Allegato B
Seduta n. 97 del 24/1/2007

...

LAVORO E PREVIDENZA SOCIALE

Interrogazioni a risposta scritta:

PEDICA. - Al Ministro del lavoro e della previdenza sociale, al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
i lavoratori che fanno parte dell'attività di ricerca petrolifera, (perforazione, esplorazione e produzione di idrocarburi) svolgono tale lavoro in condizioni atmosferiche e climatiche spesso proibitive e sono costretti a rispettare orari di lavoro estremamente onerosi;
in particolare, quest'attività viene svolta all'aperto per 12 ore consecutive di lavoro al giorno sia se essa si svolge all'estero che in Italia: rispettivamente per 35 giorni consecutivi all'estero, 14 giorni in Italia e 28 giorni sulle piattaforme petrolifere;
i lavoratori sono spesso a contatto (per contatto fisico ed inalato) con prodotti chimici (polveri) dannosi alla salute, a volte anche cancerogeni, usati per la miscelazione di liquido chiamato «fango»; stivati in grosse vasche;
detto fango viene pompato nel sottosuolo e ritorna in superficie ad alte temperature provocando dannose inalazioni per i lavoratori che operano sulle suddette vasche di raccolta;
inoltre, coloro che operano sulle piattaforme petrolifere sono costretti a vivere e lavorare in spazi angusti e ristretti che, peraltro, si caratterizzano per un alto grado di rumorosità e vibrazioni che causano stress da scarso riposo;
l'alto tasso di pericolosità di tale lavoro è dimostrata anche dal fatto che il Corpo delle Miniere, organo di vigilanza del settore minerario in Italia, impone a tali lavoratori operanti sul territorio nazionale visite mediche semestrali e non annuali, come invece previsto per i lavori non usuranti -:
se il Governo non ritenga necessario adottare iniziative normative volte a riconoscere il lavoro di cui in epigrafe come lavoro usurante, anche per uniformarsi alla normativa comunitaria.
(4-02269)

STUCCHI. - Al Ministro del lavoro e della previdenza sociale, al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
da notizie stampa si apprende che la Mazzini Ici di Zingonia (comune di Ciserano), azienda specializzata nella progettazione di impianti di condizionamento per macchinari utilizzati nell'industria tessile, abbia intenzione di effettuare un ridimensionamento del personale;
il ridimensionamento colpirebbe 18 lavoratori degli attuali 42 portando così

l'organico a 24 dipendenti, dopo che già nel 2004 la Mazzini aveva chiesto la messa in mobilità per 18 persone;
la notizia del ridimensionamento arriva come un fulmine a ciel sereno visto che l'azienda, recentemente, aveva acquisito la Ferman di Lecco, reduce dal fallimento, e questo aveva portato a pensare che l'azienda fosse vitale e quindi nulla faceva presagire la difficoltà, che ora ventila l'azienda, di operare nel mercato;
la Mazzini Ici è l'ennesima azienda in crisi nella provincia bergamasca -:
se siano a conoscenza della situazione illustrata in premessa e quali interventi i Ministri intendano adottare in proposito, al fine di tutelare i lavoratori della Mazzini Ici.
(4-02271)

GIOACCHINO ALFANO. - Al Ministro del lavoro e della previdenza sociale, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
gli ispettori di vigilanza dell'INPS, anche se collocati in pensione, sono impegnati per conto dell'Istituto presso i Tribunali competenti per giudizi inerenti l'attività svolta, non conclusi entro la data del loro collocamento a risposo;
a tali soggetti non viene corrisposto alcun tipo di trattamento economico o rimborso spese;
per poter assolvere a tale impegno hanno necessità di consultare i verbali contenuti nei personal computer in dotazione agli ispettori per svolgere la loro attività -:
quali iniziative intendano adottare per consentire a detto personale il riscatto delle dotazioni strumentali utilizzate in corso di attività al loro valore residuo.
(4-02281)

