Allegato B
Seduta n. 98 del 25/1/2007

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INTERNO

Interrogazione a risposta in Commissione:

DURANTI e FRANCO RUSSO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
i signori Maurizio Baccaro (in qualità di segretario del circolo P.R.C. del Comune di Massafra), Domenico Santoro (Presidente associazione Forum 2000), Savino Lattanzio (coordinamento Comitato «Più riciclo = Meno tassa»), Giovanni Portararo (Coordinatore P.D.C.I.), comunicavano al Sindaco del Comune di Massafra il signor Tamburrano, in quanto responsabili dell'organizzazione del Comitato «Più riciclo = meno tassa» (costituitosi per protestare contro l'aumento della T.a.r.s.u. e per promuovere la raccolta differenziata «Porta a Porta», attualmente all'1,4 per cento circa) che: in data 20 novembre 2006 avrebbero organizzato un corteo per le (specificate) vie della città che si sarebbe concluso nella piazza Vittorio Emanuele con un pubblico comizio, richiedendo altresì l'installazione del palco che solitamente l'amministrazione mette a disposizione di manifestazioni e comizi;
a questa richiesta il sindaco del comune di Massafra rispondeva, con nota del 17 novembre 2006 protocollo n. 39122: «Vista l'istanza presentata in data 14 novembre 2006 ed acquisita al protocollo generale al n. 38622 tesa ad ottenere il nulla osta per lo svolgimento di corteo con partenza da Viale Magna Grecia ed un pubblico comizio in piazza Vittorio Emanuele per il giorno 20 novembre 2006 dalle ore 18.00 alle ore 21.00; vista la nota del 16 novembre 2006 del comandante polizia municipale con la quale comunica che in concomitanza del consiglio comunale convocato in pari data, non può garantire il servizio necessario per la viabilità; pertanto si comunica che le richieste sopra citate non possono essere accolte;
il prefetto e la questura, dall'interrogante telefonicamente contattati, non hanno riscontrato nessuno ostacolo allo svolgimento della manifestazione, acconsentendo di fatto alla stessa;
nei giorni successivi venivano inoltrate, da parte del segretario del locale circolo del P.R.C. Maurizio Baccaro, ulteriori richieste di utilizzo della stessa Piazza e di installazione del palco che solitamente l'amministrazione mette a disposizione al fine di tenere pubblici comizi, come da protocollo n. 40241 del 27 novembre 2006;
il sindaco rispondeva a tali richieste con la nota al protocollo n. 40582 del 28 novembre 2006 con oggetto: Nulla osta all'utilizzo della piazza... nella quale si affermava «...a condizione che su tale Piazza, non si faccia uso né di palchi (se non autorizzati dal Comune) o strutture simili, né di veicoli da trasporto;
stessa risposta è stata recapitata allo stesso Partito alla richiesta del 1o dicembre 2006 per un comizio del 5 dicembre 2006 e per la richiesta dell'8 gennaio 2007 protocollo n. 651 sempre riferita alla stessa piazza per un comizio al quale l'interrogante ha partecipato personalmente recandosi a Massafra e verificando di persona la condizione di svolgimento del comizio del P.R.C. tenutosi comunque anche senza l'ausilio del palco;

in tutte le note del sindaco dove si vieta l'installazione del palco, per esempio riferite ai numeri di protocollo 40582 del 28 novembre 2006 e 976 del 10 gennaio 2007, non viene mai specificata la motivazione per la quale viene disposto il divieto;
si osservi come in altre occasioni (come Massafraestate, Fiera del Clementine, la notte Bianca, La Befana tricolore), l'amministrazione comunale ha installato, sulla stessa piazza Vittorio Emanuele, dei palchi di circa otto metri di larghezza, e ha autorizzato la esposizione pubblicitaria di autovetture;
una settimana prima del comizio del P.R.C. a cui è stato vietato il palco, venerdì 5 gennaio 2007, il sindaco aveva tenuto un pubblico comizio allestendo, appunto per l'occasione il palco che si usa per i comizi dei Partiti;
l'articolo 21 della Costituzione italiana che garantisce a ogni cittadino la libertà di manifestare il proprio pensiero -:
se corrisponda ad un comportamento legittimo annoverare tra le cause impeditive di un pubblico comizio la concomitanza di un consiglio comunale.
(5-00616)

Interrogazioni a risposta scritta:

DE CORATO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il 5 dicembre 2006, le Squadre Mobili della Polizia di Stato di Milano e di Catanzaro, con la partecipazione diretta del Servizio centrale operativo della Direzione Anticrimine, hanno scoperto una rete criminale, composta da cittadini sudanesi in possesso di permesso di soggiorno ottenuto per motivi umanitari, dedita al sequestro di immigrati clandestini che venivano rilasciati dopo il pagamento di un riscatto e instradati verso il nord Italia;
l'operazione ha messo in luce un nuovo allarmante aspetto dell'immigrazione clandestina a Milano che, dopo i drammatici risvolti del lavoro nero e della criminalità, adesso annovera anche sequestri e schiavismo, con un vero e proprio mercato di vite umane;
allo stato attuale i Centri di Permanenza Temporanea rappresentano l'unico strumento per cercare di arginare l'immigrazione clandestina e scoraggiare il proliferare di organizzazioni criminali, respingendo gli irregolari nel loro paese d'origine;
è fondamentale che si diano più garanzie a Milano e a tutti gli altri comuni che fanno i conti con i continui arrivi di profughi per evitare che dei delinquenti approfittino di una simile ghiotta possibilità per agire indisturbati nelle loro pericolose attività -:
se il Ministro interrogato non ritenga:
di considerare l'importanza di potenziare i Cpt già esistenti e di realizzarne di nuovi soprattutto al nord (dove al momento si contano solo tre centri, a Milano in via Corelli con soli 140 posti, a Gorizia e a Torino), poiché senza queste strutture mancherà un efficace strumento per contrastare un'immigrazione clandestina in continua espansione;
di chiarire quali saranno le iniziative concrete che il Governo metterà in atto a Milano al fine di contrastare nuovi episodi di criminalità e spezzare quanto prima questa odiosa realtà, che vede criminali sfruttare la clandestinità per schiavizzare e arricchirsi;
di valutare l'opportunità di istituire nel capoluogo lombardo un'intelligence altamente specializzata e qualificata, che veda lavorare insieme la Direzione Antimafia della magistratura, la Squadra Mobile della Polizia di Stato, il Ris dei Carabinieri e il GiCo della Guardia di Finanza, per intervenire con maggior decisione su ogni aspetto criminale dell'immigrazione clandestina;
di spiegare quali siano i controlli e le verifiche effettuati prima del rilascio dei permessi per motivi umanitari poiché,

come testimonia questa operazione, si rischia di accogliere veri e propri criminali sotto le vesti di presunti profughi.
(4-02305)

DE CORATO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il 28 novembre 2006, come riportato da un'agenzia Ansa, il Ministro dell'interno Giuliano Amato, ha dichiarato che: «se non si mettono in campo misure alternative efficaci in tema di immigrazione anche in Italia, come già sta avvenendo in altri Paesi europei, una sanatoria sarà inevitabile»;
Milano, definita capitale europea dell'immigrazione (per la presenza di un elevato numero di clandestini in relazione al territorio), ha già accolto e integrato oltre 170 mila immigrati, sostenendo e continuando a sostenere con le proprie strutture di accoglienza e assistenza una presenza massiccia di extracomunitari in continuo arrivo sul nostro territorio;
un'eventuale sanatoria per la città di Milano equivarrebbe ad una nuova ondata migratoria che aggiungerebbe ai circa 70-80 mila immigrati irregolari già presenti nel capoluogo lombardo altre migliaia e migliaia di clandestini;
con la sanatoria, Milano avrebbe un altro grosso problema ovvero quello di dover accogliere e integrare queste migliaia di extracomunitari regolarizzati, in cerca di alloggio, lavoro, assistenza sanitaria e altro;
la sanatoria infatti non garantisce automaticamente l'integrazione degli extracomunitari nel tessuto sociale, economico e lavorativo italiano;
a testimonianza della criticità della situazione l'11 dicembre 2006 a Milano presso l'ufficio postale di Piazza Cordusio si è verificato un vero e proprio assalto collettivo agli sportelli da parte di centinaia di immigrati, convinti erroneamente di ritirare i moduli per la preannunciata sanatoria: un pericoloso equivoco che rappresenta il preludio di quello che potrebbe accadere a Milano in seguito alla sanatoria -:
se il Ministro interrogato non ritenga:
di chiarire, qualora fosse stabilita una sanatoria, in che modo il Governo intenda sostenere Milano e le altre città italiane, mete privilegiate di flussi migratori, in seguito alla regolarizzazione di migliaia di immigrati in cerca di lavoro, alloggio e assistenza sanitaria;
di valutare il negativo impatto che questo provvedimento potrebbe avere su alcune città, prima fra tutte Milano, dove la situazione attuale vede le strutture comunali di accoglienza e assistenza e le associazioni di volontariato già impegnate al massimo per rispondere adeguatamente ai continui flussi migratori.
(4-02306)

