Allegato B
Seduta n. 98 del 25/1/2007

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AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE

Interrogazioni a risposta orale:

D'IPPOLITO VITALE. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
è in atto il procedimento di riperimetrazione del Parco Nazionale del Pollino;
risulta utile e importante il coinvolgimento consapevole dei comuni interessati;
i consigli comunali di Mormanno, Papasidero ed Orsomarso hanno deliberato a favore della esclusione di parti del proprio territorio dai confini del Parco Nazionale del Pollino;

con l'ultimo deliberato del Comune di Orsomarso, la proposta complessiva dei tre appare omogenea senza creazione di «isole» nel territorio del Parco;
all'interno dei territori di cui si richiede l'esclusione dai confini del Parco insistono:
1) centrale idroelettrica Palazzo II;
2) sito per istallazione pale per impianto eolico (comune di Papasidero) sito idoneo già certificato;
3) discarica di smaltimento rifiuti, nuova da poco costruita dalla Regione Calabriaai confini tra i tre Comuni;
4) discarica dimessa in località Ombrece (comune di Mormanno);
5) area P.I.P. in espansione industriale (comune di Mormanno);
6) invaso artificiale ENEL per alimentazione centrale di Orsomarso (comune di Mormanno);
7) sito idoneo per istallazione pale di impianto eolico (comune di Mormanno);
8) due cave autorizzate con attività cantieristica (comune di Mormanno);
il comune di Mormanno ha già espresso più volte la propria disponibilità a rivedere in termini riduttivi la primitiva proposta accettando, senza alcun problema, una eventuale determinazione della Direzione generale per la Protezione della Natura volta a prendere in considerazione esclusivamente i territori al cui interno insistono le peculiarità e gli insediamenti sopra elencati che mal si integrano con una area protetta;
la Comunità del Parco, riunitasi in data 13 febbraio 2006 per fornire un parere su tali proposte, quasi unanimemente, con un solo voto contrario a tali proposte espresso dal Comune di Rotonda, non ha ritenuto fornire alcun parere, ritenendolo evidentemente non formalmente vincolante, né respingere o emendare tali proposte, rimettendosi completamente alla volontà di codesto Ministero -:
se si intenda accogliere le proposizioni come riportato in sintesi nella planimetria elaborata dagli uffici disponibili per eventuali esami, altresì suffragato dagli atti già in possesso dello stesso Ministero;
se si ritenga opportuno incontrare, a breve, i tecnici dei rispettivi Comuni per eventuale sopralluogo congiunto sui territori oggetto di tali proposizioni.
(3-00564)

RONCONI. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
l'inceneritore dell'ASM di Terni è da alcuni giorni oggetto di controlli nell'ambito di una inchiesta disposta dalla magistratura di Terni;
in particolare, sembrerebbe che il nucleo di polizia ambientale del Corpo Forestale dello Stato abbia sequestrato un container di rifiuti sanitari pericolosi a rischio chimico-infettivo proveniente da Empoli;
la carenza, se non addirittura la assenza, di controlli presso l'inceneritore sarebbe all'origine di tale vicenda -:
se ferma restando l'autonomia della magistratura non intenda verificare se sussistano rischi ambientali per la popolazione, fra cui la vicenda ha destato preoccupazione e sconcerto fra la popolazione, soprattutto in relazione ai rischi che ne possono derivare per la salute.
(3-00566)

Interrogazione a risposta in Commissione:

ACERBO, CACCIARI, CRISCI e FASCIANI. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
da notizie di stampa risulta che il Ministro dell'ambiente onorevole Alfonso Pecoraro Scanio, avrebbe inviato o sarebbe in procinto di inviare al Parlamento

la proposta di nomina a Presidente del Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise del dottor Giuseppe Rossi;
la nomina di Giuseppe Rossi appare una proposta adeguata alle esigenze dello storico Parco in quanto il dottor Rossi Giuseppe oltre a essere nativo di quei luoghi è senz`altro una personalità di prestigio che già in precedenza si è occupato dell'Ente Parco, avendo ricoperto la carica di Direttore di Federparchi;
il dottor Giuseppe Rossi è una figura adeguata per conciliare le esigenze di tutela dello storico Parco con l'impegno di valorizzare e rilanciare il territorio;
risulta che la Regione Molise non abbia formalizzato ufficialmente l'intesa sulla proposta di nomina, mentre le altre due regioni sono favorevoli a tale indicazione -:
quali siano gli orientamenti del Ministro circa il completamento dell'iter della nomina di cui in premessa, anche con riferimento all'acquisizione dell'intesa con la Regione Molise.
(5-00613)

Interrogazioni a risposta scritta:

