Allegato B
Seduta n. 97 del 24/1/2007

...

POLITICHE AGRICOLE, ALIMENTARI E FORESTALI

Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:

XIII Commissione:

MARINELLO, MISURACA, TESTONI e ROMELE. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
il movimento ippico italiano, negli ultimi anni, grazie soprattutto all'introduzione di nuove tipologie di gioco è tra i settori dell'intero comparto giochi a maggiore crescita economica del nostro Paese;
i continui cambiamenti sulle strategie di gestione del comparto troppo spesso finiscono per penalizzare il movimento nella sua interezza, nonché le imprese che operano nei vari ambiti della filiera ippica;
nonostante l'evidente difficoltà nell'individuare soluzioni stabili ai problemi, dell'ippica il movimento è stato capace di imporsi all'attenzione costante del pubblico degli scommettitori, assicurando ingenti

e crescenti proventi alle casse dello Stato fin quasi al raggiungimento dell'equilibrio economico per i fabbisogni dell'intero sistema;
il recente decreto-legge n. 223 del 2006, meglio noto come decreto Bersani ha previsto all'articolo 38 l'attivazione di procedure ad evidenza pubblica per l'aggiudicazione di diritti ippici per la gestione di concorsi e scommesse legate al movimento ippico nazionale;
gli esiti di tali procedure sono in via di pubblicazione, essendosi oramai concluse le procedure di valutazione delle offerte, ma appare già evidente, secondo gli interroganti, un quadro non particolarmente esaltante considerato che molti diritti non verranno aggiudicati;
le mancate aggiudicazioni di migliaia di diritti ippici, unitamente alla chiusura di circa 8.000 punti decretata dai termini stessi del decreto, sono la dimostrazione evidente delle errate valutazioni commesse, secondo gli interroganti, a livello politico nella definizione prima dei contenuti del suddetto articolo 38 del decreto Bersani e quindi nella redazione del successivo bando di gara;
l'introduzione, prevista all'interno della legge finanziaria per il 2007, di tipologie di gioco relative a scommesse virtuali su eventi ippici, rischia di diventare un ulteriore fattore di crisi per il movimento ippico, non avendo previsto misure di riversamento dei proventi che ne deriveranno all'attività ippica, cui viene in più sottratto il Totip;
le conseguenze di tali mancate aggiudicazioni appaiono particolarmente negative por il movimento ippico, per l'Unire e per l'Erario in termini di minori entrate, per non parlare delle ripercussioni negative sulla filiera ippica e sugli operatori nazionali;
il richiamato decreto Bersani ha privato l'ente Unire di competenze importanti sull'intero movimento ippico, secondo gli interroganti operandone un improvviso trasferimento all'Amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato, e svilendo, oltre ogni valida ragione, il ruolo dell'ente storico di riferimento dell'ippica nazionale -:
se siano state attentamente valutate le conseguenze dell'assenza di una strategia di lungo periodo nella gestione del comparto ippico, attraverso un adeguato approfondimento tra le parti, nonché le conseguenze derivanti dalle procedure di selezione pubblica per l'assegnazione dei diritti ippici, con l'evidente richiamata riduzione della rete di raccolta.
(5-00597)

MADERLONI, ZUCCHI e FIORIO. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
le foreste, come indicato nelle Linee guida di programmazione forestale, svolgono un ruolo multifunzionale strategico, per cui una gestione forestale appropriata non può non tener conto del valore economico dei beni e servizi offerti dal patrimonio boschivo; in particolare, nelle zone rurali e montane le foreste costituiscono un'importante, se non la principale, fonte di guadagno;
ai fini di una gestione integrata del territorio e dell'ambiente assume rilevanza fondamentale l'impiego di personale con compiti specifici di tutela del patrimonio forestale;
sotto questo profilo, la situazione in cui si trovano le singole regioni italiane appare molto differenziata;
vi sono numerose regioni in cui sono attivi, sia pure con forti variazioni di numero e con una diversa proporzione tra rapporti di lavoro a tempo indeterminato e a tempo determinato, operai forestali alle dipendenze della regione e vi sono regioni (quali l'Emilia Romagna e le Marche) in cui tali operai non sono presenti -:
se vi siano finanziamenti a carico del bilancio dello Stato finalizzati a sostenere l'occupazione nel settore forestale, e a quale entità eventualmente ammontino

per ciascuna regione, con una distinta indicazione dei finanziamenti relativi a rapporti di lavoro a tempo indeterminato e di quelli relativi a rapporti a tempo determinato.
(5-00598)

