Allegato B
Seduta n. 110 del 15/2/2007

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ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interrogazioni a risposta scritta:

ZACCHERA. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
è diffusa nell'opinione pubblica la sensazione che sia sempre più necessario operare un serio risparmio nel consumo di energia elettrica e delle altre forme energetiche tenuto anche conto del loro costo, della loro rilevanza in termini di consumo ambientale delle risorse e, per quanto riguarda l'Italia, per la sua forte dipendenza di approvvigionamento dall'estero;
la trasmissione radiofonica «Caterpillar» - Rai Radio 2 - ha lanciato una campagna di sensibilizzazione che avrà il suo culmine venerdì 16 febbraio, con lo spegnimento simbolico di molti edifici pubblici in Italia per un'ora ed altre significative iniziative di risparmio energetico-:
se, al di là della singola e lodevole manifestazione, non si ritenga di dover intervenire su tutte le amministrazioni dello Stato e sugli enti locali al fine di contenere i consumi non indispensabili sia per il riscaldamento dei locali sia nell'uso dell'energia elettrica per illuminare le strutture pubbliche;
in particolare, se non si ritenga opportuno disporre od invitare allo spegnimento dell'illuminazione esterna degli edifici pubblici dopo un certo orario e fino all'alba nonché alla riduzione dell'illuminazione pubblica in orari di scarsa utenza di tutte quelle aree o situazioni ove non sia necessaria, o comunque con una riduzione temporizzata dei punti-luce in zone come parchi, giardini, passeggiate, posteggi, eccetera. Ciò a valere anche per l'illuminazione interna dei locali pubblici nelle ore notturne ove non utilizzati;
se non si ritenga opportuno invitare tutte le amministrazioni pubbliche, centrali e periferiche, nonché regioni ed enti locali ad iniziative in questo senso con l'emissione di circolari ed inviti al fine del contenimento dei consumi.
(4-02602)

MISITI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
a seguito dei gravi eventi sismici verificatisi in data 31 ottobre 2002 nel territorio della provincia di Campobasso, il Presidente del Consiglio dei ministri ha dichiarato lo stato di emergenza con decreto, emanato in pari data, ai sensi dell'articolo 5, comma 1 della legge 225/1992;
successivamente, il Presidente del Consiglio dei ministri, nell'esercizio dei poteri al medesimo attribuiti in materia di coordinamento della protezione civile, ai sensi dell'articolo 5, comma 2, della citata legge 225/92, ha provveduto all'adozione dell'ordinanza 3253/2002;
con la suddetta ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri sono stati previsti i primi interventi urgenti per il soccorso alla popolazione e la rimozione delle situazioni di pericolo, affidando la gestione di questi ultimi al commissario delegato, individuato dal decreto-legge 245/02 nella figura del Capo di Dipartimento della Protezione Civile, ed in un secondo momento, in sede di conversione del menzionato decreto-legge, per la gestione

