Allegato B
Seduta n. 98 del 25/1/2007

BENI E ATTIVITÀ CULTURALI

Interrogazione a risposta scritta:

PIRO. - Al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
durante una indagine territoriale sul circondario dei monti di Palermo, comprensivo del territorio della Piana e quello della costa (località Barcarello-Malopasso di Monte Gallo a Palermo, precisamente sito di Pietra Tara), sono state recentemente rilevate strutture murarie che presentano una costruzione architettonica così detta a «doppio paramento e rinzeppatura interna» e tali strutture, tutte lungo la fascia pedemontana di Monte Billiemi e Monte Gallo, sembrano configurare un grande e articolato «complesso topografico murario» (15000 mq. circa);
in seguito a tale rinvenimento le ulteriori indagini hanno portato alla luce importanti frammenti ceramici che cronologicamente abbracciano diverse epoche, dal Bronzo all'Ellenistico-Romano;
in considerazione degli importanti ritrovamenti e delle accurate indagini eseguite, la Associazione Mirto Verde, curatrice delle ricerche territoriali, ha trasmesso (con nota del 15 luglio 2005) la segnalazione di un rinvenimento di nuovo sito archeologico, denominato Pietra Tara e posto nella Riserva Orientata di Capo Gallo, Palermo, all'Assessorato Regionale dei Beni Culturali, alla Soprintendenza di Palermo, all'Ente Gestore della Riserva di Capo Gallo e alla Guardia di Finanza;
all'avvenuta risposta della Soprintendenza della Provincia di Palermo (con nota 4084 dell'11 agosto 2005) che richiedeva relazioni e relativa trasmissione del materiale fotografico e cartografico, ha fatto seguito quella dell'Associazione Mirto Verde (nota del 16 agosto 2005), con relativa trasmissione delle foto del sito di Pietra Tara a Monte Gallo, mentre il materiale ceramico rinvenuto è stato portato presso il Centro del Restauro dell'Assessorato Regionale dei Beni Culturali per essere sottoposto a esami cosiddetti archeometrici; successivamente l'Assessore Regionale per i Beni Culturali ha provveduto personalmente a sollecitare la Soprintendenza, affinché procedesse alla segnalazione della scoperta del sito archeologico di Pietra Tara; l'Ente Gestore della Riserva terrestre di Capo Gallo, l'Azienda Foreste Demaniali della Regione Siciliana (con atto n. 12761 del 30 settembre 2005) ha autorizzato l'Associazione Mirto Verde ad effettuare rilievi fotogrammetrici, allo scopo di chiarire la natura e la complessa articolazione dei reperti; l'Azienda Foreste Demaniali Regione Siciliana (con prot. 10533/05 del 30 marzo 2006) ha successivamente permesso che la stessa Associazione realizzasse «rilievi in ambito di Riserva R.N.O. Capo Gallo per fini di ricerca archeologica», anche mediante sorvolo con mezzi aerei della Guardia di Finanza per riprese filmate e fotografiche e rilievi di tipo topografico classico, con l'ausilio di strumentazione tecnologica tipo georadar e raggi X;
le indagini che fino ad oggi è stato possibile effettuare, compreso il piano di volo, hanno dato esiti favorevoli alla conoscenza della complessità del sito di Pietra Tara, evidenziando in primis tutte le zone dei Monoliti giganti e gli ambienti ad essi relativi, mentre l'esame eseguito con un georadar, in una delle strutture individuate dalla fotografia aerea, ha dato esiti positivi alla determinazione di una «struttura a tumulo», nel cui interno è stato verificata la possibilità di superfici pseudo-ortostatiche con cavità integra;
nonostante siano intervenuti, in occasione delle due giornate di studio organizzate lo scorso 4-5 dicembre 2005, autorevoli pareri di archeologi italiani di chiara fama, a conforto dell'importanza della segnalazione del sito di Pietra Tara (tra i quali meritano di essere citati Roberto Maggi, Soprintendente di Genova, Fausto Gnesotto Università di Trieste, Giuseppina Tanda Università di Cagliari, Vincenzo Tinè Museo Pigorini Roma, Emmanuel

Anati Direttore Centro Camuno di Studi Preistorici e Protostorici, Francesco Mezzena Soprintendenza Valle D'Osta), la comunicazione dell'Organo interpellato, la Soprintendenza ai BB.CC.AA. di Palermo, con nota del protocollo n. 5241 del 25 ottobre 2005, ha espresso il seguente intendimento: «la tipologia delle strutture e l'organizzazione degli spazi, almeno ad una prima sommaria analisi, non trova, tuttavia conforti significativi sotto il profilo archeologico, né sono stati riscontrati altri indicatori affidabili, quali ad esempio la presenza di frammenti ceramici o depositi antropici (...) pertanto a parere della scrivente non esistono dati sufficienti per attribuire le strutture murarie di Pietra Tara ad età antica o preistorica (...). Ciò premesso, è evidente che qualora venissero offerti nuovi dati o emergessero elementi utili all'attivazione di ricerche di tipo archeologico, questa Soprintendenza manifesta la propria disponibilità ad intraprendere tali indagini al fine di dare risposte compiute e veritiere ad un quesito connotato da una evidente complessità interpretativa»;
contrariamente a quanto sostenuto dalla Soprintendenza, il professor Emmanuel Anati e il professor Francesco Mezzena (rispettivamente Direttore Centro Camuno di Studi Preistorici e Protostorici e Soprintendenza Valle D'Osta), in occasione di un primo sopralluogo sul sito, hanno indicato la necessità di proseguire le indagini e di approfondire la problematica archeologica, in considerazione del fatto che non esiste a tutt'oggi «nessun tipo di struttura megalitica che si possa confrontare con quanto visto nel sito di Pietra Tara...»;
ad un anno dalla segnalazione del Sito di Pietra Tara, la Soprintendenza della Provincia di Palermo non ha preso in considerazione alcun intervento di indagine e di scavo, così come richiesto ed evidenziato da eminenti studiosi; non ha sottoposto ad alcuna protezione di vincolo né etnoantropologico né archeologico il sito che, rimanendo aperto a chiunque, rischia manomissioni, anche gravi, nonché la distruzione di frammenti ceramici del bronzo, patelle cerulee, frammenti a vernice nera e frammenti del periodo Ellenistico-Romano;
in assenza di vincoli e protezioni si rischia l'alterazione dello stato di conservazione del sito e a suffragare le preoccupazioni intervengono alcune intromissioni già avvenute, come l'apposizione di segnaletica da parte degli operai dell'Azienda Foreste presso i maggiori monumenti, come il monolite di Pietra Tara e Tara II, la segnaletica della Riserva, che ne manomette il talus, e l'apertura di sentieri con alterazione delle strutture archeologiche murarie -:
se il Ministro sia a conoscenza dell'importante rilevazione del sito di Pietra Tara;
se non ritenga di dover intervenire, nelle sedi di sua competenza, affinché possano continuare le indagini di scavo, al fine di un definitivo accertamento della rilevanza del sito archeologico di Pietra Tara, insieme ad una sua adeguata tutela.
(4-02304)