LION, FUNDARÒ e CAMILLO PIAZZA. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
sul territorio del Comune di Sonnino in località Colle Rotondo insiste da anni un insediamento produttivo di stoccaggio e recupero di conglomerato bituminoso, frantumazione inerti, produzione di conglomerato cementizio e bituminoso di proprietà dell'impresa IGECO srl;
a ridosso dell'impianto produttivo si estende il centro abitato di Sonnino Scalo. La popolazione residente in questo centro da anni segnala alle autorità competenti, in particolare al Sindaco del Comune, gravi preoccupazioni sulla salubrità dell'ambiente locale a causa delle polveri emesse dai cicli di lavorazione dell'impresa e dell'eccessivo inquinamento acustico e meccanico provocato durante lo svolgimento delle relative attività produttive;
l'aggressione all'ambiente dell'area è stata ripetutamente evidenziata da tecnici competenti, Associazioni e cittadini organizzati, che in sedi appropriate hanno richiesto accertamenti sui livelli d'inquinamento e sul rispetto, da parte dell'impresa, dei limiti di tollerabilità prescritti dalle norme allo scopo applicabili;
l'azione di denuncia della popolazione interessata ha trovato specifici riscontri in un pertinente sopralluogo effettuato nel marzo 2006 dal Dipartimento di prevenzione Servizio Igiene e Sanità Pubblica, Distretto dei Monti Lepini della ASL di Latina, da cui è scaturito che:
si è di fronte ad attività con emissioni in atmosfera di polveri e rumori di cui, allo stato attuale, i sistemi di abbattimento adottati non garantiscono il completo abbattimento;
l'ubicazione dell'impianto rispetto al centro abitato non consente alcuna difesa nella dispersione delle polveri;
il passaggio continuo dei mezzi di trasporto dell'impresa (camion) utilizzati per il carico e lo scarico dei prodotti trattati nell'attività produttiva, attraverso l'unica strada di accesso che attraversa anche il centro abitato, aumenta l'inquinamento ambientale;
l'attività dell'impresa rientra nell'elenco delle industrie insalubri ai sensi dell'articolo 216 del Testo Unico delle leggi sanitarie, di cui al decreto del ministro della sanità 5 settembre 1994;
la zona in cui è situata l'attività produttiva dell'impresa è indicata come zona agricola, classificata ad intensa attività umana, con valori Leq (Livello sonoro equivalente) diurni-notturni che vanno da 50 a 65 dBA;
il riscontro della ASL, in sostanza, a giudizio degli interroganti, fa evincere la necessità inderogabile, per la prosecuzione delle attività dell'impresa, della messa in

opera di efficaci sistemi di abbattimento delle polveri e dei rumori da parte della IGECO srl;
le situazioni critiche per la popolazione e per il territorio coinvolti nell'area d'interesse dell'impianto, nonché il danno ambientale che si sta perpetrando contro il sito rurale della zona farebbero ritenere urgente un intervento del ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, volto all'adozione di misure di prevenzione così come la normativa vigente in materia ambientale prevede -:
se non intenda accertare se ricorrano le condizioni per adottare le misure di prevenzione del danno ambientale allo scopo previste ai sensi dei Titoli I e II, della Parte Sesta del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 nel testo vigente, in tal senso venendo incontro alle istanze dei cittadini del Centro abitato di Sonnino Scalo e conseguentemente provvedere a verificare se non si debba disporre la chiusura temporanea dell'impianto, per una durata confacente alla realizzazione di interventi che garantiscano l'innocuità delle attività produttive dell'insediamento verso l'ambiente sociale e naturale di quel territorio.
(4-02308)

FOGLIARDI. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
il territorio veronese sta per essere saccheggiato. A guidare l'operazione oltre alla Regione Veneto alcuni imprenditori saliti «in negativo» agli onori delle cronache finanziarie degli ultimi anni;
teatro di questo saccheggio dovrebbe diventare una vasta area (4 milioni di mq.) della bassa veronese posta tra i comuni di Vigasio e Trevenzuolo che dovrebbe ospitare l'autodromo del Veneto;
un'opera che per gli investimenti previsti (600 milioni di euro) rappresenta la 3a grande opera del Veneto dopo il Passante di Mestre e il MOSE;
tutto nasce nel luglio 1999, quando la Regione Veneto, su iniziativa dei consiglieri Scaravelli (AN) e Zigiotto (Forza Italia), emana una legge per la realizzazione di un autodromo regionale. Nello stesso anno, nel mese di ottobre, viene deliberato il «Piano d'Area Quadrante Europa», nel quale si individua un'area di circa 100 ettari a nord di Trevenzuolo adatta ad ospitare il circuito e le relative infrastrutture, con la prescrizione che la quota di superficie permeabile del suolo (ovvero non edificabile) non deve essere inferiore al 70 per cento; nello stesso piano d'area la maggior parte del territorio tra Vigasio e Trevenzuolo viene tutelato, insieme agli alvei fluviali, come ambito di interesse paesistico-ambientale e destinato al futuro parco fluviale della pianura veronese. Il territorio rimanente viene destinato alla filiera agroalimentare;
queste le altre tappe fondamentali della vicenda:
nel marzo 2000 viene dato l'incarico di valutare le proposte di localizzazione dell'autodromo a «Veneto Sviluppo SpA»;
nel gennaio 2001, tra le 16 proposte, viene scelta l'area tra Travenzuolo e Vigasio;
nel giugno 2001 viene costituita la «Società Autodromo del Veneto srl» allo scopo di realizzare l'autodromo, i soci sono «Veneto Sviluppo SpA» e un «Comitato Promotore»; nell'aprile 2002 i comuni di Trevenzuolo e Vigasio entrano nella compagine sociale;
nel marzo 2003 entrambi i comuni approvano varianti urbanistiche per classificare la zona autodromo come ZTO «F»;
intorno alla metà 2004 la «Società Autodromo del Veneto srl» diventa titolare dei diritti d'opzione per l'acquisto delle aree (scadenza 30 settembre 2006);
nel luglio 2004 Earchimede SPA e Draco SPA, individuate quali società realizzatrici, sottoscrivono un contratto preliminare

