Allegato B
Seduta n. 99 del 29/1/2007

...

INTERNO

Interrogazioni a risposta scritta:

BIANCOFIORE, LA LOGGIA, SANTELLI, CARFAGNA, BERTOLINI, FITTO e GARDINI. - Al Ministro dell'interno, al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
in numerosi articoli di stampa locale e nazionale, si è appreso ancora una volta di una deriva tutt'altro che folcloristica, bensì di attività irregolare del corpo dei cappelli piumati, così detti Schützen altoatesini, le cui manifestazioni e vita associativa sono foraggiate dai contributi pubblici messi a disposizione dalla Provincia Autonoma di Bolzano, ergo dalle leggi finanziarie dello Stato;
gli stessi tiratori - Schützen del Tirolo del Nord - Austria, lo scorso dicembre hanno accusato a mezzo stampa, quelli altoatesini di un non ben specificato estremismo di destra addirittura filo-nazista, rinunciando con ciò ad accoglierli sotto un'unica bandiera di una federazione «pantirolese» e di partecipare al tradizionale appuntamento dell'Immacolata nel Comune di Appiano sulla strada del vino, dove ogni anno i tiratori di tutta l'area alpina si ritrovano per commemorare gli irredentisti degli anni '60, in particolare quel Sepp Kerschbaumer condannato a 15 anni e 11 mesi di reclusione per l'organizzazione degli attentati dinamitardi e fondatore nel 1957 del BAS (Befreiungsausschuss Südtirol - Comitato per la liberazione del Tirolo del Sud) ovvero di un'organizzazione filoterroristica che

aveva l'obiettivo della secessione dell'Alto Adige dall'Italia e la riunificazione con il Tirolo e l'Austria;
la magistratura italiana ha avviato un'indagine sull'attività propagandistica filo-nazista anche di alcuni esponenti di punta dei cappelli piumati altoatesini;
a seguire la suddetta presa di posizione degli Schützen del Nord Tirolo, inizialmente incomprensibile considerati i rapporti storici fra le compagnie del nord e del sud Tirolo il quotidiano tedesco «Tageszeitung» - come riportato dagli articoli di stampa, ha rivelato che in Alto Adige sarebbe stata costituita una cellula segreta degli Schützen chiamata «Maria Theresia» ispirata all'ex imperatrice austriaca - il cui addestramento avrebbe caratteristiche di tipo paramilitare e si terrebbe in luoghi lontani da occhi indiscreti prevalentemente in boschi isolati, dove i «camerati» verrebbero istruiti con fini tutt'altro che pacifisti addirittura da ex ufficiali dell'esercito tedesco;
in particolare il responsabile culturale degli Schützen Peter Piock, avrebbe addirittura affidato tale indottrinamento all'ex Generalmayor Gerd Schültzen-Rhonhof, salito tristemente alle cronache di tutto il mondo germanico per le sue conferenze negazioniste e revisioniste, le sue idee e opinioni apertamente filo naziste tra le quali la negazione dell'Olocausto, la parificazione tra Wermacht e Waffen SS, l'annessione dell'Austria alla grande Germania, riportate in particolare nella monografia «1939. La guerra che aveva molti padri»;
recentemente gli Schützen altoatesini hanno oscurato il proprio sito internet per dichiarate infiltrazioni filo naziste ed estremiste;
ritualmente si rendono protagonisti di non ben definiti «onori militari» con spari a salve dei fucili storici dei «tiratori scelti» concessi loro a suo tempo dall'ex Ministro degli interni Enzo Bianco - nei confronti di ex terroristi degli anni '60, come recentemente ai funerali del terrorista altoatesino Heinrich Oberlechner morto ad Innsbruck e seppellito a Molini di Tures. Notizia annunciata - peraltro, dall'associazione di Norimberga che raggruppa personaggi dell'estremismo sudtirolese e pangermanista, guidata da Erhard Hartung, condannato in Italia all'ergastolo;
nel loro statuto si legge che trattasi di un'organizzazione folcloristica popolare e che dunque non sono spiegabili né il vaneggiamento di armi - seppure storiche ma che con lievi modifiche divengono perfettamente funzionanti, né atti come gli annuali festeggiamenti di ex terroristi come quelle che si tengono nel cimitero di San Paolo Appiano legittimati addirittura dal segretario politico della SüdtirolerVolkspartei, nonché vicesindaco del capoluogo altoatesino e sollecitatore della famigerata petizione dei 116 sindaci altoatesini per l'autodeterminazione e riannessione all'Austria;
recentemente il Presidente della Provincia Autonoma di Bolzano ha chiesto la libera circolazione in Europa delle armi (sciabole e fucili) e che gli Schützen di Oltre Brennero potessero entrare in Italia, in Alto Adige, con i fucili di quelle compagnie che parrebbero perfettamente funzionanti, con palese violazione dell'ordinamento giuridico italiano;
più volte innanzi ad interrogazioni della scrivente manifestanti seria preoccupazione, il Vice Ministro agli Interni ha tendenzialmente sminuito la portata degli atti e delle idee professate dagli Schützen e da alcuni partiti locali di lingua tedesca con ciò, ad avviso degli interroganti, inducendoli a ritenere di poter rimanere essenzialmente impuniti;
l'articolo 18 della Costituzione italiana recita: «I cittadini hanno diritto di associarsi liberamente, senza autorizzazione, per fini che non sono vietati ai singoli dalla legge penale. Sono proibite le associazioni segrete e quelle che perseguono, anche indirettamente scopi politici mediante organizzazioni di carattere militare»;

