Allegato B
Seduta n. 140 del 3/4/2007

ATTI DI INDIRIZZO

Risoluzioni in Commissione:

La VII Commissione,
premesso che:
la legge n. 143 del 4 giugno 2004, all'articolo 2 (Disposizioni speciali per il conseguimento dell'abilitazione all'insegnamento), comma 1, lettere a), b), c), c-bis) e c-ter) e commi 1-bis e 1-ter, istituisce una serie di corsi speciali di durata annuale, riservati a diverse categorie di insegnanti in servizio che, per motivi diversi, risultano sprovvisti dell'abilitazione;
tali corsi sono stati attuati con due diversi decreti ministeriali:
a) il decreto ministeriale n. 21 del 9 febbraio 2005 che definisce contestualmente le modalità di formazione per tutti i corsi ex articolo 2 della legge 143/04 eccezion fatta per quelli di cui al comma 1, lettera c-bis) e comma 1-ter;
b) il decreto ministeriale n. 85 del 18 novembre 2005 che istituisce i corsi di cui al comma 1, lettera c-bis) e comma 1-ter della legge 143/04;
a corredo del decreto ministeriale 85/05 sono state emanate una serie di note successive:
a) la nota prot. 2064 del 21 novembre 2005, a firma dei Direttori Cosentino (Istruzione), Masia (Università), Civello (AFAM), che impartisce istruzioni per l'attivazione dei corsi medesimi;
b) la nota prot. 643 del 30 marzo 2006 a firma del dottor Masia, con la quale la Direzione Università definisce le modalità di formazione dei corsi in oggetto e la loro articolazione, stabilendo, in particolare, che il monte ore per i corsi di cui al comma 1, lettera c-bis), dell'articolo 2 della legge n. 143 del 2004 ammonta a 800 ore mentre per i corsi di cui al comma 1-ter del medesimo articolo di legge, ammonta a 600 ore;
c) la nota prot. 1098 del 5 giugno 2006 a firma del dottor Masia, con la quale si specifica che i suddetti corsi debbano avere una modulazione temporale progressiva, nonché si individuano nelle facoltà di Scienze della Formazione Primaria i soggetti attuanti i corsi di cui al comma 1, lettera c-bis), (Primaria e Infanzia) e nelle SSIS i soggetti attuanti i corsi di cui al comma 1-ter (Secondaria);
d) le note prot. 1943 (Istruzione) e 2310 (Università), rispettivamente del 18 e 19 dicembre 2006, con le quali si invitano le Università e le SSIS a rimodulare i corsi per far sì che, omogeneamente, i corsisti espletino l'esame di ammissione nelle date di gennaio (Secondaria) e marzo (Primaria) 2008;
il CIPNA (Comitato Insegnanti Precari Non Abilitati), movimento cui aderiscono migliaia di docenti precari ammessi ai corsi in oggetto, ha denunciato in più sedi la discriminante e vessatoria gestione degli stessi da parte di talune Università e, soprattutto, la raffazzonata gestione normativa ministeriale;
la cronistoria degli eventi è di per sé esplicativa della totale confusione in cui questi corsi sono stati gestiti. Un provvedimento di natura speciale e, pertanto, urgente, è stato, di fatto, spalmato su oltre due anni di provvedimenti normativi confusi e, spesso, contraddittori. Ritardi su ritardi che, di fatto, stanno causando danni economici e professionali rilevanti per l'utenza. Si pensi che alcuni corsi di cui al decreto ministeriale 21/05 non sono ancora partiti;
i problemi relativi alle due note del dicembre 2006, con le quali i due ministeri, di concerto, non risolvono la gestione dei corsi da parte di talune Università che, per loro incapacità e/o negligenza, hanno approntato corsi assolutamente non aderenti alla normativa di riferimento, ed hanno richiesto un provvedimento normativo che le mettesse al riparo dagli strali dei corsisti;
il decreto ministeriale 85/05 all'articolo 1, dispone l'attuazione di corsi annuali e,

