Allegato B
Seduta n. 119 del 5/3/2007

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BENI E ATTIVITÀ CULTURALI

Interrogazione a risposta scritta:

CARDANO. - Al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
tra il 15 settembre e il 22 ottobre 1943 un battaglione SS del secondo reggimento della divisione corazzata Leibstandarte «Adolf Hitler», al comando di

Hans Walter Kruger, Karl Herbert Schnelle e Friedrich Rolhwer, iniziò la caccia a tutti gli ebrei residenti o sfollati nella zona del Lago Maggiore. Ben 56 ebrei (donne, uomini, bambini, anziani) di diverse nazionalità furono catturati e barbaramente uccisi. Cinquantaquattro di loro furono sorpresi sulle sponde dei laghi Maggiore, Cusio e Mergozzo (9 ad Arona, 16 a Meina, 14 a Baveno, 4 a Stresa, 3 a Mergozzo, 2 a Orta, 2 a Pian di Nava e 4 a Intra). Altri due ebrei furono invece catturati a Novara;
nel 1968 per i fatti di Meina fu celebrato un processo a Osnabrück in Germania, conclusosi con l'ergastolo per i 3 imputati maggiori, ma già nel 1970 la corte d'appello di Berlino annullò la sentenza con questa motivazione: «I reati devono considerarsi prescritti»;
dopo essere stata dimenticata per anni la strage del lago Maggiore è oggi ricordata attraverso lapidi, monumenti, cippi, targhe ben visibili percorrendo la strada statale del Sempione, e ogni anno si svolgono, a partire dalla metà degli anni ottanta, cerimonie, convegni, incontri, per merito delle amministrazioni locali e di alcuni testimoni - in particolare Becky Behar, figlia dei proprietari dell'Hotel Meina, sopravvissuta alla strage. Questo lavoro è stato accompagnato da ricerche, studi e pubblicazioni;
diversamente rispetto al territorio che fu teatro di quei fatti, la memoria collettiva degli italiani non conosce questa strage, e anche i media italiani (a differenza della televisione Svizzera) non le hanno mai dedicato particolare attenzione, per cui potrebbe essere utile che essa divenisse oggetto di una trasposizione cinematografica: l'opera potrebbe avere un ruolo fondamentale per diffondere la conoscenza di fatti drammatici che pesano sulla coscienza di noi italiani - non solo dei tedeschi occupanti - e potrebbe contribuire a quella crescita culturale e civile che nasce dal rifiuto degli errori del passato;
il 26 febbraio 2007 è iniziata nei luoghi della strage la realizzazione del film «Hotel Meina», per la regia di Carlo Lizzani, tratto dal saggio storico di Marco Nozza. La storia di questo film è molto travagliata. Nel novembre 2004 il film «Hotel Meina», per la regia di Pasquale Squitieri, è tra quelli finanziati come «opera di interesse culturale» dal Ministero per i Beni e le attività culturali con 4.305.000 euro, ma nel febbraio 2005 l'opera viene spostata nella sezione «rinviati per approfondimenti istruttori». Nel frattempo dopo contestazioni giunte da più parti in relazione alle tesi revisioniste di Squitieri sull'esistenza e la portata delle leggi razziali in Italia nell'epoca fascista, nel settembre 2005 il film riappare tra i finanziamenti ministeriali. Questa volta la regia è affidata a Carlo Lizzani, mentre la sceneggiatura resta di Squitieri, affiancato da Dino e Filippo Gentili, e il sostegno economico viene dimezzato. La casa produttrice è la Titania, in collaborazione con RAI Cinema e col contributo di Film Commission Torino Piemonte. Il film rimane «liberamente tratto» da «Hotel Meina» di Marco Nozza;
il quotidiano La Stampa ha pubblicato dal 25 al 28 febbraio 2007, sia nelle pagine nazionali che in quelle locali, diversi articoli che testimoniano lo sconcerto e la delusione delle comunità locali coinvolte, per come la trasposizione cinematografica viene effettuata, con il rischio che vengano inventati o travisati alcuni elementi importanti di quella vicenda (correttamente riportati invece nel libro di Nozza). Tali modifiche sono giustificate da parte di chi sta realizzando il film, con il diritto alla libertà di interpretazione artistica;
si sono espresse con prese di posizione ufficiali anche le istituzioni locali e quelle culturali, l'ANPI, la Casa della Resistenza di Verbania Fondotoce, diversi istituti scolastici del Verbano-Cusio-Ossola, la Commissione Didattica dell'Istituto Storico della Resistenza di Novara. In particolare ha suscitato clamore l'accorata protesta di Becky Behar, molto conosciuta nella zona, e recentemente insignita della cittadinanza onoraria di Meina, sopravvissuta

alla strage e presente con continuità attraverso la propria appassionata testimonianza negli incontri, in particolare nelle scuole, nelle province del Verbano-Cusio-Ossola e di Novara. Il rischio ravvisato da tutte queste proteste è che la realizzazione del film possa distorcere e rendere ambigua la memoria di fatti così dolorosi che ancora oggi costituiscono ferite aperte nella sensibilità delle comunità coinvolte, anche a dispetto della verità storica, dopo che per anni un paziente lavoro di testimonianza e di ricostruzione storica aveva contribuito ad una rielaborazione importante della memoria di quella strage. Tutte queste proteste hanno trovato spazio anche nell'incontro del «Comitato per la valorizzazione della cultura della Repubblica nel contesto dell'unità europea» riunitosi presso la prefettura di Verbania lo scorso 2 marzo;
la libera espressione artistica non può essere confusa con la licenza a banalizzare e semplificare la complessa realtà storica al punto da distorcere i fatti, di offendere la sensibilità dei sopravvissuti e la dignità delle comunità locali segnate da quei tragici eventi, così identificabili nei nomi dei luoghi e nella riconoscibilità delle persone protagoniste;
il film «Hotel Meina» gode di finanziamenti pubblici-:
se sia a conoscenza dei fatti sopra riportati;
se non ritenga opportuno intervenire presso la casa produttrice, il regista, e gli sceneggiatori, affinché venga ristabilito un equilibrio tra il diritto alla libera interpretazione artistica e il dovere del rispetto alle vittime e ai sopravvissuti, nonché alla memoria delle comunità locali che non hanno mai dimenticato quei fatti, per fare in modo che il rigore, la sensibilità e l'onestà intellettuale accompagnino, rendendolo più efficace, il messaggio civile del film.
(4-02800)