Allegato B
Seduta n. 140 del 3/4/2007

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SVILUPPO ECONOMICO

Interpellanza:

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dello sviluppo economico, per sapere - premesso che:
in data 1o febbraio 2007, il Sottosegretario D'Antoni, rispondendo ad un atto di sindacato ispettivo riguardante le condizioni tariffarie per l'approvvigionamento di energia elettrica a favore delle imprese del Sulcis Iglesiente, riferiva che: «in data 22 gennaio 2007 è pervenuta una lettera a firma del direttore generale della Commissione europea. In tale lettera - pur nel presupposto che non dovrebbero esser autorizzati aiuti al finanziamento agli utenti, salvo che in circostanze davvero eccezionali - viene dato atto testualmente dell'eccezionalità dell'attuale situazione infrastrutturale della Sardegna che legittima la Commissione ad autorizzare aiuti, ponendo peraltro limiti operativi a tali aiuti e suggerendo soluzioni di mercato da adottare nel prossimo futuro per risolvere il problema dell'alto costo dell'energia elettrica sull'isola. Si provvederà quindi a

breve ad ulteriori e necessari approfondimenti tecnico-giuridici sulla proposta formulata dalla Commissione;
il Sottosegretario D'Antoni concludeva che «avendo ricevuto questa risposta, pensiamo che i provvedimenti adottati con la legge n. 80/2005 possano finalmente, con i dovuti aggiustamenti tecnici, andare in porto»;
a distanza di due mesi da quella risposta non si hanno notizie riguardo ai provvedimenti annunciati dal Governo -:
quale sia lo stato della situazione e se non ritenga di provvedere rapidamente all'emanazione dei citati provvedimenti al fine di non deludere le legittime attese delle imprese e dei lavoratori che dopo l'annuncio del Governo attendono dallo stesso una coerenza di comportamenti.
(2-00451) «Mereu, Oppi».

Interrogazione a risposta immediata in Commissione:

V Commissione:

PIRO. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
alcune recenti vicende hanno riproposto all'attenzione dell'opinione pubblica e del confronto politico le tematiche relative agli indirizzi cui dovrebbe ispirarsi una sana e redditizia gestione del patrimonio pubblico, con particolare riferimento alle partecipazioni detenute, direttamente o indirettamente, dallo Stato in società operanti nei comparti produttivi;
è stato da più parti evidenziato il fatto che la valorizzazione delle partecipazioni non può ispirarsi esclusivamente all'obiettivo di conseguire elevati proventi a seguito della loro cessione, stante l'importanza strategica che alcune di esse possono assumere ai fini del rafforzamento della capacità competitiva del sistema produttivo;
la gestione delle partecipazioni non deve, in sostanza, rispondere a mere esigenze di cassa, dovendosi valutarne l'eventuale cessione in una prospettiva più ampia che consideri anche la funzione che ad esse può assegnarsi ai fini degli indirizzi di politica economica;
la legge finanziaria per il 2007 reca alcune disposizioni in materia, in particolare per quanto concerne il ruolo che la Società Sviluppo Italia S.p.A. può svolgere, a tal fine prospettandosi la sua trasformazione in «Agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo d'impresa S.p.A.» le cui priorità e obiettivi devono essere definiti dal Ministro interrogato;
le disposizioni richiamate sono dirette a concentrare l'attività di Sviluppo Italia sull'obiettivo specifico dell'attrazione di nuovi investimenti, evitando una dispersione di scopi istituzionali e di risorse che evidentemente non giova allo svolgimento di specifiche funzioni strategiche da parte della società;
in particolare, il comma 461 dell'articolo 1 della legge finanziaria per il 2007 obbliga la società a predisporre, entro il 31 marzo 2007, sulla base delle direttive fissate dal Ministro, un piano di riordino e di dismissione delle proprie partecipazioni societarie, nei settori di attività non strategici;
l'attribuzione di una specifica competenza al Ministro costituisce una chiara dimostrazione del rilievo che il Legislatore intende attribuire alle scelte da adottare al riguardo;
a titolo di esempio, si segnala tra le società partecipate da Sviluppo Italia figura Italia Navigando S.p.A. che opera nel settore dei porti turistici, sia attraverso la costruzione che attraverso la gestione. Italia Navigando ha già realizzato alcune strutture ma, soprattutto, ha sottoscritto impegni ed ha avviato intese per la realizzazione di altre strutture, sicuramente di grande interesse. Per essa, più che la dismissione tout court potrebbe configurarsi

una soluzione che separi l'attività di costruzione dei porti dalla loro successiva gestione -:
se abbia maturato orientamenti precisi quanto ai contenuti del piano e quali siano tali orientamenti sul piano di dismissione e di riordino ed in particolare quali sono le prospettive per Italia Navigando S.p.A.
(5-00917)

Interrogazione a risposta in Commissione:

SAGLIA. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
CESI RICERCA SpA, soggetto operante sul mercato dal 1o gennaio 2006 con l'obiettivo di sviluppare attività di ricerca nel settore elettro-energetico, è una società a maggioranza pubblica con ENEA, «Ente per le Nuove Tecnologie, l'Energia e l'Ambiente», che ne detiene il 51 per cento e CESI, «Centro Elettrotecnico Sperimentale Italiano Giacinto Motta» SpA, titolare del restante 49 per cento;
nelle intenzioni, la co-partecipazione pubblico-privato aveva l'obiettivo di garantire l'opportuna armonizzazione tra indirizzi strategici nazionali e legittime esigenze degli operatori del settore elettrico;
con comunicato stampa del 28 marzo 2007, il CdA di CESI RICERCA SpA dà notizia di una rilevante e preoccupante perdita d'esercizio dovuta alla mancata stipula dell'Accordo di Programma con il ministero dello sviluppo economico, accordo fondamentale per lo svolgimento e per l'integrale finanziamento pubblico delle attività di ricerca e di sviluppo;
la grave situazione finanziaria in cui versa CESI RICERCA, a fronte dei finanziamenti non ancora assegnati per il 2006 e 2007, sta creando il blocco di molti dei progetti in essere nonché gravi problemi sulla tenuta occupazionale;
le Rappresentanze Sindacali Unitarie di CESI RICERCA hanno più volte sollevato forti preoccupazioni per la salvaguardia dei 400 posti di lavoro che sarebbero a rischio nelle sedi di Milano, Piacenza, Seriate (Bergamo) e Napoli, chiedendo a più riprese un incontro al Ministro -:
per quali ragioni il ministero non abbia ancora stipulato l'Accordo di Programma;
se e quando sia prevista la firma dell'Accordo succitato;
quali siano i tempi del passaggio delle risorse finanziarie spettanti a CESI RICERCA sia per l'anno passato che per quello in corso.
(5-00910)