa, ed altresì come intenda operare il Governo di fronte al diffondersi di questi episodi di criminalità all'interno dei locali trentini e bolzanini, specialmente qualora l'autorità giudiziaria disponga in tempi brevi il rilascio di coloro che ne sono considerati responsabili.
(4-03240)

RUGGHIA e DEIANA. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
ha destato, nell'opinione pubblica, particolare sconcerto la decisione assunta dalla Questura di Roma di denunciare i cittadini che lo scorso 10 marzo hanno partecipato all'Assemblea indetta nei pressi dell'aeroporto di Ciampino, contro l'inquinamento acustico ed atmosferico causato dall'eccessivo traffico aereo;
la manifestazione, regolarmente autorizzata, molto partecipata dai cittadini, si è tenuta in modo civile e composto senza alcun problema per la sicurezza e l'ordine pubblico;
anche grazie alla presenza dei sindaci dei comuni di Marino e Ciampino, del Presidente del X municipio di Roma e di altri rappresentanti delle istituzioni pubbliche, l'assemblea si è svolta in un clima di collaborazione con le Forze dell'ordine presenti, senza causare problemi al traffico sulla via Appia e all'accessibilità dell'aeroporto;
sembrano quindi del tutto incomprensibili, e destinati ad inficiare il rapporto di fiducia fra cittadini ed Autorità, i provvedimenti emessi dalla Questura contro i manifestanti che hanno avuto il solo torto di chiedere alle istituzioni di tutelare la salute pubblica, imporre la legalità ed il rispetto delle leggi nella gestione dello scalo aereo di Ciampino, nel quale in questi anni è aumentato in modo abnorme il numero di voli;
particolarmente grave appare la decisione di denunciare, per la violazione dell'articolo 18 del TULPS, i rappresentanti istituzionali presenti, come è avvenuto

per il Presidente del X municipio Sandro Medici, presente alla manifestazione con la fascia tricolore di primo cittadino -:
se non ritenga del tutto ingiustificabile la grave decisione di denunciare cittadini ed Autorità civili per una manifestazione che si è svolta senza alcun problema per l'ordine pubblico, come è stato registrato da tutti gli organi di informazione presenti;
quali provvedimenti intenda assumere per salvaguardare il diritto dei cittadini a manifestare liberamente e democraticamente senza dover subire immotivatamente denunce e processi.
(4-03241)