per rilevare una quota del capitale sociale di «Autodromo del Veneto srl»;
nell'agosto 2004 viene sottoscritto un accordo quadro tra i 4 soci storici della «Società Autodromo del Veneto srl» e le 2 società realizzatrici Earchimede SpA e Draco SpA;
nel settembre 2004 avviene la trasformazione della «Società Autodromo del Veneto» da Srl a SpA con aumento di capitale di euro 2.000.000 finalizzato all'esercizio del diritto di opzione sui terreni;
nel novembre 2004 si delibera una Convocazione per la redazione dei piani urbanistici attuativi tra il comune di Vigasio, il comune di Trevenzuolo e la «Società Autodromo del Veneto SpA»;
nel dicembre 2004 viene emanata una legge regionale che modifica la legge del 1999 per la realizzazione dell'autodromo, inserendo le nuove funzioni produttive e commerciali in deroga agli obiettivi di sviluppo;
nel febbraio 2005 viene emanata un'altra legge di modifica della legge del 1999 per la realizzazione dell'autodromo, che stabilisce la deroga anche ai limiti dimensionali della grande distribuzione;
nel marzo 2005 la Giunta regionale approva la variante n. 3 alle norme tecniche di attuazione del PAQE, che, recependo quanto modificato nella legge del 1999, introduce per la zona autodromo le deroghe ai vincoli di tutela degli ambiti paesistico-ambientali; recepisce le nuove funzioni produttive e commerciali; indica una blanda concertazione con la Provincia di Verona; riduce la quota di superficie permeabile del suolo dal 70 per cento al 30 per cento, escluse le aree per urbanizzazione primaria e secondaria;
riassumento, con tutti questi provvedimenti a Vigasio e Trevenzuolo si prevede di costruire una «Motorcity» su un'area complessiva di 400 ettari con queste funzioni: Autodromo (120-130 ettari - pista 5.300 metri), Area produttiva (60-70 ettari), Parco divertimento tematico (50 ettari circa), Area commerciale (120 ettari circa);
stupefacente, secondo l'interrogante, è il comportamento della Regione Veneto che riesce nel giro di pochi anni (1999-2005) a stravolgere la propria programmazione urbanistica e commerciale;
nel 1999 il Piano d'Area del Quadrante Europa era nato come piano urbanistico di tutela di vaste aree della provincia di Verona con la previsione di istituzione del parco fluviale del Tartaro-Tione, con norme specifiche di tutela del paleo alvei, con la valorizzazione della filiera agroalimentare e con forti limitazioni, all'edificazione (sul 70 per cento dell'area non era possibile edificare per garantire la permeabilità del suolo);
per quanto riguarda la programmazione commerciale, la Regione Veneto nel 2004 per arginare la continua nascita di centri commerciali approva una legge (Legge Regionale n. 15) che sostanzialmente blocca questo tipo di strutture;
ma, a partire dal dicembre 2004 la Regione stravolge tutto questo, approvando una serie di deroghe che permettono lo sconvolgimento del Piano d'Area del quadrante Europa prevedendo l'edificabilità sul 70 per cento dell'area, più urbanizzazione primaria e secondaria: vale a dire la possibilità di cementificare 300 ettari e a completare l'opera nel febbraio 2005 la Regione stabilisce per l'area dell'autodromo la deroga ai limiti dimensionali della grande distribuzione e quindi la possibilità di realizzare un nuovo centro commerciale -:
se il ministro intenda esercitare le funzioni di vigilanza attribuitegli dal decreto legislativo n. 42 del 2004;
se intenda verificare la possibilità di costituirsi nelle procedure eventualmente pendenti presso la Corte dei conti.
(4-02332)