Allegato B
Seduta n. 140 del 3/4/2007

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ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):

I sottoscritti deputati chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei Ministri, il Ministro degli affari esteri, per sapere - premesso che:
nel marzo 2003, nel quadro della lotta internazionale al terrorismo, una coalizione guidata dagli USA ha intrapreso l'Operazione Iraqi Freedom, per il rovesciamento del regime di Saddam Hussein in Iraq, e, in seguito alla sconfitta della capacità militare irachena, nel maggio 2003, ha avuto inizio la fase post conflitto che si poneva, come obiettivo, la creazione delle condizioni indispensabili allo sviluppo politico, sociale ed economico dell'Iraq;
in un incontro svoltosi a Londra il 15 aprile 2003, e in una successiva riunione tecnica tenuta l'8 maggio, i Ministri della difesa dei Paesi partecipanti alla forza di stabilizzazione internazionale da inviare in Iraq, ne hanno definito i compiti e l'organizzazione, e, il 22 maggio 2003, il Consiglio di Sicurezza dell'ONU ha approvato la risoluzione 1483, che, tra l'altro, faceva «appello agli Stati membri (...) affinché assistano il popolo iracheno nello sforzo per riformare le proprie istituzioni e ricostruire il proprio Paese e perché contribuiscano alle condizioni di stabilità e di sicurezza in Iraq»;
all'interno della citata forza di stabilizzazione internazionale ha operato, a partire dal 9 maggio 2003, un contingente italiano, nell'ambito della missione denominata Antica Babilonia;
in considerazione del fatto che la conclusione della prima fase del conflitto

aveva comportato una reale e completa disintegrazione del sistema sanitario locale, il Governo italiano di allora, presieduto dall'Onorevole Silvio Berlusconi, ha deciso di concedere un finanziamento alla Croce rossa italiana, ente neutrale ed indipendente, nell'ambito dell'attività di cooperazione allo sviluppo messa in atto dal nostro Paese, finalizzato a fronteggiare l'Emergenza sanitaria e ridurre la mortalità e la morbilità della popolazione, prevedendo l'invio di un ospedale da campo;
tale ospedale ha operato dall'aprile al settembre 2003, curando complessivamente 39.719 pazienti e, contemporaneamente alla cessazione dell'attività sanitaria di quella struttura, a far data dal 4 ottobre 2003, la stessa è proseguita, a seguito degli accordi sottoscritti con il Ministero della Sanità Iracheno, e grazie al finanziamento reso disponibile dal Ministero degli affari esteri Italiano, Direzione generale per il Medio Oriente ed il Mediterraneo, presso alcuni reparti del Medical City Hospital di Baghdad, che sono stati bonificati e ristrutturati, a cura del contingente italiano, al fine di renderli agibili ed idonei all'attività sanitaria;
in particolare, la Croce rossa italiana, nel 2003, ha potuto aprire, grazie a tali finanziamenti, un proprio reparto per i grandi ustionati presso l'ospedale della capitale irachena, all'interno del quale ha potuto provvedere alla cura di ben oltre 200.000 persone, posta anche la significativa carenza di strutture specialistiche per il trattamento delle ustioni dopo che l'unico Centro Ustioni di Baghdad era andato distrutto;
inoltre, come è stato rilevato proprio dalla Croce rossa nella sua relazione sull'attività in Iraq, dall'aprile 2006, gli ospedali locali nella priorità di trattamento, considerata la situazione di crisi in cui versano, indirizzano le loro risorse ad altri settori specialistici e si limitano, per i pazienti ustionati, ad un primo soccorso con medicazioni di tipo ambulatoriale senza ricovero;
con la conclusione della missione italiana in Iraq, il Governo di centro-sinistra, guidato dall'Onorevole Romano Prodi, non ha provveduto a rifinanziare il Medical City Hospital della capitale irachena, privando migliaia di malati della necessaria assistenza medica e centinaia di persone - tra personale medico, paramedico e soggetti che beneficiavano dell'indotto - del posto di lavoro;
seppur terminate la missione del nostro contingente in Iraq e, quindi, la missione umanitaria in senso stretto, si sarebbe potuto attingere ai fondi stanziati annualmente dalla legge finanziaria per la cooperazione allo sviluppo, al fine di mantenere in attività l'utilissima struttura sanitaria, mentre l'attuale Governo ha deciso, di fatto, la chiusura del reparto finanziato dall'Italia presso l'ospedale di Baghdad;
nonostante gli attuali Presidente del Consiglio dei Ministri e Ministro degli affari esteri abbiano dichiarato ripetutamente di ritenere che le missioni civili debbano essere aumentate e rafforzate rispetto a quelle militari, nulla è stato fatto per poter continuare a garantire i servizi del reparto «italiano» del Medical City Hospital di Baghdad -:
quali siano gli intendimenti del Governo rispetto alla grave situazione creatasi in seguito alla chiusura del reparto finanziato dall'Italia dell'ospedale della capitale irachena, e se non ritengano opportuno ed urgente destinare un nuovo finanziamento alla struttura, al fine di mantenere gli impegni assunti dall'Italia a favore delle popolazioni civili irachene.
(2-00453)
«Germontani, Pedrizzi, Buontempo, Moffa, Foti, Alberto Giorgetti, Rampelli, Buonfiglio, Giorgio Conte, Mancuso, Taglialatela, Consolo, Migliori, Angela Napoli, Contento, Lamorte, Proietti Cosimi, Frassinetti, Castellani, Bellotti, Ronchi, Rositani, Armani, Ascierto, Raisi, Airaghi, Minasso, Antonio Pepe, Leo, Porcu, Benedetti Valentini, Holzmann».

Interrogazione a risposta scritta:

BRIGUGLIO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro delle infrastrutture, al Ministro dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
l'amministratore delegato della società Impregilo, Alberto Lima, ha recentemente rilasciato una dichiarazione secondo cui «il valore dell'ordine per la realizzazione del Ponte di Messina per noi è pari a 1,7 miliardi di euro. In pratica il contratto ha un valore di 1,7 miliardi ed è un ordine valido a tutti gli effetti. I tempi sono maturi, a brevissimo sottolineeremo i nostri diritti. Entro un mese attendiamo una risposta definitiva del governo, non si può tenere il discorso indefinito»;
tali affermazioni pongono il Governo dinanzi all'alternativa di onorare il contratto per la costruzione del Ponte o - fatto gravissimo per le sue implicazioni finanziarie e sociali - di pagare pesanti penali che costituirebbero un esborso ingiustificabile a carico del bilancio dello Stato e, quindi, del cittadino contribuente -:
se siano a conoscenza delle dichiarazioni riportate in premessa;
quali siano gli intendimenti del Governo in proposito e se non ritenga che, alla luce della presa di posizione dell'Impregilo, sia sensato che l'esecutivo riveda la propria posizione e dia corso a tutte le procedure necessarie per la costruzione del Ponte sullo Stretto.
(4-03166)