della fase successiva alla prima emergenza, nelle figure dei Presidenti delle Regioni Molise e Puglia;
con conseguente ordinanza n. 3279/2003, emanata dal Presidente del Consiglio dei ministri, all'articolo 1 sono stati fissati con precisione i compiti del commissario delegato nel modo seguente:
«Il Presidente della Regione Molise, commissario delegato, ai sensi dell'articolo 1, comma 3 del decreto-legge 245/02, convertito con modificazioni, dalla legge 286/02, assicura, anche con riferimento alle iniziative da portare a termine ai sensi dell'ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri 29 novembre 2002, n. 3253 il complessivo coordinamento;
a) delle iniziative finalizzate all'attuazione ed al completamento degli interventi finalizzati alla chiusura della prima fase dell'emergenza, individuando e ponendo in essere tutte le iniziative necessarie ad un rapido rientro nell'ordinario, anche attraverso l'emanazione di direttive nei confronti di Comuni e delle altre strutture pubbliche locali interessate, per il corretto utilizzo e per la più proficua gestione dei beni e dei servizi acquisiti ed in corso di acquisizione;
b) della effettuazione di rilievi aereofotogrammetrici sui centri storici dei comuni colpiti dal sisma;
c) della microzonazione sismica dei comuni colpiti dagli eventi tellurici di cui in premessa;
d) della verifica delle iniziative poste in essere dagli Enti locali in attuazione sia delle disposizioni di cui all'ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri n. 3253/2002 che delle determinazioni assunte dal Commissario delegato;
e) della verifica ed accertamento delle attività da porre in essere da parte dei sindaci ai sensi dei commi 5 e 6 del presente articolo;
f) della predisposizione di uno studio della vulnerabilità sismica degli edifici pubblici, strategici e di culto localizzati nelle medesime aree;
g) della definizione delle linee di indirizzo per la progettazione e la realizzazione degli interventi di ricostruzione degli edifici pubblici e privati distrutti, e di riparazione dei danni e miglioramento sismico degli edifici danneggiati dall'evento sismico;
h) della pianificazione degli interventi di ricostruzione, di riparazione, di miglioramento, di adeguamento sismico degli edifici pubblici e privati danneggiati, nonché di quelli adibiti a funzioni di servizio pubblico essenziale»;
con decreti del Ministro delle finanze del 14, del 15 novembre 2002 e del 9 gennaio 2003 si sospendevano gli obblighi tributari per i soli 14 comuni maggiormente colpiti facenti parte del cosiddetto cratere sismico;
nel novero delle iniziative la cui realizzazione è stata devoluta al Commissario delegato non è ricompresa la competenza in ordine all'individuazione dell'ambito di applicazione del provvedimento emergenziale prima citato. Tanto è vero che il Presidente del Consiglio dei ministri all'articolo 1, comma 2, dell'ordinanza 3253/2002, ha provveduto direttamente a tale incombenza, stabilendo che le previsioni contenute nel provvedimento emergenziale in argomento si dovessero applicare ai comuni della provincia di Campobasso e Foggia colpiti dagli eventi sismici del 31 ottobre in cui siano state riscontrate situazioni di danneggiamento agli immobili;
come è noto il Commissario delegato mutua l'esercizio dei poteri conferitigli ex articolo 5, comma 4 della legge 225/92, dal Presidente del Consiglio dei ministri e, pertanto, il medesimo Commissario può esercitare esclusivamente le funzioni espressamente delegategli dal titolare del potere, senza potersene discostare;
malgrado quanto suddetto e, dunque, nonostante la precisa individuazione dei territori della provincia di Campobasso, interessati dalla fase della ricostruzione, sia stata effettuata dall'articolo 1, comma 2, dell'ordinanza del Presidente del

Consiglio dei ministri 3253/2002, il Presidente della Regione Molise, in qualità di Commissario delegato, con decreti n. 5 del 14 febbraio 2003 e n. 7 del 19 febbraio 2003 ha delimitato l'ambito territoriale su cui applicare l'ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri 3253/2002 secondo l'interrogante senza averne il relativo potere;
con tali interventi, non riguardanti soltanto i centri abitati gravemente colpiti, il Presidente della Regione Molise ha di fatto, secondo l'interrogante, sottratto finanziamenti ai comuni, a cui erano stati destinati -:
se i provvedimenti adottati dal Presidente della Regione Molise, quale commissario delegato, con decreti n. 5 del 14 febbraio 2003 e n. 7 del 19 febbraio 2003, con i quali ha delimitato, arbitrariamente, l'applicabilità dell'ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri 3253/02, rientrino nelle sue competenze.
(4-02613)