soprattutto, all'articolo 2, dispone il loro svolgimento nell'anno accademico 2005/06;
tale indicazione normativa, è rafforzata dalla nota prot. 2064 (ricordiamo i firmatari: Cosentino, Masia, Civello), che esplicita come i corsi dovessero iniziare e concludersi entro l'anno accademico 2005/06 mettendo in evidenza il fatto che c'era tutto il tempo per approntare percorsi che terminassero, al più tardi, nella primavera del 2007 (sessioni straordinarie d'esame dell'anno accademico 2005/06);
con l'emanazione dei primi Bandi (Padova per la Primaria; Lombardia per la secondaria), si sono riscontrate le prime amare sorprese: percorsi biennali e test di accesso selettivi, in contrasto a qualunque disposto normativo;
la presunta richiesta unanime di tutte le SSIS e/o facoltà di Scienze della Formazione, per un «allungamento» dei tempi è smentita dai fatti: le Università pugliesi hanno predisposto Bandi che prevedono esplicitamente la data di fine entro maggio 2007 e luglio 2007, pur avendo iniziato il 4 dicembre 2006; il Bando della SSIS Lazio, emanato secondo le decisioni dei rettori delle Università del Lazio, è un esempio di limpidità e totale aderenza alla normativa: corsi che terminano entro aprile 2007; anche il Friuli ed alcune Università campane (quindi, non proprio regioni con pochi iscritti) si sono adeguate alla normativa;
i corsisti della regione Puglia hanno avuto dal Rettore dell'Ateneo barese, professor Petrocelli, ampie rassicurazioni sulla volontà di terminare entro l'estate i corsi;
infine, ma non da ultimo, il rettore dell'Ateneo di Ferrara ha inviato al Ministro Mussi una missiva chiedendogli un intervento correttivo delle due note che, lo ricordiamo, posponendo l'esame abilitante a gennaio/marzo 2008, vanno esplicitamente contro un decreto ministeriale (il decreto ministeriale 85/05);
al fine di favorire la partecipazione degli aventi diritto si ritiene necessario utilizzare la modalità blended (a distanza) applicando l'accordo stipulato dal ministero della pubblica istruzione, dal ministero dell'università e della ricerca e dalla SSIS Lazio (firmato rispettivamente dal dottor Cosentino, dal dottor Masia e dal professor Guattari per i corsi non ancora attivati del decreto ministeriale n. 21 del 2005,

impegna il Governo:

a prendere ad esempio le Università virtuose che hanno rispettato i tempi previsti dalla normativa vigente e a ritirare le due note del dicembre 2006 (n. 1943 e 2310) che tra l'altro sono state impugnate presso il TAR del Lazio da migliaia di corsisti, attraverso varie iniziative legali e ad emanare un provvedimento ministeriale che:
1. disponga il rispetto dei tempi previsti dal decreto ministeriale 85/05 e, comunque, ponga come termine ultimo per espletare i corsi (incluso l'esame di Stato) il 31 luglio 2007;
2. preveda una clausola avente effetto, di fatto, sanzionatorio per le università che non si adegueranno invitandole inderogabilmente ad emanare entro 15 giorni dal provvedimento di cui sopra, un decreto rettorale che espliciti, senza alcuna ambiguità, la data entro cui i corsi avranno termine, pena il decadimento del diritto ad organizzare i medesimi. A coloro che hanno già iniziato a frequentare i corsi debbono essere riconosciuti automaticamente i crediti acquisiti ed il monte ore svolto;
estendere l'accordo stipulato con la SSIS Lazio a tutti i corsi del decreto ministeriale 85/05 per i quali non sia stato raggiunto il numero minimo di iscritti e/o le Università di afferenza non siano in grado di garantire l'attuazione ed espletamento dei medesimi corsi nei tempi previsti dal decreto ministeriale 85/05.
(7-00157) «De Simone».

