Allegato B
Seduta n. 140 del 3/4/2007

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POLITICHE PER LA FAMIGLIA

Interrogazione a risposta immediata:

BELLILLO. - Al Ministro per le politiche per la famiglia. - Per sapere - premesso che:
la nostra Repubblica attraverso la sua Carta costituzionale riconosce la famiglia come aggregazione naturale preesistente alla Stato, che, attraverso l'istituto del matrimonio, le offre un'opportunità di tutela, ma prima di tutto definisce e tutela i diritti individuali e fondamentali dei singoli;
la libertà individuale sostenuta e rispettata dalle istituzioni ha permesso negli ultimi anni di cancellare tante odiose discriminazioni, soprattutto rispetto alla libertà delle donne;
la distinzione fra matrimonio civile e religioso, con l'introduzione del principio della non indissolubilità per il primo, il diritto di scegliere la maternità, o di diventare madri al di fuori dei matrimonio anche senza un partner stabile, o la convivenza more uxorio sono le tappe di un percorso, lungo e travagliato, che, però, ha prodotto, fino a questo momento, un clima di civile convivenza, caratteristica indispensabile di una democrazia laica;
in Italia, dunque, coesistono già diversi modelli familiari, che lo Stato deve, attraverso la norma, sostenere e tutelare per rendere agibile la libertà di scelta; contemporaneamente, lo Stato deve salvaguardare i diritti individuali: il diritto di amare e di essere amato, di godere della propria sessualità, di controllo del proprio corpo, di essere rispettato;
non si può, come sta facendo la larga parte dei cattolici fondamentalisti, confondere i diritti universali dell'uomo con le scelte differenziate dalla religione, dalle opinioni o dalle diverse convinzioni;
in tale contesto le diverse forme di famiglia italiane sono state abbandonate dalle istituzioni. Smantellata la già limitata rete di servizi sociali per l'abdicazione della politica alle regole selvagge del mercato, le diverse forme di famiglia italiane di matrice cattolica, ebrea o laica, etero o omosessuale sono state relegate a gestire da sole una quotidianità sempre più incerta;
è urgente imprimere un'inversione di marcia e richiamare la politica e le istituzioni affinché recuperino il loro primato;
la manifestazione indetta per il 12 maggio 2007 a Roma, la giornata per il sostegno sociale alla famiglia, si sta delineando con contorni che devono preoccupare gli stessi organizzatori;
l'intento non sembrerebbe quello nobile che si intravedeva nelle sue premesse, cioè quello di rinforzare un nuovo impegno sociale nei confronti delle famiglie italiane, ma quello di voler imporre la famiglia che si riconosce nell'istituto del matrimonio cattolico come modello per tutti e da legittimare con legge dello Stato;

nel documento della Conferenza episcopale italiana emerge - secondo l'interrogante - uno spirito da crociata ed un rigurgito di intolleranza fondamentalista, che, sempre a parere dell'interrogante, è molto pericoloso perché capace di rafforzare solo le posizioni razziste, sessiste e omofobiche di gruppi estremi di stampo neofascista -:
quali siano gli indirizzi del Governo affinché vengano salvaguardate la famiglia, nelle varie tipologie ed articolazioni, e le scelte dei singoli dai tentativi di influenzare il consenso parlamentare e di imporre attraverso le strumentalizzazioni di piazza un unico modello - quello cattolico - di questa cellula base della società.
(3-00785)