ZACCHERA. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
si apprende dalla lettura odierna del Corriere della Sera che il Ministro della difesa ha imposto l'immediato rientro in patria dall'Afghanistan del tenente Nicola Piccolo, portavoce del nostro contingente;
motivo del rimpatrio il fatto che il tenente Piccolo avrebbe comunicato ad un giornalista dello stesso Corriere che ad Herat sarebbe in costruzione una piccola cappella dedicata alla Madonna;
tale notizia era peraltro di pubblico dominio essendo stata tra l'altro anche filmata da una troupe straniera, senza peraltro suscitare problemi e vedeva la convinta partecipazione ai lavori da parte di manovalanza locale;
è evidente che la cappella non era destinata a proselitismo religioso verso gli afgani ma piuttosto all'assistenza religiosa del nostro contingente;
è peraltro stridente il contrasto tra quanto avviene in Italia dove la presenza di cittadini ed immigrati di religione islamica è non solo tollerata ma giustamente del tutto libera e l'Afghanistan dove l'islam è l'unica religione permessa, ma non di meno non si comprende perché dovrebbero «offendersi» gli afgani per una cappella tra l'altro dedicata ad una figura religiosa (la Madonna) che ha anche un secolare culto presso gli stessi islamici;
va tenuto in conto tutto quello che l'Italia sta facendo per l'Afghanistan sia in campo di assistenza militare che di cooperazione, sociale e civile -:
come sia oggi assicurata l'assistenza religiosa cristiana cattolica al nostro contingente in Afghanistan;
quali siano stati gli effettivi motivi che hanno portato all'imprevisto, immediato rientro in patria del tenente Piccolo;
se le motivazioni del rientro siano quelle indicate sul Corriere, se non si ritenga eccessiva la punizione inflitta al tenente Nicola Piccolo, e se sia effettivamente dovuta a protesta di parte afgana (in questo caso si chiede di conoscerne i dettagli) o piuttosto legata ai delicati equilibri interni alla maggioranza di governo;
se non si ritenga necessario intervenire presso il governo afgano perché sia concessa comunque l'assistenza e la presenza religiosa cristiana cattolica là ove venga richiesta da componenti il nostro contingente, cittadini italiani che - ai sensi della Costituzione - hanno il diritto di poter praticare la propria religione, che tra l'altro è quella maggioritaria nel nostro Paese.
(4-02620)

RUGGERI e BURCHIELLARO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
gli interroganti conoscono personalmente diversi cittadini italiani mantovani che, in tempo di guerra, sono stati internati nei lager, come gli amici Spartaco Gamba già vicesindaco apprezzato di Mantova

e Mario Cerini già sindaco stimato di Cavriana, in provincia di Mantova. Gli interroganti sono testimoni della battaglia infinita ed estenuante di questi amici che da decenni e decenni si battono per tutti quei mantovani che come loro sono stati deportati nei lager e costretti al lavoro coatto sino all'agosto del 1945, senza un vero riconoscimento del nostro Paese;
in particolare l'amico Spartaco Gamba, come rappresentante della Federazione Provinciale ANRP (Associazione Nazionale Reduci dalla Prigionia) ex IMI, ci pare il simbolo e la bandiera di questa battaglia; Spartaco, indomito e forte come un gladiatore, con le sole armi della sua fede nella giustizia e nella verità, si sta battendo coi pochi mezzi che ha, grazie alla pensione misera di ex postino e alle sottoscrizioni dei suoi amici, alzando la voce sempre, anche quando non si può, su questa questione degli ex IMI ancora vergognosamente irrisolta;
spesso, dopo tante volte che grida «al lupo», qualcuno lo sottovaluta non ricordando che parla a nome di tanti altri concittadini mantovani; se fosse morto in un lager forse quel qualcuno oggi porterebbe più rispetto a lui e a tutti gli altri ex internati, almeno in qualche 25 aprile;
quel qualcuno, siamo un po' tutti noi e chi ha perso il senso della dignità delle persone, dello Stato, della patria, del sacrifico e del servizio e del rispetto;
dalla Germania (Fondazione Memoria Responsabilità Futuro di Berlino) e qualcuno anche in Italia, hanno detto che in fin dei conti questi reduci ex IMI «non sono stati ne prigionieri ne ex internati: che cosa vogliono»? Ci si dimentica per inciso che quasi 70.000 (settantamila) sono le persone in questa situazione morte-uccise direttamente e indirettamente a causa del soggiorno in questi «villaggi turistici» dei lager nazisti;
Spartaco, col suo impegno civile e politico di difensore (non solo a parole) della libertà, autentico e fiero socialdemocratico sta da decenni tentando di tutto, per la sua associazione, dalle vie giudiziarie a quelle della informazione e della politica, ma i risultati non ci sono ancora; e intanto lui e questi nostri concittadini vanno avanti negli anni e nell'amarezza di essere presi in giro, sopportati, dimenticati o addirittura negati del loro passato; non ci meravigliamo, c'è chi sostiene che anche i campi di sterminio non sono mai esistiti;
è molto critico anche con questo nostro Governo perché nella Finanziaria si concede una medaglia agli ex IMI, (i vari Spartaco ne hanno già un cassetto pieno) e soprattutto si mette in moto un organismo, che pare piccola cosa e costosissima senza alcun reale beneficio, almeno per chi ex IMI è rimasto in vita-:
quali misure questo Governo e questo nostro Paese intenda assumere per riconoscer dignità a queste persone rimaste in vita, che hanno contribuito a fare l'Italia con i fatti e con le loro vite, senza attendere riconoscimenti dalla Germania; pare opportuno e più giusto che sia l'Italia in modo unilaterale a far i carico pieno, di un riconoscimento soprattutto e finalmente economico a mo' di giustizia e non di mancia.
(4-02626)