RUVOLO, DELFINO, ROMANO, D'ALIA, DRAGO e LUCCHESE. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
la soluzione dei «piano di ristrutturazione» trovata dal Ministro dell'agricoltura per risolvere il problema del debiti contributivi, ad oggi ha prodotto soltanto aspettative deluse e determinato una situazione di totale incertezza per le aziende agricole che hanno aderito con fiducia al progetto;
in Sicilia non si fermano le procedure attivate dalla Serit per la riscossione coattiva dei debiti contributivi oggetto di «cartolarizzazione», generando una situazione insostenibile dove gli agricoltori si vedono mettere i propri immobili all'asta, notificare avvisi di pignoramento, iscrizioni di ipoteca, cartelle esattoriali;
il CdA dell'Inps pone uno stop ingiustificato all'operazione che mette a repentaglio la sopravvivenza di aziende agricole siciliane;
l'azione del Governo e del Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali: è stata caratterizzata in queste ultime settimane da una assoluta assenza di indirizzi;
lo stesso Ministro ha evidenziato che il piano di ristrutturazione era l'unica strada percorribile, non essendo praticabili agevolazioni diverse, o condoni -:
se il Governo intenda intervenire in via urgente a dirimere la questione, bloccando le procedure esecutive intraprese dalle società di riscossione, e a rendere operativo il piano di ristrutturazione, ridando fiducia e certezze al mondo agricolo siciliano che rischia seri danni a causa delle azioni di riscossione coattiva.
(5-00599)

MELLANO. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
l'agricoltura è certamente da annoverare (insieme ad altre attività antropiche) tra le cause del degrado del suolo, ma senza dubbio rappresenta anche una importantissima risorsa per iniziare un'inversione di tendenza nel prossimo futuro;
nel settembre del 2006 è stata emanata una proposta di direttiva quadro sul suolo che dovrebbe essere approvata nei prossimi mesi dal Parlamento europeo e divenire vincolante per tutti gli Stati membri, con precise indicazioni delle azioni da intraprendere per proteggere il suolo da minacce quali: erosione, compattazione, salinizzazione, contaminazione, perdita di sostanza organica, diminuzione della biodiversità, alluvioni e smottamenti, impermeabilizzazione;
congiuntamente alla proposta di direttiva, la Commissione europea ha predisposto una «Strategia tematica sul suolo» (COM(2006)231 del 22 settembre 2006);
è a conoscenza dell'interrogante il fatto che è richiesto dall'Unione europea un parere sulla proposta di direttiva al Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali -:
quale posizione il Ministero abbia assunto o intenda assumere in merito alla proposta di direttiva europea e alla Strategia tematica sul suolo definita dalla Commissione europea, nonché quali iniziative, anche di carattere legislativo, intenda adottare nelle materie di propria competenza per garantire il contributo dell'agricoltura alla difesa del suolo.
(5-00600)

Interrogazione a risposta in Commissione:

MISURACA, GIUSEPPE FINI, GRIMALDI, IANNARILLI, LICASTRO SCARDINO, MARINELLO, MINARDO, ROMELE

e PAOLO RUSSO. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
l'articolo 1-bis del decreto-legge 12 maggio 2006, n. 173, recante proroga di termini per l'emanazione di atti di natura regolamentare e legislativa, convertito con modificazioni dalla legge 12 luglio 2006, n. 228, aveva disposto la proroga al 15 ottobre 2006 del termine fissato dall'articolo 01, comma 3, del decreto-legge 10 gennaio 2006, n. 2, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 marzo 2006, n. 81, sospendendo i giudizi pendenti e le procedure di riscossione e recupero relativi ai suddetti debiti contributivi esistenti alla data del 30 giugno 2006;
a conclusione del passaggio alla Camera del medesimo decreto-legge 173/06 il Governo ha accolto l'ordine del giorno Misuraca 9/1222/5, che impegnava il Governo «a presentare, sulla base delle risultanze della commissione dei tre esperti, un apposito disegno di legge per la risoluzione della questione dei contributi previdenziali agricoli»;
nell'interrogazione a risposta immediata in Commissione Misuraca 5/00234 del 27 settembre 2006, stante la difficile situazione tra gli agricoltori, veniva chiesto «se il Governo fosse ancora intenzionato a presentare un apposito disegno di legge per la soluzione dei debiti delle aziende agricole nei confronti dell'INPS, in particolare prevedendo un'adeguata copertura finanziaria» ottenendo in merito una risposta negativa;
successivamente nel corso dell'audizione presso la Commissione agricoltura della Camera, il 17 ottobre 2006, il Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali annunciava di aver trovato la soluzione del problema della cartolarizzazione dei crediti vantati dall'INPS nei confronti delle aziende agricole, mediante una azione di natura privatistica il che si traduce in un accordo tra i debitori ed un gruppo di banche (alle quali la Scci società di cartolarizzazione dei crediti INPS nel frattempo ha ceduto i crediti);
per stessa dichiarazione del Ministro De Castro, nella citata audizione parlamentare: «gli obiettivi dell'operazione sono sostanzialmente tre. In primo luogo, la chiusura dei procedimenti di riscossione coattiva attualmente in corso per i debitori che aderiscono al piano di ristrutturazione. Conseguentemente, tutte le problematiche relative alle cause pendenti tra agricoltori ed INPS, e quant'altro, cessano nel momento in cui si aderisce al piano di ristrutturazione»;
nonostante le rassicurazioni del Ministro, come evidenziato da altre due interrogazioni a risposta immediata in Commissione (Misuraca 5-00390 del 14 novembre 2006 e Misuraca 5-00487 del 12 dicembre) continua la situazione di forte disagio in cui si trovano moltissime aziende agricole titolari di debiti verso l'INPS le quali, nonostante l'avvio delle procedure di estinzione come sopra ricordato, continuano a ricevere preavvisi di fermo dei beni mobili registrati (meglio noti come «ganasce fiscali»);
il rappresentante del Governo in risposta all'interrogazione 5-00487 del 12 dicembre 2006 ha ripetuto che l'intera operazione per la chiusura della vicenda «è ormai giunta alla fase conclusiva» e che «appare condivisibile la proposta di consentire agli agricoltori di poter aderire alle proposte di rientro formulate dalle banche senza che vi siano nel contempo azioni di riscossione da parte dei concessionari»;
nella medesima risposta il rappresentante del Governo ha dichiarato che «il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali ha chiesto al Ministero dell'economia e delle finanze di autorizzare una proroga al 28 febbraio 2007 del termine di cui alla legge 228/2006, proprio per limitare eventuali difficoltà agli imprenditori agricoli che dovessero essere oggetto di azioni di riscossione da parte delle società incaricate»;
nessun provvedimento concreto, a tutt'oggi, è stato adottato e - mentre autorevoli rappresentanti del Governo

