Allegato B
Seduta n. 98 del 25/1/2007

...

UNIVERSITÀ E RICERCA

Interrogazione a risposta scritta:

PEDICA. - Al Ministro dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
all'estero è prassi consolidata, nelle maggiori università ed istituti di ricerca, l'assunzione di professori, direttori di dipartimento, presidi ed a volte anche del rettore, mediante concorsi internazionali per titoli e colloquio;
nel 1972 detta procedura è stata sperimentata dall'Università di Firenze e con decreto fu bandito un concorso internazionale al quale parteciparono docenti di diverse università italiane e straniere;
il vincitore di tale concorso risultò essere il professor Francesco Brunacci, ingegnere elettronico, fisico, autore di molte ed importanti pubblicazioni e Senior and Head of project dell'Ente spaziale europeo;
il professor Brunacci ha ricoperto l'incarico di direttore dell'azienda speciale CECUF per oltre dieci anni con un inquadramento

ad personam analogo a quello dei colleghi docenti o ricercatori di dipartimento;
all'inizio degli anni Ottanta, alla vigilia dell'apertura della gara di appalto per la sostituzione dei sistemi di calcolo, l'ingegner Brunacci fu privato del suo ufficio perché l'università di Firenze gli assegnò, motu proprio e sulla base del solo titolo di studio, un posto di ruolo al massimo livello dei tecnici di allora (VIII*) e ritenne che da questo fatto conseguisse la revoca dell'indennità di funzione (molto maggiore dello stipendio) e delle mansioni scientifiche e di alta dirigenza ad essa sinallagmaticamente collegata;
ne seguì un contenzioso di fronte al giudice amministrativo nelle more del quale Brunacci accettò l'invito del Direttore dell'Istituto di Sistemi e Informatica della facoltà di ingegneria e vi si trasferì come Visitatore Scientifico, svolgendo in totale autonomia attività di ricerca in quella sede;
nel 1987 il Consiglio di Stato, respingendo il ricorso dell'Università di Firenze e condannandola al pagamento delle spese di giudizio, pronunciò con sentenza definitiva una declaratoria del diritto dell'ingegner Brunacci a percepire integralmente l'indennità di funzione e a conservare il suo ufficio di Direttore del CECUF;
l'Università di Firenze interpretò restrittivamente la sentenza e ripristinò l'indennità di direzione e restituì gli arretrati, ma non provvide alla reintegra nell'ufficio né alla formale assegnazione di mansioni del tutto equivalenti;
di fatto l'ingegner Brunacci proseguì l'attività di ricerca, trasferendosi al DIMAD (dipartimento di matematica per le decisioni) dove ha condotto fino ad oggi in modo del tutto autonomo una attività di ricerca matematica applicabile all'economia e alla bioinformatica;
inoltre nel 1972, l'università non poteva bandire un concorso per un posto all'epoca non esistente nei ruoli: malgrado ciò e nonostante i rilevanti risultati scientifici ottenuti, come si evince dal curriculum del professor Brunacci, l'amministrazione dell'Università ordinò che all'ingegner Brunacci fossero attribuite unicamente mansioni e normativa del tecnico-amministrativo D4, in senso stretto;
al rifiuto del professor Brunacci, e ignorando le lettere con cui il Direttore del DIMAD segnalava l'illegittimità e la totale mancanza di corrispondenza all'interesse pubblico della richiesta, seguì il licenziamento dello stesso ingegner Brunacci;
con ordinanza del 27 settembre 2004 il Giudice del Lavoro ha disposto il reintegro del professor Brunacci nella sua posizione, rilevando il pericolo di un pregiudizio non riparabile per lui stesso nonché per l'interesse pubblico derivante dall'interruzione dell'attività di ricerca da lui svolta;
tale reintegrazione è avvenuta, ma a tutt'oggi non è stato fatto nulla per consentire al professor Brunacci di riprendere la sua attività in modo efficace e sereno ed anzi, se non interverranno fatti nuovi egli verrà nuovamente licenziato il 1o marzo 2007 -:
se alla luce di quanto sopra esposto, il Ministro non ritenga necessario ed urgente intervenire per l'attuazione di meccanismi che promuovano la formazione e la mobilità dei ricercatori e, al tempo stesso, consentano il loro inserimento lavorativo in patria in condizioni non penalizzanti collocandoli all'adeguato livello di qualifica è rivalutando l'indennità di funzione con il costo della vita;
quali iniziative concrete intenda assumere affinché, nelle sedi competenti, sia promosso un processo di revisione delle norme in vigore teso ad eliminare le distorsioni come quella segnalata in epigrafe ed in particolare per sottolineare l'impegno dell'Italia per la creazione di uno spazio europeo della ricerca.
(4-02336)