MARTINELLO. - Al Ministro del lavoro e della previdenza sociale. - Per sapere - premesso che:
con il decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 503 (cosiddetta riforma Amato), sono stati introdotti criteri più restrittivi in tema di integrazione al trattamento minimo, rispetto alla precedente normativa di cui al decreto-legge 12 settembre 1983, n. 463, convertito, con modifiche, dalla legge 11 novembre 1983, n. 638;
per la valutazione dei presupposti che danno diritto al trattamento minimo previdenziale è risultata determinante la condizione reddituale complessiva goduta dal pensionato, con particolare riguardo pertanto anche ai redditi percepiti dal coniuge;
in particolare gli effetti previsti dall'entrata in vigore dell'articolo 4, che si riferisce ai nuovi requisiti reddituali, del sopra citato decreto legislativo sono subito apparsi particolarmente iniqui nei confronti di quelle donne che, nella prospettiva del conseguimento dell'integrazione al minimo, avevano scelto di abbandonare l'attività lavorativa per dedicarsi alla cura della famiglia;
è vero che per riconoscere un maggiore livello di tutela nei confronti di queste categorie si sono apportate nel corso degli anni delle modifiche al decreto legislativo n. 503 del 1992. Così l'articolo 11, comma 38, della legge 24 dicembre 1993, n. 537 ne ha differito l'entrata in vigore e ha innalzato i limiti di reddito originariamente previsti; così anche la legge 14 dicembre 2000, n. 385, ha parzialmente modificato l'articolo 4 del citato decreto subordinando il conseguimento di un'integrazione soltanto parziale al possesso di determinati requisiti di anzianità contributiva;
questi interventi legislativi non hanno comunque posto fine alle ingiustizie che si sono verificate a seguito dell'entrata in vigore del decreto legislativo n. 503 del 1992;
alcuni autorevoli rappresentanti di questo Governo, tra i quali l'attuale Presidente del Consiglio ed il Ministro degli esteri, avevano sottoscritto, nel 1996, un

documento politico in occasione del congresso della Federcasalinghe, svoltosi a Fiuggi, impegnandosi non solo a cancellare l'articolo 4 della legge di riforma Amato per l'integrazione al minimo ma sottolineando che tra i risultati ottenuti, con molti sforzi ed un tenace lavoro, l'allora Governo Dini appoggiato da tutto il centrosinistra, aveva anche trovato la copertura finanziaria per cancellare definitivamente l'articolo 4 -:
quali provvedimenti il Ministro e l'attuale Governo intendano adottare per porre rimedio ad una situazione di ingiustizia sociale che continua a pesare su molte famiglie italiane.
(4-02287)

FABRIS. - Al Ministro del lavoro e della previdenza sociale. - Per sapere - premesso che:
lo scorso 12 gennaio la dirigenza della società di telefonia Wind ha annunciato ai sindacati il piano industriale per l'anno 2007;
il nuovo modello organizzativo prevede la cessione del call center di Sesto San Giovanni (Milano) ad altra azienda, non ancora resa nota;
risulta che il call center di Sesto San Giovanni occupa 270 lavoratori, per la maggior parte donne (70 per cento), con un'età media di 33 anni, assunti con contratto full time a tempo indeterminato e con una anzianità lavorativa oscillante tra i 7 ed i 10 anni;
tutti i dipendenti della Wind sono assunti a tempo indeterminato, ma rispetto alle altre sedi della società, quella di Sesto San Giovanni ha una percentuale di lavoratori a tempo pieno più alta (80 per cento);
la notizia dell'esternalizzazione del call center ha provocato immediati scioperi spontanei e soprattutto grande timore per la perdita del contratto a tempo pieno da parte dei lavoratori coinvolti;
la società ha giustificato la cessione del ramo d'azienda sostenendo che la sede di Sesto San Giovanni risulta essere la più piccola e la più carente sul piano qualitativo;
ad avviso dell'interrogante il nuovo piano industriale della Wind riflette una organizzazione aziendale orientata esclusivamente al miglioramento della posizione sul mercato, a discapito dei lavoratori che per anni hanno dedicato alla società la loro competenza e la loro professionalità -:
quali iniziative il Governo intenda assumere al fine di tutelare il contratto a tempo indeterminato full time dei dipendenti della società Wind di Sesto San Giovanni, garantendo loro il ricollocamento all'interno della stessa azienda.
(4-02295)