continuano a divulgare comunicati trionfalistici, con i quali confermano che il problema INPS per gli agricoltori è stato risolto - le società di riscossione (come la Serit S.p.A. in Sicilia) hanno continuato a notificare le cartelle per il pagamento dei contributi dovuti dagli agricoltori con il preavviso di fermo dei beni mobili registrati (meglio noto come «ganasce fiscali») e grave disappunto da parte degli agricoltori stessi;
addirittura nei giorni scorsi è stato messo all'asta e venduto un bene immobile di una imprenditrice agricola di Palermo, in attesa della proroga del blocco delle azioni esecutive, caduto il 15 ottobre 2006;
risultano da organi di stampa notizie contraddittorie sull'intera operazione evidenziando responsabilità di Ministeri ed Enti, quali l'INPS, sulla mancata autorizzazione necessaria all'intera operazione di cessione dei crediti;
non risulta agli interroganti alcuna richiesta ufficiale da parte del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali al Ministero dell'economia e delle finanze per l'ottenimento di una proroga per il blocco delle riscossioni;
non risulta altresì che l'argomento sia stato trattato dal consiglio di amministrazione dell'INPS;
autorevoli firme del giornalismo economico italiano hanno indicato così come previsto tra l'altro dall'ordine del giorno 9/1222/5 sopra citato, che la soluzione passa necessariamente attraverso una proposta legislativa;
nonostante l'importanza vitale per circa 540.000 aziende agricole italiane di addivenire alla chiusura della vicenda nel più breve tempo possibile, sull'argomento non vi è mai stata una riunione ufficiale dei Ministri competenti e cioè politiche agricole, economia e lavoro per addivenire ad una soluzione da essi condivisa;
la soluzione di natura privatistica prospettata dal Ministro ha finora creato confusione e ha deluso le aspettative come segnalato anche dalle Organizzazioni professionali agricole che, con uno slancio di dignità, hanno preso posizione a difesa dei propri associati, denunciando come indifferibile la necessità di risolvere la questione dei debiti delle aziende agricole nei confronti dell'INPS -:
se non sia il caso di intervenire con urgenza per sospendere le riscossioni coattive, approvando un provvedimento legislativo che blocchi nuovamente i termini per la riscossione coattiva almeno fino al 30 aprile 2007;
se non sia il caso di porre l'argomento all'attenzione del Consiglio dei ministri e del Premier, considerato il tempo trascorso inutilmente e senza nessun risultato da parte dei soggetti finora delegati alla materia a risolvere definitivamente il problema.
(5-00596)

Interrogazione a risposta scritta:

CARUSO. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali.- Per sapere - premesso che:
presso l'Ispettorato centrale repressione frodi del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali prestano servizio circa 30 borsisti selezionati e assunti tramite concorso pubblico ai sensi del decreto ministeriale n. 4217 del 19 novembre 2003 e i suddetti prestano servizio presso i laboratori di: Modena; Conegliano Veneto; Perugia; Salerno; Catania;
tali borsisti svolgono mansioni ordinarie di analista assistente tecnico di laboratorio perito chimico, tali però non sono specificate nel bando di assunzione dove non si fa nessuna menzione su quelle che saranno le mansioni lavorative specifiche a tal proposito nel decreto all'articolo 2 si dice «il borsista ha svolto attività di ricerca, studio e analisi» e all'articolo 13, paragrafo 1), si dice che il borsista ha l'obbligo di: «iniziare presso la sede assegnata ed alla data indicata l'attività prevista seguendo le direttive

impartite dal direttore del laboratorio per il tramite del tutor al quale è stato affidato»;
i borsisti dell'Ispettorato centrale repressione frodi del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali sono equiparati come attività lavorative ai dipendenti a tempo indeterminato ma non hanno diritto a ferie e giorni di malattia retribuiti infatti dal bando di selezione sopra menzionato all'articolo 13, paragrafo 2), si dice che i suddetti devono «continuare l'attività regolarmente ed ininterrottamente per l'intero periodo di durata della borsa; potranno essere giustificate interruzioni nello svolgimento dell'attività esclusivamente per motivi di salute o per cause forza maggiore debitamente comprovate. In ogni caso, le interruzioni interrompono l'erogazione degli emolumenti e non possono superare complessivamente i 30 giorni nell'arco dell'anno e comunque i 15 giorni continuativi, pena la decadenza dalla borsa di studio. In caso di interruzione per i motivi sopra riportati, il termine finale dell'attività del borsista verrà protratto per un numero di giorni pari alle assenze effettuate»;
rischiano pertanto di decadere dal servizio se superato tale limite di assenze, come recita l'articolo 14 del bando di selezione «L'assegnatario che non ottemperi ad uno degli obblighi di cui al predetto articolo 13, o che si renda responsabile di altre gravi mancanze, o non dia prova di possedere sufficiente attitudine sarà dichiarato decaduto dal godimento della borsa di studio con provvedimento dell'Ispettore generale capo, su proposta motivata del Direttore del laboratorio di destinazione del borsista. In tal caso, come in caso di rinuncia susseguente all'inizio dell'attività, la borsa di studio può essere conferita al candidato utilmente collocato seguente nella graduatoria, purché il residuo periodo disponibile non risulti inferiore a sei mesi»;
sono tenuti come recita il decreto all'articolo 13, paragrafo 3), a: «osservare le norme interne che regolano l'attività dell'Ispettorato centrale repressione frodi, ivi comprese quelle relative all'orario di lavoro e quelle applicate dal laboratorio della sede assegnata al fine di realizzare le condizioni di massima garanzia in materia di sicurezza dei lavoratori negli ambienti di lavoro», ma consta all'interrogante che non vengono loro assegnati i buoni pasto per i giorni in cui l'attività lavorativa si protrae in orari pomeridiani;
le competenze mensili vengono liquidate dall'Amministrazione con ritardo senza ottemperare il decreto che all'articolo 2, a proposito di Durata trattamento economico e normativo dice: «L'importo annuo lordo delle borse è determinato in euro 15.000,00; tale importo, comprensivo pertanto delle ritenute di legge, è erogato in rate mensili posticipate». Determinate volte vengono erogate anche 2-3 mensilità contemporaneamente;
con la loro attività lavorativa aumentano l'efficienza degli uffici integrando quello che è il fondo di produttività dei dipendenti dell'ufficio ma a differenza dei lavoratori a tempo indeterminato non ne traggono benefici economici;
sono esposti al rischio chimico come i lavoratori a tempo indeterminato ma mentre questi ultimi hanno diritto all'indennità essi non hanno alcun tipo di riconoscimento;
consta all'interrogante che non hanno alcun diritto a contributi previdenziali (nella distinta delle competenze mensili si evincono solo le deduzioni IRPEF ed IRAP);
il rinnovo annuale del servizio è deciso dall'ispettore generale e dal direttore del laboratorio come previsto dal decreto ministeriale all'articolo 2 che dice: «La borsa avrà durata di 12 mesi e potrà essere prorogata di un anno, con provvedimento dell'Ispettore generale capo dell'Ispettorato centrale repressione frodi, sentito il parere del direttore del laboratorio ove il borsista ha svolto attività di ricerca, studio e analisi, nonché del tutor al quale il borsista sia stato affidato»,

esponendo i borsisti ad una sorta di mutismo derivante dalla paura di perdere la posizione lavorativa;
in data 11 dicembre 2006 è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale speciale concorsi un nuovo bando di selezione per borsisti, andando contro a quelle che sono le politiche governative in ambito di lavoro precario, e dando evidenza che l'esigenza di personale effettivamente c'è -:
se il Ministro sia a conoscenza di quanto sopra esposto;
quali misure intenda adottare affinché si ponga fine all'uso del lavoro precario presso gli uffici del proprio Ministero.
(4-02298)