GRILLINI e ZANOTTI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
numerosissime testate giornalistiche l'11 e il 12 febbraio 2007 hanno riportato dati diffusi dall'Istat secondo i quali: «sono circa 500 mila le coppie italiane che scelgono di formare una famiglia al di fuori del matrimonio. Un fenomeno che, anche se meno rispetto al resto d'Europa, è in forte crescita a fronte di un numero sempre più ridotto di coppie che scelgono di sposarsi, come da tradizione» (il manifesto, 12 febbraio 2007);
il dato sulle coppie di fatto, diffuso il 12 febbraio dall'Istat, con la ricerca «Il matrimonio in Italia: un'istituzione in mutamento», stando ad una nota del documento diffuso da Istat è ripreso da una ricerca del 2003 (www.istat.it/salastampa/

comunicati/non-calendario/20060621-02), ricerca datata e svolta su un campione di soli 19.000 soggetti tanto da risultare solo stimato e non reale;
in occasione del 14o Censimento della Popolazione e delle Abitazioni realizzato nell'ottobre del 2001, l'Istituto Nazionale di Statistica ha considerato «incongrui» i dati relativi alle persone dello stesso sesso che si fossero dichiarate coabitanti per ragioni affettive/conviventi nel foglio di famiglia incluso nel questionario consegnato durante il Censimento, pertanto le coppie dello stesso sesso non sono state e continuano a non essere conteggiate nelle ricerche Istat;
in Italia, quindi, non disponiamo di dati ufficiali sul numero reale di coppie di fatto legate da vincoli affettivi, dello stesso sesso e di sesso diverso, perché l'Istat, a differenza degli Istituti di rilevazione statistica della maggior parte degli altri paesi europei, non li rileva -:
se il Presidente del Consiglio dei ministri non ritenga urgente intervenire presso l'Istituto Nazionale di Statistica per conoscere i motivi per i quali l'Istat diffonde dati che gli interroganti reputano non reali sul numero delle coppie di fatto esistenti in Italia;
se il Presidente del Consiglio dei ministri non ritenga urgente intervenire presso l'Istituto Nazionale di Statistica per conoscere i motivi per i quali le coppie dello stesso sesso non vengono rilevate;
se il Presidente del Consiglio dei ministri non intenda porre rimedio, vista la stringente attualità del tema, con apposito provvedimento, ad una pratica censitaria che esclude le famiglie non sposate dalle rilevazioni.
(4-02627)