La VIII Commissione,
premesso che:
una strategia organica destinata alla politica per la casa rappresenta una vera e propria priorità nazionale, che deve costituire un impegno essenziale dell'azione di governo, con particolare riferimento alle politiche di trasformazione e di governo del territorio;
nell'attuale congiuntura socio-economica che caratterizza il Paese, sono infatti numerosi i problemi che talune fasce di cittadini si trovano quotidianamente ad affrontare con riferimento alla situazione abitativa, che rischia spesso di costituire un reale elemento di squilibrio e disomogeneità reddituale, soprattutto per coloro che - per vari motivi - non dispongono di una abitazione di proprietà;
tali problemi, in particolare, fanno capo ad una componente specificatamente italiana e attuale del disagio abitativo, legata alla struttura dell'edilizia residenziale e del mercato immobiliare interno - profondamente diverso da quello europeo - e dalla marcata specificità del settore delle locazioni, che vede una struttura di prezzi fortemente differenziata da città a città;
tale componente italiana produce, quindi, una vera e propria situazione di distorsione economica, e pertanto spesso anche sociale, per talune fasce di cittadini; inoltre, essa costituisce un freno allo sviluppo economico, è di ostacolo alla naturale formazione di nuovi nuclei familiari, immobilizza gran parte del risparmio delle famiglie sottraendolo ad impieghi che possono alimentare la crescita;
già in occasione dell'esame del DPEF 2007-2011, la VIII Commissione ha sollecitato con forza la messa a sistema di politiche di sostegno a favore delle fasce sociali più deboli e di politiche di rilancio dell'offerta abitativa, anche attraverso misure dirette ad agevolare interventi di recupero e di nuova edilizia residenziale pubblica finalizzati ad una locazione agevolata e selettiva;
il primo risultato di tale impegno è stata la legge n. 9 del 2007, approvata dalle Camere dopo un serrato iter parlamentare, che reca una serie di significativi interventi per la riduzione del disagio abitativo, con specifico riferimento a particolari categorie sociali;
il provvedimento, in particolare, contiene norme volte a dare soluzione al problema abitativo per le categorie interessate, chiedendo ai comuni ed alle regioni di contribuire alla predisposizione di un piano straordinario pluriennale per l'edilizia sovvenzionata e agevolata e prevedendo un programma nazionale di edilizia residenziale pubblica, predisposto da parte del Governo sulla base delle indicazioni emerse in un tavolo di concertazione sulle politiche abitative, destinato a contenere gli obiettivi e gli indirizzi di carattere generale per la programmazione regionale di edilizia residenziale pubblica, nonché proposte normative in materia fiscale e per la normalizzazione del mercato immobiliare;
occorre garantire tempi certi per la realizzazione degli interventi previsti dalla legge n. 9 del 2007, in modo da dare risposte immediate ed efficaci ai problemi esistenti;
allo stesso tempo, vanno messi a regime tutti gli interventi in materia di riduzione del disagio abitativo, evitando che i singoli dicasteri o le singole istituzioni procedano in modo scollegato e non coordinato, e facendo sì che i fondi e gli stanziamenti disponibili siano utilizzati in maniera adeguata ed efficace;
occorre garantire ai comuni stabilità e certezza degli strumenti per affrontare le emergenze abitative, in primo luogo lo strumento del fondo sociale per le locazioni, di cui all'articolo 11 della legge n. 431 del 1998, a cui occorre affiancare un adeguamento strutturale dell'offerta di alloggi in locazione a canone sostenibile per le famiglie che non riescono ad accedere al libero mercato;
in linea più generale, va affrontato con coraggio ed incisività il tema delle

politiche abitative e della casa, anche mediante la riforma degli strumenti di edilizia residenziale pubblica, l'introduzione di modelli innovativi di collaborazione tra pubblico e privato, puntando all'accreditamento degli operatori dell'alloggio sociale e ad una fiscalità di vantaggio che incentivi la promozione di nuovi strumenti finanziari finalizzati ad aumentare l'offerta di alloggi in locazione a canone concordato, nonché l'estensione della detraibilità delle locazioni a tutte le tipologie contrattuali, e non solo a quelle relative agli affitti per gli studenti innalzandone il limite massimo;

impegna il Governo:

a) a dare prioritaria attuazione, nei termini previsti, agli interventi programmatici contenuti nella legge n. 9 del 2007, assicurando una costante informazione del Parlamento, anche oltre la prevista trasmissione del relativo programma alle Camere per l'espressione del parere delle competenti Commissioni parlamentari;
b) a far sì che, anche in aderenza agli elementi che emergeranno dall'attuazione della citata legge n. 9 del 2007, il prossimo documento di programmazione economica e finanziaria indichi una strategia organica destinata alla politica per la casa, volta a rilanciare il mercato della locazione, ad offrire opportunità per il recupero e la riqualificazione del patrimonio edilizio e per la sua efficienza energetica, garantendo inoltre un correlato impegno da parte del Governo al perseguimento - entro un arco temporale certo e definito - dei relativi obiettivi, secondo le linee di indirizzo indicate in premessa;
c) ad assumere iniziative volte ad incrementare, di conseguenza, il «Fondo nazionale per il sostegno all'accesso alle abitazioni in locazione», come strumento di base per il riequilibrio delle distorsioni esistenti nel settore abitativo e a individuare le risorse necessarie a realizzare gli obiettivi indicati nel Documento di programmazione economica e finanziaria.
(7-00155)
«Realacci, Mariani, Chianale, Pedulli, Benvenuto, Fasciani, Bocci, Gentili, Iannuzzi, Lomaglio, Galeazzi, Margiotta, Marantelli, Bandoli, Viola, Cacciari, Acerbo, Perugia, Francescato».

La IX Commissione,
premesso che:
la portualità svolge un ruolo fondamentale negli scambi commerciali del nostro Paese, costituendo una componente strategica per la crescita della competitività internazionale delle nostre merci e può contribuire a fare dell'Italia una piattaforma logistica europea a servizio dei traffici marittimi mediterranei e di quelli provenienti dall'estremo Oriente e dal continente americano;
le attività portuali partecipano in modo significativo al PIL prodotto dalle regioni marittime e generano, per i loro apporti indotti, benefici effetti sull'occupazione e sulle attività produttive anche dei territori circostanti, contribuendo in modo significativo allo sviluppo del Paese;
il Governo e il Parlamento con la legge n. 296 del 27 dicembre 2006 (Finanziaria 2007) hanno approvato norme che consentono alla portualità di poter recuperare lo stallo dell'ultimo biennio e riprendere, pur nell'ambito di un'aperta competizione con porti stranieri, il circolo virtuoso, interrotto negli anni precedenti a causa innanzitutto dai blocchi di spesa imposti negli investimenti e conseguentemente nelle attività portuali;
alcune di queste norme, essendo divenute operative, stanno già dispiegando positività, e tra esse si citano l'attribuzione alle Autorità Portuali del gettito delle tasse e diritti portuali; lo sblocco del vincolo di spesa per investimenti da parte delle medesime Autorità Portuali; misure atte a rendere possibili le operazioni di dragaggio nei siti oggetto di interventi di bonifica di interesse nazionale;

altre misure positive stabilite per la portualità nella Finanziaria 2007 abbisognano, per diventare tali di decreti attuativi, quali quelli previsti ai commi 983, 990, 991, 994 e 995, dell'articolo 1 al fine rispettivamente di definire la ripartizione del fondo perequativo di 50 milioni di euro, di dare completamento al processo di autonomia finanziaria delle Autorità Portuali e di attribuire le risorse finanziarie per la realizzazione di grandi infrastrutture portuali che risultino cantierabili;
occorre dare attuazione alle norme, già oggetto di accordo tra i Ministeri competenti e le parti sociali, riguardanti la cosidetta indennità di mancato avviamento al lavoro per i lavoratori portuali interessati, cercando nel contempo di dare prosecuzione costruttiva al tavolo tecnico ministeriale sull'applicazione del CCNL dei lavoratori dei porti onde evitare fenomeni di dumping sociale tra i lavoratori delle imprese operanti nello stesso mercato nonché la soluzione dei problemi, delle ex compagnie portuali, derivanti dall'applicazione delle norme sull'amianto e alle questioni connesse ai piccoli porti ove l'attività mercantile si è praticamente ridotta;
appare altresì opportuno individuare il veicolo normativo atto a recepire i contenuti degli accordi intervenuti tra le associazioni di categoria dell'utenza, Assoporti e gli erogatori dei servizi per quanto riguarda la rivisitazione, delle norme riguardanti il pilotaggio e il rimorchio nei porti,

impegna il Governo

a definire entro 30 giorni tutti gli adempimenti e le misure che abbisognano di decreti o regolamenti attuativi previsti nella citata legge n. 296 del 2006 per il settore portuale.
(7-00156)
«Meta, Barbi, Albonetti, Attili, Boffa, Carbonella, Fiano, Lovelli, Lusetti, Giorgio Merlo, Rotondo, Velo, Zunino, Carra».