gli Schützen svolgono con tutta evidenza - come si può rilevare da 50 anni di rassegna stampa, attività politica organizzata attraverso squadre o corpi da loro stessi chiamati «Kameraten» - letteralmente «combattenti»;
il governo italiano, per iniziativa del ministro della Giustizia sta predisponendo un disegno di legge che punisce con la reclusione coloro che si rendono rei di negare l'Olocausto e la legge Mancino prevede severe sanzioni contro coloro che inneggiano e promuovono ideali e valori legati al nazi-fascismo;
la Presidenza tedesca dell'Unione europea ha al primo punto dell'agenda del semestre la proposta diretta ad armonizzare in Europa le azioni e le sanzioni contro il razzismo, l'antisemitismo e la xenofobia. Con ciò sottolineando che i valori assoluti dell'Unione Europea sono costruiti sul rispetto della vita e della dignità di ogni persona umana ed è per tali ragioni che ancora oggi la memoria dell'Olocausto, e dei milioni di innocenti della dittatura nazista, deve restare viva presso i cittadini, prevenendo e contrastando - anche con punizioni esemplari, i comportamenti volti a negare il genocidio degli ebrei inneggianti l'odio razzista;
secondo gli stessi inquirenti, se si dovesse accertare che corrisponda a verità la costituzione in seno agli Schützen della cellula paramilitare «Maria Theresia» con gli obiettivi sopra descritti, si potrebbe configurare il reato di attentato all'unità dello Stato -:
cosa intenda fare il governo italiano per garantire l'unità dello Stato e mettere fine al perdurare di provocazioni che mettono a rischio la pacifica convivenza raggiunta attraverso la concessione da parte dello Stato italiano di un'autonomia politica, economica, amministrativa che non conosce pari in Europa e con il sacrificio della esclusione di fatto della maggioranza delle popolazioni italiane e ladine al governo di detta autonomia;
come si inserisca, a parere dei ministri interrogati, il così detto corpo degli Schützen altoatesini nel dettato dell'articolo 18 della Costituzione;
se non ritenga di attuare immediatamente il ritiro della concessione delle armi storiche che con semplici modificazioni possono divenire perfettamente funzionanti;
se non ritenga - innanzi al perdurare di scopi ambigui della suddetta associazione - prevederne lo scioglimento sull'esempio di quanto accaduto anche in altri paesi europei (Spagna) e/o comunque individuare le modalità per indurre la Provincia Autonoma di Bolzano, a far giurare gli associati sulla Costituzione italiana, previa concessione dei contributi pubblici finalizzati esclusivamente ad un'attività statutaria trasparente e realmente di matrice culturale.
(4-02339)

FERDINANDO BENITO PIGNATARO e FALOMI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
in data 24 gennaio 2007 oltre seimila tra lavoratori socialmente utili e di pubblica utilità sono scesi in piazza a Catanzaro, per protestare davanti alla sede della giunta regionale della Calabria, a seguito della manifestazione regionale indetta da Cgil, Cisl e Uil, al fine di affrontare le problematiche riguardanti la piattaforma rivendicativa della vertenza Lsu-Lpu;
i lavoratori precari manifestavano giustamente e legittimamente rabbia, delusione e disagio per la mancata risoluzione dei loro problemi e per i ritardi del governo regionale rispetto agli impegni presi rispetto alla loro stabilizzazione;
la mobilitazione di Catanzaro ha dimostrato l'esasperazione dei lavoratori precari non più giovani che ormai da anni chiedono nuove prospettive per il presente ed il futuro delle loro famiglie e che hanno perso fiducia nei confronti delle istituzioni regionali e nazionali;
durante la manifestazione si sono registrati scontri tra lavoratori e forze dell'ordine, dai quali sono scaturiti 10

