Allegato A
Seduta n. 142 dell'11/4/2007

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(Sezione 6 - Iniziative per la prevenzione del terrorismo di matrice fondamentalista islamica, in relazione a recenti dichiarazioni di due imam delle moschee di Torino)

MARONI, COTA, DOZZO, GIBELLI, ALESSANDRI, ALLASIA, BODEGA, BRICOLO, BRIGANDÌ, CAPARINI, DUSSIN, FAVA, FILIPPI, FUGATTI, GARAVAGLIA, GIANCARLO GIORGETTI, GOISIS, GRIMOLDI, LUSSANA, MONTANI, PINI, POTTINO e STUCCHI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
le immagini registrate clandestinamente dalla giornalista Maria Grazia Mazzola nelle due moschee di Torino di via del Cottolengo e via Saluzzo, mandate in onda da Michele Santoro nella trasmissione televisiva Anno zero, hanno ribadito in modo inequivocabile come in Italia ci sia la presenza di un radicato fondamentalismo islamico, che incita alla guerra santa, alla sottomissione delle donne e alla conseguente islamizzazione del nostro Paese;
è importante ricordare che l'attuale imam della moschea di via del Cottolengo era uno stretto collaboratore del suo predecessore, Bouiriqi Bouchta, espulso nel settembre del 2005 dal Ministro Beppe Pisanu per «grave turbamento dell'ordine pubblico e pericolo per la sicurezza dello Stato»;
l'allora capo dell'opposizione, Romano Prodi, in merito alla citata espulsione di Bouiriqi Bouchta, si indignò a tal punto (considerando il fatto una questione politica) da chiedere, con atti ufficiali, chiarimenti al Governo Berlusconi sui motivi dell'espulsione;
nel nostro Paese le indagini sul terrorismo internazionale hanno portato a numerosi arresti e hanno dimostrato, senza ombra di dubbio, la presenza in Italia di cellule eversive del terrorismo islamico legate al movimento di Al Qaeda;
è noto che la moschea, oltre ad essere sede di attività religiosa, diventa anche centro della vita sociale, politica e talvolta militare della comunità musulmana.

Lo stesso sostituto procuratore Dambruoso, quando era impegnato nelle indagini sul terrorismo di matrice islamica, ha dichiarato in una intervista «che le moschee sono dei punti critici che fungono in alcuni casi da catalizzatori divenendo punto di aggregazione dei terroristi»;
in virtù dell'antico principio del «chi paga comanda» è opportuno anche chiedersi chi finanzia la costruzione e il mantenimento delle moschee in Italia. Non è un segreto per nessuno che gran parte delle moschee e dei centri islamici d'Europa vengono finanziati da Governi stranieri, in particolare l'Arabia Saudita, che impone anche imam di sua fiducia;
è assordante e colpevole il silenzio delle comunità musulmane presenti in Italia dinanzi a casi così eclatanti;
è inaccettabile che la Consulta per l'islam italiano, istituita con decreto del Ministro dell'interno, che tanta influenza dovrebbe avere sulle comunità musulmane presenti nel nostro Paese, non si prodighi per stigmatizzare tali episodi, prendendo una posizione ufficiale di condanna;
mentre oramai è palese che anche in Italia all'interno delle comunità islamiche si annida la presenza di gruppi eversivi, allo stesso tempo non è invece facilmente riscontrabile una collaborazione con le forze dell'ordine e la magistratura da parte di quei musulmani che si dichiarano moderati e che continuano a chiedere diritti, dimostrando la volontà di volersi integrare nella nostra società;
è stato più volte documentato da fonti giornalistiche come molto spesso in occasione di funzioni religiose gli imam predicano odio nei confronti della cultura occidentale e sentenziano condanne contro tutti coloro che non si comportano secondo i dettami coranici (inutile ribadire come questi, in molti casi, siano antitetici ai principi e ai valori sui cui è fondata la nostra tradizione culturale, che come tali si ritrovano anche nella Costituzione italiana) -:
se il Ministro interrogato non ritenga necessario provvedere all'immediata espulsione degli imam delle moschee di Torino e di tutti i possibili fiancheggiatori del terrorismo fondamentalista islamico presenti in Italia, procedendo a controlli severi anche sugli ingressi temporanei nei confronti di chi proviene da Paesi islamici, e adottare iniziative, anche normative, perché si proceda alla redazione di appositi registri di tutte le guide spirituali musulmane presenti nel nostro Paese e se non ritenga, inoltre, indispensabile che vengano predisposti controlli approfonditi in tutte le moschee e centri islamici presenti sul territorio italiano, chiudendo immediatamente quelli al cui interno si riscontrano presenze eversive.(3-00803)
(11 aprile 2007)