OSVALDO NAPOLI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
l'articolo 51 del Testo Unico sull'ordinamento degli enti locali stabilisce l'ineleggibilità della stessa persona alla carica di Sindaco per la terza volta consecutiva;
in diversi comuni italiani si sono candidati per la terza volta sindaci che avevano già ricoperto tale carica per due mandati consecutivi e sono stati rieletti, come è successo per esempio nel comune di Veggiano (Veneto) e nel comune di Pescorocchiano (RI) e Sgurgola (FR);
tali Sindaci si sono ricandidati per porre all'attenzione del Governo il fatto che l'articolo 51 del decreto lgs. 267/2000 è a loro parere illegittimo perché prevede la candidatura pur vietando l'eleggibilità;
il ministero dell'Interno ha quindi commissariato tali comuni;
sia il TAR Veneto che quello del Lazio hanno però bocciato la linea del Ministero dell'Interno in tema di commissariamento provvisorio dei Comuni ove i sindaci erano stati eletti per la terza volta consecutiva e per i quali ancora pende il giudizio civile sull'ineleggibilità in Cassazione;
già il TAR Veneto aveva sospeso l'efficacia del decreto con cui era stato commissariato dal Prefetto il Comune di Veggiano, evidenziando che in ipotesi di declaratoria di ineleggibilità del Sindaco da parte della Corte d'Appello, il Comune deve essere retto dal Vicesindaco fino alle nuove elezioni e che in ogni caso non sussistono i presupposti per un commissariamento provvisorio, che la legge in questo caso espressamente non prevede;
successivamente anche il TAR del Lazio, sez. 1-ter, con ordinanze nn. 1322 e 1323 del 22.03.2007, ha sospeso l'efficacia degli analoghi decreti con cui erano stati commissariati i Comuni di Pescorocchiano (RI) e Sgurgola (FR), addirittura evidenziando che le determinazioni prefettizie risulterebbero «non rispettare il principio di tipicità e nominatività degli atti amministrativi» come a voler rilevare una loro adozione in totale carenza di potere. L'udienza per la decisione dei due ricorsi nel merito è stata comunque fissata al 10 maggio; nel frattempo si rinsedieranno i Consigli Comunali ingiustamente rimossi (assieme alla Giunta e al Vicesindaco);
anche alla luce di tale decisione, tutti i decreti di commissariamento degli altri comuni che versano in analoga situazione potranno essere impugnati innanzi al TAR Lazio (che ha una competenza concorrente con i TAR locali);
il Ministro, tramite i Prefetti, non considerando l'ordinanza del TAR del Lazio, ha dato il via alla convocazione dei comizi elettorali per i Comuni con il Sindaco al Terzo Mandato, e contemporaneamente si è appellato in Consiglio di Stato contro l'Ordinanza di sospensiva del Tar Lazio del 22 marzo 2007;
il Consiglio di Stato nel 2002, dopo chiarimenti chiesti dal Ministro dell'interno sul grado ultimo di giudizio prima di sciogliere un Consiglio Comunale, chiariva che era la Cassazione a definire il grado, prima non si poteva sciogliere il consiglio e non si poteva Commissariare il Comune;
inoltre, in data 4 aprile 2007, con un ordinanza urgente, il Presidente del TAR del Lazio ha sospeso gli atti per l'indizio

e dei comizi elettorali nei Comuni di Sgurgola (FR) e Pescorocchiano (RI), fissando la convocazione del collegio il 19 aprile, per l'ordinanza di urgenza, e confermando la data del 10 di maggio per la decisione nel merito. Essendo il 12 aprile l'ultimo giorno utile per l'indizione, tramite affissione, di comizi elettorali, tali comuni non potranno necessariamente andare ad elezioni nel 2007 ma dovranno attendere il 2008 -:
cosa intenda fare per porre fine a tale situazione così incerta in merito all'articolo 51 del decreto legislativo 267/2000.
(4-03242)

PEDICA. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il fenomeno dell'immigrazione riguarda, frequentemente, persone in difficoltà, costrette a lasciare i propri Paesi d'origine. Altre volte, più che cercare lavoro e stabilità, cercano un'identità sociale. Cercano, insomma, di soddisfare quei bisogni primari di un vivere civile che, spesso, regimi totalitari o fondamentalisti negano;
il fenomeno ha un impatto incisivo sull'intera collettività del nostro Paese e, se non regolarizzato e razionalizzato costituisce, spesso, terreno fertile per il proliferare di attività illegali e di speculazioni illecite. In Italia si stimano in circa quattro milioni gli stranieri che giungono con la speranza di potersi rifare una vita ed una nuova identità;
il giro d'affari che ruota intorno all'immigrazione ammonta a diverse migliaia di euro, favorito dallo stato di bisogno in cui versano persone «in cerca di fortuna», facilmente ricattabili e soggiogabili, investendo diverse aree della nostra società e settori dell'economia;
la problematica e le conseguenze di tali deplorevoli condotte riguardano non solo i diritti umani degli immigrati ma implicano anche conseguenze sul piano della sicurezza interna del nostro Paese. Le persone già afflitte da disagiate condizioni di vita, se non in grado di sostenersi con un lavoro onesto e dignitoso, anzi sfruttate in maniera disumana, sono spesso costrette a ripiegare in illecite attività delinquenziali e spesso violente;
la problematica sottesa all'immigrazione in Italia riguarda l'intera collettività coinvolgendo istituzioni, esponenti politici, forze dell'ordine, associazioni umanitarie;
è doveroso un controllo più serrato sull'applicazione della normativa vigente per regolarizzare e contrastare i fenomeni delle attività illegali collegate al fenomeno dell'immigrazione. Significativa testimonianza della meritevolezza di un'attenzione particolare al problema è il disegno di legge delega Amato-Ferrero di riforma della legge Bossi-Fini che il Governo ha predisposto alcuni giorni fa;
anche la Commissione europea, organo esecutivo dell'Unione europea, ha affrontato il fenomeno dell'immigrazione e asilo nel «Programma legislativo e di lavoro per il 2007» in cui, tra le iniziative strategiche per l'attuazione delle priorità e degli obiettivi delle politiche comunitarie, è prevista una migliore gestione dei flussi migratori con la predisposizione di sanzioni minime da infliggere ai datori di lavoro di cittadini di paesi terzi che risiedono illegalmente sul territorio dell'Unione, al fine di ridurre l'immigrazione illegale e lo sfruttamento di lavoratori clandestini;
da inchieste giornalistiche della rivista Left Avvenimenti condotte dal vice direttore Pino Di Maula, complete di pareri delle forze di polizia che stanno conducendo indagini in merito, la situazione dello sfruttamento di lavoratori stranieri è particolarmente preoccupante nelle zone agricole e turistiche come quella del Fucino, in Abruzzo;
ad Avezzano, in particolare, spesso meta di giovani lavoratori di origine marocchina e dei paesi dell'est, gli imprenditori locali (molti di questi risultano essere evasori Inps) concedono contratti di