feriti a causa delle cariche della polizia ai danni dei lavoratori, registrando, ad avviso degli interroganti, una delle pagine più oscure e disonorevoli della politica, della lotta sindacale e dello Stato;
gli incidenti e le cariche delle forze dell'ordine si sono protratte per alcune ore tanto che la tensione e i disordini hanno raggiunto livelli di esasperazione tali da richiedere necessariamente che si faccia chiarezza sugli episodi tristi che hanno coinvolto sette lavoratori e tre agenti della polizia con prognosi che vanno da 4 a 7 giorni;
questi episodi di violenza screditano l'operato delle forze dell'ordine oltre a rappresentare un grave incidente nei confronti di chi difende, magari con veemenza e vigore il proprio futuro -:
se non ritenga necessario, con urgenza, aprire un indagine per conoscere i dettagli e le motivazioni che hanno imprudentemente spinto le forze dell'ordine a caricare persone indifese, al fine di accertare eventuali responsabilità in merito a quanto accaduto mercoledì 24 gennaio 2007 dinanzi alla sede della giunta regionale a Catanzaro;
quali provvedimenti intenda assumere nei confronti degli agenti di polizia protagonisti delle cariche ai danni dei lavoratori, nel caso venisse accertata la loro per ora presunta responsabilità.
(4-02341)

MAZZOCCHI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
risulterebbe all'interrogante lo svolgimento di lavori di livellamento del terreno sito in zona sottostante Porta del Sole, via Giovanni Paolo II, località «Ex Stazione Vicinali» comune di Palestrina;
le modalità di esecuzione dei medesimi apparirebbero non conformi alle norme di tutela dell'ambiente, della staticità e della sicurezza;
consta all'interrogante che si riscontrerebbe l'assenza nel cantiere della apposita tabella da cui si evincono i responsabili della progettazione, della direzione dei lavori e del tecnico della sicurezza;
in particolare, ciò che preme all'interrogante è la questione relativa alla staticità dell'area ricavata dal livellamento del terreno e del muraglione sovrastante, tenuto conto che, in prossimità della base del medesimo, è stato effettuato uno scavo di circa quattro metri di profondità che lo ha visibilmente alleggerito;
tale presunta situazione risulta aggravata dal fatto che il cantiere risulta incustodito e privo di qualsiasi recinzione idonea a salvaguardare le persone che inavvertitamente si avvicinassero al medesimo -:
se, in considerazione dei pericoli per l'incolumità pubblica segnalati in premessa, non intenda richiedere al prefetto se sussistano i presupposti per l'attivazione dei poteri di intervento di cui all'articolo 54 del testo unico degli enti locali (decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267).
(4-02343)

RAMPELLI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
la mattina del 26 gennaio 2007 a Roma, in via Santo Stefano del Cacco n. 34, due coniugi - uno di dei quali settantaduenne malato, iperteso e poliziotto in pensione - sono stati sfrattati dalle forze dell'ordine, probabilmente, di piazza del Collegio romano;
a giudizio dell'interrogante, si tratta di un fatto di estrema gravità in quanto lo sfratto, a differenza di altre volte, è stato eseguito con eccessiva tempestività da parte della pubblica sicurezza nei confronti

di rappresentanti di una categoria socialmente debole;
la procedura esecutiva di sfratto non è correlata ad uno stato di necessità da parte di un privato, ma si riferisce al rilascio di un appartamento di proprietà del Ministero dell'interno;
occorre fare luce sulla vicenda al fine di scongiurare l'idea che dietro a questa operazione possa esserci l'interesse specifico di qualcuno diretto ad ottenere, anche se per vie lecite, un appartamento di ridotta metratura ma collocato in una zona di prestigio;
alcuni consiglieri municipali da tempo seguivano la vicenda fino a quando, l'altro ieri, sono venuti a conoscenza del fatto che la pratica era stata trasmessa alla forza pubblica;
nessuno avrebbe immaginato, visti i precedenti storici, che dopo soli due giorni ci sarebbe stato un così rapido intervento da parte delle forze dell'ordine;
la Prefettura, in quanto istituzione di diretta emanazione del governo, non solo dovrebbe cercare di mediare le gravi tensioni sociali ma anche contrastare con forza il racket organizzato delle occupazioni, tutelando prioritariamente le fasce più deboli della popolazione -:
se non ritenga opportuno chiarire nel dettaglio le ragioni e i motivi d'urgenza per cui si è agito con tale tempestività;
in che modo intenda intervenire con urgenza al fine di trovare una soluzione alternativa, considerato che la vittima dello sfratto è un ex-dipendente del Ministero dell'interno, proprietario dell'immobile;
se non consideri grave che la Prefettura abbia aspettato più di un anno prima di intervenire nei confronti degli occupanti abusivi dell'Istituto scolastico Angelo Mai, sempre nel centro storico di Roma, procedendo invece d'urgenza sul caso descritto in premessa.
(4-02362)