DE CORATO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
secondo fonti del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria sono circa un migliaio i rumeni detenuti nelle carceri italiane per aver violato la legge «Bossi-Fini» sull'immigrazione clandestina oppure in custodia cautelare per reati come furto o rapina;
con l'ingresso della Romania nell'Unione europea, questi detenuti usciranno nei prossimi mesi e non potranno più essere oggetto di provvedimenti di espulsione dall'Italia;
allo stato attuale la situazione delle città metropolitane è esplosiva e scarcerare un migliaio di detenuti rumeni senza un preciso piano significherebbe a giudizio dell'interrogante innescare nuove micce di criminalità;
gli effetti di questa politica saranno deleteri soprattutto per i minori rumeni che sono oggetto di ignobili forme di sfruttamento come furti, accattonaggio e

prostituzione: fenomeni allarmanti che a Milano sono stati denunciati più volte dalla cronaca cittadina -:
se il ministro interrogato non ritenga:
di fornire il dato preciso relativo al numero di scarcerati rumeni che usciranno complessivamente dalle carceri di Opera, Bollate e San Vittore, oltre che dal penitenziario minorile Beccarla;
di illustrare le misure predisposte tramite Prefetture e Questure per rispondere agli eventuali problemi causati dagli scarcerati che potrebbero tornare a delinquere;
di chiarire quali saranno le iniziative concrete nei confronti dei minori scarcerati al fine di evitare che siano presi di mira dalla criminalità organizzata per traffici e attività illeciti.
(4-02309)

ALLASIA, FAVA, MONTANI e BRIGANDÌ. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
la stazione ferroviaria di Torino risulta interessata da imponenti lavori di ristrutturazione ed ammodernamento;
a quanto risulta agli interroganti, nell'ambito dei predetti lavori di ristrutturazione ed ammodernamento, le Ferrovie dello Stato e la società «Grandi Stazioni» stanno sollecitando uno spostamento del posto di polizia ferroviaria dall'attuale ubicazione, sul lato di via Sacchi, ad un sito individuato sul lato di via Nizza;
ad avviso degli interroganti tale trasferimento, ancorché interno alla stazione ferroviaria torinese, potrebbe essere foriero di non trascurabili conseguenze negative per la sicurezza dei viaggiatori, allontanando il presidio dalla testa dei binari, e contribuirebbe certamente ad aggravare il degrado della zona di via Sacchi -:
quale sia l'opinione del Governo in merito all'opportunità del riposizionamento del posto di polizia ferroviaria sito all'interno della stazione di Torino e se tale spostamento sia ritenuto funzionale rispetto all'obiettivo di garantire al meglio la sicurezza dei viaggiatori e degli abitanti di via Sacchi.
(4-02316)

RAMPELLI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il 20 gennaio 2006 l'interrogante ha appreso la notizia di un grave episodio di intimidazione avvenuto in Istria ai danni della comunità italiana;
secondo quanto riferisce Il Piccolo del 16 gennaio, in località Sissano, un piccolo villaggio nei pressi del comune di Lisignano, un gruppo di ragazzi ha danneggiato e imbrattato la sede locale della Comunità degli Italiani, ristrutturata di recente anche grazie al sostegno finanziario del governo italiano e dall'Università Popolare di Trieste;
la notizia è stata poi opportunamente divulgata dal coordinatore della Mailing List Histria - MLH, un gruppo di discussione presente da qualche anni sul web al fine di preservare e tutelare l'identità culturale istriana, fiumana e dalmata;
il gesto intimidatorio, di chiara matrice nazionalista, è solo l'ultimo - in ordine di cronaca - di una lunga serie di atti vandalici nei confronti della minoranza italiana residente in Croazia -:
se non ritenga opportuno contattare con urgenza - anche per il tramite del Ministero degli esteri - il Ministro dell'interno del governo croato, signor Ivica Kirin, affinché prenda gli opportuni provvedimenti nei confronti dei responsabili di questi continui episodi di violenza nonché le necessarie iniziative per tutelare la sicurezza degli italiani residenti in Istria.
(4-02317)

CARUSO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
in data 19 gennaio 2007, i rappresentanti del movimento di lotta per il

lavoro di Salerno comunicavano agli uffici preposti della locale Questura la volontà di organizzare una manifestazione cittadina per rivendicare il diritto al lavoro e al reddito;
in data 23 gennaio la Questura consegnava agli organizzatori la comunicazione del Questore cat A4/07/169.1 Gab. con la quale veniva negato il permesso di manifestare lungo le vie del centro e prescritto un percorso alternativo;
le motivazioni alla base del provvedimento parlano di «gravi riflessi sulla circolazione veicolare e inevitabili turbative all'ordine e alla sicurezza pubblica, nonché impedimenti al transito di mezzi di soccorso»;
è la prima volta che, a memoria dell'interrogante, il diritto a manifestare, diritto costituzionalmente garantito, viene sacrificato a causa dei «gravi riflessi sulla circolazione veicolare» che questo comporterebbe;
allo stesso modo è molto difficile comprendere quali siano le «turbative all'ordine e alla sicurezza pubblica» connesse allo svolgimento del corteo da largo Prato di Pastena a piazza Amendola, definite nella comunicazione del Questore addirittura come «inevitabili» -:
se il ministro sia a conoscenza dei fatti sopra riportati;
se non ritenga opportuno tutelare il diritto a manifestare da parte delle fasce sociali più deboli;
se non ritenga deplorevole declassare l'esercizio dei diritti sanciti dalla Costituzione, manifestazioni di rivendicazione del diritto al lavoro e al reddito, come un problema di semplice e banale intralcio al traffico veicolare.
(4-02328)