lavoro, ad immigrati, dietro il pagamento di somme che arrivano anche a settemila euro, spesso, senza neppure rispettare gli obblighi contrattuali previsti;
i contratti di lavoro, quando stipulati, sono di tipo stagionale ed al lavoratore straniero si concede un visto d'ingresso per un determinato periodo dell'anno di carattere, appunto, stagionale;
come testimoniano gli esiti delle indagini, alcune delle quali concluse con rinvio a giudizio e sfociate in condanna, sulla concessione di permessi di soggiorno stagionali si è creato un vero e proprio business illegale, una vera e propria rete organizzata di criminalità, costituita da imprenditori spregiudicati che estorcono tangenti di migliaia di euro a stranieri poverissimi, con la promessa di far ottenere loro permessi di soggiorno anche pluriennali, con la collaborazione di intermediari, spesso connazionali degli stessi lavoratori, veri e propri «carnefici dei propri fratelli», che adescano, spesso all'interno dei paesi d'origine, gente disperata, disposta a pagare dai tremila ai settemila euro per raggiungere l'Italia, lavorare e ottenere un permesso di soggiorno;
da semplici verifiche presso l'ufficio immigrazioni della questura dell'Aquila è facile rilevare come il lavoro regolare stagionale e i permessi di soggiorno stagionali durano, spesso, meno di due stagioni altrimenti, secondo la vigente normativa, articolo 5, comma 3-ter, Testo Unico sull'immigrazione, il lavoratore otterrebbe un permesso di soggiorno pluriennale, togliendo la possibilità, per coloro che si servono dei lavoratori stranieri, di lucrare sulla concessione dei permessi di soggiorno stagionali;
la situazione abruzzese per quanto riguarda il problema dell'immigrazione e della clandestinità è ben più grave di quella sinora prospettata se si considerano le numerose condanne inflitte per sfruttamento della prostituzione di ragazze straniere e il dato numerico, circa tremila, dei casi di favoreggiamento alla clandestinità sui quali ogni anno indagano gli agenti della polizia di Stato -:
se non ritenga opportuno adottare gli opportuni mezzi di controllo per verificare quanto descritto ed opportunamente intervenire al fine di arginare le illecite e criminose attività di speculazione connesse alle concessione di permessi di soggiorno, in particolare di tipo stagionale, ed allo sfruttamento di lavoratori stranieri.
(4-03251)